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Lavoro

Marco Biagi, il figlio Lorenzo: “Oggi stesso clima del suo omicidio, non esasperare tensioni”

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Sui temi del lavoro “il clima che c’era ai tempi dell’omicidio di papà c’è ancora oggi, eccome. Purtroppo le tensioni sociali ci sono ancora oggi. E per questo credo che è molto importante che il mondo politico, e non solo, mantenga toni di un certo tipo, senza lasciare spazio alle esasperazioni”. Così Lorenzo Biagi, figlio del giuslavorista Marco, trucidato dalle Br il 19 marzo del 2002 a Bologna, intervenendo oggi pomeriggio alla puntata speciale di ‘Diciottominuti – uno sguardo sull’attualità, sulla web tv di Categoria dei consulenti del lavoro, dedicata all’attualità del pensiero di Marco Biagi nell’attuazione delle riforme, a vent’anni dalla Legge n.30/2003.  

“Il ricordo che ho di papà? Avevo 13 anni -ha continuato Lorenzo Biagi- quando è morto, gli ero molto legato, era molto presente nonostante i tanti impegni di lavoro che aveva. Ho avuto la fortuna di averlo per 13 anni, è l’aspetto umano che mi manca. Subito dopo la sua morte ho cominciato a capire che c’era un grosso scontro sulle idee che lui proponeva. Portare avanti le proprie idee con grande coraggio e determinazione nel rispetto di tutti coloro che non la pensano come me è il più grande insegnamento tratto da lui”.  

“Cosa avrebbe detto mio padre delle riforme del lavoro di questi anni? Nessuno lo può sapere nel dettaglio -ha sottolineato Lorenzo- ma credo che sull’abolizione dei contratti a progetto non sarebbe stato particolarmente d’accordo. Nelle riforme di questi anni, come anche il jobs act, su alcuni aspetti sono state ripresi idee e intuizioni di mio padre su altri di meno. Leggendo il suo ‘Libro Bianco’ mi sono fatto l’dea di una persona che aveva capito molto in anticipo dinamiche che si stanno verificando, a partire dal passaggio dallo Statuto dei lavoratori a quello dei lavori”.  

La testimonianza per Lorenzo Biagi è centrale. “Nelle scuole parlo dell’operato di mio padre, sono loro -ha spiegato- che più degli altri devono sapere e conoscere la figura di un servitore dello Stato come era lui. E devo dire che dimostrano sempre grande interesse e mi fanno sempre tante domande. Il momento che ‘sento’ di più è però la biciclettata che facciamo ogni anno il 19 marzo a Bologna per ricordarlo. Uso la stessa bici che aveva lui quella sera, è il momento più emozionante di tutti”, ha raccontato.  

E all’appuntamento voluto dai consulenti del lavoro è intervenuto anche il giuslavorista Arturo Maresca, ordinario di Diritto del lavoro alla ‘Sapienza’ di Roma. “Marco Biagi ha avuto un’influenza determinante nell’evoluzione e modernizzazione del diritto del lavoro, perchè lui ha sviluppato ulteriormente quelle prime indicazioni che derivavano dal pacchetto Treu. Io penso che se non ci fosse stato l’impulso, l’idea, la passione di Marco Biagi difficilmente il nostro diritto del lavoro avrebbe avuto quell’evoluzione, che è stata apprezzata da qualcuno e criticata da altri, ma che di certo ha cambiato il diritto del lavoro”, ha detto.  

E per il giuslavorista Michel Martone, ordinario di Diritto del lavoro alla ‘Sapienza’ di Roma, il “‘Libro Bianco’ di Marco Biagi ha rappresentato il più ambizioso tentativo di riforma organica del nostro mercato del lavoro. Ha cercato di redistribuire in qualche modo le tutele, modernizzando il Paese, rendendolo più simile ad altre esperienze europee. Perchè Biagi aveva grande conoscenza degli altri ordinamenti ed era capace in un momento di gradi scontri ideologici di essere pragmatico, e risolvere i tanti problemi delle fasce più deboli della popolazione, di cui troppo spesso ci dimentichiamo”, ha concluso.  

