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Attacco Iran a Israele, “risposta Stato Ebraico...

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Attacco Iran a Israele, “risposta Stato Ebraico possibile già oggi”

Il primo ministro: "Devono essere sotto stress come hanno messo noi sotto stress". Media: "Risposta imminente, Aeronautica ha completato i preparativi per l'attacco". Usa: "Da Teheran spettacolare fallimento". Iran: "Se Israele reagisce risposta sarà più forte"

Benjamin Netanyahu - Fotogramma /Ipa

Israele non ha altra scelta che colpire dopo l'attacco dell'Iran di sabato scorso. Questo quanto avrebbe affermato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant in un colloquio telefonico ieri con il segretario della Difesa americano Lloyd Austin, rende noto Axios citando alcune fonti. Israele, ha detto Gallant, non può consentire che missili balistici siano lanciati sul suo territorio senza risposta. E non può consentire l'equazione per cui l'Iran risponde con un attacco diretto ogni volta che Israele colpisce obiettivi in Siria. Austin ha quindi espresso quanto già Joe Biden aveva detto a Netanyahu, sulla necessità di fare il possibile per evitare ulteriore escalation.

"Risponderemo all'Iran, ma dobbiamo farlo con saggezza e non di pancia. Devono essere sotto stress come hanno messo noi sotto stress", ha quindi dichiarato Netanyahu, ai ministri del Likud, il suo partito, secondo quanto riportano i media dello Stato ebraico.

Il primo ministro israeliano avrebbe intanto respinto la richiesta di colloquio di diversi leader stranieri che volevano convincerlo a non reagire all'attacco dell'Iran, riferiscono i media locali.

"Israele risponderà all'attacco iraniano", ha intanto confermato il capo di Stato maggiore israeliano Herzi Halevi, in visita alla base di Nevatim, nel sud del Paese, colpita da alcuni missili lanciati da Teheran.

"L'Iran voleva danneggiare le capacità strategiche di Israele, cosa che non era mai successa prima. Siamo pronti per l'operazione 'Scudo di ferro'...Lunedì scorso abbiamo visto cosa si stava organizzando e pensiamo che Israele sia molto forte e sappia come affrontarlo da solo, ma con una minaccia così numerosa e così lontana, siamo sempre felici di avere (gli Stati Uniti) con noi", ha affermato Halevi.

"Guardiamo avanti, stiamo valutando i nostri passi, e questo lancio di così tanti missili, missili da crociera e droni nel territorio dello Stato di Israele sarà affrontato con una risposta", ha aggiunto.

Usa: "Attacco Iran spettacolare fallimento"

L'attacco iraniano contro Israele è stato "un fallimento spettacolare", ha detto intanto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby.

Gli Stati Uniti hanno quindi respinto con forza la voce secondo cui sarebbero stati informati dall'Iran prima dell'attacco a Israele. Kirby ha tuttavia confermato alla stampa che gli Stati Uniti hanno scambiato messaggi con l'Iran, ma ha assicurato che nessuno di questi messaggi riguardava i tempi o gli obiettivi dell'attacco della Repubblica islamica.

"Tel Aviv valuta raid su Teheran o attacco informatico"

"Tutti sono d'accordo che Israele debba rispondere " all'attacco dell'Iran, "la domanda è come e quando". A dirlo al Washington Post è un funzionario israeliano, che avvicina la rappresaglia dello Stato ebraico contro l'Iran per l'attacco di sabato notte.

Secondo la fonte, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha chiesto alle forze di difesa (Idf) di fornirgli una lista di obiettivi, con l'obiettivo di Tel Aviv che è "mandare un messaggio" a Teheran, ma senza causare vittime. Tra le opzioni sul tavolo del governo, evidenzia la fonte, c'è un raid contro una struttura a Teheran o un attacco informatico.

Quando ci sarà la risposta

Secondo il Wall Street Journal, Israele risponderà presto all'attacco iraniano, forse già oggi. Il quotidiano cita fonti americane e occidentali, che esprimono tuttavia l'auspicio che questo non avvenga, avendo sia Tel Aviv che Teheran rivendicato la vittoria nell'attacco di sabato sera, che gli permette di avere una via d'uscita dall'escalation.

