Salute e Benessere
Tumori in aumento fra giovani, lo studio: effetto di...
Tumori in aumento fra giovani, lo studio: effetto di invecchiamento biologico accelerato
L'analisi ha coinvolto circa 150mila persone
Perché alcuni tumori, tradizionalmente ritenuti una malattia dell'età avanzata, sono in aumento tra i giovani adulti? Potrebbe essere l'effetto dell'invecchiamento biologico accelerato, a prescindere dalla data di nascita, secondo i ricercatori della Washington University di St.Louis, che hanno presentato lo studio al congresso dell'American Association of Cancer Research.
L'invecchiamento è uno dei principali fattori di rischio per molti tipi di cancro: più si invecchia, più è probabile che venga diagnosticato. Ma sempre più esperti riconoscono che l'età non è solo il numero di candeline su una torta di compleanno. E' anche l'effetto dello stile di vita, dello stress e della genetica, in pratica l'età biologica.
I dati dello studio
I ricercatori l'hanno misurata in 150mila persone, di età compresa tra 37 e 54 anni, attraverso l'analisi di 9 marcatori nel sangue - dai livelli di albumina e creatinina al volume cellulare - e poi hanno analizzato l'incidenza di tumori, per valutare quelli diagnosticati prima dei 55 anni. La loro conclusione è che l'invecchiamento accelerato è associato a un aumento del rischio di cancro, in particolare di quello del polmone, dello stomaco, dell'intestino e dell'utero.
"Questo studio fornisce spunti interessanti che possono essere collegati all'attività di ricerca e ai pilastri della longevity", commenta Ennio Tasciotti, direttore Human Longevity Programn dell'Irccs San Raffaele di Roma e ordinario di Tecnologie avanzate per il benessere e l'invecchiamento all'Università Telematica San Raffaele di Roma. "In primis, appare evidente la rilevanza dell'età biologica rispetto a quella anagrafica nel determinare il rischio di sviluppare alcune patologie, in questo caso il cancro. Questo concetto - spiega - è cruciale nell'ambito della ricerca sulla longevity, perché sottolinea come fattori quali lo stile di vita, lo stress e persino l'epigenetica possano influenzare il processo di invecchiamento e, di conseguenza, la predisposizione a determinate malattie".
"L'identificazione di biomarcatori associati all'invecchiamento accelerato, come menzionato nell'articolo - puntualizza lo scienziato - potrebbe fornire preziose informazioni per sviluppare strategie preventive personalizzate, un concetto in linea con l'approccio a una medicina personalizzata, che personalmente sostengo come uno dei pilastri della ricerca sulla longevity. Potrebbe infatti consentire una valutazione più accurata del rischio individuale di sviluppare malattie legate all'invecchiamento, consentendo interventi preventivi mirati. Sì dunque ad uno stile di vita sano, come dieta equilibrata, attività fisica regolare e sonno adeguato, per ridurre il rischio di malattie croniche; questo approccio richiama un concetto olistico di salute, fondamentale nell'affrontare l'invecchiamento".
"Ritengo infatti importante adottare abitudini di vita salutari per favorire il benessere fisico e mentale a lungo termine integrando interventi preventivi personalizzati che considerino sia i fattori genetici che quelli ambientali, al fine di promuovere una migliore qualità della vita per tutti", conclude Tasciotti.
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Università, Gesualdo (Fism): “Nettamente contrari a...
"D'accordo con Ordine medici e Anaao. Serve programmazione razionale, le Scuole di Medicina non possono accogliere 70mila iscritti per mancanza di spazi e risorse"
"La decisione di eliminare il numero chiuso per l'iscrizione alla Facoltà di Medicina, Medicina veterinaria e Odontoiatria e protesi dentaria rappresenta una minaccia alla qualità della formazione medica e prelude un grave rischio di sovraffollamento del mercato del lavoro medico. Come l'Ordine dei medici e Anaao anche la Fism è nettamente contraria a stop al numero chiuso". Così all'Adnkronos Salute il presidente della Federazione italiana società medico-scientifiche (Fism) Loreto Gesualdo commenta l'adozione da parte della Commissione Istruzione del Senato del testo base che elimina il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina.
La Fism "ribadisce l'importanza di una programmazione razionale e basata sui reali bisogni del Servizio sanitario nazionale - spiega Gesualdo sottolineando "la necessità di una selezione accurata dei futuri medici già durante il percorso scolastico, al fine di garantire una formazione di qualità e una corretta distribuzione sul territorio". Inoltre, "occorre estendere la programmazione non solo al numero dei medici, ma anche a tutte le altre professioni sanitarie, come infermieri, fisioterapisti, dietisti e altre figure professionali - evidenzia il numero uno di Fism - essenziali per supportare i percorsi di intelligenza artificiale e l'evoluzione tecnologica nel settore della salute".
