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Lavoro

Lavoro, il giuslavorista: “Per settimana corta non serve legge, cambiare valutazione rendimento”

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Com’è possibile lavorare meno a parità di salario? Questa è la domanda delle domande che è alla base del dibattito intorno all’introduzione della cosiddetta settimana corta – ossia passare da 5 a 4 giorni lavorativi a settimana – mantenendo lo stesso livello retributivo. Sembra un corto circuito ma in realtà nel nostro ordinamento una possibilità in questo senso esiste.

“L’introduzione della settimana corta a parità di salario in Italia sarà possibile solo a patto di fissare e rispettare il cosiddetto rendimento atteso dalle aziende rispetto ai propri dipendenti. Si tratta di cambiare paradigma del contratto di lavoro subordinato sino ad oggi praticato in cui le aziende, con il contratto acquistano e pagano la prestazione del dipendente per una certa quantità di tempo ma non il risultato di quell’attività”, spiega Luca Failla, uno dei più noti giuslavoristi italiani e professore a contratto alla Lum – De Gennaro di Bari.

“Infatti, nell’attuale sistema contrattuale il rendimento del lavoratore non fa parte del contratto né della prestazione resa. Stando così le cose nessuna azienda accetterà il rischio di retribuire un lavoratore allo stesso modo pur lavorando meno. Ciò è possibile solo se il rendimento atteso dall’azienda sarà almeno superiore a quello precedente, con buona pace dei sindacati e degli sforzi di direttori del personale di buona volontà”, aggiunge Failla.

Non serve una nuova legge. “Per facilitare il passaggio alla settimana corta, così come declinato, non serve una nuova norma. L’attuale quadro legislativo del lavoro -prosegue Failla- permette di poter gestire senza difficoltà la materia. Ciò che serve, al contrario, è sperimentare in concreto nuovi modelli di organizzazione del lavoro. Come per lo smart working basta una regolamentazione individuale con i lavoratori interessati in cui fissare obiettivi di rendimento attesi e misurabili delle prestazioni lavorative (di volta in volta variabili in funzioni delle attività), il cui mancato raggiungimento – su base giornaliera, settimanale, mensile o multiperiodale – farà decadere per il lavoratore interessato il beneficio della settimana corta”.

“In tal modo -chiosa il giuslavorista- il rendimento atteso entrerà a far parte del contratto di lavoro sino ad oggi basato unicamente sullo scambio retribuzione – orario di lavoro e starà alle aziende sperimentare nuovi modelli organizzativi virtuosi”, conclude.

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Lavoro

Sud, Algieri (Unioncamere): “Può essere seconda locomotiva del Paese, ma non va trascurato”

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Il vice presidente nazionale, il Mezzogiorno non chiede carità ma giustizia, Pnrr centrale

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Il messaggio che “abbiamo voluto lanciare” con il primo Forum Mezzogiorno ‘Antonio Serra’ a Cosenza “è chiaro quanto oggettivo: non può esserci crescita efficace e duratura per l’intero Paese se una parte fondamentale dell’economia nazionale continua ad essere trascurata e sottostimata. Se non cresce il Sud non cresce il Paese”. Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Klaus Algieri, vice presidente nazionale di Unioncamere e presidente della Camera di commercio di Cosenza.

“Questa è la semplice constatazione da cui siamo partiti -racconta- quando con il Consigliere della Corte dei Conti, Giampiero Pizziconi, coordinatore scientifico del Forum, ed Erminia Giorno, segretario generale della Camera di commercio di Cosenza, abbiamo iniziato a progettare la due giorni del Forum”.

“Più di 40 relatori -ricorda Algieri- hanno raccolto il nostro invito, tra esponenti delle più alte istituzioni dello Stato, rappresentanti dell’economia, del lavoro, della ricerca e della politica, e tutti loro, pur con differenze di prospettive e di proposte, lo hanno confermato. Si tratta di protagonisti nazionali come Angelo Buscema, giudice della Corte Costituzionale, Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Wanda Ferro, sottosegretario al ministero dell’Interno, Maria Tripodi, sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Biagio Mazzotta, ragioniere generale dello Stato, Andrea Prete, presidente Unioncamere, Giuseppe Busia, presidente Anac, Antonio Naddeo, presidente Aran, solo per citarne alcuni, perché l’elenco è davvero lungo e con nomi tutti di alto livello”, rimarca Algieri.

“Il che ci dimostra -spiega ancora il presidente della Camera di commercio bruzia- che ciò che ci ha spinti a portare per la prima volta in una piccola città del Sud come Cosenza la discussione sulle prospettive di sviluppo del Mezzogiorno, è stata più che una felice intuizione. È stato un notevole passo in avanti nella conoscenza del presente, una fotografia dell’oggi con i suoi pregi e i suoi difetti, da cui prendere le mosse per la costruzione di una diversa visione del nostro futuro”, aggiunge.

Algieri sottolinea che “il Sud è una parte essenziale dell’economia italiana, lo ripeto, e non solo per la quota di consumi che garantisce a ciò che il Nord produce, alimentandone reddito e occupazione. Nel Mezzogiorno vive più di un terzo della popolazione ed opera il 34% delle imprese e il 25% del totale degli addetti. Il Sud, geograficamente e climaticamente al centro del Mediterraneo, ospita un immenso patrimonio naturalistico, storico, culturale ed enogastronomico, che contribuisce in modo fondamentale all’immagine del made in Italy nel mondo”.

