

Esteri
L’esperto di geopolitica: “Bryansk? Storia con forte ‘fumus’ di propaganda”
“A metà della settimana sono partiti massicci attacchi di droni dal territorio ucraino in direzione di basi e installazioni militari russe poste su un fronte di quasi duemila chilometri nella Russia europea. Da ieri, invece che di questa operazione, prova generale di una nuova fase della guerra, si discute soprattutto di un presunto attacco su civili russi a Bryansk, che Putin stesso si è affrettato a definire come condotto da infiltrati ucraini. Una storia con un forte ‘fumus’ di propaganda – la definisce, parlando con l’Adnkronos, l’esperto di geopolitica David Rossi – utile nei confronti dell’opinione pubblica russa, per distrarla dalla notizia degli attacchi di droni delle ore precedenti. Una storia ‘strana’, questa di Bryansk – commenta – che ha come protagonisti i droni ucraini, i partigiani russi e la propaganda del Cremlino”.
Infatti, si domanda Rossi, “che cosa sappiamo di quello che è successo in questa città della Russia europea? I media di Mosca hanno affermato che uno scuolabus è stato colpito da colpi di arma da fuoco. Tuttavia, secondo funzionari locali ciò non è possibile perché le lezioni in questi giorni avvengono in remoto. La stampa russa ha riportato che dei miliziani hanno preso ostaggio e/o hanno avuto uno scontro a fuoco con le truppe russe. Ma non ci sono video. Ieri sera, l’intelligence russa ha sostenuto che detti partigiani ucraini sarebbero stati respinti oltre il confine, che, detto in questo modo, sembrerebbe assomigliare a una gruviera. Ma quanti erano e chi erano? A seconda delle fonti andavano da una mezza dozzina a cinquanta. Ed erano ucraini. Anzi no, erano russi. Ma no: erano neonazisti russi. O forse erano neonazisti russi non inquadrati dagli ucraini. Insomma, questa storia sembrerebbe più che mai permeata dalla propaganda russa e la sua narrativa finalizzata a distrarre l’opinione pubblica dalla notizia degli attacchi di droni sul suo territorio. Rimane il fatto che per la prima volta Mosca ammette la possibile esistenza di gruppi di partigiani russi attivi nel proprio territorio. Cosa che, a dar retta agli storici, non accadeva da almeno settant’anni”.
“I supposti episodi di Bryansk – spiega l’esperto – si collocano nel più ampio contesto di una guerra asimmetrica tra le forze armate della federazione russe e una galassia di soggetti, che vanno dai partigiani ucraini infiltrati nel territorio della federazione (non bisogna immaginarli venuti da lontano: tra tatari e ucraini etnici, 5,5 milioni vivono in Russia, senza contare chi ha solo un genitore o un nonno ucraino), ai nazionalisti russi contrari al modo in cui Putin conduce la guerra, a oppositori per così dire ‘generici’ al regime, a elementi di apparati in lotta tra di loro. È una guerra inizialmente combattuta dalla scorsa primavera con il fuoco: circolano centinaia di video e di immagini di avamposti militari, centri di reclutamento e complessi industriali di difesa in tutta la Russia dove si sono verificati esplosioni o incendi, a volte catastrofici. Gli obiettivi includono raffinerie di petrolio, fabbriche e depositi di munizioni, aziende del settore della difesa e aerospaziale, oltre ovviamente a infrastrutture di comunicazione. Gli attacchi hanno logorato la logistica dell’esercito russo, ma non sono parsi del tutto coordinati: insomma, sembrerebbero condotti da autori diversi che partecipano a un unico sforzo senza parlarsi”.
“Una cosa analoga, ma mirata più sulla catena di approvvigionamento russo nel paese – ricorda Rossi – è quanto accaduto in Bielorussia per tutto il corso del 2022 ad opera di partigiani anti-regime locali, con i treni e linee di rifornimento interrotte con atti di sabotaggio o attacchi dinamitardi. Proprio in Bielorussia si è di recente assistito a un’escalation, con basi aeree colpite in modo devastante. Non è da escludere che lo stesso possa accadere in Russia. Lo scorso settembre una fonte americana anonima aveva previsto che “i prossimi sulla lista sarebbero stati obiettivi più difficili, come convogli e le basi militari o persino le strutture di comando e controllo”.
(Cristiano Camera)
Esteri
Slovenia, 3 morti in una sparatoria a Lubiana

