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Cultura

‘L’anarchico conservatore’, Sangiuliano racconta Giuseppe Prezzolini

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L'opera, già pubblicata nel 2008 da Mursia, da domani sarà riproposta negli Oscar Mondadori in una edizione arricchita dalla prefazione di Francesco Perfetti e dalla postfazione firmata da Vittorio Feltri

'L'anarchico conservatore', Sangiuliano racconta Giuseppe Prezzolini

Un intellettuale anticonformista, un conservatore liberale a tutto tondo, che ha attraversato cento anni di storia italiana. Una delle figure più rappresentative del ‘Secolo breve’ che ha segnato il dibattito politico e culturale assumendo posizioni spesso scomode. “Un uomo unico per coerenza intellettuale”, come ha scritto Renzo De Felice, Giuseppe Prezzolini (1882-1982) è stato, tra l’altro, il fondatore e l’anima della ‘Voce’, la più importante rivista culturale italiana del Novecento. Un intellettuale al quale il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano dedica il saggio ‘Giuseppe Prezzolini, l’anarchico conservatore’. L’opera, già pubblicata nel 2008 da Mursia, da domani sarà riproposta negli Oscar Mondadori in una edizione arricchita dalla prefazione di Francesco Perfetti e dalla postfazione firmata da Vittorio Feltri.

“Vivere cent’anni – afferma Sangiuliano – è già di per sé un atto notevole, non solo perché, come è ovvio, questa longevità è ancora rara nella maggioranza degli uomini, ma perché significa essere testimoni di un lungo tempo, significa attraversare epoche, stagioni, mode, costumi. Significa anche sottoporsi a sofferenze: guerre, malattie, veder morire gente e andar via affetti familiari, amori, amici, subire delusioni”. Un tempo lungo che il titolare di via del Collegio Romano scandaglia con perizia e cura facendo leva sullo studio degli archivi che gli ha permesso di fare emergere vari inediti del pensatore umbro. Una ricerca che definisce l’avventura intellettuale e umana di Prezzolini e ricostruisce gli intrecci e le correnti di pensiero che hanno attraversato l’Italia e l’Europa nel secolo scorso.

Le pagine di Sangiuliano, evidenzia Perfetti nella prefazione, illuminano “l’autentica immagine di un intellettuale finissimo e, insieme, il ritratto psicologico e umano di un autentico anarchico conservatore”. Amico e corrispondente di decine di personaggi, da Carducci a Gramsci, da Apollinaire a Croce, da Oriana Fallaci a Montanelli, Prezzolini è stato il primo intellettuale moderno, con una visione multiculturale tuttora rara, aperto all’interventismo nel mondo e non chiuso nell’accademismo ottocentesco. Ha attraversato e rappresentato, rimarca Sangiuliano, le contraddizioni del Novecento, dalla Grande Guerra al fascismo, dal secondo conflitto mondiale al dopoguerra, mantenendosi sempre lontano dalle ideologie e dal conformismo.

Per tutta la vita, Prezzolini ha curato e preservato la sua libertà. Libertà d’azione e di pensiero che difese con forza. Un esempio su tutti. Fu definito ‘l’inventore’ di Mussolini, di cui ospitò i primi articoli ed editò il primo libro, ma quando il fascismo salì al potere decise di trasferirsi prima in Francia e poi negli Stati Uniti. A New York, anche se non era laureato, iniziò una nuova vita come docente nella Columbia University e come corrispondente di grandi quotidiani, ma divenne giornalista pubblicista a ottant’anni. Non mancò, infine, dal suo ultimo ritiro in Svizzera, di stigmatizzare i vizi italiani tra i quali l’assistenzialismo e lo statalismo.

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Cultura

Mostre, a Roma la tappa conclusiva di ‘Second Life, Tutto Torna’

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Promossa da Alia Multiutility Toscana in collaborazione con la Fondazione Maire

Mostre, a Roma la tappa conclusiva di 'Second Life, Tutto Torna'

Le opere finaliste e del concorso “Second Life, tutto torna”, sono state presentate ieri, presso la sede romana della Fondazione Maire, nell’ambito dell’’evento “Tra Arte e Ingegno”. “Second Life, tutto torna” è un progetto giunto alla seconda edizione e promosso da Alia Multiutility Toscana in collaborazione con la Fondazione Maire.

