Economia
Ia, nuove frontiere tecnologiche al servizio di marketing e...
Ia, nuove frontiere tecnologiche al servizio di marketing e comunicazione a ‘Megatrends’
Seminario organizzato dal master in Economia e Management della comunicazione e dei media della Facoltà di Economia di università di Roma Tor Vergata, in collaborazione con Eikon Strategic Consulting e Adnkronos
Le nuove frontiere tecnologiche al servizio di marketing e comunicazione, nuove figure, nuovi linguaggi e come interpretarli: una preziosa analisi sui temi della trasformazione digitale dalla voce di grandi esperti ed aziende al seminario digitale 'Megatrends del marketing e della comunicazione digitale - La rivoluzione dell’intelligenza artificiale', organizzato dal master in Economia e Management della comunicazione e dei media della Facoltà di Economia di università di Roma Tor Vergata, in collaborazione con Eikon Strategic Consulting e Adnkronos, che si è tenuto ieri a Roma presso la Facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata.
Un seminario che è stato un importante momento di confronto sullo scenario attuale relativo alle dinamiche dell’AI e possibili prospettive future che ha visto intervenire Simonetta Pattuglia, Direttrice del Master in Economia e Management della Comunicazione e dei Media dell’Università di Roma Tor Vergata, il sociologo Derrick De Kerckhove, (Univ. of Toronto, direttore Scient. Media Duemila); Paola Aragno, vicepresidente Eikon Strategic Consulting, Fabio Insenga, vicedirettore dell’Adnkronos; Raoul Romoli Venturi (corporate communication director, Ferrero); Mattia De Rosa (solution specialist data & ai director, Microsoft Italia); Fabrizio Paschina (direttore comunicazione e immagine, Gruppo Intesa San Paolo); Daniela Ferro (HP, McCann Worldgroup Italy), Gianluca Fagone (responsabile recommendation & targeting, RaiPlay) e Francesco Zaffarano (head of content, Will Media).
"L’Ai e le sue diverse applicazioni stanno configurano il futuro con un’enfasi su personalizzazione, efficienza e coinvolgimento immersivo, la sfida è bilanciare l’attività delle imprese con una gestione responsabile, e per gli Stati la sfida è educare, applicare norme e fare campagne di sensibilizzazione", ha spiegato Simonetta Pattuglia, direttrice del Master in Economia e Management della Comunicazione e dei Media". "L’AI -ha continuato- pone molte sfide: alle aziende spetta bilanciare la loro attività con una gestione responsabile verso clienti e stakeholders, agli individui spetta una maggiore responsabilizzazione e alle istituzioni stabilire le regole".
"Le nuove tecnologie danno a disposizione strumenti stupendi, ma il vero lavoro è di interpretare bene, io la chiamo nuova retorica", ha affermato alla platea il sociologo De Kerckhove. "La trasformazione digitale introduce una nuova retorica, con un modo di essere connessi diversamente e con strumenti differenti che vanno gestiti. Bisogna sfidare la macchina, porsi le giuste domande e mettere in discussione le risposte che ci vengono fornite", ha continuato De Kerckhove durante il suo intervento.
"Ci interroghiamo ogni giorno su quanto e come l’AI ci possa supportare testando tutti gli strumenti a disposizione. Pensiamo che potrà sostituirci in alcuni compiti, quelli più ripetitivi e che, nella misurazione dei media, riuscirà a leggere ed interpretare abbastanza correttamente alcune informazioni. Non potrà però sostituirsi completamente all’essere umano ma affiancarlo, perché alla macchina mancano una vision e una lettura strategica, manca la contestualizzazione", ha continuato Paola Aragno, vice president, Eikon Strategic Consulting. "Quando si parla di AI il tema non dovrebbe essere affrontato solo in funzione del lavoro che verrà sottratto ma soprattutto dovremmo chiederci: nel lungo termine quante competenze perderemo?", ha aggiunto Raoul Romoli Venturi, corporate communication director, Ferrero.
