

Lavoro
Marseglia (Amazon), ‘e-commerce può aiutare economia in contesto difficile’
“L’obiettivo di questa ricerca è proprio quello di avere dei dati su cui ragionare in un momento difficile del nostro Paese e in generale per l’economia. Abbiamo 300mila famiglie in più che sono entrate in povertà assolute. E’ un dato drammatico a cui bisogna dare una risposta tutti insieme. E il digitale come ha dimostrato una ricerca è un elemento importantissimo che può veramente aiutare perché porta prezzi bassi e due altre cose importanti: la trasparenza e la democraticità, visto che tante piccole aziende possono raggiungere in modo semplice i loro clienti in tutto il mondo. E questo secondo me aiuta il contesto economico”. Così Mariangela Marseglia, country manager Italia e Spagna, Amazon, intervenendo alla presentazione, oggi presso la Sala Zuccari del Senato, a Palazzo Giustiniani, a Roma, della survey realizzata da The European House Ambrosetti, in collaborazione con Amazon, dal titolo ‘Inflazione e e-commerce: abitudini e percezioni degli italiani’.
Lavoro
Fusco (PescAgri Cia): “Acquacoltura è il futuro, trattenere i giovani nel settore”

Per la prima volta presente con un proprio stand alla manifestazione Slow Fish a Genova

“La nostra è un’associazione giovane nata da meno di tre anni, grazie all’impegno di Cia-agricoltori italiani. Siamo presenti su tutto il territorio nazionale, siamo accreditati in tutte le regioni. Siamo presenti in tutte le sedi Cia, regionali e nazionali e chi vuole può recarsi qui per avere tutte le informazioni sul comparto. Siamo un’associazione che punta a essere vicina al settore della pesca ma anche dell’acquacoltura, perché rappresenta il futuro. Vogliamo dare sostegno al settore e un aiuto informativo ai giovani, che non devono lasciare questo settore”. Così Marilena Fusco, segretario di PescAgri Cia, che per la prima volta è presente con un proprio stand alla manifestazione Slow Fish a Genova.
“Sono tante -spiega Fusco- le famiglie che infatti abbandonano i pescherecci, con i figli che vanno a fare altro e così rischiamo di perdere il ‘mestiere’. PescAgri non vuole che questo accada”, sottolinea. In particolare, spiega Fusco, “il territorio ligure in questi anni non ha registrato una grande perdita di addetti e di imbarcazioni come purtroppo si verifica in altre regioni d’Italia. Ma è comunque una regione piccola”.
E Fusco indica una possibile strada per ‘trattenere’ i giovani nel mondo della pesca. “Possiamo anche incentivare i giovani ad avvicinarsi al settore dell’ittiturismo, del pesca turismo e cioè trasformare le loro imbarcazioni in chiave turistica. Tutto questo con i finanziamenti della nuova programmazione Feampa che adesso verrà adottata in ogni regione”, conclude.
Lavoro
PescAgri-Cia, debutto a Slow Fish 2023 per valorizzare acquacoltura

Il comparto è sempre più in crescita, con un giro d’affari di 510 milioni di euro (suddivisi in 295 milioni per piscicoltura e 215 per la molluschicoltura) e 900 aziende su tutto il territorio