La Fondazione Maire, inaugurata a fine 2021, promuove la conservazione e la conoscenza del patrimonio archivistico del Gruppo Maire e accompagna la formazione dei giovani talenti e degli ingegneri umanisti di domani, in grado di contribuire alla transizione energetica e digitale del futuro. La Fondazione attraverso l’arte e la cultura realizza progetti di formazione e di contrasto alla povertà educativa con scuole, università e terzo settore.

In questo contesto nasce la partnership di “Second Life, tutto torna”, un progetto che ha visto nelle due edizioni la partecipazione di circa duecento artisti italiani, tutti sotto i trent’anni, curato dal professor Marco Meneguzzo. Le 30 opere finaliste della seconda edizione 2023, selezionate da una qualificata giuria, composta dai rappresentanti delle principali istituzioni culturali toscane, ci aiutano a riflettere sull’importanza dei nostri gesti quotidiani per il rispetto dell’ambiente e per dare una seconda vita alla materia, osservando la regola delle 4R: Riduzione, Riutilizzo, Riciclo, Recupero. Temi al centro della strategia di sostenibilità e di business dell’intero Gruppo Maire.

Una menzione speciale è stata conferita all’opera di Federico Ferroni “Decay”, realizzata su lastre di ferro che “con una solidità materica d’impatto ben rappresenta la visione globale, l’urgenza di un intervento per la sostenibilità e la valorizzazione dei materiali di recupero, così vicini all’agire della Fondazione Maire”.

Fabrizio Di Amato, Presidente della Fondazione e del Gruppo Maire, ha dichiarato: “La Fondazione e il Gruppo Maire aprono le porte di una delle sedi di Roma per accogliere e celebrare il talento delle nuove generazioni. Premiamo giovani talenti nelle discipline artistiche per la capacità che hanno di interpretare il presente e il futuro, e ci occupiamo della formazione di “ingegneri umanisti” che abbiano attenzione alla multidisciplinarietà, professionisti che sappiano guidare la transizione energetica, digitale e tecnologica, in modo efficace, economicamente sostenibile e rispettosa dell’ambiente, delle persone, della cultura”.

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Cultura

Marinali (Acea): “Spazi suggestivamente illuminati, con noi la Domus Tiberiana è visibile anche di notte’

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"Roma ha sempre avuto un rapporto speciale con la bellezza e la luce e Acea si fa carico di questa tradizione"

“Gli spazi sono suggestivamente illuminati tanto all’interno quanto all’esterno, così da essere visibili dalla città anche di notte, grazie alla sponsorizzazione tecnica di Acea. Roma ha sempre avuto un rapporto speciale con la bellezza e la luce: ed è in nome di questo connubio che Acea si fa carico di questa tradizione impegnandosi – fin dalla sua fondazione – nella ricerca di strumenti di valorizzazione dell’unicità artistica ed archeologica della città. Nell’illuminare monumenti e palazzi storici Acea, grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie, adotta soluzioni che garantiscono il massimo risparmio energetico e la salvaguardia dell’ambiente. L’intervento di illuminazione che consegniamo alla città riconosce nella luce uno strumento di conoscenza e comunicazione, che renderà possibile la vista di questo grandioso monumento anche di notte, contribuendo anche al mantenimento della sua integrità fisica”. Così la Presidente di Acea Barbara Marinali parla della riapertura della Domus Tiberiana, la grandiosa residenza imperiale che si affaccia sulla valle del Foro Romano illuminata grazie ad un progetto di light architecture realizzato da Areti, la società del Gruppo Acea che opera nel settore della distribuzione elettrica a Roma.