Israele vuole agire contro l'Iran "in coordinamento con gli americani", riporta quindi Channel 12, secondo cui l'obiettivo dello Stato ebraico - nella sua azione di rappresaglia - è quello di colpire duramente Teheran, ma senza provocare una guerra totale. Sul tavolo del gabinetto di guerra, precisa l'emittente, ci sono diverse opzioni e diversi livelli di intensità di risposta, alcune delle quali possono essere attuate immediatamente.

La risposta di Israele all'attacco iraniano potrebbe essere "imminente", ha poi detto una fonte israeliana citata dalla tv americana Nbc, secondo cui è importante che la risposta segua a stretto giro l'azione di Teheran. "Ogni risposta . assicura - sarà coordinata con gli americani".

Risposta militare e diplomatica?

E' stata interrotta dopo tre ore di discussioni, e dovrebbe riprendere domani, la riunione del gabinetto di guerra israeliano incentrata sulla possibile risposta dello Stato ebraico all'attacco di Teheran, ha riferito ancora l'emittente Channel 12. Al termine della riunione di gabinetto, Israele "ha deciso di rispondere all'Iran. L'Aeronautica ha completato i preparativi per l'attacco", riporta l'emittente.

Il gabinetto di guerra, composto da Benjamin Netanyahu, dal ministro della Difesa Yoav Gallant, dall'ex ministro della Difesa Benny Gantz e da diversi altri consulenti, si era già riunito ieri sera. Secondo fonti della Cnn, tutti sarebbero determinati a una risposta. Ma oltre a una potenziale risposta militare, si valuterebbero anche opzioni diplomatiche per isolare ulteriormente l'Iran.

Secondo le fonti, Gantz spingerebbe per una risposta veloce, convinto che più si aspetta più sarà difficile raccogliere il sostegno internazionale per questo attacco, mentre a frenare sarebbe il premier Netanyahu. Fra le proposte considerate, quella di un attacco contro un sito in Iran che possa inviare un messaggio, ma senza provocare vittime.

Teheran: "Se Israele reagisce, risposta sarà più forte". I due messaggi a Tel Aviv

Se Israele dovesse reagire al raid di sabato scorso, la risposta dell'Iran sarà "immediata, più forte e più ampia", ha dichiarato quindi il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, durante un colloquio telefonico con il suo omologo britannico, David Cameron, nel quale ha ribadito che la Repubblica islamica non vuole "l'escalation".

Amir-Abdollahian ha quindi criticato il governo britannico per il suo appoggio a Tel Aviv nella guerra a Gaza. "È sorprendente che, nonostante migliaia di tonnellate di bombe sono state sganciate sulla popolazione oppressa di Gaza negli ultimi sei mesi, l'Inghilterra sia preoccupata per la risposta della Repubblica Islamica dell'Iran al brutale attacco del regime israeliano contro sedi diplomatiche nel quadro del principio della legittima difesa ai sensi dell'articolo 51 dalla Carta delle Nazioni Unite", ha affermato.

"Due importanti messaggi" sono stati intanto inviati dall'Iran dopo il massiccio attacco di sabato notte a Israele. Il primo, senza precedenti, allo stesso Stato ebraico tramite l'Egitto, ed il secondo agli Usa tramite la Turchia. Il contenuto dei messaggi - hanno riferito fonti diplomatiche iraniane ad al-Jazeera, secondo quanto riportano i media della Repubblica islamica - è che la risposta della Repubblica islamica all'eventuale reazione israeliana sarà "devastante".

Arabia Saudita ammette coinvolgimento in difesa Israele

L'Arabia Saudita ha ammesso il suo coinvolgimento nella difesa di Israele contro l'attacco iraniano di sabato sera. Media ebraici citano una fonte della famiglia reale saudita, secondo cui le forze di Riad hanno partecipato all'operazione grazie alla quale sono stati intercettati i droni e i missili iraniani lanciati contro Israele. Operazione che ha coinvolto Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Giordania, mentre dagli Emirati sarebbero arrivate informazioni di intelligence sui piani di Teheran.

