Esteri
Morte Navalny, per Stefanini è ”segnale della paura...
Morte Navalny, per Stefanini è ”segnale della paura di Putin. Ma al voto sarà plebiscito per lui”
''Il leader del Cremlino non tollera voci di dissenso interno in vista delle presidenziali. La sua morte un avvertimento pesantissimo''.
''Un segnale di debolezza e di paura'' del presidente russo Vladimir Putin nei confronti di un uomo, Alexey Navalny, che ''anche dal carcere era in grado di mettergli i bastoni tra le ruote''. Così Stefano Stefanini, senior advisor dell'Ispi ed ex ambasciatore alla Nato, commenta con l'Adnkronos la notizia della morte del dissidente russo in carcere. E sul possibile impatto che questo avrà sulle prossime elezioni presidenziali, previste in Russia dal 15 al 17 marzo, Stefanini ritiene che ''sarà un plebiscito per Putin''. Perché la ''morte di Navalny è un avvertimento pesantissimo a livello di Cosa Nostra'' e ''gli elettori non si fideranno del segreto dell'urna e vorranno farsi vedere andare a votare''.
Per Stefanini la morte di Navalny è una notizia ''sconvolgente, ma c'era da aspettarselo'', perché ''lui era il vero capo dell'opposizione in Russia ed era riuscito miracolosamente a continuare a comunicare con l'esterno, sia in Russia, sia fuori''. Ma, prosegue l'ambasciatore, ''non c'era più posto per una voce del dissenso in Russia'' e ''siamo in un momento in cui Putin non tollera alcun dissenso interno''. Stefanini ha ricordato, in questo contesto, che il leader del Cremlino ha impedito al candidato anti-guerra Boris Nadezhdin di scendere in campo. E anche che in passato, a differenza di ora, ''Putin si riteneva forte e invincibile fino alle ultime elezioni. Per cui incoraggiava alcuni oppositori a scendere in campo'' anche perché ''faceva gioco al regime dare una vernice di democrazia e di libertà politica''.
Ora, invece, ''Putin non può permettersi una voce di opposizione interna'', prosegue Stefanini sottolineando che ''Navalny non era il classico russo liberale filo occidentale. Era profondamente russo. Sosteneva, ad esempio, che la Penisola di Crimea era russa''. Inoltre ''aveva dimostrato di avere un coraggio da leone nel tornare in Russia dopo essere stato avvelenato'', ha sottolineato. Senza Navalny, che tra l'altro aveva rivolto tramite i social un appello a votare per protesta tutti a 'mezzogiorno contro Putin', nelle elezioni di metà marzo ci sarà ''un voto plebiscitario per Putin''. ''Il regime vuole un'alta affluenza alle urne e la otterrà'' perché la morte di Navalny ''è un avvertimento per chiunque. E chiunque in Russia abbia velleità di opposizione se ne guarderà bene'', sottolinea.
Come sia avvenuta la morte del critico numero uno di Putin ''non lo sapremo mai - prosegue Stefanini - Era stato spostato in una prigione al di là del circolo polare artico. Per qualche tempo si erano perse le sue notizie, poi era riuscito a far sapere che stava bene''. Insomma, ''a volte non c'è bisogno del polonio per eliminare un avversario politico'', fa notare l'ambasciatore riferendosi al veleno utilizzato per uccidere Alexander Litvinenko, ex agente dei servizi russi dell'Fsb morto nel 2006. ''E' anche sufficiente che le condizioni di vita siano talmente dure da provocarne la morte. Per cui la causa esatta della morte di Navalny non la sappiamo e forse non la sapremo mai'', conclude.
Esteri
Usa, l’allarme dell’Fbi: “Hacker cinesi...
Il direttore Wray: "Sono riusciti a infiltrarsi in diverse società americane che operano in settori critici, come quello energetico o idrico"
Il direttore dell'Fbi, Christopher Wray, ha lanciato l'allarme sul fatto che hacker legati al governo cinesi stanno aspettando "solo il momento giusto per un devastante attacco" ad infrastrutture critiche negli Stati Uniti. Durante un discorso alla Vanderbilt University, Wray ha rivelato che un gruppo di hacker cinesi, Volt Typhoon, è riuscito ad infiltrarsi in diverse società americane che operano in settori critici, come quello energetico o idrico, secondo quanto riporta l'International Business Times.
Nel suo discorso, Wray ha sottolineato quindi che la Cina possiede la capacità di infliggere danni sostanziali a infrastrutture critiche Usa, e che il piano degli hacker è quello di "attaccare infrastrutture civili per cercare di indurre il panico". Un portavoce del ministero degli Esteri cinesi ha dichiarato, all'inizio della settimana, che Volt Typhoon non ha nessun contatto con il governo cinese ma fa parte di un gruppo criminale specializzato in "ransomware".
Esteri
Biden e la gaffe sullo zio mangiato dai cannibali
Il presidente e l'omaggio allo zio morto nella Seconda guerra mondiale
"Mio zio forse è stato mangiato dai cannibali". Parola di Joe Biden. Le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti somigliano ad una nuova gaffe e non passano inosservate. Biden si è espresso durante una visita a Scranton, Pennsylvania, la città che - come sanno gli appassionati di serie tv - è diventata celebre anche perché è la sede di The Office, lo show Nbc che dal 2005 al 2013 ha avuto un enorme successo.
Biden ha reso omaggio allo zio, Ambrose Finnegan, pilota morto durante la Seconda guerra mondiale. "E' stato abbattuto in Nuova Guinea e non hanno mai trovato il corpo. In quella parte della Nuova Guinea c'erano molti cannibali", le parole del presidente. Secondo i registri militari, in realtà, l'aereo su cui volava Finnegan precipitò davanti alle coste della Nuova Guinea: l'apparecchio e il corpo non vennero mai trovati.
Esteri
G7, Tajani: “Convergenza su tutte le questioni...
A Capri il vertice dei ministri degli Esteri
"Grande unità d'intenti e convergenza su tutte le questioni internazionali". Così Antonio Tajani nella conferenza finale del vertice dei ministri degli Esteri dei Paesi del G7 a Capri. Ribadito il no all'operazione militare israeliana a Rafah, per il Medio Oriente va perseguita la de-escalation. Ok alle sanzioni all'Iran ma la porta del dialogo resta aperta.