Economia
Imprese, con manager più giovani in Italia un valore tra...
Imprese, con manager più giovani in Italia un valore tra l’1% e il 2% in più del Pil
Ricerca di Bain & Company e Key2people, la leadership intergenerazionale potrebbe generare fino a 40 miliardi di euro per il Paese
Una generazione di manager più giovani potrebbe tradursi in un valore compreso tra l’1% e il 2% del Pil italiano. E con una leadership intergenerazionale l'Italia potrebbe raccogliere un valore di circa 40 miliardi di euro. Ma stando all'ultima ricerca di Bain & Company Italia e Key2people per realizzare questo obiettivo è necessario un impegno vero, credibile e sinergico di Istituzioni e imprese. La ricerca congiunta sulle difficoltà di costruire, e valorizzare, una nuova classe manageriale italiana è stata presentata in occasione dell’evento "Next Generation Leadership: il ricambio della classe dirigente come elemento di competitività del Paese", tenutosi oggi a Roma. La ricerca di Bain & Company Italia e Key2people ha così acceso un faro sulla difficoltà del Sistema Italia nel garantire un virtuoso processo di costruzione e valorizzazione della nuova classe dirigente.
A ragionare su questi temi sono stati, tra gli altri, il ministro per l’Università e la Ricerca Anna Maria Bernini; Andrea Casaluci, Ceo di Pirelli); Luigi Ferraris, ad del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane; Elena Goitini, ad di BNL e Responsabile BNP Paribas per l’Italia; Gioia Manetti, Svp, Ceo AutoScout24 Spa e Ceo AUTOproff Italy; Chiara Russo, Ceo e Co-founder di Codemotion; Fabio Vaccarono, presidente e Ceo del Gruppo Multiversity. L’evento è stato moderato dalla giornalista di Sky TG24 Tonia Cartolano.
Nel commentare gli scenari descritti dalla ricerca, Pierluigi Serlenga, Managing Partner Italia di Bain & Company, ha sottolineato che "le complessità macroeconomiche, le tensioni geopolitiche, un contesto in cui la velocità del cambiamento tecnologico è più evidente che mai, determinano la necessità di adattarsi, rinnovarsi, trasformarsi, affrontando anche la dose di rischio che comporta l'innovazione". "Abbracciare la sfida di un’equilibrata coesistenza tra generazioni nei ruoli apicali, e della definizione di nuovi ecosistemi, è la ricetta per recuperare la capacità di innovazione e competitività del Sistema Paese" ha osservato inoltre Serlenga.
Per Cristina Calabrese, amministratore delegato di Key2people, "ad un alto mix generazionale nelle posizioni apicali, come i dati evidenziano, corrisponde una maggior capacità di creazione di valore e crescita: ciò dimostra che la chiave per la gestione del futuro è una combinazione tra esperienza, innovazione e discontinuità, eppure solo il 53% delle aziende adotta policy a favore di una leadership giovane". "Il Paese -ha detto - ha un serbatoio di competenze molto forte nei manager quarantenni che può essere un acceleratore di crescita, investendo costantemente in piani di successione e di valorizzazione del talento, come alcuni esempi di concreto successo testimoniano". "Questa, infatti, - ha indicato inoltre Calabrese - è la generazione di manager che si è sviluppata all’interno della rivoluzione digitale, interpretandone i cambiamenti relativi ai processi industriali e commerciali e alle nuove modalità di lavoro flessibile, mostrando un’affinità ai modelli di leadership più coerenti con queste trasformazioni strutturali".
"Di fronte a noi non abbiamo molto tempo" ha avvertito Roberto Prioreschi, Semea Regional Managing Partner di Bain & Company, sottolineando che "recuperare la competitività del Paese in un mondo post-globalizzato, e sempre più aperto alle sfide tecnologiche e di innovazione, passa inevitabilmente attraverso l’accelerazione del ricambio generazionale". "Questo sarà davvero possibile solo se imprese e Istituzioni agiranno in maniera sinergica e rapida" e "come Bain & Company vogliamo stimolare l’avvio di questo percorso, con un passo concreto, lanciando un’iniziativa gratuita di formazione attraverso la quale metteremo a disposizione di giovani talenti ad alto potenziale il nostro network e la nostra esperienza" ha aggiunto il manager di Bain & Company.
E dai suggerimenti ai numeri, dalla ricerca emerge come oggi, nel nostro Paese, l’età media dei Ceo di società quotate si attesti sui 60 anni e – legata ad una maggiore durata della carica ricoperta - stia ulteriormente invecchiando, rispetto ai 55-58 anni che si registrano tra i vertici di realtà quotate di altri Paesi europei. Anche per quanto riguarda prime linee e board assistiamo alla stessa tendenza: il nostro Paese ha tra i 2 e i 5 anni di “maggiore età” rispetto alla media europea. E tutto ciò nonostante la dimensione media delle nostre aziende sia nettamente inferiore. Questa situazione ha un costo per il Sistema Paese: il maggior contributo legato a una leadership più giovane – quindi più incline all’innovazione, internazionalizzazione e ai nuovi trend, potrebbe tradursi in un valore compreso tra i 20 e i 40 miliardi di euro (1-2% del Pil italiano).
