

Cronaca
La scuola italiana ai tempi della pandemia: promossa o bocciata?
Con l’avvio del nuovo anno scolastico la scuola italiana si trova ad affrontare una serie di problemi, vecchi e nuovi, tra i quali il ritorno delle lezioni in presenza, dopo l’anno di didattica a distanza dovuto alla pandemia.
Ma qual è la reale situazione della scuola italiana ai tempi della pandemia? Il primo dato assoluto indica che nell’anno scolastico 2019/2020 l’81% delle scuole italiane sono statali, il 19% paritarie, ovvero quegli istituti inseriti nel sistema nazionale di istruzione, ma che non vengono gestite dallo stato e hanno libertà di orientamento culturale e organizzazione didattica.
Sempre relativamente allo stesso anno scolastico, le scuole statali sul territorio nazionale sono 51.164 con un numero di studenti pari a 6.568.173, con maggiore concentrazione nel Sud Italia. Le scuole paritarie sono 12.603 con un numero di studenti complessivi di 337.742, maggiormente concentrati nel Nord Ovest.
Il quadro generale sulla scuola italiana che segue prende forma attraverso l’analisi effettuata da Adnkronos in collaborazione con Expleo su dati e statistiche fornite dal Miur, Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca. In particolare i dati forniti dal Portale Unico dei Dati della Scuola, lo strumento messo a disposizione dal Miur per l’accesso alle informazioni sulla scuola, si riferiscono agli ultimi cinque anni scolastici compresi tra il 2015/2016 e il 2019/2020 e per quanto riguarda il PON, Programma Operativo Nazionale del Miur, per gli anni dal 2014/2015 al 2019/2020.
La scuola italiana in cifre: organico e studenti
Da tenere presente alcuni concetti importanti. Il termine “scuola” indica il plesso ovvero ciascuna sede che appartiene ad un determinato circolo didattico. Il circolo didattico è l’insieme delle strutture, o sedi scolastiche, di uno stesso territorio.
Le immissioni dei docenti di ruolo avvengono tramite due canali: metà degli assunti deve provenire dalle graduatorie di merito, l’altra metà dalle gradutorie a esaurimento (Gae). Da segnalare che ad oggi ambedue i canali sono praticamente esauriti: i vincitori dell’ultimo concorso del 2016 sono in cattedra, l’altro bacino è stato “svuotato” a seguito del Ddl del Governo Renzi sulla “Buona Scuola”.
Le cattedre vacanti vengono coperte dai supplenti annuali che provengono in maggioranza dalle graduatorie di istituto per i non abilitati di III fascia oppure dalle cosidette “messe a disposizione” (Mad).
L’insegnante è donna
Su un totale di 716.483 insegnanti di ruolo per l’anno scolastico 2019-2020, quasi l’83% è donna con un picco di oltre il 99% nella Scuola dell’Infanzia. In linea con questa tendenza anche la Scuola Primaria con le maestre che coprono circa il 96% del totale. Il gender gap al contrario diminuisce parzialmente nella Scuola secondaria di I grado e sopratutto in quella di II grado, dove i docenti di ruolo uomini sono il 33,67% del totale. I dati dell’ultimo anno scolastico confermano un trend costante degli ultimi cinque anni riguardo i docenti di ruolo per ogni ordine di scuola.
Insegnare non è una materia per giovani
L’età media del corpo docente sta aumentando. Se riguardo all’anno scolastico 2019-2020 si scopre che il 42% dei docenti di ruolo ha più di 54 anni (percentuale che al Sud sale al 46,8%) e solo il 2,7% ha meno di 34 anni (2% al Sud), analizzando a fondo i dati del Miur riguardanti l’età dei docenti di ruolo e dei supplenti si scoprono i trend relativi agli ultimi 5 anni scolastici. In particolare, tra gli insegnanti di ruolo si evidenzia un aumento significativo degli over 54 con un +8,73% a livello nazionale (escluse le province autonome di Aosta, Bolzano e Trento).
Parallelamente i docenti di ruolo con meno di 34 anni sono diminuiti del 6,44%. Molto più significativo risulta essere l’aumento dell’età dei docenti supplenti. In particolare nell’anno scolastico 2019-2020 i supplenti con oltre 54 anni di età sono aumentati del 191% rispetto al 2015-2016. Considerando gli stessi anni scolastici, anche i docenti supplenti di età inferiore a 34 anni sono aumentati in valore assoluto del 63%, ma la loro incidenza sul totale è diminuita dal 31,3% dell’anno scolastico 2015-2016 al 27,6% del 2019-2020.
Docenti precari: una questione irrisolta
Dall’analisi dei dati sul personale scolastico nelle scuole statali, con riferimento al periodo 2017/2018 – 2019/2020, per ogni grado di istruzione, si nota un calo costante del numero di docenti di ruolo quantificabile in oltre 20 mila unità. Contemporaneamente si assiste al costante aumento del numero di supplenti con un incremento nei tre anni scolastici considerati di oltre 50 mila unità. Con riferimento all’anno scolastico 2019/2020 il rapporto in percentuale supplenti/docenti di ruolo, è quantificabile in oltre il 20% a livello nazionale. Entrando nel dettaglio regionale tale rapporto risulta essere maggiore nelle regioni del Nord Italia, con un picco del 38,9% in Piemonte, seguito da Toscana (38,6%) e Lombardia (37,3%). In Campania si registra invece il rapporto pià basso: su 100 docenti, solo 12,1 sono supplenti.
Da sottolineare che l’elevato numero di supplenti e il basso numero di nuovi insegnanti di ruolo è da ascriversi principalmente alla mancanza di fondi che ha impedito l’organizzazione di concorsi ordinari portando all’allungamento delle graduatorie con nuovi precari che si aggiungono prima che i “vecchi” vengano stabilizzati tramite concorso.
