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Design: Talenti compie 20 anni, outdoor made in Italy tra...

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Design: Talenti compie 20 anni, outdoor made in Italy tra design e tecnologia

Intervista a Edoardo Cameli, direttore commerciale del brand

Design: Talenti compie 20 anni, outdoor made in Italy tra design e tecnologia

Compie 20 anni Talenti, il marchio di arredo design outdoor fondato dalla famiglia Cameli, e dimostra come il modo di fare impresa italiano continui ad essere un modello di successo, attraversando le crisi per uscirne rafforzati. Come durante la pandemia, quando ha puntato a investire e non ad attendere. A descrivere il segreto di questo successo e le potenzialità dell’imprenditoria italiana è Edoardo Cameli, direttore commerciale di Talenti e figlio del fondatore, considerato uno dei giovani imprenditori più promettenti del settore.

"Quando mio padre fondò l’azienda nel 2004 - racconta - aveva in mente un’idea, una visione, e non ha mai nascosto le sue ambizioni. Circondandosi di 'Talenti' aveva proprio l’obiettivo di dare vita a qualcosa di nuovo, qualcosa che resistesse nel tempo, che fosse indenne ai cambiamenti ma che allo stesso tempo riuscisse ad anticiparli. Il modo di fare impresa in Italia è questo, è la forza di un progetto che supera gli ostacoli e si impone sul mercato grazie alla qualità e alla passione. Sono passati 20 anni, ma sembra ieri che prendevano forma le prime collezioni di mobili da giardino. Esperimenti, cambi e rischi che hanno dato i loro frutti grazie al lavoro di un team. Il 2023 è stato un anno di consolidamento con una crescita di fatturato solida e sempre in controtendenza rispetto a un settore che ha subito un po’ le crisi internazionali".

Nonostante il complicato contesto internazionale, il design made in Italy resiste e si sviluppa. "Il modo di fare impresa degli italiani - sottolinea - è diverso da quello di chiunque altro. Il made in Italy del design è da sempre un punto di riferimento, ma, contrariamente a ciò che è avvenuto in altri campi, non è mai stato messo in discussione il ruolo dominate del nostro paese. Da un lato, la capacità di attrarre su di sé, in particolare Milano, l’attenzione di tutti gli addetti ai lavori e non solo, dall’altro la potenza di marchi d’eccellenza, tra cui oggi sta a pieno titolo anche Talenti. Abbiamo solo 20 anni ma ci siamo ritagliati un posto di rilievo puntando proprio sull’italianità, su ciò che rende unico un prodotto italiano: qualità, cura del dettaglio, estetica e durabilità".

Internazionalizzazione e personalizzazione sono un cavallo di battaglia dell’arredo italiano. "Se i numeri sono importanti, fondamentale - sostiene Cameli - è anche sottolineare il posizionamento globale del brand che è tra le ragioni di questo successo. Le difficoltà nelle esportazioni di questo periodo non hanno intaccato la capacità di Talenti di arrivare ovunque potendosi avvalere di una fitta rete distributiva in oltre 67 paesi. Il 60% del fatturato proviene, infatti, dai mercati internazionali con in testa Francia, Stati Uniti, Emirati Arabi, Oceania e con tutto il Vecchio Continente in crescita costante. L’Italia resta il mercato principale, rappresentando da solo il 40% del fatturato".

"Fondamentale per noi - afferma - la creazione di un legame forte con i territori: in questi ultimi anni infatti abbiamo aperto diversi showroom e flagship store in diversi paesi. Dalla Spagna al Belgio, dall’Olanda alla Francia dove abbiamo sperimentato con successo la formula del Talenti Studio. Si tratta di una location dedicata ad architetti e addetti ai lavori dove accompagnare, passo a passo, il progettista nella realizzazione del suo ambiente outdoor perfetto. Il contatto personale è la chiave per il successo insieme a una profonda conoscenza delle differenze intrinseche dei vari mercati. Da li la possibilità di personalizzare, rendere ogni prodotto tailor-made a seconda della situazione e del cliente. In questo noi italiani siamo maestri".

