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In Val di Fiemme chiusa l’edizione 2023 del World Wellness Weekend

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Imprese, persone, istituzioni e persone possono trovare delle risposte e delle soluzioni partendo da dove tutto è iniziato, ovvero dalle proprie radici

In Val di Fiemme chiusa l'edizione 2023 del World Wellness Weekend

La terza edizione del World Wellness Weekend si chiude con una speranza sul tema di strettissima attualità dell’equilibrio tra uomo e natura: imprese, persone, istituzioni e persone possono trovare delle risposte e delle soluzioni partendo da dove tutto è iniziato, ovvero dalle proprie radici. È qui che troviamo i valori e l’identità in grado di individuare i bisogni reali delle persone e le azioni da promuovere a salvaguardia dei nostri territori. La Val di Fiemme ha da anni avviato questo percorso virtuoso, coinvolgendo le quattro aziende di successo (Fiemme Tremila, Pastificio Felicetti, La Sportiva e Starpool), nate e sviluppatesi in questo angolo di Dolomiti; alcune delle migliori teste pensanti locali, raccolte in Fondazione Fiemme Per; ed esperti in grado di portare a Cavalese, durante i tre giorni di kermesse, una visione aggiornata sul mondo.

Tutto questo è stato il ‘Dolomites Well-Being Summit 2023’, nella giornata inaugurale di venerdì, e dedicato alla capacità delle aziende di trasformare il radicamento sul territorio di Fiemme da ipotetico freno culturale e geografico in una formidabile spinta propositiva. “La Val di Fiemme – ha spiegato il presidente dell’Apt Val di Fiemme, Paolo Gilmozzi – non è periferia del Trentino e dell’Italia, ma una Terra Alta, nel cuore delle Dolomiti, dove società ed economia si incontrano e danno sostanza, valore aggiunto a questo legame tra uomo e natura. Il radicamento lo ritroviamo nei prodotti industriali di questa terra (legno, calzature, paste e saune), ma anche e soprattutto, nell’approccio con cui le stesse aziende affrontano il processo di produzione e le politiche della conciliazione, dell’integrazione e della sostenibilità. Questa sintesi la avvertiamo noi che ogni giorno la portiamo avanti ma anche le migliaia di turisti che ogni anno scelgono la val di Fiemme per un turismo di qualità, in armonia con il territorio”.

Un contributo importante è venuto quest’anno dalla Fondazione Fiemme Per, istituzione con un passaporto recentissimo ma oramai punto di riferimento. Fiemme Per restituisce al territorio la capacità di dialogare e collaborare con le istituzioni pubbliche, l’università, la scuola, gli istituti di ricerca. “L’obiettivo – ha ricordato il suo presidente Mauro Gilmozzi – è rafforzare una logica di sistema di area vasta, grazie alla condivisione dei saperi con altre realtà che lavorano sul piano dell’intraprendenza di comunità, con particolare riferimento alla dimensione alpina e più in generale delle montagne”.

Il raggiungimento di tali obiettivi – concordano imprenditori, amministratori e uomini di pensiero – è possibile proprio grazie a tavoli di lavoro composti da giovani della valle, aziende, professionisti, enti, associazioni e cittadini che hanno già avviato attività legate al tema dell’abitare, della transizione ecologica e al tema dell’energia così come attività legate alla formazione sui temi della sostenibilità.

Il World Wellness Weekend è stato anche Fiemme Namastè Festival, con il suo programma di spiritualità e momenti di silenzio, in perfetta armonia con la quiete del biolago di Predazzo; le risonanze della Foresta dei Violini, oppure l’alba, salutata da decine di turisti, a Buse de Tresca, con il silenzio rotto dalle melodie dei canti e il timbro inconfondibile dei cori alpini.

Ed è proprio il sole che, superate le corde dolomitiche, annuncia che, sì, in val di Fiemme è possibile un futuro finalmente sostenibile, dove uomo e natura vivono di un equilibrio millenario che merita ancora molte albe. È questa la cartolina semplice ma autentica che ci arriva dal World Wellness Weekend 2023.

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Infortuni, al Safety Expo al centro valore della sicurezza e ruolo della formazione

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I temi che hanno animato il dibattito

Infortuni, al Safety Expo al centro valore della sicurezza e ruolo della formazione

Il valore della sicurezza, le soluzioni per risolvere il problema antinfortunistico, il ruolo della formazione. E ancora: tutti gli orizzonti della normativa antincendio, le applicazioni progettuali da seguire per garantire la sicurezza antincendio delle facciate degli edifici civili anche quelli di grande altezza, spesso oggetto di numerosi incidenti. Sono questi i temi che hanno animato la prima giornata di lavoro di Safety Expo, a Bergamo Fiera. Un appuntamento irrinunciabile per i tantissimi professionisti della sicurezza e dell’antincendio che scelgono la manifestazione per conoscere, formarsi, addestrarsi ma soprattutto confrontarsi con i massimi esperti del settore.

La tavola rotonda di Salute e Sicurezza organizzata dalla Rivista Ambiente&Sicurezza sul Lavoro è partita con un input politico di proposte per cercare di arginare il fenomeno infortunistico che ha assunto ormai proporzioni non ignorabili: Walter Rizzetto, presidente dell’11ma commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati, ha dato degli spunti di confronto per i tanti esperti presenti e per la platea: “La politica deve attivarsi anche per un solo caso di malattia professionale. Bisogna migliorare le misure di prevenzione, la formazione e l’addestramento, contrastare il lavoro sommerso. La sicurezza deve diventare un aspetto erga omnes, serve andare nelle aziende e dare i mezzi adeguati agli ispettori, aumentare le verifiche nei settori ‘deboli’, quelli più esposti”.

E, ancora, una proposta al vaglio del Parlamento: l’obbligo di insegnamento della sicurezza sul lavoro nelle scuole secondarie anche sfruttando le testimonianze dei superstiti per sensibilizzare fin da subito il cittadino e futuro lavoratore del ruolo giocato dalla sicurezza nel suo lavoro. La tavola rotonda ha poi visto susseguirsi gli interventi di istituzioni, parti sociali, esperti e consulenti intorno a una grande domanda proposta da Lorenzo Fantini, esperto in politiche della prevenzione, consulente in materia di salute e sicurezza sul lavoro: come migliorare le politiche di prevenzione a vantaggio di tutti?