Un uomo avrebbe colpito due persone per poi togliersi la vita
E’ di tre morti il bilancio di una sparatoria avvenuta questo pomeriggio nella parte orientale della capitale slovena Lubiana. Secondo le prime ricostruzioni della polizia un uomo avrebbe colpito due persone per poi successivamente togliersi la vita. Per il momento la polizia non è stata in grado di fornire ulteriori informazioni in merito la causa della sparatoria e le indagini sono in corso. Le sparatorie sono rare in Slovenia, secondo le statistiche si tratta di uno tra i Paesi più sicuri d’Europa. I cittadini possono solo possedere armi da fuoco registrate e devono ottenere un permesso speciale se desiderano acquistare un’arma da fuoco.
Esteri
Ucraina-Russia, Zelensky: “Buone notizie da Bakhmut, Mosca sa che vinceremo”

Intanto a Belgorod i partigiani russi annunciano di aver "occupato un villaggio e ucciso un colonello di Mosca". Ucraina: "Scontro fra russi, noi non c'entriamo"

“Vediamo in che modo isterico la Russia reagisce ad ogni passo che facciamo e a tutte le nostre posizioni. Il nemico sa che l’Ucraina vincerà. Lo vedono. Lo sentono grazie agli attacchi, ai soldati, e in particolare nella regione di Donetsk”. Ad assicurarlo è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel giorno in cui Mosca ha denunciato il respingimento di una maxi offensiva ucraina nella regione. Offensiva tuttavia smentita da Kiev, che ha inoltre accusato la Russia di vivere in un “meta universo virtuale separato” dove si respingono “attacchi che non esistono”, ma anche di voler diffondere false informazioni su una ipotetica controffensiva per distogliere l’attenzione dalle perdite subite a Bakhmut.
“Sono grato a ciascuno dei nostri soldati, a tutti i nostri difensori che oggi ci hanno dato esattamente le notizie che ci aspettavamo. Direzione Bakhmut: ben fatto, guerrieri”, aggiunge il presidente ucraino su Telegram.
Intanto, nella regione russa di confine Belgorod sono scoppiati nuovamente combattimenti. Da tempo nella regione si verificano ripetuti scontri e attacchi per i quali Mosca incolpa Kiev. A combattere contro l’esercito di Putin, anche il ‘Corpo dei volontari russi’ e la Legione Russa, gruppi composti da nazionalisti russi.
E proprio il Corpo dei volontari russi ha diffuso nella serata di ieri un video in cui afferma di aver preso il controllo di un villaggio della regione che è stato completamente abbandonato dai suoi 5mila abitanti. Il video è stato rilanciato su Twitter da Anton Gerashchenko, consigliere del ministero ucraino dell’Interno, che ha sottolineato come le autorità russe non abbiano né smentito, né confermato.
“I combattenti del Corpo dei Volontari russi hanno preso il controllo del villaggio di Novaya Tavolzhanka”, affermano nel video due miliziani del gruppo che tengono in mano la loro bandiera in una strada deserta. “Non si tratta di un piccolo villaggio abbandonato, ma di un insediamento dove vivono 5mila persone. Ora è vuoto vi sono solo combattenti del Corpo dei Volontari russi”, dicono.
I Volontari e la Legione Russa hanno quindi rivendicato di aver ucciso un colonnello delle Forze armate russe, Andrey Stesev, durante un’operazione portata avanti congiuntamente nell’oblast russo. La rivendicazione, con le foto dei documenti di Stesev, è stata rilanciata da Ukrainska pravda.
Nella rivendicazione si afferma che il colonnello è stato ucciso in battaglia, senza precisare il luogo esatto. Stesev viene descritto come un alto ufficiale del gruppo operativo di Belgorod. “Ai suoi ordini – si legge – lui e i suoi subordinati hanno sistematicamente terrorizzato la popolazione dell’oblast di Belgorod e violato i loro diritti e libertà. In precedenza, Stesev ha ucciso civili in Cecenia, Yugoslavia, Abkhazia e Ucraina”.
La morte di Stesev è stata quindi annunciata anche dai servizi militari ucraini su Telegram, con allegata foto del suo documento, scrive Kyiv Independent.
A quanto riferiscono i servizi, il colonnello, 52 anni, faceva parte del 104esimo reggimento delle Guardie aeree d’assalto, accusato di aver partecipato al massacro di Bucha in Ucraina nel marzo 2022. Stesev, si legge, è stato ucciso in battaglia nel villaggio di Novaya Tavolzhanka.
Secondo Kiev, tuttavia, nell’oblast russo ci sarebbe uno scontro in corso fra l’esercito russo e il Corpo dei Volontari russi, nel quale l’Ucraina non sarebbe coinvolta. A scriverlo su Twitter è il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, che esorta quind la Russia a negoziare con i miliziani.
“Molte persone si pongono una giusta domanda: che cosa sta esattamente accadendo ora nell’oblast di Belgorod? E’ semplice. Un classico boomerang. Oggi è un ‘territorio disputato’, una ‘zona grigia’, per il quale vi è uno scontro fra l’esercito di Putin e il Corpo dei volontari russi, cittadini attivi russi che non sono d’accordo con la politica genocida di Mosca e godono del sostegno della popolazione locale. E’ una battaglia fra il Golia russo e il David russo. L’Ucraina non è coinvolta in questo conflitto. Osserviamo il corso degli avvenimenti e ancora una volta chiediamo al regime di Mosca di cessare il fuoco nell’oblast di Belgorod, di sedersi immediatamente al tavolo dei negoziati con il Corpo dei volontari russi e di mettere fine a questo insensato spargimento di sangue. Altrimenti il numero di territori disputati crescerà rapidamente…”, ha twittato Podolyak.
Esteri
Kosovo, rimpatriati 15 militari italiani feriti