"La responsabilità e la scelta spetterà sempre all’essere umano, non alle macchine. E in questi scenari è importante mantenere ferme competenze solide per non rimanere indietro", ha continuato Fabrizio Paschina, direttore comunicazione e immagine, Gruppo Intesa Sanpaolo. "L’AI è sempre più presente nel lavoro delle redazioni giornalistiche: può essere usata scientemente per arricchire la ricerca delle notizie oppure come una scorciatoia a danno però della qualità della produzione", ha approfondito Fabio Insenga, vicedirettore Adnkronos.
"Ogni volta che una nuova tecnologia arriva ci sono reazioni estreme, sia positive che negative. L’importante è porsi le giuste domande e analizzare ciò che è avvenuto in passato per capire cosa succederà in futuro", ha aggiunto Francesco Zaffarano, head of content Will Media. "L’AI generativa sarà un grande motore per la produttività nelle attività umane, ma già oggi è evidente l’enorme supporto che può dare alle attività ad alto contenuto creativo", ha detto Mattia De Rosa, solution specialist data & ai director, Microsoft Italia. "L’AI è uno strumento al servizio della creatività. Non esiste un viceversa", è intervenuto Daniela Ferro, HP, McCann Worldgroup Italy.
"L'utilizzo del sistema di raccomandazione e personalizzazione dei contenuti su RaiPlay e RaiPlay Sound, le nostre piattaforme digitali, ha molteplici obiettivi, per molti versi analoghi a quelli degli altri player: migliorare l'esperienza utente, indurlo a tornare, far emergere la parte più nascosta e preziosa del catalogo; in ultima analisi stimolare i consumi. Ma non dimentichiamo mai che la sfida vera è quella di far coesistere i sistemi tecnologici basati su algoritmi con le esigenze di Rai come Servizio Pubblico, proponendo, ad esempio, contenuti utili ad accrescere la conoscenza e le competenze degli utenti", ha concluso Gianluca Fagone, responsabile recommendation e targeting, direzione RaiPlay e Digital.
In programma, inoltre, oggi e domani, 19 e 20 aprile, 4 laboratori tenuti da Paola Aragno e Paola Assante, di Eikon Strategic Consulting, e da Diego Fornero (Social Media Strategy Consultant), esperti del settore, per approfondire le dinamiche della gestione e del monitoraggio della comunicazione digitale: ideare sui social; gestire e monitorare i social; progettare, gestire e comunicare sui social (part.1 e 2).
Economia
Patto di stabilità, via libera Ue alla riforma ma...
Astensioni e voti contrari dai partiti di maggioranza e opposizione. Gentiloni ironizza: "Abbiamo unito la politica italiana"
Per un giorno “abbiamo unito la politica italiana”. Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni usa l’ironia dopo i voti, nella plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, sui tre testi che compongono la riforma del patto di stabilità, frutto di un lunghissimo negoziato tra gli Stati membri concluso solo poco prima del Natale 2023, a una manciata di giorni dal rientro in vigore del ‘vecchio’ patto di stabilità, sospeso nel marzo 2020 a causa della pandemia di Covid-19. Come il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che per l’Italia ha negoziato il compromesso vedendosela con il liberale tedesco Christian Lindner, in picchiata nei sondaggi e quindi bisognoso di modifiche ‘dure’ a una riforma largamente impopolare nell’elettorato tedesco, anche Gentiloni si ritrova schierato, da solo, su una posizione diversa da quella del suo partito. Anche il Pd, oltre a tutti i partiti della maggioranza di centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia e anche Forza Italia), ha deciso di astenersi sulla riforma del patto di stabilità.
La posizione italiana
Contro la riforma si sono schierati nettamente il M5S e Fabio Massimo Castaldo di Azione, che ritiene le nuove regole “insostenibili” per il nostro Paese. I Dem, osserva Gentiloni, si sono astenuti per “motivi di politica interna”. L’avvicinarsi delle elezioni europee ha probabilmente avuto un ruolo nelle decisioni delle maggiori forze politiche di astenersi sul dossier probabilmente più importante della legislatura, insieme a Next Generation Eu, dato che condizionerà la politica di bilancio dei governi italiani per molti anni a venire. A favore della riforma, tra gli italiani, hanno votato solo Lara Comi di Forza Italia, Herbert Dorfmann dell'Svp per il Ppe e, per Renew, Marco Zullo e Sandro Gozi, che però è stato eletto in Francia.