“Non esistono – ha affermato Ester Rotoli, direttore della Direzione Centrale Prevenzione Inail – risposte semplici all’emotività delle morti, serve una risposta di sistema, strutturata, uno sviluppo di competenze e una cultura di impresa che rimetta al centro l’individuo e il territorio”. Milieni (Inl) ha ricordato come la sicurezza non deve essere vista come un costo ma come un investimento e va integrata nel processo produttivo che guardi al prodotto finale come realizzato nell’ambito di un processo produttivo sicuro. E ancora Cinzia Frascheri, responsabile nazionale Cisl Sicurezza sul lavoro, ha ricordato il ruolo della tecnologia e dei cambiamenti del digitale e l’importanza centrale della informazione su queste evoluzioni al fine di stimolare la percezione dei cambiamenti tecnologici.

Presente anche Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e uno dei ‘padri’ del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro, che ha puntato l’attenzione sugli aspetti più critici: la catena degli appalti, la mancata introduzione della patente a punti per le imprese e ha ammonito: “Semplificazione delle regole necessaria per l’81/2008 non deve confondersi con deregolazione”. Raffaele Guariniello, magistrato e giurista, esperto di sicurezza e tutela della salute dei lavoratori, ha aggiornato la platea sugli ultimi orientamenti della Cassazione in materia di prevenzione lamentando la scarsezza di processi penali sulle malattie professionali, l’assenza di procure specializzate in salute e sicurezza e rilanciando l’idea e la necessità di una Procura Nazionale per la sicurezza sul lavoro.

Infine, Stefano Massera, coordinatore scientifico Salute e Sicurezza del Safety Expo, ha posto l’accento su un nodo atavico, quello della legislazione concorrente Stato-Regioni in materia di sicurezza sul lavoro. Uno status quo che ha solo complicato lo scenario normativo, creando dispersioni di energia e tempo speso dai professionisti, che avrebbe invece potuto essere reinvestito nello sviluppo e comprensione di nuove tecnologie innovative. “Serve concretezza e coraggio”, ha ammesso, auspicando che arrivi al più presto un intervento legislativo mirato e deciso per fornire risposte sistemiche che spazino dal controllo delle stazioni appaltanti (resosi evidente dopo i fatti di Brandizzo) allo sviluppo della normazione tecnica prendendo spunto proprio dai progressi e dai risultati positivi registrati dalla normativa antincendio.

Sotto la supervisione del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, poi, i 2 convegni organizzati dalla rivista Antincendio nel Padiglione Antincendio di Safety Expo hanno fatto il punto sullo stato dell’arte della normativa antincendio a un anno dall’entrata in vigore dei tre decreti di riforma del decreto 10 marzo 1998 e ormai con un Codice di Prevenzione incendi divenuto centrale nella vita dei progettisti.

Si è partiti al mattino con un convegno che ha rimarcato la piaga degli incendi negli edifici: secondo Fivra sono 1.349 gli incendi che hanno interessato le facciate negli ultimi 6 mesi: di questi il 47% ha interessato l’involucro edilizio (facciata e/o copertura) e ogni anno, in Italia, sono 100 le vittime e 400 i feriti coinvolti in questi incidenti, che pesano per l’1% di Pil.

Un campanello di allarme che ha portato gli esperti del Corpo provenienti da diversi Comandi a riflettere sulla nuova Regola Tecnica di prevenzione incendi per le chiusure d’ambito degli edifici civili in vigore dal luglio 2022. Il convegno ha quindi esplorato le innovazioni introdotte, il quadro normativo per il settore delle facciate continue e delle chiusure d’ambito e gli aspetti più strettamente connessi al comportamento al fuoco delle facciate oltre ai profili di responsabilità a carico di progettisti, installatori e manutentori del settore.

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Turismo, dopo il Covid nel 2023 in calo flussi interni, pesano anche i costi

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Il Rapporto a cura di Roberta Garibaldi

Turismo, dopo il Covid nel 2023 in calo flussi interni, pesano anche i costi

Dopo il Covid si sperava in una nuova forma di turismo sostenibile, con meno overtourism, più viaggi nel proprio Paese. Tuttavia, dopo un 2022 di revenge tourism, nell’estate 2023 è cresciuta la domanda di voli aerei, la presenza di turisti internazionali, ma si ha avuto un calo dei flussi interni, in seguito all’aumento generalizzato dei costi. I turisti italiani sono spesso la base del mercato: anche se i visitatori internazionali di solito spendono di più, sono gli italiani che viaggiano tutto l’anno e visitano le aree interne. A evidenziarlo il Rapporto Turismo Enogastronomico e Sostenibilità, a cura di Roberta Garibaldi (docente di Tourism Management presso l’Università degli studi di Bergamo, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico e vicepresidente della Commissione Turismo dell’Ocse), con i contributi dei maggiori esperti nazionali e internazionali e il supporto di Unioncamere e Rete Valpantena.

In Italia il 47% degli arrivi di stranieri si concentra in sole sei province: Venezia (12%), Bolzano e Roma (9%), Milano (6%), Verona e Firenze (5%), mentre gli italiani hanno una distribuzione molto più omogenea. Cosa è accaduto? La prima risposta è stata che recarsi all’estero costa meno, ma in realtà ciò che stiamo vedendo è un cambiamento significativo, con la classe media che continua ad avere stipendi accettabili e andare in vacanza (anche all’estero), mentre chi ha un reddito inferiore o è disoccupato vede erodersi rapidamente il proprio potere d’acquisto e rinuncia al viaggio. E’ una tendenza europea. Nel Regno Unito, ad esempio, nel 2022 il reddito è sceso del 7,5% per 14 milioni di persone, mentre è aumentato del 7,8% per i più ricchi. Viaggiare per gli spagnoli in Spagna è aumentato del 25% dal 2019, mentre il reddito medio solo del 4,6%; è quindi sceso il turismo domestico di circa il 5%.

“Il Rapporto evidenzia, da una parte, il cambiamento della domanda, con un consumatore sempre più orientato verso una condotta sostenibile che porta a scelte precise di destinazione, attività svolte e conseguenze socio-ambientali”, afferma Roberta Garibaldi. “E, dall’altra, la necessità di un cambio di passo a livello di visione strategica dell’offerta. Si avverte il bisogno di azioni politiche in grado di gestire i flussi in modo più sostenibile, rilanciare in ottica green e social le economie del cibo dalla produzione al consumo. In sostanza, passare all’azione”, spiega.

