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Economia

Sostenibilità, confronto sulla transizione ecologica...

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Sostenibilità, confronto sulla transizione ecologica raccontata da chi la fa

Seconda sessione dell'European Colloquium, la parola alle imprese e agli esperti

(Fotolia)

Davanti alle esigenze imposte dalla transizione ecologica molte imprese si muovono per costruire una identità sostenibile e si preparano a rispettare gli impegni presi alla COP28 a Dubai. Un bilancio dettagliato di quello che è stato fatto e quello che rimane da fare è scaturito dal confronto serrato uscito oggi dalla seconda sessione - trasmessa in diretta live dall'Adnkronos, media partner dell'evento -dell’European Colloquium 'La Transizione Ecologica (raccontata da chi la fa), organizzata dall'Istud Business School, la più antica business school privata italiana (oggi integrata con Cottino Social Impact Campus di Torino) diretta da Marella Caramazza. A curare l'evento è stato editorialista e saggista Maurizio Guandalini, autore del libro La Transizione Ecologica (raccontata da chi la fa), edito dalla stessa Istud Business School.

Per Alessandro Marangoni, direttore scientifico dell’Irex, il principale think tank in Italia sulle energie rinnovabili e l’efficienza energetica, "le imprese devono spesso combattere con sistemi normativi, enti territoriali, procedure autorizzative e opposizioni locali che all’atto pratico rendono molto difficile attuare" politiche di sostenibilità. "Nel caso dello sviluppo delle rinnovabili, elemento chiave per la decarbonizzazione, le procedure autorizzative italiane sono troppo lunghe e farraginose, arrivando fino a oltre sei anni, contro i due massimi previsti dall’UE, come ha dimostrato uno studio Althesys per Elettricità Futura. I tempi di attuazione delle policy dichiarate sono poi spesso più lunghi del previsto, come nel caso del Decreto FER-X che dovrebbe sostenere lo sviluppo delle rinnovabili da oggi al 2030. Nel settore idroelettrico l’incertezza che perdura da anni circa il rinnovo delle concessioni, tra indirizzi UE, legislazione italiana e istanze regionali, blocca di fatto gli investimenti".

Quanto all'impatto delle decisioni prese alla COP28 di Doha per Valentino Piana, studioso attivo delle varie conferenze sul clima e docente all’University of Applied Sciences Western Switzerland – Valais l'incontro in Qatar "a sorpresa ha prodotto testi e impegni importanti. La decisione di "abbandonare i combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo giusto, ordinato ed equo" impegna a negoziare esplicitamente quote di produzione e consumo (calanti) ed accompagnare il decollo della mobilità elettrica con la prospettiva di chiusura delle pompe di benzina. Robusti meccanismi di protezione e innovazione sono possibili e necessari". Ma per rafforzare questa transizione - aggiunge - "servono meccanismi che aiutino robustamente chi potrebbe essere messo in difficoltà (come i pendolari a basso reddito costretti all’uso dell’auto). Le gambe della transizione sono le città e i movimenti d’innovazione urbana, come i Living Lab".

Roberto Grossi, vice direttore generale di Etica Sgr, evidenzia "un approccio sviluppato dal movimento sindacale per garantire il rispetto dei diritti sociali e delle condizioni di vita dei lavoratori durante la transizione verso produzioni più sostenibili. Per questo motivo, nel 2019 è nata la campagna 'Statement of Investor Commitment to Support a Just Transition on Climate Change' (Dichiarazione d’impegno degli investitori per una transizione giusta ad un’economia a basso impatto per il clima). Vi è un crescente riconoscimento del fatto che la dimensione sociale della transizione verso un’economia resiliente e a basse emissioni di carbonio deve ricevere maggiore attenzione, in particolare in termini d’implicazioni sul lavoro e, in modo più ampio, sulla comunità. Raggiungere una Transizione Giusta, in linea con l’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico 2015 (COP21), potrebbe quindi contribuire ad accelerare l’azione per il clima in modo da raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite". E quanto sia centrale la persona dentro i cambiamenti in corso lo valuta Massimiliano Braghin, presidente e co-founder di Infinityhub Spa, Benefit e autore del libro ‘Persone, Energie, Futuro’. "Per nuova dimensione dell’energia ci ispiriamo anche alla scienza, all’analisi, al metodo scientifico che detta le linee guida del nostro modus operandi. Più abbiamo aperto e condiviso il capitale più sono cresciuti i nostri progetti. In questo senso mi piace collegare il concetto americano di serendipity con ‘fai le cose giuste e il resto seguirà’, che non è null’altro che ‘aiutati che il ciel t’aiuta’ dei saggi".