PescAgri-Cia, fa il suo debutto quest’anno dall’1 al 4 giugno alla manifestazione Slow Fish 2023, il più importante evento dedicato all’approfondimento dei temi legati al consumo del pesce. PescAgri-Cia è l’associazione dei pescatori Italiani promossa da Cia-Agricoltori Italiani per la tutela e la valorizzazione dell’acquacoltura ed è presente al Salone con un grande spazio espositivo per testimoniare il suo impegno nell’aumentare l’autosufficienza alimentare, utilizzando i fondi Ue per sviluppare allevamenti ittici sostenibili.
Il comparto è sempre più in crescita, con un giro d’affari di 510 milioni di euro (suddivisi in 295 milioni per piscicoltura e 215 per la molluschicoltura) e 900 aziende su tutto il territorio. La produzione è di circa 165.000 tonnellate di trenta specie diverse di pesce. Tuttavia, per PescAgri-Cia è ancora molto il lavoro da fare nel settore: servono incentivi agli investimenti per produrre di più utilizzando al meglio i fondi del Feampa (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca) per il comparto nazionale -terzo a livello europeo, mentre è decimo per la pesca- colpito dai rincari dei costi energetici, ma strategicamente rilevante per il settore primario.
L’acquacoltura viene, infatti, definita “agricoltura di mare”: si tratta di allevamenti ittici sia in acqua salata che dolce, finalizzati alla raccolta di pesci, molluschi e crostacei, che possono essere realizzati in mare, nei fiumi, nei laghi o nelle lagune.
“Data la crescente domanda e il sovrasfruttamento degli stock ittici -dichiara la presidente PescAgri-Cia, Rosa Castagna- l’acquacoltura non può più essere considerata ancillare alle attività di cattura. Dal 2013 la crescita di produzione è stata dell’8% e il prodotto ittico d’allevamento è destinato entro il 2030 a superare quello pescato, arrivando a coprire il 70% della domanda”.
Per PescAgri-Cia la priorità è, dunque, la promozione dell’itticoltura sotto il profilo ambientale, economico e sociale, oltre alla conservazione delle risorse biologiche acquatiche, contribuendo alla sicurezza alimentare europea e consentendo una blue economy sostenibile nelle aree costiere, insulari e interne. In quest’ottica ha preso il via il progetto ‘PescAgri che vogliamo!’, che punta alla formazione professionale degli operatori del settore della pesca e gli imprenditori ittici, traghettando il comparto verso gli obiettivi europei di transizione ecologica grazie all’innovazione tecnologica.
PescAgri-Cia intende, inoltre, intensificare il dialogo con le istituzioni nazionali per il superamento dei troppi ostacoli amministrativi e difficoltà burocratiche che lo hanno frenato in passato, per esempio nel rilascio delle concessioni demaniali marittime. L’associazione guarda, dunque, alla crescita economica degli allevamenti ittici attraverso una progressiva semplificazione dell’apparato normativo e delle norme vigenti, grazie anche a una maggiore digitalizzazione. “PescAgri-Cia auspica infine -conclude Castagna- una campagna di promozione che sostenga e incentivi il settore dell’acquacoltura, così come accadde in passato con gli agriturismi, nell’ottica di una multifunzionalità che garantisca nuove opportunità di reddito alle aziende agricole, favorendo lo sviluppo di attività di allevamento sia di acqua dolce che salata”.
Lavoro
Engineering, assemblea azionisti nomina nuovo cda

Tre i nuovi ingressi

Engineering, leader nella digitalizzazione dei processi per aziende e pubblica amministrazione, comunica che l’assemblea degli azionisti ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione. Tre i nuovi ingressi: Maria Andrisani, head of capital markets bain capital Private Equity (Europe), LLP, Michaela Castelli, presidente dei consigli di amministrazione di Nexi e Nexi Payments e di Sea Aeroporti di Milano, e membro di numerosi organismi di vigilanza di società quotate e non, Maria Cristina Messa, già ministro dell’Università e della Ricerca e Rettrice dell’università degli studi-Milano Bicocca, dove attualmente è medico ricercatore di diagnostica per immagini e radioterapia.
I tre nuovi membri contribuiranno a rafforzare il carattere interdisciplinare del board grazie a competenze professionali diverse e a un solido background industriale, scientifico, accademico e istituzionale, in linea con l’ambizione del Gruppo di essere un partner strategico per il Paese e contribuire allo sviluppo dei mercati in cui opera.
A tal riguardo, il rafforzamento della governance rappresenta un ulteriore elemento di evoluzione per Engineering, guidata da poco più di un anno e mezzo dal ceo Maximo Ibarra, e con oltre 70 sedi in 14 Paesi nel mondo.
Il nuovo Consiglio di amministrazione presieduto da Gaetano Miccichè (presidente Banca Imi) è composto come di seguito: Gaetano Miccichè, presidente del Consiglio di amministrazione; Maximo Ibarra, ceo & general manager di Engineering; Carlo Achermann; Maria Andrisani; Luca Bassi; Stefano Bontempelli; Giovanni Camera; Fabio Cosmo Domenico Canè; Michaela Castelli; Vito Cozzoli; Pietro Galli; Maria Cristina Messa; Aurelio Regina.
Maria Andrisani è entrata in Bain Capital nel 2016, dove oggi è head of capital markets bain capital private equity (Europe), LLP. Prima di entrare in Bain Capital, ha lavorato presso J.P. Morgan con cariche all’interno della divisione investment banking. È stata vice president dell’European leveraged finance organization.
Michaela Castelli, avvocato, attualmente presidente dei consigli di amministrazione di Nexi, Nexi Payments e di Sea Aeroporti di Milano esperta di mercati finanziari e corporate governance. Maria Cristina Messa, già ministro dell’Università e della Ricerca, è medico ricercatore di diagnostica per immagini e radioterapia presso l’università degli studi-Milano Bicocca, di cui è stata Rettrice tra il 2013 e il 2019. Laureata in Medicina e Chirurgia all’università di Milano, è specializzata in medicina nucleare.
Coronavirus
Export, Allianz Trade: “Imprese ottimiste per il 2023, ma restano forti incertezze globali”