Non solo. Il turista mostra una minore attenzione verso il rispetto dell’ambiente e il contenimento degli sprechi e dei consumi in viaggio. Il 65% (76% nel 2021) dichiara di evitare sprechi di cibo in hotel e nei ristoranti, il 54% (contro il 75%) di essere rispettoso dell’ambiente, il 51% (contro il 61%) di non mettere a lavare ogni giorno gli asciugamani nelle strutture ricettive, il 27% (contro il 51%, per un calo di ben 24 punti) di usare mezzi pubblici o biciclette per muoversi nella destinazione. È dimostrato che, spesso, alle dichiarazioni non corrisponde un effettivo comportamento, c’è quindi bisogno di aiutare chi viaggia, informandolo in modo semplice e trasparente e supportandolo nelle scelte.

Ma si aprono anche nuovi scenari, il turismo enogastronomico può muovere i visitatori verso aree di grande fascino, ma accessibili. Riducendo la distanza tra aree urbane (o ad alto afflusso) e rurali (a minore afflusso) si crea valore economico, sociale e culturale. Ad esempio, col lavoro di Franco Pepe a Caiazzo, gli arrivi e le strutture in questo paese dell’entroterra casertano sono quasi raddoppiati nel periodo 2018-2022 (+93% e 89%). Come creare queste connessioni? Un piano integrato di sviluppo, trasporti più facili, prenotazioni digitali, promozione a livello internazionale.

Passando per la creazione di hub enogastronomici, spazi polifunzionali di accesso al patrimonio locale e itinerari turistici alla scoperta dei borghi minori e della loro cultura culinaria. Chi governa il turismo dovrebbe supportare l’adozione di approcci sostenibili anche attraverso azioni di soft power – modifiche normative, formazione, scambio di conoscenze, momenti di valorizzazione delle buone pratiche locali anche con premi ad hoc – e incentivi. Ed accrescere la propria visibilità (e reputazione) come meta enogastronomica sostenibile adottando una strategia di comunicazione coerente ed omnicanale verso l’esterno.

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Fiere: le competenze del Gruppo Fibre net a Expo ferroviaria Milano il 3-5 ottobre

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Il player friulano, da oltre 20 anni specializzato nell’antisismica e nel rinforzo strutturale, vanta expertise e tecnologie all'avanguardia

Fiere: le competenze del Gruppo Fibre net a Expo ferroviaria Milano il 3-5 ottobre

Competenze di ingegneria sismica, produzione, assistenza, ricerca e sperimentazione al servizio della sicurezza delle infrastrutture di trasporto e strategiche. Ma anche la disponibilità – a beneficio di progettisti, imprese ed enti impegnati a rendere le opere sicure e sostenibili – di un team di tecnici specializzati dedicato alle grandi infrastrutture, in grado di garantire assistenza tecnica dalla progettazione all’appalto, fino alle operazioni conclusive del cantiere.

Il gruppo Fibre Net di Udine si presenta con queste credenziali all’11esima Expo Ferroviaria in programma dal 3 al 5 ottobre prossimi al padiglione 9 del quartiere fieristico di Fiera Milano Rho. Fibre Net Group sarà presente allo stand A38, mentre la business unit dedicata all’industria, P-Trex, occuperà lo spazio B24.

Il player friulano, da oltre 20 anni specializzato nell’antisismica e nel rinforzo strutturale, vanta expertise e tecnologie all’avanguardia che consentono di proporre soluzioni innovative, certificate, efficaci e performanti per garantire la sicurezza e l’affidabilità di ponti, viadotti e gallerie. Senza dimenticare che l’azienda è stata insignita dell’Alta onorificenza di bilancio ‘Industria Felix’, riconoscimento riservato alle migliori performance gestionali di imprese ritenute solvibili o sicure rispetto al Cerved Group Score Impact.

In particolare, poi, P-Trex presenterà nuove soluzioni custom, prodotti e strutture preassemblate, in Prfv (polimeri rinforzati in fibra di vetro) che assicurano resistenza all’usura e alla corrosione, leggerezza, design flessibile e integrato, riduzione della manutenzione e dei consumi energetici, resilienza e sostenibilità ambientale. Tutto ciò nell’ottica di perseguire gli obiettivi fondamentali di efficienza e sicurezza degli operatori e dei passeggeri.

“La sostenibilità finanziaria che ci viene riconosciuta ci consente di essere affidabili, accanto a committenza e clienti, anche rispetto a commesse di grande rilievo”, dice Cecilia Zampa, direttore commerciale e Ceo di Fibre Net.

“Penso, ad esempio, alle opere di adeguamento infrastrutturale o agli interventi strategici del Pnrr che richiedono partnership con realtà industriali organizzate, solide e stabili finanziariamente, con una visione aperta al mondo e ai mercati internazionali. Il solo Piano di ripresa e resilienza impegna circa 25 miliardi sulle ferrovie, ma se guardiamo più a lungo termine, parliamo di almeno 125 miliardi che saranno investiti nel prossimo decennio. Ecco perché è fondamentale per il nostro gruppo farsi trovare pronto di fronte a una grande sfida con competenza, professionalità e massima affidabilità per i nostri partner e interlocutori”, conclude.

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Infortuni, Rinaldi (Glickon): “Con Ia al servizio di imprese e sicurezza sul lavoro”

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L'intervista al chief marketing officer

Carlo Rinaldi, chief marketing officer di Glickon

I dati e l’intelligenza artificiale possono aiutare a migliorare la gestione del talento nelle aziende e influire positivamente sulla sicurezza sul lavoro. Ne è convinto Carlo Rinaldi, chief marketing officer di Glickon, realtà distintiva in Italia che opera nel mondo dell’hr tech con servizi saas di talent attraction, talent intelligence e talent management.

“Glickon -racconta Rinaldi- nasce per rendere il talento all’interno delle organizzazioni gestibile e distinguibile, attraverso il potere dei dati, e l’intelligenza artificiale è una tra le tecnologie che noi utilizziamo a livello computazionale per andare a leggere il livello formativo e informativo dell’organizzazione”, aggiunge.

“Dico formativo e informativo perché noi iniziamo attraverso dati che possono essere richiesti in modo attivo o dati che possono essere recuperati dalle abitudini lavorative ad analizzare il sentiment interno all’azienda, in pratica ‘come va’ a livello di determinate tematiche che possono essere il coinvolgimento, i carichi di lavoro, e altro”, spiega ancora.