“Sono tali e tante le interdipendenze economiche e produttive tra le due parti del Paese -spiega ancora- che continuare a considerare il Mezzogiorno come fanalino di coda ingabbiato nei soliti stereotipi negativi, piuttosto che come risorsa e bacino di crescita per l’intera nazione, non è solo anacronistico ma concettualmente sbagliato e dannoso per tutti”.

Secondo Algieri “stiamo parlando di potenzialità enormi che possono tradursi in una seconda ‘locomotiva’ economica e sarebbe davvero un peccato non approfittare delle ingenti risorse ora disponibili per metterla finalmente in moto. Non più un Italia a due velocità, quindi, ma un Paese con una doppia forza motrice, con capacità e performance economiche di gran lunga superiori a quelle attuali, sia in ambito europeo che internazionale”,

Per quanto riguarda le aziende del Sud, secondo Algieri, “non parlerei” della necessità “di un ‘salto di qualità’ ma piuttosto di ‘salto di opportunità’. Le imprese del Sud sono già imprese di qualità e hanno tutte le caratteristiche, potenzialità e capacità necessarie, come hanno ampiamente dimostrato nell’emergenza pandemica. Quello che il Mezzogiorno chiede allo Stato non è un aiuto in termini di assistenzialismo ma è la creazione di condizioni favorevoli per avere pari opportunità rispetto al resto del Paese, così da poter competere con le proprie forze, sfruttando le sue enormi potenzialità”, ribadisce Algieri.

“C’è però, questo sì, un ‘salto di qualità’ di cui il Sud ha bisogno e rispetto al quale non può chiedere aiuto ad altri se non a sé stesso: dobbiamo tutti noi iniziare a comunicare i nostri punti di forza e le nostre peculiarità positive, ribellandoci ad una narrativa distorta ed anacronistica concentrata sui soli problemi che affliggono il Mezzogiorno e che, purtroppo, sono tutt’altro che confinati solo in quest’area geografica del Paese”, continua Algieri.

“Il Sud non chiede carità -spiega ancora Algieri- ma giustizia ed è pronto a liberare sé stesso dalle cause della sua inferiorità, seguendo l’esempio dei suoi figli migliori… come Antonio Serra, cosentino. Per farlo dobbiamo confrontarci con noi stessi ma anche con le realtà più produttive del Nord, come ad esempio la Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige, per dare maggiore profondità a quella conoscenza dell’oggi, di cui parlavo nella risposta alla sua prima domanda, e costruire insieme una visione condivisa del futuro, senza la quale, lo ripeto, non può esserci una crescita efficace e duratura per l’intero Paese”, aggiunge.

E per Algieri una svolta per il Meridione può arrivare anche dai fon di del Pnrr. “Il Pnrr e il Pnc, il Piano nazionale complementare, ci mettono a disposizione una quantità di risorse come non si erano mai viste nella nostra storia recente. Sono numeri molto grandi ma che devono tradursi in interventi di altrettanto grande qualità, diretti innanzitutto ad annullare la differenza di velocità tra Nord e Sud. Una differenza che non è solo nelle capacità economiche e produttive ma che rappresenta un vero e proprio ‘divario di cittadinanza’, per usare le parole del Pnrr, che deve essere ridotto riattivando un processo di convergenza fermo dagli anni ’70. Per farlo sono necessari investimenti in capitale umano e formazione, attuando politiche che mettano un freno alla ‘fuga di cervelli’ e potenzino la ricerca in ambito accademico”, sottolinea.

“Occorrono -continua Algieri- interventi diretti a valorizzare il patrimonio naturalistico, storico, culturale ad agroalimentare del Mezzogiorno. Bisogna puntare alla qualità della spesa evitando di disperdere risorse e per farlo serve un maggiore dialogo tra enti pubblici e corpi intermedi realmente rappresentativi, in grado di ascoltare la base produttiva e supportarla al fine di rendere competitivo il contesto economico locale”.

“Si tratta, in poche parole, di ‘alzare l’asticella’ della Politica, della pubblica amministrazione e dei corpi intermedi per accompagnare in modo più consapevole ed efficace le imprese e l’intero tessuto produttivo nella realizzazione di interventi che richiedono, tra l’altro, anche estrema rapidità, visti i tempi imposti dalla pianificazione europea”, conclude.

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Rifiuti, Corrado Dentis confermato presidente del consorzio Coripet

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Rinnovato il Cda

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Si è svolta giovedì 18 maggio l’assemblea elettiva che, oltre ad approvare il bilancio 2022, ha rinnovato i vertici di Coripet, consorzio volontario senza scopo di lucro che ha come mission la raccolta e l’avvio a riciclo delle bottiglie in Pet dopo il loro utilizzo. Una assemblea sotto il segno della continuità: rieletti 12 consiglieri su 14 e la riconferma sia di Corrado Dentis (Dentis Recycling Italy ) alla presidenza della compagine consortile che di Manuela Kron (Sanpellegrino) alla vicepresidenza.

Completano il Cda per la categoria produttori: Marco Balbiano (Acqua Sant’Anna Spa), Antonio Barone (Ferrarelle), Gabriella Cuzzone (Sgam – Acqua Lete), Michele Foglio (Maniva), Giulia Miceli (Fonti del Vulture); per la categoria Converter: Tiziano Andreini (Alpla) e Marco Bruseschi (Ifap); per la categoria riciclatori: Carlo Andriolo (Aliplast), Corrado Dentis (Dentis Recycling Italy), Andrea Madrigali (Aliplast Spa), Alessio Morino (Gurit Italy Srl), Monica Pasquarelli (Dentis Recycling Italy Srl) Cristian Vecchiato (Gurit Italy Srl).