E lo sguardo è puntato sulla Milano Design Week. "Nonostante le crisi, non abbiamo mai smesso di scommettere sul Salone del Mobile quale evento catalizzatore e i numeri ci hanno dato ragione. Anche quest’anno saremo in prima fila, sia in fiera che fuori con tante, tantissime novità", annuncia il direttore commerciale di Talenti.

Il mercato dell’outdoor è cambiato in questi anni e nuovi trend si impongono. "Quando, 20 anni fa, nasceva Talenti - osserva - il nostro motto era portare l’eleganza dell’interior anche in esterno. Ora lo vogliono fare tutti. Il pubblico è diventato quindi molto esigente, sia dal punto di vista estetico che pratico. È difficile ipotizzare quali saranno i prossimi trend. Probabilmente, un ruolo fondamentale lo avranno i materiali soprattutto legati al tema della sostenibilità. Molto del nostro futuro, del futuro dell’outdoor, si giocherà nel saper controllare la filiera produttiva senza rinunciare alla cura del dettaglio, un modus operandi che sempre ci ha contraddistinto da sempre. Sicuramente il mercato richiede il legno in maniera crescente ed è proprio per questo che abbiamo introdotto un nuovo catalogo interamente costituto da collezioni in legno".

"Un altro trend - prosegue Cameli - potrebbe essere quello di immaginare un vivere outdoor più completo possibile. Abbiamo infatti già ampliato le aree living, dining e relax outdoor con la nostra cucina outdoor, che diventa sempre più un ambiente cucina, piuttosto che un’area cooking, quindi estremamente richieste armadiature, complementi e scaffalature. un po’ come abbiamo iniziato a fare anche noi con la nostra cucina Tikal realizzata con Nicola De Pellegrini. Soprattutto nei paesi con un clima mite, sempre più attività quotidiane si sposeranno all’aria aperta con giardini e terrazze che diventeranno ancor più protagonisti. Prevedo un crescente successo di daybed e strutture in grado di garantire relax e assicurare l’intimità familiare in ambito contract".

Il contatto diretto con il cliente è un altro punto di forza e a Milano è in arrivo un nuovo FlagShip nelle prossime settimane. "Lo spazio, di oltre 500 Mq, sarà nella centralissima via Manzoni, la via della moda, che ultimamente sta cambiando pelle. Rispetto a Brera e via Durini, ad esempio, Manzoni è una via più marcatamente legata al segmento luxury. Abbiamo trovato il giusto compromesso tra spazio e visibilità, ma il nostro non sarà solo un negozio ma anche una location dove vivere un’esperienza immersiva a 360 gradi. Progettare, sperimentare, toccare con mano i materiali, tutto questo e molto altro per poter permettere al cliente di immaginare un sogno estetico e concretizzarlo", assicura il direttore commerciale di Talenti.

E Talenti è in campo anche per rispondere all’emergenza climatica. "Per noi il cambio climatico - dice Cameli - non è un argomento astratto, ma un tema molto concreto. Come azienda di design outdoor, proponiamo prodotti che trasmettano benessere e questo è possibile solo salvaguardando il pianeta. Non c’è benessere, non c’è relax senza sostenibilità. Da sempre abbiamo dedicato tempo e risorse alla ricerca e allo sviluppo sia dal punto di vista delle forme che dei materiali. Quando Talenti pensa ad un prodotto, già nella fase del concept, la volontà è quella di creare un progetto di qualità e duraturo. In questi ultimi anni, ci siamo concentrati sulla creazione e sull’utilizzo di materiali che fossero sempre più sostenibili sotto due punti di vista. Il primo, che fossero rispettosi dell’ambiente che ci circonda, sia dal punto di vista del loro reperimento che del ciclo di lavorazione. Dall’altro, che potessero essere duraturi in modo da allungare la vita dei prodotti ed evitare quell’eccesso consumista che è alla base dello spreco di risorse".

