

Lavoro
Marco Biagi, De Luca (Consulenti lavoro): “Un visionario, protagonista assoluto diritto moderno”
“Di quel periodo ho un ricordo bello per averlo conosciuto, pessimo per quello che poi è successo poco dopo. Non c’è dubbio che lui è stato il più illuminato e il più visionario dei giuslavoristi che ho avuto la fortuna e l’onore di incontrare in questi lunghi anni in cui i colleghi mi hanno voluto come dirigente di categoria. I consulenti del lavoro sono stati protagonisti di quel periodo, come lo sono tuttora. Non è però lui il padre della flessibilità. La flessibilità è una richiesta che arriva dal mercato, dalle aziende. E’ invece il padre della flexicurity, quella flessibilità colma di diritti, di tutele che poi si concretizzarono nel co.co.pro che poi in maniera frettolosa e ideologica è stato accantonato. E’ stato un protagonista assoluto del diritto del lavoro dei tempi moderni”. Lo ha detto Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, ricordando, in un intervento a Rai News 24, il giuslavorista Marco Biagi trucidato dalle Br 21 anni fa a Bologna. Biagi era intervenuto a novembre 2001 al 4° congresso nazionale dei consulenti del lavoro.
Un intervento in cui, ha ricordato De Luca, aveva toccati temi come “occupabilità e adattabilità che sono centrali ancora oggi. Sento parlare di lavorare di meno ma non sento nessuno parlare di lavorare meglio o ancora di creare le condizioni affinchè un lavoratore possa lavorare al meglio. Di adattare le proprie competenze alle esigenze che il mercato richiede. E qui scatta l’occupabilità. Quindi noi ancora oggi stiamo ragionando di temi che lui affrontava nel 2001. Questo è straordinario”, sottolinea De Luca.
Oggi per il presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro “ci deve essere un atteggiamento più dialogante ma meno urlato. Purtroppo stiamo vedendo molte similitudini con esasperazioni e proteste di quel periodo e questo deve quindi far riflettere. Finalmente si è tornato a parlare di politiche attive visto che le politiche passive servono ma non bastano. Si deve andare nella direzione della formazione, dell’occupabilità e dell’adattabilità”, ha concluso.
Lavoro
The blockchain management school, un master per guardare al futuro del business

Organizzato da The blockchain management school, la prima scuola italiana di alta specializzazione promossa da Fondazione Ateneo Impresa | The Future School e dedicata alle professioni del futuro