Dal bilancio di esercizio approvato emerge che Coripet è tra i primi quattro consorzi Epr in Italia e vanta numeri da record: 58 consorziati nel 2022 che nel 2023 potranno aumentare grazie all’allargamento anche al settore non food; sul versante ecocompattatori, che continueranno sempre a raccogliere solo bottiglie alimentari, il totale delle installazioni ha superato 900 unità; sono oltre 58 milioni le persone che Coripet raggiunge attraverso i Comuni con la raccolta differenziata.

La mission di Coripet fornisce al mercato risposte concrete alla Direttiva Sup (Single Use Plastic), entrata in vigore nel gennaio 2022, che oltre a mettere al bando gli oggetti monouso, disciplina proprio il fine vita delle bottigliette in Pet e, per la prima volta, indica sia gli obiettivi di raccolta, che di utilizzo dell’rPet nella produzione di nuove bottiglie. Due sono gli obiettivi sfidanti per il sistema Italia: entro il 2025 i territori dovranno raccogliere almeno il 77% di bottiglie in Pet post consumo e il 90% nel 2030. Contestualmente chi utilizza questi contenitori per vendere i propri prodotti avrà l’obbligo di produrli con almeno il 25% di Pet riciclato entro il 2025 e il 30% nel 2030.

“La fiducia rinnovata nei miei confronti da parte del Cda è motivo di soddisfazione personale, ma i prossimi quattro anni significheranno scrivere una nuova importante pagina non solo per Coripet, ma per l’Italia. Gli obiettivi di raccolta specifici per le bottiglie Pet con l’obbligo di utilizzare rPet sono un obiettivo dell’intero comparto che chiama a raccolta tutti: dai cittadini agli amministratori alle aziende stesse”, osserva Corrado Dentis, presidente Coripet.

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Lavoro

Estate, Assolavoro: Oltre 160mila opportunità di lavoro tramite agenzia

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Dagli ingegneri del software ai project manager, e poi specialisti in marketing digitale, receptionist, cuochi e bagnini.

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Ingegneri del software e sistemisti, analisti informatici, database administrator, progettisti, esperti in infrastrutture, project manager ed esperti in controllo di gestione, sono tra le figure più ricercate tra le professioni ad alta qualifica. E poi tecnici della produzione, responsabili della logistica, specialisti in marketing digitale, contabili esperti, receptionist e cuochi. Nel settore manifatturiero si evidenzia la richiesta di operai metalmeccanici, fresatori, carpentieri, manutentori elettrici e meccanici, promoter vendite, camerieri e bagnini.

Sono queste alcune tra le 30 figure professionali più ricercate nel mondo del lavoro nei mesi di giugno e luglio 2023, distinte in 3 diverse categorie: ovvero le dieci professioni a elevata qualifica, le 10 a media qualifica e le dieci figure di natura più operativa.

E’ quanto emerge da una rilevazione effettuata da Assolavoro Datalab, l’osservatorio dell’Associazione nazionale delle agenzie per il lavoro, su dati interni al settore e su fonti terze qualificate (Excelsior, Linkedin, Trovit, Indeed). Nel bimestre giugno-luglio i gruppi professionali ai quali appartengono i 30 profili più ricercati dalle imprese creeranno circa 910mila offerte di lavoro, su un totale di oltre 1milione e 80mila opportunità lavorative totali rilevate dal rapporto Excelsior di Unioncamere.

Entro luglio 2023 le agenzie offriranno complessivamente 160mila contratti di lavoro. Il 25,9% delle assunzioni è al Nord-ovest, il 24,3% al Nord-est, il 19,8% al Centro e il 30% al Sud e nelle Isole.

Si tratta per lo più di contratti di lavoro in somministrazione, ovvero con le tutele e la retribuzione tipica del lavoro dipendente e – per quelli a tempo determinato – con occasioni doppie di reimpiego allo scadere del rapporto di lavoro.

Per candidarsi è possibile contattare le singole agenzie per il lavoro. L’elenco delle principali filiali delle agenzie per il lavoro, accreditate presso l’apposito albo del ministero del Lavoro, è disponibile sul sito di Assolavoro.

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Lavoro

Nizza docg riserva 2018 de Il Botolo tra i grandi vini del mondo

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Piemontese conquista il Concours mondial de Bruxelles

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Un gioiello piemontese nel firmamento dei grandi vini internazionali, un capolavoro firmato dall’azienda agricola Il Botolo, realtà d’eccellenza di Nizza Monferrato guidata dall’imprenditrice Diana Bracco. Il Botolo Nizza docg riserva 2018 ha ottenuto la preziosa Gran Medaglia d’Oro allo storico Concours Mondial de Bruxelles, tra i più prestigiosi concorsi enologici internazionali, entrando così nell’élite internazionale dei fine wines: tra 7.500 etichette provenienti da 50 Paesi del mondo intero, solo l’1% ha infatti ricevuto il massimo riconoscimento. A confermare questo successo i risultati ottenuti dal Nizza docg 2017 e dalla Barbera d’Asti docg superiore 2017, rispettivamente Medaglia d’Oro e d’Argento.

Un risultato straordinario per una realtà da sempre vocata all’eccellenza, impegnata a contribuire al successo della docg Nizza che, grazie al grande lavoro di squadra dei produttori, si sta imponendo come una delle più interessanti denominazioni a livello mondiale.

