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In provincia di Trento parte sperimentazione italiana portafoglio digitale Ue

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Sarà la Provincia autonoma di Trento a sperimentare per prima in Italia alcuni casi d’uso del portafoglio digitale europeo: un sistema che consentirà a cittadini, residenti e imprese dell’Unione europea di certificare la propria identità in completa sicurezza, senza bisogno di fornire documenti cartacei o altra burocrazia per accedere a servizi pubblici e privati in tutti gli Stati membri. Il test darà così attuazione, in ambito nazionale, a uno dei progetti del Consorzio “Potential”, che è tra i large scale pilot selezionati dalla Commissione europea per rendere concrete le prime applicazioni dello European Digital Identity Wallet. L’iniziativa vede coinvolti, oltre alla Provincia autonoma di Trento, anche PagoPA S.p.A (nel ruolo di wallet provider) insieme al Dipartimento per la Trasformazione Digitale, alla Fondazione Bruno Kessler (FBK) e all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (Ipzs). La sperimentazione del portafoglio digitale sul territorio trentino è stata lanciata nel corso del panel “Il wallet europeo: una scelta strategica per l’Italia”, organizzato dalla Fondazione Hub Innovazione Trentino (Hit) all’interno del Festival dell’Economia di Trento.

Il quadro proposto dalla Commissione europea prevede la realizzazione di un portafoglio digitale, disponibile con un’app per smartphone, nel quale potranno essere condivisi certificati e firmati documenti ufficiali in pochi click, in tutta Europa. Ogni Stato membro fornirà gratuitamente un e-Wallet al cittadino, ma senza obbligo di utilizzo.

A giugno, con il lancio ufficiale di “Potential”, prenderà il via l’implementazione di una delle soluzioni di e-Wallet che coinvolgono l’Italia con l’inizio dei test sui primi casi d’uso nel corso del 2024. La sperimentazione, che partirà dalla Provincia autonoma di Trento, riguarderà in particolare: l’identificazione e l’autenticazione per la fruizione dei servizi pubblici digitali (eGov), la licenza di guida digitale e la ricetta medica elettronica (ePrescription). Grazie al coinvolgimento di PagoPA, a fare da wallet sarà IO, l’app dei servizi pubblici, individuata sia come modello per la definizione dello standard di wallet internazionale sia per la realizzazione del portafoglio digitale nazionale.

“Siamo orgogliosi di portare ai partner del Consorzio “Potential” — ha evidenziato Maurizio Fatarella, Direttore Generale di PagoPA S.p.A. — l’esperienza di successo maturata dall’app IO, su cui l’Italia ha scelto di basare il modello di digital wallet pubblico riconoscendone i principali punti di forza: un asset digitale dello Stato già diffuso tra i cittadini, ampiamente collaudato nei suoi requisiti di sicurezza, scalabilità, resilienza e sviluppato con tecnologie improntate alla interoperabilità sovranazionale. Sperimentare a Trento le prime applicazioni del portafoglio elettronico europeo al fianco di realtà italiane di eccellenza come la Fondazione Bruno Kessler conferma il valore della collaborazione tra istituzioni, territori, società pubbliche, centri di ricerca e aziende private affinché ogni innovazione possa essere declinata con efficacia a livello di sistema”.

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Spezia-Verona si gioca a Reggio Emilia

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La Lega cambia la sede dello spareggio per evitare la Serie B

Lo spareggio Spezia-Verona, per evitare la retrocessione in B, si gioca a Reggio Emilia. La Lega di Serie A ha deciso di tornare sui suoi passi e assegnare al Mapei Stadium di Reggio Emilia lo spareggio tra Spezia e Verona, che sancirà la terza squadra retrocessa in Serie B. L’iniziale scelta di Udine come sede aveva scatenato polemiche e, vista la distanza ridotta da Verona, la reazione stizzita dello Spezia. Si gioca a Reggio Emilia domenica 11 giugno alle ore 20.45.

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Torino, picchia la moglie che si rifiuta di rubare al supermercato: arrestato

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Un 51enne è stato trovato in possesso di un coltello e di un grammo di hashish

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Ha colpito violentemente la moglie facendole perdere i sensi perché si era rifiutata di rubare in un supermercato. Per questo un 51enne arrestato la scorsa notte dovrà rispondere di maltrattamenti.