Gesualdo suggerisce di "potenziare i licei con inclinazione biomedica" per preparare "adeguatamente gli studenti interessati a intraprendere percorsi universitari" nel campo della salute. "Tuttavia - avverte - è importante ricordare che attualmente le scuole di medicina non sono in grado di accogliere un numero così elevato di studenti, con circa 70.000 iscrizioni previste, a causa della mancanza di spazi e risorse necessarie".
La programmazione delle professioni sanitarie "deve essere inclusiva e mirata a garantire un equilibrio tra domanda e offerta di competenze specialistiche, al fine di garantire un corretto sviluppo del settore e una gestione ottimale delle risorse umane nel campo della salute". La Fism "si impegna a promuovere una visione olistica della programmazione delle professioni sanitarie, che tenga conto delle nuove sfide e opportunità offerte dalla digitalizzazione e dall'intelligenza artificiale nel campo della salute" conclude.
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25 aprile, il pediatra: “Ecco come spiegarlo ai...
"Per ogni età c'è il giusto modo di raccontarlo, a seconda della fase evolutiva"
25 aprile data importante per gli italiani. E, come tutti gli anni, al centro in questi giorni di dibattiti, ricordi, commemorazioni. Ma come spiegarlo ai bambini che ci chiedono chiarimenti? "Per ogni età c'è il giusto modo di raccontarlo, a seconda della fase evolutiva", spiega all'Adnkronos Salute Italo Farnetani, docente di Pediatria dell'Università Ludes-United Campus of Malta.
"Ai bambini di meno di 10 anni, per esempio - suggerisce il medico - direi semplicemente che in questo giorno è finita la guerra che veniva combattuta in Italia. Bisogna tener conto del fatto che in questa fascia di età i bambini ragionano per operazioni concrete, su ciò che vedono e che gli va spiegato nella sua concretezza. Possiamo raccontargli, quindi, che nel nostro Paese c'era una guerra come quelle che vedono in televisione e il 25 aprile se ne festeggia la fine". Dagli 11 anni in poi, soprattutto a chi frequenta le scuole superiori, prosegue Farnetani, "si può parlare con i ragazzi dei contenuti ideali, politici, legati alla Festa della liberazione". Mentre "dai 14 anni in su, cioè quando l'adolescente entra nella fase delle 'operazioni formali', il discorso può ampliarsi ai concetti di pace, guerra, libertà, dittatura, diritti umani, cioè fare un discorso formativo. In questa fase dell'adolescenza, in cui predominano i concetti di bene e male, giustizia e ingiustizia - sottolinea il pediatra - si fa strada una visione utopica della realtà. Gli adulti, considerando questa particolare fase dello sviluppo del ragionamento degli adolescenti, possono aiutare i ragazzi a fare un'analisi oggettiva di ciò che è avvenuto il 25 aprile perché possa partire da una valutazione storica, etica e politica dei fatti per farsi, autonomamente, un'idea precisa dell'origine e delle motivazioni del significato simbolico della data. Successivamente potrà esaminare i decenni successivi della storia della politica italiana".
Un'informazione che tenga conto delle fasi evolutive, conclude Farnetani, è una modalità utile a fornire "all'adolescente strumenti per capire le problematiche alla radice. In caso contrario, si rischia di proporre concetti preconfezionati o di parte che non aiutano lo sviluppo della persona".
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Alimenti, Nas e Icorf sequestrano 200 tonnellate di latte e...
La procura di Pesaro ha delegato al comando carabinieri Nas di Ancona e all'Unità investigativa centrale dell'Icorf le attività di perquisizione e sequestro a carico di 10 persone fisiche e 3 società, al fine di bloccare un complesso fenomeno di adulterazione nel settore lattiero caseario.
Le attività di ricerca e sequestro sono state eseguite nella provincia di Pesaro e in altre località della regione Marche, oltre che in altri obiettivi sul territorio nazionale, e hanno impegnato oltre 60 ufficiali di polizia giudiziaria tra carabinieri del Nas e ispettori dell'Ispettorato repressione frodi. Nel corso dell'attività la polizia giudiziaria delegata ha rinvenuto e sequestrato circa 90 tonnellate di latte e circa 110 tonnellate di prodotti lattiero caseari, oltre che circa 2,5 tonnellate sostanze sofisticanti per un valore complessivo pari a poco meno di 800mila euro.
Le indagini dirette dalla procura mirano ad accertare l'utilizzo di sostanze sofisticanti e adulteranti nel circuito produttivo di prodotti lattiero caseari di grande distribuzione.