 

 

 

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Coronavirus

Formazienda, più formazione per fidelizzare risorse umane

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(Adnkronos) – Il lavoro nella fase post pandemica sta mostrando problematiche inedite come l’incremento del numero di dimissioni in ogni settore economico. Un fenomeno che vede sempre più persone dimettersi dal posto di lavoro e iniziare un nuovo tragitto. La ricerca di condizioni migliori sul piano retributivo e della carriera si associa, quasi sempre, al perseguimento di una strategia di vita che richiede un maggiore benessere. Più tempo libero, più formazione e la possibilità di vivere un ambiente professionale capace di garantire una più equa conciliazione tra i ritmi dell’esistenza quotidiana e del lavoro sono gli aspetti che oggi sono richiesti in modo diffuso, come sottolinea Formazienda, fondo interprofessionale che dal 2008 ha stanziato oltre 200 milioni di euro per formare 500mila persone. 

“La pandemia – commenta il direttore generale di Formazienda, Rossella Spada – ha cambiato radicalmente la modalità di intendere il lavoro. Quando si palesa una ripresa rapida, come è quella che stiamo vivendo in diversi comparti, usualmente aumentano le dimissioni dai precedenti impieghi e le attivazioni di altri percorsi. Ci sono più opportunità di cambiamento. Ma i numeri del fenomeno, oggi, dicono che è intervenuto un nuovo fattore strettamente collegato allo shock dell’emergenza dovuta al Covid. Per non rassegnarsi allo stato di fatto, con il rischio di generare rischi e squilibri strutturali, credo sia importante puntare sempre di più sulla leva formativa”.  

“Le aziende che promuovono la crescita delle competenze – afferma – sono individuate come realtà che hanno davvero a cuore i progetti di vita e di lavoro dei dipendenti. La formazione finanziata, in questa prospettiva, rappresenta una risposta concreta e immediata che può spingere le imprese a fidelizzare le persone non disperdendo un bagaglio prezioso di conoscenze. L’azione dei fondi interprofessionali diventa strategica ed è simultaneamente utile ai datori di lavoro e ai dipendenti perché individua un punto di sintesi per soddisfare in modo complementare le diverse esigenze”.  

Le ‘dimissioni di massa’ sono il riflesso di un atteggiamento ormai conclamato nel mercato del lavoro italiano. Un approccio rintracciabile anche in Europa e negli Stati Uniti. Per i datori di lavoro il fenomeno si traduce in una situazione di difficoltà in quanto non riescono a beneficiare del valore prodotto dai profili dotati di competenze strategiche per la creazione del valore aziendale. Solo nel 2022 il sistema imprenditoriale italiano ha dovuto affrontare oltre 2 milioni di dimissioni. Ma la crescita delle dimissioni volontarie non rappresenta la sola criticità nello scenario della ripresa. Questa si aggiunge all’aumento dei posti vacanti. Nel nostro Paese e in tutta Europa, compresa la Germania e le avanzate economie del Nord, i posti di lavoro in attesa di essere allocati restano in sospeso poiché le aziende non trovano candidati adeguati o interessati. Un fenomeno che coinvolge settori rilevanti sul piano occupazionale: ristorazione, commercio, costruzioni, industria.  

“Politiche attive, interventi di welfare aziendale e soprattutto azioni formative – sottolinea Spada – sono indispensabili. Il dialogo con le aziende e le strutture formative deve essere sempre aperto. Sono il braccio operativo che permette di trasferire le competenze digitali, tecnologiche e green richieste dal Pnrr nell’economia reale. Formazienda interloquisce con i propri stakeholder tramite i conti aziendali, di rete e anche di sistema rispondendo al fabbisogno formativo delle realtà imprenditoriali in modo trasversale sia in relazione alla specificità del settore sia in relazione alla scala dimensionale”.  

“Gli enti di formazione, per accedere al nostro repertorio, devono soddisfare requisiti selettivi di qualità. Ogni persona deve trovare la possibilità di qualificarsi e riqualificarsi al meglio. Le certificazioni devono concludere il percorso di formazione così da oggettivare le conoscenze acquisite facilitando l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. La formazione finanziata stabilita dalla legge 388 del 2000 offre ancora una grandissima opportunità non solo per sviluppare competitività, occupabilità e occupazione ma anche per reagire con efficacia e responsabilità davanti ai mutamenti del mercato aiutando la manodopera e le imprese ad affrontare con successo le sfide più urgenti”, conclude.  

 

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Lavoro

The European House-Ambrosetti e Amazon Italia, studio su ruolo e-Commerce per sistema Paese

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(Adnkronos) – ‘Inflazione e e-Commerce: abitudini e percezioni degli italiani’. E il tema che verrà affrontato mercoledì 29 marzo, ore 17 Senato della Repubblica – Sala Zuccari, Palazzo Giustiniani, in occasione della presentazione dello studio avviato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Amazon Italia sul ruolo dell’e-commerce per il sistema Paese e i benefici percepiti dai cittadini.  