Quella tra imprese e blockchain è una relazione ancora in gran parte da costruire. Per colmare le lacune formative, che rischiano di tradursi presto in un gap penalizzante per il tessuto produttivo italiano, arriva il Master Lab in Blockchain technology & management organizzato da The blockchain management school, la prima scuola italiana di alta specializzazione promossa da Fondazione Ateneo Impresa | The Future School e dedicata alle professioni del futuro. Se molto è stato fatto, soprattutto negli ultimi due anni, dal mondo dell’impresa italiana per adottare questa tecnologia disruptive e sfruttarne il potenziale di sviluppo, tanti restano ancora gli sforzi da compiere, come illustra ad esempio il rapporto Ocse blockchain per start up e pmi in Italia, a cura di Marco Bianchini e Insung kwon, che punta un faro sui settori in cui la blockchain può diventare una vera leva strategica.
Aziende di ogni dimensione stanno esplorando opportunità̀ di business per questa tecnologia con numerosi casi d’uso, dalla catena di approvvigionamento alla protezione della proprietà̀ intellettuale e del copyright fino alle risorse umane. Il fenomeno riguarda settori profondamente diversi, dall’agroalimentare all’Itc fino all’arte, allo spettacolo e alla sanità̀. Tra i comparti nazionali per i quali l’adozione della blockchain può diventare motore di sviluppo, ci sono quelli in cui è l’origine dei prodotti, il made in Italy, a rappresentare un importante valore di mercato. Questo perché la blockchain assicura trasparenza, sicurezza e tracciabilità dei prodotti e delle transazioni.
Sebbene i primi impieghi conosciuti della tecnologia si siano concretizzati nel campo delle cripto-attività̀, emergono costantemente nuove applicazioni industriali. In Italia, per esempio, la sperimentazione della tecnologia avviene nei processi volti a garantire un impiego non massiccio di fertilizzanti chimici come anche altre innovazioni interessanti si riscontrano nel mondo finanziario, assicurativo e dei servizi di pubblica utilità̀. Le grandi società con partecipazione pubblica e gli istituti finanziari stanno sperimentando la blockchain, anche se i risultati ottenuti non sono ancora sufficientemente convincenti per un’implementazione su larga scala.
Resta forte il gap tra domanda e offerta: manca al nostro Paese oltre il 60% di manager e specialisti blockchain. Per queste ragioni, Ateneo Impresa, la realtà fondata nel 1990 per innovare forme, metodologie e contenuti della formazione manageriale in Italia, dà il via al Master Lab in Blockchain technology & management, pensato proprio per venire incontro alle esigenze delle imprese e delle pmi. Il Master Lab risponde alla primaria necessità delle aziende di disporre di una nuova generazione di manager e professionisti in grado di gestire con competenza la tecnologia blockchain e la pluralità di soluzioni che questa introduce nella gestione dei processi aziendali ed istituzionali.
“Rispetto agli anni precedenti oggi c’è maggiore consapevolezza da parte delle aziende riguardo l’importanza della tecnologia blockchain: non si cercano più figure che si occupino solo di tecnologia blockchain ma risorse con competenze tecniche e manageriali in questo ambito. Ciò significa che prima si aveva talmente tanto bisogno di risorse blockchain che le imprese assumevano chiunque ne avesse una minima conoscenza, oggi invece il mercato necessita dei migliori esperti in blockchain. Questo sarà l’anno decisivo in cui, come agli albori di internet, o si compie questo passo o subiremo l’imminente cambiamento del mercato del lavoro”. dice Gian Luca Comandini, pioniere del settore che insieme a Romolo De Stefano, presidente della Fondazione Ateneo Impresa, ha fondato la Scuola e dirige il Master Lab.
La trasformazione già in corso non riguarda soltanto le carriere più direttamente esposte al tech ma, come rivela un’analisi di The blockchain management school sugli iscritti ai corsi, vede coinvolto anche chi ha un background diverso da quello di ingegneri o informatici, ovvero umanisti, laureati in lettere, filosofia, comunicazione, marketing, economia, giurisprudenza o psicologia, coscienti del fatto che le digital skill permetteranno sempre più un accesso privilegiato al mercato del lavoro. L’identikit è trasversale: giovani fra i 22 e i 30 anni ma anche persone fra i 30 e i 50 anni. Ci sono sia i giovani professionisti che figure senior in cerca di nuove opportunità di business o di una seconda opportunità di riqualificazione lavorativa: consulenti finanziari, business developer, startupper, così come avvocati, informatici, formatori, impiegati della Pubblica amministrazione o commerciali.
Sono aperte le iscrizioni alla 13a edizione del Master Lab che prenderà il via il 6 ottobre e che verrà presentata gratuitamente durante i Digital open day dei prossimi 6 giugno, 20 giugno e 16 luglio, appuntamenti per i quali il network di partner della Scuola mette a disposizione numerose borse di studio destinate agli iscritti. Il Master Lab si svolge in aula a Roma e in live streaming senza confini geografici e può essere seguito anche da casa nel Campus Virtuale con le stesse possibilità di interagire in aula. Spiega Romolo De Stefano, presidente della Fondazione Ateneo Impresa: “Non si tratta di un percorso formativo studiato per programmatori, ma per chi intende coniugare una ormai imprescindibile conoscenza tecnica delle fondamentali caratteristiche e peculiarità della blockchain con le competenze gestionali per governare l’evoluzione dei relativi sistemi ed eco-sistemi in forte sviluppo e valorizzare le potenzialità del business d’impresa”.
Tra gli sbocchi possibili di chi consegue i 50 crediti Ecp e l’attestato di qualifica per la certificazione delle competenze registrato su blockchain Ethereum c’è il reclutamento presso aziende nazionali e multinazionali attive in ogni settore merceologico o in mercati ad alto valore tecnologico: “Dalle agenzie di comunicazione e tecnologie digitali ai centri studi e di ricerca, passando per le società di servizi per i nuovi media, tutte le società, gli enti e le istituzioni che necessitano di specialisti nell’uso della blockchain con attitudine e competenze manageriali in grado di garantire la massima efficacia nelle applicazioni della rivoluzionaria tecnologia, per la cura e la crescita sul mercato globale”, aggiunge De Stefano.
Il Master Lab, N.1 in Italia per allievi formati (oltre 700), per data di nascita (2018) e per numero di edizioni realizzate (12), offre una preparazione a 360°: dalla blockchain al bitcoin e le cryptovalute, da ethereum agli smart contract, dagli nft al metaverso fino alla defi, la finanza decentralizzata, saranno 10 i moduli dedicati all’apprendimento di una delle tecnologie più richieste nelle professioni del futuro. L’80% degli studenti usciti dal master – il corso è giunto alla sua tredicesima edizione – si è inserito professionalmente, ha avviato una propria startup nell’ambito della blockchain, o comunque ha integrato con successo la nuova tecnologia nel proprio business aziendale.
Lavoro
Federmanager, libro Cuzzilla-Pimpinella su digitale percorso crescita economia

Una 'guida in divenire' ricca di proposte ed idee su ciò che è, ma soprattutto ciò che sarà l’Italia, in virtù proprio dell’incidenza digitale