Secondo Rinaldi, “quando si parla di sicurezza si parla anche di sicurezza psicologica e cioè la capacità di sentirsi al sicuro e di potersi esprimere. Se parliamo di sicurezza sul lavoro c’è anche questo tema, non ci sono solo i cantieri. Lì naturalmente c’è in gioco la vita fisica, qui c’è un rischio invece di burnout, del fatto che una persona si senta esclusa dall’organizzazione”.

“Quindi come ci aiuta la tecnologia, l’intelligenza artificiale? Ci aiuta -spiega Rinaldi- identificando dei cluster identificando quelli che sono i nodi che sono molto ‘intensi’, collegati e i nodi che sono invece isolati. Quindi persone che sono più centrali e persone che sono più isolate. Questo è molto importante perché se si va a vedere con un dato che anche fa riferimento al passato si riesce a costruire quello che appunto è un dato predittivo”.

“Cioè -aggiunge ancora- andare a predire che quelle persone che sono importanti perché molto coinvolte possano ‘rompere’, ‘spaccare’ l’organizzazione, perché nonostante siano coinvolte non sono centrali. Oppure al contrario possono essere centrali e poco coinvolte. Anche questo ‘spacca’ perché se ne vanno persone centrali che non sono coinvolte ma ‘tengono’ insieme dei fili dell’organizzazione”, conclude.

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Inveo Academy lancia masterclass Gdpr sull’universo Iso

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Si partirà il 7 novembre con un focus tra Iso 31700

Inveo Academy lancia masterclass Gdpr sull’universo Iso

Le norme tecniche Iso sono uno strumento fondamentale per i data protection officer poiché forniscono linee guida internazionali, metodologie pratiche e un approccio sistemico per garantire la conformità di specifici processi. Conoscendo le potenziali e reali integrazioni tra queste norme con il Gdpr, i dpo possono costruire un robusto sistema di protezione dei dati, al fine di monitorare il processo di trattamento dei dati degli interessati. Il ricco universo degli standards volontari partecipa a rafforzare e a dare elementi per una maggiore interpretazione e applicazione del Gdpr, ciascuno per proprio conto e ciascuno per una specifica parte del Regolamento Europeo per la protezione dei dati personali. In questo contesto però i dpo devono conoscerne analiticamente i perimetri di copertura e le possibilità di azione. A tale scopo è nata la masterclass Gdpr di Inveo Academy, una serie di appuntamenti tematici formativi esclusivi per scandagliare le norme Iso e la loro efficienza o inefficienza in chiave Gdpr.

Si partirà il 7 novembre con un focus tra Iso 31700 (lo standard dedicato alla privacy by design) e Gdpr. “Il nostro obiettivo è quello di colmare un vuoto formativo nell’universo della data protection, creando delle vere e proprio ‘monografie’ sulle norme tecniche impattanti sul Gdpr, fornendo ai professionisti esperti un’opportunità unica di crescita e di approfondimento delle tematiche Iso. Le Masterclass di Inveo Academy consentiranno ai partecipanti di acquisire una conoscenza trasversale e all’avanguardia in una classe selezionatissima”, ha affermato Riccardo Giannetti, chairman di Inveo group e docente, nel corso del lancio della masterclass Gdpr.

“L’obiettivo primario della nostra iniziativa è di colmare una lacuna esistente nel campo della protezione dei dati. Per fare ciò, erogheremo una formazione unica e irripetibile, concentrate sulle normative tecniche che influenzano il Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr). Questo materiale fornirà ai professionisti specializzati nell’area una singolare opportunità per espandere e approfondire la loro comprensione delle normative Iso correlate. Le masterclass offerte da Inveo Academy mirano a fornire ai partecipanti un’istruzione olistica e d’avanguardia all’interno di un ambiente esclusivo e accuratamente selezionato”, ha continuato Giannetti.

La giornata sarà caratterizzata dallo studio analitico delle interazioni possibili, i punti di contatto e di distanza tra Gdpr e standards Iso. “Le norme volontarie sono molto diverse tra loro, in particolare nella loro interazione con il Gdpr”, ha proseguito Giannetti.

“L’interazione tra norme tecniche e Gdpr e la loro integrazione portano spesso benefici, ma nel caso di alcune norme, diversamente, non riesco ad assolvere appieno al loro compito. Valuteremo se queste interazioni sono positive o negative. Durante la nostra esperienza come centro di formazione e organismo di certificazione, a seguito di un lungo lavoro di ricerca e studio, abbiamo sviluppato negli anni l’idea di una masterclass esclusiva che rispondesse ai bisogni dei professionisti più qualificati. Un corso di formazione ‘pro’ che possa dare strumenti e raccontare una visione prospettica e che possa fare davvero la differenza in sede di valutazione di azione da parte del dpo”, ha sottolineato.

La masterclass accoglie un numero limitato di partecipanti, con una platea massima di soli 5 professionisti per incontro. “Vogliamo che sia una vera e propria esperienza di formazione immersiva, che permetta una piena partecipazione del discente. Crediamo fortemente che non solo le tematiche trattate, come le norme e il Gdpr, ma anche l’operato dei professionisti della data protection meritino la massima attenzione e il maggiore focus”, ha concluso.

Tutte le info su https://www.in-veo.com/masterclass-gdpr

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Startup, Wetaxi cresce ancora: disponibile anche il treno per muoversi in tutta Italia

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Per prima ha introdotto in Italia il taxi condiviso e la 'Tariffa garantita'

Startup, Wetaxi cresce ancora: disponibile anche il treno per muoversi in tutta Italia

Wetaxi, startup innovativa torinese e partner tecnologico dei radiotaxi italiani che per prima ha introdotto in Italia il taxi condiviso e la ‘Tariffa garantita’, annuncia l’integrazione dei servizi Trenitalia Spa nella propria offerta, dando adesso agli utenti la possibilità di acquistare i biglietti del treno su tutto il territorio nazionale.

