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Cortei, Boschi all’Adnkronos: “Mattarella...

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Cortei, Boschi all’Adnkronos: “Mattarella unisce il Paese, Meloni cerca di dividerlo”

"Mattarella unisce il Paese, Meloni cerca di dividerlo". Poi sulle Regionali: "In Abruzzo tutti con D'Amico. Basilicata e Piemonte? Ogni regione a sé". Sul governo: "Meloni-Salvini separati in casa, problema per il Paese"

Maria Elena Boschi

"Nessuno vuole fare processi sommari alle forze dell'ordine ma non sono ammissibili nemmeno manganellate sommarie. Io credo che le parole del presidente Mattarella siano state sagge e volte a unire il Paese e non a dividere come sta cercando di fare la presidente Meloni". Così Maria Elena Boschi di Iv ospite del Forum Adnkronos al Palazzo dell'Informazione sui cortei di Pisa e Firenze, ieri al centro dell'informativa del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, in Parlamento.

"Sostegno senza dubbio alle forze dell'ordine ma noi dobbiamo dire ai nostri figli di poterci affidare alle persone in divisa come è sempre avvenuto sentendoci protetti, come è sempre avvenuto, e non avendo paura".

Regionali

Sulla possibilità di accordi, dopo l'Abruzzo, anche nelle prossime regioni al voto, Basilicata e Piemonte, Boschi osserva: "In Abruzzo siamo tutti convintamente a sostegno di D'Amico, ma ogni regione fa storia a sé. Italia Viva decide sulla base dei candidati e soprattutto dei programmi per i territori e quindi vedremo cosa succederà in Basilicata e Piemonte, lì ancora è tutto aperto".

Sardegna

Sottolinea la deputata di Italia Viva: "Il voto in Sardegna ha insegnato, innanzitutto, a Giorgia Meloni ad essere un po' meno arrogante perché indubbiamente, al di là della responsabilità che si è assunto Truzzu, è innegabile che è stato scelto da Meloni e Lollobrigida, Truzzu è uomo di Lollobrigida". "Aver imposto alla coalizione un candidato all'ultimo tuffo non ha premiato - aggiunge - Ma soprattutto hanno sbagliato il candidato perché se il sindaco Cagliari non prende voti nella sua città, è evidente che hai sbagliato candidato".

"Todde è una candidata che ha convinto - prosegue Boschi - Quando lo scarto è di tremila voti di differenza, il candidato ha un suo peso. Se guardiamo al nostro fronte, quello più legato al centro, non ha premiato l'arroganza di Calenda che ha voluto tener fuori Italia Viva. Se ci fosse stata una lista di Italia Viva, con ogni probabilità Soru avrebbe fatto la soglia del 10 per cento per entrare in Consiglio. Quindi, ha avuto un peso tener fuori Italia Viva".

Abruzzo

Tornando al voto in Abruzzo, Boschi spiega: "Sono già stata in Abruzzo e ci tornerò domani a fare campagna. D'Amico è un candidato bravo, una persona capace, in gamba con alle spalle non solo un'esperienza da economista ma anche una grande attenzione all'educazione, a come trattenere i giovani per dare loro opportunità in Abruzzo. Da professore ha lavorato anni all'università e lui dice 'noi li formiamo ma poi sono costretti ad andarsene'. E lui dà risposte molto concrete, sta molto sui temi dell'Abruzzo, sulle risorse sprecate in questi anni da Marsilio, sulla condizione della sanità nella regione".

"Dopodiché credo che la Sardegna abbia dimostrato che la Meloni non è imbattibile, che ci può essere un'alternativa e questo dà una spinta anche emotiva alla partecipazione: non c'è un'ultima settimana di rassegnazione, anzi c'è un'ultima settimana di campagna elettorale per andare a prendersi i voti uno a uno e io credo che possa aumentare la partecipazione. Perché c'è l'idea che sia contendibile, che la partita non sia chiusa e D'Amico ha chances".

Basilicata

"Possibile un accordo anche in Basilicata? Quando ci saranno le candidature valuteremo", risponde la deputata di Italia Viva. Se fosse Roberto Speranza il candidato, lo sosterreste? "Noi abbiamo due consiglieri regionali in Basilicata, bravissimi e faranno le loro valutazioni. Detto questo, che possa essere Speranza l'uomo che unisce la vedo più difficile rispetto a un civico, come D'Amico in Abruzzo. Con un'esperienza civica - rileva - più facile unire".