In Emilia Romagna la scuola è multietnica
Con riferimento ai dati dell’anno scolastico 2019-2020 relativi alla scuola statale. la regione con percentuale maggiore di studenti stranieri rispetto al totale degli allievi è l’Emilia Romagna: su 492.909 studenti il 16,33% non ha cittadinanza italiana. Al secondo posto la Lombardia con il 16,27% di studenti stranieri, al terzo posto la Toscana (14%). La regione con minor incidenza di studenti stranieri nella scuola statale è la Sardegna (2,63%). Attorno al 3% si attestano anche Puglia e Campania.
Le ragazze preferiscono il liceo
A livello di scelta di percorso didattico per la scuola secondaria di II grado, i dati del Miur relativi alla scuola pubblica nel 2019-2020 indicano che il 50% degli studenti ha scelto il liceo, il 31% gli istituti tecnici, il 18% gli istituti professionali, solo l’1% ha scelto gli IeFP (Istruzione e Formazione Professionale). Le materie scientifiche e umanistiche attraggono maggiormente le ragazze: nell’anno scolastico 2019-2020, 774.220 ragazze hanno scelto il liceo scientifico o classico, contro i 484.486 ragazzi. Il dato si ribalta riferendosi gli studi tecnico-pratici. Infatti, negli istituti tecnici i ragazzi sono più del doppio delle ragazze (dato relativo all’anno scolastico 2019-2020).
Dimmi che indirizzo scegli e ti dirò chi sei
I dati del Miur relativi agli istituti professionali relativi all’anno scolastico 2019-2020 indicano le preferenze assolute a livello di diversi indirizzi di studi e quelle relative al numero complessivo di studenti per regione. A livello nazionale, al primo posto per numero complessivo di studenti risulta Enogastronomia e Ospitalità alberghiera (76.147 studenti, 765 scuole), seguito da Enogastronomia – Triennio (57.979 studenti, 1.477 scuole), Manutenzione e Assistenza Tecnica (48.516 studenti, 1.709 scuole), Servizi Commerciali (41.903 studenti, 1.435 scuole), Servizi Socio-Sanitari (36.956 studenti, 1.140 scuole).
Rapportando il numero complessivo di studenti per i primi cinque indirizzi di istituti professionali, con il numero di studenti per singola regione, le regioni a incidenza più elevata risultano essere Emilia Romagna, Campania e Basilicata. Tra queste, in Emilia Romagna gli studenti prediligono l’indrizzo professionale Servizi Commerciali, mentre in Campania e Basilicata l’indirizzo Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera. Da notare che in Lombardia al primo posto tra le cinque categorie più scelte dagli studenti ci sono i Servizi Socio Sanitari.
Ristorazione e benessere, le figure professionali più richieste
Incrociando i dati del Miur con i dati rilevati mensilmente dalle Camere di Commercio, esposti dall’ANPAL, Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro, si possono ricavare alcune tendenze dell’occupazione in Italia, con riferimentoal mese di dicembre 2019. In particolare da questi dati è possibile rilevare quali siano le figure professionali più richieste in relazione al livello di istruzione e ai titoli di studio. In questo senso le figure professionali più richieste dal mondo del lavoro riguardano la ristorazione, seguita da indirizzo meccanico e al terzo posto il settore assistenza e benessere. La scelta dei giovani riguardo l’indirizzo degli istituti professionali si orienta anche sui possibili sbocchi lavorativi disponibili. Infatti le aziende ricercano in misura superiore figure professionali con qualifica e/o diploma professionale (29%), rispetto a laurea (14%) o scuola dell’obbligo (21%).
Pon: mai così tanti progetti approvati e finanziati
Il Pon, Programma Operativo Nazionale del Miur ha come obiettivo creare un sistema di istruzione e formazione di alta qualità, efficace ed equo offrendo alle scuole la possibilità di accedere a fondi comunitari aggiuntivi rispetto a quelle già stabilite dai decreti governativi. Prendendo in considerazione i dati degli anni scolastici dal 2014-2015 al 2019-2020 si scopre che l’85% delle domande è stato autorizzato, mentre il 13% è stato valutato ossia considerato valido, ma con l’importo richiesto non ancora approvato. Da ciò risulta che solo il restante 2% delle domande sono risultate inammissabili o non conformi. Il maggior numero di richieste di finanziamenti Pon provengono dal Sud e dalle Isole, rispettivamente con il 38,8 e il 15,6% del totale.
Nello specifico Campania, Sicilia e Puglia sono le tre regioni dove le scuole hanno avuto maggior percentuale di autorizzazioni rispetto alle richieste presentate. Gli importi più elevati di finanziamenti autorizzati nel periodo considerato sono confluiti nelle scuole del Sud (46% del totale) con un picco significativo nell’anno scolastico 2016-2017. Nel dettaglio, le regioni che hanno avuto finaziamenti del Pon più elevati sono Campania (364 milioni di euro), Sicilia (274 milioni), Puglia (220 milioni).
Le quattro principali aree d’azione relative alle diverse richieste effetuate dagli istituti italiani riguardano: progetti di integrazione e potenziamento delle aree disciplinari di base; interventi infrastrutturali per l’innovazione tecnologica; azioni per lo sviluppo di competenze trasversali; sostegno agli studenti con fragilità.
Cronaca
Frosinone, 34enne accoltellata a morte in casa: si cerca l’arma