Nata nel 2017 a Torino con l’obiettivo di digitalizzare il servizio taxi e avvicinare i più giovani all’uso del taxi, Wetaxi è diventata una app di riferimento della mobilità, scelta da oltre 400.000 utenti e oltre il 25% dei tassisti italiani: Wetaxi si basa infatti su un modello collaborativo e si propone come partner delle cooperative taxi locali, supportandole nel processo di innovazione grazie ad una tecnologia proprietaria aperta e versatile. L’integrazione della vendita dei biglietti del treno di Trenitalia Spa è un ulteriore passo in avanti nella mission di semplificare l’esperienza di viaggio già a partire dalla sua programmazione e riflette l’impegno concreto di Wetaxi nel realizzare la mobilità del domani: immediata, semplice e innovativa, in poche parole sempre più smart.

Acquistare i biglietti del treno direttamente dall’app si traduce in molteplici benefici per i clienti Wetaxi, primo tra tutti la possibilità di organizzare i propri spostamenti senza dover passare da tante piattaforme diverse, utilizzando sempre il proprio metodo di pagamento preferito e mantenendo tutto lo storico dei propri spostamenti in un unico spazio virtuale. Taxi, mezzi pubblici, pagamento del parcheggio e adesso treno, tutti in un’unica app.

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Turismo, Lodz si illumina di colori con il Festival delle luci più grande della Polonia

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Al via il Light Move Festival dal 29 settembre al 1° ottobre

Turismo, Lodz si illumina di colori con il Festival delle luci più grande della Polonia

Torna nella cittadina polacca di Lodz, poco distante da Varsavia, il Light Move Festival, il più grande festival della luce in Polonia, in programma quest’anno nel weekend dal 29 settembre al 1° ottobre. Nell’architettura post-industriale e liberty di quella che è diventata la capitale polacca della creatività e dell’innovazione, si rifletteranno straordinarie illuminazioni: così le facciate degli edifici diventeranno palcoscenico di sorprendenti giochi di luce per un’esperienza immersiva e coinvolgente.

Giunto alla 13ma edizione il Festival illuminerà strade, piazze e parchi. Anche quest’anno il programma dell’evento sarà articolato in 3 segmenti: Lmf Art, con il mondo tridimensionale di mappe, proiezioni e installazioni di luce; Lmf Music, con concerti in uno scenario di luce; Lmf Edu, con incontri con esperti del settore. Tema del 2023 è ‘In cerca della felicità’, una ricerca senza tempo, fra suoni, profumi e un mosaico di colori. Gli artisti, attraverso la loro sensibilità, cercheranno di esprimere la bellezza e il significato di questa ricerca, a prescindere dalla cultura, dalla religione e dalla nazionalità di appartenenza.

Il Festival tradizionalmente si svolge tra Piotrkowska, nel parco Sienkiewicza e in Nowe Centrum Łodzi. “Light Move Festival è un evento fantastico e un’opportunità di conoscere la città, apprezzare la sua evoluzione e vedere la sua bellezza illuminata dalla luce. La precedente edizione ha attratto centinaia di migliaia di visitatori e siamo sicuri che anche in questo anno speciale, in cui Lodz celebra il suo 600° compleanno, incontrerà un numero ancora più grande”, afferma Piotr Kurzawa, direttore del Łódź Event Center.

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Pnrr, allarme degli Its: “Subito linee operative per 700 mln o programmazione e spesa a rischio”

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Torrielli (Its Italy): "Rinviare termini i termini previsti al 30 novembre perlomeno al 30 giugno 2024"

Pnrr, allarme degli Its:

Allarme sulle risorse Pnrr per le Fondazioni Its Academy. A lanciarlo, intervistato da Adnkronos/Labitalia, è Guido Torrielli, presidente dell’associazione Rete Its Italy, che rappresenta il sistema degli Its Academy.

Per gli Its sono previsti 500 milioni di euro per i laboratori e 700 milioni per corsi, borse di studio, formazione ai formatori e orientamento, ricorda Torrielli. “Noi siamo molto preoccupati -sottolinea- dei termini di applicazione del Pnrr che ci riguardano perchè abbiamo firmato come Fondazioni i contratti, con il ministero dell’Istruzione, sugli obiettivi che ci porteranno a raddoppiare il numero degli allievi ma abbiamo dei forti ritardi nella definizione delle linee operative per gestire tutte le procedure relative ai 700 milioni che sono ovviamente, essendo soldi pubblici, intrise di tanti balzelli burocratici. Chiediamo quindi di differire i termini previsti al 30 novembre perlomeno al 30 giugno 2024, come anche per gli altri 500 milioni per i quali servono alcuni accorgimenti”, spiega.

Non si può più attendere, sottolinea Torrielli. “L’urgenza è: noi vogliamo che siano definiti velocemente quelli che sono le linee operative per i corsi che le regioni devono programmare perchè noi ad ottobre dobbiamo partire con i corsi. Se partiamo con i corsi con le risorse del Fondo sociale europeo, e cioè con le risorse delle regioni, e non con quelle del Pnrr rischiamo di perdere queste risorse”, sottolinea.

“Il ministro -ribadisce Torrielli- lo sa, ne è consapevole, ci aiuta però i ritardi aumentano e noi siamo qui ad aspettare. Se non si fa in fretta si rischia di non potere integrare tutti i fondi e di dover attingere dai finanziamenti Fse delle regioni. Che vuol dire che poi quando arrivano le risorse del Pnrr noi siamo già partiti con le risorse del Fse e le procedure europee non consentono poi di tornare indietro e quindi bisogna che ci sia veramente una consapevolezza da parte di chi è convinto di stare facendo il nostro bene che i ritardi ci producono dei problemi”, continua il presidente di Rete Its Italy che oggi si è confrontato con le Regioni sul tema.

“Nei 700 milioni previsti -analizza- oltre ai corsi noi abbiamo anche le borse di studio, la formazione dei formatori, l’orientamento, che doveva uscire come primo capitolo visto che orientare è la prima cosa che si deve fare. E anche lì avremo la complicazione poi di creare la sinergia tra i vari finanziamenti per cui non vorrei che tutti i messaggi che escono fuori dall’orientamento e dall’informazione vengono un po’ saltati da una mancanza di coordinamento. L’orientamento così come è strutturato arriva alla fine, è come se a cena iniziassi dal dolce per arrivare poi all’aperitivo”, sottolinea ironico Torrielli.

E Torrielli interviene anche sulle decisioni sulla scuola scaturite dal cdm di ieri. “Per noi questa sperimentazione sul 4+2 che il ministro Valditara ha portato ieri in cdm è qualcosa che seguiremo con interesse e valuteremo poi quelli che saranno gli effetti, che verranno fuori sicuramente non immediatamente”, spiega Torrielli.