"La nostra offerta in termini di prodotti green è davvero completa - fa notare - e non ha eguali nel settore. Talenti si affida a fornitori che condividono la stessa visione dell’azienda stessa: ogni componente viene progettato, pensato e destinato per durare nel tempo poiché il brand ha la ferma convinzione che la longevità del prodotto e quindi dei materiali che lo compongono sia già un primo passo deciso lungo il percorso di sviluppo sostenibile e verso la sostenibilità in termini più generali. Ad esempio, materiali come l’alluminio, i legni Accoya e Teak o il Vitter, hanno caratteristiche sostenibili innate sia dal punto di vista della produzione che dalla possibilità di essere riciclati. Aspetto che abbiamo cercato con forza soprattutto nell’ambito dei tessuti".

"Abbiamo introdotto, infatti, per tutti i rivestimenti, un tessuto completamente green ottenuto dal riciclo di bottiglie in Pet post-consumo e ulteriormente riciclabile al termine del suo utilizzo. 100% Made in Italy e a km0, il nuovo tessuto è realizzato con un processo produttivo e meccanico unico nel suo genere. Le bottiglie di plastica vengono infatti trasformate in polimeri, e quindi in filato di Pet riciclato, senza l'utilizzo di sostanze chimiche che potrebbero essere pericolose per l'ambiente. L'utilizzo di poliestere riciclato, che richiede un minor numero di passaggi di lavorazione, si traduce in un minor consumo di energia e acqua durante il processo produttivo, con una conseguente riduzione importante delle emissioni di carbonio", conclude il direttore commerciale di Talenti.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Made in Italy, Dorabruschi: rinasce brand iconico della...

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Grazie a due imprenditori che hanno creduto nel marchio riportando in auge la storica azienda

Made in Italy, Dorabruschi: rinasce brand iconico della cosmetica e punta a nuovi mercati

Novanta anni di storia e successi, una ‘rinascita’ iniziata meno di due anni fa, presenza in oltre 140 punti vendita, una vasta gamma di prodotti skincare e makecare, e ora lo sguardo rivolto a nuovi mercati, grazie a due imprenditori che hanno creduto nel potere del made in Italy riportando in auge la storia della cosmetica italiana: Dorabruschi 'rinasce' nel 2022 grazie all’intuizione di Mario Salvatori e Arcangelo D’Onofrio, due dinamici imprenditori con storie manageriali e imprenditoriali internazionali, attuali Ceo dell’azienda nata a Firenze nel 1934 da Berta Casamenti, in arte Dora Bruschi, fondatrice della storica realtà della cosmetica italiana, una donna all’avanguardia che ha ideato formule e prodotti unici dedicati alla pelle. Per i due imprenditori la 'scintilla' è scattata durante un periodo storico molto particolare, la pandemia: D’Onofrio era alla ricerca di un prodotto disinfettante per le mani da utilizzare per i collaboratori della sua azienda del Mugello e, attraverso il passaparola, si è ritrovato nei laboratori di Borgo San Lorenzo, sede di Dorabruschi. Ne parla subito con il collega e amico Mario Salvatori, allora basato in Asia che, rientrato in Italia, accoglie la sfida di scommettere su un brand storico dal forte potenziale racchiuso nell’eccellenza di formule che ancora oggi, dopo 90 anni, realizza con estrema cura e attenzione. Ed ecco così che nel 2022 i due decidono di acquisire l’azienda e procedere nel 'risveglio di Dorabruschi', come racconta la serie podcast in 5 puntate 'Un sogno che diventa impresa' realizzata da Dr Podcast per Dorabruschi.