Europee

Quanto alle europee, "io penso che in vista" del voto "c'è un grande margine su cui lavorare che è l'astensionismo. Io mi auguro che alle europee ci sia partecipazione, vista l'importanza di queste elezioni. C'è uno spazio perché il centrodestra è diventato molto spostato sulla linea sovranista, di certo non moderata, e questo non convince una parte dell'elettorato: i manganelli a Pisa, gli atti di arroganza di Meloni che ha riempito posti di amici e parenti, ormai ha finito l'elenco telefonico della rubrica... questo non piace, non convince. Vedi Truzzu".

"Ieri - spiega - c'è stata una direzione di Più Europa e non so se sia emerso qualcosa di nuovo. Mi sembra che ci sia ancora un confronto aperto. Per quanto ci riguarda, non solo sabato alla convention di Più Europa, ma sin dall'inizio abbiamo detto che noi siamo assolutamente favorevoli a una lista di scopo. E non abbiamo messo nessun veto su nessuno. E Renzi che è già in corsa, è candidato, ha già detto di essere disponibile a qualunque passo di lato che dovesse servire. Più di così...".

Calenda

"Calenda però insiste nel dire che lui non farà mai un accordo che preveda la presenza anche di Italia Viva. Quindi non so se cambierà idea. Io credo che non sia saggio: per le europee servono i voti e non veti. Credo sia un errore politico ma del resto Calenda ha già fatto l'errore politico di rompere il Terzo Polo e di certo non ha il cursus honorum di costruttore visto che ha fatto saltare l'accordo con Letta, con Bonino, con noi...".

"Detto questo ogni scelta è legittima, la facciano senza però mettere in mezzo una presunta superiorità etica o morale. Primo perché è ingiusta e non vera e poi se noi eravamo davvero una comunità così riprovevole dal punto di vista etico, poteva fare a meno di noi e provare a candidarsi da solo alle politiche quando non aveva le firme per presentare la lista: senza di noi oggi non sarebbe in Parlamento".

Centrosinistra

Secondo Boschi, "la grande alleanza Schlein-Conte sposta il Pd sulle posizioni di Conte, non il contrario. Questo però sposta l'asse su una politica basata sui sussidi, sul giustizialismo, su una posizione internazionale che Conte definirebbe 'pacifista' mentre io dico che è più verso la Russia che l'Ucraina. Ci sono nodi che vengono al pettine".

"E soprattutto c'è un tema: i 5 Stelle fanno accordi col Pd solo se sono loro a scegliere il candidato. Io non so fino a quando il Pd e Schlein possano inseguire Conte sui temi e sui candidati. Anche sul terzo mandato: il Pd ha votato contro per rompere l'asse con i 5 Stelle mentre tutti i loro governatori e sindaci erano a favore del terzo mandato. Ci sarà una volta che i 5 Stelle votano per non rompere l'asse con il Pd?", chiede la deputata di Italia Viva.

"Noi in quest'asse con Conte non ci siamo. Abbiamo rischiato l'osso del collo per mandare a casa Conte e portare Draghi, pensare di avere di nuovo Conte come leader del centrosinistra mi pare complicato... non è un tema di persone, ma di contenuti. E non vorrei che il Pd tornasse al Conte o morte, a Conte leader dei progressisti. Conte è quello che ha firmato i decreti Salvini, che non sa scegliere tra Trump e Biden".

Premierato

Poi la questione riforme. "Il premierato? Si sono davvero impegnati a fare la cosa peggiore possibile... Meloni e Casellati hanno presentato questa proposta che ha delle lacune enormi - dice Boschi - Noi siamo d'accordo sulla elezione diretta del premier ma deve anche andare di pari passo con una legge elettorale coerente, altrimenti non funziona, e invece non se ne parla".

E inoltre, "manca completamente una parte: quella che rivede il bicameralismo. Non basta dare stabilità ai governi, occorre anche avere un Parlamento più efficiente perché così rinobiliti anche il ruolo dell'opposizione. Si riequilibra l'elezione diretta del premier se il Parlamento non è privato della sua capacità di incidere. Noi abbiamo presentato emendamenti su questo, sono anche ammissibili ma aspettiamo che la maggioranza dia segnali di vita".