Sul fronte bollette, Romano Stefani, responsabile area mercato di Dolomiti Energia Spa, ha evidenziato come "con la transizione energetica in corso sono sempre più i consumatori e le aziende che, scottate dal caro energia, vogliono avere contratti a lungo termine con energia derivante da impianti rinnovabili. Stanno nascendo gruppi di acquisto anche nel mondo retail per contrattare prezzi e condizioni contrattuali vantaggiose e soprattutto forniti con energia certificata GO. La completa liberalizzazione del 1 luglio 2024 contribuirà ad una sempre maggior mobilità dei consumatori nella ricerca di fornitori affidabili, innovativi, efficienti e sostenibili. Su questi parametri si giocherà la vera partita dell’energia che oggi vede oltre 600 venditori a livello nazionale. Altro tema dalle grandi aspettative, nella logica della transizione energetica, sono le comunità energetiche. La normativa è stata finalmente approvata dal governo qualche settimana fa e mancano ancora le disposizioni tecniche del GSE".

Nel frattempo l’inquinamento da polveri sottili, soprattutto in pianura padana è fuori ogni limite, anche per il 'contributo negativo' di caldaie a metano che dovrebbero cessare la loro vita nel 2029. Riccardo Bani, Presidente di Teon ha sottolineato il contributo di "soluzioni più sostenibili ed economicamente più vantaggiose per le bollette delle famiglie italiane come le pompe di calore di nuova generazione. Grazie a questa tecnologia circa tre quarti del fabbisogno energetico è prelevato gratuitamente dalla natura (calore a bassa temperatura contenuto nell’aria, nell’acqua di prima falda o nel terreno) e solo un quarto del fabbisogno è rappresentato da energia elettrica. Fino ad oggi il limite a un’ampia diffusione di questa tecnologia è stato la difficoltà a produrre il calore a temperature compatibili con i radiatori tradizionali, presenti nel 90% delle nostre abitazioni. L’innovazione tecnologica ha permesso di realizzare una pompa di calore molto efficiente, in grado di produrre calore alle temperature delle caldaie e adatta a sostituirle senza alcun intervento invasivo all’interno delle unità abitative quindi sempre utilizzando i radiatori tradizionali. Con questa tecnologia è oggi possibile azzerare le emissioni nei luoghi in cui viviamo, ridurre la bolletta energetica (dal 40 al 70%!) e aumentare l’autonomia energetica di famiglie e del Paese".

Ricollegandosi all’inquinamento atmosferico in pianura padana, Aldo Fiorini Chief Operation Officer Marcegaglia Carbon Steel Flat Division spiega alcune iniziative che stanno sperimentando. "L’adesione al piano di decarbonizzazione del polo industriale di Ravenna-Ferrara attraverso un progetto per la cattura e lo stoccaggio di CO2, è un intervento cruciale per ridurre le emissioni nell’area della Pianura Padana, creando il primo distretto Net-Zero in Italia. A maggio 2021 abbiamo investito in H2 Green Steel, start up svedese che si prepara a mettere sul mercato acciaio verde prodotto con idrogeno pulito. L’innovativo complesso siderurgico produrrà inizialmente 2,5 milioni di tonnellate di acciaio verde l’anno, con l’obiettivo di arrivare a 5 milioni già nel 2030".

Gli fa eco Fabio Golinelli, Advanced Process and Technologies Manager, ABB Electrification ricollegandosi a quanto detto da Fiorini. "Noi adottiamo un approccio basato su obiettivi net-zero, in linea con lo standard Net-Zero di Science Based Targets initiative (SBTi). ABB adotta i principi di economia circolare lungo la catena del valore, riducendo i rifiuti indifferenziati (nel 2022 ABB ha inviato in discarica il 6,7% dei suoi rifiuti), aumentando il riciclo e la riutilizzabilità dei materiali, e vendendo prodotti più durevoli, con l’obiettivo di applicare l’approccio di circolarità, dal design al fine vita, all’80% dei propri prodotti entro il 2030".

Per Roberto Sancinelli presidente di Montello S.p.A. che guida il più importante impianto italiano di trattamento di rifiuti e riciclo di imballaggi provenienti dalle raccolte differenziate "il riciclato è nato dal basso valore della materia prima. Non vogliamo contributi pubblici a fondo perduto. Un valido aiuto arriva dall’estensione dell’obbligo di materiale riciclato nei manufatti. Se non c’è questa norma, oltre dove siamo arrivati non riusciamo andare. Il rifiuto è una risorsa, un bene. Per affermare questo principio occorre sia data possibilità al mercato a fare le regole. E’ l’economia circolare che ci stando delle regole precise. La transizione ecologica la paga il cittadino consumatore che la pagherà sempre di più se ci sono troppe regolamentazioni. I regolamenti servono per i ‘rifiuti problema’ non per i rifiuti che vanno smaltiti".