Cnn: "Israele rinvia operazione Rafah dopo attacco Iran"

In un quadro ad altissima tensione, Israele avrebbe deciso di rinviare la sua annunciata offensiva militare a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dopo l'attacco iraniano. Lo riporta la Cnn, citando due fonti israeliane anonime, secondo cui proprio in queste ore le Idf avevano in programma di rendere noti gli ordini di evacuazione per le circa 1,4 milioni di persone che vivono nella città. Quei piani per il momento sono stati accantonati. L'emittente pubblica Kan, precisa la Cnn, ha riferito la stessa notizia nelle scorse ore, ma il Likud - il partito del primo ministro Benjamin Netanyahu - ha smentito.

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Esteri

Ucraina, Biden: “Invio armi a Kiev inizierà nelle...

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Il presidente Usa firma la legge da 95 miliardi di dollari per aiuti all'estero: "Per la sicurezza di Israele, ma anche per interventi umanitari a Gaza"

Joe Biden (Afp)

"Ora ci dobbiamo muovere velocemente, e lo faremo". E' quanto ha detto il presidente americano Joe Biden oggi alla Casa Bianca dopo aver firmato la legge da 95 miliardi di dollari per gli aiuti e le armi all'Ucraina, ad Israele e Taiwan, affermando che ora "gli Stati Uniti manderanno a Kiev gli aiuti di cui ha bisogno per continuare a combattere".

In realtà l'Ucraina ha già ricevuto i missili a lungo raggio Atacms. Il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha confermato la notizia diffusa da Politico secondo cui gli Stati Uniti hanno inviato in segreto all'Ucraina i missili a lungo raggio Atacms.

"Posso confermare, come avete sentito da altri, che il presidente ha ordinato al suo team di fornire all'Ucraina un numero significativo di missili Atacms da utilizzare all'interno del territorio sovrano dell'Ucraina", ha dichiarato Sullivan, aggiungendo che "ne invieremo altri, ora che abbiamo ulteriore autorità e denaro".

Cosa ha detto Biden

"Mi assicurerò che gli invii inizino subito - ha detto Biden alla Casa Bianca - nelle prossime ore cominceremo ad inviare munizioni per la difesa aerea, per artiglieria, sistemi missilistici e veicoli blindati". "Questo pacchetto è un investimento non solo per la sicurezza dell'Ucraina, ma anche dell'Europa e anche della nostra sicurezza", ha aggiunto.

Biden ha fatto riferimento al fatto che questa legge arriva dopo molti mesi dalla sua richiesta di fondi, lo scorso autunno. "Il cammino verso la mia scrivania è stato difficile, sarebbe dovuto arrivare prima, ma alla fine ha fatto quello che sempre fa l'America, è all'altezza del momento", ha sottolineato, non mancando però di fare un affondo ai repubblicani che hanno tenuto bloccati gli aiuti per Kiev.

"Mentre per mesi i repubblicani hanno bloccato gli aiuti, e agli ucraini venivano meno artiglieria e munizioni, gli amici di Putin lo mantenevano ben rifornito - ha scandito - gli iraniani mandavano droni, Corea del Nord mandava missili balistici, Cina componenti per rafforzare la produzione bellica. Con tutto questo sostegno, la Russia ha ripreso gli attacchi sulle città e le infrastrutture ucraine".

Il messaggio a Putin: "Se Russia attacca la Nato..."

Quanto a Mosca, "se Putin attacca un alleato Nato come sta attaccando l'Ucraina, non avremmo altra scelta che andare in loro aiuto, come hanno fatto con noi l'11 settembre", ha affermato Biden, riferendosi all'articolo 5 della difesa collettiva dell'Alleanza Atlantica, finora invocato solo dopo gli attacchi del 2001 a New York e Washington da parte di Al Qaeda. Il presidente americano ha infatti espresso la sua convinzione che se "Putin riuscirà ad averla vinta in Ucraina, la sua prossima mossa sarebbe un attacco diretto ad un alleato Nato".

"Il pacchetto odierno di aiuti militari americani per l'Ucraina è vitale", ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ringraziando sui social tutti gli americani che lavorano nelle imprese della difesa. "È fondamentale che gli accordi raggiunti tra me e il presidente Biden siano pienamente attuati. Grazie, America!", ha aggiunto il leader ucraino, annunciando "ogni sforzo" per compensare i mesi "trascorsi tra dibattiti e dubbi".

