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Politica

Manovra 2023, Meloni: “Da Bankitalia no critiche sostanziali, è ben fatta”

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“La notizia per il governo è che sulle grandi voci di questa manovra non ci” sono state “da parte di Bankitalia critiche sostanziali. Questa è la cosa più importante. La manovra dal mio punto di vista è ben fatta, seria, dà segnali importanti in una situazione come quella con cui ci confrontiamo. Soprattutto, non era scontato si facesse una manovra politica” in tempi così rapidi. “Abbiamo fatto un buon lavoro”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, da Tirana, dove ha preso parte al vertice Ue-Balcani.

Pnrr

Sull’appello alla responsabilità sul Pnrr “condivido le parole del presidente Mattarella: il governo dall’inizio del suo mandato sta lavorando in maniera incessante sul tema del Piano nazionale di resistenza e resilienza”, ha sottolineato Meloni.

“Sono risorse importanti in particolare in questa fase ed è importante che arrivino a terra”, ha detto Meloni, ribadendo che “ci sono delle questioni aperte a partire dall’aumento dei costi delle materie prime. Con 120 mld di investimenti e l’aumento delle materie al 35% un problema c’è”. Per questo, ha affermato ancora, “abbiamo dal primo giorno riconvocato la cabina di regia e stiamo lavorando con molta concentrazione perché è uno strumento molto importante nella fase difficile in cui ci troviamo”.

Giustizia

“Garantista nella fase del processo, giustizialista nella fase dell’esecuzione della pena”, si definisce Meloni, parlando della riforma della giustizia che “penso in Italia sia prioritaria, non sono l’unica a pensarlo: al di là delle questioni di merito credo che molti siano d’accordo”. “E l’approccio disegnato da Nordio è un approccio che il governo condivide – ha sottolineato il premier – Io sono sempre stata convinta e rimango convinta del fatto che una riforma della giustizia debba avere due grandi obiettivi, le garanzie agli imputati e agli indagati e garantire la certezza della pena quando la sentenza passa in giudicato e credo che l’approccio che Nordio disegna sia di questo tipo”.

Energia

A margine del vertice di Tirana Giorgia Meloni ha avuto un bilaterale con il cancelliere tedesco. Lo ha riferito lo stesso premier, sottolineando di aver avuto un lungo confronto particolarmente sul tema dell’energia, in vista del prossimo Consiglio europeo, ma anche tenendo in considerazione un ruolo che l’Italia può giocare, in una fase molto difficile, sul tema dell’approvvigionamento energetico”. L’Italia può giocare “un ruolo centrale e strategico”, ha detto Meloni.

Sulle misure per l’energia “attualmente la proposta della Commissione europea non mi pare sufficiente, lavoriamo per migliorarla”, ha ribadito.

Migranti

“Noi come Italia ci troviamo in una tenaglia” tra gli arrivi di migranti lungo la rotta del Mediterraneo centrale e lungo la rotta balcanica, ha sottolineato il premier, rispondendo a chi le chiedeva se sia preoccupata che l’Europa presti maggiore attenzione alla rotta balcanica.

Con il presidente francese Emmanuel Macron “non abbiamo avuto ìl tempo di un bilaterale, ma come sapete nei prossimi giorni ci saranno molte occasioni di incontro”, ha sottolineato.

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Migranti, Imam Catania: “Bene cooperazione Italia-Tunisia”

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“Il nostro augurio è che le parti tunisine e italiane continuino a cooperare nel campo della lotta alla migrazione irregolare, con misure efficaci e politiche mirate per poter porre fine a questa tragedia. Io sono convinto che l’immigrazione è un fenomeno antico e complesso, impossibile da impedire, nonostante alcuni politici cerchino di ridurlo a un mero slogan elettorale”. Lo afferma in una intervista all’AdnKronos il Presidente della Comunità islamica in Sicilia e Imam di Catania, Abdelhafid Kheit. “Vorrei sottolineare l’importanza – aggiunge- di costruire un approccio globale alla cooperazione nel campo della migrazione andando oltre il solo approccio della sicurezza, quest’ultimo infatti rimane limitato in termini di efficacia come abbiamo già potuto vedere”.

