

Economia
Il principio della massima prudenza sulle criptovalute di Basilea e il dietrofront di Musk
Nonostante tutti i tentativi per renderla mainstream, la criptovaluta continua ad essere offuscata da un alone di mistero e pericolo. Almeno per i grandi regolatori. Il comitato di Basilea per la vigilanza bancaria ha lanciato un nuovo grido d’allarme e una richiesta di regole più stringenti per tutelare banche e consumatori dalla volatilità delle cripto monete. La proposta è quella di introdurre una regolamentazione severa nel solco del più rigido conservatorismo prudenziale, che obbligherebbe le banche a tenere riserve sufficienti a coprire il 100% delle perdite potenziali: un accantonamento uno a uno che non ha precedenti. Sarebbe il requisito di capitale più stringente rispetto a qualsiasi altro asset, mostrando quindi come i regolatori di Basilea considerino le criptovalute decisamente più rischiose e volatili degli investimenti tradizionali in azioni o bond.
“I crypto-asset hanno sollevato una serie di questioni riguardo alla protezione di consumatori, il riciclaggio di denaro e il finanziamento di organizzazioni terroristiche, oltre al problema della carbon footprint per la loro estrazione” si legge nelle dichiarazioni di Basilea. Il Comitato di regolatori vuole giocare d’anticipo: anche se al momento l’esposizione delle banche è molto limitata, la crescita delle criptovalute e dei servizi collegati “ha il potenziale di risultare preoccupante con riguardo alla stabilità finanziaria, e aumentare i rischi per le banche”.
La paura maggiore è per la volatilità degli asset cripto, che non sono supportati da asset reali in grado di ancorarne i prezzi. A mettere in guardia, le alterne vicende vissute da Bitcoin negli ultimi mesi, con il massimo storico di 64mila dollari toccato in aprile (+450% in soli sei mesi), poi il crollo del 40% a seguito delle regolamentazioni cinesi e del tira e molla con Tesla e Elon Musk. Eppure Bitcoin, o almeno i suoi investitori, nonostante il claim di assoluta indipendenza delle criptovalute, potrebbero giovarsi di una maggiore regolamentazione. Dopo la pubblicazione del report di Basilea il prezzo di Bitcoin è salito di nuovo del 5%, segno, forse, che l’idea non è stata presa poi così male. A fare da traino anche la recente decisione del governo di El Salvador di avviare la procedura per dare corso legale alla criptovaluta a fianco della valuta ufficiale, primo caso al mondo (sempre se il progetto otterrà il nullaosta del Fondo Monetario Internazionale). E il valore è salito soprattutto dopo l’ennesimo dietrofront del fondatore di Tesla che nelle scorse ore ha deciso di accettare di nuovo i pagamenti in bitcoin per le proprie auto elettriche dopo avere avuto conferma del fatto che per le attività di mining verrà messo in atto un uso ragionevole di energia pulita.
Le regole richieste dal Comitato di Basilea potrebbero mettere in difficoltà molte banche, di fatto impedendo a un certo numero di istituzioni di lavorare con le criptovalute, anche se la regolamentazione non dovrebbe toccare in modo così stringente le stablecoins, valute digitali ancorate al valore di monete fiat. I grandi istituti di credito sono da tempo divisi sull’argomento. Alcuni, come Goldman Sachs e Standard Chartered, hanno lanciato i propri desk di trading crypto, mentre altri, come HSBC, hanno deciso di tirarsi nettamente fuori dai giochi. NatWest si è spinta fino a rifiutare di servire compagnie che accettino anche pagamenti in criptovalute, respingendo clienti del calibro di Lush, l’azienda di cosmesi etica, e WeWork, big nel ramo dell’office sharing e servizi per le imprese.
Economia
Fisco, condono e sanatoria: ecco cosa sono

