Connect with us

Interviste

Intervista esclusiva a Fabiola Balestriere: «Non vedo l’ora...

Published

on

Intervista esclusiva a Fabiola Balestriere: «Non vedo l’ora di prendere la patente e di andare a votare»

Nata il 18 Febbraio 2003 sotto il segno zodiacale dell’acquario, ha appena compiuto 18 anni e già ha un curriculum di tutto rispetto, esordendo in TV nel 2007 nella celebre soap “Un posto al sole“. Stiamo parlando di Fabiola Balestriere: attrice e modella originaria di Castellammare di Stabia, a soli 8 anni ha recitato nel film internazionale per il cinema “Il Rito“, per la regia di Mikael Håfström, insieme all’attore Premio Oscar Anthony Hopkins.

Tra i suoi lavori anche i film “Babbo Natale non viene da Nord” (regia di Maurizio Casagrande), “Troppo Napoletano” (regia di Gianluca Ansanelli) e “Veleno” (regia di Diego Olivares), oltre alle serie TV “R.I.S. Roma 2“, “L’ombra del destino“, “Il Tredicesimo Apostolo“, “Squadra Antimafia“, “Sotto Copertura” e naturalmente “Un posto al sole“, dove interpreta Alice da 14 anni.

Noi di Sbircia la Notizia Magazine l’abbiamo incontrata e per l’occasione ci ha concesso un’intervista esclusiva in cui ci ha raccontato un po’ di se, del suo futuro, delle sue passioni, del suo lavoro e come se ciò non bastasse, abbiamo parlato anche di temi di attualità e molto altro.

Ciao Fabiola, benvenuta su Sbircia la Notizia Magazine. Siamo davvero felici di averti come nostra ospite! Iniziamo con la nostra fondamentale domanda di rito: come ti descriveresti nella vita di tutti i giorni, quando non sei sul set?
Ciao e grazie innanzitutto a voi per questa opportunità. Nella vita di tutti i giorni sono una “neo diciottenne”, quindi composta principalmente da scuola, studio, amici e famiglia. Amo stare con la mia famiglia ma altrettanto stare con le persone a cui voglio bene, quindi amici, cugini che per me è come se fossero amici, oltre al legame dei sangue che effettivamente abbiamo. Insomma, la mia vita è quella di una teenager qualsiasi: il fatto che io sia un’attrice non influenza in nessun modo la mia quotidianità.

Questo per te è un periodo molto importante, hai infatti compiuto 18 anni. Quali sono adesso le tue priorità? E quali sono le prime cose che farai ora che sei maggiorenne?
La prima cosa che veramente aspettavo da tantissimo è proprio quella di entrare, finalmente, a tutti gli effetti nel mondo dei grandi. Posso dire di essere stata a contatto sin da bambina con “il mondo dei grandi”, se così si può chiamare. Sono sempre stata circondata da persone molto adulte, ho sempre vissuto in ambienti diversi magari da quelli che frequentavano le ragazzine di 10 anni, 14 e così via. Per questo mi sono sentita sempre un po’ più grande rispetto agli altri, però effettivamente il fatto che io adesso abbia 18 anni è molto emozionate. Le mie priorità, attualmente, sono la patente come credo che lo sia per tutti coloro che compiono la maggiore età: sembra un po’ banale come cosa però per me è davvero un grande traguardo, un grande passo avanti perché è simbolo di libertà, un po’ come per dire al mondo “ci sono anche io adesso”. Un’altra cosa che aspettavo da molto tempo è il voto – sono molto appassionata della politica, non sono una sfegatata ma ho idee mie personali per quanto riguarda la politica ma questo è un altro discorso. In generale, quindi, ciò che mi entusiasma maggiorante è la patente, il voto e ovviamente la libertà di una persona che può avere a 18 anni. Non è un’indipendenza totale ma sicuramente un bel passo in più.

Adesso hai 18 anni ma quando sei entrata a far parte di Un posto al sole, nei panni di Alice Pergolesi, ne avevi solo 4. Come puoi descrivere questa tua prima esperienza che poi si è rivelata un successo che continua ancora oggi?
Quando ho iniziato Un posto al sole avevo circa 4/5 anni. Ero veramente piccolissima, era un mondo che non avevo mai avuto l’occasione di vivere fino ad all’ora perché a quell’età non pensi che sia quello il tuo futuro e anche adesso ho magari dei dubbi riguardo a questo, però in generale iniziare da bambina un percorso del genere mi ha segnata in tutti i sensi: mi ha aiutata proprio nella crescita personale. A 10 anni, ad esempio, sapevo molte più cose, molte più dinamiche, vivendo e lavorando nel mondo degli adulti, che mi hanno aiutata e che ancora adesso porto veramente nel mio cuore come esperienze di vita. Recitare sia in Un posto al sole che poi in tutti gli altri film mi ha aiutato, è stata per me un’esperienza che si è rivelata sicuramente un successo, che mi ha insegnato veramente molto e mi ha arricchita come persona.

Nonostante trasferte e trasferimenti, interpreti Alice da ben 14 anni. Quali sono i punti in comune tra te e il tuo personaggio che interpreti in UPAS?
I punti che ho in comune con Alice sono veramente tanti. Obiettivamente siamo due persone totalmente diverse, perché Alice è un un po’ una pazzerella ma è molto ribelle quasi quanto me e il rapporto un po’ conflittuale con la famiglia c’è ma penso che sia anche naturale a quest’età, sia per Alice che ha quattordici anni e sia per me ormai a diciotto. C’è sempre stato questo rapporto leggermente conflittuale ma è giusto così, in quanto questo è un periodo della vita in cui hai uno spirito di rivincita, uno spirito molto forte che devi far valere in un modo o nell’altro. Poi abbiamo entrambe una grande sensibilità, perché Alice è una persona molto sensibile che si nasconde dietro la sua figura ma in realtà è molto sensibile, un po’ come me.

Quali sono i valori più importanti per te che caratterizzano in modo particolare la tua vita?
Il valore più importante in assoluto per me è il rispetto, penso che sia una delle cose più importanti che i miei genitori mi abbiano insegnato e che continuo ad avere tutt’ora perché il rispetto è essenziale nella vita di tutti e soprattutto perché senza rispetto sono dell’idea che non si vada avanti in nessun modo. Bisogna sempre avere rispetto per gli altri, che sia un anziano, un amico, un animale, un familiare, le culture, una religione… Insomma, è indispensabile nella vita di tutti e quindi credo che sia uno dei valori più belli e quello su cui ho lavorato di più perché non è facile, magari in certi momenti in cui perdi il senno e inizi a delirare, a “svalvolare”, però sicuramente questo è il valore principale che mi ha insegnato la mia famiglia e che negli anni ho continuato a migliorare e a coltivare.

Quali tra le varie esperienze cinematografiche e televisive ti è rimasta particolarmente nel cuore e perché?
Tutte le esperienze lavorative che ho fatto mi hanno segnata, diciamo che ho lasciato un pezzo di cuore in qualsiasi cosa che io ho fatto. Come già ho detto prima, mi hanno aiutata a crescere, mi hanno fortificata, mi hanno aperto gli occhi dandomi lezioni di vita che un mio coetaneo magari non ha avuto o che ha avuto in maniera diversa. Io le ho avute proprio attraverso la recitazione, quindi sono veramente grata alla vita per tutte le esperienze che mi ha dato.