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Cultura

La Domus Tiberiana sul Palatino riapre dopo quasi mezzo secolo

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Il ministro Sangiuliano all'inaugurazione: "Apertura che consente anche di ricostituire la circolarità di grande pregio fra il Palatino e il Foro Romano”

(©Ph Stefano Castellani)

Mezzo secolo dopo, riapre a Roma la Domus Tiberiana sul colle Palatino che estende il suo sguardo sui Fori Romani, Campidoglio al Colosseo. “Oggi questo parco archeologico, che ha già fatto passi da gigante negli ultimi anni, si arricchisce di una nuova entità, che è stata inibita a generazioni di visitatori – sottolinea il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, presente alla inaugurazione – questa apertura consente anche di ricostituire la circolarità di grande pregio fra il Palatino e il Foro Romano”.

Per il titolare del Mic, “dobbiamo tutti essere orgogliosi di questo monumento, all’interno di un parco archeologico del Colosseo che sta registrando numeri eccezionali, oltre a essere un punto importante della nostra geografia identitaria. Noi ci investiremo sempre più risorse, anche inserendo nuove tecnologie per accrescere la qualità dei servizi che vengono forniti ai visitatori e utilizzando al massimo la multimedialità per renderlo sempre più appetibile e fruibile”, assicura Sangiuliano.

Con l’apertura della Domus Tiberiana, viene ripristinata la circolarità dei percorsi tra il Foro Romano e il Palatino, attraverso la rampa di Domiziano e degli Horti Farnesiani: il visitatore, che entra nel palazzo percorrendo la via nota come Clivo della Vittoria, raggiungerà la grandiosa residenza privata imperiale di Tiberio, che ha dato origine al moderno significato della parola ‘palazzo’. (di Enzo Bonaiuto)

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Cultura

Mercato da 130 mld l’anno per gioco d’azzardo

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Il rapporto con Stato e mafie lo spiegano Sciarrone, Esposito e Picarella in un libro. Il giro d'affari italiano è tra i più estesi d'Europa e del mondo, in crescita a livello mondiale

Il libro inchiesta di Sciarrone Esposito e Picarella getta nuova luce su un mercato da 130 mld l'anno.

Se ne parla poco e superficialmente, ma il giro d’affari italiano dei giochi d’azzardo è un mercato che vale oltre centotrenta miliardi di euro all’anno. Ed è tra i più estesi d’Europa, in crescita a livello mondiale. Il suo sviluppo è dovuto soprattutto “alla progressiva espansione dell’offerta di giochi negli ultimi trent’anni, favorita da scelte politiche orientate a incrementare il prelievo fiscale a beneficio del bilancio dello Stato. Una liberalizzazione che ha prodotto ingenti profitti a vantaggio delle imprese concessionarie, a cui è delegata la gestione del settore”. Lo spiegano i tre autori del volume in uscita il 22 settembre per Donzelli editore: Rocco Sciarrone, Federico Esposito e Lorenzo Picarella.

Costruito a partire dai risultati di una vasta ricerca empirica, il libro inchiesta approfondisce “i processi di regolazione del mercato dei giochi d’azzardo, analizzando in particolare il ruolo esercitato dalle mafie -raccontano i tre- L’indagine è basata su una duplice prospettiva: una orientata a capire come funziona concretamente il settore, ricostruendo le filiere di mercato e gli interessi economici in campo. L’altra focalizzata sulle strategie dei gruppi mafiosi, con riferimento sia al gioco su rete fisica, sia al gioco online, in grande espansione negli ultimi anni”.

L’intento è di rifuggire la prospettiva ‘mafiocentrica’, incentrata cioè esclusivamente sull’attore criminale. Lo studio infatti mette in evidenza “la porosità della dicotomia legale-illegale che sembra contraddistinguere il mercato dell’azzardo, contribuendo a una più precisa conoscenza del rapporto tra gioco e fenomeni mafiosi, per offrire proposte di policy al dibattito pubblico attualmente in corso”.

Il profilo degli studiosi che hanno condotto l’inchiesta è specifico e dettagliato, avendo come centro di riferimento l’università di Torino: Sciarrone insegna Sociologia delle mafie e Processi di regolazione e reti criminali presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università, dove è anche direttore di Larco (Laboratorio di Analisi e Ricerche sulla Criminalità Organizzata), oltre che condirettore del Centro Luigi Bobbio per la ricerca sociale pubblica e applicata.