L’esclusivo Nizza docg riserva 2018 Il Botolo è l’espressione più autentica ed elegante del terroir in cui si inserisce. Prodotta solamente nelle migliori annate dalle migliori uve Barbera in purezza, questo gioiello sublima gli elementi di spazio e tempo esprimendo solo le migliori parcelle e affinando per almeno 24 mesi in barriques bordolesi di rovere francese a media tostatura. Un sorso profondo, vellutato e avvolgente, in un’equilibrata e suadente spirale di frutti e delicate spezie, per un vino che sa emozionare in ogni istante.

Il Botolo, 15 ettari a Nizza Monferrato nel cuore dei paesaggi vitivinicoli Patrimonio dell’Umanità Unesco, nasce grazie al sogno di due grandi e visionari imprenditori, Roberto de Silva e Diana Bracco, spinti dalla volontà di produrre grandi vini ambasciatori del territorio. Da questa passione nascono pregiate icone come i prestigiosi Nizza docg e il Nizza docg riserva, etichette storiche come il Moscato d’Asti docg e innovative come lo spumante brut Rosé ‘Le Coccole’ con uvaggio Barbera in purezza o il metodo classico ‘Roberto e Diana’, dedicato ai fondatori.

A muovere l’azienda sono forti direttrici valoriali, che prendono vita nei lavori e nelle iniziative in tenuta: dalla continua ricerca dell’eccellenza nei prodotti e nella produzione, testimoniata dal riconoscimento internazionale ottenuto; alla responsabilità sociale, con iniziative socio-culturali per lo sviluppo della comunità; fino alla sostenibilità, adottando le più avanzate tecniche agronomiche nel rispetto dell’ambiente e dei lavoratori.

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Fiere, Casasoli (Fiera Roma): “Da primi mesi 2023 moderato ottimismo, c’è voglia e fiducia”

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L'amministratore unico: c'è un ritorno ai trend pre pandemia. E a dirlo sono i numeri

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“Giudico questi primi mesi del 2023 con un moderato ottimismo. Penso che il prossimo 7 giugno potremo finalmente celebrare la Giornata mondiale delle Fiere con la fiducia di chi ha tutti gli indicatori che confermano che il comparto è ripartito del tutto, con grande voglia, da parte delle persone, di tornare a incontrarsi, stringersi le mani, fare eventi in presenza, che è poi il senso stesso dell’esistenza delle fiere. A livello nazionale i numeri dicono questo e, anche nel nostro caso, possiamo affermare di stare tornando a ritmi serrati ai trend pre Covid”. Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, l’amministratore unico di Fiera Roma Fabio Casasoli, sugli obiettivi 2023 di Fiera Roma.

Secondo Casasoli “c’è un ritorno ai trend pre pandemia. E a dirlo sono i numeri. Per quanto riguarda il fatturato stiamo migliorando i valori pre crisi (l’obiettivo 2023 sono circa 17 milioni di euro). E lo stesso dicasi per i visitatori, che complessivamente stanno a poco a poco tornando ai livelli pre pandemia, ma per alcuni eventi, come per esempio Romics, sono persino aumentati. Speriamo quest’anno di superare, anche se di poco, gli 850mila registrati nel 2019”.

“La stima per il 2023 -spiega- è in linea con quanto già emerso nel corso del 2022: possiamo dichiarare la ripresa delle manifestazioni e la sostanziale tenuta dei concorsi. Dovremmo confermare circa 140 appuntamenti complessivi, dei quali una trentina di manifestazioni – tra direttamente organizzate da noi e ospitate -, circa 25 eventi e convention e 80/90 concorsi”, aggiunge.

E per l’anno in corso diversi gli appuntamenti da non mancare a Fiera Roma. “L’autunno -spiega Casasoli- sarà davvero intenso. Solo a ottobre, per esempio, avremo, tra le altre manifestazioni: Romics, con i suoi oltre 120mila appassionati dell’arte del fumetto, Zero Emission, la fiera internazionale dedicata alle tecnologie per la produzione di energia elettrica dal sole e altre fonti rinnovabili; Welfair la manifestazione fieristica che mette in rete tutti gli attori coinvolti nella filiera sanitaria; un’anteprima rispetto all’appuntamento di maggio di Codeway – Cooperation Development Expo. A novembre, sarà poi la volta di RO.ME – Museum Exhibition, la Fiera internazionale sui musei, luoghi e destinazioni culturali. A dicembre c’è invece NSE- New Space Economy European Expoforum, l’evento fieristico dedicato a 360 gradi all’economia dello spazio”, spiega. E spostando più in là il calendario altri eventi in programma. “Riguarda l’estate 2024, ma mi fa piacere annunciare che Fiera Roma si è aggiudicata i campionati mondiali di tennis da tavolo: a luglio dell’anno prossimo, per 10 giorni, ospiteremo 7000 atleti da tutto il mondo presso 4 nostri padiglioni, allestiti con oltre 180 tavoli da gioco”, sottolinea Casasoli.

Le difficoltà ci sono e sono anche legate agli effetti del conflitto in Ucraina. “Pensando alle conseguenze indirette” del conflitto in Ucraina “possiamo dire che la spesa per l’energia elettrica per il 2022 è quasi triplicata rispetto al 2019. Parliamo di un sovraccosto di 1.600.000 euro, dato che ha avuto un’inevitabile ricaduta sul risultato netto finale”, sottolinea Casasoli.

