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Juve e il rebus futuro: qual è il ‘vero’ Allegri?
La Juve ‘normale’ non funzionava. In emergenza, la Juve di Massimiliano Allegri ha trovato identità e risultati. La stagione bianconera, a dir poco travagliata tra campo e tribunali, somiglia ad un rebus con due diverse soluzioni.
Bisogna valutare la prima porzione dell’annata, con l’eliminazione senza gloria dalla Champions League, o gli ultimi 3 mesi in cui la squadra si è compattata dopo la penalizzazione di 15 punti comminata dalla Corte d’appello Figc per il caso plusvalenze. La Juve, nonostante la zavorra, è in corsa per un piazzamento europeo. Se recuperasse i 15 punti, con l’udienza al Collegio di garanzia del Coni il 19 aprile, la Vecchia Signora si ritroverebbe seconda.
Merito anche e soprattutto di Allegri. Il tecnico ha saputo mantenere unito lo spogliatoio mentre attorno alla squadra crollava tutto o quasi: dimissioni in blocco del Cda, società decapitata, assenza di figure carismatiche dietro la scrivania. Da dicembre, l’allenatore è diventato il volto e la voce anche fuori dal campo. Ha gestito la bufera, incassato il cazzotto del -15 ed evitato che l’annata naufragasse totalmente.
Ora la squadra ha un’identità e ottiene risultati, nonostante le difficoltà amplificate da un’infermeria costantemente affollata: Paul Pogba non si è mai visto, Angel Di Maria fino ai Mondiali è stato un fantasma, Federico Chiesa è lontano dal top dopo l’infortunio di un anno fa. In questo contesto, Allegri – per convinzione e per forza – ha dato fiducia alla linea verde: Fagioli e Miretti sono stabilmente nella rotazione titolare, Soulé è un’opzione, Barrenechea è l’ultima novità.
Al di là dei giovani, Adrien Rabiot è diventato un giocatore di livello top con Allegri. Merito, almeno in parte, di ‘Mago Max’. Accanto al bicchiere mezzo pieno, targato 2023, c’è quello decisamente mezzo vuoto dopo il primo scorcio di stagione. La Juve senza penalizzazione era già virtualmente tagliata fuori dalla lotta scudetto e, soprattutto, era uscita con un flop clamoroso dalla Champions League, con una sola vittoria e 5 sconfitte.
Da agosto a dicembre, con qualche rara eccezione, la Juve di Allegri non ha offerto prestazioni ‘memorabili’, per usare un eufemismo, continuando a scrivere il grigio copione della stagione 2021-2022, chiusa senza trofei. Niente spettacolo, e pazienza, ma anche niente risultati. Ora, nella bufera, il tecnico pare aver invertito la rotta, trovando la quadra proprio nel momento in cui tutto sembrava destinato ad andare in pezzi.
L’emergenza rischia di viziare i giudizi, in un senso o nell’altro. Il pericolo è enfatizzare i meriti dell’allenatore, che ha pur sempre a disposizione la rosa più pagata della Serie A, o sottovalutare le difficoltà legate alla gestione di un gruppo in cui poteva scattare il ‘liberi tutti’. Prima o poi, la Juve tornerà a confrontarsi ‘solo’ con il campo, lontano da avvocati e sentenze. A quel punto, arriveranno i pericoli legati alla normalità e si giungerà al bivio: Allegri, che ha un contratto per altri 2 anni, è il tecnico giusto per ripartire?
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Arbitro Marciniak a raduno estrema destra, salta finale Champions?

Il fischietto polacco interviene all'evento di un gruppo antisemita e omofobo, la Uefa indaga
La Uefa indaga sulla presenza di Szymon Marciniak, arbitro della prossima finale di Champions League tra Inter e Manchester City, ad un evento organizzato in Polonia da un politico di estrema destra. Marciniak, che ha diretto anche la finale dei Mondiali di Qatar 2022, lunedì è intervenuto all’evento organizzato Sławomir Mentzen, leader del partito della confederazione che non fa mistero della propria linea antisemita, omofoba, antiabortista e anti-Ue. “La Uefa è al corrente delle accuse relative a Szymon Marciniak e punta a ottenere chiarezza immediatamente. La Uefa e l’intera comunità del calcio rifiutano i ‘valori’ promossi dal gruppo in questione e valutano con estrema attenzione queste accuse”, la posizione della Uefa, interpellata dal Guardian. Nelle prossime ore, la confederazione continentale potrebbe assumere una decisione ufficiale, con la possibilità di escludere il direttore di gara dalla finale di Champions.
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Siviglia-Roma, Lino Banfi: “Ero pronto a festeggiare”