Ad allertare i carabinieri è stato il personale della sicurezza privata del pronto soccorso di Rivoli da dove l’uomo, che poco prima aveva dato in escandescenze aggredendo la consorte e danneggiandole l’auto, si era allontanato a piedi, facendo perdere le proprie tracce.

Individuato e perquisito dai militari, è stato trovato in possesso di un coltello e di un grammo di hashish. A seguito di accertamenti, a carico dell’uomo sono emersi reiterati maltrattamenti domestici e ripetute aggressioni fisiche culminate domenica pomeriggio quando, in stato di alterazione per l’assunzione di bevande alcoliche, aveva picchiato la moglie causandole una ferita a una mano medicata e giudicata guaribile in 5 giorni.

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Economia

Milano, Pavone: “Non può esistere smart city senza cittadini smart”

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La coordinatrice board Innovazione tecnologica e Trasformazione digitale è intervenuta allo 'Young Innovators Business Forum' organizzato da Angi

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“Non può esistere una smart city senza che esistano cittadini smart: è nostro dovere coinvolgere e fare innovazione anche per le fasce più fragili della popolazione”. Così Layla Pavone, coordinatrice del board Innovazione tecnologica e Trasformazione digitale del Comune di Milano, intervenendo allo Young Innovators Business Forum, tenutosi oggi a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano.

L’evento, organizzato da Angi e giunto alla sua seconda edizione, ha fornito l’occasione per fare il punto sulla situazione della città in termini di innovazione: “Come saprete, io rappresento una figura totalmente innovativa a Milano, una città che cerca sempre di innovare e di sperimentare anche attraverso la creazione di un board dell’innovazione, che lavora nei paradigmi dell’open innovation”, ha spiegato Pavone. Si tratta di “un tavolo di stakeholder esterni che collaborano con tutta l’amministrazione, a totale disposizione degli assessori, per portare tutto ciò che il mondo dell’ecosistema dell’innovazione può proporre, sempre mettendo al centro della nostra attività l’ascolto e il rispetto delle esigenze dei nostri cittadini”.

“L’idea -ha sottolineato- è quella di considerare la città come un’azienda e come tale cercare di gestirla, con il fine ultimo di portare risultati e poter misurare l’impatto delle attività che vengono poste in essere. Milano è naturalmente il centro nevralgico dell’innovazione e i tanti progetti che stiamo sviluppando vogliono sottolineare anche come esista ancora, anche a livello nazionale, un digital divide culturale da ridurre”.

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Lavoro

Tlc, Di Raimondo (Asstel): “Sciopero? condividiamo preoccupazioni sindacati, serve nuova politica industriale”

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Il direttore generale, calo ricavi rappresenta una delle criticità della Filiera: passati da flusso di cassa di 10,5 mld del 2010 a circa un miliardo del 2021

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“Le organizzazioni sindacali richiamano l’attenzione delle Istituzioni per affrontare le difficoltà che il settore attraversa. Asstel condivide le preoccupazioni sul futuro dell’industry e sulla complessiva sostenibilità occupazionale: come associazione abbiamo una costante interlocuzione con Governo e Istituzioni con l’obiettivo di sviluppare soluzioni di lungo periodo che siano leva anche di competitività per il Paese. Serve una nuova politica industriale per la filiera che sostenga anche i periodici e significativi piani di investimento necessari ad offrire servizi innovativi e di qualità ai clienti”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Laura Di Raimondo, direttore generale Asstel Confindustria sullo sciopero di oggi dei lavoratori delle tlc proclamato unitariamente dai sindacati, che parlano di 20mila posti a rischio nel settore.

Di Raimondo ricorda che “il 2022 è stato un anno complesso per la filiera Tlc. Un anno che segue, purtroppo, un trend negativo: in 12 anni ha perso oltre un terzo del suo valore. L’aumento dei costi dell’energia, una competitività sempre più forte, un calo dei prezzi negli ultimi dieci anni del 33,6% e gli interventi regolatori sui mercati wholesale sono alcune delle cause che hanno portato a questa situazione di difficoltà”.