La spiegazione dell'Istituto nazionale Tributaristi
Condono e sanatoria fiscale? Ecco in cosa consistono secondo Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto nazionale tributaristi. “Il condono è qualcosa attraverso il quale vado a ridurre i pagamenti dovuti anche dal punto di vista delle imposte sull’imponibile. Tipo: ho evaso una certa cifra e pagando un quid su ogni dichiarazione reddituale condono quel mancato versamento”, spiega Alemanno ad Adnkronos/Labitalia. “La sanatoria è andare a ‘chiudere’, a definire, con un’agevolazione, una riduzione, un qualcosa che già si è verificato e che ancora l’amministrazione finanziaria non ha accertato”, sottolinea Alemanno.
Coronavirus
Nadef, verso calo Pil e rialzo deficit: margine stretto per manovra 2024

Nel 2023 il prodotto interno lordo potrebbe crescere dello 0,8%, contro l'1% indicato ad aprile. Ribassata la previsione anche per il 2024 al +1%

Peggiorano le prospettive sull’economia italiana impattando crescita e conti pubblici. La Nota di aggiornamento al Def attesa in Consiglio dei ministri domani dovrebbe indicare un ribasso della stima su Pil e deficit ma la politica di bilancio prudente del governo dovrebbe contribuire a rassicurare i mercati. Dalla guerra in Ucraina al rialzo dei tassi della Bce, dai ritardi del Pnrr alla mina superbonus, sull’economia italiana gravano variabili esogene ed endogene che provocano un effetto tenaglia sulla ripresa post-Covid limitando il margine di manovra della prossima Legge di Bilancio.
Nella Nadef, a quanto si apprende, il pil verrebbe tagliato a +0,8% nel 2023 contro l’1% (programmatico) indicato ad aprile; nel 2024 invece la crescita tendenziale verrebbe ribassata a +1% dal +1,4%.
Calcoli da fare, invece, per il deficit, dopo la decisione dell’Eurostat di valutare le spese del superbonus 2023 come ‘pagabili’, quindi tutta la spesa va contabilizzata su quest’anno. L’effetto sui conti pubblici dovrebbe pesare per 1,5 punti di pil, facendo salire l’indebitamento dal 4,5% programmatico al 6%. Per il 2024, invece, L’Eurostat attende la prima parte del prossimo anno, per decidere se sarà possibile applicare il principio ‘non pagabile’; in questo caso le spese verrebbero spalmante per gli anni di durata del credito d’imposta.
Nella sua comunicazione Eurostat spiega che il superbonus, modificato con il decreto legge del febbraio 2023 ”è per il momento registrato nei conti pubblici come credito d’imposta pagabile nel 2023”. Per quanto riguarda la contabilizzazione del superbonus maturato nel 2024, Eurostat chiede all’Istat ”un riesame e l’emissione al più tardi entro la fine del primo semestre 2024”. Nel documento si ricorda, inoltre, che i ”crediti d’imposta incagliati e gli interventi che il governo potrebbe fare intraprendere per risolvere il problema”.
Il concetto di ‘pagabile’ ha conseguenze importanti sulle casse dello Stato perché vuol dire che il credito d’imposta complessivo di chi utilizza il superbonus dovrà essere considerato tutto nell’anno in cui viene effettuato il lavoro, mentre sotto la voce ‘non pagabile’, che il governo vorrebbe applicata per il superbonus nel 2024, rientrano i crediti d’imposta che vengono scaglionati negli anni in cui è prevista l’applicazione dello sconto fiscale e ogni anno viene calcolata solo quota da smaltire.
Per il 2024 il governo dovrebbe rimettere mano alla stima sul deficit superando la soglia del 4% programmatico per reperire risorse per la manovra di bilancio. A pesare è il ribasso del pil che comporta un rialzo del deficit tendenziale del 3,5% indicato in primavera azzerando il tesoretto da 4,5 miliardi di euro dovuto al margine con il deficit programmatico del 3,7%. Rialzando quest’ultima stima si libererebbero nuove risorse per finanziare gli interventi della Legge di bilancio.
Grande attesa anche per la stima sul debito, quella alla quale guardano gli investitori per decidere se comprare i titoli di stato. La previsione di aprile era del 142,1% nel 2023 e del 141,4% nel 2024.
Economia
Nautica, 63°salone Genova chiude a 118.269 visitatori (+13,9%)

Cecchi 'salone dei record'. La 64esima edizione gia’ in programma dal 19 al 24 settembre 2024