Lo studio affronta il ruolo del commercio elettronico all’interno del contesto macroeconomico di crescita dei prezzi attraverso una ricerca sui cittadini italiani. Relatori: Lorenzo Tavazzi, partner The European House – Ambrosetti, Mariangela Marseglia, country manager Amazon Italia e Spagna, Federico Freni, sottosegretario di Stato al ministero dell’Economia e delle Finanze, Stefano Menghinello, direttore Istat, Giuseppe Tripoli, segretario generale Unioncamere, Alberto Pirrone, direttore generale Altroconsumo Francesco Silvestro, segretario commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare. 

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Lavoro

Camera di commercio Roma, +45mila occupati in un anno, trainante incremento occupazione donne

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Se la pandemia ha portato a una diminuzione dell’attività economica nel 2020 e 2021 a Roma e non solo, con un impatto molto negativo sull’occupazione, il 2022, invece, è stato l’anno della rinascita per la Capitale. Dopo il record delle esportazioni per le imprese romane registrato l’anno scorso, i nuovi dati Istat sull’occupazione indicano, infatti, un netto miglioramento del mercato del lavoro a Roma, con un forte aumento degli occupati e del tasso di occupazione. Gli occupati nel 2022, a Roma e provincia, sono stati 1milione 769mila, 45mila in più rispetto al 2021, con un tasso di crescita del 2,6%, dato superiore alla crescita media nazionale (cfr. Italia +2,4%). Il tasso di occupazione (15-64 anni) sale al 63,6% (cfr. Italia 60,1%), 2,3 punti in più rispetto al 2021.  

Trainante la crescita dell’occupazione femminile che aumenta del 2,7% (più della componente maschile; cfr. +2,6%). Il tasso di occupazione femminile (15-64 anni) cresce fino al 57,1%, ben 6 punti percentuali superiore alla media italiana (cfr. Italia 51,1%). Questi dati sull’occupazione, elaborati dalla Camera di Commercio di Roma su fonte Istat, ci dicono che sono stati quasi del tutto recuperati i livelli pre-pandemia. 

“Nel 2022 – sottolinea il presidente della Camera di commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti – l’occupazione a Roma e provincia ha registrato una robusta crescita, con 45mila occupati in più. Un aspetto molto significativo di questo dato è l’aumento dell’occupazione femminile, che aveva molto sofferto durante i lunghi mesi della pandemia e il cui tasso di occupazione è 6 punti più alto della media nazionale. Un altro dato che mi preme evidenziare è quello della forte discesa della disoccupazione giovanile che, seppur rimanendo su valori assoluti ancora alti, scende di quasi 6 punti percentuali”.  

“Resta decisivo – spiega – ridurre il divario tra domanda e offerta attraverso formazione e orientamento al lavoro. Anche nel 2022, infatti, abbiamo registrato una notevole difficoltà di reperimento di alcune figure professionali, in particolare nei settori dell’informatica, del turismo e dell’edilizia. Il 2023 sarà un anno fondamentale per consolidare e rendere strutturale la crescita economica e occupazionale di Roma. Abbiamo delle grandi opportunità che non possiamo mancare come le risorse del Pnrr e gli investimenti per il Giubileo”. 

Le persone in cerca di occupazione sono 141mila nel 2022, 45mila in meno rispetto al 2021, per trovare un numero di disoccupati più basso bisogna utilizzare le serie storiche precedenti e tornare indietro fino al 2008. Il tasso di disoccupazione scende al 7,4% (cfr. Italia 8,1%), dal 9,8% del 2021. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-34 anni), scende di quasi 6 punti percentuali attestandosi al 14,5% rispetto al 20,4% del 2021. I settori trainanti per la crescita dell’occupazione sono stati commercio-alberghi-ristoranti che hanno visto un incremento nel 2022 di occupati del 12,5% e l’edilizia che nel 2022 ha visto una crescita di occupati del 3,9%, in due anni la crescita di occupati nell’edilizia è stata del 10,7%.  