Per Di Raimondo “il calo dei ricavi rappresenta una delle criticità della Filiera: si è passati da un flusso di cassa di 10,5 miliardi del 2010, a circa un miliardo del 2021. Nel 2022, per la prima volta, si è registrato un valore negativo di circa 4 miliardi causato prevalentemente dal pagamento dell’ultima rata per le licenze 5G”. “Mentre il traffico dati aumenta, i prezzi -spiega Di Raimondo- sono in calo rispetto ad altre utilities. Il calo dei prezzi (-33,6% più del doppio dei principali paesi europei) è un fenomeno tutto italiano, e questo è indice della necessità di superare l’attuale modello. Nonostante tali criticità, gli operatori stanno ampliando i modelli di business verso nuovi settori e servizi, per effetto degli abilitatori digitali quali i big data, il cloud, l’Iot, la cybersecurity, il 5G. In questo sistema sono indispensabili le nuove competenze digitali e la formazione permanente del personale in essere a cui si devono affiancare strumenti di politiche attive”, sottolinea.

E per quanto riguarda il dl sulle tlc del governo la posizione di Asstel è chiara. “L’evoluzione del settore -spiega Di Raimondo- richiede specifiche misure e provvedimenti su cui il Governo ha posto la sua attenzione, quali: la mitigazione strutturale del costo dell’energia; l’armonizzazione dei limiti elettromagnetici a livello europeo. A questi, si affiancano gli interventi per la riduzione dell’Iva per i servizi di connettività, ispirandosi ai recenti indirizzi europei, e l’estensione del beneficio per investimenti in beni strumentali nuovi nel piano transizione 4.0. Sono stati sicuramente efficaci i recenti interventi normativi sulle semplificazioni; per attuare uniformemente la norma è necessario un coordinamento ottimale tra le istituzioni centrali e locali”, conclude.

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Economia

Cos’è l’Einstein Telescope che il governo vuole in Italia

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Intitolato al genio di Albert Eistein che per primo ipotizzò l'esistenza delle onde gravitazionali, 'ascolterà' l'universo, indietro di 13 miliardi di anni

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Studierà l’universo con le onde gravitazionali portandoci indietro nel tempo, fino a 13 miliardi di anni fa. Anzi l’Einstein Telescope – dedicato al genio di Albert Eistein che per primo ipotizzò l’esistenza delle onde gravitazionali scoperte nel 2015 – ‘ascolterà’ l’universo attraverso le onde gravitazionali che è come se fossero la voce, l’eco dei più estremi eventi astrofisici nel cosmo. E l’Italia – che con la Premier Giorgia Meloni che ha presentato ufficialmente la candidatura del nostro Paese – è bene intenzionata ad assicurarsi lo sviluppo e la sede di questa eccezionale infrastruttura della scienza sul proprio territorio. Il sito italiano proposto è nell’area della miniera dismessa di Sos Enattos, in Sardegna, fra i comuni di Lula, Bitti e Onanì. L’Et – come lo hanno ribattezzato gli scienziati – è un interferometro di terza generazione rispetto agli attuali perché la sua sensibilità sarà almeno dieci volte migliore, andando a investigare un volume d’Universo almeno mille volte superiore a quello attuale.

Imponente l’effetto totale potenziale in termini di occupazione generato da Et che, considerando effetti diretti e indotti, è stimato in 36.085 unità di forza lavoro e che corrispondono a circa 4.000 persone che lavorano, full time ogni anno, per i 9 anni di costruzione ipotizzati. Poiché la costruzione richiede l’avvicendarsi di diverse professionalità nelle varie fasi di costruzione, ci saranno degli specialisti che potranno lavorare per frazioni di anno e quindi il numero di persone che saranno coinvolte sarà maggiore di 4.000 l’anno. Questa forza lavoro sarà distribuita in tutta Europa, con una previsione indicativa di un 70% circa nella nazione ospitante. La mission prioritaria di Et è scientifica ed il suo obiettivo è la conoscenza, è studiare l’universo con le onde gravitazionali, attraverso la sua storia, ripercorrendola indietro nel tempo fino all’epoca in cui è comparsa la luce, per capirne l’origine, come si è formato ed evoluto e quale sarà il suo futuro.