"Sarei uscito con mio figlio in caso di vittoria"
Una grande e inattesa delusione. Lino Banfi, il celebre e indimenticabile allenatore nel pallone Oronzo Canà, ha vissuto così la sconfitta della Roma nella finale di Europa League contro il Siviglia. Era già pronto a festeggiare la vittoria della squadra allenata da Mourinho e aveva ipotizzato di girare per le strade della città insieme al figlio. Ma poi, alla fine della lotteria dei rigori che ha decretato la sconfitta dei giallorossi, la delusione è stata grande. “Alla bella età di 87 anni – racconta all’AdnKronos – avevo già detto a mio figlio: ‘Se vinciamo esco con te, andiamo a festeggiare. Voglio andare in giro per Roma in macchina suonando il clacson’. Cosa che non ho mai fatto in vita mia. E invece ci sono rimasto male, malissimo. Eravamo pronti e poi ci capita sempre di incontrare questi arbitri, bravissimi ragazzi, proprio brave persone”, dice non risparmiando una buona dose d’ironia.
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Hamsik annuncia il ritiro: “Ho coronato il mio sogno”

Il 35enne slovacco ex Napoli: "Il Trabzonspor sarà il mio ultimo club"
L’ex capitano del Napoli Marek Hamsik ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato. Il 35enne centrocampista slovacco ne ha parlato in conferenza stampa: “Il Trabzonspor sarà la mia ultima squadra e giocherò l’ultima partita casalinga sabato. Voglio ringraziare tutti i club in cui ho giocato per avermi dato questa opportunità. Ringrazio tutti per questo viaggio, ho coronato il mio sogno. Appena sono nato, il calcio è stata la prima cosa che mi è venuta in mente. Questo era il mio destino. Ho iniziato la mia carriera all’età di 4 anni, avevo grandi sogni e penso di aver raggiunto i miei obiettivi. Voglio ringraziare la mia famiglia e gli amici che mi sono stati vicini e hanno creduto in me. Grazie ai nostri tifosi per avermi sostenuto. Ora mi godrò questi ultimi momenti, le ultime partite. Con la mia famiglia e i miei figli abbiamo valutato la situazione e abbiamo deciso. Volevano che tornassi a casa”.
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Messi lascia il Psg, arriva l’annuncio ufficiale

L'argentino chiude l'avventura a Parigi
Ora è ufficiale: Lionel Messi, 36 anni tra meno di un mese, lascerà il Paris Saint-Germain al termine della stagione e alla scadenza del contratto biennale. Lo ha annunciato il tecnico dei parigini Christophe Galtier in conferenza stampa. “Sabato sarà l’ultima partita al Parc des Princes di Messi. Ho avuto il privilegio di allenare il miglior giocatore della storia del calcio. Spero che venga accolto nel miglior modo possibile. Quest’anno è stato un elemento importante, sempre disponibile. Le critiche non le trovo per niente giustificate. Con il Mondiale in mezzo, ha finito la stagione con 21 gol e 20 assist…”. Nelle ultime settimane, secondo alcuni rumors, Messi avrebbe gettato le basi per un trasferimento in Arabia Saudita, con un ingaggio faraonico.
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Juve, occhio a Tudor: allenatore lascia Marsiglia

Il tecnico croato lascia il club francese, è stato accostato ai bianconeri
Igor Tudor si libera per la Juve? Dopo una sola stagione si conclude l’avventura del croato come allenatore dell’Olympique Marsiglia. Il summit di questa mattina tra l’allenatore e i vertici del club ha sancito che non ci sono più le condizioni per andare avanti insieme. La dirigenza dell’OM avrebbe volentieri portato avanti il rapporto anche per la prossima stagione, ma è stato l’allenatore a fare un passo indietro facendo sapere di voler andare via nonostante un altro anno di contratto. Nelle scorse ore la stampa francese ha riportato l’indiscrezione di un contatto avvenuto nelle scorse settimane tra i rappresentanti del tecnico croato, 45 anni e la Juventus, ancora legata a Massimiliano Allegri fino al 2025.
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Mourinho e il futuro, sfogo dopo Siviglia-Roma: “Merito di più”

