Esteri
Ucraina, Kiev aspetta l’attacco: “Russia...
Ucraina, Kiev aspetta l’attacco: “Russia prepara grande offensiva per fine maggio”
"Sappiamo che Putin sta preparando una nuova mobilitazione e prevediamo che nuove operazioni per una controffensiva russa potranno iniziare a fine maggio o inizio giugno"
La Russia potrebbe lanciare una nuova grande controffensiva in Ucraina "tra la fine di maggio e l'inizio di giugno". E' la previsione del consigliere della presidenza ucraina Andrei Yermak, ribadendo la richiesta di Kiev di avere al più presto nuovi "sistemi di difesa aerea". "Sappiamo che Putin sta preparando una nuova mobilitazione e prevediamo che nuove operazioni per una controffensiva russa potranno iniziare a fine maggio o inizio giugno", ha detto Yermak in un'intervista all'edizione americana di "Politico".
Per questo, ha insistito, "abbiamo bisogno urgentemente di sistemi di difesa aerea aggiuntiva perché senza questi è impossibile difendere le nostre città". E poi il consigliere di Volodymyr Zelensky ha sottolineato che "il problema per noi è il tempo: voglio ricordare che siamo in un momento critico, è molto importante che il pacchetto (di aiuti americani, ndr) venga approvato questo mese".
Il riferimento è al pacchetto da 60 miliardi di dollari fermo al Congresso a Washington. Il Senato ha dato il via libera alla nuova fornitura di armi, ma la Camera dei Rappresentanti non ha ancora avviato l'iter. A tal proposito, nella serata di venerdì è andato in scena un colloquio telefonico tra il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov, assistito dal comandante in capo delle forze armate ucraine Oleksandr Syrskyi, e il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin.
Nel corso della conversazione telefonica, ha spiegato Umerov, "abbiamo informato in dettaglio il segretario alla Difesa della situazione attuale e dei recenti attacchi della Russia alle città ucraine e alle infrastrutture civili. Ho ribadito che l'Ucraina ha bisogno di più sistemi di difesa aerea e missili. Dobbiamo fermare insieme il nemico del mondo libero e farlo qui in Ucraina".
Le previsioni di Yermak sono in linea con gli scenari tratteggiati da analisti e esperti, che ipotizzano una spallata della Russia tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate, come ipotizzano anche i vertici della Nato.
Russia, le due opzioni per l'attacco
Mosca potrebbe agire lungo due direttrici: potrebbe continuare a spingere a est o provare a sfondare a sud. Nell'oblast di Donetsk, nell'Ucraina orientale, la Russia nelle ultime ore ha rivendicato la conquista del villaggio di Vodyane, che si trova poco a sud-ovest di Avdiivka, città strategica teatro di feroci combattimenti caduta in mano russa a febbraio.
Anche a sud, però, la pressione rimane alta. Almeno quattro persone sono morte ed altre venti sono rimaste ferite in un nuovo attacco russo nella regione di Zaporizhzhia, come hanno denunciato le autorità locali sottolineando come l'attacco sia stato appositamente compiuto in due ondate: in un primo momento, ha affermato il governatore di Zaporizhzhia, Ivan Fedorov, sono stati lanciati due missili e poi, dopo più di 40 minuti e quando il personale di emergenza e di sicurezza si era già spostato nell'area, l'esercito russo ha lanciato un'altra offensiva.
Tra i feriti, quattro dei quali versano in gravi condizioni, ci sono due giornalisti che si erano recati nell'area per coprire il primo attacco russo, secondo il governatore Fedorov, citato dall'agenzia di stampa ucraina Unian. "La Russia ha colpito Zaporizhzhia con attacchi missilistici a distanza di 40 minuti l'uno dall'altro, un sistema orribile apparentemente destinato a uccidere i primi soccorritori e i giornalisti sulla scena", ha scritto su X l'ambasciatrice americana a Kiev, Bridget Brink. "La Russia deve essere ritenuta responsabile di questi crimini contro i civili ucraini
Esteri
Israele-Iran, l’esperto Litvak: “Da Tel Aviv...
Se ci sarà la rappresaglia di Teheran? La Repubblica islamica "non è uno Stato monolitico, le opzioni sono diverse"
Con l'attacco 'limitato' della scorsa notte contro l'Iran, Israele ha mandato il messaggio di "non essere interessato all'escalation", quanto ad una possibile rappresaglia di Teheran, le opzioni "sono diverse", perché diverse sono le voci nella Repubblica islamica, che "non è uno stato monolitico". E' l'interpretazione che Meir Litvak, professore di storia del Medio Oriente all'Università di Tel Aviv, dà dell'operazione della scorsa notte, scattata in risposta all'attacco iraniano del 13 aprile contro Israele.