"I lavori parlamentari sono bloccati, gli emendamenti sono sul tavolo ma siccome la maggioranza non ha un punto di incontro al proprio interno, non c'è un accordo nella maggioranza, allora hanno bloccato i lavori in commissione: stanno facendo ostruzionismo alla riforma. E non c'è nessuna interlocuzione con le opposizioni. Qui nessuno fa incontri, riunioni, proposte, l'opposizione non è minimamente coinvolta e questo non è buon viatico per loro. Intanto perché devono avere i voti in Parlamento e, considerati i chiari di luna in maggioranza, non dovrebbero dare per scontato di averli in Parlamento. E poi, 99 su 100, ci sarà da fare il referendum, ci sarà da parlare al Paese e avere questo atteggiamento molto arrogante dentro la maggioranza è un errore".

Jobs act

Parlando del Jobs act, Boschi spiega: ''Non ho una difesa del Jobs act per partito preso ma perché ha funzionato. Il Jobs act, insieme alle misure di sostegno di agevolazioni fiscali alle assunzioni che andavano di pari passo, ha portato ad aumentare di oltre 1 milione di posti di lavoro i numeri in Italia con il nostro governo. Non tutti si ricordano che siamo arrivati al governo con un -1,9% di Pil, i vincoli di bilancio e il patto di stabilità erano in vigore, e la disoccupazione era al 13,8%. In due anni con queste riforme siamo arrivati ad avere un milione di posti di lavoro in più, il Pil in crescita oltre l'1%. Il Jobs act ha funzionato, non ci sono stati licenziamenti perché se fosse stato così oggi non ci sarebbero potuti essere governi, Meloni e Conte, che potevano rivendicare i grandi dati dell'occupazione nel nostro Paese. Il Jobs act non è stato un disastro, ha portato anche molti investimenti stranieri e se lo cancellano vi garantisco che in molti diranno addio al nostro Paese''.

''Tornare indietro sarebbe un segnale pessimo, anche per le tutele dei lavoratori. Si dimentica che il Jobs act è quello che ha tolto le dimissioni in bianco, ha previsto il congedo retribuito per le donne vittime di violenza, ha consentito di avere maggiore flessibilità, insieme al collegato, sullo smart working. E se c'è stata una tutela dei rider è stato per sentenze che hanno applicato il Jobs act. Allora non diciamo che è il male assoluto''.

Quanto ai referendum della Cgil per abrogare il Jobs act e del sostegno politico di Pd e Cgil, Boschi dice: ''Mi sento abbastanza sicura che Conte li appoggerà. Schlein ha già detto che lo farà. Mi chiedo però come possano fare gli amici del Pd, che fanno parte del gruppo dirigente, penso a Franceschini, Guerini, Madia, Orlando, che non solo lo hanno votato in Parlamento ma che lo hanno deciso con noi nel Consiglio dei ministri, e lì nessuno di loro ha avanzato obiezioni, a fare campagna elettorale per i referendum della Cgil contro il Jobs act. Secondo me sono in imbarazzo con loro stessi''.

Violenza sulle donne

"Quasi ogni giorno un nuovo femminicidio e il dolore è costante - dice Boschi ospite del Forum Adnkronos parlando delle donne uccise in Italia - Le norme ci sono, occorre applicarle, occorre la certezza della pena. Ma soprattutto occorre investire in educazione, in cultura. Educare al rispetto tra uomini e donne contro ogni forma di violenza, soprattutto i più giovani e le più giovani a cominciare non soltanto dalla famiglia ma dalla scuola".

Infortuni sul lavoro

Poi gli infortuni sul lavoro. ''Il tema dei morti sul lavoro ci dà un bilancio drammatico tutti gli anni. Tutti gli anni ci stringiamo alle famiglie che perdono i propri cari sul posto di lavoro o anche alle persone che rimangono ferite sul posto di lavoro con invalidità permanenti. Credo che molto dipenda dai controlli, non penso che la soluzione sia aumentare le pene e dare nuove regole - osserva Boschi - Penso ci siano già regole che se applicate veramente consentirebbero di garantire meglio la sicurezza sul lavoro. La ministra Calderone ha annunciato che ci saranno nuovi ispettori del lavoro e maggiori controlli, me lo auguro''.

Ferragni-Fedez

A una domanda su Chiara Ferragni e Fedez, la parlamentare di Italia Viva risponde: ''Quando ci sono dei bambini, dei figli, meno se ne parla e meglio è. E' il motivo per cui non voglio parlare della vicenda Ferragni-Fedez. Non sappiamo nemmeno se si sono separati, sono affari loro, rispetto la loro scelta di privacy. Anche nel caso di altre coppie famose che si sono separate, a cominciare dalla presidente Meloni, non ho mai voluto commentare la loro vita privata''.