E’ fondamentale, secondo Casasoli, guardare però con fiducia al futuro. “Per alimentare l’ottimismo che vorrei fosse lo stato d’animo dominante di questo 2023, posso dire -spiega- che il Covid ci ha lasciato anche qualche eredità positiva. Per esempio, abbiamo accelerato su tutte le nostre competenze e infrastrutture digitali che oggi ci consentono di approcciare l’organizzazione di eventi e appuntamenti vari – penso anche ai concorsi – in un’ottica molto più 4.0. Ancora, nei periodi di pandemia hanno lavorato in modo particolarmente intenso – specie su Roma – le produzioni televisive e noi ci siamo molto affermati, per la natura dei nostri spazi, che sono ampi e adatti a essere allestiti con le più varie scenografie, come location per riprese cinematografiche e televisive. Questa attività sta portando ottimi risultati”, aggiunge ancora.

“Dopo anni di chiusure e limitazioni, le persone -spiega- hanno più che mai voglia, e direi quasi bisogno, di aggregarsi. Si avverte concretamente un fermento particolare, una spinta forte a promuovere occasioni di incontro e scambio: una predisposizione d’animo che certamente è d’aiuto per il nostro comparto. Di contro, anche in virtù della crisi e dei suoi contraccolpi, le risorse sono poche e questo nell’organizzazione del nostro palinsesto fieristico incide molto, dobbiamo costantemente migliorare il rapporto costi/ricavi”, rimarca.

Le fiere, però, non devono essere lasciate sole. “La missione delle fiere è essere volano di sviluppo delle imprese del territorio e nazionali. Noi chiediamo che le istituzioni, locali e nazionali, agevolino le imprese a partecipare ai nostri eventi. Tanto più a seguito della crisi pandemica ed energetica, non è banale per le pmi, spina dorsale del sistema produttivo italiano, prendere parte alle manifestazioni fieristiche. Un supporto in questo senso innescherebbe un meccanismo positivo utile al Sistema Paese nel suo complesso”, conclude.

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Vorwerk, continuano numeri in crescita per settore vendite a domicilio

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Il mondo del lavoro dopo due anni di pandemia non è più lo stesso. Ad essere cambiati radicalmente sono sia le modalità sia l’approccio individuale.

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Il mondo del lavoro dopo due anni di pandemia non è più lo stesso. Ad essere cambiati radicalmente sono sia le modalità – oggi sempre più ‘ibride’ – sia l’approccio individuale. Cresce infatti il numero di persone, soprattutto tra le nuove generazioni, che hanno iniziato a mettere in discussione alcuni aspetti della vita lavorativa: chi alla ricerca di una maggiore valorizzazione professionale e chi di un miglior equilibrio tra vita privata e lavoro.

E così mentre aumentano i ‘quite quitters’, ovvero i lavoratori che affermano di limitarsi a fare lo stretto necessario, e il trend delle cosiddette ‘great resignations’ tocca anche il nostro Paese, con oltre 1,6 milioni dimissioni volontarie registrate nei primi nove mesi del 2022 (in crescita del 22% rispetto allo stesso periodo del 2021 ), per contro il settore delle vendite dirette continua a far registrare numeri in crescita.

A confermare l’analisi dell’Osservatorio Vorwerk per l’Italia sono innanzitutto gli ultimi dati di Univendita, l’Associazione aderente a Confcommercio che riunisce le maggiori aziende di vendita diretta a domicilio presenti in Italia, da cui emerge che il settore lo scorso anno ha confermato una continua crescita sia nel fatturato che nel numero di addetti: “Nel 2022 -ha confermato Ciro Sinatra, presidente Univendita – il comparto ha fatto registrare una crescita del 3,4% delle vendite raggiungendo 1 miliardo e 548 milioni di euro. Aumenta in maniera proporzionale anche il numero di addetti che ha toccato quota 149.362, in crescita del 3,6% rispetto al 2021”.

A confermare i dati di settore sono anche i numeri registrati nel 2022 da Vorwerk, leader in Italia nel settore delle vendite a domicilio con i suoi brand iconici Bimby® e Folletto. Con il suo modello di vendita diretta focalizzato sulla crescita e la motivazione delle persone, l’azienda ha chiuso il 2022 superando la quota record di oltre 20.000 addetti – 20.800 per la precisione – di cui 4.300 tra promotori e agenti Folletto e 16.500 tra Team Leader e incaricati alla vendita Bimby®.

“Siamo estremamente soddisfatti dei numeri fatti registrare nel 2022 perché nel nostro settore il numero dei venditori è direttamente proporzionale a quello dei risultati economici”, ha commentato Jorge Lasheras, direttore generale di Vorwerk Italia. “Sempre più persone scelgono di lavorare per Vorwerk perché offriamo un’ambiente meritocratico che basa la sua forza su tre aspetti oggi molto ricercati: la flessibilità di poter organizzare autonomamente la propria giornata, un sistema di crescita basato su una formazione continua e, di conseguenza, la possibilità di ottenere guadagni basati esclusivamente sull’impegno e sul merito”, ha spiegato ancora.

Secondo le ultime ricerche le motivazioni fondanti che spingono a cercare un posto di lavoro “migliore” non dipendono solo dal salario e dalla possibilità di fare carriera ma rientrano in una ricerca del benessere a 360 gradi: l’obiettivo è trovare un ambiente che, nel garantire il giusto grado di indipendenza e un buon rapporto vita-lavoro, consenta di esprimersi al meglio e di valorizzare le proprie competenze. Tutti aspetti confermati dagli addetti alle vendite Vorwerk che, tra gli aspetti più gratificanti del proprio lavoro indicano l’autonomia organizzativa (24,9%), i guadagni (20,3%) e lo sviluppo personale (17,5%). Senza dimenticare, infine, la percentuale di chi – forse stanco di lavori alienanti e giornate passate davanti a uno schermo – trova appagante anche la possibilità di conoscere nuove persone (13,2%).