Pubblicata oggi la seconda edizione del Global Survey

Gli sconvolgimenti degli ultimi anni, dalla pandemia di Covid-19 all’invasione dell’Ucraina, sembrano condurre verso un ripensamento delle catene di approvvigionamento globali. In che modo questi eventi stanno influenzando le imprese, la loro volontà di commerciare e le modalità con cui operano all’estero? Allianz Trade pubblica oggi la seconda edizione del suo Global Survey. Il leader mondiale dell’assicurazione credito ha intervistato quasi 3.000 esportatori di Francia, Germania, Italia, Spagna, Polonia, Regno Unito e Stati Uniti, chiedendo alle aziende quali sono le loro aspettative per quanto riguarda le esportazioni nel 2023, le loro esperienze in merito alle interruzioni delle catene di approvvigionamento, i piani per rendere le catene di approvvigionamento più resilienti e le loro strategie esg.
Sebbene le aziende siano relativamente ottimiste rispetto alle prospettive per le esportazioni nel 2023, l’incertezza economica resta forte. Per il 2023, circa il 70% delle aziende prevede un aumento del fatturato generato dalle esportazioni rispetto all’anno precedente, in calo se confrontato all’80% dell’edizione 2022. Ciò riflette il panorama meno favorevole per il commercio globale nel 2023: Allianz Trade prevede che il commercio globale crescerà lentamente in termini di volumi (+0,7% contro il +3,8% del 2022) e avrà una contrazione in termini di valore (-0,1% contro il +9,7% del 2022).
Le aziende sembrano inoltre avere un minore interesse per i nuovi mercati, propendendo per il consolidamento di quelli esistenti. Il 63% degli intervistati preferisce incrementare gli investimenti nei Paesi in cui è già presente, mentre il 47% prevede di investire in nuovi mercati. Per quanto riguarda le esportazioni, oltre il 55% delle aziende prevede di acquisire ulteriori quote di mercato nei paesi in cui è attualmente presente, mentre il 52% vuole diversificare e puntare su nuovi paesi. Rispetto allo scorso anno, un numero maggiore di intervistati prevede un aumento della durata dei termini di pagamento delle esportazioni (42% contro 31%), con una quota che quest’anno ha raggiunto livelli vicini al 50% sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito.
La percentuale di intervistati che si aspetta un aumento del rischio di mancato pagamento delle esportazioni è aumentata rispetto al nostro sondaggio di inizio 2022, con un incremento di 11 punti percentuali per un complessivo 40%. L’aumento è diffuso in tutti i paesi, ma risulta particolarmente evidente nel Regno Unito e in Germania (entrambi +16 punti percentuali), mentre è di solo +6 punti percentuali in Italia.
“Poiché le banche centrali continuano ad aumentare i tassi di interesse per ridurre l’inflazione, le aziende si trovano ad affrontare un mix di calo della domanda, ulteriori pressioni sulla redditività e condizioni di credito restrittive. In questo contesto, si stanno chiaramente preparando ad un allungamento dei termini di pagamento delle esportazioni e ad un aumento del rischio di mancato pagamento nel 2023. Ciò è in linea con le nostre previsioni rispetto alle insolvenze globali, che dovrebbero crescere del +21% nel 2023 (dopo il +2% del 2022)”, afferma Aylin Somersan Coqui, ceo di Allianz Trade.
Nonostante i miglioramenti, le aziende sono ancora preoccupate per le interruzioni delle catene di approvvigionamento. Quasi il 75% degli intervistati ritiene che gli ostacoli logistici e gli elevati costi di trasporto abbiano un impatto da moderato a significativo sull’attività di esportazione nel 2023, costituendo la sfida principale in Germania, Italia e Polonia. Per le aziende statunitensi e spagnole, la difficoltà maggiore è rappresentata dal costo e dalla disponibilità di finanziamenti. Per le aziende del Regno Unito, invece, i prezzi elevati dell’energia restano l’ostacolo più grande da superare quest’anno. Mentre, in Francia, le aziende sono preoccupate soprattutto per il rischio di mancato pagamento.