Si attende l'esito dell'autopsia
Una donna, una trentaquattrenne dominicana, è stata trovata senza vita questo pomeriggio a Cassino, in un appartamento di via Pascoli uccisa con diverse coltellate al torace. A scoprire il corpo, intorno alle 14.30, sono stati i poliziotti arrivati nell’abitazione dopo l’allarme lanciato da un vicino di casa che non riusciva a contattare la donna. Al momento, a quanto si apprende, non è stata trovata l’arma del delitto. Gli agenti della Squadra Mobile e del commissariato di Cassino che conducono le indagini, coordinati dalla procura, stanno esaminando anche le immagini delle telecamere presenti nella zona. Sul corpo nelle prossime ore verrà disposta l’autopsia.
Cronaca
Superenalotto, numeri estrazione vincente oggi 27 maggio 2023

Centrati sei '5'
I numeri dell’estrazione vincente del Superenalotto di oggi, 27 maggio 2023: 12 41 64 78 79 88. Jolly: 58. SuperStar: 86. Nessun ‘6’ né ‘5+1’ al concorso di oggi del Superenalotto. Sono stati realizzati sei ‘5’ che vincono 41.536 euro ciascuno. Il jackpot a disposizione del ‘6’ per il prossimo concorso sale a 37,5 milioni di euro.
Cronaca
Giubileo, arch. Esposito: “Restituire il piano terra di San Michele a Ripa agli artigiani”

L'idea dell'organizzatore della nevicata artificiale a Santa Maria Maggiore: "Utilizzare spazi oggi ermeticamente chiusi alle scuole e ai mestieri d'arte"

