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Il trasportino per cani: la soluzione perfetta per...

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Il trasportino per cani: la soluzione perfetta per viaggiare in comodità e sicurezza

Se hai un cane e ti piace viaggiare o portarlo con te durante gli spostamenti, sicuramente avrai bisogno di un trasportino per cani. Ma cos’è esattamente un trasportino per cani e perché è così importante?

In questo articolo esploreremo tutto ciò che c’è da sapere su questo accessorio indispensabile per i proprietari di cani. Scopriremo i diversi tipi di trasportini disponibili sul mercato e come scegliere quello ideale per il tuo amico a quattro zampe. Inoltre, esamineremo le caratteristiche chiave da considerare quando si acquista un trasportino e ti daremo alcuni consigli pratici per utilizzarlo correttamente.

Se sei curioso di scoprire tutto ciò che c’è da sapere sui trasportini per cani, continua a leggere!

Trasportino per cani: cosa è e perché è importante

Il trasportino per cani è un accessorio fondamentale per i proprietari di cani che amano viaggiare o che necessitano di spostarsi con il proprio animale. Si tratta di una struttura rigida o semirigida, solitamente realizzata in plastica o tessuto resistente, progettata per contenere il cane in modo sicuro durante i trasporti. È importante perché offre numerosi vantaggi sia per l’animale che per il proprietario.

Innanzitutto, assicura la sicurezza del cane durante il viaggio, proteggendolo da eventuali urti o scosse improvvise. Inoltre, evita che il cane possa distrarre il conducente o creare situazioni pericolose all’interno dell’abitacolo.

Il trasportino fornisce anche uno spazio confortevole e familiare al cane, dove può sentirsi al sicuro e protetto durante gli spostamenti.

Infine, è utile anche per gestire situazioni di emergenza o visite veterinarie, consentendo un facile trasporto dell’animale senza stressarlo e senza rischi per la sua incolumità.

Tipi di trasportini per cani

Esistono diversi tipi di trasportini per cani disponibili sul mercato, ognuno progettato per soddisfare le diverse esigenze dei proprietari di cani.

Uno dei tipi più comuni è il trasportino rigido, realizzato in plastica dura e resistente. Questo tipo di trasportino offre una maggiore protezione e sicurezza per il cane durante i viaggi in auto o in aereo. Alcuni trasportini rigidi sono dotati di ruote e maniglia, rendendo più facile il trasporto del cane.

Un altro tipo popolare è il trasportino morbido, realizzato in tessuto resistente e leggero. Questo tipo di trasportino è più adatto per i viaggi in treno o in autobus, poiché può essere piegato e riposto facilmente quando non viene utilizzato.

Inoltre, ci sono anche trasportini a zaino che consentono ai proprietari di portare il cane sulla schiena durante escursioni o passeggiate.

È importante scegliere il tipo di trasportino più adatto alle esigenze del proprio cane e assicurarsi che sia abbastanza spazioso e confortevole per lui durante i viaggi.

Come scegliere il trasportino ideale per il tuo cane

Quando si tratta di scegliere il trasportino ideale per il proprio cane, ci sono diverse considerazioni da tenere in mente. Innanzitutto, è importante valutare le dimensioni del cane e scegliere un trasportino che gli permetta di stare comodo e di muoversi senza restrizioni. Inoltre, è fondamentale considerare la resistenza e la durabilitàdel materiale del trasportino, assicurandosi che sia sicuro e resistente alle sollecitazioni. Un altro aspetto da considerare è la facilità di pulizia del trasportino, poiché sarà necessario mantenerlo igienico per il benessere del cane. Infine, è consigliabile optare per un trasportino dotato di una buona ventilazione e aperture adeguate per consentire al cane di respirare facilmente durante i viaggi. Prendendo in considerazione questi fattori, sarà possibile scegliere il trasportino ideale che garantirà comfort e sicurezza al proprio amico a quattro zampe durante i trasferimenti.