Gli scienziati ci ricordano che del nostro universo ad oggi conosciamo poco meno del 5%, ossia la materia ordinaria di cui siamo fatti noi e tutto ciò che possiamo osservare nel cosmo. Del restante 95% circa “non sappiamo praticamente nulla”, possiamo solo concludere, sulla base delle nostre osservazioni, che – scrivono gli scienziati dell’Infn sul sito dedicato a Et – esistono un altro tipo di materia, chiamata materia oscura, e un’energia, chiamata energia oscura, entrambe di natura sconosciuta. Einstein Telescope potrà contribuire a comprendere l’universo oscuro, verificando alcune ipotesi, ad esempio i buchi neri primordiali o gli assioni come ipotetici componenti candidati a costituire la materia oscura, che rappresenta circa il 25% del nostro universo “ma la cui natura oggi è, appunto, una delle maggiori questioni ancora irrisolte”.

Un altro importante risultato scientifico che Et potrà realizzare, e che aprirebbe la strada verso la comprensione del big bang, e dunque dell’origine dell’universo, è la misura di parametri cosmologici legati alla sua espansione e quindi al problema dell’energia oscura, di cui sappiamo solamente che costituisce oltre il 70% dell’universo e che ne condiziona fortemente l’evoluzione. Come tutti i progetti di Big Science, anche l’Einstein Telescope ha bisogno di un ampio supporto e il progetto Esfri di Et – spiega l’Infn su einstein-telescope.it – è organizzato in forma di consorzio, è guidato da Italia e Paesi Bassi e gode del sostegno politico di Belgio, Polonia e Spagna. La comunità di Et è attiva da oltre 15 anni e dal 2022 è organizzata in una collaborazione scientifica internazionale, composta da oltre 1.400 persone, tra cui ricercatori, ingegneri, tecnici e scienziati dei dati, appartenenti a più di 220 istituzioni distribuite su 23 nazioni, sia in Europa, con Francia, Germania, Grecia, Repubblica Ceca, Svizzera, Regno Unito e Ungheria, sia nel mondo. Et – nato nel 2006 e il cui sviluppo si snoderà fino al 2038 – richiede ingenti risorse, il totale dell’investimento previsto è di 1,91 miliardi di euro, di cui 50 milioni di euro per il progetto (2008-2017); 171 milioni di euro per la preparazione (2018-2027); 1,7 miliardi per l’implementazione (2025-2035); 37 milioni di euro l’anno per le attività (2034-2038).

Et, spiega l’Infn, presenta un potenziale scientifico eccezionale e le sfide scientifiche da affrontare porteranno a sviluppi tecnologici in vari settori, tra cui la meccanica di precisione, la metallurgia, la sensoristica sismica, l’ottica, le tecnologie quantistiche e la gestione di imponenti moli di dati con l’intelligenza artificiale, nonché un enorme impatto sul territorio in cui sarà costruito. L’Italia ha un ruolo preminente a livello mondiale del settore, essendo uno dei soli due paesi al mondo dotati di uno strumento idoneo a questa scienza, Et rappresenta quindi un’opportunità straordinaria per la scienza, per l’industria nazionale e per la Sardegna. Il Ministero dell’Università e Ricerca ha recentemente approvato il progetto Pnrr IR0000004-Etic che è dedicato allo sviluppo delle tecnologie abilitanti in Italia e alla realizzazione di uno studio di fattibilità per un disegno di Et in Sardegna sostenibile e ecologico. La straordinaria sensibilità di Et impone che l’ambiente in cui sarà costruito sia il più possibile protetto da vibrazioni del terreno.

