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M5S, dossier Fratelli d’Italia anti-Conte: “Questione morale? Ecco indagati su cui tace”

Da Grillo al suocero Paladino, da Arcuri ad Appendino: partito Meloni passa al contrattacco con un documento interno. La reazione: "Ridicolo"

Giuseppe Conte - (Afp)

Pungolato da Giuseppe Conte sulla "questione morale", Fratelli d'Italia non ci sta e va al contrattacco. In un dossier interno destinato a deputati e senatori - e di cui l'Adnkronos ha preso visione - il partito di Giorgia Meloni passa in rassegna "tutti gli indagati per cui Conte non ha detto nulla", rinfacciando al leader del M5S di aver fatto la voce grossa con gli esponenti del centrodestra colpiti da inchieste ma di non aver mostrato la stessa fermezza con i suoi colleghi di partito o con persone a lui vicine.

Da Chiara Appendino a Virginia Raggi; da Beppe Grillo all'ex Ad di Invitalia Domenico Arcuri; passando per il deputato Riccardo Tucci, l'avvocato Luca Di Donna e Cesare Paladino, padre di Olivia, compagna del presidente pentastellato: questi i casi citati da Fratelli d'Italia nella "nota informativa" che in queste ore sta circolando nelle chat di Via della Scrofa. Il documento di 6 pagine targato Fdi fa riferimento alla lettera aperta pubblicata l'11 dicembre 2023 su Repubblica da Conte, che "ha attaccato Giorgia Meloni per le inchieste giudiziarie che coinvolgono alcuni membri dell'esecutivo, parlando di 'questione morale'", si legge nel dossier.

Nel suo intervento l'ex premier aveva parlato dei problemi giudiziari del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro e della ministra del Turismo Daniela Santanchè, citando poi le inchieste giornalistiche sul sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi e su quello al Lavoro, Claudio Durigon. Tra i casi evidenziati da Conte anche la vicenda del treno da cui ha chiesto di scendere il ministro dell'agricoltura Francesco Lollobrigida e l'inchiesta di Report sul capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri. "Nella sua carriera politica - attacca il partito della presidente del Consiglio - il leader pentastellato non ha usato lo stesso pugno duro quando si è trovato di fronte ad indagati del suo partito, o quando si è trovato lui stesso sotto inchiesta".

La "questione morale" Conte "avrebbe dovuto farla valere la innanzitutto per sé stesso", punge Fdi citando l'avviso di garanzia ricevuto dal leader M5S nel 2020 per le denunce sulla gestione dell'emergenza Covid e l'indagine per omicidio colposo ed epidemia colposa nel 2023 "per la gestione delle prime fasi della pandemia": vicenda che, ricorda Fratelli d'Italia, si è poi conclusa a giugno del 2023 con una archiviazione per l''avvocato del popolo'.

La lista di Fratelli d'Italia

Nel mirino di Fdi anche Chiara Appendino, ex sindaca di Torino e attuale deputata e vicepresidente 5 Stelle "imputata di omicidio, lesioni e disastro colposi per i fatti di Piazza San Carlo a Torino" e "condannata il 27 gennaio 2021 in primo grado ad un anno e sei mesi". La condanna, si legge nel dossier, "viene confermata a giugno del 2023 dalla corte di assise di appello. Un giudizio per cui è stato annunciato il ricorso in Cassazione".

La lista di Fdi prosegue con l'ex sindaca di Roma Virginia Raggi: "Indagata per abuso d'ufficio in relazione all'inchiesta sullo stadio della Roma, nel 2019 il gip respinge la richiesta di archiviazione. Giuseppe Conte non solo non ne chiede le dimissioni, ma nel 2021 le offre il suo totale appoggio in occasione della campagna elettorale per Roma". Raggi, rimarca Fdi, "sarà successivamente indagata dalla Procura di Roma nel 2022 per falsa testimonianza, in relazione a una sua deposizione al processo sullo stadio della Roma. Ad ottobre 2023 il gip Anna Maria Gavoni ha chiesto l'imputazione coatta per la Raggi con l'accusa di calunnia e false informazioni rese ai pm per il bilancio Ama 2017". Fdi accede i riflettori anche sul garante M5S Grillo, "indagato nel 2022 per traffico di influenze illecite sugli allora ministri 5 Stelle dei Trasporti, Danilo Toninelli, e dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in favore della Moby Lines".