Inclusione, competenze e competitività sono state le parole chiave dell’evento di presentazione del libro ‘La scala del digitale, percorso di crescita per l’economia e la reputazione del sistema Italia’, scritto da Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager e Cida, con Maurizio Pimpinella – presidente della Fondazione Italian digital hub. Il libro si propone quale supporto e guida digitale per tutti i lettori appassionati del settore o esperti e professionisti: una ‘guida in divenire’ ricca di proposte ed idee su ciò che è, ma soprattutto ciò che sarà l’Italia, in virtù proprio dell’incidenza digitale.
Lo spirito pedagogico degli autori è quello di trasmettere l’importanza e il ruolo trasversale che il digitale ricopre ormai in tutti gli ambiti della società. Un elemento abilitante di crescita, trasparenza, uguaglianza sociale e di democrazia. Tutti fattori che richiedono oggi un impegno ed un lavoro di formazione ed informazione costanti e che favoriscono l’inclusione nella società digitale di imprese, manager, professionisti, cittadini ed istituzioni.
Il libro affronta la transizione digitale insieme a quella ambientale. In particolare, cresce la domanda di competenze green e digital nel mercato del lavoro: secondo lo studio dell’Osservatorio 4.Manager 2022, da qui a 5 anni, le skill digitali saranno costantemente le più ricercate e dovranno costituire una competenza di base per la maggior parte dei lavoratori.
Lo studio individua tra le grandi e medie aziende “più orientate all’innovazione e alla trasformazione sostenibile” quelle che negli ultimi tre anni hanno assunto manager (83%), lavoratori con elevate competenze tecniche (87%) e scientifiche (77%), e hanno incrementato le risorse per la formazione di manager (73%), lavoratori con elevate competenze scientifiche (75%) e tecniche (78%). Se invece consideriamo le piccole imprese i dati si riducono in maniera rilevante: soltanto nel 44% dei casi, hanno assunto manager negli ultimi tre anni, e solo nel 35%, lavoratori con elevate competenze scientifiche. E’ comunque molto significativa anche tra le pmi la propensione ad assumere lavoratori con elevate competenze tecniche (67%).
“Il mondo del lavoro – ha sostenuto Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager e Cida – è fortemente coinvolto dalle trasformazioni in atto, Cambiano le professionalità e i modelli organizzativi e deve cambiare anche il modo di fare impresa. Ecco perché è fondamentale essere pronti a gestire l’attuale fase di transizione digitale. Noi tutti dobbiamo lavorare affinché l’avvento della tecnologia sia foriero di opportunità e non solo di rischi. Non possiamo certamente indovinare il futuro, ma dobbiamo attrezzarci per governare i processi e formare le competenze che sono indispensabili”.
“Solo attraverso un sapere qualificato – ha concluso Cuzzilla – possiamo controllare al meglio le opportunità dell’innovazione e guadagnare quel vantaggio competitivo che tanto può essere utile al nostro Paese”.
“In tale veste – ha dichiarato Maurizio Pimpinella, presidente della Fondazione Idh – il libro rappresenta anche ‘uno sforzo formativo’ in linea con l’attività che la Fondazione svolge da sempre In questo scenario, la digitalizzazione dei processi economici, amministrativi e sociali rappresenta l’imperdibile opportunità per la rinascita di una società maggiormente equa, competitiva e sostenibile”.
“Le norme e i progetti – spiega Pimpinella – anche di ampio respiro come il Pnrr, non sono dogmi, ma necessitano di coerenza, di visioni ad ampio spettro calate nella realtà e di principi di causa ed effetto . Il digitale non può essere vissuto come un limite o un freno allo sviluppo. Al contrario necessità di essere percepito e riconosciuto quale unico insieme di tecnologie, strumenti e competenze in grado di garantire la più alta percentuale di benessere per i decenni a venire. Un’opportunità che, ora come ora, non possiamo più permetterci di rigettare”, ha concluso Pimpinella”.
Il libro è stato presentato durante un evento presso l’Auditorium di Federmanager e seguito da oltre 3 mila manager e professionisti collegati in streaming. Dopo l’introduzione degli autori e i saluti istituzionali di Renato Loiero, Consigliere economico del Presidente del Consiglio, hanno discusso del tema: Serafino Sorrenti, chief innovation officer Presidenza del Consiglio dei ministri; Lorenzo Basso, vice presidente commissione Ambiente e Innovazione tecnologica Senato della Repubblica, Giulia Pastorella, commissione Trasporti, Camera dei Deputati, Fulvio Sbroiavacca, coordinatore commissione Innovazione Federmanager e Valentina Cefalù, responsabile Rapporti istituzionali e con gli utenti, Divisione Italia Domani Pnrr, Infratel Italia. Il dibattito, moderato da Dina Galano, responsabile Rapporti istituzionali e comunicazione Federmanager, si è chiuso con le riflessioni di Mario Cardoni, direttore generale Federmanager.
Lavoro
Maltempo, Camera di commercio Roma: ‘1 mln euro per le imprese colpite dall’alluvione’

Il presidente Tagliavanti: "Per far fronte all’emergenza del presente e con lo sguardo rivolto alla ripartenza futura"

Un milione di euro. E’ quanto ha stanziato la Camera di commercio di Roma a favore delle imprese colpite dall’alluvione che ha devastato il territorio dell’Emilia-Romagna e, in particolare, delle province di Bologna, Forlì-Cesena e Ravenna. Un ingente contributo che le imprese di Roma, tramite la Camera di commercio, hanno deciso di devolvere per venire incontro alle emergenze dovute alle devastazioni provocate dalle tremende alluvioni dei giorni scorsi. Uno stanziamento che arriva dopo gli importanti contributi, sempre pari a un milione di euro, che la Camera di commercio di Roma ha messo a disposizione delle imprese e dei territori dell’Aquila, di Amatrice e di Modena e Ferrara colpiti negli anni scorsi da forti terremoti.
Un sostegno frutto della vicinanza a un territorio verso il quale le imprese di Roma, e i romani in generale, sono legati da stretti legami storico, culturali e sociali. Le risorse saranno destinate a realizzare specifici progetti di intervento e iniziative a favore delle attività produttive in collaborazione con le Camere di commercio di Bologna, della Romagna (che riunisce i territori provinciali di Forlì-Cesena e di Rimini) e di Ferrara e Ravenna, nella misura di un terzo ciascuna. “Abbiamo voluto dare un contributo concreto – ha dichiarato Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di commercio di Roma – per far fronte all’emergenza del presente e con lo sguardo rivolto alla ripartenza futura. In questa grave situazione, uno stallo nei cicli produttivi, in un territorio a vocazione fortemente imprenditoriale come quello emiliano-romagnolo, rischia di ripercuotersi negativamente sull’intero sistema Paese, con conseguenze economiche ancor più sfavorevoli rispetto ai danni che già si sono registrati. La collaborazione con le tre Camere di commercio dell’Emilia-Romagna è una modalità operativa scelta per destinare le risorse nel più breve tempo possibile e che risponde anche al principio di sussidiarietà”.
“Una risposta – ha spiegato – a questa drammatica situazione si rende necessaria, non solo sulla base del principio solidaristico che lega tutte le attività produttive del sistema Paese, ma soprattutto per fornire alle tante imprese coinvolte un immediato strumento di intervento per garantirne, quanto prima, la ripartenza e un rinnovato sviluppo”. L’intervento straordinario della Camera di commercio di Roma trova la sua motivazione sia nell’eccezionalità e gravità della situazione, sia nella consapevolezza che, in un momento in cui si registrano importanti segnali di ripartenza dopo la crisi pandemica, è indispensabile l’intervento di tutti gli attori del sistema economico per sostenere e incoraggiare questi segnali di resilienza, ancor di più in un territorio, come quello emiliano-romagnolo, a forte vocazione turistica e produttiva.
Lavoro
Assocontact, lotta al telemarketing illegale entra nel vivo il Codice di condotta