“Per mitigare le interruzioni delle catene di approvvigionamento, le tre strategie principali sono il monitoraggio, la gestione del rischio e la due diligence esg sui fornitori. Tuttavia, nonostante i timori che si verifichino crisi coincidenti tali da innescare la deglobalizzazione, la ricostruzione ex novo delle catene di approvvigionamento o la delocalizzazione dei siti produttivi sono le opzioni meno favorite. Le aziende più colpite dalla crisi energetica si stanno orientando comunque verso una maggiore diversificazione delle catene di approvvigionamento. Quelle che segnalano un’interruzione da discreta a grave delle loro catene di approvvigionamento a causa della crisi energetica sembrano essere più interessate ad apportare cambiamenti, con il 35% che prevede di delocalizzare fornitori e siti produttivi nel medio-lungo termine (contro l’11% delle aziende meno colpite)”, spiega Ana Boata, global head of economic research di Allianz Trade.
La liquidità domina ancora nel settore del finanziamento delle esportazioni. Per finanziare i piani di sviluppo delle esportazioni, le imprese prevedono di continuare a fare affidamento su liquidità, prestiti bancari e condizioni di pagamento. Le prime due opzioni sono risultate quelle con il maggior numero di preferenze anche nel sondaggio della scorsa edizione, anche se quest’anno, in un contesto di riduzione delle riserve di liquidità a disposizione delle imprese e di inasprimento delle condizioni dei prestiti bancari, il margine rispetto agli altri mezzi è chiaramente diminuito.
“È interessante notare che, oltre alle fonti di finanziamento tradizionali, le aziende optano sempre più spesso per sistemi Buy Now Pay Later per finanziare le loro esportazioni. Per le imprese del Regno Unito e della Francia, questi costituiscono la terza fonte di finanziamento dopo la liquidità e i prestiti bancari. Tale crescente interesse potrebbe sbloccare i finanziamenti per il commercio anche per le piccole e medie imprese che in passato si sono allontanate dal commercio globale”, afferma Ano Kuhanathan, head of corporate research di Allianz Trade.
Anche sul fronte delle politiche pubbliche, le imprese chiedono soprattutto un sostegno finanziario. Le politiche attive del lavoro per la riqualificazione della manodopera si classificano al secondo posto dopo i prestiti e le sovvenzioni garantiti dallo Stato, a riprova dell’importanza di una garanzia dei finanziamenti nel contesto attuale. Considerando che la terza misura di politica pubblica preferita è la riduzione delle barriere al commercio, compresa l’eliminazione del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, il controllo dei costi sembra essere la priorità numero uno.
Per quanto riguarda i criteri esg, le imprese privilegiano per ora i piccoli passi e la continuità aziendale. La crisi energetica sta accelerando la transizione verde. In un contesto di rallentamento economico e di vincoli finanziari, oltre l’80% degli intervistati dichiara che nel 2023 darà priorità alla continuità aziendale rispetto agli impegni esg. Tuttavia, le aziende non hanno rinunciato del tutto agli obiettivi esg: la maggior parte degli intervistati (85%) sta intensificando gli sforzi per passare a fonti energetiche verdi nel lungo periodo, soprattutto in Spagna, Stati Uniti e Francia.
“Le principali priorità in termini di misure esg ruotano ancora intorno ad azioni a breve termine, come la scelta di utilizzare mezzi di trasporto compatibili con l’ambiente, l’aumento degli standard esg che i fornitori sono chiamati a rispettare o il miglioramento degli standard di salute e sicurezza all’interno della catena di approvvigionamento. Ma si sta dando priorità anche a misure più strutturali, come lo sviluppo di prodotti e servizi sostenibili e innovativi e la riduzione dell’esposizione alle attività non eco-compatibili (brown activities)”, conclude Aylin Somersan Coqui.
Lavoro
‘Red in Italy – i colori del rosso nel design italiano’, mostra inaugurata al Mimit