Come hai scoperto la tua passione per la recitazione e quali sono le altre tue più grandi passioni?
Io sono sempre stata dell’idea che la recitazione, un po’ come la musica, il canto, ecc o ce l’hai o non ce l’hai e io penso di averlo sempre avuto. Sono nata con questo modo di approcciarmi alle persone, sono una persona molto allegra, molto malleabile e quindi riesco sempre ad adattarmi nelle varie occasioni in cui mi trovo: questa è una delle caratteristiche che un attore deve assolutamente avere e io penso di esserci un po’ nata con questa “dote”, se così si può definire. Un’altra mia grande passione è sicuramente lo sport, perché mi ritengo una persona molto sportiva, anche se non sembra (ride, ndr) sono una persona molto dinamica che ama stare sempre in movimento. Amo la lettura e lo studio perché mi piace essere una persona acculturata ed avere un vocabolario più forbito, insomma mi piace molto documentarmi o se vogliamo possiamo definirla anche “curiosità”.

I tuoi genitori ti hanno sostenuta sin da subito o inizialmente erano scettici, magari perché questo è un mondo un po’ senza scrupoli, forse troppo impegnativo per una bambina?
I miei genitori mi hanno sostenuta sin da subito, mio padre forse era quello un po’ più scettico all’inizio perché ero piccola, entravo in un mondo “strano”, contorto, pericoloso sotto certi punti di vista. Però devo essere sincera, i miei genitori mi hanno subito permesso di fare questo lancio, sono stati diciamo il mio “trampolino” effettivamente, permettendomi di spiccare il volo. Poi da lì in poi me la sono vista diciamo “da sola”, loro per me ci sono sempre stati e ci sono ancora, anzi! Sicuramente senza il loro sostegno non sarei mai arrivata fino qui.

In che modo ami trascorrere il tuo tempo libero?
Amo trascorrere il mio tempo libero facendo qualsiasi cosa. Odio stare senza far niente, non mi piace poltrire perché è una cosa che mi distrugge emotivamente e psicologicamente, quindi sono una persona sempre sul molto sul pezzo, molto dinamica, molto attiva, nel senso che non sono una persona pigra che preferisce stare sul divano anziché uscire, fare una passeggiata, vedere un tramonto… Quindi il mio tempo libero lo trascorro principalmente con le persone a cui voglio più bene e soprattutto nei miei posti del cuore. Quando sono un po’ giù di morale e mi sento un po’ sola, amo scendere a piedi e farmi una lunga passeggiata sul “mio” lungomare, ovvero il lungomare della mia città.Osservare le persone e il panorama mi rilassa.

In Un posto al sole vengono trattate spesso tematiche sociali importanti, ad esempio proprio la tua Alice è stata vittima di cyberbullismo. Ci racconti le emozioni che hai provato quando hai girato delle scene così intense? Che feedback hai ricevuto da parte dei telespettatori?
Grazie ad Un posto al sole ho avuto l’opportunità di trattare argomenti molto importanti e di attualità: ad esempio l’episodio in cui Alice è stata vittima di cyberbullismo. Non nego che anche io da piccola, più o meno nel periodo delle medie, ho affrontato una situazione del genere e quindi riportarlo effettivamente in scena, insomma quando le persone vedevano quelle scene un po’ di verità c’era, non era solo finzione e comunque tutto si basa bene o male sulla sensibilità dell’attore. Io ero molto legata ed appassionata a quel tema, a quello del cyberbullismo in particolare ma anche a quello delle situazioni in cui ci sono dei genitori divorziati oppure scene anche di altri film, come ad esempio Veleno e Squadra Antimafia in cui venivano trattati argomenti importanti come “la terra dei fuochi”, la mafia, la camorra. Tematiche sicuramente molto importanti che sono piaciute ai telespettatori, alcuni ragazzi mi hanno contattata per saperne di più, anche per avere un conforto, una “spalla su cui piangere” e alla fine è anche questo il bello: sapere che non sei solo e che ogni volta che fai viene vista bene o vista male, comunque viene captata dalle persone.

Nel 2011 hai recitato nel film “Il Rito” insieme all’attore Premio Oscar Anthony Hopkins, dove sei stata selezionata tra 350 bambine. Come ti è sembrato recitare con uno dei più grandi attori di fama internazionale?
Nel 2011 ho recitato proprio con Anthony Hopkins, ammetto che è stata una delle esperienze più belle. Mentirei a dire che “ricordo tutto come se fosse ieri”: non è così perché ero piccola, sono passati molti anni e per me era tutto un po’ un gioco. Forse non sapevo neanche chi fosse effettivamente Anthony Hopkins all’inizio perché non ero ancora proprio ben inserita in quel mondo e non ero un’amante del cinema come lo sono adesso. Poi negli anni ho pensato “caspita, ho lavorato con un attore pluripremiato e non con una persona qualsiasi” e questa vi giuro che è stata una delle esperienze più belle che forse porterò nel mio cuore veramente per sempre. Vincere un provino in Italia per un film girato all’estero (con attori, troupe e produzione americani), con delle audizioni che durarono tantissimo tempo e con tantissime persone, penso che sia stata una delle cose più belle della mia vita. Alla fine “vince” chi non va li per vincere, nel senso che io ero andata lì con la consapevolezza di poter perdere ma anche di poter vincere, insomma andai lì per divertirmi e questa credo che sia la cosa più bella che in realtà mi ha aiutata anche in tutti gli altri provini. Vedevo ragazze agitate ed impaurite che dicevano “io perderò, non mi prenderanno mai, ecc…”, io invece arrivavo lì e scherzavo, giocavo, facevo altre cose… Ma ancora adesso, magari leggo i copioni in macchina e dopo non li guardo proprio più, perché io sono molto sicura di me stessa e prendo tutto questo con una grande spensieratezza.

Tocchiamo anche un argomento spinoso ma più che mai attuale: il Coronavirus ha cambiato drasticamente le abitudini di tutti, in tutto il mondo. Che impatto ha avuto la pandemia, in particolare, sulla tua vita e come hai trascorso i due lockdown?
Questo del Coronavirus è sicuramente un tema importante e che mi è molto a cuore, perché mi ha destabilizzata molto. Diciamo che il primo lockdown l’ho preso abbastanza bene in quanto vedevo che con il passar dei giorni la situazione peggiorava e ringraziavo il cielo che io e la mia famiglia stavamo bene, nonostante mio padre e mia madre lavorino in ospedale. Molti della mia famiglia sono ospedalieri quindi erano sempre molto esposti al Covid. Questo mi ha un po’ aiutato, poi è arrivata l’estate che ha portato un po’ di spensieratezza e in seguito è tornato il terrore che ancora adesso stiamo vivendo e che purtroppo, non vi nego che non sto affrontando nel miglior modo possibile. Secondo me, il segreto è fare di tutta questa situazione un grande insegnamento, anzi uno dei più grandi insegnamenti che la vita ci possa dare, ovvero innanzitutto “vivere l’attimo” che è una cosa che ho anche tatuato, tra l’altro. Vivere l’attimo senza costruirsi falsi programmi, perché la vita è imprevedibile; da un momento all’altro può succedere una cosa del genere e tu sei disarmato, devi trovare la forza di amarti e dire a te stesso “ok, puoi farcela, perché gli altri sì e tu no?”. Non bisogna mai piangersi addosso, perché più lo fai, più stai male e non vivi bene e queste situazioni devono essere vissute con grande lucidità e tanta consapevolezza. Soprattutto io alla fine mi sento in dovere di dire un grande “GRAZIE” perché io sto bene, così come la mia famiglia e le persone a cui voglio bene e mi ritengo fortunata, a differenza di altre persone che, purtroppo, non possono dire altrettanto.