Oltre 4.000 le segnalazioni inviate a Garante privacy ogni mese

Sono oltre 4.000 le segnalazioni che i cittadini inviano al garante privacy ogni mese. Il fato è stato reso noto in occasione del convegno ‘La forza del gioco di squadra’. All’evento hanno partecipato il presidente del Co.re.com Lazio Maria Cristina Cafini, del componente del Collegio garante per la protezione dei dati personali, Guido Scorza, e del direttore del Dipartimento reti telematiche e marketing della medesima autorità, Riccardo Acciai.
Il Codice di condotta, un punto di partenza e non un punto di arrivo per tutti i partecipanti, rappresenta un traguardo per la costruzione positiva di un sistema di regole concrete e condivise a favore del telemarketing legale. Il Codice, redatto in soli 18 mesi, ha coinvolto 40 persone e 15 tra associazioni proponenti e aziende partecipanti. Nel Codice sono descritti ruoli, procedure e strumenti per rafforzare il reciproco controllo su tutti gli attori della filiera, aderenti e non, così da tutelare l’intero processo di trattamento dei dati dal contatto al contratto.
L’adesione al Codice è su base volontaria ma rappresenta un elemento di contenimento del telemarketing illegale agendo sul tracciamento dei contratti che, quando illecitamente conseguiti, non sono più validi. Rappresenta altresì un elemento di mitigazione nei confronti delle sanzioni comminate qualora il Garante ravvisi ulteriori irregolarità nella gestione del trattamento dei dati dei consumatori e dei cittadini. Inoltre il Codice prevede l’istituzione di un organismo di monitoraggio indipendente composto di personalità di prestigio e di autonomia operativa per far rispettare le regole e ricostruire un mercato sano, competitivo, leale con i diritti dei consumatori e pienamente a servizio dei cittadini.
Su questo tema è intervenuto il presidente di Assocontact, Associazione nazionale dei business process outsourcer, Lelio Borgherese che ha dichiarato: “Il gioco di squadra fa sempre la differenza ma oggi questa differenza è ancora più evidente perché nel contesto del telemarketing creare il perimetro delle regole e farle rispettare distingue il servizio dalla truffa. Anche per questo ci uniamo al pensiero esplicitato da tutte le associazioni proponenti: il Codice è solo l’inizio, c’è molto lavoro da fare. A cominciare dalla nomina dei professionisti che dovranno svolgere il delicato incarico di componenti dell’organismo di monitoraggio, il motore del Codice come Assocontact auspichiamo che la presidenza dell’OdM possa essere assunta dalle associazioni dei consumatori, la cui terzietà e indipendenza è inscritta nella propria natura e il cui lavoro è indubitabilmente volto a difendere gli unici attori davvero insostituibili della filiera: cittadini e consumatori”.
Dal confronto istituzionale con il componente del collegio dell’Autorità Garante della Privacy, Guido Scorza, il direttore del Dipartimento reti telematiche e marketing, Riccardo Acciai, è emersa l’urgenza di voltare pagina tutti insieme ma anche la consapevolezza che non esistono norme o strumenti in grado di fermare integralmente il fenomeno delle chiamate illegali. Basti pensare che nonostante il Garante abbia elevato 265 multe da quando il Gdpr è attivo (l’Italia è al secondo posto in Europa per numero di multe comminate) per un ammontare complessivo di 123.369.569 milioni di euro pagati dalle aziende, pervengano appunto ancora oltre 4.000 segnalazioni al mese da parte dei cittadini.
Strumenti di camuffamento del numero chiamante (spoofing), delocalizzazione delle aziende illegali fuori dai confini EU, innovazione tecnologica sono i tre elementi che complicano maggiormente la lotta agli illegali. Assocontact, da sempre in prima linea contro la lotta al telemarketing illegale, ha sottolineato l’importanza del percorso intrapreso con il Codice di condotta che da oggi fissa un punto di riferimento per i committenti, gli outsourcer, i list provider, le autorità e i lavoratori che vorranno agire fattivamente nella costruzione di un sistema di regole di comportamento e gestione dei dati più sicuro.
Lavoro
Rekeep, da KeepCare family sostegno concreto ai propri dipendenti

Un progetto innovativo di assistenza per le famiglie che prevede la messa a disposizione di un 'care manager'