Aiuti per Israele e Gaza

Il pacchetto firmato da Biden contiene anche nuovi aiuti militari ad Israele. "Il mio impegno per Israele, voglio ribadirlo, è ferreo: voglio essere sicuro che abbia quello di cui ha bisogno per difendersi contro l'Iran e i terroristi che sostiene, e con questi aiuti gli Stati Uniti sostengono la difesa aerea e sistemi cruciali in modo che l'Iran non possa portare a termine la distruzione a cui puntava 10 giorni fa", ha detto il presidente Usa, aggiungendo che la legge però "allo stesso tempo, in modo molto significativo, aumenta l'assistenza umanitaria che stiamo mandando alla popolazione innocente di Gaza che sta lottando con le conseguenze di questa guerra iniziata da Hamas".

Il presidente americano ha parlato di un miliardo di dollari di aiuti aggiuntivi per Gaza per "assicurare immediatamente un aumento degli aiuti, che comprendono cibo e forniture mediche". "Israele deve garantire che gli aiuti raggiungano i palestinesi e Gaza senza ritardi", ha poi aggiunto Biden, ribadendo che "tutto quello che facciamo è teso a portare gli ostaggi a casa, assicurare il cessate il fuoco e fissare le condizioni per una pace duratura".

Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha ringraziato il presidente degli Stati Uniti. "La nostra alleanza è di ferro", ha scritto Katz in un breve post sul social X.

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Cortina di fumo, così i russi nascondono ai droni le...

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(Ipa/Fotogramma)

L’onnipresenza dei droni che pattugliano i cieli ucraini, pronti ad attaccare in ogni momento non appena registrano un movimento di truppe o mezzi; per evitare l’occhio indiscreto dei velivoli senza pilota nemici i russi hanno rispolverato una vecchia tattica militare, una cortina di fumo in grado di azzerare la visuale a terra.

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Ilaria Salis candidata alle Europee, il padre: “Non...

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Roberto Salis a Strasburgo: "Mia figlia è imputata non criminale, candidatura non è aggravante"

Ilaria Salis - Fotogramma

Ilaria Salis "è in questa situazione dal settembre 2023. Ha deciso di candidarsi alle elezioni europee con Avs non per scappare dal processo. Lo fa perché ritiene di avere diritto ad un processo giusto". Lo dice Roberto Salis, il padre dell'insegnante lombarda in carcere a Budapest da oltre un anno con l'accusa di aver preso parte all'aggressione di un gruppo di neonazisti, a margine della plenaria a Strasburgo.

"Mia figlia - insiste Salis - sta cercando di avere un processo giusto: la candidatura consente, tramite l'immunità, di ottenerla. Nel momento in cui stata ottenuta, poi, se si attiva la procedura per un processo giusto, ovviamente mia figlia non scappa dal processo e vuole dimostrare la propria innocenza come ha sempre detto".

"Mia figlia è imputata non criminale"

Quindi replica alle parole dell'eurodeputata ungherese di Fidesz Eniko Gyori, che parlando dell'ipotesi di un'elezione di Salis ha osservato che ci sono altri "criminali" già eletti nel Parlamento Europeo.

"Non ho sentito l'intervento dell'esponente di Fidesz. Bisogna che ci si metta bene in testa che mia figlia è imputata. Se qualcuno definisce mia figlia una criminale, non fa altro che comprovare che le motivazioni che sono addotte nella mozione che sarà presentata tra poco sono assolutamente veritiere e doverose". Ilaria Salis, aggiunge il padre, "si sta candidando: il fatto che qualcuno si candidi alle elezioni europee non può costituire in alcun modo un'aggravante per la sua situazione giudiziaria. Mia figlia - ricorda - è sottoposta al carcere duro da 14 mesi. Ha la possibilità di parlare 70 minuti alla settimana, soltanto con tre numeri abilitati. E' estremamente difficoltoso dialogare con lei. Soltanto prendere la decisione di candidarsi alle elezioni è stato quasi impossibile: sono decisioni importanti e mia figlia non ha piena contezza di quello che succede nella politica italiana. Non la considero una campagna elettorale: io sono il papà di Ilaria e sono qui per difendere i diritti di mia figlia", afferma.

"Ho visto mia figlia a Budapest mercoledì scorso - fa sapere - per il colloquio mensile di un'ora che ci è consentito ogni mese. Era abbastanza motivata e contenta di aver fatto la scelta di candidarsi alle elezioni. E' determinata, anche troppo", assicura.

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