“Gli Its -continua Torrielli- sono sostanzialmente il serbatoio della filiera del 4+2 ma continueranno ad attingere dagli istituti tecnici, dai licei che ultimamente sono stati particolarmente un punto di riferimento dei nostri istituti tecnologici superiori, e anche da chi abbandona l’università perchè non vi trova la propria idea di vita e di obiettivi e pensa che i nostri istituti siano effettivamente dei punti di riferimento per acquisire quelle competenze che servono per entrare immediatamente nel mondo del lavoro”, conclude.

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Food, Aiost: dall’Antica Roma ai Borboni torna l”Ostricaro fisico’, al via corso in Campania

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Dal 20 settembre per formare una figura professionale a 360 gradi sull'ostrica

Da sin. Daniele Testa, presidente Aiost e Alessio Cutino, vice presidente Aiost

Riprendersi un pezzo di storia di un territorio che si è perso nel tempo. E, perchè no, lanciare una figura professionale che può rappresentare un’opportunità per l’intero settore della ristorazione. Nasce così il corso di primo livello per ‘Ostricaro Fisico’ che prenderà il via domani, 20 settembre, organizzato da Aiost – Associazione italiana ostricari, con le lezioni che si terranno presso le aule formative dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno di Portici (Na) e presso il Rione terra di Pozzuoli (Na), grazie ad un protocollo d’intesa con l’Iszm e il patrocinio morale del Comune di Pozzuoli.

Un salto indietro nel tempo, a quando nei Campi Flegrei, oltre duemila anni fa, prosperava l’allevamento di ostriche. O al tempo dei Borboni, tanto ghiotti di questi molluschi da ‘inventarsi’ una figura professionale ‘ad hoc’. E il corso punta proprio a creare una figura professionale esperta a 360 gradi sull’ostrica, come spiega ad Adnkronos/Labitalia Alessio Cutino, manager nella ristorazione, tra i fondatori di Aiost, di cui è vice presidente, e promotori del corso per ‘Ostricaro fisico’.

“L’associazione, che è una no profit, nasce da me e da due ristoratori campani, Daniele e Simone Testa. Parte tutto dalla nostra passione e dalla curiosità, generata in ambito lavorativo, di conoscenza di questo prodotto. E, così, nel tempo, siamo andati alla ricerca di informazioni, anche sul web, per approfondire la nostra cultura personale e metterli al servizio, specie per quanto riguarda Daniele e Simone, del loro locale”, spiega.

“E quindi è nata -continua- la volontà di diffondere questa cultura dell’ostrica di qualità, che si è persa nel tempo. Anche perchè oltre duemila anni fa, in epoca romana, proprio qui nei Campi Flegrei, un imprenditore, Sergio Orata, sviluppò l’allevamento intensivo delle ostriche, nel lago Lucrino. Allevamento che poi si diffuse anche nel lago Fusaro. Una tradizione che si è poi persa nel tempo, anche per modifiche morfologiche al terreno, con eruzione e altro”, racconta.

Tempi lontani perchè oggi la produzione di ostrica in Italia è minima. “Oggi le ostriche in Italia vengono allevate prevalentemente in Sardegna, dove c’è la quantità maggiore di produzione. Poi c’è produzione anche in piccola parte in Liguria e da alcuni anni in Puglia. Una produzione minima rispetto, ad esempio, alla Francia dove contiamo migliaia di allevamenti. Questo è dovuto a tanti fattori: innanzitutto, l’Iva sull’ostrica in Italia è al 22% mentre in Francia è pari alla baguette, sostanzialmente un consumo più alto”, spiega Cutino.

Partendo da qui l’obiettivo di Cutino e soci è chiaro. “Il nostro obiettivo è sì creare una cultura dell’ostrica in Italia, ma soprattuto di creare la figura dell”ostricaro fisico’ che riprende quella presente a Napoli in epoca borbonica, che era un po’ il pescivendolo esperto nella somministrazione di ostriche, un titolo che era stato coniato da Re Ferdinando II, appassionato di molluschi, dopo aver provato un’ostrica del lago Fusaro. Noi intendiamo quindi formare la figura dell’Ostricaro fisico che è una figura a 360 gradi, nuova nel mondo della ristorazione, esperto non solo dell’ostrica ma di tutto ciò da servire crudo nel ristorante”, aggiunge ancora.

Il corso, previsto con un tetto massimo di 35 partecipanti, non lascia nulla al caso, con un team di biologi ricercatori, storici, docenti universitari, acquacoltori, ostricoltori, consorzi. “Facciamo quindi un corso attraverso tre livelli formativi: prima -spiega Cutino- andiamo a toccare la storia, per poi arrivare all’aspetto sanitario, e poi la conservazione e la somministrazione del mollusco. E poi le varie aree di produzione, quante tipologie di allevamenti ci sono, cosa succede all’interno dell’allevamento, come si arriva a questo prodotto più che a un altro, e quali sono le caratteristiche dei territori in cui l’ostrica viene allevata a livello europeo. Per poi entrare nel tecnico, andando a definire una carta delle ostriche, con tutte le caratteristiche”, spiega.

Un ruolo, quello dell’ostricaro fisico, che può diventare chiave nello sviluppo di un’attività ristorativa. “Può affiancare il ristoratore, in sala o in cucina, visto che è un ruolo abbastanza ambivalente, può valere sia per lo chef o per chi lavora in sala”.

L’obiettivo finale è far ‘nascere’ una cultura dell’ostrica nel nostro Paese. “Oggi c’è una mancanza di conoscenza sul prodotto. La degustazione di un’ostrica che è quello che noi insegniamo a fare è simile alla degustazione di un calice di vino. Quindi magari molti non immaginano una cosa del genere, perchè siamo stati abituati nel tempo all’ostrica da cerimonia, di scadente qualità, con un guscio gigantesco e un frutto piccolissimo”, dice.

Ma il vento sta cambiando e cresce la quota di chi cerca la qualità. “Si apprezza sempre di più l’ostrica speciale, più carnosa e con una percentuale di carne rispetto al guscio dal 12% al 14%”, osserva.