Per questa ragione si è indicata la Sardegna, una delle regioni meno sismiche in Europa e a bassa densità di popolazione. Inoltre l’Einstein Telescope, i cui bracci dovrebbero essere costruiti fra i 100 ed i 300 metri sotto terra per allontanare dalla sua capacità di ‘ascolto’ qualsiasi rumore naturale e artificiale, è una infrastruttura di ricerca innovativa ma è anche una grande infrastruttura civile, basti pensare alla realizzazione degli scavi, dei tunnel sotterranei, delle sale sperimentali sotterranee e dei laboratori di superficie. Tutte queste infrastrutture saranno realizzate in un ambiente naturale unico e da tutelare, e al quale dovranno perciò adeguarsi. Gli aspetti di sostenibilità ambientale, territoriale ed energetica sono prioritari e, assicurano gli esperti, rappresentano un elemento di valore intrinseco per tutto il progetto Et, che offrirà spunti di sviluppo e di replicazione in altri territori. Einstein Telescope moltiplicherà le necessità di componentistica meccanica rispetto a Virgo con un costo aspettato, per le sole sospensioni, di circa 52 milioni di euro. Inoltre, l’uso della robotica si sta da poco affacciando all’interno del mondo dei rivelatori di onde gravitazionali ed Et rappresenta un’opportunità di sviluppo in questa nuova relazione.

L’elaborazione dei dati raccolti da Et richiederà sistemi di calcolo d’avanguardia. È prevista la trasmissione in tempo reale di un flusso sostenuto di dati verso centri di calcolo dislocati in Italia, Europa e anche in altri luoghi del mondo. Il sito che ospiterà l’infrastruttura di Et sarà il punto di partenza e di prima gestione di questa grande mole di dati. Nel caso della Sardegna, ciò potrà essere realizzato grazie anche al potenziamento della rete della ricerca Garr, previsto nell’ambio del progetto Pnrr TeRabit, in cui l’Italia sarà il primo punto di approdo in Europa, e contribuirà all’elaborazione, oltre che alla trasmissione dei dati.

Istituti di ricerca e Università nazionali lavorano allo sviluppo di soluzioni innovative dedicate al calcolo scientifico di alta prestazione: è il proseguimento di una lunga tradizione che ha contribuito a realizzare in Italia grandi centri di ricerca sul calcolo, ne sono esempio il supercomputer Leonardo del Cineca e il neonato Centro di Ricerca in High Performance Computing, big data e quantum computing Icsc a Bologna, finanziato nell’ambito del Pnrr.

La presenza di una cultura dell’innovazione nel calcolo alimentata dalle necessità di Et secondo gli esperti costituisce “un vantaggio per le imprese che potranno disporre delle soluzioni più avanzate collaudate dagli utenti più esigenti”. Queste necessità, assicurano, potranno anche creare un indotto con contenuti di alta tecnologia, che potrà contribuire all’innovazione anche nelle industrie di settori più tradizionali, dimostrando la realizzabilità di quel grande balzo che va dalla ricerca di nuova conoscenza alle sue potenti ricadute nello sviluppo economico dei Paesi. (di Andreana d’Aquino)

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Economia

Einstein Telescope, Meloni candida l’Italia: sfida da 1,9 miliardi a Olanda

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Il sito scelto per la futura grande infrastruttura europea di ricerca delle onde gravitazionali è in Sardegna: "Italia capace di grandi imprese, sfida a nostra portata"

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Il Governo ci crede e per portare in Italia l’Einstein Telescope scende in campo la stessa premier Giorgia Meloni che presenta ufficialmente la candidatura del sito italiano nell’area della miniera dismessa di Sos Enattos, in Sardegna. Il sito è il luogo prescelto per la futura grande infrastruttura europea di ricerca per la rivelazione delle onde gravitazionali ipotizziate dal genio di Albert Einstein e scoperte solo nel 2015. Realizzare l’Einstein Telescope richiede un investimento europeo colossale da 1,9 miliardi di euro in 9 anni e che – considerando effetti diretti e indotti – si stima occuperà 36.085 unità di forza lavoro corrispondenti a circa 4.000 persone che lavorano full time, ogni anno, per i 9 anni di costruzione ipotizzati.