Il capodelegazione di Forza Italia Fulvio Martusciello, che pure non ha partecipato al voto, dice che nella prossima legislatura il patto di stabilità “verrà cambiato con una nuova maggioranza”. Potrebbe rivelarsi una sfida complessa, con una AfD più forte di ora nell’Emiciclo, niente affatto propensa a ‘rilassare’ le regole fiscali. Intanto il responsabile Economia del gruppo Ppe, il bavarese Markus Ferber, ha accolto con freddezza la decisione dei colleghi italiani di astenersi, dicendo all’Adnkronos di non vedere “ragioni” per una decisione del genere, dato che le regole sono più favorevoli all’Italia rispetto a quelle attuali.
Lo stesso Gentiloni ha sottolineato che le regole di bilancio nuove sono più favorevoli di quelle del patto di stabilità ‘vecchio’. E ha osservato che bisogna “sempre ricordare” che il paragone va fatto con le regole attuali, che sono quelle del patto di stabilità, e non con l’assenza di regole garantita dal 2020 in poi dall’attivazione della clausola di salvaguardia. Perché in un’Unione monetaria norme comuni sulle politiche di bilancio sono comunque necessarie.
Nella maggioranza, si sono astenuti anche Fratelli d’Italia, con l’Ecr che nel voto sul braccio preventivo del patto si è spaccata in tre tronconi. Uno, con i polacchi del Pis e anche gli spagnoli di Vox, ha votato a favore del patto; un altro, con gli olandesi, ha votato contro, probabilmente ritenendolo troppo morbido; gli italiani, invece, si sono astenuti. Per Nicola Procaccini e Carlo Fidanza, “sebbene il testo sia stato migliorato rispetto alla proposta iniziale grazie al lavoro del Governo italiano”, presenta “ancora alcuni punti critici fortemente voluti dai cosiddetti Paesi frugali, come la salvaguardia di sostenibilità del debito che comporterà meno flessibilità di quella attesa, nei prossimi anni".
Simile la posizione della Lega, partito che esprime il ministro dell’Economia, che ha votato a favore del compromesso in Consiglio a dicembre: la delegazione a Strasburgo parla di una “serie di provvedimenti che, sebbene migliorati rispetto alla proposta iniziale grazie al lavoro e all’impegno del ministro Giancarlo Giorgetti, rappresentano un compromesso che purtroppo presenta ancora elementi critici”.
Per il Pd, ci pensa il capodelegazione Brando Benifei a sintetizzare i motivi dell’astensione: “Il patto negoziato, voluto e validato dalla Meloni non ci convince e non lo votiamo, ma evidentemente non convince nemmeno loro”. Molto critici i Cinquestelle, che hanno votato decisamente contro la riforma: per la capodelegazione Tiziana Beghin, il governo Meloni, che ha negoziato i testi in Consiglio, “svende l’Italia ai falchi dell’austerità” e le nuove regole costeranno al nostro Paese correzioni nell’ordine di 12-13 mld di euro l’anno. Per Gentiloni, oggi “forse il patto di stabilità è un po’ più intelligente”.
Le nuove regole
La riforma proposta della Commissione è stata modificata dagli Stati nel Consiglio per volontà soprattutto della Germania, che ha ottenuto l’inserimento di salvaguardie orizzontali su debito e deficit che complicano parecchio un quadro che, con la riforma, si intendeva semplificare.
Ma per l’Italia, conti alla mano, le nuove regole dovrebbero risultare meno punitive di quelle precedenti. Se questo basterà ad effettuare gli investimenti necessari alla transizione verde e digitale e a migliorare lo stato in cui versa la difesa europea davanti al rinato imperialismo russo, si vedrà. Per il copresidente dei Verdi/Ale Philippe Lamberts, le regole del patto di stabilità, pur riviste, sono “mortifere”, non fanno altro che “preparare la nostra impotenza” e costeranno al Belgio un aggiustamento nell’ordine di 5 miliardi di euro all’anno. Comunque sia, ormai le nuove norme sono approvate. Manca solo il via libera del Consiglio: dovrebbero passare come punto senza discussione nel Coreper uno di venerdì prossimo ed essere approvate definitivamente nel Consiglio Agrifish del 29 aprile, sempre senza discussione. Dopodiché saranno legge.