“Il nostro governo – evidenzia Abdelhafid Kheit- sta premendo, nell’UE, per fornire aiuti urgenti alla Tunisia e prevenire un possibile collasso economico, oltre a cercare di raggiungere un accordo con il FMI per accelerare il prestito in sospeso”. Per l’Imam di Catania, “riguardo all’impegno della Tunisia nel contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina, è importante la volontà politica, basta ricordare la visita del Presidente della Repubblica della Tunisia a Sfax e Mahdia, la quale ha contribuito a un calo degli imbarchi, sottolineando il successo dei servizi tunisini specializzati nel contrastare numerose operazioni di migrazione e nell’arrestare un numero significativo di scafisti”.

“Ritengo un passo in avanti – osserva ancora il Presidente della comunità islamica in Sicilia- il fatto che i due Paesi stiano attualmente negoziando una bozza di accordo quadro per la cooperazione nel settore del comportamento consensuale in materia di migrazione e sviluppo solidale, con l’obiettivo di garantire l’apertura di canali di migrazione organizzata e di migrazione circolare”. “Sarebbe giusto – evidenzia infine Abdelhafid Kheit- organizzare congressi internazionali in cui possano confrontarsi e intervenire i vari governi europei, nord-africani e subsahariani, per riuscire a costruire una coordinazione concreta delle risorse e fronteggiare al meglio la problematica”. (di Francesco Bianco)

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Berlusconi, sabato primo vertice Forza Italia dopo ricovero

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I ministri azzurri attesi ad Arcore

Da Arcore confermano le voci di un pranzo, sabato a Villa San Martino, tra Silvio Berlusconi e i ministri azzurri guidati dal vicepremier Antonio Tajani, nonchè responsabile degli Affari esteri e coordinatore nazionale azzurro. L’incontro, raccontano, sarà l’occasione per fare il punto della situazione politica sugli impegni di governo in vista delle prossime scadenze parlamentari. Nel menu, assicurano, nessuna ‘rivoluzione azzurra’, ovvero stravolgimento di Forza Italia. ll lungo ricovero al San Raffaele ha impedito al Cav di incontrare la sua squadra di governo. Sono venti giorni che il leader azzurro non vede di persona i ministri, spiegano fonti azzurre.

Al summit non parteciperanno i capigruppo di Camera e Senato, Paolo Barelli e Licia Ronzulli. Ci saranno solo Tajani, Casellati, Zangrillo, Pichetto Fratin e Bernini. In questi giorni, complice la notizia del vertice con i ministri, sono tornate a circolare rumors su nuove nomine in casa Fi. Raccontano che qualche novità a breve ci sarà ma nulla di ‘rivoluzionario’ e riguarderà sempre la ‘macchina organizzativa’ del partito.

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Sondaggio politico: FdI cresce, Pd giù di un punto

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L'ultima rilevazione di Noto per Porta a Porta


Fratelli d’Italia oggi si conferma primo partito italiano con il 28,5% (percentuale in aumento dello 0,5 rispetto all’ultima rilevazione dello scorso 25 maggio). Il Pd perde un punto, fermandosi al 20,5%. E’ quanto emerge dal sondaggio Noto per Porta a Porta.

In terza posizione si colloca il M5S con una percentuale del 15%, guadagnando un punto. Segue la Lega stabile al 9,5%, così come Forza Italia che rimane al 7%. Resta stabile anche Azione-Italia Viva al 6,5%, mentre Verdi-Sinistra sale al 3,5% (+0,5). Stabili anche Più Europa al 2% e Noi Moderati all’1,5%.

