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Manovra 2024, governo offre correzione taglio pensioni...

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Manovra 2024, governo offre correzione taglio pensioni medici: no da Cgil e Uil

Nessuna chance per il ripristino di opzione donna, ape sociale e revisione quota 103

Palazzo Chigi

E' stato il primo vero confronto tra governo e sindacati quello convocato ieri a Palazzo Chigi sugli emendamenti alla manovra; archiviati gli incontri plenari allargati alle associazioni datoriali che prevedevano una disponibilità di appena 5 minuti per ciascuna sigla, il tavolo presieduto dalla premier Giorgia Meloni con il governo schierato quasi al completo, è andato invece avanti per circa 4 ore. Un risultato apprezzato da tutti, dalle stesse Cgil e Uil che avevano sempre lamentato il poco spazio a disposizione, ma che non ha cambiato il risultato finale: la manovra per Landini e Bombardieri infatti resta un "provvedimento sbagliato" che sulle pensioni non ha accolto la richiesta di ritirare quanto previsto dall'art.33 che taglia le aliquote di rendimento delle pensioni di diverse categorie di dipendenti pubblici.

La correzione proposta dal governo

Il governo infatti ha messo sul tavolo piuttosto una 'correzione' della norma che avrebbe impattato, nella sua versione originale, su quei medici, infermieri, dipendenti degli enti locali, maestri d'asilo e ufficiali giudiziari con meno di 15 anni di contribuzione prima del 1 gennaio 1996 che si sarebbero trovati alle prese con nuovi coefficienti di calcolo e un taglio sostanzioso dell'assegno: la riscrittura che è stata al momento solo abbozzata prevederebbe invece, oltre al riconoscimento dei diritti acquisiti per chi matura la pensione entro il 31 dicembre prossimo, la salvaguardia dell’assegno per chi andrà in pensione di vecchiaia e un "taglio graduale" delle aliquote di trasformazione per chi volesse accedere alla pensione di anzianità.

Un 'ammorbidimento' del taglio, dunque, se non altro della sua tempistica, ma ancora tutto da dettagliare anche se per il comparto sanità, come avrebbe spiegato la stessa Meloni al tavolo, il governo starebbe valutando "un ulteriore meccanismo di tutela in modo da ridurre la penalizzazione all'approssimarsi all'età della pensione di vecchiaia". Il governo comunque, ha rivendicato ancora la premier, "sta lavorando per modificare la misura nel migliore dei modi". D'altra parte il punto cruciale per l'esecutivo è quello di allargare la base contributiva senza la quale si può fare poco. In una parola, infatti, il rischio di assicurare condizioni di vantaggio nelle pensioni di alcune categorie di lavoratori è quello, tutto da evitare, di 'scaricare i costi sulle future generazioni'. E in questo senso andrebbe anche il "massimo sforzo possibile" compiuto sia per finanziare i contratti del pubblico impiego, quello per confermare nel 2024 il taglio del cuneo contributivo e le misure a sostegno della famiglia. Ma per Cgil e Uil il quadro non cambia.

Landini e Bombardieri: "Il quadro non cambia"

"Sono confermate le ragioni degli scioperi proclamati che si concluderanno il 1 dicembre con le Regioni del Sud. E questo perché al di là dell'ascolto e del confronto il governo ad ora non ha cambiato nulla della manovra di bilancio", denuncia al termine il leader Cgil Maurizio Landini che ha annunciato una nuova stagione di mobilitazione del sindacato. "La mobilitazione non finirà con la legge di bilancio perchè siamo di fronte alla necessità di una riforma strutturale sul fisco e sulle pensioni ma anche di un rinnovo dei contratti e dell'emergenza di un precariato assurdo che porta tanti giovani fuori dall'Italia. Resta infatti una manovra sbagliata che fa cassa sul lavoro dipendente e pensionati", ha spiegato bocciando la modifica offerta dal governo sul taglio delle pensioni dei medici. E un no secco è arrivato anche dalla Uil. "Il governo conferma la sua insensibilità alla richiesta delle piazze di queste settimane", ha spiegato il leader Pierpaolo Bombardieri pur riconoscendo che si sia trattato di un "lungo e cordiale incontro" in cui il governo si è confrontato sui salari, sul recupero del potere d’acquisto e sugli extraprofitti.

"Ma le decisioni illustrate alla fine riconfermano l’impostazione della manovra, anche sull’articolo 33, su cui si valuta un’eventuale modifica", prosegue Bombardieri. Non proprio una delusione ma una conferma sì: "era quello che ci aspettavamo, il governo ha chiarito che non ci sarebbero state modifiche. Eravamo preparati ma è strano che si riconfermi l'insensibilità alle richieste delle piazze", ribadisce.