Sono stati trasferiti all'ospedale militare Celio per ulteriori cure mediche. Nato: arrivati in Kosovo 500 soldati dalla Turchia

Quindici dei 19 soldati italiani feriti in Kosovo tornano a casa. Lo comunica Kfor, spiegando che i militari italiani schierati con la missione a guida Nato rimasti feriti nei giorni scorsi nel corso di proteste nel nord del Paese (11 a Zvecan, altri 8 a Pec/Peje) sono stati rimpatriati oggi.
I 15 rientrati in Italia sono stati trasferiti all’ospedale militare Celio per ulteriori cure mediche, mentre gli altri quattro si trovano attualmente nell’infermeria del quartier generale Kfor e torneranno presto ai loro compiti.
Prima della partenza dal Kosovo, il Comandante della Kfor, Generale di Divisione Angelo Michele Ristuccia, ha incontrato i militari all’aeroporto di Pristina per augurare loro ancora una volta una pronta e completa guarigione.
Intanto sono arrivati in Kosovo circa 500 militari dell’Alleanza Atlantica, come ”rinforzo della Nato dopo le violenze della scorsa settimana che hanno provocato 30 feriti”. Lo ha annunciato attraverso Twitter la portavoce della Nato Oana Lungescu, spiegando che si tratta di ”circa 500 militari turchi in servizio della 65esima brigata di fanteria meccanizzata della Turchia che costituiranno la maggior parte dei rinforzi”.
Esteri
Belgorod, “Ucraina ha invaso la Russia”: in radio falso discorso di Putin

Il Cremlino denuncia l'azione di pirati informatici

Un falso discorso di Vladimir Putin ha annunciato l’invasione di truppe ucraine in Russia, la proclamazione della legge marziale e l’evacuazione dei civili nelle zone di confine, oltre alla mobilitazione generale. Il discorso, smentito dal Cremlino, è stato diffuso per radio negli oblast russi di Belgorod, Rostov e Voronezh, riferisce il sito Meduza.
“Russi, cittadini, fratelli e sorelle. Oggi alle 04:00 le truppe ucraine, armate dal blocco della Nato, con il sostegno di Washington, hanno invaso i territori degli oblast di Kursk, Belgorod e Bryansk. Le nostre guardie di confine e forze armate stanno coraggiosamente combattendo contro le forze prevalenti degli aggressori. La legge marziale è stata imposta su mio ordine nei territori di Kursk, Belgorod e Bryansk. Oggi firmerò un ordine per la mobilitazione generale, perché dobbiamo unire tutte le forze della Federazione Russa per sconfiggere un nemico pericoloso e astuto”, afferma il falso Putin, in un discorso asseritamente diretto alle popolazioni degli oblast “invasi”, che sono invitate a lasciare le loro case e rifugiarsi “in profondità nella Russia”.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha smentito che il discorso sia stato pronunciato dal presidente russo e ha denunciato l’azione di pirati informatici. Una smentita è arrivata anche dalle autorità di Belgorod, che hanno parlato di falso messaggio “per seminare il panico fra la popolazione”.
Esteri
Harry non si presenta a processo contro tabloid, era al compleanno figlia Lilibet

Slitta domani la testimonianza del duca di Sussex contro il Daily Mirror. Gli avvocati del tabloid: "Ci fa perdere tempo"