“Non esiste un vero e proprio profilo del venditore tipo perché, grazie alla formazione – e all’impegno – Vorwerk è il posto dove ognuno può trovare la sua dimensione”, ha continuato Lasheras. “La nostra forza vendita è molto eterogenea con una predominanza di uomini tra gli agenti Folletto e di donne tra gli addetti alle vendite di Bimby® e, sebbene la maggioranza sia composta da over 35, lo scorso anno abbiamo riscontrato una crescita nel reclutamento soprattutto tra le fasce più giovani, tra i 18 e i 34 anni, che oggi rappresentano il 22,5% in Bimby® e il 33% in Folletto. Per quanto riguarda il titolo di studio, invece, circa il 70% dei venditori Vorwerk ha conseguito un diploma di scuola superiore mentre è in crescita il numero di laureati che, in Bimby®, oggi è di oltre 1600 persone, il 10% del totale”, ha spiegato.

A svolgere un ruolo sempre più importante nel rendere attrattivo il settore delle vendite dirette e, allo stesso tempo, nel trattenere i nuovi talenti è la formazione continua: un aspetto in grado di rendere più dinamico il percorso di crescita e, allo stesso tempo, più appagante sia per le conoscenze acquisite che per le responsabilità e i guadagni. Chi sceglie una carriera in Vorwerk può contare su un percorso didattico senza eguali: solo lo scorso anno sono state circa 600.000 le ore di formazione destinate alla forza vendita Folletto.

Il primo step per i neoentrati in azienda è il Folletto Sales Master, il primo Master di vendita esperienziale in Italia, della durata di 5 mesi, erogato dai capi distretto che, solo lo scorso anno, ha offerto una formazione teorica e pratica a oltre 2.000 venditori junior. Una volta affinata l’esperienza sul campo gli aspiranti venditori possono contare anche sulla unicità della Folletto Academy che, tra i pochi corsi accreditati dalla Regione Lombardia, dal 1986 permette di conseguire l‘abilitazione alla professione di Agente di Commercio. Lo scorso sono stati 102 i venditori junior che hanno superato l’esame compiendo il primo passo per diventare prima professionisti della vendita, poi coach e sales team leader e infine manager capaci di guidare una struttura commerciale complessa.

Diverse sono le provenienze dei nuovi venditori Folletto: nel 23% dei casi sono disoccupati o al primo lavoro; in gran parte uomini e giovani, per loro iniziare un percorso nelle vendite è una vera e propria opportunità. Mentre il 38% ha vissuto un licenziamento o una percorso lavorativo di precariato e contratti a termine, e vede nella vendita diretta un’opportunità o un tentativo di riscatto. Tra questi troviamo generalmente persone provenienti dal Sud Italia, tra cui molte donne soprattutto under 40. Ma anche tra i venditori Folletto non mancano coloro che hanno deciso di lasciare la precedente occupazione – l’11% un lavoro autonomo e il 28% anche un lavoro a tempo indeterminato – per diventare venditore porta a porta. Si tratta di una scelta che interessa il 39% del totale, persone che risiedono principalmente al Nord. Da segnalare, infine, che un terzo degli intervistati ha citato il Covid tra le cause del cambiamento lavorativo.

Numerose, inoltre, le opportunità a disposizione degli addetti alle vendite di Bimby® che hanno a disposizione una formazione completa per ogni step della carriera: a partire dai programmi destinati ai neo entrati a cui, solo lo scorso anno, hanno partecipato 4.500 persone. A questi si aggiungono oltre 700 corsi destinati agli incaricati di diverso livello e ai team leader che hanno visto 6.800 presenze nel 2022. Senza dimenticare, infine, un portale online a cui è possibile accedere in maniera autonoma con centinaia di programmi, seminari e training sempre a disposizione.

“La formazione è senza dubbio il nostro fiore all’occhiello e, nel 2022, si è arricchita ancora grazie al lancio di VorYOU Training, la piattaforma di e-learning destinata a tutta la forza vendita”, ha infine aggiunto Jorge Lasheras. “Chiudiamo il 2022 con più di 7100 persone tra newcomer, incaricati e Team Leader che si sono attivati col proprio account e hanno partecipato ai corsi on line o hanno consultato la vasta biblioteca di contenuti materiali guide e webinar per la Formazione continua e per il supporto alla formazione”, ha continuato.

Una scuola – quella di Vorwerk – tra le poche in Italia in grado di fornire una preparazione teorica e pratica completa alla vendita diretta, una qualità che, secondo un recente report di LinkedIn è diventata tra quelle necessarie per tutte le professioni legate alle vendite: dal 2015 oggi, infatti, la vendita diretta è entrata nelle prime 5 top skill richieste a chi cerca una posizione lavorativa di vendita, dai venditori esperti, ai sales manager e ai sales specialist.