Nella nuova squadra si è poi aggiunta Elena Verrazzani, farmacista e responsabile Marketing e Formazione di Dorabruschi, che, dopo aver incontrato Mario, si è innamorata del progetto, anche per l’aspetto 'made in Tuscany', e la storicità del brand. “Lo sviluppo del marchio passa per diversi step, il primo è di riconsolidare il marchio in Italia, perché il mercato si sta evolvendo in maniera significativa, per poi spostarci sul mercato estero, come Sud-Est Asiatico, Medi Oriente e Nord-America. Noi siamo una re-start up, perché il risveglio può dare molta più soddisfazione della partenza”, affermano Arcangelo D’Onofrio e Mario Salvatori, il primo imprenditore con esperienza trentennale nella tecnologia applicata alla moda luxury in Europa, e fondatore di Temera, una realtà aziendale leader nel settore che oggi conta oltre 150 dipendenti; il secondo manager di esperienza trentennale in multinazionali nel settore beauty e personal care, di cui oltre 20 passati all’estero tra Stati Uniti, Regno Unito ed Asia, nell’ambito commerciale e marketing.

Con le sue tecnologie cosmetiche avanzate, caratterizzate dall’approccio scientifico di una regina della bellezza come Helena Rubistein che ha ispirato la fondatrice 90 anni fa, Dorabruschi, con il suo fare 'cultura della pelle', non ha mai deluso le aspettative dei consumatori che negli anni si sono avvalsi dei suoi prodotti. Oggi la nuova proprietà mira ad allargare gli orizzonti. "Il plus di Dorabruschi è di essere un’azienda che non è mai scesa a compromessi. Ha sempre portato avanti valori guida solidi e imprescindibili. I pilastri su cui si fonda il dna del brand sono efficacia provata di formule 'su misura', conoscenza e rispetto della pelle e dei suoi bisogni, utilizzo di principi attivi cosmetici di altissima qualità nelle concentrazioni necessarie a contrastare l’inestetismo cui sono destinate, e una ricerca continua realizzata in house, nello stabilimento di Firenze", concludono continuano i due founder.

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Startup: Piuma Care debutta nella gdo con linee...

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E punta a raddoppiare il suo fatturato

Startup: Piuma Care debutta nella gdo con linee 'setole attive' e 'visible active'

Piuma Care, start-up veneta che studia e realizza spazzolini di design e altri prodotti per l’oral beauty care quotidiana, arriva per la prima volta sugli scaffali della Grande distribuzione organizzata, puntando con questa operazione a raggiungere i 2 milioni di euro di fatturato. Dal mese di aprile sarà possibile trovare la nuova linea di prodotti Setole Attive del brand veneto nei 22 ipermercati, con l'insegna Iper La grande I del gruppo Finiper, presenti in Veneto, Lombardia e Piemonte, e in 30 punti vendita Alì Supermercati, catena di ipermercati e supermercati della famiglia Canella, presente in tutte le province di Veneto ed Emilia-Romagna.

La nuova linea pensata per la gdo raccoglie lo spazzolino dal design funzionale e manico ergonomico con setole attive che a contatto con l’acqua rilasciano gradualmente i principi attivi, che nutrono così i tessuti gengivali, tre dentifrici della famiglia visible active, con carbone sbiancante, vitamina c per gengive più forti ed echinacea, più due collutori specifici, uno per rinforzare la salute delle gengive e uno coadiuvante allo sbiancamento dentale.

Gli spazzolini della linea setole attive sono gli unici spazzolini attualmente presenti nella gdo con l’innovativa tecnologia brevettata che permette il rilascio graduale dei principi attivi di vitamina c, echinacea e carbone e sono disponibili in cinque esclusive colorazioni: bianco, rosa, verde, nero, magenta.

“Il mercato dell’oral care -commenta Michele Longato, ceo di Piuma- sta attraversando una transizione sempre più marcata verso l’area di cura della persona e della bellezza che noi definiamo oral beauty. Stiamo assistendo alla crescita di una percezione più ampia e positiva dell’igiene orale come parte integrante del benessere quotidiano delle persone. Abbiamo quindi deciso di esplorare un mercato come quello dell’oral care della gdo, dal valore complessivo di circa 400 milioni di euro solo in Italia, per essere più vicini ai nostri clienti e raggiungere più facilmente coloro che non hanno ancora potuto testare la nostra tecnologia. Come tutti i nostri prodotti anche quelli di questa linea uniscono design italiano, innovazione, ricerca scientifica e sostenibilità ambientale”