Il Salone Nautico Internazionale di Genova chiude la 63esima edizione con 118.269 visitatori registrati alle 11:00 del 26 settembre – giornata di chiusura della manifestazione -, registrando un +13,9% rispetto al 2022: 1.043 brand esposti, con un incremento del 4,5% rispetto al 2022, un totale di imbarcazioni che ha superato ampiamente le 1.000 unità – da 2 a 40 metri di lunghezza – 143 posti barca in più in acqua grazie all’apertura dei nuovi canali; 184 novità in esposizione e premiere (+9,5% sul 2022). 3.190 sono state le prove in mare. E, inoltre: 120 tra convegni e workshop, 1.316 i giornalisti accreditati, 2.294 gli articoli pubblicati solo nel periodo di manifestazione, dal 20 al 26 settembre, oltre 11 ore di servizi televisivi dedicati alla manifestazione.
“Questi sono i numeri di un Salone che continua a superarsi anno dopo anno e che, in questa edizione, è andato oltre le nostre stesse aspettative”, commenta Saverio Cecchi, Presidente di Confindustria Nautica e I Saloni Nautici. “Ringrazio la mia squadra che ha lavorato strenuamente a questo risultato, io sono fiero di esserne il timoniere di questo equipaggio. Il nostro obiettivo è diventare la manifestazione numero uno di settore nel mondo. Stiamo lavorando per ottenere questo obiettivo, anche grazie alla stretta collaborazione tra pubblico e privato per far sì che il nuovo Waterfront di Levante, progettato da Renzo Piano, sia il primo quartiere espositivo al mondo tagliato espressamente per la nautica da diporto. Da domani iniziamo a lavorare per la prossima edizione in programma dal 19 al 24 settembre 2024”, sottolinea.
Il 63esimo Salone Nautico Internazionale di Genova sarà ricordato per la partecipazione e l’attenzione senza precedenti di autorità del Governo e Istituzioni con la visita del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, del Vice Presidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, del Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, del Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e del Ministro della Difesa, Guido Crosetto (in collegamento per il convegno inaugurale), del Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi e del Presidente di ENI, Giuseppe Zafarana.
“Camminando per le banchine in questi giorni – sottolinea il sindaco di Genova Marco Bucci – ho sentito complimenti sul nuovo layout, i canali, l’Isola Blu completamente circondata dall’acqua. La nautica da diporto e il Salone Nautico sono un business importante e crescono ogni anno con una grande ricaduta economica e occupazionale nella nostra città. L’anno prossimo sarà l’anno dell’inaugurazione del Waterfront di Levante e questo nuovo quartiere insieme al Salone formano già un sistema sinergico che sta cogliendo grandi opportunità”.
“È un piacere per me essere qui per celebrare un’esposizione come quella del nostro Salone Nautico. Ringrazio il Presidente Cecchi per l’immenso sforzo e il grande lavoro fatto da tutta l’industria della nautica da diporto. La Camera di Commercio di Genova ha cercato di accompagnare tutti gli eventi legati al Salone Nautico, tra cui il Design Innovation Award che si è svolto sala del Palazzo della Borsa che ha celebrato il connubio fra la bellezza di queste magnifiche barche e il Salone del Mobile.Milano, i due eventi più importanti per la promozione del Made in Italy nel mondo”, commenta il presidente di Camera di Commercio di Genova Luigi Attanasio.
Quello di quest’anno, rileva il presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, “è un Salone Nautico vincente da ogni punto di vista. Gli operatori parlano di uno straordinario successo di vendite e il gradimento pubblico è stato oltre le aspettative. Inoltre, Genova ha abbracciato questo evento come mai prima d’ora, ospitando decine di eventi in tutta la città che hanno a loro volta coinvolto migliaia di persone. Questa edizione dimostra come il Salone sia sempre più un sinonimo di Liguria e di Genova, così come sinonimi della Liguria e di Genova sono settori come la nautica, la cantieristica, le marine turistiche e tanti altri settori della blue economy. Stiamo vedendo i frutti di un lungo lavoro sinergico intrapreso tempo fa, in grado di unire accoglienza, industria, turismo e la grande opera di riqualificazione urbana della Foce firmata da Renzo Piano. Con oggi, dunque, chiudiamo dunque una settimana che ha simboleggiato perfettamente il modello di sviluppo che vogliamo costruire in Liguria”. Il 63° Salone Nautico Internazionale ha potuto contare sul supporto dell’Agenzia Ice, che ha organizzato insieme a Confindustria Nautica la presenza al Salone Nautico di una delegazione di giornalisti e buyer esteri provenienti da 35 Paesi e da 5 continenti con il progetto di incoming inserito nel Piano di Promozione del Made in Italy del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Economia
Finanza, studio Casmef-Luiss, ancora sottostimati i mercati europeo e italiano