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Economia

Alfa Romeo ‘Milano’ cambia nome, si chiamerà...

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Per il ministro Urso non si può chiamare 'Milano' un'auto prodotta in Polonia

L'Alfa Romeo Junior

Alfa Romeo 'Milano' cambia nome, si chiamerà Alfa Romeo 'Junior'. Ad annunciarlo il ceo del brand, Jean-Philippe Imparato. La decisione dopo le polemiche sollevate all'indomani del lancio della vettura dal ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, secondo cui per legge non si può chiamare 'Milano' un'auto prodotta in Polonia. Il nome Milano cambierà non solo in Italia ma in tutto il mondo. "Il nome 'Milano', tra i favoriti dal pubblico, era stato scelto per rendere tributo alla città dove tutto ebbe origine nel 1910 - ha spiegato Imparato - pur ritenendo che il nome 'Milano' rispetti tutte le prescrizioni di legge, e in considerazione del fatto che ci sono temi di stretta attualità più rilevanti del nome di una nuova autovettura, Alfa Romeo ha deciso di cambiare il nome da Milano a Junior, nell'ottica di promuovere un clima di serenità e distensione".

"Siamo perfettamente consapevoli che questo episodio rimarrà inciso nella storia del marchio - ha aggiunto Imparato - è una grande responsabilità ma al tempo stesso è un momento entusiasmante. La scelta del nuovo nome Junior è del tutto naturale, essendo fortemente legato alla storia del marchio ed essendo stato fin dall'inizio tra i nostri preferiti e tra i preferiti del pubblico".

"Come team scegliamo ancora una volta di mettere la nostra passione a disposizione del marchio, di dare priorità al prodotto e ai clienti. Decidiamo di cambiare, pur sapendo di non essere obbligati a farlo, perché vogliamo preservare le emozioni positive che i nostri prodotti generano da sempre ed evitare qualsiasi tipo di polemica. L'attenzione riservata in questi giorni alla nostra nuova compatta sportiva è qualcosa di unico, con un numero di accessi al configuratore online senza precedenti, che ha provocato il crash del sito web per alcune ore", ha osservato ancora il ceo di Alfa Romeo.

"Come marchio Alfa Romeo non voglio fare politica perché immediatamente quando fai politica perdi il 50% dei clienti, quindi non vogliamo fare né politica né polemiche, noi dobbiamo fare business e questo è il motivo della nostra decisione", ha poi aggiunto Imparato nel corso di un incontro stampa, precisando: "Non siamo contenti di aver vissuto questo, siamo amareggiati, e sorveglieremo i futuri sviluppi che avremo in Italia come Alfa Romeo".

Imparato ha poi escluso eventuali prosieguo della vicenda, anche eventuali iniziative per danno d'immagine. "Per me la vicenda si chiude questa sera perché dobbiamo preparare il lancio che sarà a Balocco nell'ultima settimana di giugno, se passo il tempo a litigare perdo energia e la rete ha bisogno di serenità e stabilità, ora ripartiamo da Junior e inventiamo una storia di lancio carina, cool e giovane", ha concluso.

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Economia

Antitrust, faro su Ryanair per abuso posizione dominante

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Al via un procedimento cautelare

L'Antitrust avvia un ''procedimento cautelare'' nei confronti di Ryanair volto ad ''accertare un possibile abuso di posizione dominante''.

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Di Pasquale (Tua): “Le politiche tariffarie ribassate...

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Direttore generale Tua s.p.a. Chieti, a margine della XVIII Convegno Nazionale di Asstra

Di Pasquale (Tua):

“Le politiche tariffarie schiacciate verso il basso non determinano una migliore attrattività del trasporto pubblico perché è un bene anelastico e i clienti cercano un servizio efficiente, puntuale, cadenzato e soprattutto con mezzi nuovi. Una politica tariffaria abbassata non rende più appetibile il trasporto”. Lo ha detto Maxmilian Di Pasquale, Direttore generale Tua s.p.a. Chieti, a margine della XVIII Convegno Nazionale di Asstra.

“Per quanto riguarda poi il livello dell’andamento delle tariffe – ha proseguito – in Abruzzo c’è un problema nel problema poiché l’ultimo adeguamento tariffario risale al 2016 e noi sappiamo benissimo che dal 2016 al 2024 l’incremento del costo della vita è stato il 24%”.

“Oltre al discorso della leva tariffaria – ha aggiunto il direttore generale di Tua – c’è anche il tema della flessibilità della stessa. Adeguare la tariffa a particolari esigenze ha avuto successo in alcuni settori, come quelle alberghi, e anche nel trasporto pubblico bisognerebbe pensare a qualcosa di simile”, ha concluso.

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