Economia
Nautica: eccellenza produttiva, figure professionali e...
Nautica: eccellenza produttiva, figure professionali e nuovi fabbisogni
A Roma politica, istituzioni e filiera produttiva a confronto sulle nuove sfide dell'industria nautica da diporto in tema di formazione e sostegno all'eccellenza del Made in Italy nautico. Si è tenuta questa mattina a Roma, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, la tavola rotonda "Nautica da diporto: eccellenza produttiva, figure professionali e nuovi fabbisogni" organizzata da Confindustria Nautica nell'ambito delle iniziative della settimana del Made in Italy promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Nel suo saluto di indirizzo inviato ai partecipanti, il Ministro Urso ha ricordato che "il Governo è pienamente consapevole dell’importanza di sostenere e promuovere questa lunga filiera, in passato troppo spesso penalizzata da scelte miopi o ideologiche. Dal nostro insediamento abbiamo adottato una serie di provvedimenti mirati a incentivare lo sviluppo dell’industria nautica che necessità di un’ambiente favorevole per gli imprenditori, i lavoratori, gli investitori del settore e perfino i turisti".
L'evento è stato un’opportunità per rimarcare i risultati dell'industria italiana della nautica da diporto a supporto della crescita del Paese: "La nautica è espressione di tutti i valori del Made in Italy e nel ranking internazionale è leader assoluta" - ha ricordato il Presidente dell'Associazione di categoria, Saverio Cecchi. "A partire dal Salone Nautico Internazionale di Genova, con la visita del Premier Meloni e di sette Ministri, abbiamo avuto da parte del Governo un’attenzione su cui non avevamo mai potuto contare. C’è ancora da fare, ma sono grato di questo cambio di passo e dell’interesse per il nostro settore dimostrato da questo Governo".
Sul palco della sala stampa della Camera dei Deputati, moderati da Roberto Neglia, Responsabile Rapporti istituzionali Confindustria Nautica, si sono alternati gli interventi di Fabio Planamente, Amministratore Delegato di Cantiere del Pardo S.p.A. e Consigliere di Confindustria Nautica, Deborah Bergamini, Commissione Esteri e delegazione italiana presso l’assemblea parlamentare del consiglio d’Europa, Gerolamo Cangiano, Commissioni Trasporti, Poste e Telecomunicazioni e Cultura, scienza e istruzione, Ilaria Cavo, Vice Presidente Commissione Attività Produttive, Salvatore Deidda, Presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, Alberto Luigi Gusmeroli, Presidente Commissione Attività Produttive, Riccardo Rigillo, Capo di Gabinetto del Ministero delle Politiche del Mare.
Il Made in Italy all'estero, rileva Planamente, "è molto apprezzato. Questo ci dà un vantaggio enorme, siamo un'eccellenza assoluta nel design, nella qualità, nell'innovazione. Dobbiamo continuare a investire in Italia su prodotti esclusivi e innovativi, qui abbiamo eccellenze e competenze uniche. Per questo è necessario investire sulle nuove generazioni. Ricordiamo che per ogni addetto che lavora nella nautica si generano 9,2 posti di lavoro nella filiera del Made in Italy". E’ doveroso oggi, rileva Deidda, "essere qui a testimoniare l’attenzione al settore della nautica da diporto. Da questa legislatura è stato deciso fortemente di rivalutare la risorsa mare. In questo ambito, la giusta considerazione della nautica non come nicchia, ma settore che porta benefici a tutta la società".
Dalla relazione conclusiva dell’Indagine conoscitiva sul Made in Italy, che abbiamo in Commissione Attività produttive ascoltando gli stakeholder tra cui Confindustria Nautica, sottolinea Gusmeroli, "nasce la legge sul Made Italy e siamo grati al Ministro Urso per aver accolto quanto emerso, facendo finalmente diventare il Made n Italy un cavallo di battaglia". "Ringrazio Confindustria Nautica per aver scelto la Camera dei Deputati per celebrare la Settimana del Made in Italy. Guardiamo con attenzione a questo settore - sottolinea Cangiano-, i cui numeri sono chiari e parlano da soli. Come Fratelli d’Italia vogliamo dare un contributo attivo in Commissione Trasporti per implementare la riforma del Codice della Nautica attraverso il veicolo del Ddl 'Blu economy'. Altro tema che seguirò personalmente in Commissione Cultura, il provvedimento legislativo per Its, fondamentale anche per soddisfare i fabbisogni formativi di settore di eccellenza come questo”.