Industria e servizi registrano crescite più basse (+1,5% e +0,5% rispettivamente), l’agricoltura è l’unico settore che registra una contrazione dell’occupazione nel 2022. I settori della ristorazione e dell’edilizia sono, in base ai dati del sistema informativo Excelsior, quelli che registrano il maggior numero di assunzioni nel 2022: resta molto alta la difficoltà di reperimento di personale che si attesta al 50% circa per gli operai specializzati nell’edilizia su un totale di 22mila assunzioni nel 2022, e al 35,6% per gli addetti alle attività di ristorazione su un totale di circa 43mila assunzioni nel 2022.  

 

 

 

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Lavoro

Superbonus, Pecci (Uniko): “A fine 2023 raggiungeremo 100 mln lavori fatti con 110”

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“Con Uniko, negli ultimi due anni, abbiamo consegnato lavori nell’ambito del Superbonus 110% per circa 50 milioni di euro, senza che le criticità emerse nell’ultimo anno scalfissero il nostro operato. Inoltre, abbiamo ancora diversi cantieri aperti che da qui alla fine del 2023 ci consentiranno di raggiungere il ragguardevole traguardo di 100 milioni di euro di lavori effettuati solo nell’ambito del Superbonus 110%”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Francesco Pecci, 45 anni, ceo di Uniko, azienda d’eccellenza in campo edilizio con sede ad Orte, in provincia di Viterbo, e con propensione all’innovazione ed una costante attenzione alla sostenibilità 

“Abbiamo sempre lavorato -spiega Pecci- senza mai perdere di vista due principi fondamentali: trasparenza ed equilibrio finanziario, che siamo riusciti sempre a garantire in tutte le fasi dei vari progetti, ai fornitori, alle maestranze e ai professionisti, il che ci ha consentito di far funzionare il sistema, senza mai dover chiudere, fosse anche per un giorno, uno dei nostri cantieri. La nostra ‘condotta lineare’ è riuscita a conquistare anche la fiducia di Banca Intesa SanPaolo e di Deloitte, che hanno riconosciuto in noi un partner capace e performante, in grado di produrre crediti con un elevato standard qualitativo”, spiega ancora.  

Lo scorso mese di febbraio, l’azienda ha inaugurato a Genova, un ambizioso e suggestivo piano di riqualificazione edilizia e di rigenerazione urbana nel quartiere Begato, che da qui a qualche mese conoscerà una vera e propria rivoluzione green, grazie al progetto “Linneo 130” che, con un investimento di circa 20 milioni di euro, prevede la riqualificazione di un’area di oltre 8.000 mq e la realizzazione di 150 appartamenti, tutti di classe energetica A4, impegnando manodopera per 115 unità (100 in cantiere e 15 tra progettazione e assistenza), interamente finanziato con il Superbonus 110%. 

“Per quanto può sembrare paradossale, nei panni di amministratore della Uniko, rispondo -spiega Pecci- che non sono per niente preoccupato e posso affermare con grande serenità che i provvedimenti del Governo non avranno ripercussioni negative sui nostri cantieri ‘110’ ancora aperti. La misura dei bonus edilizi si è rivelata più gravosa del previsto per via delle nuove regole di Istat ed Eurostat, che impongono allo stato di contabilizzare i crediti emessi nell’anno in cui sono stati riscossi. E non poterli quindi ‘spalmare’ su più anni, come era stato previsto. Il blocco dei bonus, oltre alle ripercussioni sul settore edilizio, impone però una riflessione attenta su quella che doveva essere la finalità per la quale erano stati concepiti, ovvero: aumentare l’efficienza energetica degli edifici, contenere gli sprechi, diminuire le emissioni e l’impatto ambientale”. 

Pecci ricorda che “ci sono migliaia di casi di lavori iniziati e non ancora ultimati, ma questo è un problema che non interessa la nostra azienda, perché sin dall’inizio abbiamo maturato la consapevolezza che bisognava agire con metodo e giudizio, metabolizzando le regole e le procedure di questo incentivo”.  

L’imprenditore spiega che i numeri realizzati dall’azienda con il superbonus 110 sono stati possibili “perché abbiamo creato un team di esperti dedicato ai progetti in ambito Superbonus 110%. Un gruppo di lavoro composto da donne e uomini di assoluta professionalità che, a monte di ogni progetto, si prodiga quotidianamente per il regolare svolgimento dei lavori su tutti i nostri cantieri. Con una punta di orgoglio, mi sento di affermare che con il proprio operato, la Uniko ha contribuito a riqualificare una buona fetta del patrimonio edilizio nazionale, in base a quanto previsto dal Green Deal”.  