Restituire il piano terra del complesso di San Michele a Ripa Grande agli artigiani e agli artisti romani. E’ l’idea per il Giubileo lanciata da Cesare Esposito, l’architetto monticiano che da quasi 40 anni organizza a Santa Maria Maggiore la nevicata artificiale che rievoca il prodigio della Madonna della Neve.
Storico frequentatore di Trastevere, Esposito invita “a salvare il quartiere e la sua gloriosa storia di artisti artigiani”, utilizzando quegli spazi attualmente chiusi per ospitare “un centro europeo di artigianato artistico di varie nazioni, insieme alle gloriose scuole romana e italiana”, proprio così come alla sua fondazione il complesso veniva utilizzato per avviare i ragazzi a varie attività artigianali.
“In attesa del Giubileo – spiega l’architetto romano – ho già da anni idee e progetti per far amare la storia di quest’antico rione. Consentendo agli artisti di usufruire di queste belle geometrie a piano terra del complesso monumentale di San Michele porteremmo avanti un progetto avveniristico per salvare gli artigiani di Trastevere e di Roma, restituendo spazi oggi ermeticamente chiusi alle scuole e ai mestieri d’arte”, aggiunge Esposito, che si dice convinto di poter ottenere l’appoggio del ministero della Cultura. Quanto ai fondi necessari, aggiunge, “si possono trovare sponsor che aiutino lo Stato”.
Coronavirus
No vax negano tampone a figlio malato, Burioni: “Vita a rischio per follia antiscienza”

Il test serviva per trasferire il bambino malato di cancro in un'altra struttura
“Si semina vento ma la tempesta la raccogliamo tutti. Oggi la raccoglie un povero bambino di 4 anni gravemente malato la cui vita è messa in pericolo dal diffondersi della follia antiscientifica”. Così il virologo Roberto Burioni su twitter commenta la vicenda dei genitori no-vax che hanno detto no al tampone Covid per il loro figlio di 4 anni, ricoverato per un tumore. Ora, come racconta ‘Il Corriere delle sera’, la coppia è indagata per tentato omicidio: il tampone era necessario per permettere lo spostamento del bambino in un’altra struttura.
In un tweet successivo, Burioni cita un post dell’avvocato Mauro Sandri in cui si lancia un appello per far conoscere “il nome dell’ospedale che ha segnalato la problematica alla Procura. Bisogna agire subito per arrivare alla fonte”. “L’avvocato Mauro Sandri – scrive Burioni – che difendeva Scoglio nella causa persa contro di me per diffamazione a Rimini, è già in azione. Complimenti”.
Cronaca
Invecchiare in buona salute, il segreto è nel microbiota

L'immunologo Minelli: "Un tassello importante nelle definizione del quanto e del come un essere umano possa invecchiare"