Federico Esposito, invece, ha conseguito il dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Napoli Federico II, attualmente lavora come assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino. Lorenzo Picarella, infine, ha conseguito il dottorato di ricerca in Studi sulla criminalità organizzata presso l’Università Statale di Milano ed è assegnista di ricerca anche lui presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società sempre all’Università di Torino.

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Cultura

Pnrr, Sangiuliano a incontro con rete Anci Campania per Comuni vincitori linea B dei Borghi

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Pnrr, Sangiuliano a incontro con rete Anci Campania per Comuni vincitori linea B dei Borghi

Si è tenuto, oggi a Roma, al Collegio Romano, alla presenza del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, del direttore dell’Unità di Missione Pnrr, Angelantonio Orlando, e di numerosi sindaci della Campania, sia in presenza sia in videocollegamento, un tavolo tecnico per fare il punto sulle attività in corso e recepire le istanze dei Comuni risultati vincitori della linea B del bando Borghi del Pnrr.

Complessivamente, nell’ambito del Pmrr di competenza, sono 400 i milioni già assegnati dal Ministero della Cultura per interventi ricadenti nel territorio campano. Di questi, 59 milioni sono per 22 progetti elaborati da 31 Comuni, compreso il finanziamento per il Comune di Sanza della linea A del bando. Con il vicepresidente vicario Anci Campania, Antonio Del Giudice (Sindaco di Striano), il Segretario Generale Anci Campania, Nello D’Auria (Sindaco di Gragnano), il coordinatore dei piccoli comuni Anci Stefano Pisani (Sindaco di Pollica), erano presenti numerosi primi cittadini dei Comuni campani.

“La cultura deve essere un diritto diffuso, non elitario, e declinato in tutti i territori perché attiene direttamente alla qualità della vita dei cittadini. Il Ministero vuole essere vicino ai Comuni della Campania che credono nel valore della cultura. Anche perché la storia e la ricchezza del patrimonio ci dicono che in Campania la cultura può essere un grande ambito di sviluppo socio economico”, ha detto il Ministro Sangiuliano agli amministratori presenti i quali hanno apprezzato la vicinanza del Ministero e hanno espresso plauso per l’efficienza degli uffici. Durante i lavori sono state, inoltre, esaminate le linee di intervento del Pnrr, poi il Ministro ha invitato i Sindaci a elaborare proposte e predisporre progetti per i fondi FSC con i quali integrare i progetti già avviati e vararne di nuovi.

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Attualità

Un Osservatorio sulI’infanzia: laboratorio teatrale “Il mondo ai piccoli” a cura di Benedetta Valanzano

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La scuola paritaria per l’infanzia “Il Mondo Ai Piccoli,” in connubio con l’attrice Benedetta Valanzano, lancia un laboratorio teatrale che si configura come un cruciale laboratorio di vita. Previsto per un arco di otto mesi, da ottobre a maggio, il corso prevede incontri settimanali di un’ora ciascuno, concludendo con un saggio teatrale a maggio. La performance finale non sarà mera esibizione, ma il culmine di un iter pedagogico fortemente improntato alla crescita olistica dei più piccoli.

Il progetto non mira soltanto all’acquisizione di abilità teatrali; punta piuttosto a plasmare competenze trasversali come l’efficacia comunicativa, l’autoaffermazione e la responsabilità sociale. È un vero e proprio investimento nel capitale umano, fornendo ai giovani partecipanti strumenti che saranno fondamentali nella loro evoluzione come individui coscienti e proattivi.

Scaletta didattica: un’esplorazione multidisciplinare

Il programma del corso è particolarmente articolato, con moduli che spaziano dalla consapevolezza corporea al controllo vocale. Il laboratorio parte dall’assunto che il corpo sia un palcoscenico emotivo, e che la dizione sia cardine per una comunicazione lucida e penetrante. 

Ma non è tutto. Altri moduli trattano di tematiche come la relazionalità, l’ascolto attivo e il ritmo, abilità non meno rilevanti nella costruzione di una personalità equilibrata. L’intento è di catalizzare l’interesse e la partecipazione attiva dei bambini, attraverso dinamiche che variano dall’improvvisazione alla riflessione emotiva.