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Femminicidio, manifestazione di soli uomini: sì bipartisan a proposta La Russa

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Lanciata dagli studi di La7, la proposta raccoglie il favore di maggioranza e opposizione (con qualche distinguo)

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Contro i femminicidi in Italia, “credo che serva indire una manifestazione di soli uomini per dare un segnale, siamo noi uomini che dobbiamo prendere coscienza. Un segnale deve partire da noi e dalla famiglie”. Questa la proposta del presidente del Senato
Ignazio La Russa, lanciata oggi dagli studi de L’Aria Che Tira su La7 e accolta con favore bipartisan dal mondo politico, dalla Lega al M5S, passando per Pd, +Europa e Verdi e Sinistra (con qualche distinguo).

Quella di La Russa “è una buona idea, queste battaglie si fanno con gli uomini, non contro gli uomini”, dice all’AdnKronos Laura Ravetto, deputata e responsabile del Dipartimento pari opportunità della Lega. “Sarebbe giusto che gli uomini si mobilitassero”, dice. Anche il capogruppo della Lega a Palazzo Madama, Massimiliano Romeo si dice d’accordo: “E’ una buona idea”, spiega all’AdnKronos. “Io – aggiunge – parteciperei e sarei in piazza”.

“Condivido lo spirito e lo sostengo da sempre: la violenza sulle donne la subiscono le donne ma è un problema degli uomini. Sono gli uomini che devono mettersi in discussione, tutti, non solo quelli violenti, ma tutti quando assecondano o lasciano andare su comportamenti e linguaggi che denigrano, sviliscono o oggettificano le donne”. Alessandra Maiorino, vicepresidente del gruppo M5s al Senato e coordinatrice del comitato politiche di genere e diritti civili del Movimento 5 Stelle commenta così con l’AdnKronos la proposta. “Rilancio a La Russa un’altra proposta – dice la pentastellata -, introduciamo l’educazione emotiva e sessuale nelle scuole. È l’investimento da fare per un futuro senza violenza contro le donne”. La Russa ha poi benedetto un schiaffone in famiglia contro un figlio che non porta rispetto a una donna: “Oddio, magari un ceffone no”, si smarca Maiorino.

Una manifestazione di soli uomini? “Bene, io da una vita che dico che sul tema del femminicidio dico che bisogna coinvolgere gli uomini, d’altra parte non siamo mica noi donne ad andare in giro con la sega elettrica per ammazzare qualcuno”, risponde interpellata dall’AdnKronos Emma Bonino, figura storica del femminismo e da sempre in campo per la rivendicazione dei diritti. “Si convincessero i padri a parlare con i figli, a scendere assieme in piazza, questo sarebbe davvero un bel segnale”, conclude la leader di +Europa.

“Ben venga una manifestazione di uomini contro la violenza sulle donne nella consapevolezza che bisogna sradicare la mentalità patriarcale che è alla base di questi comportamenti violenti”. Laura Boldrini del Pd risponde così all’Adnkronos. Però, sottolinea, “un paio di cose a La Russa vanno dette…”. Quali onorevole Boldrini? “Primo che se è contro la misoginia deve essere coerente. Lo ricordiamo esultare in aula al Senato quando venne affondato il ddl Zan che era anche contro la misoginia oltre che contro la omotransfobia. E poi leggo che dice di dare ceffoni ai ragazzi che mancano di rispetto alle donne. No La Russa, non si educano i ragazzi attraverso i ceffoni ma facendo capire che deve esserci rispetto alla base delle relazioni”. “E quindi se La Russa è coerente mi aspetto che sia d’accordo con ‘l’educazioni sentimentale’ nelle scuole, cosa che invece la sua parte politica ha sempre osteggiato perché introdurrebbe alla teoria gender che ancora devo capire cosa sia… L’educazione non si fa a ceffoni ma parlando di queste tematiche nelle scuole e in famiglia. Se vogliamo uscire da questa degenerazione occorre che cambi la mentalità patriarcale degli uomini per la donna è mia e ne faccio ciò che voglio fino a maltrattarla e ucciderla se lei si oppone alla volontà”, conclude Boldrini.