''Ci sono coppie invece che hanno scelto di raccontare loro pubblicamente e ampiamente la loro storia, vedi Totti-Blasi. E' una loro scelta, poi è quindi normale che le persone a loro volta commentino. Ferragni e Fedez mi sembra abbiano scelto un profilo diverso e io rispetto la loro scelta e la loro privacy. L'unica separazione che, dal mio punto di vista politico, sarebbe interessante è la rottura Meloni-Salvini''.

"Meloni-Salvini separati in casa"

''Il loro - aggiunge - mi sembra un po' un matrimonio di convenienza e non d'amore. Mi pare difficile che possa rompersi proprio perché la convenienza è stare insieme. Adesso hanno tantissime nomine da fare e questo è un ottimo collante per il governo. Ma se consideriamo le dinamiche politiche già da ora sono separati in casa'' ma ''questo, al di là delle battute, crea un problema per il Paese perché se tre alleati che devono governare l'Italia non si fidano l'uno dell'altro e sono più preoccupati a creare un inciampo all'altro che non a navigare nella stessa direzione per il bene del Paese, il conto poi lo pagano i cittadini''.

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Pro Life nei consultori, opposizioni in rivolta. FdI:...

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La replica dopo le critiche al governo sull'emendamento al decreto Pnrr, approvato in Commissione Bilancio alla Camera

Manifestazione per il diritto all'aborto (Fotogramma/Ipa)

"Ma quale attacco alla 194, l'unica cosa reale è lo strabismo della sinistra sul tema". Ad affermarlo Paola Ambrogio, senatrice di Fratelli d'Italia a proposito delle proteste dell'opposizione in merito al dibattito aperto dall'emendamento al decreto Pnrr, approvato in Commissione Bilancio alla Camera. Le Regioni, prevede il testo, nei consultori possono "avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità".

"È inaccettabile che si continui a strumentalizzare ogni intervento in materia, stiamo esclusivamente difendendo l'integrità di una legge che, nella sua applicazione finale, deve consentire alla donna piena libertà di scelta. Offrendo e garantendo alle donne il giusto sostegno, prima e dopo, all'interno di un percorso condiviso, consapevole e mai imposto, non limitiamo certo il perimetro di libertà individuale ma, anzi, lo ampliamo. Chi dice il contrario non lotta in difesa della 194, né per la sua completa applicazione, ma ne favorisce, di fatto, una visione distorta e parziale". "Trovare e favorire alternative concrete all'aborto - continua Roberto Ravello, dirigente regionale di Fratelli d'Italia - credo sia una dinamica del tutto riconducibile all'autodeterminazione, uno dei valori più alti di una società come la nostra. Non è una corsa ideologica, la 194 non è di nessuno in particolare: chi si è autoproclamato paladino della 194 ignora che la libertà non ha colore politico. Una libera scelta non può mai essere un problema".

"Colpo di scena, il Pd vuole abolire la legge 194". È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia. "Dopo anni di difesa a oltranza, accompagnata dall'accusa alle destre di volerla abolire, Elly Schlein ora si accorge del suo contenuto e lo contesta prendendosela con Fdi invece che con Pci-Psi-Psdi-Pri-Pli che l'approvarono nel 1978". L'esponente di Fdi cita alcuni punti contenuti nella legge: "'Lo Stato, la Regione e gli Enti Locali... promuovono e sviluppano i servizi socio sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l'aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite'. È d'accordo il Pd? All'articolo 2 recita: 'I consultori familiari (...) assistono la donna in stato di gravidanza (...) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza. I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita'. E' d'accordo il Pd?", chiede ancora il parlamentare. "Finché esiste la 194, il diritto all'aborto non verrà toccato dal centrodestra, ma il centrodestra ha il diritto/dovere di applicarla tutta", conclude Rampelli.

Le critiche dell'opposizione

“Con il solito modo, quasi di soppiatto, presentando emendamenti al dl Pnrr, la destra prova ad assestare un altro colpo alla libertà delle donne in materia di procreazione e aborto". Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia. "L’emendamento presentato dispone che le Regioni possano coinvolgerle all'interno dei consultori le associazioni antiabortiste. Invece di garantire alle donne servizi, lavoro e stabilità economica il governo sceglie di attaccare la libertà di scelta e di indebolire, con l'introduzione di figure appartenenti ad associazioni senza specifiche competenze, luoghi fondamentali per la salute delle donne. Sembra che questa destra, guidata da una donna, abbia in odio la libertà femminile. Anche su questo faremo una battaglia in Parlamento e nel Paese convinti che la libertà e la responsabilità delle donne siano un valore da tutelare”.