Ti iscriverai all’università? Quale facoltà sceglierai?
A Settembre, se tutto va bene, mi iscriverò all’università. Mi sto già preparando per i test di psicologia, ho scelto questa facoltà perché vorrei intraprendere un percorso nuovo, diverso da quello di attrice che sicuramente non accantonerò: anzi, andrò a Roma proprio per poter seguire corsi di cinema, di teatro e così via. Ma al di là della mia professione di attrice, vorrei iniziare a lavorare un po’ sul mio futuro che attualmente non può puntare tutto sulla recitazione, per questo alternerò i due percorsi e vedremo come va.

C’è qualche progetto per il futuro di cui puoi anticiparci qualcosa?
C’è un progetto per il futuro veramente molto bello, di cui però in questo momento ancora non posso dire nulla per ragioni contrattuali ma appena potrò dire qualcosa sarete sicuramente i primi a saperlo. Si tratta di un grande progetto a cui ho lavorato veramente molto che merita davvero (ne riparleremo appena possibile, ndr).

Sei nata e vivi a Castellammare di Stabia, una bellissima città con una lunga storia alle spalle e che tu ami follemente. In futuro, per avere maggiori sbocchi professionali, hai in programma di trasferirti in una città più grande?
Castellammare per me è la città più bella del mondo. Io questo lo dico sempre: ho viaggiato, anche se non tantissimo e vi dico che Castellammare di Stabia è una città bella, piena di cultura e di storia. Negli anni, studiando in questa città, ho avuto l’opportunità di scoprirla ancora meglio. Ogni piccola parte della mia città ha una storia che è molto affascinante, a partire dal Monte Faito, poi si affaccia sul Vesuvio, di fronte abbiamo lo Scoglio di Rovigliano, le Terme… E poi a pochi passi c’è Pompei, una città ricca di storia che con i suoi Scavi è visitata dai turisti di tutto il mondo. Anche Castellammare ha molti scavi: Villa Arianna, Villa San Marco, dei posti meravigliosi che dovrebbero essere pubblicizzati il più possibile e che prima o poi giuro che riuscirò a far riemergere. Ogni città merita di avere “un posto nel mondo” e qualcuno che se la ricordi per sempre. Io penso che Castellammare sia uno dei più bei ricordi che mi porterò per sempre; adesso non so dove mi porterà la vita, in quale posto abiterò, non so dove andrò. Magari rimarrò qui per tutta la vita, oppure andrò in America, all’estero… Non lo so, però da settembre se tutto va bene andrò a Roma, un’altra città che mi piace da morire: ci sono stata già molte volte perché molti provini e molti film li ho girati proprio lì. Però Castellammare rimarrà per sempre il mio posto del cuore, è la mia “casa”.

Quali consigli ti senti di dare ad un tuo coetaneo intenzionato ad intraprendere la tua professione?
Ai miei coetanei posso dire di seguire sempre il proprio cuore senza farsi influenzare dalle idee altrui, dai vostri genitori, dalla famiglia… Ognuno deve avere la libertà di seguire quello che vuole, tutti devono “rincorrere” qualcosa, ma qualcosa che effettivamente si vuole rincorrere perché quando qualcuno ti obbliga a fare qualcosa ma tu non te la senti, non vivrai mai bene. Soprattutto è importante lavorare e studiare, perché non è una cosa da prendere alla leggera – per diventare un attore, così come un regista, un cameraman, ecc studiare è fondamentale. È un mondo particolare che cambia giorno dopo giorno, quindi devi sempre essere pronto alle novità e ad interagire con gli altri.

Parliamo infine del web. Che rapporto hai con i social network e quanto credi che siano importanti, al giorno d’oggi e nel bel mezzo di una pandemia, social come Instagram e Facebook?
Il mio rapporto con i social è un po’ odio e amore, ci sono giorni in cui non ho proprio voglia di postare, né di vedere e fare stories. Invece ci sono altri giorni in cui ho proprio bisogno di sfogarmi con i miei follower, che non sono tantissimi perché non sono una persona che si lega molto ai numeri, anche perché alla fine il “numero” è una cosa molto relativa… C’è chi si impegna per avere milioni di follower, io invece penso molto di più alla sostanza. L’idea dei social è comunque bella perché è un mezzo importantissimo di comunicazione, di scambi di interessi, di dibattiti. Molto spesso mi ritrovo dei veri e propri dibattiti sui social che mi fanno stare veramente bene perché vedo persone che magari vivono dall’altra parte del mondo che però la pensano come me ed altre che, invece, la pensano diversamente e che mi fanno ragionare spiegandomi il loro punto di vista. In generale, i social si possono definire un’arma a doppio taglio però la verità è nel mezzo, quindi non bisogna fare un eccesso ma non bisogna neanche privarsene totalmente.

Tornando a parlare del cyberbullismo, ti va di approfondire un po’ questo tema?
Il cyberbullismo è qualcosa i terribile, è una piaga del mondo attuale perché ci sono persone che nella vita magari sono sole, frustrate che per alleviare un loro dolore devono prendersela con gli altri. Questa è una cosa che non ho mai capito, io sono dell’idea che la rabbia e lo sfogo possano essere incanalati in qualcosa di più bello e costruttivo. Dal dolore si sono creati dei capolavori, dalla sofferenza si sono creati i libri… La cattiveria è sbagliata, così come lo è agire d’impulso, perché a mio parere prima di fare qualcosa bisogna sempre contare fino a dieci. La stessa cosa vale anche per chi scrive dei messaggi dietro ad uno schermo, i soliti “leoni da tastiera” che alla fine magari nella vita sono un gruppo di persone emarginate, oppure chi non ha il coraggio di dire le cose in faccia. Io penso che parlare con una persona faccia a faccia sia la cosa più costruttiva che ci possa essere, perché hai una visione diversa quando parli con una persona guardandola negli occhi, anziché dietro ad un cellulare: in questo modo ti nascondi, ti crei una copertura, una corazza e questo non va bene perché in quel momento non stai facendo del bene, stai facendo del male. Quando vedi una persona stare male dal vivo, sono dell’idea che anche la persona più cattiva del mondo si fermi ed inizi in qualche modo a ragionare.

Qual è la tua filosofia di vita?
Io ritengo che credere in se stessi, prendersi cura dei propri sogni, lavorare per i propri obiettivi e amare se stessi sia fondamentale. Queste sono le cose che mi ripeto da diciotto anni, sono i miei promemoria di vita che giorno dopo giorno mi hanno resa la persona che sono oggi: forte, determinata, solare e soprattutto “sognatrice”.

Fabiola Balestriere è attiva su Instagram con il suo profilo ufficiale.

© Sbircia la Notizia Magazine, è vietata qualsiasi ridistribuzione o riproduzione del contenuto di questa pagina, anche parziale, in qualunque forma.