E nel corso tema centrale sarà l’attenzione alla tutela della salute.”Se viene somministrata un’ostrica che non è buona -avverte Cutino-ovviamente ha delle conseguenze immediate per la salute, rispetto ad esempio al vino. C’è quindi un tema di tutela sanitaria, che noi affrontiamo attraverso la collaborazione con l’Istituto zooprofilattico definendo le caratteristiche necessarie per essere un’ostrica di qualità, e i difetti e le patologie dell’ostrica che possono portare a delle conseguenze per la salute. Che tra parentesi sono anche minori rispetto ad altri molluschi bivalvi come cozze e altri. L’ostrica si alleva sempre dove c’è una promiscuità di acqua dolce e salata quindi tendenzialmente le patologie più gravi e i batteri si sviluppano di in ambito acqua salata che di acqua dolce”, rimarca.

Oltre al corso resta un altro sogno nel cassetto per Aiost. “Noi vorremmo che un giorno le ostriche tornassero a essere coltivate in Campania. Che ci fosse quindi un progetto, e non escludo che ci sia, per il ritorno delle ostriche nei Campi Flegrei. E’ un pezzo di storia, e anche di business, che ci siamo persi”, conclude.

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Pil, Competere.EU: “Revisioni Istat consegnano al governo tesoretto ma congiuntura attuale resta negativa”

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Il segretario generale Roberto Race: "I problemi non mancano e una gran parte delle soluzioni si trova sui tavoli di lavoro organizzati a livello europeo, in particolare quelli che prevedono modifiche al Patto di stabilità"

Roberto Race segretario generale di Competere.Eu

“Il deterioramento del contesto economico italiano avviene all’interno di uno scenario che, anche a livello internazionale, mostra segnali di ulteriore rallentamento; ciò accresce il deficit, rispetto a quanto previsto nel Def, anche a causa di un pil più basso di quello atteso; ma una piccola mano, sul fronte delle risorse destinate a coprire l’aumento del deficit, potrebbe arrivare dalle nuove revisioni che l’Istat ha annunciato per il triennio 2020-2022 e che verranno presentate venerdì 22 settembre”. Lo dichiara il segretario generale di Competere.Eu, Roberto Race, nel presentare l’analisi congiunturale del think tank sull’andamento dell’economia italiana.

“Per l’Italia – spiega – questa revisione cambierà la narrativa sull’uscita dal Covid: il recupero dei livelli pre-Covid sarebbe stato raggiunto, infatti, già nel 2021 e attualmente, secondo alcune nostre valutazioni preliminari, il livello di pil potrebbe essere di oltre 4 punti più alto rispetto a quello di fine 2019, confermando il primato europeo dell’Italia nella velocità di recupero”.

“Venerdì prossimo – dice – è stata convocata una conferenza stampa nel corso della quale verranno presentati gli aggiornamenti delle stime di crescita del pil nominale (e in volume) dovuta al recepimento di nuove fonti statistiche strutturali e in particolare del sistema informativo integrato per la stima delle variabili dei Conti economici delle imprese. Queste revisioni saranno particolarmente rilevanti per il 2021, anno per il quale è stato già comunicato un incremento del pil nominale compreso tra 1,8% e 2,1% rispetto alle stime diffuse il 1° marzo 2023”.

“Non si hanno altri dettagli – avverte – ma di certo già questo contribuisce a ridurre la quota di debito e di deficit sul pil, quantomeno nel 2021, consentendo probabilmente la costituzione di un ‘tesoretto’ inatteso (difficile da quantificare oggi, prima di conoscere i dettagli da parte dell’Istat) da potere portare nella prossima manovra finanziaria. Tesoretto che potrebbe andare a coprire parte delle richieste delle imprese fatte da associazioni datoriali come Confindustria, Ance e Confcommercio”.

“Il caso italiano – avverte – non è isolato, in quanto revisioni della crescita del pil a ridosso della crisi Covid sono in atto anche in altri paesi, sebbene gli incrementi siano di intensità inferiore. In Spagna la revisione al rialzo per il 2021 è stata di nove decimi di punto e di tre decimi per il 2022. In UK il livello attuale di pil, grazie alle revisioni comunicate la scorsa settimana, è più alto di circa 1,7 punti rispetto ai livelli stimati in precedenza”.

“Nell’ultimo mese, da quando – spiega Race – il 16 agosto abbiamo realizzato la precedente nota congiunturale, i dati qualitativi e quantitativi diffusi da diversi istituti hanno confermato il deterioramento del contesto economico italiano all’interno di uno scenario che, anche a livello internazionale, mostra segnali di ulteriore rallentamento. Anche i principali previsori come Confindustria, Banca d’Italia e il Governo stesso stanno prendendo atto del mutamento di contesto rivedendo al ribasso le proprie stime di crescita, ad oggi molto ottimistiche”.

“Sono diversi – fa notare – i fattori che incidono: si sono accentuati gli scricchiolii del dragone cinese a causa della crisi del settore immobiliare e delle tensioni geopolitiche che accentuano un rallentamento globale in corso anche per gli aumenti dei tassi (sia Fed che Bce hanno alzato di un quarto di punto i tassi di riferimento) i cui effetti sulla domanda sono già evidenti, soprattutto in Europa. Inoltre, nel Vecchio Continente la Germania si sta rivelando il ‘malato d’Europa’, per effetto dei forti legami con la Cina, in particolare sul settore automotive che sta risentendo più di altri della svolta green. L’Italia non è esente da questo contagio poiché è il principale fornitore dell’economia tedesca per componenti di auto”.

“La debolezza dell’economia tedesca – continua Race – ha effetti rilevanti sulla dinamica dell’industria italiana. Anche per questa ragione la produzione industriale italiana mostra, ormai da mesi, segnali di forte debolezza. In luglio è tornata a diminuire (-0,7%) dopo due mesi di recuperi; a livello settoriale ha dato un contributo positivo solo il comparto energetico, che ha prodotto più del solito per l’accresciuta domanda di energia dovuta alle temperature elevate registrate nel mese. Se si osserva la dinamica nel solo manifatturiero, la diminuzione è più marcata (-1,1% su giugno), con i settori alimentare e mezzi di trasporto che mostrano i cali di attività più forti”.

“A luglio – ricorda – è venuto meno l’apporto di entrambe le componenti della domanda: quella estera è diminuita dell’1,8% mentre la caduta delle importazioni nello stesso mese (-4,7%), insieme alla diminuzione delle vendite al dettaglio (-0,2% in volume), è sintomo di una ulteriore perdita di slancio anche della domanda interna, già fortemente compromessa dal contestuale impatto di tassi elevati e inflazione in lento rallentamento, fattori che hanno ridotto il potere d’acquisto delle famiglie e limitato le prospettive di consumo”.