Il documento di Fratelli d'Italia cita poi il caso del deputato calabrese Riccardo Tucci, "rinviato a giudizio con l'accusa di frode nell'ambito di un'indagine che a gennaio 2021 aveva già portato al sequestro preventivo di beni per oltre 800mila euro": "Nonostante la gravità delle accuse - denuncia Fdi - Conte scelse di candidarlo comunque per il suo secondo mandato". E' poi la volta dell'ex commissario straordinario all'emergenza Covid Domenico Arcuri, iscritto a ottobre 2021 dalla Procura di Roma "nel registro degli indagati per peculato e abuso d'ufficio" con l'accusa "di aver dirottato 'circa 1,25 miliardi euro per fronteggiare l'emergenza Covid' verso l'acquisto di mascherine e dispositivi di protezione individuali ritenuti in parte 'non a norma'". L'inchiesta - ricorda Fdi - "si chiude nel marzo 2022 con Arcuri che resta indagato soltanto per abuso d'ufficio. La Procura di Roma ha poi chiesto il rinvio a giudizio".

Gli ultimi due casi citati da Fdi sono quelli dell'avvocato Luca Di Donna, ex socio di Conte "indagato dalla Procura di Roma per traffico di influenze illecite" e di Cesare Paladino - suocero dell'ex presidente del Consiglio - il quale, scrive sempre Fdi, "ha beneficiato" della norma contenuta nel Dl Rilancio "approvata" dal secondo governo Conte "per sanzionare amministrativamente e non più penalmente alcuni illeciti commessi nell'ambito del settore alberghiero". Alla fine del documento Fratelli d'Italia rivendica di essere un "partito garantista" ma "non accetta lezioni di 'morale' da chi, come Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle, utilizza invece un comodo approccio giustizialista a corrente alternata": "Insomma - si legge nella conclusione del dossier interno - se volessimo usare la stessa logica di Conte dovremmo dire che prima di parlare della 'questione morale' negli occhi degli altri, l'ex premier farebbe meglio a guardare alla 'trave' che ha in 'casa' sua".

La reazione

Questione morale? Per FdI un "terreno inesplorato". Una "urgenza" sollevata da Giuseppe Conte con una lettera al quotidiano 'La Repubblica', che "il Presidente Meloni ha sin qui preferito ignorare mostrandosi del tutto indifferente", se non per "un ridicolo 'dossier”' destinato ai suoi esponenti che presenziano nei talk show televisivi". Questa la replica del M5S all’Adnkronos, al dossier di Fdi. "Agli inizi di dicembre scorso il Presidente Giuseppe Conte ha sollevato, con una lettera al quotidiano La Repubblica, l’urgenza della 'questione morale', invitando il Presidente Meloni a prendere posizione sui vari casi che hanno coinvolto esponenti del suo Governo, responsabili della violazione del principio costituzionale di cui all’art. 54, che impone agli incaricati di una funzione pubblica il dovere di adempierla con 'disciplina e onore'. La lettera - ricordano dal M5S - sollecitava un’ampia riflessione, mirata a travalicare le polemiche politiche e diretta a perseguire l’obiettivo più elevato di preservare la fiducia dei cittadini nella classe politica e di salvaguardare il prestigio delle istituzioni".

"Purtroppo - sottolinea il M5S - il Presidente Meloni ha sin qui preferito ignorare questa questione, mostrandosi del tutto indifferente a essa e dando prevalenza alla solidarietà di partito e di coalizione piuttosto che all’interesse nazionale. Il risultato è che l’immagine dell’Italia ne sta uscendo compromessa a livello internazionale, come testimoniano i numerosi articoli pubblicati sulle più prestigiose testate. In compenso, oggi apprendiamo che il suo partito, Fratelli d’Italia, si è preso questo mese e mezzo per partorire un ridicolo 'dossier', destinato ai suoi esponenti che presenziano nei talk show televisivi e che non hanno saputo sin qui controbattere sui vari casi: Sgarbi, Delmastro, Santanchè, Lollobrigida, Pozzolo e, da ultimo, Bignami".

"Conte trasparente, Meloni sfugge da responsabilità"

Il dossier in questione, continua il M5S "dimostra, però, che i Fratelli d’Italia, quanto alla questione morale, si muovono su un terreno inesplorato: la estendono, infatti, anche a soggetti privati che svolgono attività professionali o imprenditoriali, che non solo non hanno mai avuto un incarico pubblico, ma sono pure totalmente estranei al M5S e alla politica. Quanto agli altri casi, il Presidente Conte ha già replicato, in modo diretto e trasparente, per cui non possiamo che rimandare alle puntuali risposte offerte in occasione di molteplici interviste televisive e sulla stampa. E questo, evidentemente, segna la differenza con Giorgia Meloni, che invece continua a sfuggire alle sue responsabilità e, adesso, si nasconde dietro dossier farlocchi".