Il tecnico giallorosso si sfoga dopo la sconfitta nella finale di Europa League: "Voglio rimanere, ma voglio restare nella condizione di dare di più"
“Voglio restare ma merito di più”. José Mourinho si sfoga dopo la sconfitta della Roma nella finale di Europa League contro il Siviglia e da Budapest invia un messaggio alla società giallorossa e ai proprietari del club. Lo Special One è legato al club capitolino da un contratto valido fino al 2024. Il matrimonio, dice lui, può proseguire. Le cose, però, devono cambiare. “Io lunedì parto per le vacanze, se vogliono parlare prima di lunedì…”, dice il portoghese dalla pancia dello stadio Puskas. “Non c’è nessun altro club, la Roma sarebbe la prima ad essere informata. A dicembre c’è stata la situazione con il Portogallo – dice facendo riferimento ad una proposta della federcalcio lusitana -… poi non c’è stato altro”.
Nelle dichiarazioni, alle tv e in conferenza, si sottolinea sempre il legame speciale con la squadra, confermato dal lungo discorso tenuto al gruppo subito dopo la fine della sfida. “Io devo lottare per questi ragazzi, questo significa non dire con certezza che rimango… Ho detto alla proprietà che la società sarebbe la prima a sapere se ci fossero contatti con un altro club. Voglio rimanere, ma i miei giocatori meritano di più e anche io merito di più. Sono stanco di essere l’allenatore, l’uomo di comunicazione, la faccia della società quando bisogna dire che ci hanno ‘derubato’. Voglio rimanere ma voglio restare nella condizione di dare di più”, dice rompendo gli indugi. Ai Friedkin, proprietari del club, lo Special One chiede un salto di qualità ulteriore. La sconfitta di Budapest diventa l’occasione per un rilancio, che non assume i toni di un ultimatum. La vittoria in Conference League di un anno fa e il bis europeo sfiorato evidentemente non bastano a Mourinho: bisogna alzare l’asticella per centrare la qualificazione in Champions League, mancata per il secondo anno di fila, e per puntare magari allo scudetto, obiettivo mai messo nel mirino nel biennio del tecnico portoghese, comunicatore abilissimo capace di ribaltare il tavolo nella notte più amara. Le discussioni sul gioco offerto dalla Roma nell’arco della stagione per ora vengono congelate, la palla è nel campo della società chiamata a prendere una decisione che va al di là della prossima stagione. Fare all in con Mourinho o cambiare, a questo punto prima del 2024.
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Siviglia-Roma, Damiano dei Maneskin contro l’arbitro Taylor

Chiaro il messaggio nelle stories su Instagram: "Il denaro vince sempre"
E’ tanta l’amarezza dei tifosi della Roma per la sconfitta nella finale di Europa League ai rigori contro il Siviglia, in particolare per la direzione di gara dell’arbitro inglese Anthony Taylor. Un arbitraggio duramente contestato dal tecnico giallorosso Josè Mourinho, che non è piaciuto nemmeno a Damiano David dei Maneskin, tra i tifosi giallorossi presenti alla Puskas Arena di Budapest per supportare la squadra. E’ chiaro il messaggio nelle stories su Instagram del cantante che dopo il match è andato all’attacco del ‘fischietto’ inglese: “El dinero siempre gana” (il denaro vince sempre, ndr) è la frase scritta a corredo di una foto dello stesso arbitro Taylor, mentre in una successiva foto si vede il chiaro fallo di mano del giocatore del Siviglia Fernando in area con la scritto ironicamente ‘que lindo’ (che bello ndr.)
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Automobilismo, 1000 Miglia presenta i prossimi eventi negli Stati Uniti

A Miami, in occasione dell’Italian National day, la presentazione di Warm up Usa 2023 e il lancio di 1000 miglia experience in Florida