“Con i dati disponibili fino a luglio – ricorda – la produzione industriale entra nel terzo trimestre con una dinamica quasi piatta che, se confermata, potrebbe interrompere nei mesi estivi il calo trimestrale che procede ininterrottamente da un anno. Gli indicatori qualitativi, però, non offrono informazioni favorevoli: la fiducia degli imprenditori manifatturieri è diminuita tra giugno e agosto e le scorte di prodotti finiti sono aumentate pur in presenza di attese di produzione in peggioramento, segno che la domanda sta diminuendo più di quanto atteso e l’accumulo nei magazzini rappresenta un deterrente alla produzione nei prossimi mesi”.

“Anche il comparto edile – scrive oberto Race nella nota congiunturale di Competere.EU – dopo i fasti degli ultimi due anni, sta mostrando segnali di significativo arretramento. Gli investimenti sono diminuiti nel secondo trimestre e le informazioni attuali non lasciano intravedere un’inversione di tendenza nel breve periodo, tenuto conto dell’incertezza legata al Superbonus che sta allontanando imprese e privati dal suo utilizzo. Inoltre, nonostante l’aumento del costo del denaro, che si è rafforzato in seguito al recente rialzo dei tassi Bce (la settimana scorsa portati al 4,5%), i prezzi delle case hanno continuato ad aumentare, risentendo dei rincari delle materie prime e del materiale da costruzione che si erano avuti nel corso del 2022. Gli ultimi dati Istat evidenziano infatti un aumento medio del prezzo delle abitazioni che, nel secondo trimestre, ha toccato il 2,0%, in accelerazione dal +1,0% nel primo”.

“Crescita del costo di finanziamento (il costo medio di un mutuo a tasso fisso oggi è intorno al 5%) e aumento dei prezzi di vendita, in un contesto recessivo quale quello attuale e con attese di calo dei prezzi nel prossimo anno – fa notare – portano le famiglie a rinviare le scelte di acquisto delle abitazioni (nel secondo trimestre -16% le vendite di abitazioni in un anno). Questa situazione potrebbe avere effetti gravi per le imprese del comparto che, in assenza di domanda, saranno costrette a ridurre i prezzi e sacrificare margini e profitti, in un contesto di liquidità che risulta in progressivo ridimensionamento”.

“Dal punto di vista della domanda, poi, il vero problema all’orizzonte- scrive Race – sono i consumi. Nel secondo trimestre il dettaglio della spesa per consumi finali delle famiglie mostra una diminuzione degli acquisti di beni non durevoli e semidurevoli. Si tratta prevalentemente di beni alimentari, di medicine, di prodotti per la cura delle persone, di calzature. È un segnale molto negativo poiché il calo degli acquisti di questi beni primari riflette crescenti difficoltà per le famiglie meno benestanti, il cui potere d’acquisto è stato maggiormente impattato dalla dinamica dell’inflazione”.

“Dopo una fase – sottolinea – in cui le famiglie hanno cercato di mantenere gli standard di consumo precedenti al Covid, utilizzando l’extra risparmio che era stato forzatamente accumulato durante i lockdown e a causa delle limitazioni introdotte a causa del Covid, si è passati a una fase in cui è stata sacrificata la qualità dei beni acquistati e oggi vi è una riduzione delle quantità. Se questa interpretazione è corretta, allora ci troviamo in una situazione di aumento delle famiglie in gravi difficoltà economiche, cosa che richiede un intervento di ampio respiro a supporto del reddito di queste fasce della popolazione e di quelle che stanno scivolando in area di povertà. Tema molto caro al presidente Mattarella”.

“Ciò avviene anche a causa di una dinamica dell’inflazione – scrive Race nella nota di Competere.EU – che decelera in misura più graduale di quanto atteso nei mesi scorsi. In agosto l’inflazione in Italia ha toccato il 5,4% su base annua, un dato di oltre sei punti inferiore rispetto al picco di fine 2022. La discesa dei prezzi è stata frenata, nelle ultime settimane, dai rincari del petrolio e del gas, i primi prevalentemente a causa del blocco della produzione decisa da Arabia e Russia e i secondi soprattutto a causa degli scioperi nel settore del Gnl in Australia e per lavori di manutenzione del gasdotto in Norvegia”.

“In tale contesto, dinamiche salariali che procedono a un ritmo più lento di quello dell’inflazione stanno generando impatti significativi sui bilanci delle famiglie. Una gran parte dei ccnl (circa il 50%) deve essere ancora rinnovato per cui, sotto questo punto di vista, se oggi gli effetti sono negativi, nel 2024 si può attendere un miglioramento delle condizioni: a fronte di una decelerazione ulteriore della dinamica dei prezzi che, secondo molti previsori, dovrebbe scendere sotto il 3% nella media dell’anno prossimo (quasi dimezzandosi rispetto al 2023) si avranno incrementi significativi delle retribuzioni (i cui contratti verranno rinnovati a tassi superiori) e ciò aumenterà il potere d’acquisto delle famiglie, liberando risorse per i consumi”.

“La combinazione di questi fattori – commenta Race – rappresenta un pesante fardello sull’andamento del pil quest’anno e il prossimo. Il Governo non può non tenerne conto nella prossima manovra finanziaria, la quale dovrà inoltre considerare anche i circa 30 miliardi di superbonus che andranno a incrementare di circa 1,5 punti la dinamica del deficit, portandola al 6% (o sopra), rispetto a quanto considerato nel Def in aprile (4,5%)”.

“Per il 2024 – dice ancora – i dubbi sull’attribuzione delle risorse del Superbonus lasciano spazio a una grande incertezza. Nel Def era previsto un deficit del 3,7% ma con una dinamica del pil più robusta (+1,5% previsto) di quella che sarà: (potrebbe essere addirittura la metà di quella prevista ad aprile)”.

“I problemi dunque – osserva – non mancano e una gran parte delle soluzioni si trova sui tavoli di lavoro organizzati a livello europeo, in particolare quelli che prevedono modifiche al Patto di stabilità. Su questo fronte le ultime notizie non sono rassicuranti, a causa del riemergere di ‘falchi’ che intendono limitare qualsiasi revisione rispetto alle regole già stabilite e fino al 31 dicembre sospese”.

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