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Politica

Autonomia, Pd pronto a referendum. De Luca guida la...

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Autonomia, Pd pronto a referendum. De Luca guida la protesta dei sindaci del Sud

Oggi a Roma la manifestazione contro il ddl Calderoli e per lo sblocco dei fondi di coesione per la Campania. La battaglia dem contro il provvedimento

Vincenzo De Luca - Fotogramma

"Andiamo a dargli un po’ una sveglia". Vicenzo De Luca porta oggi a Roma circa 500 amministratori campani e non solo, tra sindaci e consiglieri, per protestare contro l'autonomia differenziata e chiedere lo sblocco dei fondi di coesione per la regione. Una manifestazione istituzionale a cui hanno aderito l'Anci, tutte le forze del centrosinistra campano, i consiglieri dei 5 Stelle che in Regione sono all'opposizione, la rete dei sindaci Recovery Sud, sindacati. Ci sarà il sindaco di Benevento, Clemente Mastella. Non quello di Napoli, Gaetano Manfredi, che ha inviato in rappresentanza del comune la sua assessora, Teresa Armato. Per il Pd ci sarà il responsabile Sud della segreteria di Elly Schlein, Marco Sarracino.

La battaglia dem contro il ddl Calderoli: pronti a referendum

Al di là dei rapporti complicati tra il Pd e il governatore campano, la battaglia contro l'autonomia differenziata è convergente. Il provvedimento passato al Senato, tra lo sventolio di bandiere con il leone di San Marco tra i banchi leghisti, ha iniziato il suo iter alla Camera e i dem sono pronti a un'opposizione durissima. Cercando convergenze con le altre forze di opposizione. In Parlamento e fuori. Sabato 24 febbraio ci sarà un'iniziativa contro il ddl Calderoli con Sarracino insieme a Roberto Fico dei 5 Stelle e Peppe De Cristoforo di Avs a cui è stata invitata anche Azione.

E poi a marzo partirà una mobilitazione nazionale del Pd su 4 punti: contro il premierato, per la sanità, per i salari e quindi contro l'autonomia, che sarà uno dei temi cardine della campagna dem verso europee e amministrative. Anche perché il Pd non esclude di arrivare al referendum per bloccare la legge Calderoli. Lo ha ribadito anche ieri il capogruppo al Senato, Francesco Boccia: "Se nel passaggio alla Camera" sull'autonomia "la maggioranza non tornerà sui suoi passi faremo una battaglia durissima anche nel Paese, disposti anche al referendum".

"Con autonomia impossibile vivere al Sud, secessione dei ricchi"

E ieri per tutta la giornata è partita la 'batteria' dem contro l'autonomia differenziata. A partire appunto da Boccia che incalza: "Il nodo fondamentale sono le risorse: senza un euro non si fanno riforme epocali. Regionalizzare la scuola, le reti di trasporto e di comunicazione, creare 15 piccoli aspiranti staterelli che sono le Regioni a statuto ordinario e 5 Regioni a statuto speciale senza un fondo di perequazione, significa sfasciare il nostro Paese".

E poi ancora Piero De Luca: "L'autonomia mette a rischio l'unità e la coesione nazionale e renderà impossibile vivere al sud dove saranno compromessi i diritti dei cittadini perché minati i servizi essenziali, dalla scuola, alla sanità all'assistenza sociale". E quindi Sandro Ruotolo che parla di "secessione dei ricchi": con il ddl Calderoli "si è materializzato quel disegno leghista della prima ora".

Irene Manzi, responsabile Scuola del Pd, mette l'accento sul diritto all'istruzione:"Il progetto spacca Italia della Lega, avallato da Fratelli d'Italia e Forza Italia, punti alla regionalizzazione della scuola che, di fatto, determinerà un'istruzione di serie A e una di serie B". Marina Sereni, che invece si occupa di Sanità nella segreteria Schlein, mette in guardia: "Con l’Autonomia differenziata invece non solo si legittimano le diseguaglianze esistenti ma si spezza l’idea stessa di Servizio Sanitario Nazionale universalistico, producendo una vera e propria desertificazione sanitaria di intere regioni. Faremo ogni sforzo per impedirne l'approvazione", garantisce. Intanto oggi De Luca guida la prima protesta a Roma. Appuntamento alle 11.00 a Santi Apostoli.

