Esteri
Ucraina, il piano della Russia: nuovo attacco in estate
Kiev in difficoltà per la carenza di armi e munizioni, Mosca prepara la spallata
La Russia preme e prepara una nuova offensiva nella guerra in Ucraina. Le forze di Mosca sferreranno un nuovo massiccio attacco in estate, quando il conflitto arriverà presumibilmente ad una svolta cruciale. E' il quadro che delinea l'Institute for the Study of War, il think tank americano che monitora la situazionesul campo dall'inizio delle ostilità con particolare attenzione alle strategie e alle risorse a disposizione di Kiev e Mosca.
Kiev e l'emergenza armi
L'Ucraina, come è noto, è alle prese con una carenza di armi e munizioni. L'impegno dell'Unione Europea non sarà sufficiente per colmare l'eventuale vuoto legato allo stop di forniture degli Usa. A Washington, dopo il voto del Senato, il pacchetto da 70 miliardi di dollari è fermo alla Camera dei Rappresentanti. Senza le nuove armi americane, l'Ucraina perde un sostegno fondamentale.
"Le forze russe continueranno in primavera gli sforzi di offensiva in corso per destabilizzare le linee difensive ucraine, mentre si preparano ad una nuova offensiva in estate", scrive l'Institute for the Study of War, sottolineando che la fornitura di aiuti militari occidentali "svolgerà un ruolo cruciale nella capacità ucraina di tenere ora il territorio e respingere l'offensiva russa nei prossimi mesi".
Secondo il think tank americano, se ben rifornite "le forze ucraine hanno dimostrato di poter impedire alle forze russe successi anche marginali durante le offensive russe su larga scala, e non vi è ragione di dubitare che l'Ucraina possa ulteriormente stabilizzare la linea del fronte e prepararsi a respingere l'offensiva russa di questa estate se la scarsità di rifornimenti verrà superata".
La Russia ha bisogno di soldati
La Russia, da parte sua, continua a procedere a ondate. La fornitura di munizioni dalla Corea del Nord ha un ruolo rilevante e, secondo le news diffuse da Kiev, Mosca ha ripreso a utilizzare in maniera massiccia mercenari provenienti da paesi in condizioni economiche precarie. Le conseguenze della guerra si fanno sentire anche su un paese che ha un 'serbatoio umano' praticamente infinito. Fra il 2022 e il 2023 c'è stato in Russia un aumento record degli uomini invalidi nella fascia d'età 31-59 anni, chiaramente dovuto ai feriti sul fronte ucraino, evidenzia il bollettino giornaliero dell'intelligence britannica, riportando un'analisi del media russo Vorstka sui dati del Fondo pensioni e sicurezza sociale russo.
Nel 2002, vi erano ufficialmente 1,67 milioni di uomini disabili in questa fascia d'età, numero cresciuto nel 2023 di 507mila unità, ovvero del 30%. Esperti contattati da Vorstka afferma che il nuovo dato è dovuto all'aumento degli invalidi di guerra. "E' quasi certamente così - commenta l'inteligence militare britannica - una significativa maggioranza delle oltre 355mila perdite subite dalle forze armate russe in Ucraina sono soldati feriti. La media giornaliera delle perdite russe è cresciuta dall'avvio della campagna offensiva russa dell'autunno 2023, raggiungendo il picco di 983 al giorno in febbraio, il livello più alto dall'inizio della guerra".
"La crescita record di uomini disabili fra i 31 e i 59 anni e di soldati feriti avrà un impatto significativo sui servizi medici e sociali russi", conclude il bollettino.
La guerra e gli effetti sull'economia
Anche l'economia della Russia, nonostante la diffusione di dati che evidenzierebbero la crescita del Pil, incassa colpi pesanti. Gli attacchi ucraini alle raffinerie in Russia hanno provocato un aumento dei prezzi della benzina.
L'outlet russo Rbk il 13 marzo riportava l'aumento dei prezzi della benzina. In particolare la benzina a 95 ottani ha superato i 60mila rubi a tonnellata (circa 648 dollari) per la prima volta dal settembre 2023. Secondo l'Rbk, la chiusura di due delle principali unità alla raffineria di Ryazan e di un'altra unità alla raffineria di Nizhny Novgorod, a causa degli attacchi ucraini del 13 marzo, riducono la produzione russa dell'8-9%, con un significativo impatto sul mercato russo del petrolio.
Esteri
TikTok rischia di scomparire dai telefoni americani. Il...
Dopo un mese di stallo, si avvicina il momento clou per TikTok: lo speaker della Camera Mike Johnson ha deciso di inserire la norma che prevede il bando della piattaforma video dagli Stati Uniti (a meno di un disinvestimento dei suoi azionisti cinesi), in un pacchetto di aiuti per Israele e Ucraina, che dovrebbe essere approvato sabato. Il Senato, finora tentennante sulla tagliola nei confronti dell'app usata da 170 milioni di americani, dovrebbe votare rapidamente il pacchetto, e il presidente Joe Biden ha promesso di firmare tutto immediatamente.
Nelle scorse settimane l'attività di lobbying della società, in particolare dell'amministratore delegato Shou Chew, è stata incessante. Molti utenti sono stati bombardati di messaggi sull'app in cui erano incoraggiati a protestare contro i parlamentari per la proposta di legge, che dà a ByteDance, la società che controlla TikTok, quasi un anno (erano sei mesi in una prima versione) per trovare azionisti non basati in Cina cui vendere le proprie quote. Se la cessione non dovesse andare in porto, l'app sparirebbe dagli app store e non potrebbe più essere scaricata dai cittadini americani. Uno dei potenziali compratori che stava mettendo in piedi una cordata è l'ex Segretario al Tesoro Steven Mnuchin.