La pièce teatrale finale attingerà dal libro “Favolette x…pensare” di Francesco Donato Perillo, una raccolta di dieci storie brevi che fungono da metafore educative. Ogni racconto, che vede come protagonisti animali d’ispirazione esopica e disneyana, è pensato per sollecitare sia l’immaginazione che la consapevolezza etica dei giovani lettori.

Una scommessa sull’avvenire

La rilevanza di “Il Mondo Ai Piccoli” supera la mera formazione artistica, posizionandosi come un fondamentale strumento per l’educazione integrale del bambino. In un’epoca dove abilità come l’intelligenza emotiva e la socializzazione rivestono un ruolo crescente, questo laboratorio si profila come un’opportunità preziosa per contribuire allo sviluppo futuro dei partecipanti.

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Cultura

Festival Letteratura di viaggio, giovedì tavolo tecnico Unpli

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Tema :"Cibo e Cultura, un'alleanza per lo sviluppo e la promozione dei territori"

Festival Letteratura di viaggio, giovedì tavolo tecnico Unpli

Nell’ambito dell’articolato programma di incontri del “Festival della letteratura di viaggio” in corso di svolgimento a Roma, l’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia organizza il tavolo tecnico sul tema : “Cibo e Cultura, un’alleanza per lo sviluppo e la promozione dei territori” che si terrà giovedì 21 settembre a partire, dalle ore 11 a Villa Celimontana, sede della Società Geografica Italiana (Roma).

All’incontro, introdotto e moderato da Antonino La Spina, presidente dell’Unpli, interverranno: Angelo Rossi, consigliere del Ministro delle Politiche agricole, Claudio Mattia Serafin, consigliere del Ministro del Turismo, Roberta Garibaldi, Università di Bergamo Stefano Pisani, sindaco di Pollica, Vincenzo Santoro, responsabile Cultura e Turismo Anci, Leandro Ventura, direttore Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, Michele Sonnessa, presidente di Città dell’Olio, Angelo Radica, presidente di Città del Vino, e Antonio Politano, direttore artistico del “Festival della Letteratura di Viaggio”.

“Il tavolo tecnico “Cibo e Cultura” vuole essere un momento di confronto e analisi con alcuni degli attori del settori interessati, partendo dalla consapevolezza che l’Italia ha un patrimonio enogastronomico senza rivali, un vero e proprio punto di forza presente in ogni territorio ed in grado di attrarre turisti e visitatori anche da ogni parte del mondo” afferma il presidente dell’Unpli, Antonino La Spina, presentando l’evento di giovedì. “Il cibo – continua La Spina – è anche identità culturale; dal cibo, per esempio, passa il racconto dei territori, della storia e delle tradizioni legate ai prodotti tipici. Un vero e proprio patrimonio che è volano delle singole comunità e può esserlo ancora di più se si riesce a fare sistema”.

“Si rafforza la collaborazione tra il Festival della Letteratura di Viaggio e l’Unpli, tradizionale partner del Festival, che in questa occasione ha deciso di puntare sul patrimonio enogastronomico del paese come asset di sviluppo turistico. In effetti le specialità alimentari italiane, ben sottolineate dall’inserimento della dieta mediterranea nel patrimonio immateriale Unesco, sono il piacevole complemento ad uno stile di viaggio sempre più attento e consapevole” sottolinea Claudio Bocci, presidente dell’Associazione Cultura del viaggio.

L’incontro è ad accesso libero, ma è consigliata la preiscrizione. Il calendario degli eventi e tutte le info sul “Festival della letteratura di viaggio” sono disponibili sul sito dedicato https://www.festivaletteraturadiviaggio.it/. Il “Festival della letteratura di viaggio”, di cui Unpli è ancora una volta partner, è promosso dalla Società Geografica Italiana e organizzato dall’associazione Cultura del Viaggio.

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Cultura

Cicap Fest 2023: Massimo Polidoro, ‘Il nostro filo conduttore quest’anno è la responsabilità’

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La manifestazione a Padova, dal 13 al 15 ottobre, con scienziati, filosofi, comunicatori

Presentato oggi a Padova il Cicap Fest 2023 in corso dal 13 al 15 ottobre.