Rekeep, principale gruppo italiano attivo nell’integrated facility management, accresce ulteriormente il proprio impegno al fianco dei dipendenti attraverso una nuova iniziativa gratuita volta a fornire un sostegno concreto e a favorire la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro: KeepCare family, un progetto innovativo di assistenza per le famiglie che prevede la messa a disposizione di un ‘care manager’, una figura qualificata che ascolta i bisogni del dipendente per capire di quale supporto ha bisogno, indirizzandolo, quando possibile, verso la rete dei servizi di assistenza pubblica territoriale o di operatori privati specializzati e attivando, nei casi previsti, i voucher di cura/servizi offerti gratuitamente da Rekeep.
In dettaglio, in relazione al tipo di difficoltà che il dipendente o un suo famigliare stanno affrontando quali, ad esempio, non autosufficienza anche parziale e temporanea, disturbi dell’apprendimento o della motricità, disabilità fisica o intellettiva, disagio e difficoltà, il/la care manager potrà proporre uno dei voucher che Rekeep mette a disposizione, che consistono in pacchetti di ore di cura/servizi offerti gratuitamente, con l’obiettivo di aiutarlo ad affrontare con più serenità la situazione di fragilità che sta vivendo.
Possono usufruire del servizio tutti/e i/le dipendenti di Rekeep assunti/e a tempo indeterminato e con un’anzianità di almeno 12 mesi (l’88% dell’organico complessivo), che possono chiedere l’intervento per sé o per un proprio famigliare stretto (genitori, figli/e, fratelli/sorelle, marito/moglie, convivente di fatto del/della dipendente ovvero con legami formalizzati in matrimonio, unione civile e convivenza di fatto).
Le diverse tipologie di voucher messe a disposizione possono riguardare: interventi di sostegno educativo per problematiche quali i bes (bisogni educativi speciali), i dsa (disturbi specifici dell’apprendimento) e/o altri disturbi/problematiche che possano necessitare di un supporto professionale; servizi assistenziali verso adulti o anziani non autosufficienti (anche temporaneamente) quali interventi di assistenza, cura e accompagnamento presso il proprio domicilio, attività di igiene e cura della persona, supporto nei pasti principali e passeggiate assistite; servizi di ricerca e selezione di assistenti familiari (badanti/baby-sitter…), operato da una agenzia per il lavoro, per individuare una figura qualificata che possa occuparsi di un familiare, sia esso anziano o minore; servizi di consulenza specialistica (psicologo/a, counselor, pedagogista, logopedista, psicoterapeuta, …) per un supporto ed un sostegno – personale o per un familiare – per affrontare una situazione di difficoltà temporanea.
Il nuovo servizio di welfare, che punta a garantire un supporto concreto ai dipendenti di Rekeep per affrontare con maggiore serenità situazioni di fragilità famigliare, è un progetto realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento per le Politiche della famiglia attraverso il bando ‘Conciliamo’, finalizzato alla promozione di politiche per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. La proposta presentata da Rekeep comprende, oltra a KeepCare family, anche una serie di ulteriori progetti finalizzati alla digitalizzazione dei processi e alla promozione dello smart working.
KeepCare family si inserisce in un più ampio programma di welfare del Gruppo Rekeep denominato KeepCare che comprende: KeepCare school, che prevede l’assegnazione di borse di studio rivolte a studenti delle scuole superiori e universitari, figli di dipendenti (il progetto più antico, su cui in 13 edizioni il Gruppo ha investito quasi 2 milioni di euro, in più 3.677 borse di studio erogate a beneficio di circa 1.621 studenti); KeepCare kids, con campi residenziali estivi per i ragazzi dagli 11 ai 13 anni in tutta Italia e in centri estivi in alcune specifiche Province (progetto nato inizialmente grazie a un finanziamento ministeriale poi interamente finanziato da Rekeep); KeepCare health, che comprende assistenza sanitaria integrativa e progetti finalizzati alla prevenzione con associazioni del territorio.
Rekeep vanta una lunga esperienza in materia di welfare aziendale, che è parte della sua storia ed è intrinsecamente legato alle peculiari caratteristiche demografiche e sociali del propri dipendenti, una popolazione composta solo in Italia da oltre 15.000 persone, in larga parte operai addetti alle pulizie o ai servizi manutentivi, per il 30% nati all’estero (che spesso trovano in Rekeep la prima occasione di lavoro stabile in Italia) e che a volte vivono in contesti sociali difficili o hanno una non elevata alfabetizzazione informatica.
In questo scenario Rekeep porta, quindi, avanti politiche che nascono dall’ascolto dei bisogni dei dipendenti e che, viste le caratteristiche della forza lavoro, intendono essere quanto più inclusive possibili, focalizzate su servizi essenziali e economicamente e logisticamente sostenibili rispetto alle tante persone coinvolte.
“Con questo progetto facciamo un passo in più per andare incontro ai bisogni delle nostre persone, cercando di essere al loro fianco quando più ne hanno bisogno: quando i carichi familiari diventano più pesanti, ad esempio per la fragilità di un genitore anziano, o quando mancano reti familiari o sociali che supportino nella gestione di bambini e ragazzi con disturbi dell’apprendimento o bisogni educativi particolari o anche quando è il dipendente stesso ad attraversare un momento di personale difficoltà. È un passo importante, anche alla luce della composizione sociale dei nostri dipendenti, e ci ha fatto particolarmente piacere che sia stato riconosciuto anche dal dipartimento per le Politiche della famiglia” ha dichiarato Claudio Levorato, presidente del Gruppo Rekeep.
Lavoro
Migranti, Cifa Italia: ‘Per decreto flussi un nuovo modello di gestione’