"Precisiamo, più in particolare, che, quanto agli iscritti al M5S, sono tutti obbligati a rispettare le rigorose norme contenute nel nostro codice etico. Non solo. Quando sono coinvolti, a qualsiasi titolo, da indagini della magistratura sono tenuti a prestare la loro piena collaborazione, senza frapporre ostacoli di sorta. Questo vale anche per il Presidente del Movimento, che quando è stato coinvolto nell’indagine svolta dalla Procura di Bergamo, si è presentato in Tribunale fornendo tutte le delucidazioni del caso, uscendo a testa alta, con formula piena".

"Noi non invochiamo immunità parlamentare né prescrizione"

"In effetti, noi siamo proprio ‘strani’. E comprendiamo la difficoltà di comprendere il nostro operato da parte dei Fratelli d’Italia - continua il M5S - I nostri parlamentari non invocano mai l’immunità parlamentare per difendersi dal processo. Non si avvalgono della prescrizione, che mira a sfuggire al giudizio di merito. Di più. Se un nostro iscritto, anche autorevole, viene sottoposto a indagini da parte della magistratura, noi non ci sogniamo affatto di intervenire sul piano legislativo con norme di favore, come abitualmente fanno altri partiti".

"Siamo così ‘strani’ che non solo non siamo intervenuti per prestare un 'soccorso legislativo' al nostro Garante Beppe Grillo - meramente indagato 'per traffico di influenze' -, ma adesso che le forze di maggioranza, con l’ausilio di componenti di opposizione, stanno depotenziando il reato di 'traffico di influenze', noi stiamo conducendo una battaglia per mantenerlo integro per cui abbiamo già votato contro queste modifiche al Senato e voteremo convintamente contro anche alla Camera", conclude il M5s.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Politica

Scurati contro il governo: “Ho toccato con mano cosa...

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Lo scrittore: "Vi invito calorosamente ad andare in piazza il 25 aprile, restiamo uniti e opponiamo in numero alla forza"

Antonio Scurati - Fotogramma

"Io ho toccato con mano negli ultimi giorni cosa significhi subire un oltraggio, una aggressione verbale, una denigrazione da parte di esponenti del governo e delle istituzioni e da parte dei loro squadristi fiancheggiatori". Antonio Scurati autore della trilogia M, finito al centro del dibattito dopo che il monologo sul 25 aprile che avrebbe dovuto leggere alla trasmissione ‘ Chesarà’ di Serena Bortone, in onda su Rai3 è stato bloccato dalla Rai, intervenendo a Milano all’incontro ’Come sta la democrazia?’ va all'attacco.

"Il motivo per cui vi invito calorosamente ad andare in piazza il 25 aprile - afferma - è che oggi più che mai torna ad essere importante farlo come prima e più di prima, anche se più di prima non è possibile perché tutto si è smaterializzato: la piazza è stata sostituita dalla rete". Ma, osserva, "una cosa che ho imparato sulla mia pelle è che di fronte al fascismo vero e proprio, ma anche all’autoritarismo, ad aspiranti autocrati e democratici autoritari, nessuno si salva da solo. Questi -rimarca Scurati - non accettano mai un confronto di idee ed argomenti. Spostano sistematicamente il piano del confronto da quello delle idee e delle opinioni a quello dell’aggressione personale".

Ecco perché , sottolinea Scurati, "anche se non sono facile a usare il termine, io dico che questo è un metodo fascista". E allora "quando ci si trova al cospetto della violenza, psicologica e verbale, della brutalità, della volgarità estrema e del discredito, ebbene c’è una sola possibilità di contrastarla e di prevalere. Ed è quella che le persone che usano idee e argomenti e non attaccano personalmente, le persone che non sono violente, brutali e diffamatrici, restino unite e oppongano il numero alla forza, altrimenti preponderante della violenza". Perché "un violento contro un non violento prevale, non ci sono versi. La storia del fascismo di cento anni fa lo dimostra”. Dunque “l’unica possibilità che le persone non violente e civili hanno di contrastare la violenza è il numero, è il popolo, è la democrazia. Ma dobbiamo tornare a farlo”. Del resto "siamo in tanti, siamo milioni e ogni volta che ognuno di noi viene attaccato con violenza e brutalità, tutti quanti dobbiamo reagire. Altrimenti -conclude- a prevalere saranno loro".