Oggi, rileva Bergamini, "assistiamo a un segnale importante, che testimonia un cambiamento di sensibilità, dopo aver colpevolmente subito una visione della nautica come un settore quasi di cui vergognarsi. E’ un fiore all’occhiello dell’export nazionale, lo dico anche da viareggina, area che insieme a Spezia rappresenta il primo polo costruttivo del mondo. In un’ottica internazionale, dobbiamo impedire pratiche scorrette e di dumping da parte di altri Paesi e sostenere l’allineamento IVA nella UE deve essere un tema prioritario dell’agenda della nuova Commissione. In Italia abbiamo bisogno di fiscalità attrattiva, di rafforzare gli strumenti che funzionano, come ad esempio il leasing nautico, che va tutelato, e fare in modo che le barche arrivino e restino, snellendo la burocrazia e rendendo competitiva la bandiera, ricordando sempre che la nautica è un settore win win, che quando funziona fa vincere anche il fisco".
Oggi, sottolinea Cavo, "abbiamo fatto il punto sul settore, sottolineandone la centralità nell’agenda parlamentare e di governo. In questo ambito, vorrei ricordare anche il ruolo essenziale e strategico del Salone nautico Internazionale di Genova. In Commissione Attività produttive ho potuto incidere sul Ddl Made in Italy inserendo due tasselli nell’agenda di semplificazione burocratica, con la rottamazione dei piccoli motori e l’attestazione semplificata per la navigazione dei natanti italiani in acque estere. Altro tema cruciale, oltre alla sburocratizzazione, è quello dei fabbisogni formativi, in particolare dobbiamo fare in modo di mantenere gli Its nel circuito del Made in Italy”.
La nautica, rileva Rigillo, "è un segmento fondamentale del Made in Italy, ma anche dell’economia marittima. Dalla redazione del Piano del Mare è emerso che il settore è di gran lunga il maggior contributore del Cluster marittimo in termini di occupazione. Non a caso la presenza del Presidente Meloni allo scorso Salone Nautico Internazionale di Genova, ma quella di buona parte del Governo. Lusso, termine con cui spesso è stato indicato il settore, significa competenza, professionalità, arte realizzativa delle nostre costruzioni, non dobbiamo dimenticare che in tante realtà cittadine rivierasche la nautica è molto diffusa in tanti e differenti ceti sociali. Ora, finalmente, con il Piano del mare abbiamo una visione complessiva sul cluster, che troverà ulteriore spinta dal Ddl Blu economy".
La settimana di celebrazione del Made in Italy prosegue con la Missione di incoming per la stampa estera organizzata da Confindustria Nautica, con il patrocinio di Ice Agenzia, presso uno dei principali distretti della cantieristica nautica, il polo produttivo di Emilia Romagna e Marche, utilizzando le proprie eccellenze industriali anche quale strumento di marketing e promozione territoriale del Paese.
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Clima, Confindustria e Deloitte: costo emissioni gas serra...