Il ministro Urso ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa ideata da Campari Group, a supporto dell’unicità del prodotto e dell’impresa, della cultura e dell’italianità nel mondo

‘Red in Italy – i colori del rosso nel design italiano’ è la mostra ideata da Campari Group con il patrocinio di Fondazione Altagamma, inaugurata ieri a Palazzo Piacentini, sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il progetto si propone di esplorare tutto ciò che ruota attorno al colore rosso attraverso l’esposizione di una serie di oggetti simbolo del design Made in Italy e rappresenta l’occasione per un confronto estetico e culturale. La cerimonia di inaugurazione si è svolta alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a cui Campari ha donato la bottiglia numero 1 dell’edizione limitata creata appositamente per la mostra. Il ministro Urso ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa, a supporto dell’unicità del prodotto e dell’impresa, della cultura e dell’italianità nel mondo.
“L’evento di oggi e l’inaugurazione della mostra ‘Red in Italy’ – ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso – sono particolarmente significativi per l’Italia, in un momento in cui il nostro Paese ha dimostrato di crescere di più rispetto alle economie occidentali. E il merito è delle nostre imprese. Vediamo qui oggi riuniti esempi di eccellenza del Made in Italy, dal settore dell’alimentare a quello della moda, dal design all’automotive, riconosciuti in tutto il mondo per qualità e valore. Ringraziamo Altagamma e Campari Group per questo importante progetto che contribuisce a diffondere l’italianità e le nostre eccellenze in tutto il mondo”.
“La mostra ‘Red In Italy’ – ha commentato Stefania Lazzaroni, direttrice generale di Altagamma – intesse un ideale fil rouge fra oggetti iconici di aziende socie Altagamma, portavoci dello stile di vita italiano e della nostra capacità creativa ed estetica. Da oltre 30 anni Altagamma promuove l’eccellenza italiana: un comparto che vale 144 miliardi e dunque circa il 7,4% del Pil italiano. Siamo onorati di essere oggi al fianco del ministero delle Imprese e del Made in Italy e di Campari Group, nostro socio, in un’iniziativa dall’alto valore culturale che coinvolge marchi noti del design, dei motori e della moda. Un esempio virtuoso di cooperazione istituzionale all’insegna dell’intersettorialità, tratto distintivo della nostra Fondazione, e della valorizzazione dei nostri migliori talenti”.
“Dopo un primo esordio a Bruxelles, nel 2019, siamo orgogliosi di aver portato ‘Red in Italy’ in Italia, dove tutto è cominciato, e ringraziamo il ministero delle Imprese e del Made in Italy e Fondazione Altagamma per aver creduto nella forza di questo progetto”, ha spiegato Sascha Cumia, Amministratore Delegato alla guida della divisione Europa Meridionale, Medio Oriente e Africa di Campari Group. “Questa mostra – ha chiarito – conferma il ruolo di rilievo di Campari come eccellenza italiana apprezzata in tutto il mondo, tra i simboli più riconoscibili del nostro stile di vita. Ma non solo, sottolinea il ruolo del nostro Gruppo come parte attiva nella promozione della cultura sul territorio italiano e all’estero”.
La mostra parte dal rosso iconico di Campari, da cui deriva una riflessione sul mondo dei rossi che hanno caratterizzato le civiltà a livello globale, per raccontare le creazioni di alcuni tra i più celebri designer del XX e XXI secolo che hanno contribuito alla costruzione simbolica dell’immagine dell’Italia all’estero, intrecciando non solo il design, ma anche l’arte, la cultura e la sociologia. Così come la storia di questo colore, ricchissima e sorprendente, che si è evoluta insieme al pensiero e all’espressione dell’italianità nel mondo. Il percorso espositivo si snoda poi attraverso l’esplorazione di oggetti del design italiano accogliendo il visitatore in una vera e propria immersione nel colore, alla scoperta delle numerose eccellenze italiane caratterizzate dal rosso.
Insieme all’inconfondibile rosso Campari, presente con una bottiglia dell’edizione limitata creata appositamente per la mostra, prendono parte all’esposizione anche altri rossi simbolo del Made in Italy: Artemide, Brembo, Driade, Ducati, Fila Fabbrica italiana lapis ed affini, Ferrari, FontanaArte, Orsoni Venezia 1888, Gruppo Cimbali, Gufram, Magis, Moleskine, Alessi, Museo Kartell, Opinion Ciatti, Poltrona Frau, Rossignoli, Salvatore Ferragamo, Serralunga, Smeg, Stilnovo brand di Linea Light, Tecno, Trenitalia, Venini e Zanotta, oltre a Panzeri in qualità di sponsor tecnico per l’impianto di illuminazione della mostra.
Ideata da Campari Group, l’esposizione ‘Red in Italy’ aveva fatto il suo esordio a Bruxelles nel settembre 2019, per promuovere in modo integrato i marchi iconici del Made in Italy che hanno contribuito alla costruzione simbolica dell’immagine dell’Italia nel mondo. Il progetto, curato da Francesca Valan insieme a FG Confalonieri con il coordinamento di Galleria Campari, si ispira al successo della mostra ‘I colori del Rosso’, organizzata presso gli spazi di Galleria Campari a Sesto San Giovanni nel 2015 in occasione di Expo Milano.
L’edizione romana di ‘Red in Italy – i colori del rosso nel design italiano’, ospitata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, rimarrà aperta al pubblico nelle giornate di sabato 3, 10, 17 e 24 giugno 2023 (previa prenotazione attraverso l’indirizzo email polo.culturale@mise.gov.it).
Lavoro
Ddl made in Italy, Feltrin (Federlegno): “Soddisfatti, primo passo in giusta direzione”

"Lo stanziamento del fondo è ancora esiguo, ma si tratta di un passo estremamente significativo"

“La nostra soddisfazione comincia già dalla lettura del titolo dell’articolo 7 del Ddl sul Made in Italy: ‘Filiera legno-arredo 100% nazionale’. Un riconoscimento al valore strategico del settore e al lavoro svolto da FederlegnoArredo negli ultimi anni per portare il tema all’attenzione della politica e mettere in campo misure che rendano la nostra filiera e le nostre imprese sempre meno dipendenti dall’import di materia prima legnosa dall’estero”. Così Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo commenta in una nota il ddl Made in Italy approvato dal Consiglio dei ministri.
“Siamo consapevoli che è solo un primo passo, che lo stanziamento del fondo è ancora esiguo, ma si tratta di un passo estremamente significativo che indica una direzione di marcia giusta, nel solco della strategia forestale, verso una filiera sempre più corta che coniuga lo sviluppo delle industrie di prima lavorazione con la sostenibilità”, osserva Feltrin, osservando che “la semplificazione per consentire il taglio colturale oltre alla promozione e il sostegno alla vivaistica forestale, la creazione e il rafforzamento delle imprese boschive e dell’industria di prima lavorazione del legno, cui si fa riferimento nell’articolo 7, sono alcuni importanti strumenti che ci permetteranno di essere più competitivi, più sostenibili e contribuire alla salvaguardia dei territori anche in termini sociali”.
Il presidente di FederlegnoArredo infine conferma “la nostra piena disponibilità a lavorare con governo e parlamento per dare seguito a questo primo importante intervento. La filiera che con orgoglio rappresentiamo, dal primo anello all’ultimo, è soddisfatta della strada che oggi è stata tracciata grazie a questo intervento del governo”
Lavoro
Udicon: con boom prezzi vacanze brevi per 43% italiani, nessuna partenza per il 37%