Cafà: "La formazione dei lavoratori in entrata avvenga nei paesi di provenienza. Sarebbe un bene per le persone, le imprese e l’intero sistema Paese"

“Così com’è impostato, il Decreto flussi garantisce, senza dubbio, la sopravvivenza di alcuni settori produttivi strategici del nostro Paese, quali l’agricoltura, il turismo, l’alberghiero, l’edilizia, l’autotrasporto”. A dirlo il presidente dell’associazione datoriale Cifa Italia, Andrea Cafà. “Non garantisce invece – aggiunge – che a entrare in Italia siano lavoratori professionalmente qualificati, anzi in genere arrivano persone che non possiedono né competenze linguistiche adeguate né competenze specifiche né conoscenze basilari sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”.
“Le conseguenze – avverte – sono sotto i nostri occhi: mancata integrazione sociale, isolamento, alto numero di assenze dal lavoro a causa dei numerosi infortuni, aumento dei costi per la sanità e per l’Inail, bassa produttività per le imprese e riduzione della crescita complessiva dell’Italia”.
“A fronte di tutto questo – sottolinea Cafà – Cifa Italia propone un modello di gestione che si integri con lo spirito del Decreto flussi e preveda che la formazione dei lavoratori in arrivo avvenga nei paesi di provenienza. Questo sarebbe un bene per le persone, per le imprese e per il Paese. Questo modello lo presenteremo a breve nel corso di un evento che Cifa Italia terrà nell’ambito del Festival del Lavoro 2023 di Bologna. L’assise annuale dei consulenti del lavoro ci sembra il contesto più opportuno per discutere un tema tanto attuale e per proporre la soluzione che abbiamo individuato”.
Lavoro
Fisco, Aepi: “Bene riforma governo, attesa da mezzo secolo”

"In attesa di leggere i prossimi decreti delegati, si esprime un parere favorevole sull’intero provvedimento, apprezzandone la visione d’insieme"
“E’ una riforma attesa da tempo e auspicata da tutti, anche per rendere il sistema tributario più equo e orientato alla crescita, così come già previsto anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’ultima vera riforma fiscale è quella del ’73-74, nata dai lavori della ‘Commissione Cosciani’ del ’63-64. Si deve poi arrivare al 1997, con Visco, per una revisione e aggiornamento dell’impianto normativo; e, a seguire, nel 2003-04, con Tremonti. Oggi, dopo mezzo secolo e con un mondo completamente diverso da allora, per la prima volta, si tenta di riscrivere l’intero sistema, aggiornandolo per contestualizzarlo al periodo corrente. In attesa di leggere i prossimi decreti delegati, si esprime un parere favorevole sull’intero provvedimento, apprezzandone la visione d’insieme”. Questa la posizione della Confederazione Aepi sulla delega al governo per la riforma fiscale, come evidenziato nel corso del convegno di oggi presso lo ‘Spazio impresa’ di Aepi a Roma su ‘Delega fiscale. Cosa cambia per professionisti e imprese’, e come già sottolineato nel corso dell’audizione alla Commissione Finanze della Camera dei deputati.
“Il provvedimento conferisce al Governo -spiegano da Aepi- una delega finalizzata all’emanazione, nei 24 mesi successivi dall’approvazione del provvedimento medesimo, di uno o più decreti legislativi. Gli schemi di decreto saranno, a loro volta, trasmessi alle Camere e, quindi, alle Commissioni parlamentari competenti per l’acquisizione dei relativi pareri. Viene prevista, infine, la possibilità di adottare, entro ulteriori 24 mesi dall’entrata in vigore, dei correttivi e/o correttivi alle norme entrate in vigore. Pur apprezzando e plaudendo all’iniziativa, si segnala come il sistema Paese abbia necessità di trovare le prime soluzioni nell’immediato, proprio per rilanciare l’economia. Pertanto, si auspica che i primi provvedimenti possano già trovare la luce nel prossimo autunno”, si sottolinea da Aepi.
Lavoro
Fisco, Dinoi (Aepi): “Politica faccia scelta di campo, ascoltare mondo reale”

Così il presidente della Confederazione Aepi, è intervenuto nel corso del convegno di oggi presso lo 'Spazio impresa' di Aepi a Roma su 'Delega fiscale. Cosa cambia per professionisti e imprese'.

“Noi chiediamo alla politica che sul fisco inizi a fare delle scelte di campo o mondo reale o mondo ideologico. Scelte che anche se non condivise possono rappresentare comunque dei punti fermi. E noi auspichiamo che il fisco scelga di essere espressione del mondo reale non del mondo ideologico di appartenenza”. Così Mino Dinoi, presidente della Confederazione Aepi, è intervenuto nel corso del convegno di oggi presso lo ‘Spazio impresa’ di Aepi a Roma su ‘Delega fiscale. Cosa cambia per professionisti e imprese’.
Sull’evasione fiscale “se non si intensificano i controlli non si riesce a capire cosa sta avvenendo. C’è una presenza sempre maggiore della malavita che agisce sulle imprese”, sottolinea.
Secondo Dinoi, “se all’interno del Paese non si intrecciano i dati, non ci si parla, se non c’è una fiscalità che interviene per capire le esigenze del mondo reale non si va da nessuna parte. Ci sono situazioni irrecuperabili ma non perchè uno non vuole pagare. Spesso e volentieri molte imprese sono andate in difficoltà con l’Agenzie delle entrate, sono finite in default, proprio perchè lavorano con la Pa e hanno avuto dei problemi con i pagamenti”, conclude.
Lavoro
Manageritalia-Regione Lombardia, insieme per riqualificazione e occupazione manager