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Politica

Meloni in Libano: “Mondo in fiamme, evitare che...

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Visita del presidente del Consiglio ai militari italiani a Shama: "Riconoscenza per l'impegno a tutela di pace e sicurezza". E sottolinea: "La pace è deterrenza e impegno"

Meloni in Libano:

"Sono giorni difficili in medio oriente, in Europa, intere aree del paese si sono improvvisamente incendiate, dobbiamo fare tutto quello che possiamo per evitare il rischio" di propagazione delle fiamme "e voi siete parte di quello che noi possiamo fare, siete il fossato, la barriera di sabbia che aiuta a non far progredire l'incendio". Lo ha detto Giorgia Meloni, in visita a Shama ai contingenti militari italiani. "Quando c'è un incendio il rischio è sempre lo stesso" è quello che le fiamme volino troppo velocemente da un albero all'altro e che alla fine l'incendio non si riesca a domare", ha sottolineato il premier.

"Pace non con belle parole, è soprattutto deterrenza"

Secondo Meloni "la pace non si costruisce con i buoni sentimenti e con le belle parole la pace è soprattutto deterrenza, impegno è sacrificio. Non può esserci pace se non c'è anche rispetto e il rispetto che l'Italia è riuscita a costruire in nazioni e territori come questi". E "buona parte del nome che noi abbiamo in contesti come questo è costruito dal lavoro che voi fate ogni giorno". "L'Italia - aggiunge il premier rivolta ai militari italiani- deve essere consapevole di quello che garantite con i vostri sacrifici, perché non vedete i vostri figli crescere, non ci siete durante le feste quando la famiglia si ritrova si riunisce. Non ci siede per i vostri amici. Non ci siete per le vostre i vostri fidanzati, le vostre mogli, i vostri mariti rinunciate a tutto e rinunciate a tutto per costruire e garantire quella pace della quale in tanti soprattutto in questo momento si riempiono la bocca comodamente seduti sul divano di casa loro".

"Grazie a nome Italia per scelta indossare divisa"

"Sono qui soprattutto a dire grazie, dire grazie a nome dell'Italia per aver scelto di indossare la divisa, grazie per aver capito che indossare quella divisa significa sapere usare la testa e il cuore, per aver accettato di venire fino a qui in Libano, da decenni pezzo fondamentale della missione Unifil, in una terra culla di tante civiltà, per un tempo modello di convivenza". "Il Libano -sottolinea- riveste un ruolo fondamentare nel medio-oriente, voi lo sapete bene".

"Il giorno di Pasqua io sarò con la mia famiglia e voi no. E allora anche per questo sono qui, perché se è vero che la patria è una madre ed è vero, allora qualsiasi madre che possa farlo, se ha un figlio lontano, quando arrivano le feste lo raggiunge per dirgli la tua famiglia c'è, la tua famiglia è fiera di te". "E sono molto contenta di avere l'occasione di pranzare con voi oggi come fanno tutte le famiglie -aggiunge- . Per ricordarci che noi siamo tutti legati indipendentemente da quale sia il nostro compito, indipendentemente da quale sia il nostro ruolo, indipendentemente da quale sia la nostra mansione. Noi operiamo tutti per il buon nome della nostra famiglia".

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Luciano Canfora querelato da Meloni, udienza il 16 aprile:...

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Il giudizio del filologo e scrittore "sulle idee e sui sentimenti" della presidente del Consiglio – puntualizzano i firmatari nell'appello – va ricompreso nel legittimo esercizio della critica politica"

Luciano Canfora - (Fotogramma)

Circa 30 associazioni e organizzazioni e oltre 250 cittadini e cittadine hanno firmato un appello di solidarietà con Luciano Canfora, filologo e storico, professore emerito dell’Università di Bari, querelato per diffamazione da Giorgia Meloni in seguito alle espressioni da lui adoperate un anno fa durante un incontro con gli studenti in un liceo di Bari. Lo fanno sapere gli stessi firmatari in una nota dove si dà notizia che il prossimo 16 aprile sarà celebrata al Tribunale di Bari l’udienza predibattimentale della causa.