Brainstorming al Campus di Viale Romania. Di Giorgio: "Eccessiva frammentazione limita la presenza di investitori specializzati a livello locale"

Sono ancora sottostimati i mercati finanziari europeo e anche, in dettaglio quello italiano. E’ uno dei dati del rapporto “PMI e i mercati dei capitali: le sfide europee” presentato oggi pomeriggio al Campus Luiss di Viale Romania, a Roma. Il Rapporto vede la collaborazione tra EnVent Group, investment banking firm specializzata nel mid-market, e CASMEF, il Centro Arcelli per gli Studi Monetari e Finanziari della Luiss. Gli esiti della ricerca sono stati discussi nell’evento organizzato dal Centro in collaborazione con EnVent Group ed ha visto la presenza di importanti esponenti del mondo politico, finanziario e accademico.
I lavori si sono aperti con i saluti e l’introduzione di Giorgio Di Giorgio, Direttore CASMEF e professore di Economia e Finanza dell’Università Luiss Guido Carli, e da Franco Gaudenti Managing Partner e Ceo di EnVent Group, cui è seguito Nicola Borri Ricercatore di Economia e Finanza di Luiss ed EIEF, che ha illustrato la ricerca. Da sempre, è stato indicato, EnVent “dedica grande attenzione, analisi e competenze a questi aspetti cruciali per lo sviluppo evolutivo di un mercato dei capitali in Italia, che peraltro presenta caratteristiche e criticità comuni ad altre piazze sia pure con una dimensione diversa, a fronte però di un sistema industriale radicato sulle Pmi che non ha eguali nel resto d’Europa”.
Tuttavia, hanno evidenziato gli esperti, “pur rappresentando l’ossatura del sistema economico nazionale, le imprese di dimensione medio piccola affrontano i cronici problemi legati all’accesso al credito, all’assetto proprietario, ai presidi di governance, alla organizzazione aziendale e alle funzioni di management possono frenarne lo sviluppo”. “Il mercato dei capitali contribuisce a ridurre questi rischi, offrendo al contempo opportunità di accesso al capitale di rischio e strumenti finanziari adeguati a sostenere la crescita e consentire investimenti per accompagnare le imprese, spesso famigliari, nella traiettoria di sviluppo” è stato aggiunto durante il brainstorming.
Franco Gaudenti, Managing Partner e Ceo di EnVent Group, ha commentato che “il laboratorio di collaborazione costituito da EnVent e CASMEF Luiss si pone l’obiettivo della ricerca, lo studio e il confronto ai fini dell’espansione e rafforzamento del mercato dei capitali a favore delle imprese italiane sia familiari che di prima generazione”. Il paper, ha sottolineato inoltre Gaudenti, “sviluppa un’analisi comparativa dei mercati MTF dedicati alle ‘innovative growth SMEs’ dell’Europa Continentale, incluso il Regno Unito, e mette in luce la necessità, in particolare per il mercato italiano che registra un peso specifico ridotto rispetto ad altri mercati, di azioni e misure per colmare il gap tra i fattori determinati l’Offerta da parte degli emittenti e la Domanda degli investitori”.
È evidente la necessità, ha proseguito Gaudenti, “di una precisa azione di politica industriale che ponga al centro della competitività del nostro Paese gli investimenti in equity per PMI – nelle fasi pre-IPO, IPO e post quotazione – che vanno considerati e interpretati correttamente come investimenti “pazienti e attivi” da parte di un ampio numero di investitori istituzionali e professionali ed intermediari finanziari specializzati al fianco di imprese e imprenditori”.
Giorgio Di Giorgio, Direttore CASMEF, ha rilevato che “lo studio evidenzia come il mercato azionario italiano, ma anche altri mercati europei, siano ancora sottodimensionati, soffrendo di una eccessiva frammentazione che limita la presenza di investitori specializzati a livello locale e mantiene prassi di vigilanza e costi regolamentari non omogenei, impedendo lo sfruttamento di quelle network externalities che caratterizzano il successo dei centri finanziari a livello globale”. “Si auspica quindi – ha osservato – una sostanziale ripresa dell’impegno sul fronte della capital markets union, che non ha affiancato a obiettivi ambiziosi, strumenti adeguati di riorganizzazione dell’industria e interventi mirati per superare gli ostacoli tuttora presenti nei diversi sistemi finanziari domestici”.