Economia
Roberto Napoletano nuovo direttore de ‘Il...
Guiderà la testata dal prossimo 4 maggio
A decorrere dal prossimo 4 maggio, Roberto Napoletano sarà il direttore del quotidiano Il Mattino. Lo rende noto il gruppo Caltagirone Editore.
Napoletano, nato a La Spezia nel 1961, ha iniziato la propria carriera giornalistica ne Il Mattino nel 1984. Nel corso della sua carriera ha ricoperto il ruolo di direttore de Il Messaggero dal 2006 al 2011 e successivamente de Il Sole24ore. Dal 2019 è direttore de il Quotidiano del Sud.
Francesco de Core, che ha diretto con merito il quotidiano dal maggio 2022, assumerà l’incarico di vice direttore.
Economia
Confindustria-Deloitte, investimenti e convergenza...
Energia, ambiente e clima priorità
Più investimenti, più collaborazione tra pubblico e privato e più convergenza tra politiche industriali dei Paesi B7 per realizzare una transizione verde capace di coniugare sostenibilità e competitività. Queste le priorità per il G7 individuate nel B7 Flash, la nota di Confindustria e Deloitte elaborata in occasione dell’evento B7 “G7 Industry Stakeholders Conference” in programma a Torino il 28 aprile e della riunione Ministeriale G7 su “Energia, ambiente e clima” in agenda il 28, 29 e 30 aprile nel capoluogo piemontese.
"La conferenza di Torino rappresenta un’opportunità unica per discutere e delineare strategie efficaci per affrontare uno dei temi più rilevanti del nostro tempo: trasformare la transizione ecologica in una grande opportunità di innovazione e sviluppo competitivo. In questo contesto, il coinvolgimento della comunità imprenditoriale del G7 offre una piattaforma preziosa per collaborare con i Ministri alla luce delle complesse sfide poste dagli obiettivi di sostenibilità. E’ fondamentale creare delle sinergie tra pubblico e privato, promuovendo un approccio alla transizione basato sulla neutralità tecnologica e sullo stimolo agli investimenti nell’economia circolare, capaci di coniugare tutela ambientale, sicurezza degli approvvigionamenti e competitività. Grazie al contributo dei partecipanti, miriamo a promuovere percorsi e obiettivi condivisi di politica industriale in linea con gli obiettivi della Cop 28", sottolinea Katia Da Ros, Vice Presidente per Ambiente, Sostenibilità e Cultura, Confindustria.
"La transizione energetica in atto, guidata dall’innovazione tecnologica e dall’uso efficiente e sostenibile delle risorse, sta incidendo in modo profondo sulla produzione e sulla distribuzione dell’energia, ma anche sull’attività delle imprese, sui trasporti, sul commercio e, nei fatti, sui nostri stili di vita. La Cop28 ha sottolineato l'esigenza di un'azione immediata per contrastare i cambiamenti climatici e, al contempo, la necessità di un’iniziativa globale e coordinata per sostenere il cambiamento. Siamo di fronte a sfide che non esito a definire epocali: sicurezza e indipendenza energetica, sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica, competitività economica, cooperazione internazionale. I Paesi del G7 sono in una posizione privilegiata per guidare il cambiamento. Una leadership politica a livello G7, coesa e lungimirante, è indispensabile per accelerare la transizione e per garantire un avvenire sano ed economicamente prospero alle generazioni future", sottolinea Fabio Pompei, Ceo di Deloitte Italia.
"Transizione energetica e decarbonizzazione sono processi necessari e irreversibili. Parliamo di un cammino che ci vede direttamente coinvolti e che, grazie a tecnologie, competenze e strumenti a nostra disposizione, possiamo percorrere fino in fondo. Per rispondere alle sfide cogenti mettiamo a disposizione le nostre soluzioni di efficientamento energetico, produzione locale di energia rinnovabile e un consolidato know-how di esperienza nel settore. Siamo orgogliosi di partecipare a un momento di confronto significativo e urgente, insieme alle istituzioni e ai più importanti stakeholder di riferimento del settore per imprimere una forte e collettiva accelerazione al percorso verso il Net Zero entro il 2050", commenta Emanuela Trentin, Ceo di Siram Veolia.