“Sono appena rientrata dalla Tunisia ma volevo offrire con la mia presenza l’attenzione, la volontà, la dedizione che il governo italiano intende mettere sulla candidatura dell’Italia a ospitare l’Einstein Telescope. Volevo che fosse chiara questa volontà”, ha detto Meloni. “Il simbolo di questa candidatura è il simbolo di una Italia che vuole guardare verso l’alto, e dire ‘noi siamo capaci di grandi imprese’ perché noi lo abbiamo già fatto”, rimarca il presidente del Consiglio. Per Meloni, “questa sfida è assolutamente alla nostra portata se torniamo ad essere un’Italia capace di pensarsi in grande, di pensare in grande, e’ l’Italia che forse di recente abbiamo perso e che vogliamo recuperare”. Quello di Einstein Telescope “è un obiettivo straordinario e ci vorrà la collaborazione di tutti: del mondo della ricerca della politica, della società e anche dei giornalisti”.

L’investimento pari a 1,9 miliardi di euro – stimato dagli economisti dell’Università di Sassari – è suddiviso in 1,7 miliardi per l’infrastruttura di ET mentre il rimanente (0,2 miliardi) sarà investito in tecnologia. Gli economisti stimano inoltre che per ogni euro investito ci sarà un incremento di Pil di 1,6 euro. Inoltre ogni euro investito in ET genererà un volume di affari di 3,2 euro. Secondo l’architettura finanziaria , in discussione a livello europeo internazionale, l’investimento di 1,9 miliardi sarà per metà a carico della nazione ospitante e per metà a carico degli altri governi europei. Il progetto Einstein Telescope è appoggiato dalla Commissione Europea.

Al fianco di Giorgia Meloni all’Osservatorio di Monte Mario a Roma – sede centrale dell’Inaf – siedono anche il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Al tavolo all’Inaf sono presenti anche il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini; il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone; il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano. Dunque l’esecutivo getta il guanto di sfida all’Olanda, l’altro Paese in europeo in gara, che ha proposto come sede per l’Eistein Telescope il sito Limburg, al confine fra Belgio e Germania, non lontano da Maastricht. L’Italia insomma vuole proprio vedere sorgere in casa il grande rilevatore di onde gravitazionali e propone l’area della miniera dismessa di Sos Enattos come sito per l’infrastruttura di ricerca che sarà in grado di osservare un volume di universo almeno mille volte maggiore rispetto agli attuali strumenti di seconda generazione.

Ad osservare per la prima volta nel 2015 le onde gravitazionali, previste cento anni prima da Albert Einstein, sono stati gli interferometri Ligo – negli Stati Uniti – e Virgo in Italia, le cui collaborazioni scientifiche hanno conquistato il Nobel per la Fisica nel 2017. In questa candidatura Meloni può contare sul pieno sostegno del fisico italiano Giorgio Parisi, Premio Nobel per la Fisica e presidente del Comitato tecnico scientifico per la candidatura italiana dell’Einstein Telescope.

Ad accendere un faro sulla colossale impresa scientifica sono anche Ettore Sequi, Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Antonio Zoccoli, Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Interviene inoltre il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Christian Solinas. Eistein Telescope è “un fiore all’occhiello per la ricerca scientifica italiana”, ha più volte sottolineato la titolare del Mur Anna Maria Bernini. E ora sta per partire la sfida. (di Andreana D’Aquino)

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Potenza, incidente a Lavello tra auto e tir: due morti

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Lo scontro avvenuto sulla strada statale 655 'Bradanica', le vittime sono due operai della Stellantis di Melfi


Due uomini sono morti e un’altra persona è rimasta ferita in un incidente avvenuto sulla strada statale 655 ”Bradanica” a Lavello (Potenza), all’altezza del km 55, nel pomeriggio alle ore 14.30 circa. Due i veicoli coinvolti, un autoarticolato e un’automobile. Nell’impatto entrambi sono finiti contro il guardrail. La dinamica è in fase di accertamento da parte dei carabinieri della locale stazione mentre la strada è stata chiusa temporaneamente dall’Anas per le operazioni di soccorso e rimozione dei mezzi. Secondo le prime informazioni, le vittime sono due operai della Stellantis di Melfi, residenti in provincia di Potenza. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco delle sedi distaccate di Melfi e Palazzo San Gervasio mentre dai comandi di Matera e Foggia sono arrivate le autogru necessarie per rimuovere i mezzi dalla carreggiata. Per il soccorso della persona ferita è intervenuto il 118.