E sugli effetti della nuova direttiva europea sugli edifici Pecci aggiunge che “come è noto, il patrimonio edilizio italiano è composto da una maggioranza di immobili realizzati tra gli anni Cinquanta e Settanta del secolo scorso, edifici che all’epoca furono costruiti con scarsa, se non assente, attenzione all’efficienza energetica, così come oggi è concepita. Si tratta di immobili che, necessitando di importanti interventi di manutenzione, non sono più in grado di rispondere alle attuali esigenze delle famiglie italiane. A mio avviso, se si isolassero solo i tetti e le pareti degli edifici meno efficienti, ovvero quegli gli edifici che rientrano nelle due peggiori classi energetiche e che costituiscono il 60% del totale, l’Italia abbatterebbe il consumo di gas di oltre il 50%”, ribadisce ancora.  

“Ma, visti i costi elevati che, dopo il blocco degli incentivi da parte del nostro Governo, graverebbero sulle tasche dei cittadini, sembra improbabile che l’efficientamento energetico venga reso obbligatorio senza un pacchetto di nuovi aiuti economici. La soluzione potrebbe venire direttamente dalla Unione Europea, attraverso un ‘Green Building Plan’, che, mediante nuovi incentivi comunitari, permetterebbe di riqualificare quella parte energeticamente meno efficiente di immobili a uso residenziale di ogni paese, perché è bene ricordarlo, l’Italia è sì indietro da un punto di vista di efficienza energetica, ma anche altre nazioni europee non sono da meno”, conclude Pecci.  

 

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Lavoro

Illycaffè: a Cristina Scocchia benemerenza Filo di Seta da Associazione ‘Cinzia Vitale’ Onlus di Trieste

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L’Associazione culturale ‘Cinzia Vitale’ Onlus di Trieste ha conferito la benemerenza Filo di Seta a Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè. Il riconoscimento è stato consegnato ieri sera nel capoluogo giuliano in occasione del Gran Galà di Primavera, l’appuntamento annuale durante il quale l’associazione riunisce e premia personalità ed enti che, con opere di riconosciuto valore, si sono distinti in attività di promozione, difesa, diffusione e costruzione di una comune cultura dei valori. 

“Ringrazio l’associazione culturale Cinzia Vitale e il suo presidente Roberto Vitale, per avermi insignito della benemerenza Filo di Seta per il mio impegno a favore della meritocrazia e dell’inclusività. Sono orgogliosa di ricevere questo riconoscimento da un’associazione che è in prima linea per favorire la promozione della persona umana e il benessere dei giovani e delle loro famiglie attraverso lo sviluppo e la cultura in tutte le sue diverse manifestazioni”, ha commentato Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè. 

Cristina Scocchia nel suo percorso professionale ha sempre sostenuto l’importanza del ruolo sociale delle imprese e la necessità di costruire un modello culturale positivo attraverso una leadership dall’assetto valoriale forte, dove il merito, l’inclusione e la responsabilità sociale e ambientale rivestono un ruolo fondamentale nella gestione del business. 

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Innovazione, Dac: progetto contro falsificazione dati e per accountability processo formativo lavoratori

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Da oggi un progetto italiano, ma di portata europea, consente di puntare alla piena veridicità e alla certa paternità dei dati e riesce a ostacolare la loro alterazione. E’ il progetto ‘Dac’ (digital accountability councelors) presentato all’Indire-Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa, in ambito Erasmus Ka2/Strategic partnership for higher education. Elaborato da un gruppo di aziende tra cui Deleganoi, OpenCom, Commercio Network, Sangiusto e dalla start-up innovativa Resistere, vede applicata per ogni passaggio la tecnologia Blockchain che consente di notarizzare l’impronta digitale (hush) di un documento, rendendola certa e immutabile.  

Del progetto sono partner associati: Lateralcode, software house specializzata in sicurezza informatica, Cifa Italia, confederazione datoriale, il fondo paritetico interprofessionale Fonarcom, da sempre attento alle competenze dei lavoratori italiani, e la facoltà di Ingegneria elettrica e informatica dell’Università di Zagabria.  

Tra tutte le realtà impegnate, Resistere, allineato alle politiche europee sull’identità digitale, contribuisce anche alla costruzione del fascicolo digitale dei futuri accountable citizens dell’Unione. Infatti, sono stati coinvolti enti di formazione spagnoli, irlandesi, bulgari e portoghesi. 