“La responsabilità riguarda tutti: chi produce conoscenza scientifica e tecnologica, chi opera nel mondo dei media e dell’educazione, e chi prende decisioni politiche ed economiche, come pure i protagonisti del mondo culturale, fino ai singoli cittadini”. A dirlo all’Adnkronos è Massimo Polidoro, scrittore e segretario nazionale del Cicap, nonché ideatore del Cicap Fest, presentato oggi a Padova, dove la manifestazione si svolgerà dal 13 al 15 ottobre, col titolo “Facciamo la nostra parte”.

“Le principali sfide della contemporaneità -prosegue- hanno dimensioni sociali e politiche connesse a dimensioni scientifico-tecnologiche: emergenza climatica, perdita della biodiversità, crisi energetica, pandemie, cambiamenti demografici… Ecco perché i decisori politici non possono fare a meno del sapere specialistico, nonostante la scienza a disposizione sia spesso, per sua natura, incompleta perché in continua evoluzione e progresso, e multidisciplinare, quindi ramificata e complessa. Come può allora una democrazia conciliare l’urgenza delle decisioni da prendere, l’esigenza di risposte univoche e semplici, con l’incertezza della conoscenza? Che diritti hanno i cittadini non-esperti rispetto alla conoscenza?”.

Domande a cui “cercheremo di rispondere con l’aiuto di scienziati, divulgatori, filosofi e personaggi del mondo della ricerca, della letteratura, dello spettacolo e della cultura. “L’intento -sottolinea Polidoro- è di costruire un linguaggio condiviso e un metodo di lettura della realtà capaci di raccogliere le sfide globali che attendono tutti e, in particolare, le nuove generazioni”. (segue)

Un nuovo approccio fra sapere scientifico e comunicazione pubblica

Numerosi i partecipanti alla manifestazione, da Telmo Pievani a Pif; tra loro si ricordano Silvia Bencivelli, Guido Barbujani, Giulio Boccaletti, Dario Bressanini, Massimiano Bucchi, Tommaso Calarco, Luigi Cattivelli, Massimo Cirri, Edzard Ernst, Tito Faraci, Chiara Galeazzi, Serena Giacomin, Vera Gheno, Marco Malvaldi, Stefano Nazzi, Helga Nowotny, Luca Parmitano, Lorenzo Pregliasco, Andrea Rinaldo, Federico Taddia, Giorgio Vallortigara, Roberta Villa, Antonella Viola.

Una delle strategie possibili, ad esempio, è “un’educazione civica alla scienza, basata su un nuovo approccio al rapporto fra il sapere scientifico, la sua comunicazione pubblica e le regole per la convivenza”, precisa infine il segretario del Cicap”. Lo spiegherà l’esperto di comunicazione della scienza Nico Pitrelli. Si discuterà dell’impatto dei titoli ad effetto, ovvero l’utilizzo improprio da parte dei media di ‘strilli’ e ‘titoli caldi’ per far presa sul pubblico, nonché di come l’intelligenza artificiale possa essere uno strumento utile per il debunking, grazie agli approfondimenti dei giornalisti Paolo Attivissimo e Fabio Chiusi, che indagano le conseguenze sociali delle nuove tecnologie, automazione e intelligenza artificiale.

L’Ai ha un forte impatto sulla comunicazione scientifica: in che misura è possibile utilizzarla nella scrittura di testi? E’ strumento cruciale per elaborare temi più precisi e chiari, aiutando a superare le barriere linguistiche? Agevolerebbe una rapida condivisione delle conoscenze, favorendo la ricerca? Ne discutono Paola Govoni, docente di Storia di scienza e tecnica all’Università di Bologna, il giornalista scientifico Marco Boscolo e Roberto Paura, presidente dell’Italian Institute for the Future, co-fondatore dell’Associazione dei Futuristi Italiani e direttore di Futuri”, rivista italiana di futures studies, durante il workshop per giornalisti e comunicatori della scienza realizzato col contributo di Fondazione Msd (accreditato per la formazione dei giornalisti, in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti). (segue)