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Lavoro

Maltempo, dall’Istituto nazionale tributaristi (Int) due primi interventi a favore dei tributaristi dell’Emilia Romagna

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A chi abbia subito danni alla propria abitazione o allo studio professionale a seguito degli eventi alluvionali, sarà erogato un contributo corrispondente alla quota associativa annuale

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L’Istituto nazionale tributaristi (Int), con delibera del consiglio nazionale, ha approvato due primi interventi a favore dei tributaristi della regione Emilia Romagna. A chi abbia subito danni alla propria abitazione o allo studio professionale a seguito degli eventi alluvionali, sarà erogato un contributo corrispondente alla quota associativa annuale, che sarà rimborsata nel caso fosse già stata versata o considerandola versata nel caso in cui non fosse ancora stata corrisposta.

I tributaristi interessati dovranno far pervenire un’autocertificazione in cui indicare i danni subiti o le cause di difficoltà economica conseguenti allo stato di calamità. Inoltre i tributaristi Int dell’Emilia Romagna, proprio a causa del perdurare delle difficoltà, avranno una riduzione dei crediti formativi necessari per l’assolvimento dell’aggiornamento professionale obbligatorio per il biennio 2023-2024.

“Sono solo primi interventi a favore dei nostri tributaristi dell’Emilia Romagna, si tratta di piccoli aiuti ma che vogliono testimoniare la nostra vicinanza e la possibilità che diamo ai nostri iscritti di essere in regola con gli obblighi formativi e statutari necessari per richiedere l’attestato di qualità ai sensi della legge 4/2013”, dichiara il presidente dell’Int, Riccardo Alemanno, che precisa: “monitoreremo la situazione dei singoli professionisti perché, valutati i danni diretti, si avranno comunque contraccolpi dal punto di vista economico per tutto il periodo che occorrerà alla ripresa delle attività. Con l’occasione voglio esprimere apprezzamento per la tempestività del Governo in tema di contributi e sospensione di adempimenti e pagamenti, provvedimenti che comportano un’attenta analisi delle aree e delle persone che hanno subito danni, pertanto saremo pronti a segnalare eventuali anomalie circa l’individuazione dei beneficiari degli aiuti, per tutto ciò sarà indispensabile l’opera di monitoraggio dei nostri Delegati territoriali che ringrazio sin d’ora per il loro impegno”.

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Iren, Del Fabbro: “Obiettivo diventare leader in Italia per recupero materiali critici”

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Il presidente di Iren a margine dell’evento di presentazione del Position Paper

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“Abbiamo fatto uno studio per comprendere l’importanza del ruolo dei metalli rari e delle materie critiche nella filiera italiana per capire sostanzialmente quali sono quelle filiere industriali che sono impattate da questi materiali che sono commercializzati da pochissime entità in particolare dalla Cina. La dipendenza della filiera italiana questi è molto grande e ci siamo accorti che sia l’America sia l’Europa sono dipendenti da questi materiali e non ne controllano l’approvvigionamento”. Ad affermarlo è Luca Del Fabbro, presidente di Iren, a margine dell’evento di presentazione del Position Paper, tenutosi a Roma presso l’auditorium Ara Pacis -.”Lo studio serve a capire quali sono i materiali essenziali per l’industria italiana e cerca di proporre delle soluzioni per l’approvvigionamento”, aggiunge.

“Iren ha in sviluppo due impianti di recupero di metalli rari, uno molto strategico ad Arezzo che sarà il primo in Europa che recupererà dai materiali rari produciamo lingotti d’oro – ha continuato -. Non avere questi materiali significa frenare l’economia, averli invece ci renderà più competitivi sui mercati mondiali, riuscendo a sostenere lo sviluppo della nostra industria”.

“L’obiettivo di Iren è quello di diventare l’azienda leader in Italia nel recupero dei materiali critici – ha sottolineato Del Fabbro -. Vogliamo estendere questo tipo di lavorazione su tutti i Raee perché significherebbe raccogliere il palladio, l’oro, l’argento e il rame per poi commercializzarli”.

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Turismo Verde Cia, l’Emilia Romagna vince ad Amatrice finale dell’Agrichef Festival

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Grande ritorno ad Amatrice dell’Agrichef Festival, l’evento itinerante promosso da Turismo Verde, l’associazione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani, ideato per promuovere e valorizzare i piatti tipici della tradizione contadina, attraverso la collaborazione con gli istituti alberghieri italiani. Come da tradizione, e dopo il lungo stop per la pandemia, si è tenuta oggi nell’Area Food progettata da Stefano Boeri, la finale nazionale del Festival con protagoniste assolute le ricette contadine regionali, rivisitate insieme agli studenti di tutte le scuole coinvolte.

A trionfare, in questa V edizione, la ‘Spoja lorda in brodo di ortiche e guanciale rivisitata’ realizzata con gli allievi dell’Istituto ‘Magnaghi-Solari’ di Salsomaggiore Terme, dall’Agrichef Massimo Bottura (Agriturismo ‘Palazzo Manzoni’, San Zaccaria). L’Emilia-Romagna ad aggiudicarsi, quindi, il podio 2023 in un’accesa e condivisa sfida ai fornelli tra i cuochi agricoli vincitori delle 9 tappe del tour che, attraversando l’Italia, ha toccato in particolare: Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Molise, Abruzzo, Campania, Puglia e Calabria.

Un trionfo di sapori e saperi sui quali è stata chiamata a esprimersi un’esclusiva giuria di esperti, composta da chef e critici gastronomici, giornalisti e food blogger, rappresentanti di associazioni di settore e istituzioni locali.