Animato da un’indomabile passione per il giornalismo, Junior ha trasceso il semplice ruolo di giornalista per intraprendere l’avventura di fondare la sua propria testata, Sbircia la Notizia Magazine, nel 2020. Oltre ad essere l’editore, riveste anche il ruolo cruciale di direttore responsabile, incarnando una visione editoriale innovativa e guidando una squadra di talenti verso il vertice del giornalismo. La sua capacità di indirizzare il dibattito pubblico e di influenzare l’opinione è un testamento alla sua leadership e al suo acume nel campo dei media.

Interviste

Riflessi artistici: il percorso luminoso di Lorenzo Balducci

Published

on

A cura di Pierluigi Panciroli

Lorenzo Balducci inizia il suo viaggio nell’arte all’età di quattordici anni immergendosi negli studi di recitazione. Il palcoscenico diventa la sua casa nel 2001, quando, in perfetta armonia con l’attrice Myriam Catania, emerge come protagonista nella raffinata opera teatrale “Romeo e Giulietta” di Claudio Boccaccini. Tuttavia è sul grande schermo che la sua presenza si consolida, facendo il suo debutto con il film “I cavalieri che fecero l’impresa” (2001) diretto da Pupi Avati, seguito da “Il cuore altrove” (2003).

La sua carriera si snoda tra gli schermi del cinema e della televisione, con incursioni nel mondo della musica nel 2002 quando appare nel video musicale della canzone “Telecomando” di Matteo Bassi. Le serie televisive come “Giorni da Leone” (2002), “Il Papa buono” (2003) e “48 ore” (2006) mettono in risalto il suo talento sotto la guida di registi del calibro di Francesco Barilli e Ricky Tognazzi.

Il mondo del cinema celebra la sua espressione artistica attraverso una vasta selezione di pellicole, incluse opere come “Ma che colpa abbiamo noi” (2003), “Tre metri sopra il cielo” (2004) e “Gas” (2005). Nel 2007, si distingue per una stagione cinematografica ricca di titoli come “Last Minute Marocco,” “I testimoni,” e “Il sole nero.” Il 2009 segna il ritorno di Balducci sul grande schermo con tre film che evidenziano la sua ecletticità artistica.

Il suo percorso in “Due vite per caso”, “Io, Don Giovanni” e “Ce n’è per tutti” lo mette in mostra, come interprete di primaria importanza.

Oltre alle sue gesta cinematografiche, Lorenzo si immerge nelle acque internazionali, dando vita a opere come “31 días” (girato in Messico) e “Stella cadente – Estel fugaç” (film in costume spagnolo). La sua incursione nella regia si materializza nel 2022, con il videoclip del singolo “Per dirsi mai” della violinista elettro-pop H.E.R.

Il suo impegno sul fronte LGBTQ+ emerge con chiarezza. Il 2012 segna il suo coming out durante un’intervista a Il Venerdì di Repubblica, e da allora, Lorenzo diventa un assertivo sostenitore dei diritti gay. Nel 2015 appare come giudice al Torino Gay & Lesbian Film Festival, unendo la sua voce a un coro di cambiamento. Nel 2023, la sua partecipazione ai Florence Queer Festival è ulteriore testimonianza del suo costante impegno nel sostegno della comunità LGBTQ+.

La sua carriera continua a brillare, spaziando dalla televisione con serie come “Solo per amore” (2015) e “Medici: Masters of Florence” (2016), all’internazionalità cinematografica con “In Search of Fellini” (2017). Nel 2024, mentre naviga nelle acque della terza stagione di “Doc – Nelle tue mani,” ha iniziato in marzo a portare in scena il suo nuovo spettacolo di stand-up comedy, “E.G.O. – L’Arte della felicità.”

La vita di Lorenzo Balducci è una narrazione di successi artistici e impegno sociale, unendo il suo talento alle sfide della sua epoca.

Qual è stata la tua prima esperienza nell’arte e come hai deciso di intraprendere la recitazione?

La mia prima esperienza nel mondo dell’arte è stata un corso di recitazione che ho fatto a 14 anni, per tre anni. Da bambino giocavo spesso da solo o con amici inventando storie, interpretando personaggi di mondi fantastici, realizzando video con la telecamera dei miei genitori. Sentivo che volevo esprimermi attraverso la recitazione, malgrado la mia timidezza. Spesso le storie che raccontavo rappresentavano un universo fantasy, l’arte era pura fantasia ai miei occhi. A 14 anni sapevo di voler diventare un attore e mia madre mi ha consigliato di frequentare un laboratorio teatrale. Era l’inizio di tutto. Lì ebbi la conferma: recitare mi rendeva felice.

Puoi raccontarci la tua esperienza nel debutto teatrale con “Romeo e Giulietta” nel 2001 e come ha influenzato la tua carriera? 

È stato il mio primo vero lavoro teatrale, ho un bellissimo ricordo del lavoro fatto con Claudio e Miriam, avevo 19 anni e mi sembrava di vivere un’esperienza più grande di me, come se non fossi all’altezza. Ma è stato bellissimo, ricordo che provavo un forte affetto verso tutto il cast, li consideravo una famiglia in quel momento, mi sentivo protetto. Partecipare a quel progetto mi ha fatto sentire più adulto per la prima volta.

Come è stato il tuo debutto cinematografico con “I cavalieri che fecero l’impresa” nel 2001, e come hai affrontato questa transizione dal teatro al grande schermo?

È stata un’esperienza molto breve, un giorno di set, ero totalmente affascinato dalla “macchina” del cinema. Vedere come funzionava un set, ammirare Pupi Avati all’opera, ero terrorizzato, felice, era quello che avevo sempre desiderato, io volevo fare cinema, lavorare davanti alla macchina da presa. La transizione da teatro a cinema è solo questione di tecnica, l’essenza del lavoro di ricerca della verità rimane la stessa.

Hai lavorato con registi rinomati come Carlo verdone, Alessandro Aronadio, e Gianluca Maria Tavarelli. Qual è stata la tua esperienza lavorando con queste figure di spicco?  

Sono registi che ammiro e che hanno segnato il mio percorso. Alessandro Aronadio è anche un amico e interpretare il protagonista della sua opera prima è stata un’esperienza unica, che ripeterei mille volte. Lavorare con Verdone un vero onore, vederlo in azione come regista è meraviglioso, ero affascinato dalla sua serietà e precisione assoluta in tutto quello che faceva. Tavarelli è un grandissimo regista, simpaticissimo, e mi ha diretto in uno dei progetti a cui sono più legato, “Le cose che restano”. Non dimenticherò mai quel set, quel personaggio, quella troupe.

Tra le numerose pellicole in cui hai recitato, c’è un film o una serie TV che ritieni abbia avuto un impatto particolare sulla tua crescita artistica?

Se dovessi scegliere tra le più importanti direi “Gas”, l’opera prima di Luciano Melchionna, che è stato il mio primo film da protagonista. Avevo 21 anni e affrontavo un personaggio fortemente drammatico, al centro di una vera e propria tragedia. Sentivo di essere davvero grato per l’esperienza di lavoro che stavo vivendo, era la mia prima vera completa esperienza artistica, esattamente come la desideravo. Luciano Melchionna, con cui poi ho lavorato in seguito a teatro, è stato bravissimo nel dirigere tutti noi attori del cast. Si era formata di nuovo una grande famiglia.

Come hai affrontato il ritorno sul grande schermo nel 2009 con tre film e quali sfide hai dovuto superare in questo periodo della tua carriera? 