"La destra mostra il suo volto proponendo di aprire i consultori alle associazioni antiabortiste" afferma in una nota la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase. "Con un emendamento inserito di nascosto nel decreto Pnrr cercano di smantellare i principi della legge 194 mettendo in discussione il diritto delle donne all'interruzione volontaria di gravidanza. È inaccettabile, con questo emendamento cercano di cancellare un diritto conquistato dalla mobilitazione delle donne italiane".

"La maggioranza non si smentisce mai e anche nel decreto sul Pnrr riesce a inserire un attacco al diritto all’aborto". Lo denunciano, in una nota, i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Affari Sociali di Camera e Senato. "In un emendamento all’articolo 44, il centrodestra prevede che le regioni possano coinvolgere le associazioni pro-life nell’organizzazione dei servizi di consultorio. È una decisione molto grave, perché rappresenta l’ennesima offesa ai diritti della donna e alla sua autodeterminazione". "È importante - sottolineano - dotare i consultori di personale qualificato e strutturato, in modo da assolvere a tutte le funzioni richieste a quelle strutture, esattamente come previsto dalla proposta di Legge presentata sul tema dal Movimento 5 Stelle".

"I consultori sono presidi territoriali da garantire con gli investimenti necessari e non di certo tramite il contributo delle associazioni di volontariato. Viviamo in un Paese in cui il diritto all’interruzione di gravidanza è già sotto attacco, in cui è già difficile accedere alla pratica, in cui le donne devono viaggiare fuori provincia o addirittura fuori regione per riuscire ad abortire. E mentre altri Paesi inseriscono la tutela del diritto all’interruzione di gravidanza in Costituzione, l’Italia sceglie di fare un ulteriore passo indietro. Noi continueremo a opporci a questa politica oscurantista del governo Meloni - chiosano - non lasceremo che la 194 subisca ulteriori attacchi e ci batteremo perché i diritti delle donne vengano garantiti".

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“Fine Ramadan festa anche in Italia”: ecco la...

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L'articolo della Pdl tuttora in fase di elaborazione anticipato dall'Adnkronos

Aboubakar Soumahoro - Fotogramma

Punta al "riconoscimento della festa della rottura del digiuno del Ramadan agli effetti civili" la proposta di legge, presentata alla Camera la scorsa settimana da Aboubakar Soumahoro. Il deputato, eletto con Avs e ora nel gruppo Misto di Montecitorio, chiede l'intervento del legislatore su un tema più volte al centro delle cronache di questi giorni, a partire dalla vicenda della scuola di Pioltello, l'istituto comprensivo statale 'Iqbal Masih' del Milanese, che ha deciso di chiudere il 10 aprile, giorno di fine del Ramadan.

L'unico articolo della Pdl

La proposta di legge ("Norme per l’istituzione della festività di rottura del digiuno di Ramadan") a quanto apprende AdnKronos tuttora in fase di elaborazione, prevede un unico articolo che recita "il giorno successivo alla ricorrenza religiosa della festa della rottura del digiuno di Ramadan, celebrata secondo il calendario islamico, è riconosciuta festività agli effetti civili".

Quella sulla fine del Ramadan è la seconda proposta di legge che vede come primo firmatario Soumahoro. Lo scorso giugno si era occupato del tema dei migranti, proponendo nuove norme in materia di espulsione, respingimento e rimpatrio, e del visto di ingresso per motivi umanitari e attività lavorative degli stranieri.

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Grillo parla a Bruxelles: “Io butto lì anche un sacco...

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Il comico e il cofondatore del Movimento Cinque Stelle si lascia scappare quella che lui stesso definisce una battutaccia: "Navi container enormi, meno male che ci sono gli Houti"

Beppe Grillo (Fotogramma/Ipa)

"Io butto lì anche un sacco di str....te, me ne rendo conto". Il cofondatore del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo ha tagliato corto il suo intervento nel convegno sul reddito universale organizzato dal Movimento in una sala del Parlamento Europeo, a Bruxelles, quando una parte della platea si è alzata per uscire, mentre lui stava parlando da una ventina di minuti. "Navi container enormi, meno male che ci sono gli Houthi..." ha detto, ammettendo che si trattava di una "battutaccia".