L’accountability del processo formativo è faccenda cruciale. La diffusione della formazione continua e l’affermarsi di un sistema integrato di politiche attive – con notevoli risorse finanziarie messe a disposizione a livello nazionale ed europeo – hanno moltiplicato i soggetti e aumentato i rischi in merito a certezza e qualità della formazione erogata e recepita. Come sottolinea Eraldo Salvatori, ad dell’ente di formazione Deleganoi, capofila del progetto, “è importante eliminare tutte le zone di opacità e rendere totalmente affidabile ogni tappa del processo formativo”. 

Applicare Dac avrà molti effetti positivi. Consentirà all’ente di formazione di rilasciare certificati autentici e impedirà ai discenti qualsiasi forma di manomissione o alterazione; al fondo interprofessionale di finanziare piani di enti di formazione accountable; all’imprenditore di avere certezza delle competenze acquisite dal lavoratore e piena fiducia in chi ne ha notarizzato gli incrementi di esperienza e di formazione. Spiega Iacopo Sensi di Resistere: “Per un recruiter la notarizzazione dei curricula consentirà di accelerare il processo di selezione. Il rifiuto di un candidato potrebbe già suonare come un campanello d’allarme. E’ evidente che, aumentando la loro accountability, enti e recruiter innescheranno il circolo virtuoso della responsabilizzazione che diventerà uno standard naturale nei processi di formazione e selezione”. 

In definitiva, Dac sarà utile agli enti di formazione e ai professionisti che vorranno garantire autenticità, paternità e immutabilità delle dichiarazioni rilasciate e a tutti i soggetti implicati nella rete dei servizi al lavoro in merito all’effettività e alla qualità della formazione da essi erogata e dal discente acquisita. 

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Anir Confindustria, per caro prezzi ristorazione collettiva in piazza per protesta

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Si è tenuta a Roma la mobilitazione nazionale del settore della ristorazione collettiva, indetta da Anir Confindustria e dalle aziende del comparto, contro la mancanza di misure del Governo per fronteggiare il caro prezzi che sta penalizzando fortemente l’intero mondo delle mense pubbliche. Centinaia di persone in piazza per chiedere un ‘pasto giusto contro il pasto ridotto’ che, solo per la giornata di oggi, gli addetti al servizio hanno servito nelle mense delle aziende aderenti alla protesta in tutto il territorio nazionale. 

“Chiediamo al Governo – ha sostenuto il presidente di Anir Confindustria, Lorenzo Mattioli – interventi urgenti e strutturali per poter far fronte a questa crisi di un settore che impiega circa 120 mila persone, per l’80% donne. Diverse le interlocuzioni ma attendiamo risposte concrete e per questo, nelle mense delle aziende aderenti, abbiamo oggi servito un servizio minimo che abbiamo chiamato pasto ridotto, oltre ad essere stati costretti a scendere straordinariamente in piazza”.  

“Stiamo lavorando – ha spiegato – in condizioni impossibili, penalizzando i bilanci delle nostre aziende, compromettendo tanti posti di lavoro di donne e famiglie che tutti i giorni servono la comunità con impegno e dedizione attraverso migliaia e migliaia di pasti, il principio è semplice: aumentano i costi a carico delle aziende che sono obbligate dalla amministrazione pubblica a non interrompere e a non variare il servizio. La stessa Pa, però, non riconosce l’aumento dei costi sostenuti, poiché non ha una legge che glielo impone. Questa è una concatenazione di fattori sfavorevoli che sta soffocando definitivamente le aziende”. 

“Crediamo – ha sottolineato il vicepresidente di Anir Confindustria, Massimo Piacenti – che il riconoscimento dell’aumento automatico all’indicizzazione Istat, almeno per i servizi pubblici, nella riforma del Codice Appalti, sia davvero una doverosa presa d’atto che, fino ad oggi, vi sia stato un comportamento discriminatorio nei confronti di un servizio come il nostro, che ha margini molto ridotti, dovuti a clausole sociale che abbiamo sempre condiviso, come quella del prezzo accessibile e dell’assunzione di tutto il personale delle commesse precedenti. Ai nostri atti di responsabilità però, non corrispondono altrettanti atti di responsabilità della politica, che solo ora mostra di non ignorare le nostre richieste”. 