TikTok, in un post su X mercoledì sera, ha scritto: "Ci dispiace che la Camera dei Rappresentanti stia usando il pretesto di importanti aiuti esteri e umanitari per forzare nuovamente un divieto che calpesterebbe i diritti alla libera espressione di 170 milioni di americani, devasterebbe 7 milioni di imprese e chiuderebbe una piattaforma".
Gli esperti di sicurezza nazionale ritengono TikTok uno strumento di propaganda e di raccolta massiccia di dati a uso e consumo del governo cinese. Alcuni parlamentari, come il libertario Rand Paul, sono convinti che una simile legge sarebbe giudicata incostituzionale dalla Corte Suprema. Donald Trump, che da presidente aveva per primo provato a costringere ByteDance a disinvestire da TikTok, ha nel frattempo cambiato idea. I maligni sostengono che il ripensamento è legato a uno dei più importanti donatori repubblicani, Jeff Yass, che ha investito 22 milioni nella società che si è appena fusa con Trump Media, e allo stesso tempo è azionista di ByteDance. Ma una maggioranza bipartisan, come la commissione che un mese fa ha votato 50 a 0 per portare il disegno di legge al voto dell'aula, si è ormai allineata alle preoccupazioni della Casa Bianca e dell'intelligence.
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L’Iran ha finanziato Hamas con 200 milioni. Le prove...
Il quotidiano inglese pubblica le lettere indirizzate al capo di Hamas che rivelano flussi milionari da dieci anni a questa parte
Durante le operazioni militari a Gaza, l'esercito israeliano ha trovato una serie di lettere indirizzate a Yahya Sinwar, il capo di Hamas nella regione, che rivelano dettagliati flussi di finanziamento da parte dell'Iran al gruppo combattente palestinese. Queste lettere, una delle quali datata 2020 e l'altra del 2021, documentano trasferimenti finanziari significativi, evidenziando la persistente dipendenza di Hamas dai fondi iraniani per le sue operazioni. Lo rivela il Times di Londra, che pubblica anche le lettere.
Il documento più recente dettaglia i pagamenti effettuati in seguito alla cosiddetta "Operazione Spada di Gerusalemme", con somme che ammontano a decine di milioni di dollari. In particolare, dopo il conflitto del 2021, l'Iran ha trasferito 58 milioni di dollari a Hamas, oltre ad altre somme minori destinate sia all'apparato militare che a quello politico del gruppo. Questi fondi sarebbero stati consegnati in contanti a Beirut da ufficiali della Guardia Repubblicana iraniana e poi trasferiti a Gaza attraverso una rete di cambiavalute.
La lettera più vecchia, al contrario, risale al periodo di un altro conflitto tra Israele e Hamas, tra il 2014 e il 2020, durante il quale sono stati trasferiti un totale di 154 milioni di dollari. Questi fondi erano apparentemente destinati direttamente a figure chiave di Hamas, compreso Sinwar, oltre a finanziare le operazioni militari durante il conflitto.
Il ritrovamento di queste lettere fornisce una chiara testimonianza del sostegno continuativo dell'Iran a Hamas, nonostante le numerose dichiarazioni internazionali e le sanzioni. La documentazione suggerisce una relazione intricata e dettagliata tra il gruppo combattente palestinese e i suoi finanziatori in Iran, con implicazioni significative per la stabilità regionale.
Esteri
Iran, fonti Usa: “improbabile” attacco Israele...
Lo riferisce AbcNews. I preparativi di un attacco sarebbero stati avviati e sospesi già due volte
È improbabile che Israele effettui un attacco contro l'Iran prima della fine delle celebrazioni della Pasqua ebraica, che iniziano nella serata di lunedì 22 aprile e si concluderanno nella serata del 30. A riportare la notizia, attribuendola ad un alto funzionario statunitense, è AbcNews. La stessa fonte citata dall'emittente parla di uno stato di massima allerta in Iran per il rischio di un attacco.
Preparati della risposta israeliana avviati e sospesi due volte
Sempre secondo quanto riferito ad AbcNews da tre fonti israeliane, Tel Aviv ha avviato, quindi interrotto i preparativi per l'attacco di rappresaglia contro l'Iran in almeno due occasioni nelle notti della scorsa settimana.
Il gabinetto di guerra israeliano ha valutato una serie di risposte, dall'attacco ai 'proxy' iraniani nella regione, ma non sul suolo iraniano, a un potenziale attacco informatico, hanno riferito le stesse fonti ad Abc.
Fonti Egitto: "Sì da Usa ad attacco Rafah in cambio di rinuncia ad apio attacco Iran
Intanto secondo quanto scrive la pubblicazione qatarina Al-Araby Al-Jadeed, citato dal Times of Israel, attribuendo la dichiarazione ad un funzionario del Cairo, gli Stati Uniti avrebbero accettato il piano israeliano per un'operazione a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, in cambio della rinuncia da parte dello stato ebraico a sferrare un attacco di ampia portata in Iran per rappresaglia contro l'attacco iraniano a Israele.
"L'amministrazione americana ha mostrato di accettare il piano precedentemente presentato dal governo di occupazione per quanto riguarda l'operazione militare a Rafah, in cambio della rinuncia a un attacco su larga scala contro l'Iran", scrive Al-Araby Al-Jadeed, citato dal Times of Israel, attribuendo la dichiarazione ad un funzionario del Cairo, secondo il quale sarebbero in corso i preparativi per consentire all'Egitto di far fronte a qualsiasi possibile impatto della prevista operazione.