Quello è stato probabilmente l’anno più intenso dal punto di vista lavorativo. Tre progetti che ho amato, tre personaggi a cui sono molto affezionati, tre storie drammatiche. Essendo una persona tendenzialmente iperattiva mi piace l’idea di dovermi districare tra mille impegni. È stato un periodo molto bello, forse l’apice di una prima parte della mia carriera. Le difficoltà, gli ostacoli, li ho vissuti più in seguito, scoprendo però un’altra parte di me, come persona e come artista. Dal 2012, per 8 anni, ho lavorato spessissimo come cameriere, mentre continuavo a fare l’attore, ma con meno frequenza. È stata l’esperienza più formativa della mia vita.

Hai sperimentato l’ambito internazionale con opere come “31 días” e “Stella cadente – Estel fugaç”. Qual è stata la tua prospettiva e sfida nell’approcciarti a progetti internazionali?

Viaggiare lavorando è il sogno più grande. Io amo la Spagna, amo la lingua spagnola. Recitare in spagnolo per me è stato un sogno, conoscere Carlos Saura sul set di “Io, Don Giovanni” mi ha insegnato tantissimo. Il set di Stella Cadente è stato meraviglioso, recitavo in castigliano mentre quasi tutto il cast recitava in catalano. “31 Dìas “è stato girato in Messico. Lavorare immerso nella cultura messicana è stato un sogno. Il film era una commedia romantica dallo stile americano, sentivo che quando sei all’estero il tuo corpo e la tua mente ti chiedono di più, perché desideri essere all’altezza della situazione, e questo mi regala una dose di energia maggiore nel lavoro.

Il tuo impegno nel supporto della comunità LGBTQ+ è evidente. Come ha influenzato la tua carriera e quali sono le sfide che hai affrontato nel diventare un assertivo sostenitore dei diritti gay?

Ha sicuramente influenzato la mia vita perché da quando ho fatto coming out pubblicamente mi sono sentito libero, trasparente, senza filtri, e questo ha aiutato il mio lavoro, le mie scelte lavorative, ma soprattutto la mia vita. Mi sono sempre sentito un sostenitore della mia comunità, penso che sia fondamentale metterci la faccia, ognuno a modo suo, ma non tirarsi indietro, e continuare ogni singolo giorno quello che si celebra e manifesta durante il Gay Pride.

Come hai affrontato la terza stagione di “Doc – Nelle tue mani” e cosa possiamo aspettarci dal tuo nuovo spettacolo di stand-up comedy, “E.G.O. – L’Arte della felicità”? 

Il set di Doc è stata un’esperienza breve ma molto intensa. Non è facilissimo entrare in un contesto così collaudato da anni e cercare di dare il meglio delle proprie possibilità nell’arco di pochissimo tempo. Ho molto amato il lavoro dinamico della regia. Hai l’impressione di essere su una montagna russa che non si ferma mai, è davvero stimolante. Ed è sicuramente emozionante ritrovarsi circondato da un cast stellare, ho davvero un bel ricordo. Per quanto riguarda E.G.O., abbiamo debuttato il primo Marzo a Modena per poi proseguire tra Nord e Sud. E’il terzo progetto teatrale a cui partecipo con Mariano Lamberti e Riccardo Pechini che sono gli autori del testo. Questa volta il tema è la morte, in chiave comica, ma soprattutto tutte quelle cose si fanno in vita per esorcizzarla. È un monologo spietato, divertente, che offre diversi spunti di riflessione.

Come bilanci il successo artistico con il tuo impegno sociale? Quali sono le tue aspirazioni future nella tua carriera e nell’attivismo? 

Per me l’unica forma di successo è la fortuna di poter fare nella vita ciò che si ama. Oggi ho la fortuna di vivere la vita che desidero nel campo artistico. Desidero poter scrivere per il teatro, perché non l’ho mai fatto prima. Mi piacerebbe portare i personaggi a cui do vita sui social, su un palcoscenico. Per quanto riguarda l’attivismo, non mi sono mai sentito veramente un attivista, ma come dicevamo prima un sostenitore della comunità LGBTQIA+, e lo sarò sempre.

La tua presenza nei social è molto attiva. Come gestisci il bilanciamento tra la tua vita online e offline?

Sicuramente l’uso dei social crea dipendenza, chi più chi meno. Se poi i social diventano il tuo lavoro il rischio di quella dipendenza diventa maggiore. Di base uso i social per raccontare il mondo di personaggi surreali, quella è la mia priorità, la vita privata è poco presente sul mio Instagram. Lo preferisco. Mi è capitato di condividere momenti della mia vita sui social o attraverso delle interviste, ma sono delle scelte precise, che nascono dal piacere o il bisogno di condividere qualcosa di personale.

Quali sono i tuoi obiettivi e le tue motivazioni sul fatto di interagire sulle piattaforme social? Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere? 

L’obiettivo principale è sprigionare la mia creatività, poter raccontare il mio mondo a modo mio, senza alcun compromesso. Questa è una grande libertà, essere coerenti con la propria cifra artistica. Non c’è un messaggio preciso che voglio trasmettere, non amo i messaggi in realtà. Preferisco le suggestioni, gli spunti di riflessione, o più semplicemente scioccare il pubblico. Ma con un senso, mai in un modo fine a sé stesso.

Grazie per questa intervista. Quale può essere il tuo “slogan”?

Grazie a te. Non credo di avere un vero e proprio slogan. Da piccolo ho sentito dire tante volte “la libertà è il rispetto delle regole”. E io dicevo sempre di no, ero contrario alle regole. Col tempo ho trasgredito troppo a queste regole, danneggiando me stesso e a volte gli altri. Oggi vorrei imparare a rispettarle di più.

© Sbircia la Notizia Magazine, è vietata qualsiasi ridistribuzione o riproduzione del contenuto di questa pagina, anche parziale, in qualunque forma.

Continue Reading

Interviste

Intervista esclusiva a Sofia Viola: «Pozzuoli, il...

Published

on

Nel panorama dei concorsi di bellezza italiani, emergono storie di giovani donne che sognano di lasciare il segno. Sofia Viola, Miss Campania 2023, incarna il perfetto equilibrio tra grazia, determinazione e semplicità. Nata a Pozzuoli, la città che ha dato i natali alla leggendaria Sophia Loren, Sofia porta avanti la tradizione di bellezza e talento che sembra scorrere nelle vene di questa terra fertile. Alta 180 centimetri, con occhi che ricordano le profondità del mare e un sorriso che illumina, Sofia si è distinta non solo per il suo aspetto fisico ma anche per il suo spirito resiliente e la sua aspirazione a diventare attrice.

La nostra intervista esclusiva

Scopriamo insieme chi è Sofia Viola, attraverso le sue parole, i suoi sogni e le sue aspirazioni, in un viaggio che va ben oltre la corona di Miss Campania.

Sofia, in che modo Sophia Loren e la tua provenienza da Pozzuoli hanno influito sulla tua esperienza nel mondo dello spettacolo e nella percezione pubblica di te?