Le cause dell’attuale squilibrio generazionale al vertice, secondo la ricerca, possono essere individuate in una serie di fattori strutturali che incidono sulla domanda e offerta di profili executive giovani, ma anche in una mancata valorizzazione e creazione di percorsi alternativi e di advisory dei profili più senior. Investire su un ribilanciamento tra generazioni - una leadership intergenerazionale – è quindi centrale per sbloccare un vantaggio competitivo per il Paese. In tal senso, un’azione sinergica di Istituzioni e imprese è imprescindibile. In particolare, le Istituzioni devono investire in modo mirato e urgente su una pianificazione lungimirante, attivando secondo gli analisti della ricerca diverse leve – tra cui una rimodulazione della durata dei percorsi di studio, politiche industriali a supporto di imprese Under35, sgravi fiscali che incentivino l’innovazione e introduzione di forme di "flessibilità in uscita".
Anche le imprese, in questo processo, hanno grandi responsabilità, e i ricercatori ritengono che possono agire attraverso alcune specifiche iniziative: dallo sviluppo delle competenze dei dipendenti (anche attraverso percorsi di carriera dedicati), a una valorizzazione delle risorse senior, fino all’introduzione di KPI di age diversity per posizioni di Board / C-Suite. Consapevoli della propria responsabilità nei confronti del mercato italiano, e con l’obiettivo di voler accelerare questo percorso investendo concretamente sul talento, le due aziende sponsor di questo evento – Key2people e Bain & Company – vogliono lanciare due progetti concreti con l’obiettivo di avere un impatto positivo e coerente e, allo stesso tempo, sensibilizzare maggiormente il Sistema Paese su questo tema.
Da un lato, Bain & Company Italia si impegna - nel 2024 - a lanciare il suo primo Next Leadership Program, un’iniziativa di formazione gratuita attraverso la quale metterà a disposizione di oltre 100 professionisti – di età compresa fra i 30 e i 40 anni - ad alto potenziale (indicati dalle principali realtà aziendali del Paese di tutti i settori merceologici e selezionati dal leadership team di Bain Italy) il proprio know-how, contenuti e network internazionale per accelerarne l’accesso alla C-suite italiana. L’iniziativa promossa da Bain è aperta a qualsiasi stakeholder voglia aderire e contribuire concretamente al programma (Istituzioni, mondo accademico ed altre società di consulenza). Dall’altro lato, Key2people metterà a fattor comune le best practice aziendali per indirizzare i temi di age diversity, attraverso due workshop con HR Director (a Milano e Roma). Inoltre, la company considera un impegno vincolante quello di presentare nelle proprie attività di Executive Search candidati rappresentativi della diversità di età.
Economia
Peste suina: Canada blocca export prosciutti Parma,...
Il grido d'allarme del Consorzio del Prosciutto di Parma e Assica, interpellati dall'Adnkronos, alla luce della nuova zona II in Italia nel parmense e per le conseguenze sull'export extra Ue.
"C'è tanta, tanta preoccupazione. Da oggi il Canada è un mercato chiuso per tutti i prosciutti e salumi che provengono dalla zona di restrizione II che comprende tra gli altri i comuni di Collecchio, Felino, Fornovo, Varano, in provincia di Parma, ad alta vocazione suinicola mentre gli Stati Uniti hanno una misura simile ma solo per i prodotti a breve stagionature e quindi sono salvi i prosciutti crudi stagionati, quindi il prosciutto di Parma è salvo per gli Usa". E' quanto afferma Davide Calderone, direttore di Assica, l'Associazione industriali delle carni e dei salumi di Confindustria, interpellato dall'Adnkronos sulla questione della peste suina africana e sulla sua diffusione in Italia tra i cinghiali.
"Ci raggiungono ulteriori limitazioni a quelle già in atto e questo preoccupa molto. -afferma Calderone - Il problema diventa più urgente ora perché le zone sottoposte a restrizione cominciano ad essere quelle dove ci sono tanti salumifici, inizialmente riguardavano l'Alta Liguria e il Piemonte dove ci sono pochissimi salumifici e pochi allevamenti, ora invece sono coinvolte anche le zone ad altissima vocazione di prosciuttifici e salumifici (Parma)". "Riteniamo sia ancora possibile intervenire e chiediamo che il governo e la struttura commissariale decidano di intervenire ponendo recinzioni per salvaguardare le zone ad alta vocazione suinicola e produttiva. E' fondamentale recintare. Chiediamo dunque che ci sia un cambio di passo, dopo il peggioramento della situazione con le nuove zone di restrizione che si stanno allargando. E' una situazione economica molto problematica".