l’evento B7 “G7 Industry Stakeholders Conference”in programma a Torino il 28 aprile
Sulle sfide per la competitività B7 pesano il costo dell’energia e delle emissioni di gas serra. Nello specifico i costi elevati dell'energia elettrica costituiscono un ulteriore onere, in particolare per le aziende e i consumatori europei che sostengono prezzi tra i più alti a livello internazionale, doppi rispetto al mercato cinese. Tra gli svantaggi competitivi vi è l’elevato costo delle emissioni di gas serra nel G7 rispetto ai Paesi che non hanno ancora adottato efficaci politiche di sostenibilità, con il prezzo Europeo delle quote diemissione di gas serra nel 2023 pari a 90,26 $/tCO2e, dieci volte superiore al prezzo cinese. A evidenziarlo è il B7 Flash, la nota di Confindustria e Deloitte elaborata in occasione dell’evento B7 “G7 Industry Stakeholders Conference” in programma a Torino il 28 aprile e della riunione ministeriale G7 su “Energia, ambiente e clima” in agenda il 28, 29 e 30 aprile nel capoluogo piemontese. Il B7 Italy 2024, di cui Deloitte Italia è l'unico Knowledge Partner, è guidato da Confindustria e presieduto da Emma Marcegaglia.
Un altro costo da considerare è quello dei cosiddetti “stranded assets”, ovvero di tutti quegli investimenti che, in ragione del loro legame con le fonti fossili, sono destinati a perdere valore nei prossimi anni. Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), includendo le risorse finanziarie, le infrastrutture, le attrezzature, i contratti e i posti di lavoro, le stime globali degli asset legati ai combustibili fossili non recuperabili al 2035 ammontano cumulativamente ad almeno mille miliardi di dollari. Questa cifra aumenterà fino a superare i 4 mila miliardi di dollari nel momento in cui saranno applicate politiche climatiche in grado di raggiungere l’obiettivo dei 1,5°C. A questi numeri andranno aggiunti i potenziali costi dovuti alla dismissione anticipata di parte delle reti di trasporto e distribuzione elettrica non compatibili con il mix di generazione rinnovabile e degli apparati industriali e civili basati sull’utilizzo di combustibili fossili. I beni e le risorse non recuperabili per obsolescenza anticipata nel contesto della transizione verde diventeranno quindi un onere economico per le imprese e per i consumatori.
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Lavoro, ecco 6 consigli per affrontare al meglio un...
La lista di Edusogno, la startup di English learning online fondata da 3 giovani under 30
L'inglese si conferma una delle lingue più utilizzate nel mondo del lavoro, tanto che la sua conoscenza è ormai richiesta in quasi tutti gli annunci. È quanto emerge da uno studio recente di EF su più di 10.000 annunci di lavoro, che ha identificato i settori in cui la padronanza dell'inglese è più ricercata, in quanto competenza diventata quasi implicita in alcune aree di mercato (come le vendite e l'accoglienza), e le professioni innovative (per esempio: supporto all’amministrazione, sviluppatore, tecnico, addetti vendita) che ne richiedono una solida padronanza. Ed Edusogno, la startup di English learning online fondata da 3 giovani under 30, ha messo a punto una lista di 6 consigli per affrontare al meglio un colloquio in inglese.
Primo - essere trasparenti. Onestà e precisione circa la propria capacità di esprimersi in lingua inglese sono fondamentali per affrontare il colloquio serenamente. Per questo è importante riportare correttamente il proprio livello sul curriculum in base al Quadro comune europeo di riferimento per le lingue, e non mentire su eventuali certificazioni e soggiorni all’estero durante il colloquio: sono in gioco la nostra serietà e senso di responsabilità. Inoltre, condividere con il recruiter la volontà di intraprendere un percorso volto al miglioramento della lingua, può essere un gesto molto apprezzato.
Secondo - studiare l’interlocutore. Arrivare al colloquio dopo aver fatto una ricerca sulla realtà per cui ci si candida – in particolare guardando sito e pagine social – è importante perché permette di arrivare preparati ed essere più pronti nel discutere in inglese delle aspettative o dei dubbi legati alle prospettive di lavoro in quella posizione.
Terzo - il cv in inglese è importante. Anche se si sta cercando lavoro in Italia, avere una copia del proprio cv in lingua inglese è un plus irrinunciabile, tanto che molte aziende chiedono di ricevere esclusivamente questa versione, anche quelle con sede in Italia. È importante quindi essere in grado di esporlo parlando della propria istruzione e delle esperienze lavorative con la stessa fluidità con cui siamo in grado di farlo in Italiano.