“Nulla in contrario alla proposta del presidente La Russa. Una manifestazione di soli uomini, se promossa con lo scopo di chiedere una piena assunzione di responsabilità e consapevolezza da parte maschile, può dare un segnale positivo”, la risposta della senatrice del Pd, Valeria Valente, già presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio. “Il tema della violenza maschile sulle donne – sottolinea – è infatti un tema culturale e attiene alla sperequazione di potere e ai rapporti asimmetrici tra uomini e donne in una società maschilista”. “Non si educa però con i ceffoni ma con il dialogo, il confronto e l’esempio del rispetto e del riconoscimento della differenza e dei percorsi di autonomia e libertà. Nelle famiglie, nelle relazioni, nella scuola”, ricorda Valente.

“Il presidente del Senato La Russa dice che servirebbe una manifestazione di soli uomini contro la violenza degli uomini alle donne. Bene, ma adesso la deve fare davvero”, replica la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella all’AdnKronos.

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Decreto Pa, da Camera ok a voto di fiducia

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A favore sono stati 203 deputati, contrari 134, astenuti 3

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L’Aula della Camera ha votato la fiducia posta ieri dal governo sull’articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto 22 aprile 2023, n. 44, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche, il cosiddetto decreto Pa. A favore sono stati 203 deputati, contrari 134, astenuti 3. Il testo prevede anche nuove norme sulla Corte dei Conti.

Le opposizioni parlano “del decreto Pa come di una legge che mette il bavaglio alla Corte dei Conti”, ricorda la vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Augusta Montaruli. “Invece, la prima risposta l’ha già data il presidente della Corte dei Conti negando che si tratti di una legge bavaglio. Una risposta ulteriore la daremo noi, come sempre con i fatti, trasformando la Pa in una macchina più efficiente, attrattiva e amica dei cittadini”.

“Oggi le opposizioni gridano allo scandalo, ma la norma sulla Corte dei Conti è stata voluta da Draghi e Conte – dichiara la deputata della Lega Tiziana Nisini, esprimendo voto favorevole del gruppo alla fiducia sul decreto legge Pa – In quei governi, Pd e 5 Stelle erano presenti. La coerenza parla e ci dice che le loro critiche sono deboli, strumentali e fanno male al Paese. Bene, dunque, la strada indicata da questo governo. L’Italia ha bisogno di una riforma dei controlli: se ne fanno troppi e molti sono inefficaci. Questo non lo diciamo noi ma Sabino Cassese, presidente emerito della Corte Costituzionale”.

Annunciando il voto contrario del Pd alla fiducia sul decreto, Simona Bonafè scandisce: “Avete preferito alimentare lo spettro del nemico solo per distrarre l’attenzione sui ritardi sull’attuazione del Pnrr. Avete usato questo decreto come cavallo di Troia per mettere il bavaglio a chi vi richiama alla responsabilità. Agitate il capro espiatorio per nascondere la vostra incapacità. Non vi permetteremo di giocare a nascondino con il Pnrr. E’ un bene comune del nostro Paese”.

Voto contrario anche del M5S. Sottolinea Dario Carotenuto, componente della Commissione lavoro della Camera: “Questo decreto vi è servito per eliminare il controllo concomitante della Corte dei Conti sul Pnrr. Cioè quello più utile. Quello che permette di individuare i problemi e aiuta a garantire trasparenza. La realtà è che costruite nemici per la vostra propaganda. E lo fate solo perché vi serve distrarre l’opinione pubblica dai problemi che non riuscite a risolvere. Meloni e il nemico immaginario è il titolo di una serie tv in cui avete deciso di catapultare il Paese”.

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Meloni a Tunisi, lungo incontro con il presidente Saied

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Fonti: "Segnale buon feeling". Saied a Meloni: "Dice a voce alta ciò che gli altri pensano in silenzio".