Tra gli argomenti: comunicazione, Ai, space economy, ambiente

Di Space Economy, invece, discuteranno il divulgatore scientifico Nicolò Bagnasco e l’ingegnere aerospaziale Vittorio Baraldi. L’ingegnere e coordinatore nazionale del Cicap Andrea Ferrero, esperto di spazio, racconterà le appassionanti vicende che si celano dietro l’esplorazione spaziale. Il filosofo Stefano Bigliardi e l’antropologa Eleonora D’Agostino si confronteranno invece su come armonizzare il dovere di rispettare i propri valori di riferimento e le proprie fonti rispetto al pubblico cui ricerca e divulgazione sono rivolte.

C’è la responsabilità di cogliere i segnali di pericolo che il pianeta ci invia e che confermano le previsioni degli scienziati: è ciò su cui insisterà la fisica e climatologa Serena Giacomin parlando dell’emergenza climatica fra scienza e responsabilità a partire da un recente rapporto Onu, secondo il quale tale crisi è più veloce della nostra capacità di adattamento, e qualsiasi ulteriore ritardo nell’azione per contrastarla rischia di compromettere il futuro dell’umanità.

Un altro tema è come reagire quando la scienza dice cose che non piacciono o smentisce certezze: un invito a fare i conti con verità che possono aiutare a vivere meglio. L’errore in medicina va accettato perché la scienza procede per prove ed errori, ma è altrettanto cruciale evitarlo il più possibile: su questo rifletteranno i dottori Franco Aprà e Fabrizio Elia, esperti in Medicina di Urgenza (Asl Città di Torino), insieme a Vincenzo Crupi, professore di filosofia della scienza all’Università di Torino. Insieme alla biologa Antonella Viola ci si confronterà su come, da scienziati, affrontare situazioni e argomenti complessi che possono suscitare controversie. (segue)

Medicina ed errori, il Servizio Sanitario Nazionale, i Big Data

In compagnia della giornalista scientifica Silvia Bencivelli si ripercorrerà la storia della medicina, raccontando in particolare il ruolo degli ‘autosperimentatori’, cioè di quei medici che hanno deciso di provare le proprie idee su sé stessi, con un tocco di pazzia e di incoscienza, spesso con sincero altruismo e coraggio (a partire dal suo ultimo libro “Eroica, folle, visionaria”, di Bollati Boringhieri, 2023).

Fino ad arrivare ai giorni nostri, con un Servizio Sanitario Nazionale che per essere sostenibile e universale deve fare i conti, letteralmente, con temi complessi quali l’esaurimento delle risorse pubbliche, da un lato, e la prevenzione, dall’altro. Lo spiegheranno il conduttore Massimo Cirri, protagonista di un incontro in dialogo con il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, e col farmacologo Silvio Garattini, a partire dal suo ultimo libro “Prevenzione è rivoluzione” (Il Mulino, 2023).

Lorenzo Pregliasco, analista politico co-fondatore e direttore di YouTrend, spiegherà i big data come raccontarli e interpretarli, quali sono i meccanismi che portano a orientare la nostra percezione e come essi possano essere un prezioso strumento per capire il presente. Ancora di numeri, ma da un punto di vista finanziario, si ragionerà con la giornalista e co-fondatrice di Rame, piattaforma che si pone l’obiettivo di fare formazione e informazione sui temi economico-finanziari Annalisa Monfreda, Ivana Neffat, Responsabile Banking Academy Program di UniCredit e il dirigente scolastico Gustavo Matassa a proposito di formazione e parità di genere, in vista di un autentico progresso sociale.

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Cultura

“Capitalismo woke”, il saggio di Carl Rhodes da oggi in Italia

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Lo studioso australiano racconta un fenomeno oggi sempre più diffuso tra le multinazionali

Cos'è il capitalismo

Quando le aziende parlano di uguaglianza e giustizia ci si può davvero fidare? Esce oggi un saggio di Carl Rhodes esperto australiano di organizzazione aziendale e del lavoro che risponde a questa domanda, fondamentale per comprendere una delle tendenze più importanti del capitalismo del XXI secolo. Si intitola “Capitalismo Woke. Come la moralità aziendale minaccia la democrazia” ed è edito in Italia da Fazi, arricchito da una prefazione di Carlo Galli.