In occasione dell’Italian National Day, la celebrazione della Festa della Repubblica Italiana organizzata dal Consolato Generale Italiano a Miami, 1000 Miglia ha presentato gli eventi futuri che verranno organizzati negli Stati Uniti. La serata, che si è svolta presso il Biltmore Hotel Miami Coral Gable, ha rappresentato un’importante occasione per annunciare gli sviluppi delle attività della Freccia Rossa sulla East Coast. A corollario dell’evento sono state esposte una Lancia Aurelia B24S Spider America del 1955, una Maserati A6GCS 2000 ‘Monofaro’ by Fantuzzi del 1950 e una Ferrari Dino 246 GTS del 1972, tre esemplari rappresentativi della storia dell’automobile Italiana.
1000 Miglia ha confermato la quarta edizione di Warm UP USA, in programma dal 31 ottobre al 5 novembre 2023 nella zona di Washington DC. Aperto alle classi di auto 1000 Miglia Era (costruite fino al 1957) e Post 1000 Miglia Era (costruite dal 1958 a oggi), l’evento si svilupperà in una giornata di allenamento sulle tecniche proprie delle gare di regolarità italiane e in una competizione di tre giorni in pieno stile 1000 Miglia che attraverserà gli scenari autunnali di West Virginia, Virginia e Maryland per concludersi nel centro della Capitale degli Stati Uniti.
Per il 2024, 1000 Miglia ha in calendario la preview di 1000 Miglia Experience Miami: la vivace città della Florida sarà la cornice perfetta per accogliere gli appassionati di auto d’epoca ed offrire loro un’esperienza di guida senza pari, circondata da paesaggi spettacolari e un’atmosfera unica. I partecipanti potranno immergersi nella cultura locale e godere di un evento straordinario.
“Ringrazio innanzitutto il Console Generale per aver offerto a 1000 Miglia l’opportunità di presentarsi in questa cornice che celebra l’Italia e le eccellenze che la rendono unica al mondo”, ha dichiarato Alberto Piantoni, Amministratore Delegato di 1000 Miglia Srl. ” La quasi centenaria storia della 1000 Miglia, unita allo spirito audace e pionieristico che, rimanendo fedele al suo DNA, continua a rinnovarsi e ad innovare, ci consente oggi di esportare questi eventi in ogni parte del mondo, raccontando le unicità dei luoghi che ci ospitano e regalando esperienze esclusive agli appassionati. Approfitto dell’occasione per ricordare che la 1000 Miglia 2023 è alle porte: dal 13 al 17 Giugno, infatti, si terrà la quarantunesima rievocazione della Corsa che attraverserà l’Italia da Brescia a Roma e ritorno, offrendo alle oltre 400 auto storiche in gara un’esperienza unica che solo “la Corsa più bella del mondo” può regalare”.
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Mondiale Under 20, Italia batte Inghilterra e vola ai quarti contro la Colombia

I gol di Tommaso Baldanzi e Cesare Casadei regalano alla squadra di Carmine Nunziata un posto tra le prime otto del mondo