Le caratteristiche da considerare nel trasportino per cani

Le caratteristiche da considerare nel trasportino per cani sono di fondamentale importanza per garantire il comfort e la sicurezza del nostro amico a quattro zampe durante i viaggi.

Prima di tutto, è essenziale scegliere un trasportino della giusta dimensione, in modo che il cane possa stare comodo e avere spazio sufficiente per girarsi e sdraiarsi. Inoltre, è importante valutare il materiale del trasportino: deve essere resistente e facilmente lavabile, per garantire una pulizia adeguata.

Un altro aspetto da considerare è la ventilazione: il trasportino deve avere aperture o griglie che permettano una corretta circolazione dell’aria, evitando l’accumulo di calore.

Infine, è consigliabile optare per un trasportino con chiusure sicure e robuste, per evitare aperture accidentali durante il trasporto. Prendere in considerazione tutte queste caratteristiche aiuterà a scegliere il trasportino ideale per il proprio cane, assicurando un viaggio confortevole e sicuro.

Consigli pratici per l’utilizzo corretto del trasportino per cani

Quando si utilizza un trasportino per cani, è importante seguire alcuni consigli pratici per garantire il comfort e la sicurezza del nostro amico a quattro zampe.

Innanzitutto, assicuriamoci che il trasportino sia abbastanza spazioso affinché il cane possa stare in piedi, girarsi e sdraiarsi comodamente.

Inoltre, è fondamentale assicurare il trasportino in modo sicuro all’interno dell’auto, utilizzando le cinture di sicurezza o ancorandolo con appositi sistemi di fissaggio. Durante il viaggio, evitiamo di aprire il trasportino o far uscire il cane, poiché potrebbe scappare o causare distrazioni per il conducente.

È consigliabile abituare gradualmente il cane al trasportino, facendogli associare esperienze positive come premi o giochi all’interno.

Infine, ricordiamoci di mantenere pulito il trasportino, rimuovendo eventuali escrementi e fornendo una buona ventilazione. Seguendo questi semplici consigli, garantiremo un viaggio confortevole e sicuro per il nostro fedele compagno.

Un asso della comunicazione e maestro nelle relazioni con i media, questa figura chiave gestisce con destrezza la nostra strategia di promozione, elevando la visibilità e l’immagine del nostro marchio. Con un occhio sempre attento ai dettagli e una rete di contatti nell’industria dei media, è responsabile di costruire e mantenere relazioni fruttuose con i nostri partner strategici. Il suo tocco esperto nel plasmare la narrativa pubblica è fondamentale per posizionarci come leader nel nostro settore.

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Curiosità

Diventare programmatore: ecco da dove puoi partire

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Se sei interessato a diventare un programmatore, hai scelto un percorso ricco di opportunità e sfide. La programmazione è diventata una competenza fondamentale in molte industrie, offrendo numerose possibilità di carriera e sviluppo personale. Tuttavia, iniziare può essere intimidatorio, soprattutto se non hai esperienza precedente nel campo della tecnologia. Fortunatamente, ci sono molti modi per iniziare e risorse disponibili per guidarti lungo il percorso. In questo articolo, esploreremo i primi passi per diventare un programmatore, fornendo consigli pratici e risorse utili.

Scopri le basi della programmazione

La prima cosa da fare quando si decide di diventare un programmatore è comprendere le basi della programmazione. La programmazione è essenzialmente il processo di creazione di istruzioni che un computer può eseguire per risolvere problemi e compiere determinate azioni. Queste istruzioni vengono scritte in linguaggi di programmazione, che possono variare notevolmente in complessità e scopo.

Scegli un linguaggio di programmazione

Il primo passo è scegliere un linguaggio di programmazione con cui iniziare. Alcuni dei linguaggi più popolari includono Python, Java, JavaScript, C++ e Ruby. Ognuno di essi ha le proprie caratteristiche e applicazioni, quindi è importante fare ricerche per capire quale potrebbe essere il migliore per te.