In particolare, il rapporto ha esaminato i fattori che influenzano la capitalizzazione di mercato e le opportunità di investimento nei mercati per le imprese di media-piccola dimensione (Equity Growth Markets) in Europa, concentrandosi su cinque Paesi dell’Unione Europea: Italia, Francia, Germania, Svezia e Spagna, oltre che il Regno Unito. Dall’analisi emergono differenze significative nella capitalizzazione di mercato, nel numero di imprese quotate e nell’allocazione del portafoglio delle famiglie in questi Paesi. Comprendere le ragioni di queste differenze, spiega lo studio, è di fondamentale importanza, poiché possono influenzare la produttività, la crescita e le opportunità di investimento. Per farlo, i ricercatori hanno esplorato fattori legati sia all’offerta che alla domanda di risparmio, in particolare per quest’ultima, l’analisi esamina i requisiti di IPO e i costi associati.
Si scopre così, hanno indicato gli analisti del report, che la Svezia, con requisiti di IPO meno rigidi e costi inferiori, ha il mercato growth più grande tra i Paesi dell’UE studiati. Il numero di imprese quotate e il loro numero medio di dipendenti contribuiscono anche alle differenze nella dimensione del mercato. Sul lato dell’offerta di risparmio, l’allocazione del portafoglio delle famiglie gioca un ruolo cruciale. Le famiglie svedesi, infatti, mostrano un livello più elevato di patrimonio investito, con una maggiore allocazione all’equity, rispetto agli altri Paesi.
La variazione nelle allocazioni del portafoglio, come la proporzione di depositi, azioni e investimenti assicurativi, influisce anche sulla disponibilità di capitale per le PMI. Inoltre, lo studio ha esplorato la relazione tra l’educazione finanziaria e la composizione del portafoglio, evidenziando che i Paesi con tassi di alfabetizzazione finanziaria più elevati, come la Svezia e la Germania, tendono ad avere portafogli più sofisticati e un profilo di rischio più elevato. Al contrario, i Paesi con tassi di alfabetizzazione finanziaria più bassi, come l’Italia, mostrano una minore esposizione alle azioni. Nel complesso, i risultati evidenziano l’importanza di considerare una serie di fattori, tra cui i requisiti di IPO, l’allocazione del portafoglio delle famiglie, l’alfabetizzazione finanziaria e il livello di istruzione, per comprendere le differenze nella capitalizzazione di mercato e nelle opportunità di investimento nei mercati di crescita europei.
Inoltre, il rapporto riconosce il ruolo della Capital Market Union (CMU) nel favorire la crescita delle PMI, armonizzando le normative e migliorando l’accesso al capitale tra gli Stati membri dell’UE. Inoltre, la supervisione regolamentare fornita dalla European Securities and Markets Authority (Esma) svolge un ruolo cruciale nel garantire la trasparenza, l’equità e la protezione degli investitori in questi mercati.
Nel contesto della raccolta di capitale, il rapporto riconosce il potenziale contributo dei fondi sovrani, che possono fornire un significativo capitale d’investimento e un supporto a lungo termine alle PMI, portando potenzialmente alla loro quotazione sui mercati di crescita. L’analisi vuole offrire un confronto tra questi mercati per capire cosa è possibile fare per migliorare la situazione attuale, nel solco del piano per la Capital Market Union e in un contesto in cui la frammentazione e competizione tra mercati è evidente.
Economia
Fiat 600e, al via un maxi-roadshow per il modello più atteso