Vincitori indiscussi gli allievi di ciascun istituto che ha aderito alle iniziative sul territorio, insieme a una brigata del centro di formazione professionale alberghiero di Amatrice. Da futuri ambasciatori della cucina italiana, loro al centro di un’esperienza formativa unica, affiancati dagli Agrichef di Turismo Verde-Cia. Alle nuove generazioni di cuochi, il testimone del rilancio, in chiave innovativa, della cucina contadina regionale di cui gli agriturismi italiani sono primi ambasciatori.

“Abbiamo accolto con molto entusiasmo la proposta di Cia-Agricoltori Italiani e della sua associazione Turismo Verde, di fare per la seconda volta la finale nazionale dell’Agrichef Festival ad Amatrice”, ha detto la direttrice del Centro di formazione professionale alberghiero di Amatrice, Anna Fratini. “I ragazzi che rivisitano le ricette originali, è un format che ci piace molto, ci appartiene: sicuramente la tradizione, l’enogastronomia, hanno fatto sì che questo territorio mantenesse un’identità”, ha continuato.

A fargli eco i presidenti nazionali di Turismo Verde, Mario Grillo e di Cia, Cristiano Fini: “Le criticità che stiamo affrontando a livello globale, come nazionale, ultima l’emergenza maltempo in Emilia-Romagna, terra cui va, ancora di più da Amatrice, tutto il nostro sostegno -hanno sottolineato Grillo e Fini- dimostrano quanto sia importante e strategico costruire, giorno dopo giorno, eventi come l’Agrichef Festival, occasioni di scambio e condivisione tra territori e con le nuove generazioni, per tutelare e far valere il patrimonio agricolo e agroalimentare italiano. Rappresentano, infatti, soprattutto in momenti di difficoltà, un collante fondamentale per territori e comunità, per diffondere una cultura della salvaguardia, che punta sulla sinergia tra innovazione e tradizione, quale chiave di uno sviluppo davvero sostenibile”. Con l’Agrichef Festival che torna dopo diversi anni di stop, Cia e Turismo Verde rinnovano l’impegno concreto per un progetto che è semplice, ma anche ambizioso: “C’è una rete di valori che appartiene al mondo rurale e al ruolo chiave dell’Agrichef in agriturismo -hanno concluso Grillo e Fini- dobbiamo continuare a valorizzarla coinvolgendo tutti gli istituti alberghieri d’Italia”.

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Aperta Ca’ Select, la casa di Select Aperitivo

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Una porta aperta al mondo per promuovere la cultura e le maestranze di Venezia

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Una porta aperta al mondo per promuovere la cultura e le maestranze di Venezia. Uno luogo di racconto che ospita parte del processo produttivo di uno dei simboli più iconici del territorio. Ma anche uno spazio polifunzionale dedicato al brand, in grado di offrire un’esperienza immersiva nella venezianità più autentica. Ca’ Select, la casa di Select Aperitivo, rappresenta tutto questo e apre oggi in anteprima internazionale con un evento esclusivo che simbolicamente coincide con l’inizio della Select Spritz Week (1^ edizione dell’evento dedicato alla cultura veneziana e all’autentico Spritz Veneziano, in programma a Venezia dal 25 al 28 maggio).

L’obiettivo del progetto è quello di valorizzare il profondo legame che da oltre cento anni lega il brand alla sua città di origine: era il 1920 quando i giovani Fratelli Pilla, grazie alla loro esperienza liquoristica, diedero infatti vita a Select nel Sestriere di Castello, cuore storico di Venezia. Una scelta non casuale perché la Serenissima era il luogo di incontro tra Occidente e Oriente e un centro di scambio delle spezie ed erbe più pregiate che ancora oggi rendono Select unico e inimitabile nel panorama degli aperitivi.

“Ca’ Select, realizzata grazie ad un investimento significativo, rappresenta uno step fondamentale nel nostro piano pluriennale di consolidamento del brand -spiega Marco Ferrari, ceo di Gruppo Montenegro- e punta a rafforzarne il legame con la città di origine: non a caso abbiamo deciso di riportare qui il cuore della produzione di Select, la macerazione delle erbe e delle spezie che compongono la sua ricetta. Un obiettivo che passa anche dalla scelta di donare a Venezia e ai suoi abitanti uno luogo esperienziale dove valorizzare le maestranze e la cultura locali, a partire dagli elementi architettonici di pregio che arricchiscono lo spazio”.

Grazie al lavoro di recupero architettonico di un ex laboratorio industriale nel sestiere di Cannaregio (circa 700 mq), firmato dallo studio Marcante-Testa, Ca’ Select dunque consentirà ai visitatori di conoscere da vicino la storia e le caratteristiche di Select.

Il tutto attraverso un racconto multisensoriale che si sviluppa su quattro aree: la zona bar-mixology per un’autentica degustazione dell’originale Spritz Veneziano; l’area eventi, dedicata alla cultura e alla socialità; l’area produttiva, dove avviene la macerazione delle erbe e spezie che caratterizzano la ricetta del prodotto; un percorso espositivo magnetico e surreale, curato da Studio Fludd, che rappresenta un viaggio nel tempo tra Europa e Oriente, un’avventura interattiva che mostra una Venezia diversa e autentica.

Ad arricchire gli spazi, infine, l’opera site specific realizzata da Koshevoy Bogdan, giovane artista ucraino vincitore dell’Open Call lanciata da Select nel 2022 nell’ambito del progetto artistico Ca’ Select Arte. Un’iniziativa rivolta ad artisti e visual designer under 35, volta a reinterpretare aspetti dell’immaginario e della tradizione veneziana attraverso il linguaggio della grafica.

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