Secondo la ricerca, il 72% farà meno giorni rispetto a qualche anno fa, per 75% importante turismo sostenibile

Con il boom dei prezzi vacanze brevi (fino a quattro giorni) per il 43% degli italiani, niente per un altro 37% e vacanze lunghe per un restante 20%. E’ quanto emerge dal ‘Tableau de bord® – L’indice di fiducia dei consumatori’, indagine realizzata per U.di.con da Istituto Piepoli. U.di.con – Unione per la difesa dei consumatori – è un’associazione che ha come principale scopo statutario la tutela dei diritti dei cittadini, quali consumatori e utenti.
L’indagine è stata realizzata il 22 e il 23 maggio attraverso 504 interviste con metodologia Cati/cawi ad un campione rappresentativo della popolazione italiana maschi e femmine dai 18 anni in su, segmentato per sesso, età, grandi ripartizioni geografiche e ampiezza centri proporzionalmente all’universo della popolazione italiana.
Per il 72% degli intervistati l’attuale aumento dei prezzi in generale spingerà a fare meno vacanze rispetto a qualche anno fa, mentre per un restante 28% questo non avverrà. Aumento dei prezzi rispetto al passato che è stato riscontrato nelle loro ricerche tra le diverse strutture ‘a caccia’ delle meritate vacanze dal 78% dei rispondenti. E il fattore del turismo sostenibile nella scelta della struttura dove soggiornare (protezione dell’ambiente, la lotta al cambiamento climatico, ecc.) è molto o abbastanza importante per il 75% di quanti prenotano un viaggio, mentre lo è poco o per nulla per un altro 18%.
Ma quali i fattori considerati fondamentali dagli italiani quando si deve prenotare una vacanza? Qualità dei servizi offerti (49%) e prezzo conveniente (34%) secondo la ricerca. Il 66% consulta le recensioni per scegliere la struttura in cui trascorrere le vacanze, ma per il 67% le aspettative restano deluse. E in generale, secondo l’indagine, il 44% sceglie la vacanza da solo o attraverso il passaparola di parenti e amici, tramite portali internet (40%) o attraverso agenzie di viaggio e tour operator (23%).
E la ricerca, oltre alle vacanze, ha messo in luce anche le prospettive degli italiani per i prossimi mesi. Ed emerge che secondo il 37% degli italiani è poco o per nulla fiducioso nel futuro. Tanto che il 66% pensa di riuscire a risparmiare poco o per nulla, mentre solo il 30% pensa di riuscire a mettere da parte molto o abbastanza denaro.
Prospettive non positive anche sul lavoro: secondo il 41% il numero di persone disoccupate in Italia nei prossimi 6 mesi aumenterà (bruscamente o leggermente). Secondo l’indagine, che registra un calo di 6 punti percentuali dei ‘pessimisti’ rispetto alla precedente rilevazione, gli ottimisti, a parere dei quali la disoccupazione diminuirà, leggermente o bruscamente, si attestano al 18% (+2% rispetto alla precedente rilevazione).
E secondo il 43% degli italiani la situazione economica generale del Paese peggiorerà, o peggiorerà un po’, nei prossimi 6 mesi, mentre a sentire un restante 18% la situazione migliorerà, o migliorerà un po’. E per il 30% a peggiorare sarà anche la condizione economica della propria famiglia.
“In questa fase economica difficile, è fondamentale prestare attenzione alle esigenze dei consumatori e promuovere la trasparenza, l’affidabilità e la qualità dei servizi turistici, con particolare riferimento alla sostenibilità ambientale. L’indagine ha rivelato che il 40% degli intervistati preferisce prenotare le vacanze attraverso i portali Internet, il che dimostra una crescente adozione delle piattaforme digitali nel settore. Il forte interesse per il turismo sostenibile evidenzia l’importanza della salvaguardia dell’ambiente. Le strutture ricettive che abbracceranno politiche sostenibili avranno sicuramente maggiori possibilità di guadagnare la fiducia dei consumatori”, commenta, con Adnkronos/Labitalia, Martina Donini, presidente di Udicon (Unione per la difesa dei consumatori). “Invitiamo gli utenti a valutare criticamente le informazioni disponibili, comprese le recensioni online, tenendo conto di diverse fonti. Udicon continuerà a monitorare attentamente le tendenze dei consumatori e a difendere i loro interessi, promuovendo un settore turistico trasparente, sostenibile e orientato alle loro esigenze”, conclude.
Lavoro
Vino, Vitaliano Maccario nuovo presidente Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato

Una squadra composta anche dai due vicepresidenti Lorenzo Giordano e Filippo Mobrici, presidente uscente

Si è svolta il 29 maggio l’Assemblea dei soci del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato che ha decretato l’elezione del nuovo Consiglio di amministrazione. I consiglieri, eletti con mandato triennale, sotto la guida del presidente neoeletto Vitaliano Maccario, rappresenteranno il Consorzio e le eccellenze enologiche che caratterizzano il Monferrato. Una squadra composta anche dai due vicepresidenti Lorenzo Giordano e Filippo Mobrici, presidente uscente, simbolo dell’intenzione di dare continuità all’importante lavoro svolto fino a questo momento dal Consorzio e dai suoi membri.
“Il focus del mio mandato – spiega il presidente Vitaliano Maccario – sarà dare continuità all’ottimo lavoro portato avanti fino ad ora dal presidente uscente Mobrici. Sarà fondamentale dare ancora più impulso a ciò che è stato fatto nell’ambito della ricerca scientifica, sulla Barbera e sui viari vitigni della denominazione. Lo stesso vale per ciò che concerne il fronte della promozione del Monferrato e delle sue punte di diamante, un lavoro che va sempre più concretizzato sia dentro i confini nazionali che fuori, procedendo verso una vera e propria internazionalizzazione della denominazione e del territorio in cui vini eccellenti prendono vita. Con quest’obiettivo opererò nel pieno rispetto del lavoro svolto e nel nome di una costante intesa con vicepresidenti e consiglieri”.
“Auguro il meglio al nuovo presidente Vitaliano Macario – afferma il presidente uscente Filippo Mobrici – un imprenditore capace di portare un valore aggiunto ai progetti del Consorzio e sicuramente la persona giusta per traghettare il territorio verso importanti obiettivi futuri. Sono sicuro che il suo impegno sarà guidato dalla volontà di rendere sempre più centrale nel panorama enologico italiano il Monferrato e i suoi prodotti preziosi, sempre più riconosciuti per la loro altissima qualità. Lavoreremo insieme fianco a fianco, in un’unione d’intenti collettiva, verso una prospettiva virtuosa di sostegno comune del Monferrato del vino”.
Lavoro
Alice Mansergh nuovo Chief Executive Designate di Tourism Ireland

Assumerà l'incarico il 18 settembre 2023.

Alice Mansergh è la nuova Chief Executive Designate di Tourism Ireland. Attualmente Managing Director di Google Customer Solutions, Uk & Ireland e Corporate Reputation Lead per Google Emea, con sede a Dublino, con 20 anni di esperienza nell’ambito della leadership strategica, una specializzazione nella guida di marketing teams internazionali, strategie di brand engagement rivolte al consumatore e corporate responsibilty, Alice Mansergh ha maturato una consolidata esperienza professionale con partner pubblici e privati del settore turistico ed è stata membro del consiglio di amministrazione di Fáilte Ireland negli ultimi cinque anni. Si è laureata al Trinity College di Dublino in letteratura irlandese e inglese e all’Irish Management Institute in leadership development.
Entrata a far parte di Google nel 2004, dove ha ricoperto diversi ruoli senior, tra cui Head of Operations per Uk e Irlanda; responsabile marketing clienti B2B Emea; responsabile Chrome Marketing Europa, Medio Oriente e Africa e direttore del Consumer Marketing per il Regno Unito, ha guidato marketing teams internazionali di Google, promuovendo brand rivolti al consumer e sviluppando campagne creative pluripremiate per Tv, outdoor e media digitali in diversi mercati chiave, tra cui Regno Unito, Francia, Germania e Medio Oriente.
La nomina è soggetta a formale ratifica da parte del North South Ministerial Council (Nsc) e Alice Mansergh assumerà l’incarico il 18 settembre 2023.
Christopher Brooke, presidente di Tourism Ireland, ha dichiarato: “A seguito di una campagna di selezione internazionale rigorosa e competitiva, siamo lieti di aver scelto Alice Mansergh quale nuovo Chief Executive Designate di Tourism Ireland. Una leader strategica di grande professionalità e dalla vasta esperienza di marketing di respiro internazionale, nonché dotata di una forte capacità di analisi e interpretazione delle tendenze digitali. Garantirà una leadership strategica alla squadra di Tourism Ireland in un momento importante per il nostro settore, che continua ad avanzare lungo la strada della ripresa”.
“Lavorerà e sosterrà i nostri partner del settore turistico, in patria e all’estero, nell’ambito del percorso di ricostruzione del turismo d’oltremare diretto verso l’isola d’Irlanda. Alice Mansergh lavorerà anche a stretto contatto con il Dipartimento per l’Economia dell’Irlanda del Nord; il Dipartimento per il turismo, la cultura, le arti, il Gaeltacht, lo sport e i media in Irlanda; con il North South Ministerial Council (Nsc), nonché con Fáilte Ireland e Tourism Northern Ireland”, ha aggiunto.
Accettando il proprio futuro ruolo, Alice Mansergh ha dichiarato: “È un onore per me assumere questa posizione. Il turismo è una mia passione e negli ultimi cinque anni ho fatto parte del consiglio di amministrazione di Fáilte Ireland, supportando lo sviluppo di prodotti turistici e di investimenti nel settore. Mi è chiaro il ruolo vitale che il turismo gioca per l’economia e per le comunità in tutta l’isola d’Irlanda; non vedo, quindi, l’ora di incontrare le persone del talentuoso team di Tourism Ireland e di lavorare con loro. Sono entusiasta di ciò che prospetta il futuro e dei traguardi che andremo a raggiungere con la nostra organizzazione per conto dell’industria del turismo dell’isola d’Irlanda”.
Lavoro
Professioni, Sinteg: “Per amministratori condominio è ora di guardare all’intelligenza artificiale”