Slitta a domani l’arrivo del principe Harry nell’aula del tribunale di Londra dove dovrà testimoniare al processo contro il Daily Mirror, accusato di aver usato mezzi illeciti, anche le intercettazioni di messaggi telefonici, per ottenere informazioni su di lui ed altre ‘celebrities’. Il suo, avvocato David Sherbone, ha comunicato infatti oggi all’inizio dell’udienza che Harry è arrivato solo ieri notte da Los Angeles per poter festeggiare il secondo compleanno della figlia Lilibet.
Il giudice Francourt si è detto “un po’ sorpreso” dal fatto che il principe non sia presentato oggi in aula, dal momento che erano state date indicazioni che il teste fosse disponibile già dal giorno prima della propria deposizione, prevista per domani, nel caso ci fosse stato il tempo di iniziarla già oggi. L’avvocato del gruppo Mirror, Andrew Green, si è detto a sua volta “molto risentito” per la mancata apparizione del principe, affermando che questa rischia di “far perdere tempo” al processo.
In quella che sarà la prima apparizione in tribunale in 130 anni di un membro della famiglia reale, Harry testimonierà nel processo che lui, ed altre decine di ‘celebrities’, hanno intentato ai tabloid del gruppo per le intercettazioni illegali.
Esteri
Ucraina, che fine fanno le armi Nato fornite a Kiev?

Forti interrogativi dopo quanto rivelato da fonti Usa al 'Washington Post' secondo cui sarebbero state utilizzate da legionari e resistenza russa nei raid su Belgorod. Belgio: "Chiarimenti"

Le armi dei Paesi Nato consegnate all’Ucraina per la guerra con la Russia sono davvero tenute in sicurezza come previsto dall’impegno siglato da Kiev? E’ possibile invece che siano oggi in mano a combattenti non ucraini? Secondo recenti rivelazioni fatte da fonti Usa al ‘Washington Post’, immagini alla mano, potrebbe essere proprio così.
Stando alle fonti Usa citate dal Post, combattenti filo ucraini che la scorsa settimana hanno lanciato un raid oltre frontiera, nella regione russa di Belgorod, hanno usato quattro mezzi tattici offerti all’Ucraina dagli Stati Uniti e dalla Polonia, almeno due dei quali sono stati catturati dalle forze russe, fucili forniti dal Belgio e dalla Repubblica Ceca, e almeno un’arma anti carro At-4 in dotazione alle forze americane e di altri Paesi occidentali.
Tre dei veivoli con protezione alle imboscate e alle mine (Mraps) portati in Russia erano stati forniti dagli Usa e il quarto dalla Polonia. I raid sono stati firmati dalla Legione libertà alla Russia coordinata dall’ex deputato Ilya Ponomarev, e dal Corpo dei volontari russi (Rdk), formazioni composte da russofoni, alcuni dei quali ultra nazionalisti. La Legione è parte di una Legione internazionale, composta da volontari e controllata da militari ucraini. La Rdk è un gruppo indipendente.
“Il nostro ministero della Difesa e le nostre agenzie di intelligence hanno iniziato un’indagine e stiamo chiedendo informazioni per determinare cosa sia successo esattamente”, fa sapere il primo ministro belga, Alexander De Croo, affermando che saranno chiesti all’Ucraina chiarimenti riguardo alle rivelazioni pubblicate nei giorni scorsi dal Washington Post.
“Le armi europee sono fornite all’Ucraina a condizione che vengano usate sul territorio ucraino – ha ricordato il premier – con il proposito di difenderlo e abbiamo strette misure di controllo per garantire che sia così”, ha aggiunto oggi parlando alla radio belga. De Croo non si è voluto poi sbilanciare riguardo alle possibili conseguenze se le notizie del Post saranno confermate: “Non vogliamo anticipare i tempi – ha detto – ma stiamo analizzando la situazione e la stiamo prendendo molto seriamente”.
Esteri
Nucleare, Russia aperta a dialogo con Usa su controllo armamenti

Cremlino: "Aspettiamo chiarimenti da Washington, necessario comprendere come è formulata proposta Sullivan"
La Russia è aperta al dialogo con gli Stati Uniti sul controllo delle armi nucleari, ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando la proposta dell’avvio di un confronto del Consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, proposta che definisce “importante e positiva”. E’ necessario prima capire come questa proposta è formulata. Nel clima di una grave carenza di fiducia reciproca tra la Federazione Russa e gli Stati Uniti, è difficile concentrarsi sulle dichiarazioni della stampa, ha aggiunto il portavoce, sottolineando che ora Mosca si aspetta “sviluppi nei fatti attraverso i canali diplomatici, per capire il formato di dialogo proposto”. Venerdì Sullivan aveva proposto l’avvio di un dialogo con la Russia, e anche con la Cina, a livello bilaterale e multilaterale, sulle armi strategiche.
Esteri
Kirghizistan, Bishkek denuncia tentato golpe e arresti