“Dagli spot di Gillette contro la mascolinità tossica ai miliardi di dollari donati da Jeff Bezos, Ceo di Amazon, per la lotta al cambiamento climatico, fino alla sponsorizzazione di movimenti di massa come Me Too e Black Lives Matter. Sono sempre di più le grandi aziende che decidono di abbracciare cause politiche tradizionalmente progressiste (diritti civili, sostenibilità ambientale, antirazzismo, giustizia sociale), una tendenza che è stata definita capitalismo “woke”, ovvero “sveglio, consapevole”.

“È tempo -sostiene Rhodes- di abbandonare l’idea che le imprese, in quanto attori principalmente economici, possano in qualche modo aprire la strada politica per un mondo più giusto, equo e sostenibile. Il capitalismo “woke” è una strategia per mantenere lo status quo economico e politico e per sedare ogni critica. Questo libro è un invito a opporgli resistenza e a non farsi ingannare”.

Le istituzioni democratiche minacciate dal capitalismo woke

Docente di Teorie dell’organizzazione e preside della Uts Business School presso la University of Technology di Sydney, in Australia, Rhodes studia le dimensioni etiche e democratiche dell’impresa e del lavoro. In questo volume ricostruisce la storia di questo fenomeno, nato alla fine del XX secolo ed esploso nel XXI. Si va pertanto dalla responsabilità sociale d’impresa degli anni Cinquanta al neoliberismo degli anni Ottanta, passando per l’appropriazione del termine “woke”, in origine usato dalla cultura afroamericana, e si arriva fino ai dibattiti odierni, discutendo criticamente che cosa tutto ciò significhi per il futuro della democrazia.

Esaminando numerosi esempi di strategie aziendali ‘politicamente corrette’, Rhodes evidenzia come l’ascesa del capitalismo woke nella vita economica e politica contemporanea abbia conseguenze pericolose. Lungi dal risolvere i problemi della società, l’attivismo di multinazionali che dominano molti aspetti della nostra vita ha effetti antiprogressisti. Trasformando la moralità in profitto, esso non solo legittima e consolida un’economia globale in cui miliardari e corporation si accaparrano quote sempre maggiori di ricchezza, ma espande il potere delle imprese a scapito delle istituzioni della democrazia.

“Gran bel libro -commenta Carlo Galli, docente all’Alma Mater Studiorum di Bologna, che ne cura la prefazione – contiene una forte capacità critica, pacata ma radicale; la lettura è scorrevole e piacevole; il testo ricco, informato; le argomentazioni acute e ragionevoli, impeccabili, del tutto condivisibili”.

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Cultura

‘Europa vs Occidente’, Scianca lancia sua collana editoriale per Altaforte

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La guerra in Ucraina ha imposto un profondo ripensamento delle categorie politiche e geopolitiche fondamentali. Se, da una parte, si è imposta in modo sempre più pressante la necessità di decostruire la categoria di Occidente, dall’altra l’anti-occidentalismo triviale e a tinte esotiche sembra aver portato in un vicolo cieco molti ambienti anticonformisti.

In “Europa vs Occidente” (104 pp.; 10,00 euro) Adriano Scianca presenta la nuova collana Avanti, da lui diretta per la casa editrice Altaforte Edizioni, “proponendo un nuovo europeismo rivoluzionario, in linea con la migliore tradizione dei laboratori metapolitici europei da almeno due secoli a questa parte – spiega la casa editrice – Un progetto europeista, e prima ancora un vero e proprio mito europeo, contro ogni tentazione filo-americana o filo-russa, contro romanticismi terzomondisti o ripieghi sciovinisti. Un modo per elaborare l’unica vera alternativa (geo)politica all’altezza dei tempi, ma anche per mettere la parola fine ad anni di confusionismo ideologico che hanno disinnescato qualsiasi velleità di ribellione al sistema”. Il saggio è introdotto da uno scritto di Lorenzo Cafarchio.

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