L'amministratore delegato Di Castri: "Non è più solo il tempo delle competenze manageriali e gestionali"

Ponti per il futuro. E’ questa la sintesi di ‘Nuovi bisogni creano nuovi mercati. 18 anni di lezioni imprenditoriali apprese a caro prezzo e sulla propria pelle’, la giornata dedicata ai 18 anni di attività di Sinteg, associata Confassociazioni. Nata come rete di amministratori di condominio, oggi è un service provider dedicato alla fornitura di servizi, alla formazione e alla consulenza di chi svolge la professione di amministratore di condominio con serietà e competenza.
“Per la professione di amministratore condominiale – ha osservato l’amministratore delegato di Sinteg, Francesco Di Castri – non è più solo il tempo delle competenze manageriali e gestionali quanto piuttosto quello di una mentalità aperta e fluida alle potenzialità che offre l’intelligenza artificiale. Poterla utilizzare nella gestione di un condominio potrebbe creare numerose, altre, opportunità. La difficoltà, al momento, sta nell’essere preparati al suo utilizzo in maniera consapevole e saggia”.
“Mi piace ricordare – ha affermato – il primo incontro a Sesto Fiorentino come un vero e proprio esperimento sociale. Non si sapeva nulla di quel che sarebbe successo eppure oltre 160 persone hanno accettato questo incontro al buio. Il dettaglio che ha fatto la differenza è il fatto che avevamo dimostrato agli amministratori di condominio l’importanza delle strategie di marketing per il settore e il considerare il proprio condomino come un cliente. Cosa che, per questo settore nel 2006, era una pura utopia”.
“Il nostro essere così differenti – ha spiegato – ha inevitabilmente creato diversi rumors su una nostra rapida estinzione, quasi fossimo una sorta di stella cometa che passa, lascia una scia che si dissolve e nulla di più. E invece a 18 anni dalla sua creazione siamo vivi, vegeti e godiamo di ottima salute. Certo il passato non è stato facile né roseo, di errori se ne sono fatti e sono stati pagati anche personalmente. Primo fra tutti il mettere la propria credibilità in mano agli altri. Niente di più sbagliato e ancor di più in un mercato carente di capacità aggregativa e di condivisione di valori”.
“Con questo appuntamento – ha sottolineato – ho sentito la necessità di radunare le persone che hanno caratterizzato la prima fase di vita di Sinteg lasciando loro il racconto delle proprie cadute e delle proprie rinascite, dei propri momenti di pausa e dei propri momenti di crescita. La società ormai è maggiorenne ed è pronta per una nuova fase che la vede proiettata ad offrire, ai propri clienti e partners, servizi ancora più competitivi e al passo con i tempi”.
“L’esperienza dei nostri primi 18 anni – ha concluso Francesco Di Castri – è stato un viaggio impegnativo ma fantastico. Partiti dalla creazione di un grande network con un progetto comune, ovvero il cliente, oggi il nostro consolidato approccio olistico – individuare quali sono i nuovi bisogni per creare nuovi mercati – rappresenta il prossimo step ben ancorato al nostro primo chilometro di vita, compiuto nel 2006, in cui si affermava l’importanza di considerare il proprio condomino il proprio cliente così da studiarne tutte le esigenze come pure ascoltarne tutte le richieste”.
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