L'apertura di Sbarra

Sulla sponda opposta la Cisl che riconferma così la sua distanza dai cugini del sindacato che invece scommette sulle modifiche annunciate dal governo sull'articolo 33. "Il governo ci ha assicurato che interverranno dei cambiamenti e dei miglioramenti della norma: in particolare sulle aliquote e rendimenti dei futuri trattamenti pensionistici di medici , infermieri, personale degli enti locali, e maestre d'asilo che dovrebbero restare quelli attuali per la pensione di vecchiaia mentre starebbe ragionando in queste ore per introdurre cambiamenti e miglioramenti per la pensione anticipata ", commenta il leader Luigi Sbarra giudicando positivamente l'incontro. "E' stata una riunione molto importante sia sul merito che sul metodo. Un incontro lungo, articolato e complesso alla presenza di tutto il governo, importante anche come segno di rispetto dopo le mobilitazioni e le manifestazioni", conclude.

Il 'ni' dell'Ugl

Ad apprezzare l'incontro anche l'Ugl. "Apprezziamo il confronto", spiega il leader Paolo Capone che però invita il governo a riflettere anche su Opzione donna, ape sociale e quota 103 per i quali non ci sarebbe spazio alcuno di reinserimento o modifica da parte del governo. All'incontro erano presenti inoltre la Cida,la Cisal , Confintesa , Confsal e Usb.

Il confronto sul Pnrr

Non solo manovra però tra i temi al centro del tavolo governo e sindacati: la prima parte del riunione infatti è servita a fare il punto sul Pnrr e in particolare sulla revisione del Piano approvata dalla Commissione europea. A giorni dovrebbe arrivare l'ultima rata, ha confermato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Anche il Sud è stato tra i temi trattati: Meloni infatti avrebbe parlato della possibilità che l'intero Mezzogiorno venga dichiarato 'Zona economica speciale'.Dal ministro del Lavoro, Marina Calderone, è invece arrivata un aggiornamento in tema di sicurezza sul lavoro: il dicastero infatti avrebbe dato indicazioni all'Inail nella predisposizione del bilancio preventivo di utilizzare 1,6 mld di euro di avanzo per rafforzare la formazione, il bando sui progetti di sicurezza e la riduzione dei premi assicurativi. Un modo per mettere a disposizione il 'tesoretto'Inail per contrastare le morti sul lavoro.

Il modellino del Frecciarossa per Lollobrigida

L'incontro si è poi concluso nel segno dell'ironia davanti al 'regalo' che il leader Uil, Bombardieri, avrebbe dovuto consegnare sia al vicepremier Matteo Salvini che al ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, se non avessero lasciato prima l'incontro per altri impegni in quanto atteso ospite alla stampa estera: un modellino di un treno Frecciarossa a batterie. In loro assenza il regalo è stato consegnato alla premier che come racconta Bombardieri, "e' stata al gioco, ha sorriso e ha detto: 'vedremo se lo darò a loro oppure lo darò a mia figlia'.

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Ucraina, la sveglia sulla guerra e il rapporto...

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Il professore francese spiega la relazione tra Francia e Italia attraverso quattro leader. E mette in guardia chi pensa di fidarsi di Putin: "Se l'Ucraina perde, rischia l’Europa"

Giorgia Meloni e Emmanuel Macron  - Fotogramma /Ipa /Afp

Mai come ora la relazione tra Italia e Francia passa dai rapporti tra le figure politiche dei due Paesi: Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Se tra Meloni e Macron gli animi sono più sereni di un anno fa, non si può dire lo stesso tra la leader della destra francese e la presidente del Consiglio. Le Pen, nel suo video-messaggio al summit sovranista organizzato dalla Lega a Roma, ha chiesto a Meloni, in tono di sfida, se appoggerà un eventuale secondo mandato di Ursula von der Leyen. In Europa, i tre partiti della maggioranza italiana appartengono a tre gruppi diversi, e Salvini vuole creare una distanza con Fratelli d’Italia per provare a riconquistare parte dell’elettorato euro-scettico che nel 2019 lo aveva proiettato fino al 34% dei consensi.

Gli scenari di Darnis

Per un’analisi dei rapporti tra Italia e Francia, e per capire come mai Macron si è trasformato in un “falco” anti-Putin, parlando apertamente di truppe Nato in Ucraina, l’Adnkronos ha contattato Jean-Pierre Darnis, professore e direttore del Master in Relazioni franco-italiane dell’Université Côte d'Azur.

