Esteri
Francia, auto travolge agricoltori in protesta: morta una...
Francia, auto travolge agricoltori in protesta: morta una donna
Ferito anche il marito della manifestante. Fermati due uomini. Aperta inchiesta. Macron assicura: "Chiesto a governo soluzioni concrete"
Tragedia in Francia durante le protesta degli agricoltori. Una donna e la figlia di 14 anni sono morte dopo che un'auto si è schiantata contro un posto di blocco dei dimostranti a Pamiers nell'Ariège, nel sudovest del Paese. Il padre è ricoverato in terapia intensiva. L'uomo alla guida dell'auto che ha investito gli agricoltori è stato fermato dalla polizia ed è in stato di custodia. Fermato anche un altro uomo. Entrambi avevano l'obbligo di lasciare il territorio, rivela 'Le Figaro' che cita una fonte vicina alle indagini. I due uomini, armeni, aveva presentato una richiesta di asilo che era stata respinta. Avevano fatto appello della decisione che era stata un'alta volta respinta nel 2023.
"La tragedia di Pamiers sconvolge tutti noi. Penso con emozione alle vittime e ai loro cari", ha scritto su X il presidente francese Emmanuel Macron, assicurando di aver "chiesto al governo di mobilitarsi pienamente per fornire soluzioni concrete alle difficoltà che incontrano gli agricoltori".
Si tratta di ''una tragedia per tutti noi'', ha scritto su X il ministro francese dell'Agricoltura Marc Fesneau. ''Oggi tutti gli agricoltori sono in lutto'', ha scritto in un tweet il primo ministro francese Gabriel Attal affermando che ''la nazione è scioccata e unita'' davanti a quanto accaduto. ''A nome del governo voglio esprimere il mio dolore e il mio pieno sostegno alla famiglia e ai familiari delle vittime'', ha aggiunto Attal.
Indagine per omicidio colposo aggravato
Sul caso è stata aperta una indagine per ''omicidio colposo aggravato'' e ''lesioni aggravate'' ha annunciato il procuratore di Foix, Olivier Mouysset in un comunicato stampa. Il procuratore ha spiegato che l'auto che ha investito la donna stava viaggiando su una strada a doppia carreggiata quando ha urtato "un muro di balle di paglia, eretto fino al ponte". Dietro questo muro di paglia ''i manifestanti stavano mangiando'', ha aggiunto.
La Procura precisa che il conducente del veicolo, 44 anni e non noto alle forze dell'ordine, è risultato negativo all'alcol e alla droga. I tre occupanti del veicolo che ha investito e ucciso la donna sono stati posti in custodia di polizia e ''saranno interrogati a breve''. Anche se, precisa la procura, ''in base ai primissimi elementi dell'indagine, i fatti in questione non sembrano essere intenzionali''.
Esteri
Israele, attacco contro Iran: colpita base militare
Secondo il New York Times, è stata colpita una base militare nell'area di Isfahan
Israele ha sferrato l'attacco contro l'Iran oggi, in risposta all'offensiva lanciata da Teheran nella notte tra sabato e domenica scorsa. Secondo il New York Times, che cita 3 funzionari iraniani, è stata colpita una base militare nell'area di Isfahan. Il quotidiano statunitense cita le informazioni fornite da due fonti militari israeliane, che attribuiscono l'azione a Israele.
Esteri
Ucraina, Crosetto: “Italia ha fornito tutto quello...
"Noi veniamo da 40 anni con l'idea che la difesa fosse qualcosa di cui non avevamo bisogno"
"Noi domani avremo una incontro, una call, a cui presumo ci sarà lo stesso Zelensky, per fare il punto" sugli aiuti all'Ucraina. "Mi pare che l'Europa e l'Italia in particolare abbiano fornito in questo periodo tutto quello che riuscivano a dare". Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenendo all'incontro promosso da PwC Italia in collaborazione con il gruppo editoriale Gedi, dal titolo 'Il ruolo della ricerca militare nello sviluppo economico italiano'.
"Il problema - ha spiegato - è che noi veniamo da 40 anni con l'idea che la difesa fosse qualcosa di cui non avevamo bisogno, che le scorte e gli investimenti per la difesa non servissero, per cui non abbiamo magazzini pieni con cui possiamo aiutare. Quello che potevamo dare fino ad adesso l'Italia lo ha dato quasi integralmente. La parte che non ha ancora dato la darà prossimamente", ha detto il ministro.