Il giudizio di Canfora "sulle idee e sui sentimenti di Meloni – puntualizzano i firmatari – va ricompreso nel legittimo esercizio della critica politica, e l’opinione da lui espressa in quella circostanza può essere discussa, non certo ritenuta del tutto infondata oppure motivata da una semplice volontà denigratoria". "Desideriamo manifestare la nostra piena solidarietà con Luciano Canfora – concludono i sottoscrittori del documento – non soltanto perché stimiamo profondamente la sua levatura di studioso, ammiriamo la sua indiscutibile onestà intellettuale e la sua passione civile, ma anche perché siamo consapevoli che il bersaglio ultimo dell’azione legale intrapresa da Meloni è il diritto costituzionalmente garantito alla libertà di pensiero e di opinione".

Cosa ha detto Luciano Canfora

"Il termine 'neonazista' è un'altra cosa rispetto a 'nazista'", ha chiarito Canfora con l'Adnkronos riferendosi al significato dell'espressione rivolta alla premier e leader di Fratelli d'Italia definita una "neonazista nell'animo" e "schierata con i neonazisti ucraini". "Neonazista - spiega - è, ad esempio, l'atteggiamento di chi usa le navi da guerra per respingere i migranti. Si tratta di comportamenti piuttosto recenti di una dirigente politica che ha le sue idee, secondo me troppo forti, sul terreno fondamentalissimo della migrazione in atto nel Mediterraneo e su cui a suo tempo abbiamo sentito parole tremende".

Riguardo la possibilità di una querela da parte della Meloni, Canfora aveva affermato che "una valutazione politica in termini di metafora politologica non può costituire reato, qualunque giurista lo sa. Poi, da quando il Parlamento europeo ha proclamato una equiparazione tra nazismo e comunismo, i due termini sono stati sdoganati e sono diventati definizioni politiche. Se uno mi definisce comunista, che devo fare? Devo indignarmi? Devo querelare? Cerchiamo di ragionare in termini razionali e non emotivi. Le parole vanno apprezzate nella loro esattezza".

Chi ha firmato l'appello di solidarietà

Tra le organizzazioni, sottoscrivono il documento i sei comitati provinciali dell’Anpi pugliese, l’Arci Puglia e Bari-Bat, la Cgil Puglia e Camera del Lavoro metropolitana di Bari, Libera Puglia, la Fondazione Giuseppe Di Vagno, partiti politici e associazioni politico-culturali, le organizzazioni studentesche riunite a livello regionale nella Rete della Conoscenza. Tra le firme individuali compaiono il presidente nazionale Anpi Gianfranco Pagliarulo, la segretaria regionale Cgil Gigia Bucci e il segretario della Camera del Lavoro di Bari Domenico Ficco, il presidente regionale Arci Francesco Digregorio, don Angelo Cassano, l’ex presidente della provincia Gianvito Mastroleo, il regista Carlo Bruni, l’ex sindaca Daniela Mazzucca, l’ex rettore Corrado Petrocelli, i docenti universitari Nicola Colaianni, Lea Durante, Luisa Giorgio, Domenico Mugnolo, Mario Spagnoletti, Ferdinando Pappalardo, Pasquale Voza, la coordinatrice dell’Osservatorio regionale sui neofascismi Antonella Morga.

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Politica

Salvini: “Serve tetto stranieri a scuola, massimo il...

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Il leader della Lega: "Altrimenti è un caos di lingue in classe"

Matteo Salvini

"Io penso che ci debba essere un tetto per gli stranieri nelle classi italiane, direi un 20%. Altrimenti è un caos di lingue in quella classe, penso anche all'insegnante, invece così può essere stimolante". Lo dice Matteo Salvini, leader della Lega, ospite di 'Porta a Porta', in onda oggi su Raiuno.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti tocca una serie di temi. Capitolo codice della strada: è previsto "il ritiro della patente per chi abbandona gli animali, è una questione di civiltà. Crei anche dei pericoli, e a volte cani e gatti sono migliori degli umani", dice.

A Cinque minuti, sempre ospite di Bruno Vespa, Salvini parla di elezioni europee: "Popolari, conservatori e sovranisti vorrei facessero la nuova commissione. Ma colei che ha creato i problemi, la von der Leyen, non può essere chi li risolve. Potrà essere la prima volta nella storia in cui si potrà avere un governo in Ue senza sinistra e senza guerrafondai". Il generale Roberto Vannacci si candiderà con la Lega? "Vannacci è stato linciato perché ha scritto un libro, noi pensiamo a una Europa dove c'è libertà di pensiero, mi piacerebbe che lui facesse parte della squadra della Lega".

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