“Sophia Loren rappresenta un emblema di talento e successo che ha superato i confini della nostra amata Pozzuoli, raggiungendo il cuore di un pubblico globale… La sua ascesa da una località di provincia a star di fama mondiale è ben nota. Non posso negare che la mia appartenenza a Pozzuoli e le inevitabili comparazioni con Sophia Loren durante la finale di Miss Italia a Salsomaggiore, abbiano suscitato un certo orgoglio. Queste somiglianze, soprattutto negli sguardi e negli atteggiamenti, mi lusingano e mi sorprendono, considerando l’assenza di legami di parentela. La mia città natale, con le sue storie di successo e le sue icone culturali, mi ha sicuramente influenzata, offrendomi esempi di come si possa emergere partendo da umili origini.”

Dopo il tuo trionfo come Miss Campania, hai espresso sorpresa e gioia per la vittoria. Quali sono stati i primi pensieri e le prime emozioni che hai provato nel momento in cui sei stata annunciata vincitrice?

“Nel momento in cui l’attrice Fioretta Mari annunciò il mio nome come vincitrice MISS CAMPANIA, ho avuto un mix di emozioni: non saprei identificarle una ad una, perché sono stati momenti unici, momenti di gloria, tremavo, ridevo, non credevo in quel momento che avesse chiamato me come vincitrice MISS CAMPANIA 2023. Per quanto riguarda i miei primi pensieri, sono andati alla mia bellissima famiglia, che mi ha sostenuto in un percorso così bello, perché questo concorso non va visto come il solito banale concorso di bellezza ma bensì un concorso formativo, sia personale che professionale.”

Hai dedicato la tua vittoria ai tuoi genitori, che ti hanno iscritta al concorso a tua insaputa. Come descriveresti il loro ruolo nel tuo sviluppo personale e professionale? Ci sono stati momenti specifici in cui il loro supporto è stato cruciale per te?

“La figura dei miei genitori è sempre stata una figura molto importante in tutta la mia giovane vita, sia per le esperienze lavorative come Miss Italia e sia a livello scolastico. Per me la famiglia è un punto di riferimento che mi ha trasmesso valori che porterò sempre con me e cercherò di fare allo stesso modo con i miei figli, qualora li avessi. Momenti specifici non ci sono mai stati perché loro fanno parte in ogni mio singolo momento bello e brutto che sia.”

Il tuo obiettivo di diventare attrice richiede dedizione e studio. Puoi condividere con noi quali sono stati i momenti più formativi o le sfide che hai incontrato finora nel tuo percorso di recitazione?

“Dici bene Junior, il mio obiettivo è quello di diventare un’attrice. Una vera e propria formazione non l’ho mai avuta, c’è da dire che dopo la fascia di Miss Campania, mi sto dedicando a formarmi a livello di dizione e di interpretazione. Di progetti ce ne sono veramente tanti, non sto qui a spoilerare i miei prossimi impegni però ne riparleremo sicuramente a tempo debito.”

Parlando di semplicità come tuo punto di forza, come mantieni questo equilibrio nella vita quotidiana, soprattutto in un ambiente spesso percepito come orientato all’apparenza, come quello dei concorsi di bellezza e del cinema?

“Ti sbagli, forse l’apparire è un termine comune della nostra società ma sicuramente non è quello che ho riscontrato nel concorso di Miss Italia, anzi potrebbe essere una banalità o una frase di circostanza ma la bellezza è sicuramente un punto di forza e di inizio, però non basta: bisogna avere tanto altro, come saper recitare, cantare, ballare…”

La tua visione della sconfitta come opportunità di crescita è molto matura. Potresti raccontarci di un momento specifico in cui una sconfitta ti ha portato a un successo o a una lezione importante?

“La mia visione della sconfitta non c’è, Junior. Nella vita una sconfitta va affrontata più forte di prima, una sconfitta non ti può bloccare, non può fermare un tuo sogno… anzi, quella sconfitta deve essere un punto di forza e di crescita sia professionale che personale.”

La guerra è la tua più grande paura, un sentimento purtroppo condiviso da molti. In che modo credi che il tuo ruolo pubblico possa contribuire a diffondere messaggi di pace e speranza, soprattutto tra i giovani?

“La guerra, noi giovani l’abbiamo sempre studiata sui libri, ma mai vissuta così vicino e così in tempo reale. Junior, la guerra, credo che comunque spaventi un po tutti, piccoli, giovani, adulti e anziani. Penso anche in te smuova delle paure, con il nostro ruolo possiamo aiutare a diffondere un po’ di pace, più che pace di dare segni positivi in un momento di crisi. Ma in realtà non solo io da personaggio pubblico, e te da giornalista, ma un po’ tutti possiamo diffondere la parola pace e non solo… a partire dai personaggi più influenti a quelli meno influenti, oggi abbiamo i social, quindi è un buon canale per poter trasmettere una giusta parola: PACE.”

Il tuo approccio alla moda riflette una grande attenzione alle tendenze pur mantenendo un occhio al budget. Come descriveresti il tuo stile personale e quale pezzo del tuo guardaroba pensi che rappresenti meglio la tua personalità e perché?

“Il mio stile è semplicemente quello di una ragazza di vent’anni attenta alle tendenze e al portafoglio (ride, ndr). Rispecchia sicuramente la mia personalità, tendenzialmente sono portata più ad una moda semplice e raffinata. La semplicità è l’arma più potente di ogni donna…”

C’è un regista o un film in particolare che ti ha ispirato a intraprendere il cammino nel mondo del cinema?

“Ambire ad entrare nel mondo del cinema è un sogno, è il mio motto è sempre stato se posso sognarlo posso farcela. Registi te ne potrei elencare almeno cinque se non di più, ognuno per un motivo ben specifico… Come già sai lavorare con i più grandi registi è un sogno di tutte le grandi attrici, quindi Junior non faccio nomi nel caso in cui uno di questi possa leggere la tua intervista, e giocarmi un grande ruolo perché non l’ho elencato nelle mie grandi preferenze (ride, ndr).”

Crescendo a Pozzuoli, come hai vissuto l’impatto della cultura e delle tradizioni locali sulla tua identità e sulle tue aspirazioni?

“Sono una ragazza di provincia con le proprie tradizioni sia familiari che locali: mi piacciono, le rispetto e le divulgo.”

Con la tua partecipazione a Miss Italia, hai avuto l’opportunità di incontrare molte altre giovani donne con sogni simili ai tuoi. C’è stata un’amicizia o un incontro che ti ha particolarmente colpita o influenzata durante il concorso?

“Potrei essere banale ma nel concorso di Miss Italia non ho trovato competizione sporca, anche se potresti non crederci. Li ho incontrato diverse realtà e da buona napoletana, ho creato gruppo. Siamo 40 finaliste, tutte con un sogno. Miss Italia, ci ha dato l’opportunità di confrontarci e maturare… Ho legato sì, con tutte, ma ho nel cuore una decina di ragaze che ancora oggi sento.”

Infine, guardando al futuro, oltre alla recitazione, ci sono altri ambiti o cause sociali che ti appassionano e per i quali desideri impegnarti attivamente?

“Il futuro?? Viviamo in una società che noi giovani non possiamo fare pronostici, sicuramente la mia prima ambizione e recitazione, poi in un secondo momento potrei affacciarmi nell’ambito giornalistico, e dulcis in fundo, nel salutarti, spero che tra qualche anno avrò una tua nuova intervista da attrice.”

© Sbircia la Notizia Magazine, è vietata qualsiasi ridistribuzione o riproduzione del contenuto di questa pagina, anche parziale, in qualunque forma.