Quarto - preparare le risposte. Stilare una lista di domande e risposte in inglese permette di non essere colti di sorpresa se posti di fronte ai tipici quesiti di un colloquio. Oltre alle domande sul proprio percorso di studi e background professionale, è bene prepararsi a rispondere anche in merito a passioni e attitudini personali, e alle domande più insidiose come 'Tre pregi e tre difetti?' o 'Dove vorresti essere tra 5 o 10 anni?'. Esercitarsi a essere fluenti nelle risposte può davvero fare la differenza.
Cinque - proattività. In genere, all’inizio del colloquio l’intervistatore pone al candidato qualche domanda più 'leggera' per rompere il ghiaccio. Preparare un breve argomento a piacere su un tema di natura personale (per esempio circa i propri interessi, il viaggio più recente, etc.) evita l’imbarazzo di non saper da dove cominciare e trasmette molta più sicurezza di sé.
Sei - fare una simulazione. Perché non chiedere a un amico madrelingua o particolarmente fluente di fare le veci del recruiter e darci un supporto in una breve sessione di allenamento? Simulare il colloquio in un ambiente protetto ci permetterà di analizzare i nostri punti deboli e intervenire tempestivamente. Questo esercizio è utile per chi ha un inglese particolarmente arrugginito.
“La maggior parte dei ruoli professionali richiede una competenza linguistica intermedia, situata tra il livello B1 e B2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue. Per posizioni più specializzate e di livello più alto, come ingegneri e professionisti del marketing, è necessario un livello avanzato d’’inglese, almeno C1 o C2. Questi dati dimostrano l'importanza di investire nella formazione linguistica per tutti coloro che aspirano a carriere di successo", commenta Marco Daneri, director of education di Edusogno.
“È questo il motivo che ci ha spinto a condividere dei consigli per affrontare al meglio un colloquio di lavoro in lingua inglese. Crediamo fortemente che investire in corsi di lingua caratterizzati da metodologia e insegnanti altamente qualificati sia cruciale per rimanere competitivi sul mercato del lavoro e per sfruttare appieno le opportunità professionali, siano esse in Italia o all'estero", conclude.
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Bce: “Inflazione Eurozona continua a decelerare,...
Nel Bollettino economico: "Aspettative a lungo termine al 2%"
Mentre l’inflazione complessiva nell'Eurozona "continua gradualmente il suo percorso disinflazionistico, di riflesso al calo dei tassi di crescita per beni alimentari e beni industriali non energetici", emergono "timidi segnali di una ripresa graduale della crescita nel prosieguo dell’anno". Lo rileva il Bollettino economico della Bce, pubblicato oggi.
Il minor tasso di crescita per i beni industriali non energetici, spiegano gli economisti della banca centrale, "è determinato dalla perdurante attenuazione delle pressioni inflazionistiche, nonostante il lieve aumento dell’inflazione dei beni energetici riconducibile in larga misura a effetti base". Nell'Eurozona le misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine (per il 2028) si collocano per lo più "intorno al 2%", mentre quelle delle aspettative a più breve termine "sono diminuite".
Il ritmo di espansione del Pil in termini reali dovrebbe rimanere "modesto" nel primo trimestre del 2024, a causa del "perdurare di uno scostamento tra il settore manifatturiero, in difficoltà, e quello dei servizi, che mostra invece "maggiore capacità di tenuta". Emergono, tuttavia, "timidi segnali di una ripresa graduale della crescita nel prosieguo dell’anno".
Nei prossimi mesi, prevede ancora il Bollettino, ci si attende che l’inflazione oscilli "intorno ai livelli attuali", per poi diminuire "fino a raggiungere l’obiettivo del 2% il prossimo anno, "per effetto della più debole crescita del costo del lavoro, del dispiegarsi degli effetti della politica monetaria restrittiva perseguita dal Consiglio direttivo e del venir meno dell’impatto della crisi energetica e della pandemia".