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Economia

L’intelligenza artificiale per la trasformazione digitale delle imprese

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L'impatto stimato da EY dell'uso di IA sul prodotto interno globale è di 15 trilioni di dollari entro il 2030

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Tra le tecnologie digitali di ultima generazione l’Intelligenza Artificiale è una delle più complesse e discusse grazie alla sua capacità di acquisire rapidamente enormi quantità di dati e informazioni che le permettono di imparare e interagire con l’ambiente. Oltre a intervenire in diversi ambiti delle nostre vite quotidiane, l’IA, se opportunamente utilizzata, può imprimere un’accelerazione nella transizione digitale delle imprese.

Paolo Lobetti Bodoni, consulting leader di EY Italia commenta “Ignorare la nascente rivoluzione fornita dall’IA significa condannare le proprie imprese ad una minor competitività nel mercato globale e, per l’Italia, perdere l’opportunità di accelerare la propria trasformazione digitale. Oggi il 65% delle aziende in Italia ha già adottato sistemi di IA, anche se in fase embrionale, e il Paese è al terzo posto per capacità di produrre innovazione. Dati positivi e in linea con il resto dei Paesi europei, ma se consideriamo che nell’ultimo anno sono stati investiti 457 milioni di euro in Italia contro i 15 miliardi a livello europeo ci rendiamo conto quanto ci sia ancora margine di crescita in questo settore”.

“L’adozione dell’IA – osserva – richiede, però, un cambio di mindset da parte delle aziende e delle organizzazioni: non si tratta solo di acquisire tecnologie avanzate, ma di implementare un approccio olistico all’interno dell’organizzazione. Questo significa comprendere i bisogni degli utenti finali, sviluppare competenze specifiche, costruire una cultura della sperimentazione e dell’innovazione all’interno della propria impresa e definire processi di lavoro che possano integrare l’IA in modo efficace. Questa modalità di implementazione a 360° è la chiave per generare vero valore a lungo termine”.

L’impatto stimato da EY dell’uso di IA sul prodotto interno globale è di 15 trilioni di dollari entro il 2030. Attualmente però secondo l’Osservatorio EY solo l’8% delle aziende è impegnato nell’adozione diffusa di tale tecnologia e quindi il suo pieno potenziale è ancora lontano dall’essere sfruttato. Per un’applicazione su larga scala dell’IA servirebbe una spinta decisa, ma non senza un’adeguata governance che garantisca una corretta adozione della tecnologia, con particolare riferimento alla sicurezza e alla protezione dei dati.

In questa direzione va vista l’approvazione a dicembre 2022 da parte del Consiglio europeo dell’AI Act, un approccio di regolamentazione basato sulla classificazione dei sistemi di AI in base al livello di rischio che possono comportare per i diritti fondamentali dei cittadini. Governance dunque, ma anche investimenti che, per quanto riguarda il nostro Paese, pur essendo aumentati del 30% nell’ultimo anno, ci vedono ancora piuttosto indietro rispetto a Usa, Cina, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna.

Per le aziende le possibili applicazioni di IA sono diverse: automazione di interi processi come la gestione dei dati e del personale; ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e servizi con riduzione dei costi, tempi e aumento della qualità degli stessi; personalizzazione della relazione con i clienti attraverso modelli di interazione diretti e su misura; miglioramento dell’efficienza dei dipendenti e collaboratori aziendali.

Ma per fare in modo che l’IA rappresenti un valore aggiunto le imprese dovrebbero allineare la cultura, la struttura e le modalità di lavoro adottando una strategia integrata tra conoscenza del processo, etica e sicurezza. Il che si tradurrebbe in un cambio di atteggiamento complessivo, a cominciare dallo sviluppo di conoscenze specifiche, la definizione di processi di lavoro che integrino l’IA in modo efficace anche tramite regole chiare e un’infrastruttura adeguata.

Un modello di business ‘AI driven’ in cui l’organizzazione è interamente progettata attorno all’Intelligenza Artificiale e basata su di essa, dove ogni funzione deve essere pensata per migliorare l’efficienza e l’efficacia della strategia.