"Deriva fascistoide è già qui"

“Tutti i populismi della fase recente, di destra, come di centro e di sinistra, esercitano una virulenta polemica anti parlamentare; questo tratto caratterizzante, insieme a tanti altri che non sto qui a dire per questioni di tempo, sono presenti e qualificanti il fascismo mussoliniano. E sono caratterizzanti anche i sovranismi populisti di oggi, in Italia, in Europa e nelle Americhe, di destra, di centro e perfino di sinistra”. Lo ha detto Antonio Scurati intervenendo all’incontro ’Come sta la democrazia?’ in corso a Milano.

“Il mio bilancio - afferma - è al tempo stesso positivo, dal punto di vista dello scrittore e molto, molto relativo dal punto di vista dell’uomo e del cittadino”. Il fatto è che “oggi mi appare del tutto evidente che quello che mi era parso di vedere più di dieci anni fa nella biografia di Mussolini, che non era certo una ‘profezia’ come molti la definiscono, riguardava una certa deriva fascistoide. Non fascista perché il fascismo quelle della violenza squadrista, omicida e stragista nelle strade non tornerà più, ma quello che doveva tornare è già tornato ed è già qui”. Si tratta, spiega Scurati, "di tutte le caratteristiche di cui ho parlato”. E allora “non aspettate dal domani la verifica di ciò che è ancora vivo del fascismo, e con cui non abbiamo mai fatto i conti perché non abbiamo mai fugato il suo fantasma. Quel che doveva tornare è già qui, in tante piccole e grandi cose, comprese quelle che mi hanno riguardato”.

Ecco perché, conclude, “il bilancio della scrittore e dell’intellettuale è positivo, perché forse non ero completamente fuori strada; ma il bilancio dell’uomo, del cittadino, dell’italiano è pessimo perché evidentemente non ero fuori strada”.

"Il prossimo governo rischia di essere anche peggio"

"Un primo bilancio provvisorio della democrazia? Non so se augurarmi che sia provvisorio perché il prossimo rischio di essere anche peggio di questo", afferma Scurati,.

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Politica

Puglia, mini rimpasto nella giunta Emiliano: nominati tre...

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La decisione dopo la bufera giudiziaria

Michele Emiliano - Fotogramma

Nessun azzeramento della giunta nella Regione Puglia. Dopo la bufera giudiziaria il governatore Michele Emiliano opta per un mini rimpasto con la nomina di tre nuovi assessori: Serena Triggiani, Viviana Matrangola e Debora Ciliento.

Nel pomeriggio si è dimesso Rocco Palese, assessore tecnico alla Sanità, esterno ai partiti (peraltro già esponente storico di Forza Italia e Popolo della LIbertà). Per il momento la delega viene mantenuta dal presidente Emiliano. La nuova assessora Serena Triggiani ha la delega all'Ambiente e al ciclo Rifiuti, incarico che è stato ricoperto finora da Anna Grazia Maraschio, vicina a Sinistra Italiana (nonostante questo partito non abbia rappresentanti in Consiglio).

La nuova assessora alla cultura è Viviana Matrangola. Finora la delega alla cultura non era stata ricoperta da un assessore ma da una consigliera dei Cinque Stelle, Grazia Di Bari. E' uno degli incarichi a cui hanno rinunciato i pentastellati dopo le inchieste. L'altra delega a cui hanno rinunciato è quella al Welfare. Debora Ciliento, consigliera regionale del Pd, è la nuova assessora con delega ai Trasporti e Mobilità sostenibile. Subentra ad Anita Maurodinoia, esponente di Dud al Centro, eletta nel 2020 con il Pd, indagata in una delle inchieste baresi nell'ambito della quale è stato arrestato per presunto voto di scambio il marito Sandro Cataldo.

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Intelligenza artificiale, via libera Cdm: 1 miliardo di...

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L'Italia che si candida a diventare il primo Paese europeo a legiferare sul tema

Palazzo Chigi

 Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl Intelligenza Artificiale, con l’Italia che si candida a diventare il primo Paese europeo a legiferare sul tema. Il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, con il suo Dipartimento per la Trasformazione Digitale, avrà la delega sul coordinamento della strategia nazionale sull’IA, che sarà aggiornata ogni due anni. Oggi è stata anche confermata la dote economica annunciata dalla premier Giorgia Meloni a marzo scorso: un miliardo di euro, che mette l’Italia sul podio europeo dopo Germania e Francia in termini di impegno finanziario pubblico. Gli investimenti saranno effettuati attraverso il Fondo di sostegno al venture capital.