“Innanzitutto bisogna distinguere tra il rapporto Meloni-Macron in quanto capi di governo e quello in quanto leader di due partiti che a breve si sfideranno alle elezioni europee”, esordisce Darnis. “Sul primo fronte, sebbene il Trattato del Quirinale firmato durante il governo Draghi non sia pienamente attuato – in particolare nell’organizzazione dei summit intergovernativi – il rapporto tra i due Paesi è positivo e costruttivo. L’incontro tra i due a margine del Consiglio europeo è andato molto bene, e hanno trovato un terreno comune: sostegno all’Ucraina, non cedere davanti al ricatto russo, coordinamento su determinate politiche comunitarie”.

E come leader di due partiti politici di gruppi contrapposti? “Sia Macron che Meloni stanno facendo un gioco di sponda con il Ppe, per costruire un ruolo e un peso nella futura coalizione. Oggi la premier italiana esprime un’identità che ricorda i partiti post-gollisti e non ha nessun interesse a presentarsi come una candidata di rottura in Europa. Non le serve, con il tipo di consenso che ha. Ci possono essere tatticismi ma Macron non fa campagna contro Meloni e viceversa, diversamente da quanto accadde nel 2019, quando il presidente francese metteva in guardia contro Orban e Salvini e il leghista si scagliava contro ‘L’Europa dei Macron’”, spiega Darnis all’AdnKronos.

Ora i ruoli, e i pesi, si sono ribaltati. Cinque anni fa la Lega era il partito più votato d’Europa, stavolta è Madame Le Pen a viaggiare intorno al 30% dei consensi. “Se questi sondaggi saranno confermati, sarà lei, con il suo capolista Jordan Bardella, a guidare la partita dentro al gruppo Id, Identità e democrazia. Salvini potrebbe beneficiare dall’alleanza con colei che al momento è la favorita anche per le prossime presidenziali francesi. Ma si parla del 2027, dunque uno scenario più che futuribile, su cui è inutile ricamare adesso”, aggiunge il docente.

C’è qualcos’altro di francese, oltre alle relazioni frastagliate tra questi quattro leader, che ha fatto rumore in Italia: le frasi di Macron sulla possibilità di inviare soldati francesi a sostegno di Kiev. Lui che alla vigilia dell’invasione su larga scala dell’Ucraina aveva più volte cercato di ingaggiare Putin in una de-escalation, e anche dopo l’aggressione aveva chiesto agli alleati di “non umiliare” il presidente russo, cercando a tutti i costi una exit strategy. Un atteggiamento conciliante che aveva attirato l’ira dei Paesi dell’Est Europa.

Cosa è cambiato nel frattempo? “Quella di Macron è una discontinuità positiva”, rileva Jean-Pierre Darnis nel suo colloquio con l’Adnkronos. “Tra Russia e Francia c’è un legame storico e culturale centenario. Come molti francesi fino al 2022, Macron aveva una posizione dialogante con Mosca nonostante nel 2017, in occasione della sua prima elezione a presidente, fu vittima di campagne massicce di troll russi, a favore della sfidante Le Pen. Lui si scagliò duramente contro Putin ma poi nel 2019 lo invitò nel forte di Brégançon, residenza estiva dei presidenti francesi, dunque un contesto informale e amichevole, per cercare di tenere la Federazione Russa dentro l’architettura di sicurezza europea. Ci ha provato in tutti modi, in quegli anni e anche dopo l’invasione. Ma a un certo punto ha capito di non aver raggiunto nessun risultato: il regime russo è inaffidabile, non rispetta le regole della diplomazia e il valore del negoziato, anzi li considera una debolezza da usare contro i Paesi democratici. Credo che i francesi e Macron abbiano capito la lezione: l’unica lingua che Putin capisce è quella della determinazione e della forza. Questa analisi è ormai condivisa a livello internazionale, anche tra i generali e gli esperti di difesa italiani con cui ho parlato, persino tra chi non ama Macron (e sono molti). Non si tratta di essere guerrafondai, ma di avere una posizione di forza, e di mostrare di essere determinati a usarla, se necessario”.

Ma le frasi di Macron hanno scosso l’opinione pubblica italiana, che non è pronta all’ipotesi di un conflitto tra Nato e Federazione Russa. “Capisco che il pacifismo italiano, che ha radici sia politiche che religiose, possa credere che la vittoria di Putin e la distruzione dell’Ucraina non avrebbero conseguenze per l’Europa occidentale, e che una volta conquistata Kiev, Putin si metterebbe tranquillo, senza toccare i baltici o la Moldavia. Purtroppo si tratta di una favola, peraltro smentita dalla storia recente. Putin sta testando la nostra capacità di rispondere e di far rispettare il diritto internazionale. Se lo conteniamo ora, evitiamo una crisi ancora più grave sul piano militare, economico e sociale. Chi ha a cuore il benessere e la democrazia liberale che hanno garantito decenni di pace dopo secoli di guerre, non può che schierarsi al fianco dell’Ucraina”.