Il sogno continua. In un colpo solo, la Nazionale Under 20 si qualifica per i quarti di finale del Mondiale battendo 2-1 l’Inghilterra e vendicando la sconfitta nella semifinale dell’ultimo Europeo Under 19. Allo stadio ‘Diego Armando Maradona’ di La Plata, i gol di Tommaso Baldanzi e Cesare Casadei (quest’ultimo su rigore) hanno regalato alla squadra di Carmine Nunziata un posto tra le prime otto del mondo: prossimo avversario, sabato alle ore 23 italiane a San Juan, la Colombia, che nel suo ottavo ha travolto 5-1 la Slovacchia. Fuori, tra gli altri, anche i padroni di casa dell’Argentina, sconfitti dalla Nigeria.
“E’ stata una grande partita, giocata davanti a un pubblico che ha fatto il tifo per noi e che ci tengo a ringraziare – il commento di Nunziata – Siamo contenti di esserci presi la rivincita per la sconfitta dello scorso anno, ma soprattutto di andare avanti in questa competizione. Abbiamo non solo tenuto il campo, ma anche espresso un buon gioco, contro una squadra fortissima e che arrivava qui da campione d’Europa. Sabato c’è la Colombia: un’avversaria temibile, ma abbiamo battuto il Brasile e l’Inghilterra, quindi significa che anche l’Italia è una grande squadra”. “Ci faremo valere anche sabato – ha aggiunto Tommaso Baldanzi, autore del gol del vantaggio -. Arrivati a questo punto, non temiamo nessuno”.
Nunziata ha dato una maglia da titolare a Fontanarosa vista la squalifica di Ghilardi; davanti, panchina per Pafundi, con Baldanzi alle spalle di Esposito e Ambrosino. Nell’Inghilterra, invece, esordio per Chukwuemeka, arrivato in Argentina dopo aver esaurito gli impegni con il proprio club, il Chelsea. L’Italia si è portata in vantaggio dopo 8 minuti con due giocate individuali una più bella dell’altra: assist di esterno di Ambrosino e tocco di punta di Baldanzi, che ha tolto il tempo a Cox. Risposta dell’Inghilterra con un diagonale di Joseph bloccato da Desplanches. Ben più pericoloso il tentativo al quarto d’ora di Devine, con il pallone calciato di sinistro dal giocatore del Tottenham che ha colpito la traversa. Molto ispirato Baldanzi: azione personale del fantasista dell’Empoli (21′) fermata dalla parata di Cox. Tre minuti più tardi è arrivato il pareggio inglese: azione sviluppata sulla sinistra, cross di Scarlett e volée di destro di Devine che ha anticipato Fontanarosa e battuto Desplanches. Fino all’intervallo la partita si è mantenuta equilibrata, con ritmi non altissimi e senza ulteriori occasioni.
Equilibrio che è proseguito anche a inizio ripresa: Casadei ha concluso di poco fuori su un assist di Ambrosino (ma si era alzata la bandierina dell’assistente) poi, al 61′, un’Italia molto propositiva è andata ancora al tiro con Prati, ma il destro del centrocampista della Spal è stato deviato in corner. Al 74′, primo cambio di Nunziata: fuori Ambrosino, dentro Montevago, per provare con forze fresche a cambiare il film di una partita su cui hanno influito anche le condizioni del terreno di gioco. All’83’, però, ecco l’episodio decisivo: sul sinistro dal limite di Casadei, l’arbitro è stato richiamato al monitor dal Var per un fallo di mano di Quansah e ha indicato il dischetto. Lo stesso Casadei si è preso il pallone e lo ha calciato alle spalle di Cox, realizzando il suo quinto gol in quattro partite del Mondiale dopo le due doppiette contro Brasile e Repubblica Dominicana. Inevitabile il maxi-recupero, di ben 11 minuti: l’Italia ha stretto i denti, Foster ha inserito anche Doyle ed Edozie, ma alla fine ha esultato, e resta in Argentina per inseguire un sogno.
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Siviglia-Roma, Mourinho: “Arbitro sembrava spagnolo”

L'allenatore della Roma sul futuro: "Voglio rimanere ma merito di più"
“E’ un risultato ingiusto, ci sono tanti episodi. L’arbitro sembrava spagnolo…”. José Mourinho prova a metabolizzare la sconfitta che la sua Roma ha incassato nella finale di Europa League contro il Siviglia ai calci di rigore. “Io dico sempre che si può perdere una finale ma non la dignità: ho perso una sola finale europea, questa, ma mai sono stato così orgoglioso della mia squadra. I giocatori hanno dato tutto. Torniamo a casa morti per la stanchezza e morti perché pensiamo sia ingiusto. E’ stata una finale intesa, con un arbitro che sembrava spagnolo. Lamela doveva essere espulso, non viene ammonito per la seconda volta ed è uno dei rigoristi…”, dice a Sky.
Il futuro del portoghese è da definire: “Ho un contratto per un’altra stagione… Lunedì vado in vacanza. Se abbiamo tempo di parlare prima… Altrimenti vado in vacanza e si vedrà”, dice inviando un messaggio alla società. “Io devo lottare per questi ragazzi, significa non dire con certezza che rimango… Ho detto alla proprietà che la società sarebbe la prima a sapere se ci fossero contatti con un altro club. A dicembre ho parlato alla società della situazione con la nazionale portoghese, poi non c’è stato nient’altro con nessuno”, dice. In conferenza stampa, successivamente, il portoghese è ancora più esplicito: “Voglio rimanere, ma i miei giocatori meritano di più e anche io merito di più. Sono stanco di essere l’allenatore, l’uomo di comunicazione, la faccia della società quando bisogna dire che ci hanno ‘derubato’. Voglio rimanere ma voglio restare nella condizione di dare di più”.
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