"Credo che Israele abbia voluto inviare a Teheran il messaggio che non è scoraggiato dal recente attacco iraniano, che l'Iran è vulnerabile e che Israele dispone di una buona intelligence, e che quindi continuerà a impegnarsi per cercare di interrompere le forniture di armi avanzate a Hezbollah", spiega Litvak all'Adnkronos. Per il quale poi è "altrettanto importante la portata e il modo con cui è stato condotto l'attacco", perché così Israele "ha anche inviato il messaggio di non essere interessato a un'escalation, dando all'Iran il modo di minimizzare l'attacco e il suo significato, in modo che Teheran non debba rispondere di nuovo", sostiene l'esperto.
Litvak dice poi di "non avere idea se ci sarà o meno un'escalation: molto dipende da quale sarà la reazione iraniana". "L'Iran non è uno Stato monolitico - sottolinea il professore dell'Università di Tel Aviv - Una fonte potrebbe negare la necessità di rispondere, mentre i Pasdaran potrebbero cercare di spingere la Guida Suprema Khamenei a vendicarsi in qualche modo".
"Non so come reagirà l'Iran se Israele dovesse attaccare in Siria un altro convoglio di armi consegnate a Hezbollah", l'affermazione di una fonte anonima di Teheran secondo cui "non ci saranno ritorsioni potrebbe essere autentica, ma potrebbe anche essere una disinformazione deliberata - conclude Litvak - Non lo so davvero, e ci sono molte opzioni diverse".
Esteri
Israele Iran, Blinken: “Usa non coinvolti in...
L'attacco attribuito a Israele nella zona a Isfahan, in Iran, è stato al centro dei lavori dell'ultima giornata del G7 degli Esteri a Capri. I ministri hanno invitato alla prudenza e convenuto sulla necessità di evitare una escalation nell'area dove va avanti il conflitto tra Israele e Hamas. Le parole del segretario di Stato americano Antony Blinken:"Non siamo coinvolti in alcuna operazione offensiva".
Esteri
Mo, gen. Tricarico, attacco Israele?: “Non escluso...
'Forse un ruolo dei dissidenti nella risposta israeliana'
"La risposta di Israele è il minimo, e forse sotto il minimo, per poter raccontare di aver risposto all'attacco dell'Iran". Lo afferma all'Adnkronos il generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica e attuale presidente della fondazione Icsa, riguardo all'attacco di Israele contro l'Iran.
Riguardo all'attacco alla base Isfahan, il generale Tricarico osserva: "Credo che, se si è trattato di un drone, sia un drone che non è partito da Israele, ipotesi questa assolutamente inconcepibile dal punto di vista militare considerata la velocità molto limitata dei droni, la loro vulnerabilità, la distanza così importante e il fatto che non avesse bisogno dei sensori elettro-ottici per individuare un obiettivo sicuramente già nella lista degli obiettivi dell'esercito israeliano". Secondo l'ex capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica "se di drone si trattava potrebbe essere partito dal territorio iraniano ad opera di gruppi della dissidenza, in questo momento, a sostegno dell'azione di Israele".
Per il gen. Tricarico "auspicabilmente e verosimilmente la questione con l'Iran dovrebbe essere chiusa mentre non ci sono elementi per ritenere che sia esaurita la bellicosità dei gruppi riconducibili all'Iran disseminati in Siria, Libano, Yemen e Iraq. Particolarmente delicata pare la condizione del Libano perché vi sono dislocate le forze, espressione dell'Iran, più consistenti e militarmente capaci che però ormai la popolazione non tollera e la cui presenza viene guardata con insofferenza dalla popolazione libanese". "Il riacutizzarsi del confronto militare in quell'area - osserva il gen. Tricarico - potrebbe destabilizzare l'intero Libano anche se, dal punto di vista israeliano, neutralizzare Hezbollah in Libano significherebbe far rientrare, nel proprio luogo di residenza, decine di migliaia di israeliani perché in una zona ritenuta pericolosa".
Il generale Tricarico osserva che "un'evoluzione che comporti una guerra tradizionale tra Iran e Israele è quasi impossibile", ma "se le tensioni dovessero sfociare in un confronto armato" sarebbe caratterizzato da "numerose anomalie prima tra tutte l'intensificazione di gruppi armati riconducibili all'Iran e dislocati nell'area".
"Un'altra ipotesi è quella del terrorismo, che potrebbe essere scatenato con una chiamata alle armi e potrebbero essere un obiettivo non solo Israele ma tutte le società occidentali considerate ostili all'Iran e al mondo sciita - conclude il gen. Tricarico - Senza considerare i Paesi vicini geograficamente all'Iran e con o quali si sta materializzando, per ora a livello solo concettuale, un'alleanza che comprende Israele ed è ostile all'Iran".