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Il colloquio bilaterale ufficiale tra il presidente tunisino Kais Saied e la premier Giorgia Meloni “è stato molto lungo ed è un segnale di un buon feeling tra i due leader”. A sottolinearlo fonti della delegazione italiana mentre è in corso la missione a Tunisi della presidente del Consiglio. Ulteriore segnale della sintonia, rimarcano le stesse fonti, è il fatto che al termine dell’incontro Meloni e Saied con le delegazioni si siano intrattenuti informalmente nella terrazza per ulteriori scambi di vedute davanti a un caffè. Una coda di incontro che ancora si sta prolungando.

“Sono molto felice di parlare con lei dei nostri problemi. Lo dico a voce alta: lei è una donna che dice a voce alta ciò che gli altri pensano in silenzio”, ha Saïed accogliendo la premier al suo arrivo al Palazzo presidenziale di Tunisi.

Meloni è arrivata a Tunisi in mattinata. Ad accoglierla il primo ministro della Tunisia Najla Bouden Ramadan.

Una visita ”di amicizia e di lavoro” quella di oggi a Tunisi: così la presidenza tunisina in una nota ha definito la visita di Meloni, ricordando che la presidente del Consiglio è stata invitata dal presidente Saied. Venerdì i due hanno avuto un colloquio telefonico durante il quale, sottolinea la presidenza di Tunisi, sono state sottolineate le ”relazioni speciali tra i due Paesi e i legami strategici tra la Tunisia e l’Unione Europea”.

L’agenzia di stampa Tap afferma che la telefonata è stata anche l’occasione per discutere dell’iniziativa, lanciata da Saied, di organizzare una conferenza ad alto livello tra i Paesi interessati dalle migrazioni, in particolare i Paesi del Nord Africa, del Sahel e del Sahara, e i Paesi del Mediterraneo settentrionale. L’obiettivo di questa iniziativa è quello di affrontare le cause della migrazione irregolare e individuare le strategie adeguate da mettere in atto per porre fine alla crisi umanitaria che essa provoca, sottolinea la presidenza di Tunisi in una nota.

La premier Meloni è stata contestata sui social da alcune organizzazioni non governative (ong) locali che l’hanno definita “persona non grata”. Nella nota diffusa tramite Facebook dal Forum tunisino per i diritti economici e sociali (Ftdes) si legge che ”il sostegno offerto dall’Italia è finalizzato a frenare le partenze della Tunisia, che si tratti di cittadini tunisini o stranieri, e per facilitare e accelerare i rimpatri forzati dall’Italia. Le politiche migratorie del governo italiano hanno un impatto diretto sui tunisini in Italia. Nel 2020 e nel 2021, i cittadini tunisini sono stati la prima nazionalità a essere detenuti nei Centri italiani di Permanenza di Rimpatrio e la prima nazionalità ad essere rimpatriata”.

Le ong, tra cui anche la Lega tunisina dei diritti umani e l’Associazione delle donne democratiche tunisine, citando una recente indagine che ha anche ”messo in luce le cure disumane che soffrono in questi centri i migranti, tra cui molti tunisini. La cooperazione tra i due paesi non riguarda né le procedure di identificazione dei corpi dei defunti in mare né il rimpatrio dei corpi”.

Nel comunicato, firmato tra l’altro dagli Avvocati senza frontiere e dall’Associazione di intersezione per i diritti e le libertà, si parla di ”considerevoli finanziamenti concessi dall’Italia, circa 47 milioni dal 2014, che sono stati utilizzati esclusivamente per rafforzare l’apparato di sicurezza tunisino, di cui il ministero dell’Interno e della Difesa sono i principali destinatari”. Inoltre, prosegue la nota, ”la cooperazione tecnica e commerciale che l’Italia vuole mantenere con la Tunisia non giova in nulla al popolo tunisino, dato che per beneficiarne bisogna ottenere un visto e che rimane per molti tunisini una chimera”.

Il testo, firmato anche dal Comitato per il rispetto dei diritti umani e delle libertà in Tunisia e dall’Organizzazione contro la tortura in Tunisia, ricorda che l’Italia ha rinnovato la classificazione della Tunisia nell’elenco dei paesi d’origine sicuri”, ma allo stesso tempo ”il paese affronta una grave crisi economica, sociale e politica e il governo tunisino ha una sola priorità: perseguire e carcere attivisti, sindacati, giornalisti e oppositori politici”. Dato il contesto attuale, sostengono le ong, ”la Tunisia non può essere considerata un paese sicuro per le persone con mobilità”.