Invecchiare in salute è uno degli obiettivi della medicina moderna. Un alleato importante ma spesso non troppo conosciuto è il microbiota. A spiegare le connessioni e i meccanismi chiave di questo rapporto intorno ai quali va sempre più focalizzandosi l’attenzione della scienza, proprio nell’intento di controllare e contenere, ove possibile, le diverse peculiarità dalle quali si genera la fragilità del soggetto anziano, è l’immunologo Mauro Minelli, docente di dietetica e nutrizione umana all’Università Lum di Bari.
“Il microbiota intestinale è un ecosistema ad altissima densità – spiega Minelli all’Adnkronos Salute – composto da miliardi di microrganismi prevalentemente (anche se non esclusivamente) ospitati nel nostro intestino. E di fatto, agendo su molteplici aspetti della fisiologia umana con particolare riferimento al regolare funzionamento del sistema immunitario e alle corrette dinamiche del metabolismo energetico (soprattutto grassi e carboidrati), il microbiota intestinale sembra rappresentare un tassello importante nelle definizione del ‘quanto’ e del ‘come’ un essere umano possa invecchiare, conservandosi il più possibile in buona salute”. Oggi Minelli è stato tra i relatori del corso di formazione per medici (Ecm) ‘Microbiota intestinale fra alimentazione e salute’ nelle sede dell’Omceo Bologna.
E’ possibile individuare la presenza nel nostro organismo di batteri in grado di garantirci un invecchiamento di successo? E, se si, con quali strumenti è possibile identificarli? “Ciò che attualmente emerge da studi sempre più precisi, è che esiste una sorta di ‘zoccolo duro’ del nostro microbiota (detto ‘core microbiota’) costituito da alcune specie batteriche – risponde – che vivono in vicendevole equilibrio con l’organismo ospitante e al quale forniscono un importante contributo in termini di salute, soprattutto attraverso la produzione di acidi grassi a corta catena’ (Sfca). Grazie a queste molecole, estremamente importanti per la nostra salute – ricorda Minelli – le specie microbiche ‘amiche’ (specialmente rappresentate da Ruminococcaceae, Lachnospiraceae e Bacteroidaceae) riescono a tenere il più possibile sotto controllo le criticità peculiari della vecchiaia, quali la perdita progressiva della funzione cognitiva, la sarcopenia (cioè la perdita della massa e della forza muscolare), lo sviluppo di malattie croniche come il diabete o l’aterosclerosi”.
“Oggi, lo sviluppo e la messa a punto di nuovi metodi d’analisi del microbiota intestinale fondati sulla identificazione del suo specifico patrimonio genetico grazie a tecniche di diagnostica molecolare, ne hanno permesso una caratterizzazione dettagliata e completa e, conseguentemente, un’eventuale correzione pianificata attraverso opportune strategie integrative”, avverte l’immunologo.
Ma se esiste ed è documentata la presenza di componenti batteriche ‘di supporto’ all’età che avanza, perché le modalità dell’invecchiamento possono variare così tanto da soggetto a soggetto? “Purtroppo l’abbondanza delle specie batteriche ‘benefiche’, nel grande contesto della cosiddetta ‘flora intestinale’, tende a ridursi quantitativamente e qualitativamente con il progredire dell’età, ciò – osserva Minelli – che rende possibile la crescita contestuale di specie opportuniste che, approfittando di eventuali spazi lasciati liberi da altri abitanti dell’intestino, occupano impropriamente postazioni strategiche generando condizione progressive di squilibrio, a loro volta in grado di favorire l’insorgenza di stati infiammatori”.
“In effetti, una delle caratteristiche dell’invecchiamento è proprio l’alterazione che si viene a generare nei livelli di rappresentanza con cui le varie specie microbiche si rapportano reciprocamente nel grande calderone del microbiota intestinale. Come dire che la caratteristica più peculiare dei soggetti longevi – conclude – sembra essere proprio quella di mantenere il più a lungo possibile un equilibrio stabile nella composizione della flora intestinale, con abbondanza relativa di batteri antinfiammatori ed immunomodulanti capaci, in quanto tali, di essere veri e propri promotori di salute”.
Cronaca
Pompei (Deloitte Italia): “Progetto San Bartolomeo dà lustro a città di Roma”

"Impegnati in questa iniziativa per garantire il diritto universale alla salute"
“Abbiamo deciso di aderire al progetto San Bartolomeo perché è una delle iniziative che riteniamo possa dare lustro a tutta la città di Roma. Inoltre, ci consente di dare un contributo concreto e costruttivo alle iniziative sociali delle quali vogliamo essere partecipi e protagonisti. Nel caso specifico, insieme a due istituzioni storiche: la Comunità di Sant’Egidio e la Fondazione Gemelli Isola Tiberina, con le quali siamo onorati di collaborare. Questa iniziativa è molto importante per la salute, un diritto universale in cui crediamo fortemente”. Così all’Adnkronos Fabio Pompei, Amministratore delegato di Deloitte Italia, a margine della presentazione nella sede dell’Ospedale Gemelli Isola Tiberina del ‘progetto San Bartolomeo’ per facilitare l’accesso alle cure a persone con fragilità.
“Come Azienda – prosegue Pompei – abbiamo oltre 13mila persone nel mondo impegnate nel settore healthcare, anche con progetti di carattere sociale. L’impegno di Deloitte nel settore salute non è nuovo, siamo già presenti in organizzazioni internazionali con un progetto che coinvolge Usa, India e Africa e adesso anche Europa”. L’obiettivo è sempre lo stesso: “facilitare l’accesso alla salute per coloro che ne hanno più bisogno ma non hanno le possibilità” conclude.
Coronavirus
Impagliazzo (S. Egidio): “Per vulnerabili e invisibili sanità è costosa e distante”