Diversi i contributi arrivati durante la manifestazione, come le presenze istituzionali che si sono alternate durante la mobilitazione di piazza Santi Apostoli con la presenza di delegazioni dei vari partiti di maggioranza e opposizione: dall’esponente di Fratelli d’Italia, segretario alla Camera della VIII Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) on. Massimo Milani, al rappresentante di Forza Italia, on. Raffaele Nevi, dall’esponente del M5S, segretario al Senato della VIII Commissione, sen. Antonio Salvatore Trevisi, e da una delegazione del PD, composta dai senatori Manca e Verini e dall’onorevole Casu 

Diversi gli incontri che si sono succeduti nelle ore precedenti e durante la mobilitazione tra Anir e importanti ministeri del governo, in particolare con il sottosegretario Albano al Mef e con il ministro Adolfo Urso al ministero delle Imprese e del Made in Italy che ha attivato presso la sua segreteria con il sottosegretario Bitonci, con il capo ufficio legislativo Veltri e con il capo segreteria Ciampi un tavolo di lavoro che individui soluzioni strutturali alle forti criticità che sta interessando il comparto delle mense pubbliche. 

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Engineering nella community ‘Valore Acqua per l’Italia’ di The European House – Ambrosetti

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(Adnkronos) –
Engineering, leader nella digitalizzazione dei processi per imprese e Pa, è tra i 33 partner della community Valore Acqua per l’Italia creata da The European House – Ambrosetti, che ieri a Roma ha presentato l’edizione 2023 del Libro Bianco Valore Acqua per l’Italia. Durante l’evento, che ha riunito i maggiori protagonisti istituzionali ed economici del mondo italiano dell’acqua, Engineering ha illustrato come le nuove tecnologie possano abilitare e velocizzare l’innovazione e l’efficientamento delle idriche del Paese (il 25% ha più di 50 anni) così come l’intera filiera estesa dell’acqua. 

Secondo Maximo Ibarra, ceo di Engineering, “l’emergenza idrica che stiamo vivendo anche a causa dei drammatici effetti del climate change rende evidente che è necessario applicare le più innovative soluzioni tecnologiche per la modernizzazione delle nostre infrastrutture e lavorare per la diffusione di una maggiore consapevolezza dell’uso dell’acqua. Engineering, che è fiera di far parte della community Valore Acqua per l’Italia insieme con gli attori chiave della filiera estesa dell’acqua italiana, mette a disposizione il suo know-how tecnologico e la sua lunga expertise nel settore idrico per supportare Enti e player del mondo energetico, industriale ed agricolo, impegnati nella sfida di elaborare e realizzare strategie e soluzioni per una gestione sempre più efficiente e innovativa delle risorse idriche del Paese”. 

Nel corso della giornata dedicata alla presentazione del Libro Bianco Valore Acqua per l’Italia, Engineering ha illustrato la sua Water management solution (Wms), una piattaforma componibile ed interoperabile con la quale supporta le aziende idriche nel loro percorso di digital transformation, aiutandole a far evolvere i sistemi idrici convenzionali in ecosistemi avanzati, interconnessi ed intelligenti a beneficio di istituzioni, comuni e comunità, associazioni di categoria, scuole e cittadini. Grande interesse e afflusso alla postazione Engineering Metaverso Experience dove è stata fatta vivere un’esperienza immersiva nel ciclo idrico integrato realizzata dal Metaverse Lab di Engineering in collaborazione con Smat.  

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Italia-Germania, Ahk Italien: in 2023 per interscambio nuovo massimo storico

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La Camera di commercio italo-germanica (Ahk Italien) ha presentato oggi i dati della partnership economica tra Italia e Germania relativi al 2022, con approfondimenti territoriali e settoriali. Dopo il record di 142,6 miliardi complessivi del 2021, nell’anno appena concluso l’interscambio italo-tedesco ha segnato un nuovo massimo storico. Secondo i dati Istat, il valore complessivo si è attestato su 168,5 miliardi di euro, con una crescita di oltre il 18% rispetto al 2021. Lo scorso anno le esportazioni italiane verso la Germania hanno toccato quota 77,5 miliardi di euro (+15,8%), e anche l’import ha registrato una crescita sostenuta, pari al 20,2%, salendo a 91 miliardi.  

La Germania si riconferma così primo partner commerciale per l’Italia, con un distacco di ben 57 miliardi dalla seconda posizione occupata dalla Francia, mentre l’Italia si posiziona al sesto posto tra i partner tedeschi. A livello regionale, confermano il proprio ruolo di traino per i rapporti commerciali le regioni del Nord Italia (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna in testa) e i Länder più industrializzati (Baden-Württemberg, Baviera e Renania Settentrionale-Vestfalia).  