Si afferma poi che ”l’obiettivo del governo italiano è fare della Tunisia una guardiana dei suoi confini, soprattutto nelle operazioni di intercettazione delle imbarcazioni nelle acque territoriali e del loro trasferimento in Tunisia, e favorire una stabilizzazione superficiale del paese per evitare che sempre più tunisini la lascino. Dal promo gennaio al 31 maggio la Tunisia ha intercettato 23.110 migranti (10 volte più dello stesso periodo del 2020)”. Le associazioni firmatarie ricordano quindi che ”la mobilità è un diritto umano e che proprio a causa di queste politiche di esternalizzazione e di sicurezza adottate dai due Stati migliaia di persone, tunisini e stranieri, stanno perdendo la vita, costrette a prendere strade sempre più pericolose”. E che ”la cooperazione e le politiche di vicinato devono favorire gli interessi del popolo tunisino ed esorta il governo tunisino ad astenersi dal svolgere il ruolo di gendarme del Mediterraneo”.

Inoltre viene ”ricordato che le discussioni in corso con le autorità italiane sulla cooperazione in materia di controllo delle frontiere e lotta al traffico portano le acque territoriali e il territorio tunisino all’ingerenza delle forze di sicurezza europee”. Va anche chiesto che ”venga presa in considerazione la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo del 30 marzo, che ha condannato il governo italiano per aver violato i capitoli 3, 5 e 13 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo contro 4 migranti tunisini e chiede la cessazione delle espulsioni di massa dei migranti tunisini provenienti dall’Italia”. Inoltre si ”denuncia il rapporto ideologico tra governi tunisino e italiano, segnato da discorsi xenofobi e razzisti”. E, concludono le ong, ”esortiamo i governi a stabilire la verità e a rendere giustizia per la sospetta morte di Wissem Ben Abdellatif, deceduto il 28 novembre 2021 attaccato ad un letto dell’ospedale San Camillo di Roma, a seguito del suo trasferimento dalla rianimazione cardiopolmonare da Ponte Galeria”.

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La Russa: “Femminicidi? Credo serva manifestazione di soli uomini”

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La proposta "per dare un segnale". "Un figlio non porta rispetto alle donne? Dico che serve un ceffone", afferma il presidente del Senato, che poi si dice pronto a organizzare il corteo

“Il contrasto ai femminicidi? Se fossi al governo ci metterei la massima energia possibile” intanto dico di “raddoppiare subito i 600 carabinieri che se ne occupano”. Così il presidente del Senato Ignazio La Russa, ospite dell’Aria che Tira, su La 7, sul tema dei femminicidi. “Credo che serva indire una manifestazione di soli uomini, per dare un segnale, siamo noi uomini che dobbiamo prendere coscienza. Un segnale deve partire da noi e dalla famiglie, il rispetto per le donne parte in famiglia, se vedi un figlio che non porta rispetto dico che serve un ceffone”, conclude.

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Roma Pride, Rocca dopo revoca patrocinio: “Non tolgono logo? Non manderò i carabinieri”

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Botta e risposta tra il presidente della Regione Lazio e il portavoce del Roma Pride 2023, Mario Colamarino

”Non manderò i carabinieri a togliere il logo dal sito, facessero come credono. Io ho preso una posizione molto chiara, netta contro l’utero in affitto e la possibilità di accostare la Regione Lazio a quella pratica, stop. Questa è la posizione, c’è poco altro da aggiungere”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ospite in radiotelevisione su Rtl 102.5 durante ‘Non stop news’, rispondendo sull’intenzione espressa dal portavoce del Roma Pride 2023 di non togliere il logo istituzionale dalla comunicazione dell’evento nonostante la revoca del patrocinio dalla Regione Lazio.