Con le organizzazioni di rappresentanza delle imprese

Migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, avviare percorsi di formazione specialistica, valorizzare le competenze nonché favorire l’occupazione e il reinserimento lavorativo per dirigenti inoccupati, favorendo l’ingresso nelle imprese del territorio di nuova managerialità, fondamentale per aumentare competitività e sviluppo. Questi gli obiettivi delle linee guida contenute nel protocollo di intesa volto a valorizzare la componente manageriale del capitale umano per incentivare la competitività d’impresa.
A presentare oggi, a stampa e operatori, i contenuti dell’iniziativa l’assessora all’Istruzione, Formazione, Lavoro Simona Tironi con Paolo Scarpa, presidente di Manageritalia Lombardia – Marco Bodini, presidente di Federmanager Lombardia – Giovanna Mavellia, segretario generale di Confcommercio Lombardia – Francesco Buzzella Presidente di Confindustria Lombardia presso gli spazi IBM Studios Milano in piazza Gae Aulenti.
Un intervento concreto di politiche attive per il lavoro che nasce nell’ambito della collaborazione tra Regione Lombardia e le organizzazioni regionali dei manager Manageritalia Lombardia, Federmanager Lombardia e delle aziende Confindustria Lombardia e Confcommercio Lombardia per valorizzare la componente manageriale del capitale umano lombardo.
“Regione Lombardia intende realizzare percorsi volti a migliorare l’occupabilità di figure dirigenziali in quanto le competenze manageriali sono individuate quali leve di sviluppo competitivo per le imprese” Sostiene l’assessore all’Istruzione, formazione e lavoro, Simona Tironi, che prosegue: ”Tali interventi saranno realizzati nell’ambito del Programma regionale Fse+ 2021-2027, volto alla riqualificazione e all’accompagnamento al lavoro delle persone. È necessario fornire a manager e dirigenti le competenze tecniche, professionali e relazionali di cui le aziende hanno bisogno; perciò sono convinta che si debba intervenire per il rafforzamento e la specializzazione dei servizi e delle tecniche di recruiting, allo scopo di favorire un maggiore e migliore raccordo tra manager e mondo imprenditoriale”.
Per Paolo Scarpa, presidente Manageritalia Lombardia: “La forte collaborazione e sinergia tra pubblico e privato sottesa alla delibera della Giunta regionale è un esempio importante per favorire la crescita dei territori e del Paese puntando sulle competenze dei manager per dare nuova organizzazione e senso al lavoro e ai modelli di business che le imprese devono mettere in campo per competere e aumentare il benessere di tutti. Un’azione, che anche grazie ad auspicabili successive misure, avrà positive ricadute sui lavoratori e gli imprenditori che potranno avvalersi di nuova e maggiore managerialità in seguito ad una collaborazione lungimirante e concreta di tutti gli stakeholder coinvolti”.
Marco Bodini Presidente di Federmanager Lombardia: “I manager costituiscono un patrimonio di competenze, formazione continua ed esperienza. L’impresa è cultura e la cultura d’impresa basata sulla managerialità è un asset fondamentale soprattutto oggi in un contesto socioeconomico in continua evoluzione. L’adozione di questa misura, i cui lavori sono stati seguiti per la parte di nostra competenza da Aldai-Fedemanager, l’Associazione lombarda dirigenti aziende industriali, rappresenta una risposta concreta per valorizzare la componente manageriale in ottica di competitività di impresa ed esprime il forte connubio tra manager e imprese con Regione Lombardia”.
“Una misura – dichiara Carlo Massoletti, vice presidente vicario di Confcommercio Lombardia – che prevede politiche attive per i manager è sicuramente innovativa e avrà l’effetto positivo di mettere in circolo competenze In un mondo che cambia ad una velocità incredibile, il Know how determinato da una lunga esperienza rimane comunque strategico per l’economia lombarda. Soprattutto per le imprese del Terziario, spesso piccole, dove competenze manageriali, affiancate al sapere, alla passione e alla dedizione degli imprenditori, potranno garantire una crescita solida”.
“Il protocollo – spiega Francesco Buzzella presidente di Confindustria Lombardia – sottoscritto tra Regione Lombardia e gli stakeholders del territorio prevede servizi di placement per la definizione di percorsi professionali personalizzati e per l’accompagnamento al lavoro finalizzati all’assunzione unitamente al supporto ai percorsi di formazione specialistica. Il Protocollo consentirà di rafforzare le misure di incentivo alla riassunzione e di favorire, in accordo con le iniziative già in corso promosse dalle Parti firmatarie, la ricollocazione di manager inoccupati attraverso Voucher alle imprese, soprattutto pmi, a copertura parziale della retribuzione del manager. Si tratta di un accordo importante perché potrà supportare la gestione del cambio generazionale e la continuità d’impresa proprio attraverso la possibilità di rioccupazione presso le pmi. Tramite questa intesa si potrà evitare una dispersione di preziose competenze manageriali che pertanto risulteranno utili alla creazione di percorsi professionali per le nuove generazioni”.
L’iniziativa può contare sua una dotazione finanziaria complessiva, messa a disposizione da Regione Lombarda, di 1.5milioni di Euro di cui 500mila Euro espressamente dedicati a favore delle ex dirigenti disoccupate. A poter usufruire dei contributi saranno dirigenti disoccupati, uomini e donne, privi di impiego di tipo subordinato da almeno 30 giorni con un’età compresa tra 50 e 62 anni residenti o domiciliati in Regione Lombardia.
Due le linee d’intervento e contributo previste, erogate tramite voucher, volte a favorire la rigenerazione delle competenze manageriali. Linea A – Servizi di placement per la definizione di percorsi professionali personalizzati e per l’accompagnamento al lavoro finalizzati all’assunzione che potranno godere di un voucher del valore massimo sino a 6mila euro per ogni singolo destinatario. In queta linea rientrano servizio come: bilancio delle competenze, sviluppo del progetto professionale personalizzato, attività di ricerca di nuove opportunità professionali, supporto nella fase di selezione e di inserimento nella nuova attività.
Linea B – Servizi di formazione specialista volti alla riqualificazione delle competenze attraverso corsi e percorsi formativi che porranno godere di un contributo massimo di 5 mila euro per ogni singolo destinatario. I voucher verranno erogati con procedura a sportello ossia, in base all’ordine cronologico di presentazione della domanda, previa istruttoria formale in relazione ai requisiti di accesso previsti e l’erogazione del contributo avverrà solo a rendicontazione delle spese sostenute.
A entrambi i voucher saranno affiancati contributi di derivazione contrattuale: il Modello Regione Lombardia’ si propone quindi come modello sperimentale di innesto di risorse pubbliche nelle risorse private messe già a disposizione dai Contratti Collettivi di lavoro, tra sistema pubblico di servizi al lavoro e sistemi bilaterali delle parti sociali. Poiché entrambe le misure sono legate al risultato occupazionale, sarebbe opportuno che fossero accompagnate a più presto anche da un incentivo al reimpiego manageriale a beneficio delle imprese. Tutte le informazioni e le domande per accedere ai contributi saranno disponibili sul sito di Regione Lombardia e delle associazioni di riferimento.
Lavoro
Consulenti del lavoro, un mese al Festival 2023