"Allarme" del Cremlino per le notizie in arrivo dalla capitale kirghisa

Il Comitato di Stato per la sicurezza nazionale in Kirghizistan ha annunciato l’arresto di diverse persone “coinvolte in un possibile colpo di Stato”, rende noto l’agenzia 24.kg. I complottisti avrebbero cercato di acquisire il potere in modo violento, si limita a precisare il Comitato. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha espresso “allarme” per le notizie in arrivo da Bishkek, precisando tuttavia di “non avere informazioni dettagliate al momento”.
A Bishkek è all’esame del Parlamento una legge simile a quella sugli agenti stranieri varata in Russia nel 2012, che costringe le ong che ricevono finanziamenti dall’estero a controlli e restrizioni. Questo sviluppo si inserisce in una crescente repressione del dissenso. Dal suo arrivo al potere nel 2020, il presidente Sadyr Japarov ha preso di mira i suoi oppositori politici e i media.
Nel marzo del 2022 è stato anche introdotto un bando alle manifestazioni di protesta nel centro di Bishkek, forse in seguito alle proteste contro l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca di fronte all’ambasciata russa.
Esteri
Ucraina, “Kiev coltiva rete agenti e sabotatori in Russia e fornisce droni”

Lo rivela la Cnn citando diverse fonti al corrente di informazioni di intelligence Usa

L’Ucraina ha coltivato una rete di agenti e simpatizzanti all’interno della Russia, li ha addestrati ad azioni di sabotaggio contro obiettivi russi ed ha iniziato a fornire loro droni per attacchi. Lo rivela la Cnn citando diverse fonti al corrente di informazioni di intelligence Usa a riguardo, che ritengono che siano stati questi agenti a condurre all’inizio di maggio l’attacco al Cremlino con droni che sarebbero stati quindi lanciati dal territorio russo.
Non è invece chiaro a queste fonti se gli altri attacchi con droni degli ultimi giorni siano stati sempre lanciati dall’interno del territori. Secondo le fonti si tratta di droni di fabbricazione ucraina e non ci sarebbero prove che per questi attacchi siano stati usati droni forniti dagli Usa. Non viene neanche specificato come Kiev sia riuscita a portare questi droni oltre le linee nemiche, ma le fonti della Cnn fanno riferimento a rotte del contrabbando che possono essere state usate per far entrate i velivoli, magari smontati nei loro componenti poi assemblati una volta arrivati a destinazione.
Un funzionario di un’intelligence europea sottolinea infatti che il confine tra Russia e Ucraina è molto vasto e difficile da controllare e quindi aperto al contrabbando. “Bisogna considerare che è una zona molto periferica della Russia, tutti hanno il problema della sopravvivenza, così il denaro può fare miracoli”, spiega.
Esteri
Belgorod, arrivano i ceceni?

Dopo Prigozhin, anche Kadyrov propone l'invio di unità cecene
Il leader della Cecenia Ramzan Kadyrov propone l’invio di unità cecene nella regione russa di Belgorod per “fare fronte ai terroristi che l’hanno invasa”, come già prima di lui aveva fatto il comandante dei mercenari della Wagner, Yevgeny Prigozhin. “Per eliminare le milizie dal territorio russo senza fare del male alla popolazione civile o danneggiare le infrastrutture, servono addestramento ed esperienza speciali. Non deve essere solo militare, ma anche anti terrorismo”, ha scritto sul suo canale Telegram, precisando che sono proprio le capacità conquistate sul campo dalle forze cecene. “Il comandante supremo farà la scelta migliore, nel caso sarà quella migliore”, ha affermato inoltre.
Ieri il ministero della Difesa russo ha riferito che è stata respinta l’incursione di sabotatori ucraini nella regione di Belgorod, spiegando che “un tentativo da parte di un gruppo di sabotaggio e ricognizione di terroristi ucraini di attraversare il fiume vicino all’insediamento di Novaya Tavolzhanka” è stato rilevato dalle unità del distretto militare occidentale e del servizio di frontiera dell’Fsb. I sabotatori, però, ha informato Mosca, “sono stati colpiti dall’artiglieria, il nemico si è disperso e ritirato”.
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