”Dispiace che sia un’occasione persa per dialogare invece in maniera costruttiva sui diritti civili, in maniera deideologizzata, lo dico anche da persona che a Roma ha contribuito ad aprire la prima casa nazionale che accoglieva ragazzi e ragazze che venivano allontanati da casa perché non accettati dalla loro famiglia per motivi della loro identità sessuale”, ha aggiunto Rocca.

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Mattarella convoca Consiglio di Difesa, Ucraina tra i punti all’odg

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La riunione martedì 13 giugno alle 17

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato il Consiglio Supremo di Difesa, al Palazzo del Quirinale, per martedì 13 giugno 2023 alle 17. Lo rende noto il Quirinale.

La riunione del Consiglio sarà l’occasione per un’informativa aggiornata sulla guerra in Ucraina e sulle altre principali aree di crisi nel mondo; sulle implicazioni della congiuntura internazionale per l’Italia; sulle questioni relative alla gestione dei flussi migratori, nel breve termine e in proiezione futura.

Inoltre, il Consiglio affronterà il tema dello stato di efficienza delle Forze armate e del processo di riforma e ammodernamento dello Strumento militare, anche alla luce dei principali programmi di investimento nella difesa e della complessiva politica industriale del Paese.

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Governo, Meloni: “Ho maggioranza solida, mi do 5 anni d’orizzonte”

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La presidente del Consiglio a Quarta Repubblica: "Niente cavallette, hedge fund hanno smesso di scommettere contro l'Italia"

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Restando fedeli a se stessi si rischia di perdere seguito? “Io spero di avere un vantaggio, il tempo. Io sono a capo di una maggioranza solida, mi do 5 anni di orizzonte. Questo significa che non sto governando guardando al consenso immediato, posso permettermelo. Quando si ha questa fortuna si possono fare scelte che magari nell’immediato comprimono il consenso, ma poi sulla lunga distanza verranno lette per quello che meritano”. Lo dice la premier Giorgia Meloni, in un’intervista a Quarta Repubblica, su Rete 4, in onda questa sera.

A Nicola Porro che le chiede se in questi mesi a Palazzo Chigi sia scesa a ‘patto con i diavoletti’, “dipende da quel che si intende – risponde – se per privilegiare me stessa devo svendere me stessa o la nazione, io non sono disposta a farlo. Certo, poi devi cercare soluzioni praticabili nei problemi che affronti ogni giorno, ci sono delle cose che pensavi potessero andare in un determinato modo ma poi studiando il dossier ti accorgi che va diversamente. Ma ancor oggi, come ieri, preferisco andare a casa che diventare diversa della persona che considero di essere”.

“C’è una solidità, una credibilità e serietà nel lavoro che si fa che anche per l’economia liberano le energie. In campagna elettorale si diceva che con la Meloni sarebbero arrivate le cavallette, la Borsa sarebbe crollata. La Borsa sta andando molto bene, lo spread è più basso rispetto al precedente Governo, gli hedge fund hanno smesso di scommettere contro il debito pubblico italiano, il Btp valore è andato strabene”, dice ancora la premier, che continua: “Lo so benissimo che c’è un problema di debito – riconosce Meloni – e stiamo facendo una politica prudente e seria, siamo guardinghi e prudenti nelle stime ma c’è una solidità distante anni luce dal racconto che è stato fatto e questo è un problema per la sinistra italiana, e anche a livello internazionale è un problema perché il dibattito internazionale che ruota sul governo italiano non è figlio di una nostra debolezza, se mai di una nostra forza”.

E ancora: “Non stiamo precarizzando il lavoro e lo dimostrano i dati: l’aumento del numero degli occupati è dato per il 70% da occupati stabili”.

“E c’è un altro dato che mi sta a cuore, quello sull’occupazione femminile: stiamo colmando soprattutto il gap grazie ai contratti stabili delle donne – rimarca la presidente del Consiglio -, questo è storicamente il nostro problema rispetto alla media europea. Questo è un dato straordinario”.

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