Con la baby-crossover il marchio riapre la sfida nel segmento B che - spiega Gaetano Thorel - "è la nostra casa". Un modello che sfrutta la meglio le sinergie di Stellantis ma con una fortissima impronta 'torinese'. Si parte con la versione elettrica ma in Italia presto disponibile anche un'ibrida

Un maxi roadshow da 127 tappe e oltre 20mila km da percorrere: è l’iniziativa con cui Fiat vuole fare conoscere agli italiani la nuova 600e, un’auto che – sotto il claim “The Italian Upgrade” – apre un nuovo capitolo della rinascita del marchio. La nuova Fiat 600 – sottolinea Gaetano Thorel, responsabile Fiat e Abarth per l’Europa – è “un’auto che nasce su una piattaforma condivisa, ma sulla quale a Torino abbiamo messo le mani: non è un semplice copia e incolla” realizzato utilizzando risorse del gruppo Stellantis “ma il frutto di un lavoro collettivo che ha impegnato 250 professionisti italiani con 1 milione di ore uomo ‘torinesi’ per renderla una ‘Super B'”.
Nelle parole di Thorel c’è il senso della scommessa che la nuova baby-crossover rappresenta per il marchio (che – ricorda il top manager – è al top delle vendite globali fra quelli del gruppo Stellantis). La nuova 600, aggiunge, va a inserirsi in un segmento – il B – “che è stato per decenni la nostra casa: in Europa abbiamo venduto 23 milioni di auto prima della fine della Punto e oggi ci sono 4 milioni di clienti potenziali”. Il modello – spiegano in Fiat – nasce “replicando la ricetta della 500, con la collaborazione sull’asse Torino-Tichy”, lo stabilimento polacco dove viene costruito anche il nuovo modello: in realtà c’è anche il contributo di altri marchi del gruppo a partire dalla piattaforma Stla Small derivata dalla Cmp dell’ex gruppo PSA, con batteria da 54 kWh per circa 400 chilometri d’autonomia (che salgono a circa 600 nel ciclo urbano) e motore elettrico anteriore da 156 CV.
Un debutto – quello della versione elettrica – che replica l’approccio già visto per altri modelli chiave del gruppo (a iniziare dalla nuova generazione di Peugeot 3008) che testimonia l’accelerazione di Stellantis sulla mobilità a zero emissioni, sancita dal piano strategico Dare Forward 2030. Per sfruttare al massimo gli incentivi in scadenza, il debutto della nuova 600e avviene in Germania dove la baby-crossover viene venduta con una formula senza acconto e rate da 299 euro, mentre in Francia si scende a 259 euro ma con acconto da 2500 euro. Quanto al nostro paese con il lancio di un modello così importante solo in versione elettrica, Fiat – spiega Thorel – conferma di “sentire una responsabilità sociale” e di lavorare per la diffusione di una mobilità davvero pulita e sostenibile. Ma per farlo “in un mercato come quello italiano dove le auto elettriche vendute sono una su venti” bisogna “anche essere accessibili”. Di qui le offerte commerciali come la Fiat Go-Electric, che consente al cliente di scegliere l’elettrico ‘senza pensieri’ visto che prevede, oltre alle consuete opzioni di fine contratto, la possibilità di sostituire l’auto con una nuova Fiat ad ogni finestra annuale per rispondere alle diverse esigenze che si possono verificare durante il ciclo di vita del contratto. E sempre nel segno della ‘peace of mind’ – che si traduce in una notevole semplificazione produttiva e quindi in forti benefici per costruttori e consumatori – la Fiat 600 viene proposta praticamente in versione full optional, confermata dallo slogan ‘Voi scegliete il colore, noi facciamo il resto’.
Al lancio la gamma della 600e prevede così due sole versioni disponibili: la top di gamma La Prima (a 40.950 euro) e la (600e)RED con listino chiavi in mano di 35.950 euro che diventano 29.950 grazie alle promozioni e agli incentivi statali in caso di rottamazione. Ma per la Red c’è anche una offerta con un tasso dal 3.99% e rata a partire da 199 euro al mese con Easy Wallbox inclusa e la possibilità, nel caso, dopo 12 mesi di passare ad una nuova Fiat.
Ma – vista la peculiarità del nostro mercato – come già visto con la ‘cugina’ Jeep Avenger, in Italia la nuova Fiat sarà disponibile a inizio 2024 anche in versione Mild Hybrid con una offerta di lancio da 19.950 euro in caso di finanziamento e rottamazione. Una prova di realismo che comunque consentirà di sostituire migliaia di vetture inquinanti con auto dalle emissioni bassissime.
Listino a parte, la 600e sembra avere tutte le carte per riconquistare gli automobilisti italiani. Lunga 4,17 metri, ma con uno spazio interno di livello superiore e un bagagliaio non enorme (360 litri ma con una forma regolare e ben sfruttabile), la baby-crossover non lesina sui richiami stilistici al passato recente – 500e – e lontano – la 600 originaria – trovando un compromesso personale e gradevole. Di buon livello le finiture con alcune soluzioni ‘sfiziose’ come i sedili color avorio realizzati in finta pelle e scritta Fiat ricamate in azzurro oppure la copertura magnetica ‘stile tablet’ che nasconde alla vista l’ampio vano ricavato alla base della plancia. Quanto ai comandi, quelli fisici sono pochi – a iniziare dai 4 pulsanti che comandano le marce – e ben accessibili: a tutto il resto provvedono lo schermo centrale da 10,3 pollici e il cruscotto digitale da 7 pollici, facile da leggere. Su strada, la versione elettrica conferma le qualità di un powertrain collaudato e in grado di dare anche un po’ di soddisfazioni, soprattutto nello scatto da semaforo e in modalità Sport (che sfrutta tutti i 156 cv). Le opzioni Normal e Eco, invece, sono pensate per guidatori più ‘tranquilli’ e attenti all’autonomia, insomma, più vicini allo spirito della mobilità elettrica. Sempre buoni il confort acustico e la stabilità, mentre ad aumentare la sensazione di sicurezza provvedono idispositivi di assistenza alla guida di ultima generazione, affiancati da sistemi di Guida Assistita di Livello 2.
In Fiat sono convinti che tutte le qualità del nuovo modello abbiano bisogno di essere toccate con mano: di qui la complessa organizzazione del roadshow che prevede l’attività di 5 team che gestiranno gli eventi sul territorio in simultanea. Per ogni tappa – viste le numerosissime dichiarazioni di interesse raccolte in fase di prevendita – ci sarà una doppia sessione di appuntamenti dedicati “one to one”, una la mattina e l’altra il pomeriggio con i clienti che attendevano di vederla per finalizzarne l’acquisto.
Economia
Superbonus 2023, crediti d’imposta pagabili o no? Cosa ha detto l’Eurostat