Continue Reading

Interviste

Intervista esclusiva a Giuseppina Di Bartolo: «Per me la...

Published

on

A cura di Roberto Mallò

La Calabria, terra che le ha dato i natali, è sempre presente nelle sue creazioni, perché è dentro di lei “qualsiasi cosa faccia” ed è felice di rappresentarla in Italia e nel mondo. Di questo ne è certa Giuseppina Di Bartolo, sempre più sulla cresta dell’onda, e ricercata da tanti personaggi famosi e produzioni televisive, con il brand che porta il suo nome: Giuseppina Di Bartolo haute couture. Una passione, quella per la moda, che nasce fin da quando era bambina e che l’ha accompagnata per tutto il corso della sua vita. Successo che, come lei stessa dichiara, vive con un “pizzico di incoscienza”, ma del quale è estremamente soddisfatta, pur essendo curiosa dei risultati futuri che riuscirà a raggiungere. 

Giuseppina, parliamo della sua passione per la moda. Quando nasce?

“La mia passione per la moda nasce fin da quando ero piccola. Amavo uscire con nonna: occhiali da sole rossi a cuore e la borsetta rigorosamente abbinata. Mi è sempre piaciuto il bello. Già all’età di 6 anni disegnavo abiti con una certa logica e gusto e alle mie Barbie facevo gli abiti con i tulle tolti dalle bomboniere e ritagli degli abiti di nonna. L’arte del cucito e del ricamo ce l’ho nel sangue; infatti, la mia bisnonna era una maestra sarta e cuciva durante i mesi estivi per la Principessa di Roccella, ultima della Casata dei Ruffo, nei primi anni del ‘900. Ho poi seguito la mia passione per la moda e per lo spettacolo con tenacia: ho conseguito, infatti, la laurea in Fashion Design e Confezione Sartoriale nel 2015 e tutt’oggi esercito, disegnando e creando abiti per i Vip della Tv”.

In che momento della sua vita ha deciso che la passione per la moda doveva diventare anche il suo lavoro?

“Ho deciso che la mia passione doveva diventare un lavoro in modo molto spontaneo. Dopo la prima collezione e le prime sfilate, il mio nome e il mio stile iniziavano a girare, ad essere apprezzati e cercati. Perciò, al primo ingaggio lavorativo ho detto sì e non mi sono più fermata nemmeno sotto Pandemia, facendo mascherine per tutti coloro che ne avevano bisogno quando non si trovavano in farmacia”.

Quanto conta rappresentare la Calabria nelle sue creazioni?

“La Calabria è la mia terra e la porto con me in qualsiasi cosa faccia. Sono orgogliosa di rappresentarla in Italia e nel Mondo. Ho vinto dei premi come ‘Eccellenza Calabrese’ e qualche anno fa le ho dedicato una collezione moda mare. Mi sono ispirata proprio ai frutti della mia terra: peperoncino, bergamotto, gelsomino, cipolla, fico d’india e così via. L’ho chiamata ‘I Rradici’ in dialetto calabrese, che appunto tradotto in italiano sta a significare ‘Le Radici’.

A quali progetti si sta dedicando in questo periodo?

“Ho diversi progetti in cantiere in realtà, primo fra tutti un progetto che dovrebbe concretizzarsi ad aprile e che mi vedrà protagonista come fashion designer per un programma TV. Non posso dire altro”.

Che cos’hanno gli abiti di Giuseppina di Bartolo in più rispetto a quelli di altri stilisti?

“Rispetto molto il lavoro dei colleghi perché so cosa vuol dire fare sacrifici e avere passione per qualcosa concretizzandola lavorando duro. Vengo da una famiglia umile e di questo sono molto orgogliosa. Perciò non dirò cosa le mie creazioni hanno in più rispetto a quelle dei colleghi, questo lo decideranno il pubblico, i clienti e i professionisti al vertice. Quello che posso dire invece delle mie creazioni é che vengono notate e apprezzate. Il mio stile è un mix tra linee pulite e moderne con un tocco di vintage, sono chic e glamour e soprattutto rispecchiano tutte le mie sfaccettature caratteriali. Il mio motto è ‘Giuseppina Di Bartolo haute couture – Perché classe e bellezza si possono anche indossare’. Ci metto qualità, bellezza e tanto cuore in tutto ciò che faccio e la gente credo mi apprezzi per questo”.

Da che cosa si ispira per le sue creazioni?

“Per le mie creazioni mi ispiro a ciò che più mi piace. Seguo la moda e gli input che ci suggeriscono durante le varie stagioni, ma sempre reinterpretandoli. Mi ispiro alle Dive, alle Principesse, ai Couturier che hanno fatto la storia della moda e che hanno cambiato i canoni di bellezza fino ai giorni nostri. Per me la moda è istinto, quindi spesso seguo semplicemente ciò che mi esce dalla testa e dal cuore e lo creo, gli do vita sul foglio, sul manichino e tutto interamente fatto a mano”.

Che tipo di tessuti usa per le sue creazioni?

“Lustrini, piume, frange, sete, tessuti preziosi, ricami, sono ciò che utilizzo nelle mie creazioni. Colori classici come il rosso, il bianco e il nero sono i colori che preferisco. La mia firma è caratterizzata da linee semplici abbinate a diversi volumi. Amo il vintage, precisamente gli anni ’50 e la haute couture”.

Lo scorso anno ha collaborato con Sofia Giale De Donà, concorrente del Grande Fratello Vip. Com’è nato il vostro sodalizio?

“Si, ho vestito Giaele per tutta l’edizione del GF Vip al quale ha partecipato. Ho mandato un curriculum e qualche scatto dei miei abiti e sono stata scelta. É stata un’esperienza bellissima. I miei abiti sotto i riflettori, su Canale 5 in prima serata, era un sogno che si realizzava. Poi il sogno è continuato perché Giaele uscita dal GF ha voluto conoscermi e mi ha voluta come sua stilista personale. Quindi ha voluto che la vestissi per cene di Gala, Red carpet, copertine di riviste e mi ha fortemente voluta per un progetto che riguardava una Luxury Collection che porta il marchio del suo brand. Innamoratasi dell’abito ‘Con le Ali’, ormai famoso, ha voluto che l’intera collezione presentata online durante la Milano Fashion Week portasse quel tratto distintivo di cui tanto si era innamorata. Tutt’oggi siamo in contatto e collaboriamo con entusiasmo”.

Con quali altri vip ha collaborato?

“Ho collaborato con Maria Monsé e la figlia Perla, Paola Lavini, Miss, Attrici e Modelle professioniste andate in TV e altri nomi che per il momento non posso svelare. Verrà pubblicato tutto a tempo debito”.

C’è qualche personaggio famoso che, invece, sogna di vestire e perché?

“Sogno in grande perché sognare non costa nulla, in fondo. Perciò, mi piacerebbe vestire l’attrice Hollywoodiana Gal Gadot. Quando arriverò a quei livelli, probabilmente, vorrà dire che ce l’ho davvero fatta”.

Ha partecipato a tante manifestazioni importanti, tra cui la Fashion Week di Milano e il Festival del Cinema di Venezia. Come vive tutto questo successo che sta avendo?