Utilizza risorse online gratuite

Fortunatamente, ci sono numerose risorse online gratuite disponibili per imparare a programmare. Siti web come Codecademy, freeCodeCamp, edX e Coursera offrono corsi di programmazione introduttivi in vari linguaggi. Questi corsi sono strutturati in modo da guidarti passo dopo passo attraverso i concetti fondamentali della programmazione, consentendoti di imparare a tuo ritmo.

Pratica, pratica, pratica

Una volta acquisite le basi della programmazione, è fondamentale mettere in pratica ciò che hai imparato. La pratica è essenziale per diventare un programmatore competente e sicuro. Ecco alcuni modi per farlo:

Lavora su progetti personali

Inizia a lavorare su progetti personali per applicare le tue conoscenze in situazioni reali. Puoi creare un sito web personale, sviluppare un’applicazione mobile o persino contribuire a progetti open source su piattaforme come GitHub. Lavorare su progetti ti aiuterà a consolidare le tue competenze e a imparare nuove tecniche.

Partecipa a hackathon e competizioni

Partecipare a hackathon e competizioni di programmazione è un ottimo modo per mettere alla prova le tue abilità e imparare dai tuoi pari. Questi eventi ti mettono di fronte a sfide stimolanti e ti consentono di collaborare con altri programmatori per risolvere problemi complessi.

Approfondisci le tue conoscenze

Una volta acquisite le competenze di base, è importante continuare a sviluppare le tue conoscenze e competenze. La tecnologia è in continua evoluzione, quindi è essenziale rimanere aggiornati sulle ultime tendenze e sviluppi nel campo della programmazione.

Partecipa a corsi avanzati

Considera l’opportunità di partecipare a corsi avanzati o di specializzazione per approfondire le tue conoscenze in un determinato settore della programmazione. Ad esempio, potresti voler imparare lo sviluppo di app mobili, la sicurezza informatica o l’intelligenza artificiale.

Leggi libri e articoli

Leggere libri e articoli su argomenti di interesse può essere un modo efficace per approfondire le tue conoscenze. Esistono numerosi libri di programmazione che coprono una vasta gamma di argomenti, dai concetti di base alle tecniche avanzate. Inoltre, molti siti web e blog offrono articoli informativi su argomenti di attualità nel mondo della programmazione.

Considera gli aspetti fiscali

Mentre ti immergi nel mondo della programmazione e inizi a guadagnare reddito dalle tue attività, è importante tenere presente gli aspetti fiscali. Anche se potresti essere concentrato sulla scrittura di codice, comprendere la fiscalità può aiutarti a gestire meglio le tue finanze e massimizzare il tuo reddito.

Regime fiscale più adatto

Uno dei primi passi è determinare il regime fiscale più adatto alla tua situazione. Se stai lavorando come libero professionista o imprenditore individuale, hai due possibilità: il regime ordinario o il regime forfettario. Con il primo puoi scaricare tutte le spese legate alla tua attività e hai la stessa tassazione dei dipendenti mentre con il secondo è lo Stato italiano a stimare le tue spese e le scarichi tutte indipendentemente che tu le abbia sostenute o meno e paghi una flat tax al 15% o al 5%.

Deduzioni fiscali

Assicurati di essere a conoscenza delle deduzioni fiscali disponibili per i programmatori. Potresti essere in grado di dedurre le spese per l’acquisto di attrezzature informatiche, corsi di formazione, abbonamenti a riviste specializzate e altri costi correlati alla tua attività professionale.

Consulenza fiscale

Se hai dubbi o domande sulla fiscalità, considera la possibilità di consultare un esperto fiscale. Un consulente fiscale può aiutarti a ottimizzare la tua situazione fiscale, garantendo il rispetto delle normative e la massimizzazione delle tue detrazioni e crediti fiscali.

Diventare un programmatore è un viaggio emozionante che offre numerose opportunità di crescita personale e professionale. Con le risorse e le informazioni giuste, puoi iniziare il tuo percorso verso una carriera gratificante nel campo della tecnologia. Ricorda di dedicare tempo alla formazione, alla pratica e all’approfondimento delle tue conoscenze, e non trascurare gli aspetti fiscali della tua attività. Se hai bisogno di assistenza nella gestione dei tuoi affari fiscali, non esitare a contattare Fiscozen per una consulenza gratuita e senza impegno. I loro esperti qui per aiutarti a navigare nel complesso mondo della fiscalità per i programmatori.