In Italia, cresce ulteriormente il ruolo della Lombardia, che con oltre 56 miliardi arriva a valere un terzo dell’intero interscambio bilaterale, mentre dalla prospettiva tedesca si osservano livelli record in Baden-Württemberg, che supera la Baviera e si attesta al primo posto tra i Länder.  

Dall’analisi dei dati Istat emerge, inoltre, che tutti i settori sui quali tradizionalmente si fonda l’interscambio italo-tedesco sono in crescita, in termini di valore monetario, rispetto ai livelli già record del 2021. La produzione industriale resta dunque il perno dei flussi tra i nostri due Paesi, con performance importanti da parte del siderurgico, del chimico-farmaceutico, del settore dei macchinari, dell’agroalimentare e dell’elettrotecnica-elettronica. Molto diversificate, invece, le dinamiche a livello di volumi.  

Se alcuni settori, quali macchinari e agroalimentare per l’export italiano e gomma ed elettrotecnica-elettronica per l’export tedesco, hanno visto un aumento anche a livello quantitativo, altri settori hanno registrato una contrazione dei volumi. È il caso, ad esempio, per entrambi i Paesi, dell’export del comparto siderurgico, che in Germania ha diminuito i livelli di produzione, con un conseguente aumento dei prezzi. Stabili nei volumi il tessile italiano e l’alimentare tedesco.  

“Il 2022 è stato un anno particolarissimo per la varietà di fattori in gioco nel contesto economico europeo e globale. La guerra in Ucraina non ha danneggiato la partnership italo-tedesca: la crescita dei rapporti bilaterali è reale, e si inserisce, del resto, in un trend iniziato prima della pandemia e in una dimensione di relazioni consolidate e strutturali”, ha dichiarato Jörg Buck, consigliere delegato AHK Italien.  

“I valori monetari e quantitativi dell’interscambio ci restituiscono un quadro complesso e variegato, in linea con la volatilità delle dinamiche che hanno caratterizzato l’anno appena concluso. Oltre al rientro delle catene del valore in Europa già evidenziato a più riprese nelle nostre analisi del contesto italo-tedesco, non si può trascurare il ruolo ricoperto da fenomeni di portata globale, primi tra tutti l’andamento dell’inflazione, la carenza di materie prime e la crisi energetica”, ha continuato.  

“Pur in un anno come il 2022 -ha aggiunto Monica Poggio, presidente AHK Italien- l’interscambio italo-tedesco continua a crescere: l’ennesima dimostrazione di quanto i rapporti tra i due Paesi siano strutturali. Per questo, occorre sempre di più connettere le strategie industriali dei due Paesi, operando a livello nazionale ed europeo attraverso un dialogo pubblico-privato per coniugare la salvaguardia della nostra manifattura con la necessità della trasformazione digitale e verde. In un contesto reso complesso dalla guerra e dai suoi effetti, una pianificazione strategica a lungo termine, con tutti gli attori coinvolti, è fondamentale per non rinunciare a nessuna delle nostre priorità, sia industriali che ambientali”. 

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Pagliuca (Cnpr): “bene armonizzazione imposte per Casse di previdenza”

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“Il processo di armonizzazione delle imposte tra fondi pensione e casse di previdenza, annunciato dal vice ministro Maurizio Leo, è stato accolto positivamente. L’iniziativa del governo avrebbe un impatto diretto sulle pensioni dei professionisti, consentendo un incremento delle somme erogate. Inoltre, questa misura potrebbe anche favorire una maggiore equità tra i diversi sistemi previdenziali, riducendo le disparità esistenti tra lavoratori dipendenti e professionisti”. Lo ha detto Luigi Pagliuca, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili a margine di un incontro su ‘Previdenza e lavoro’ che si è svolto a Roma. 

“Gli esperti del settore sottolineano che l’equiparazione fiscale tra fondi pensione e Casse previdenziali private rappresenterebbe un passo importante verso la modernizzazione e l’adeguamento del sistema previdenziale italiano alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione”, ha continuato.  

“Tuttavia, è importante notare che la realizzazione di questo progetto – ha aggiunto Pagliuca – richiederà un impegno significativo da parte del governo e delle parti interessate. Saranno necessari negoziati e confronti tra le diverse istituzioni previdenziali, oltre all’elaborazione di una normativa ‘ad hoc’ che tenga conto delle specificità di ciascun fondo pensionistico e cassa previdenziale”, ha concluso. 

 

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