"Con progetto San Bartolomeo anche immigrati, rom e poveri italiani possono accedere a cure mediche"
“La Comunità di Sant’Egidio aderisce al ‘progetto San Bartolomeo’ perché ogni giorno è al fianco delle persone più vulnerabili anche invisibili della nostra città, che sono tanti immigrati non ancora regolari, rom e famiglie di persone povere italiane. Per loro spesso la sanità è a pagamento, costosa e distante, e quindi questo progetto ci aiuta ad avvicinare molte persone alle cure mediche, all’assistenza sanitaria ed è una forma importante di integrazione nella nostra società”. Così all’Adnkronos Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio a margine della presentazione nella sede dell’Ospedale Gemelli Isola Tiberina del ‘progetto San Bartolomeo’ per facilitare l’accesso alle cure a persone con fragilità.
“Centosettanta persone sono già state inserite in questo programma – ricorda Impagliazzo – ma chiaramente i numeri del bisogno sono molto, molto più alti, si parla di migliaia di persone. Lo abbiamo già sperimentato durante la pandemia da Covid. In Sant’Egidio abbiamo aperto un ‘hub vaccinale per gli invisibili’ dove sono venute migliaia di persone a vaccinarsi. Il problema è riuscire a portare queste persone verso le cure mediche”. Molti, infatti, “non conoscono i percorsi, sono lontani dalle Istituzioni. Quindi dobbiamo fare in modo di avvicinare le Istituzioni ai cittadini, in particolare i cittadini più poveri. Questa è l’opera di mediazione della Comunità di Sant’Egidio, vista la sua grande esperienza sul terreno” conclude.
Cronaca
Lo studio, bambini vittime di abusi invecchiano prima

Il pediatra Ferrara: "Fra le conseguenze delle violenze anche alterazioni che condizionano il Dna". Al via i nuovi corsi Menarini rivolti ai dottori dei bimbi per intercettare i segnali e prevenire le conseguenze da adulti

I bimbi vittime di abusi, sono destinati a invecchiare prima. La violenza non lascia solo segni come lividi, escoriazioni e paure profonde, ma arriva a condizionare l’espressione del Dna e la salute futura. Lo conferma uno studio, pubblicato di recente sul ‘British Journal of Psichiatry’, che riporta i risultati di una analisi retrospettiva, la più ampia mai realizzata, condotta dall’Università di Glasgow e dall’Università di Hong Kong, su un campione di ben 141.748 persone, fra i 37 e i 73 anni, registrati in una biobanca nel Regno Unito.
I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di rispondere se avevano subito abusi da bambini, la tipologia e la frequenza degli episodi, per poi sottoporli a un test sulla lunghezza dei telomeri, nuclei proteici posti come ‘tappi’ protettivi all’estremità dei cromosomi. Tali porzioni del Dna si restringono con il passare dell’età e anche a causa di stress estremi e per questo sono considerati indicatori di invecchiamento biologico. I risultati dello studio hanno dimostrato che gli adulti esposti da bambini a tre episodi o più tipi di maltrattamento – fisico, sessuale ed emotivo – mostravano una più ridotta lunghezza dei telomeri, rispetto a chi non aveva subito nessuna violenza o un solo episodio. La riduzione è risultata maggiore nei casi che avevano sofferto la combinazione di abusi fisici e sessuali.
“Oggi si parla delle conseguenze degli abusi sui minori non solo in termini di danni psichici e di un maggior rischio di perpetrare da adulti gli stessi abusi subiti da bimbi, ma anche di vere e proprie alterazioni organiche che arrivano fino a condizionare le espressioni del Dna”, sottolinea Pietro Ferrara, referente nazionale della Società italiana di pediatria (Sip) per abusi e maltrattamenti e professore di Pediatria all’Università Campus Bio-Medico di Roma. “Come dimostra lo studio inglese – commenta – i minori abusati diventeranno adulti che non solo vivono peggio, ma invecchiano prima perché lo stress e le modificazioni biochimiche, scatenate dalle violenze subite, determinano una erosione dei telomeri, influenzando le condizioni di salute da adulti”.
Non solo. “Alcuni recenti studi ci dicono persino che lo stress continuo e ripetuto delle bambine vittime di più abusi sessuali può determinare in età adulta una maggiore incidenza di tumori, con un rischio due volte più alto”, evidenzia Ferrara, sulla base di una ricerca pubblicata di recente su ‘BioMed Central Cancer’, condotta dall’Agenzia di salute pubblica del Canada su 21.915 persone (9.783 uomini e 12.132 donne). I risultati mostrano che le donne con una diagnosi di tumore erano il 9,6%, mentre gli uomini il 6% ma tali percentuali salivano al 18,4% nelle donne vittime di frequenti episodi di abuso fisico, mentre aumentavano lievemente al 6,4% per gli uomini con la stessa storia alle spalle di maltrattamenti.
Per intercettare e gestire correttamente gli abusi sui minori, evitando che lascino strascichi così pesanti, Menarini rilancia “Facing Abuse 2.0. Emersione e comunicazione negli abusi infantili e adolescenziali”, il progetto di corsi formativi, realizzato con il patrocinio della Società italiana di pediatria (Sip) e della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), rivolto proprio ai pediatri. In base all’ultimo Rapporto sui minorenni vittime di abusi della Direzione centrale della Polizia criminale, che ha analizzato i dati del 2021 e del primo semestre del 2022, confrontandoli con il 2020, sono aumentati del 54% i casi di abusi sui minori nelle scuole. In crescita è anche la violenza sessuale, +19%.
“In questo quadro la nostra iniziativa – spiega Ferrara, coordinatore del corso – assume un’importanza significativa, orientata alla tutela della salute pubblica, perché attraverso la diffusione e la formazione delle conoscenze sui temi dell’abuso e del maltrattamento, intendiamo raggiungere l’ambizioso obiettivo di prevenire sia la reiterazione delle violenze che delle malattie che maggiormente possono colpire le vittime una volta divenute adulte”. Dopo l’incontro inaugurale che si è appena concluso a Milano, l’iniziativa proseguirà fino a metà dicembre in altre 9 città: Roma, Ascoli, Foggia, Milano, Napoli, Palermo, Pisa, Torino e Trieste.
Nel 2022, in Italia i reati contro i bambini nel complesso sono diminuiti del 10%, da 19.431 a 17.475. Nel 2021 il numero totale degli abusi sui minori era aumentato del 5% rispetto al 2020, anno delle restrizioni dovute alla pandemia.
Raddoppiati fra il 2020 e il 2021 i casi di ‘sex tortion’, cioè i ricatti a sfondo sessuale per estorcere denaro sul web contro i minorenni. Anche l’adescamento online è aumentato del 33% nel 2021 rispetto all’anno precedente. La fascia d’età più colpita è quella degli under 14 e le vittime sono in maggioranza di sesso femminile. Fra gli autori di reato, prevalgono gli uomini con un’età compresa fra i 35 e i 64 anni.
Cronaca
Incidente sul Gran Sasso, morti due alpinisti