Nel documento anche consigli sui pagamenti "incagliati"

Il superbonus è ‘pagabile’ nel 2023. Arriva la decisione dell’Eurostat, che in una comunicazione inviata all’Istat spiega come contabilizzare i crediti d’imposta all’interno del bilancio dello Stato.
L’istituto di statistica spiega che la misura, modificata con il decreto legge del febbraio 2023 ”è per il momento registrato nei conti pubblici come credito d’imposta pagabile nel 2023”.
Per quanto riguarda la contabilizzazione del superbonus maturato nel 2024, Eurostat chiede all’Istat ”un riesame e l’emissione al più tardi entro la fine del primo semestre 2024”. Nel documento si ricordano anche i ”crediti d’imposta incagliati e gli interventi che il governo potrebbe fare intraprendere per risolvere il problema”.
Il concetto di ‘pagabile’ ha conseguenze importanti sulle casse dello Stato perché vuol dire che il credito d’imposta complessivo di chi utilizza il superbonus dovrà essere considerato tutto nell’anno in cui viene effettuato il lavoro, mentre sotto la voce ‘non pagabile’ rientrano i crediti d’imposta che vengono scaglionati negli anni in cui è prevista l’applicazione dello sconto fiscale e ogni anno viene calcolata solo quota da smaltire. Considerando che a fine agosto la quota del superbonus aveva già raggiunto gli 83 miliardi, che dovranno essere tutti contabilizzati a deficit, l’effetto sui conti pubblici è inevitabile.
Economia
Da Poste webinar gratuito sul mondo dei trasporti a temperatura controllata