Ad esempio, tramite un accesso facile e veloce ai dati per permettere operazioni e feedback rapidi e interattivi tra funzioni e team diversi. Sinora le aziende che hanno accolto l’AI in tutta l’azienda hanno ottenuto un valore significativo dei loro investimenti e in genere dedicano il 70% di tali investimenti all’integrazione dell’IA nei processi aziendali, il 20% alle tecnologie e il 10% negli algoritmi di IA.

https://www.ey.com/it_it/beyond-la-nuova-serie-tv-di-ey/intelligenza-artificiale-una-rivoluzione-tra-opportunita-e-rischi

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Sport

Milan, Maldini via: addio è ufficiale

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Il club rossonero annuncia il divorzio dal direttore tecnico

Paolo Maldini non è più il direttore tecnico del Milan. Ad annunciarlo ufficialmente è lo stesso club rossonero con una nota sul proprio sito ufficiale: “AC Milan annuncia che Paolo Maldini conclude il suo incarico nel Club, con effetto dal 5 giugno 2023. Lo ringraziamo per il suo contributo in questi anni, con il ritorno del Milan in Champions League e con la vittoria dello Scudetto nella stagione 2021/22. Le sue responsabilità saranno assegnate a un gruppo di lavoro integrato che opererà in stretto contatto con il Coach della prima squadra, riportando direttamente all’Amministratore Delegato”.

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Economia

Made in Italy, Valentini: “Dobbiamo proteggere i brevetti italiani”

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Intervento del viceministro al ministero delle Imprese e del Made in Italy allo Young Innovators Business Forum di Angi

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“In Italia, fortunatamente, abbiamo un ecosistema dell’innovazione popolato da numerosi giovani innovatori. Il nostro paese si è dotato di una disciplina organica diretta alla crescita e allo sviluppo delle imprese innovative. Abbiamo oltre 14.000 startup in Italia, il 7% delle quali è stato creato da giovani innovatori. Tuttavia, l’innovazione richiede risorse di investimento, ed è compito delle istituzioni avviare percorsi di costante rinnovamento e promuovere l’innovazione tecnologica come leva fondamentale per la crescita”. A dirlo Valentino Valentini, viceministro al ministero delle Imprese e del Made in Italy, in un messaggio di ringraziamento all’Associazione nazionale giovani innovatori, in occasione dello Young Innovators Business Forum presso la sede della Borsa di Milano a Palazzo Mezzanotte.

“Il governo – ha assicurato – ha operato e continuerà ad operare interventi a favore dei giovani innovatori. Citiamo ad esempio gli esoneri di pagamento delle imposte nei confronti delle camere di commercio per le startup innovative, l’accesso gratuito e semplificato al fondo di garanzia per le pmi, l’introduzione del Fondo nazionale innovazione e le deroghe alla disciplina societaria ordinaria per le startup”.

“Il Ministero delle Imprese del Made in Italy – ha sottolineato – considera l’innovazione come la massima espressione del Made in Italy 4.0 e 5.0. Tra le nostre misure, vorrei mettere in evidenza Smart & Start, un incentivo che sostiene la nascita e la crescita delle startup innovative di piccole dimensioni ad alto contenuto tecnologico. Questo stimola una cultura imprenditoriale legata all’economia digitale, valorizzando i risultati della ricerca e incoraggiando il rientro dei cervelli dall’estero. Desidero citare anche il Decreto Legge Made in Italy, che punta a rafforzare tutte le nostre filiere promuovendo le eccellenze del nostro territorio in coerenza con i principi della sostenibilità e della transizione digitale. Inoltre, non basta solo saper innovare, è importante anche proteggere l’innovazione e trasformare idee innovative in nuove realtà di business attraverso la registrazione dei brevetti. Nel 2022, le aziende e gli inventori italiani hanno depositato presso l’Ufficio europeo dei brevetti 4.864 domande, quasi un record rispetto alle 4.920 domande del 2021. Questo è un buon punto di partenza, ma il mio auspicio è che supereremo le 5.000 domande e lavoreremo insieme per tradurre l’eccellenza scientifica e l’ingegnosità italiana in valore economico, riuscendo a eguagliare, se non superare, i nostri colleghi europei”.

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