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Consigli Fantacalcio: 5 nomi per la 30a giornata

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Cinque nomi consigliati, uno per reparto e uno Mantra

Consigli Fantacalcio: 5 nomi per la 30a giornata

Torna il campionato di Serie A e si riparte con la 30a giornata. Ovviamente riprende anche il Fantacalcio: tocca schierare la formazione in vista di domani con Napoli-Atalanta in programma alle 12.30 come primo match della giornata. Di seguito troverete un nome consigliato per ogni reparto, oltre anche ad un profilo intrigante per chi gioca al Mantra.

 

Il portiere - Svilar: E' in grande forma e contro un Lecce che tende ad attaccare tanto potrebbe portare a casa più di qualche parata interessante. Inoltre, non è da escludere che possa arrivare anche la porta inviolata.

 

Il difensore - Calafiori: Sta riprendendo ad esprimersi sui livelli visti ad inizio stagione. Sempre affidabile e alla ricerca ancora del suo primo gol in campionato.

 

Il centrocampista - Gaetano: Sembrerebbe essere il punto di riferimento offensivo del Cagliari in questo momento. Leader tecnico pronto a fare ancora una volta la differenza.

 

L'attaccante - Soulè: Nelle ultime 6 giornate ha collezionato 0 bonus e 3 insufficienze. Resta però il primo in Serie A per dribbling riusciti, nonchè decimo per tiri totali e quindicesimo per big chance create. 

 

Il nome Mantra - Ndoye (W/A): Non ha ancora segnato e quale occasione migliore del match casalingo contro una Salernitana ormai in grandissima difficoltà.

 

Fantacalcio.it per Adnkronos

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Sport

Atletica, Tortu: “Agli Europei voglio la medaglia,...

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(Fotogramma/Ipa)

Filippo Tortu è uno di quelli che affronta la sconfitta senza cercare scuse: "se ci si riferisce alla staffetta d’argento agli ultimi Mondiali ungheresi non sono d’accordo, non può essere una delusione un secondo posto ai Campionati del mondo quando fino al 2020 non eravamo nemmeno nei radar degli altri Paesi", spiega a “La Ragione”. "Metterci alle spalle tutti eccetto gli Stati Uniti lo considero un risultato epocale, in linea con la medaglia conquistata alle Olimpiadi di Tokyo".

Il riferimento era però alla mancata finale sui 200 metri agli Europei dello scorso agosto: "mi ha lasciato l’amaro in bocca e anche parecchio. C’è stato più di un errore da parte mia nell’approccio alla corsa e nell’ultimo anno ho lavorato molto per non ricaderci. Vedremo già dalle prime competizioni della nuova stagione se sono riuscito a lasciarmi dietro le scorie, ma sicuramente sarà così", promette Tortu.

"Quest’anno sarà fondamentale, ricco di appuntamenti importantissimi a cui voglio presentarmi al meglio delle mie possibilità. Ho fatto questa scelta insieme al mio allenatore, crediamo che allenarci con competitor più forti di me possa darmi degli stimoli nuovi e più adatti alle gare. Misurarsi con gli altri è importante e non voglio più che questa cosa sia circoscritta alle gare", spiega il 25enne sprinter milanese a La Ragione. La sua determinazione lascia intendere davvero che la seconda parte della sua carriera sia a un punto di svolta: "se fai sempre le stesse cose non potrai mai essere migliore di ciò che sei, da qui la necessità di crearsi nuovi ostacoli e difficoltà per cercare di uscirne più forti. Allenarmi con atleti migliori e cercare giorno dopo giorno di avvicinarmi a loro è indice di volontà di miglioramento. Arriverà un giorno in cui mi renderò conto di essermi messo tutti gli avversari dietro le spalle".

Infine, gli obiettivi. Messi in fila senza preferenze, senza nascondersi: "agli Europei voglio la medaglia. Non importa con quale tempo, andare sotto i 20 secondi nei 200 metri va bene ovunque, ma alle Olimpiadi punto alla finale e al podio. A Tokyo abbiamo dato un segnale, a Budapest l’abbiamo confermato: ormai come staffetta siamo una delle squadre da battere", conclude Tortu.

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