L’AI Act, il regolamento europeo che disciplina la materia, ha previsto che ciascuno Stato membro si doti di un’“Autorità nazionale per l’intelligenza artificiale”, senza definire in modo rigido che tipo di ente avrà questa responsabilità. Il governo italiano ha scelto un sistema di governance “duale”: l’Acn, Agenzia per la cybersicurezza nazionale, guidata dal prefetto Bruno Frattasi, avrà il compito di vigilare sull’applicazione dell’Intelligenza artificiale, con poteri ispettivi e sanzionatori; l’Agid, Agenzia per l’Italia digitale, di cui Mario Nobile è direttore generale, si occuperà dell’esecuzione della strategia nazionale, di promuovere l’innovazione e lo sviluppo dell’IA, e di definire le procedure e a esercitare le funzioni e i compiti in materia di valutazione, accreditamento e monitoraggio dei soggetti incaricati di verificare la conformità dei sistemi di intelligenza artificiale.

Giustizia e reati

 Il ddl interviene anche nell’ordinamento giudiziario, in ambito civile, amministrativo e penale, delegando il governo ad adottare, entro 12 mesi, uno o più decreti legislativi per regolamentare l’uso illecito dell’intelligenza artificiale. In particolare, saranno introdotti nuovi reati e nuovi strumenti cautelari per inibire la diffusione e rimuovere i contenuti generati illecitamente con l’aiuto di sistemi di intelligenza artificiale, nonché una nuova aggravante legata all’uso di IA nel compimento di determinati reati. Il codice penale sarà modificato con l’inserimento dell’art. 612-quater, “Illecita diffusione di contenuti generati o manipolati con sistemi di intelligenza artificiale”, che prevede una pena da uno a cinque anni di reclusione.

L’uso dell’IA in campo penale è escluso, salvo per l’organizzazione e la semplificazione del lavoro e per la ricerca. “È sempre riservata al magistrato la decisione sulla interpretazione della legge, sulla valutazione dei fatti e delle prove e sulla adozione di ogni provvedimento”, in modo da escludere che sia un algoritmo a decidere della validità delle prove o della colpevolezza di qualcuno, come già immaginato

Sul fronte della tutela degli utenti, dati personali e informazione, il ddl prevede che i contenuti generati o modificati dall’intelligenza artificiale, “alterati in modo tale da presentare come reali dati, fatti e informazioni che non lo sono” dovranno avere un bollino, un marchio visibile e riconoscibile con l’acronimo “IA”. A meno che non si tratti di un programma manifestamente “creativo, satirico, artistico o fittizio, fatte salve le tutele per i diritti e le libertà dei terzi”. Gli autori potranno sempre, attraverso una procedura di opt-out, chiedere che le proprie opere non siano usate per addestrare l’intelligenza artificiale. Restano salve le prerogative del Garante per la protezione dei dati personali e l’applicazione del Gdpr, il regolamento europeo per la protezione dei dati personali.

Salute

L’uso dell’intelligenza artificiale per prevenzione, diagnosi e cura di malattie, sviluppo di farmaci, terapie e tecnologie riabilitative, realizzazione di apparati medicali deve essere sempre comunicato all’interessato attraverso un’informativa che potrà essere pubblicata sul sito web del titolare del trattamento. L’Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, progetterà e realizzerà la piattaforma di intelligenza artificiale per supporto alle finalità di cura e di assistenza territoriale, alimentata con i dati strettamente necessari per l'erogazione dei servizi.

Il ddl istituisce presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali l’Osservatorio sull’adozione di sistemi di intelligenza artificiale nel mondo del lavoro con il compito di definire una strategia sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito lavorativo, monitorare l’impatto sul mercato del lavoro, identificare i settori lavorativi maggiormente interessati da questa rivoluzione tecnologica.

Il “carve-out” su sicurezza e difesa nazionale. Come nel caso dell’executive order americano e dell’AI Act europeo, le questioni di sicurezza nazionale e difesa, e le attività svolte dalle forze armate e dalle forze di polizia in questi ambiti, sono escluse dall’ambito applicativo del ddl.

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