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Curiosità

Un videogioco per avere successo deve essere complesso? Non...

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Nel settore dei videogiochi si assiste ad una sorta di dibattito ricorrente, che verte sulla presunta correlazione tra la complessità di un gioco e il suo successo commerciale. Questa discussione nasce dall’errata premessa che complessità faccia sempre rima con qualità. In base a questo assunto teorico, un videogioco (per essere considerato come un top seller) dovrebbe essere necessariamente connotato da un design grafico ricercato e da meccaniche di gioco articolate. Per fortuna, non è così: esistono infatti diversi videogames che, al contrario, piacciono proprio per la loro semplicità.

Quando la semplicità vince sulla complessità

I videogiochi semplici si fanno notare per la loro immediatezza, e la capacità di intrattenere senza richiedere al giocatore un impegno prolungato nel comprendere regole o meccaniche “oscure”. I giochi di questo tipo vengono spesso classificati come “casual games”, e vengono progettati per proporre al player una curva di apprendimento bassissima, in molti casi immediata. In realtà, però, il fatto che si rivolgano ai giocatori casuali non li rende meno validi o meno importanti rispetto ai “fratelli maggiori”.

Un esempio lampante di tale fenomeno lo troviamo nel comparto delle slot digitali, come nel caso di giochi come Sweet Bonanza. Questo gioco piace per la sua ambientazione semplice ma colorata, con i simboli della frutta e i dolci che creano un’atmosfera giocosa e rilassata. Inoltre, essendo un vero e proprio browser game, è possibile giocare online a Sweet Bonanza sui siti di gambling, dunque senza scaricare o installare alcun software. Un altro vantaggio che premia l’immediatezza di questo videogame, e che va ad unirsi alla semplicità delle meccaniche di gioco proposte da questa slot machine telematica.

Ci sono comunque molti altri casi simili a questo. Il mercato, infatti, trabocca di videogiochi facili da approcciare e pensati per godersi semplicemente un momento di relax. Basti ad esempio pensare ai tanti videogames indipendenti (noti come “indie”) reperibili su store come il Playstation Network, gratis o al costo di pochi euro.

Tutto dipende dalla nicchia

Di contro, il mercato del gaming è variegato e non esiste una formula universale per il successo. Il pubblico ha infatti delle aspettative diverse, quando approccia generi differenti. Prendendo in considerazione i giochi di ruolo in prima persona, per esempio, molti giocatori cercano esperienze immersive e tecnicamente impegnative. Skyrim rappresenta l’esempio perfetto da citare, per via del suo mondo quasi infinito e quasi interamente esplorabile, e per il fatto che servono centinaia di ore per completare tutte le missioni secondarie.

Questo dimostra che l’importanza della complessità è relativa, e strettamente legata alla nicchia del mercato di riferimento: ciò che funziona per un pubblico potrebbe non essere altrettanto efficace per un altro, come in fondo accade in ogni ambito videoludico. In certi casi anche un pro player, abituato ai giochi complessi, potrebbe preferire un videogame basico e senza fronzoli, giusto per spezzare la routine e per divertirsi senza impegno. Vale anche per generi come gli sparatutto in prima persona, dato che ne esistono di basici specialmente sugli store per smartphone.

Dunque, sebbene la complessità possa rappresentare un requisito essenziale in determinate nicchie, non è necessariamente un ingrediente fondamentale per il successo di un videogioco.

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Attualità

L’Arte di modellare il tessuto: Luca Giannola e...

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A cura di Pierluigi Panciroli – Foto di Fabrizio Romagnoli, Tonio De Carlo e Axel Blackmar.

Luca Giannola, un talentuoso scultore di abiti e maestro di moulage incrocia la meticolosa maestria artigianale con la creatività e estrosità dell’alta moda. Questa tecnica artigianale prevede la creazione diretta di capi sul manichino o sul corpo.