Il discorso di Grillo

"Le cinque cose, è stato scritto dai malati terminali di tumore, che avresti cambiato nella vita: la prima che hanno scritto, tutti, è stata 'avrei lavorato di meno, avrei letto di più, avrei coltivato le mie amicizie' - stava dicendo Grillo, nella sala al terzo piano del Palazzo Altiero Spinelli prenotata dalle eurodeputate Sabrina Pignedoli e Laura Ferrara, che l'hanno accolto - che cosa volete fare della vostra vita? Non si può lasciare la salute, tutte le cose in mano ai medici, in mano ai tecnici, in mano agli economisti. Ci vogliono degli antropologi, ci vogliono dei filosofi, ci vogliono delle persone, che ci possano illuminare su che cosa vogliamo noi: quanto vogliamo vivere...perché la povertà è un fatto esistenziale, a volte".

"Se tu parli - ha continuato - io c'ho dei vecchi in campagna, dove abito io, che prendono 500 euro di pensione, giocano a bocce, hanno la legna, la casa, l'orto e basta...." continua, spaziando poi anche ad altri argomenti. L'intelligenza artificiale, continua Grillo, a oggi "non si sa cosa sia", ma "secondo me modificherà l'atlante del mondo". Nell'attesa di comprenderne gli effetti, aggiunge, "se in quel lasso di tempo non c'è un reddito per tutti sarà un disastro".

"Il sistema della crescita, il sistema del consumo è finito" attacca il cofondatore del Movimento Cinque Stelle. "Stiamo facendo ristrutturazioni e trucchi a un cadavere". "Avete fatto il burro euro, avete fatto lo spaghetto euro, ma il cittadino euro è ancora da fare. Se non viene a votare il 50% delle persone di che cosa parliamo?" chiede.

Mezza sala se ne va, "dovevano prendere l'aereo"

A questo punto, decine di persone, sull'ala destra della sala, si sono alzate all'unisono, prendendo giacche, borse e soprabiti (a Bruxelles oggi fa decisamente fresco) e avviandosi verso l'uscita. "Dove andate ? Oh? Ferma, ferma, finito, finito", ha reagito Grillo. "E che c... - ha continuato, sollevando risate in sala - va bene, allora io vi saluto...".

La sala gli ha regalato un applauso e lui si è fermato a fare qualche selfie con i suoi sostenitori. Le tante persone che si sono alzate, ha spiegato poi Pignedoli, lo hanno fatto perché "dovevano prendere l'aereo". In ogni caso, Grillo avrebbe avuto ancora pochi minuti per parlare, perché la sala era prenotata da altri a partire dalle 16.

Grillo non andava a Bruxelles da anni. Il rapporto del fondatore con il Movimento, in particolare alla luce delle sue posizioni in politica estera, è stato uno degli scogli principali nel dialogo tra gli eurodeputati pentastellati e il gruppo dei Verdi/Ale, dopo la separazione del Movimento dalla Casaleggio Associati.

L'attuale leader del M5S Giuseppe Conte l'8 marzo 2023 spiegò a Bruxelles agli eurodeputati ecologisti, a porte chiuse, che Grillo ormai è solo "il fondatore", che oramai è dedito al teatro e che non decide "la linea politica" del M5S. Le sue rassicurazioni non bastarono a convincere i Verdi ad accoglierli nelle loro file: gli eurodeputati pentastellati sono da cinque anni nei Non Iscritti.

In sala, subito dopo la fine dell'intervento, ha stretto qualche mano: "Beppe sei troppo forte, sei sempre forte", gli ha detto uno spettatore. Poi si è avviato all'uscita, protetto dallo staff, mentre due inviati televisivi lo hanno inseguito, ma lui non ha voluto fermarsi. Si è infilato in ascensore, sempre protetto dallo staff.

Mentre le porte, a causa delle fotocellule, rimanevano aperte, gli sono state lanciate un paio di domande politiche. A una ("Mario Draghi è ancora grillino? Lo vede bene alla Commissione Europea?"), ha risposto prima ridacchiando, poi ha disegnato un cerchio con le mani e dicendo che "ha fatto quattro vite, tra cui quella" (il soggetto dovrebbe essere l'ex presidente del Consiglio e della Bce, che oggi era a qualche decina di km di distanza dal Parlamento, a La Hulpe, nel Brabante Vallone, per una conferenza organizzata dalla presidenza belga). Quando, prima che si chiudessero le porte scorrevoli dell'ascensore, gli è stato chiesto del reddito universale, ha risposto che "arriva, arriva".

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