“Vivo tutto molto tranquillamente, anzi quasi non rendendomene conto, perché concretizzatosi un progetto sono subito con mente e cuore al successivo. Sono sempre in movimento e ho troppi sogni da realizzare, con poco tempo per farlo. Sono anche una moglie, una madre e una figlia molto presente. Crearmi una famiglia è il più grande sogno di sempre per me e quello l’ho realizzato, ma ovviamente ci si deve mettere impegno e amore tutti i giorni per mantenere sempre vivo e bello il sogno realizzato! Perciò fama e successo sicuramente fanno piacere, però so bene quali sono le cose veramente importanti per me. Mi godo il momento con un pizzico di incoscienza, diciamo così”.

So che ha vinto diversi premi. Quali?

“Tra i premi vinti ci sono quelli di “Eccellenza del made in Italy”, “Eccellenza Calabrese”, “Premio Stampa La mia Boutique Italia”, “Premio Elle Spose”, Seconda Classificata al concorso “Tu Sposa”, “Premio Star Stylist”, il “Premio Best Costume e Design” per il film Il Matrimonio più sconvolgente della storia del regista Demetrio Casile e tanti altri riconoscimenti, che conservo con orgoglio insieme ad interviste su giornali e riviste. Tanti altri dovrebbero arrivare, cercherò di prendere il buono sempre, il più possibile per poter sempre migliorare e fare sempre di più. Per me, per la mia famiglia e per chi con orgoglio mi segue”.

Ha un sogno professionale che vorrebbe realizzare?

“Ho troppi sogni, non posso scriverli tutti. Spero però di realizzarli tutti, invece. Uno tra i tanti forse é quello di collaborare ufficialmente, almeno una volta nella vita , con la casa di moda del mio idolo, Valentino, al quale ho dedicato la tesi. Con la casa di moda storica ho avuto contatti tempo fa e so che positivamente mi ha valutata per il team creativo, vedremo cosa mi riserverà il futuro”.

Come si vede tra qualche anno?

“Non riesco a rispondere a questa domanda, ma spero di vedermi sempre felice, con il sorriso, come ora, nonostante le avversità della vita che sono molte, purtroppo”.

Chi sceglie un abito Giuseppina di Bartolo perché lo fa, dal suo punto di vista?

“Chi sceglie un abito firmato Giuseppina Di Bartolo haute couture lo fa perché viene colpito dalla qualità, dalla particolarità e dall’unicità dei capi . Perché classe e bellezza si possono anche indossare”.

© Sbircia la Notizia Magazine, è vietata qualsiasi ridistribuzione o riproduzione del contenuto di questa pagina, anche parziale, in qualunque forma.

Continue Reading

Ultime notizie

Ultima ora2 ore ago

Operaio 23enne morto stritolato in un compattatore,...

E' accaduto ieri sera a Cusago, indagano i carabinieri Incidente sul lavoro a Cusago, nel Milanese. Un operaio di 23...

Cronaca2 ore ago

Temperature sotto la media a oltranza, previsioni meteo...

Il freddo non molla l'Italia, crollo termico di 17 gradi da Nord a Sud Dopo il break estivo dello scorso...

Esteri2 ore ago

Ucraina, Russia: “Abbattuti 50 droni di Kiev”

In particolare, 26 aerei senza pilota sono stati abbattuti sulla regione di Belgorod La Russia ha rivendicato di aver abbattuto...

Ultima ora2 ore ago

Taiwan: “Intercettati 29 aerei e 8 navi militari...

Taipei: "Abbiamo monitorato le attività con i nostri sistemi di sorveglianza congiunti e inviato le risorse appropriate per rispondere di...

Cronaca3 ore ago

Terremoto oggi in provincia Reggio Calabria, scosse a...

Avvertite alle 4.05 e alle 4.17 a 4 km da Cittanova, hanno avuto una magnitudo di 3.5 e 2.7 Due...

Esteri3 ore ago

Raid aereo su base milizie filo Iran in Iraq, un morto e 8...

Milizie filo Iran: "Drone contro Eliat in risposta ad attacco su Iraq" E' di un morto e otto feriti il...

Sport4 ore ago

Gp Cina, Verstappen domina la Sprint: Leclerc quarto

Il pilota della Red Bull sul circuito di Shanghai si è imposto sulla Mercedes di Lewis Hamilton e sul compagno...

Spettacolo4 ore ago

Verissimo, ospiti di oggi e domani su Canale 5

Due puntate in onda nel weekend Da Federica Pellegrini a Il Volo. Tanti ospiti a Verissimo, il programma condotto da...

Ultima ora4 ore ago

Bonus 18 anni, come richiedere 500 euro nel 2024 e come...

Una vera e propria carta finalizzata all'acquisto e alla fruizione di iniziative e prodotti Anche per il 2024 è stato...

Ultima ora4 ore ago

Ucraina, ore decisive per armi Usa: oggi il voto a...

Alla Camera dei Rappresentanti, lo speaker Johnson sfida l'ala più estrema del partito repubblicano Armi Usa all'Ucraina, arrivano le ore...

Ultima ora11 ore ago

G7, appello a ‘spegnere il fuoco’ Iran- Israele...

I ministri degli Esteri al summit: "Garantire a Kiev i sistemi Patriot e Samp/T" La comunità internazionale tira un sospiro...

Sport12 ore ago

Cagliari-Juve 2-2, rimonta bianconera e Allegri si salva

I sardi avanti con 2 rigori, la Juve recupera nel secondo tempo Il Cagliari e la Juventus pareggiano 2-2 nel...

Ultima ora13 ore ago

Ucraina, Zelensky pressa la Nato: “Decidete se siamo...

Stoltenberg: "Mi aspetto annunci sull'invio di Patriot e Samp-T" Volodymyr Zelensky in pressing sulla Nato. Il presidente ucraino, nel momento...

Ultima ora13 ore ago

Ucraina, Orban: “Bruxelles vuole la guerra e fa...

"Il segretario generale della Nato ha detto che vuole istituire una missione dell'Alleanza in Ucraina" L'Occidente è a un passo...

Ultima ora14 ore ago

Superenalotto, 5 vince 129mila euro: la combinazione di oggi

Il jackpot per il prossimo concorso sale 92.800.000 Nessun '6' né '5+1' all'estrazione del Superenalotto di oggi, 19 aprile 2024....

Cultura14 ore ago

A Cartoons On The Bay ‘Stefano Bessoni. Stop-motion e...

Aprirà al pubblico all’Aurum di Pescara dal 30 maggio al 1° giugno 2024 L’arte di Stefano Bessoni protagonista a Cartoons...

Sport14 ore ago

Genoa-Lazio 0-1, gol di Luis Alberto decide il match

I biancocelesti ancora in corsa per un posto Champions La Lazio vince 1-0 oggi sul campo del Genoa nel match...

Sport14 ore ago

Udinese-Roma si giocherà il 25 aprile

Il match è stato sospeso domenica 14 aprile per il malore a Ndicka Udinese-Roma si concluderà giovedì 25 aprile. Lo ha...

Ultima ora15 ore ago

Trump a processo, un uomo si dà fuoco davanti al tribunale...

L'uomo che sostava nell'area designata per le proteste è stato completamente avvolto dalle fiamme. Soccorso, è stato portato via in...

Cronaca15 ore ago

Milano. Gentilino scuola materna ‘modello’ a...

Flash mob, petizione online per il Comune, e appelli speciali di anziane che la frequentarono negli anni '40 Banchi e...