“Siamo partiti con la nostra start up – prosegue Longato- nel periodo della pandemia da Noventa di Piave e siamo arrivati a produrre 700mila spazzolini nell’ultimo anno e a conquistare 30 paesi tra Europa e Medio Oriente utilizzando come canale di vendita principale in Italia solo il nostro e-commerce. Ora, orgogliosi di essere arrivati in tutti i punti vendita con l'insegna Iper La grande I e in 30 punti vendita Alì, con l’obiettivo di superare i mille punti vendita entro il 2025, ci auguriamo di poter rafforzare la nostra presenza in Italia e di arrivare in un numero sempre maggiore di famiglie per diventare protagonisti del loro rituale quotidiano”.

Dalla sua fondazione Piuma Care ha ottenuto 4 brevetti oltre che importanti riconoscimenti per il design e certificazioni internazionali. Tra tutti, lo spazzolino Piuma Brush, riconosciuto come miglior prodotto del mercato dalla giuria internazionale del Red Dot Award nel 2019, esposto nel Museo della scienza e della tecnologia di Milano di ADI Design Index, ha ottenuto nel 2020 la menzione d’onore per il Compasso d’Oro, il premio mondiale più ambito nel campo del design.

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Imprese, Enrico Bazzi head of Jakala Italy

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Ha interiorizzato la visione di Jakala e l'ha tradotta in iniziative di mercato, anticipando le sfide di un mondo in continua evoluzione.

Imprese, Enrico Bazzi head of Jakala Italy

Enrico Bazzi, precedentemente coo e tra i fondatori chiave di Jakala, è stato denominato head of Jakala Italy. Durante gli ultimi vent’anni ha assistito e contributo in modo determinante all’evoluzione di Jakala, da start-up milanese a realtà pioniera nel campo delle strategie data-driven e dell’innovazione digitale, fino a punto di riferimento internazionale nell’ambito dell’Artificial Intelligence. Con un organico di 3.000 dipendenti, oltre 900 clienti e progetti in più di 30 paesi, oggi Jakala combina strategia, tecnologia e creatività per traghettare le aziende verso la trasformazione digitale con un focus sull'Intelligenza Artificiale. Nel corso degli anni, sfruttando la conoscenza globale e l'esperienza internazionale dell'azienda, Enrico Bazzi ha interiorizzato la visione di Jakala e l'ha tradotta in iniziative di mercato, anticipando le sfide di un mondo in continua evoluzione.

Nel corso del 2023, Jakala ha messo a segno una traiettoria di crescita a doppia cifra, che ha portato i ricavi globali a raggiungere i 520 milioni di euro. Inoltre, la diversificazione geografica si è ampliata, con quasi il 50% dei ricavi provenienti dall'estero. Questo importante passo in avanti ha spinto Jakala ad adottare un nuovo modello organizzativo per affrontare la crescente presenza internazionale, con Stefano Pedron nel ruolo di global ceo, responsabile della supervisione dei diversi head of region nei mercati in cui l'azienda opera attualmente. l’ambizioso obiettivo è chiaro: posizionare Jakala tra i primi 5 player globali nel suo settore.

Enrico Bazzi ha dichiarato: “All'interno di Jakala, affrontiamo con determinazione le sfide imposte dai nuovi paradigmi dell'Intelligenza Artificiale. Animati da un obiettivo comune, 'Together to get there', collaboriamo strettamente con i nostri clienti per generare valore per loro, per le loro persone e per la società nel suo complesso. Consapevoli dell'importanza di adattarci rapidamente ai cambiamenti del mercato, il nostro modello di business è in costante evoluzione, mentre un nuovo assetto organizzativo ci consente di essere agili e reattivi di fronte alle sfide emergenti. Crediamo fermamente che la collaborazione, la condivisione delle conoscenze, insieme a una mentalità aperta e orientata al futuro, siano fondamentali per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi che ci siamo posti”.

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