Precipitati mentre stavano risalendo il canale Sivitilli, sul Corno Piccolo
Precipitati mentre si arrampicavano su una parte del Gran Sasso, in Abruzzo. Stavano risalendo il canale Sivitilli, sul Corno Piccolo, versante Prati di Tivo, quando due alpinisti, che erano in cordata, sono caduti. Sono finiti prima sulla neve e poi sono precipitati in basso sui massi e sono morti. “Siamo qui sul posto e stiamo operando. Dobbiamo ancora recuperarli per capire che è accaduto – dice ad Adnkronos il presidente del Soccorso Alpino Abruzzo, Daniele Perilli -. Le condizioni meteo non sono delle migliori. Siamo qui con l’elicottero, i tecnici del Soccorso Alpino e i sanitari del 118 di L’Aquila e Teramo”.
Cronaca
Ponte Messina, Salvini: “Non è mio capriccio, risorse ci sono”

"Ignorante chi dice che non ci sono i soldi per costruirlo"
Il ponte sullo Stretto di Messina “non è un mio capriccio, io ho altri capricci. Da milanista, ad esempio, mi sarebbe piaciuto arrivare in finale di Champions”. Così il ministro Matteo Salvini a Taormina (Messina) per il 60° della Federazione autotrasportatori italiani. “Venti anni fa era un contesto diverso – dice -, senza opere è diverso”. E ha ricordato i “28 miliardi di investimenti in Sicilia e altri 28 miliardi in Calabria, 11 miliardi per modernizzare le Ferrovie a Palermo, Catania e Messina. Io sono un testone, chi mi conosce lo sa”.
“Chi dice che non ci sono i soldi per costruire il ponte di Messina è ignorante. Le risorse ci sono, nelle legge di bilancio a fine anno. Nella manovra economica ci saranno i primi congrui ed evidenti stanziamenti, se approvo un decreto e non metto i quattrini non faccio una gran bella figura”, ha detto ancora, aggiungendo: “Il Ponte sullo Stretto non sarà il Ponte di Messina ma il Ponte degli italiani. Chi vive in Sicilia non è meno italiano degli altri. Nell’estate 2024 si deve aprire il cantiere, così sarà”
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