"Sono talmente arrabbiato che dico una cosa pubblicamente: l'Italia ha ordinato alcuni sistemi di difesa aerea Samp-T due anni fa, l'industria che ha la commessa mi dice che li consegnerà tra tre anni. Un ordine di Samp-T per la difesa italiana fatto due anni fa, l'industria mi dice che lo consegna tra tre anni", ha proseguito.
"Voi pensate che uno possa fare il ministro della difesa o difendere un Paese con questi tempi? Non riesco a capire come sia possibile metterci tre anni per costruire una qualunque cosa, anche la più complessa che esiste al mondo", ha osservato Crosetto, spiegando che il problema è che "noi abbiamo un'industria che si era tarata su una capacità produttiva in cui lo Stato fa l'appalto, dà i soldi, quando li dà si inizia a costruire e poi quando si riesce, si consegna. Invece viviamo tempi in cui avremmo bisogno delle cose subito". Il problema - ha riferito il ministro - "non è solo italiano, ma europeo. Lo ha anche il ministro francese, con cui stiamo facendo una battaglia a due".
A differenza di quanto accade in Europa, "in Russia, in Cina e in Iran alzano il telefono e l'azienda che prima faceva frigoriferi" viene convertita per la produzione della difesa. "Noi invece ci confrontiamo con regole costruite in tempi di pace e in tempi normali in tempi che non sono di pace e non sono normali".
Esteri
India al voto, Armellini: “Grande democrazia? Con...
L'ex ambasciatore a Nuova Delhi: "Il Paese è cresciuto, ma stretta autoritaria sempre più opprimente"
L'India resta un grande Paese, ma non è detto che resterà una grande democrazia. Alla vigilia della prima tornata elettorale nel gigante asiatico - dove da domani al primo giugno poco meno di un miliardo di elettori andrà a votare in 28 Stati federali e otto territori - l'ex ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Antonio Armellini, parla con l'Adnkronos dell'India di Narendra Modi, che si avvia al suo terzo mandato, dopo dieci anni già al governo.
Con il leader del Bjp "l'India è molto cambiata, è cresciuta economicamente, è migliorata al suo interno, il programma di investimenti sulle infrastrutture ha portato risultati ed il sistema finanziario è stato ammodernato", riconosce Armellini. Che tra i 'meriti' cita "la presa sull'elettorato, che si è ampliato e non è più solo quello tradizionale del Bjp", il partito dei commercianti e degli imprenditori.
Parallelamente, osserva l'ex ambasciatore, "la stretta autoritaria del governo Modi è diventata sempre più opprimente, figlia di un controllo e di un meccanismo del consenso molto sofisticati", mentre l'opposizione divisa e frammentata "è in difficoltà nel trasmettere un qualche tipo di messaggio che possa essere recepito dagli elettori".
L'India cresce "ma crescono anche le diseguaglianze", sottolinea ancora Armellini, mentre si avvia a diventare "una democrazia autoritaria sempre più lontana dal modello che ne aveva fatto un unicum nel continente asiatico, una grande democrazia liberale, figlia del pensiero politico del 19mo secolo, che aveva avuto anche Giuseppe Mazzini tra gli ispiratori della lotta per l'indipendenza". "L'India laica, tollerante, multietnica, rispettosa dello stato di diritto non è l'India di Modi, fortemente identitaria - ragiona l'ex ambasciatore - L'India è un grande Paese, ma che resti una grande democrazia è un punto interrogativo".
Quanto alla politica estera di Nuova Delhi, che "ha una percezione di sé come grande potenza sullo stesso piano di Stati Uniti e Cina, il punto da cui partire è che l'India non ha alleanze, ma relazioni, è partner di molti, ma nel proprio interesse". Che è quello di "grande potenza autonomia con due punti di riferimento imprescindibili: il contrasto con la Cina e il conflitto con il Pakistan", spiega Armellini. E chi, "come a tratti cercano di fare gli Stati Uniti, pensa di poterla legare in una vera e propria alleanza, rischia di restare fortemente deluso".
Infine l'ex ambasciatore si dice convinto che Nuova Delhi abbia "una maggiore capacità di attrazione per diventare il punto di riferimento del Sud globale", in particolare rispetto a Pechino, che agli altri Paesi "richiede di schierarsi", laddove l'India ha un approccio meno identitario.