Dal 29 giugno al 1° luglio, al Palazzo della Cultura e dei Congressi di Bologna, esponenti del

Partito il countdown per il Festival del lavoro 2023, la manifestazione organizzata dal Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro e dalla Fondazione Studi, che tornerà a Bologna dal 29 giugno al 1° luglio, presso il Palazzo della Cultura e dei congressi. Occhi puntati, per la 14ª edizione, sulle dimensioni che stanno determinando l’evoluzione del mercato occupazionale. Non è un caso, infatti, che il titolo scelto quest’anno sia ‘Competenze e innovazione: il futuro del lavoro’.
Una dichiarazione d’intenti, che marca la scelta di dirigere la lente di ingrandimento sulle abilità che i lavoratori devono acquisire e aggiornare per poter governare le transizioni in atto, digitalizzazione e intelligenza artificiale su tutte. A un mese esatto dal Festival, iniziano a concretizzarsi gli eventi formativi che animeranno la tre giorni. Una corolla di appuntamenti attorno all’Auditorium, che vedrà il confronto sulle opportunità e le criticità legate all’attuazione del Pnrr, sulle sfide dettate dall’innovazione tecnologica e sugli strumenti per far crescere il lavoro e la formazione.
L’Aula del diritto, il parterre riservato al dialogo tra esperti di diritto del lavoro, accademici e ispettori vedrà le riflessioni su contratti a termine, negoziazione assistita, crisi d’impresa, welfare aziendale e futuro della professione. Sipari aperti anche sull’Agorà in Libreria, il momento dedicato all’interazione con i partecipanti su alcuni temi d’interesse per i consulenti del lavoro, ma soprattutto un luogo di incontro per sciogliere eventuali dubbi normativi, anche grazie all’ausilio dei manuali che verranno presentati nel corso dell’evento.
Un calendario, quello del Festival del Lavoro, ricco e trasversale, impreziosito dai ‘Laboratori’, una formula dal taglio pratico che, partendo da casi concreti, coinvolgerà gli iscritti nell’individuazione di possibili soluzioni al problema sollevato. Al centro della tre giorni emiliana, dunque, il futuro, da indagare anche grazie alle fotografie scattate dalle indagini della Fondazione studi consulenti del lavoro, che da sempre arricchiscono di nuovi spunti i dibattiti della kermesse.
E’ il caso di ‘Gli italiani e il lavoro – Analisi su andamento mercato del lavoro’ e ‘Welfare aziendale’. “Il futuro – sottolinea Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro – non rallenta, è inutile affannarsi per frenarlo. Tanto vale, allora, farsi trovare pronti”.
“Il Festival del lavoro – spiega – ha la caratteristica di guardare avanti e anticipare gli scenari che influenzeranno il mercato occupazionale negli anni successivi. Oggi l’unico modo per non farsi travolgere dagli eventi è formarsi e restare competitivi, adeguando le proprie abilità alle sfide e alle necessità del mondo che ci circonda. Ormai è evidente che competenze e innovazione siano il binomio che condizionerà, nel bene e nel male, il futuro delle professioni. E’ impensabile, allora, non partire da qui per ragionare di cosa ci riserverà il domani”. Tutte le informazioni e gli aggiornamenti su www.festivaldellavoro.it.
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