Forte preoccupazione anche dal Consorzio del Prosciutto di Parma. "Segnaliamo che le elevate garanzie sanitarie fornite dalla lunga stagionatura del nostro prodotto permettono di mantenere aperti importanti sbocchi per le nostre esportazioni come gli Stati Uniti e l’Australia. L’unico cambiamento di rilievo riguarda il Canada, Paese che rappresenta il 2,5% del nostro export, verso il quale le aziende produttrici di Prosciutto di Parma situate in zona di restrizione II (ovvero quelle in cui la Psa è presente nel cinghiale) non possono spedire il loro prodotto". E' quanto afferma Alessandro Utini, presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma. "Il nostro auspicio è che tutte le iniziative intraprese dal Ministero della Salute, dal Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana, dal Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e dalle Regioni competenti portino al contenimento ed eradicazione del virus, e a tutti va l’invito a compiere un ulteriore sforzo per raggiungere al più presto questo fondamentale obiettivo" conclude Utini.
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Gioco responsabile, Fondazione FAIR presenta la sua ricerca...
È stata presentata a Roma, a IGE-Italian Gaming Expo, nell’ambito della tavola rotonda “Un Nuovo Approccio al Gioco Responsabile" la prima ricerca condotta da Fondazione FAIR, la Fondazione per l’Ascolto, l’Innovazione e la Ricerca nata su iniziativa di Sisal per promuovere un nuovo approccio al Gioco Responsabile.
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Fondazione Fair: “Avere anche in Italia modello...
L'obiettivo di identificare e studiare le migliori pratiche internazionali e valutare potenziali opportunità per il mercato italiano
La Fondazione Fair, nata recentemente su iniziativa di Sisal per promuovere un nuovo approccio al Gioco Responsabile basato su studi e ricerca, presenta oggi i risultati della sua prima ricerca in una tavola rotonda dal titolo 'Un Nuovo Approccio al Gioco Responsabile' nell'ambito di Ige – Italian Gaming Expo, in corso in questi giorni a Roma (18-19 aprile). Realizzata dalla società di consulenza Oc&c, la ricerca ha esaminato il panorama globale del mercato e gli strumenti del Gioco Responsabile, con l'obiettivo di identificare e studiare le migliori pratiche internazionali e valutare potenziali opportunità per il mercato italiano. (VIDEO)
Durante la presentazione Luigi Nicola Serravalle, Partner e Giorgio Crainz, Associate Partner di Oc&c, hanno illustrato i risultati dello studio che ha identificato le migliori pratiche internazionali nel campo del Gioco Responsabile. Quest'analisi ha evidenziato la mancanza in Italia di un modello unico e accessibile di ricerca e studio indipendente, comune e accessibile a tutti, considerando il panorama attuale come estremamente frammentato, caratterizzato da iniziative parziali e isolate. A commentare i risultati della ricerca sono intervenuti la Sen. Elena Murelli (Lega); l’On. Alessandro Cattaneo (Forza Italia) e l’On. Mauro Del Barba (Italia Viva).
“Come primo passo abbiamo sentito la necessità di colmare gli attuali divari conoscitivi nel campo del Gioco Responsabile per fornire dati e know-how condivisi” ha dichiarato Matteo Caroli, Presidente della Fondazione Fair. "In Italia non esistono Fondazioni indipendenti dedicate al Gioco Responsabile: con la Fondazione Fair vogliamo promuovere una cultura del gioco che metta al centro la prevenzione, nonché il rispetto e la tutela delle persone, attraverso lo sviluppo di filoni di ricerca scientifica, studi e ricerche. Abbiamo poi l’obiettivo di promuovere collaborazioni e attività di studio con soggetti terzi qualificati, adottando così un approccio multidisciplinare e aperto al confronto con tutti".
La partecipazione di Fair alla due giorni di Ige ribadisce l'impegno della Fondazione nel creare cultura e consapevolezza sul Gioco Responsabile, oltre a promuovere un dialogo costruttivo con istituzioni pubbliche, operatori del settore, e attori sociali riguardo all'ascolto, alla ricerca e all'innovazione nel campo del Gioco Responsabile. Domani, venerdì 19 aprile, la Fondazione Fair sarà di nuovo protagonista a Ige con un panel dal titolo “Gioco Responsabile, tra Innovazione Digitale e Intelligenza Artificiale”. Questo evento esaminerà l'intersezione tra innovazione digitale e intelligenza artificiale nel contesto del Gioco Responsabile, mettendo in luce le implicazioni etiche, le sfide regolamentari e le potenzialità per la protezione dei giocatori in un ambiente di gioco evoluto e consapevole.
A moderare ci sarà Daniele Chieffi, giornalista, reputation manager, docente, Ceo The Magician, Co-founder Ailyn e interverranno Maurizio Benzi, Head of Digital Strategy Casaleggio Associati; Stefano Mainetti, Co-direttore Osservatorio Cloud Transformation School of Management Politecnico Milano; Emanuela Girardi, presidente PopAi e Stefano De Vita, Direttore Generale Fondazione Fair.