La sua storia ha inizio dalle affascinanti esperienze nelle botteghe delle zie a Benevento fino alle prestigiose passerelle delle Fashion Week internazionali.

Tra radici famigliari ed uno stile distintivo

Il percorso di Luca è un viaggio intimo che trova radici profonde nelle origini familiari, in particolare nelle preziose lezioni apprese dalle sue zie e dalla madre sarta. Crescendo in questo affascinante mondo, la moda è diventata parte del suo DNA, tanto da influenzare la sua scelta di iscriversi al liceo artistico, dove ha imparato la scultura.

Dopo un periodo a Milano, studiando fashion design e accumulando esperienze come assistente stylist e coordinatore di centri di creazione moda, Luca ha avvertito un crescente avvicinamento all’ambiente della moda. La sua identità di “designer” trova il suo vero sé a Bologna.

Dal moulage alla passerella 

È proprio a Bologna che il suo stile ha preso forma definitiva. Collabora con un noto couturier per abiti da sposa e da vita alle sue prime opere di “moulage“, riportando, così, in vita il suo spirito di studente-scultore. Questa tecnica ha rappresentato un risveglio artistico e un ritorno alle sue radici creative. Con la sua straordinaria maestria, Luca ha aperto nuove prospettive nel campo della moda evidenziando come questa possa trasformare l’abbigliamento in una vera e propria forma d’arte. La sua singolare fusione di tessuti, forme e colori crea una sinfonia visiva senza precedenti.

Questo suo nuovo stile innovativo e distintivo ha attirato l’attenzione di appassionati di moda, stilisti e criticipermettendogli di guadagnarsi un posto di rilievo nell’industria della moda.

Oggi, Luca Giannola si descrive come uno “scultore di abiti”. Il suo approccio unico e la chiarezza della sua identità creativa lo hanno reso una figura rispettata nelle Fashion Week, dove organizza con passione le sue sfilate a Milano e Parigi. 

Il tema del genderfluid trova spazio nelle sue creazioni, sottolineando il suo desiderio di esplorare nuove prospettive e sfide nella moda contemporanea. Luca Giannola è un esempio di come la costruzione di un’identità chiara e autentica possa aprire porte inaspettate e creare connessioni significative nel mondo della moda.

Il suo approccio alla Body Positivity

Luca Giannola, esperto docente di storia e progettazione della moda presso l’Istituto Rubbiani e la Scuola Moda Cesena, ha innovato l’approccio educativo introducendo la sua tecnica di modellare il tessuto. La sua visione è emersa durante le lezioni con le studentesse più giovani, in un periodo spesso delicato dell’adolescenza. Attraverso sperimentazioni creative, ha cercato di esplorare le silhouette femminili reali, coinvolgendo le aspiranti designer nel processo creativo. Queste iniziative hanno affrontato temi sensibili, come i disturbi alimentari, con l’obiettivo di favorire una percezione più sana del proprio corpo.

L’approccio di Giannola, oltre a trasmettere competenze nella progettazione di abiti, promuove una cultura della consapevolezza e del rispetto per la diversità delle forme corporee. Il suo impegno ha ottenuto riconoscimenti anche in ambito medico e scientifico, portandolo a collaborare con Ananke, un network di aiuto per coloro che vivono situazioni difficili legate al cibo.

Estendendo la sua influenza anche a case-famiglia, Giannola ha organizzato incontri leggeri e creativi incentrati su tessuti e drappeggio. La sua iniziativa di uno shooting di moda con le studentesse ha celebrato la bellezza autentica e naturale dei corpi femminili. Un approccio educativo che va oltre la moda e contribuisce alla formazione di individui consapevoli e sicuri di sé.

Nel contesto della Fashion Week, precisamente al Salon desMiroirs nel cuore di Parigi ho avuto l’onore d’incontrare Luca al fine di conoscere meglio un artista unico nel suo genere.

Ciao Luca, grazie per concedermi la possibilità di questa intervista. L’ambiente familiare, nello specifico le zie e la mamma sarta hanno contribuito molto alla tua formazione. In che modo le lezioni apprese e l’ambiente creativo locale hanno influenzato la tua visione artistica, diventando parte integrante del tuo DNA?

Ciao Pierluigi, intanto grazie a te per avermi dato la possibilità di fare questa intervista. Credo che la fortuna di essere nato in una famiglia di creativi, specie riferendomi alle mie zie e mia madre, siastato un terreno base fondamentale, su cui piantare e coltivare tutto ciò che ho imparato “giocando” innanzitutto. Ciò che le zie facevano infatti, lo ricreavo a mio modo sulle bambole delle mie sorelle e da grande ho scoperto che questo non era altro che fare moulage. 

Quali sono i dettagli e gli elementi distintivi della singolare fusione di tessuti, forme e colori nelle tue creazioni che hanno attirato l’attenzione di appassionati di moda, stilisti e critici?

Credo che ogni appassionato di moda, o addetto ai lavori, sia colpito da fattori differenti. C’è chi rimane affascinato dalla comodità dei capi nonostante siano complessi nella struttura, chi dalla fusione dei tessuti a volte in contrasto tra loro, pur risultando idonei nel fondersi, chi del “fatto a mano” in un ‘epoca in cui a volte rischiamo di dimenticarne l’importanza e la bellezza.

In che modo hai integrato il tema del gender fluid nelle tue creazioni e come questo si riflette nella tua volontà di esplorare nuove prospettive nella moda contemporanea?

La mia interazione col gender fluid è davvero una minuscola parte per il momento. Una sfida che mi ha visto coordinatore di una linea realizzata con giovani designer, il che mi ha fatto capire che posso dare spazio ad un tema così attuale ed affascinante, anche nelle mie capsule, poiché i capi scultura a volte possono essere trasversali rispetto alle canoniche silhouette moda, ed in parte essere indossate senza distinzione di genere, ma ho ancora molto da lavorare su questo tema.

Hai affrontato temi sensibili come i disturbi alimentaricome hai contribuito a favorire una percezione più sana del corpo tra le giovani aspiranti designer, il concetto della Body Positivity?

Ho sempre cercato di portare ciò’ che sono in tutti i progetti, perciò anche la mia sensibilità. Con alcuni gruppi di studentesse abbiamo lavorato accuratamente su disegni di corpi riferiti a forme diverse dallo stereotipo moda. Abbiamo progettato per ogni silhouette con giochi di forme e colori creando equilibrio ed armonia, spesso immedesimandosi nelle forme stesse di quei corpi. È stato un lavoro pieno di soddisfazioni.

Il moulage quindi va oltre la moda, celebra la bellezza autentica e naturale dei corpi femminili. Pensi che possa avere uno spazio in un contesto medico-scientifico? 

Quando mi approccio ad un tema delicato, che non vede come protagonista solo la moda ma l’aspetto emotivo, cerco di essere il più possibile cauto confrontandomi con persone che hanno strumenti specifici riguardo alcune tematiche. Il confronto è necessario e sostengo che sia importante poter sviluppare un legame (laddove sia possibile) tra moda e ambito medico scientifico.

L’esperienza della Fashion Week come ti ha arricchito e quale può essere, secondo te, la percezione e l’accoglienza di questa tecnica da parte degli stilisti e dei designer in una visione futuristica?

Mi sento fortunato perché grazie al Alwaysupportalent, che come ben sai sostiene tanti designer, ho avuto uno spazio durante eventi legati alle fashion week, facendo conoscere non solo le mie capsule, ma la mia personalità, il modo di essere, e nel mio piccolo poter dare un messaggio. Come spesso dico, il moulage non è qualcosa che abbiamo inventato oggi, ma una tecnica naturale usata fin dalle civiltà antiche. Credo che ogni designer, pur conservando e sviluppando la propria identità, può ricordarne l’importanza, sapere quanto sia necessario che l’abito si adatti al corpo e non il contrario.

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