Il corriere espresso refrigerato fondamentale nella catena di distribuzione

Il collaborazione con TgPoste.it
Mercoledì 4 ottobre verrà trasmesso in diretta il webinar gratuito di Poste Italiane “Prodotti alimentari freschi, il corriere espresso refrigerato” in cui si illustreranno le più importanti innovazioni in atto nel settore in relazione ai nuovi modelli di commercio per i quali il corriere espresso refrigerato risulta fondamentale nella catena di distribuzione in quanto permette il trasporto sicuro e controllato dei prodotti, anche attraverso sensori e sistemi avanzati che monitorano il mantenimento costante della temperatura prevista durante tutte le fasi di consegna impedendo il deterioramento e garantendo il rispetto di qualità e conformità.
Sarà possibile partecipare dal link e presentare le domande via chat al relatore
Il webinar – ricorda una nota – si colloca all’interno del progetto di Educazione Postale della Corporate University di Poste Italiane, che mira a far conoscere i tanti aspetti di innovazione presenti nel mondo della logistica, attraverso webinar gratuiti e contenuti multimediali sempre disponibili all’interno della sezione web dedicata.
Economia
L’inflazione frena le compravendite delle case, -8% nel IV Trimestre

Indagine di Reopla, da settembre a dicembre previste transazioni di circa 192.177 immobili

Crescono l’inflazione e i prezzi delle case, ma diminuiscono le compravendite immobiliari tanto che l’autunno 2023 è destinato a segnare un calo delle transazioni immobiliari in quello che, tradizionalmente, è il periodo più vantaggioso per comprare casa, il quarto trimestre dell’anno. In Italia tra settembre e dicembre si prevede, infatti, la compravendita di circa 192.177 immobili, -8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Confrontando i dati sul numero di compravendite previste nel quarto trimestre del 2023 nelle 10 città principali d’Italia, è a Milano che si stima il maggior numero di transazioni immobiliari, 10.920, più del doppio rispetto a Roma (4.813) e Torino (4.041). Seguono Bari (3.396), Bologna (2.386), Genova (2.199) e Napoli (2.051). Chiudono la classifica Palermo (1.699), Firenze (1.298) e Catania (1.014).
Secondo il report “Compravendite immobiliari in Italia: le previsioni per la fine del 2023”, realizzato da Reopla dal 2011 al 2022, il 4° trimestre dell’anno è risultato essere in media il periodo in cui si registra il maggior numero di compravendite: il picco è stato nel 2021 con 212.740 transazioni. “Dopo la pandemia il settore immobiliare ha visto una forte crescita passando da oltre 558 mila compravendite del 2020 alle 784 mila del 2022, anno di maggiore espansione del mercato rispetto a tutto il decennio 2011-2022” ricorda Patrick Albertengo, co-founder e amministratore delegato di Reopla.
Albertengo indica inoltre che “nel 2023, nonostante l’ultimo recente aumento dei tassi, la contrazione sul mercato continuerà a seguire l’andamento storico: i dati di AgentPrincing confermano, come da stima dell’Istat, un trend di progressivo rallentamento accentuato dall’aumento dell’inflazione e del tasso dei mutui, che tuttavia sta affievolendosi”. Il manager evidenzia che “nell’ultimo trimestre dell’anno, infatti, stimiamo che le compravendite di immobili subiranno una contrazione media su scala nazionale dell’8%, con crolli soprattutto nelle grandi città. Rispetto alle metropoli, le province soffrono maggiormente dei periodi di contrazione e sono le ultime a beneficiare delle normalizzazioni del mercato: ciò è evidente, per esempio, a Bologna e Bari, le due città in cui si registra il maggior calo di compravendite autunnali, rispettivamente -14% e 13%”.
La ricerca pubblicata dalla società del gruppo Sprengnetter specializzata nella Big data Analysis per il settore immobiliare, è stata realizzata con AgentPricing, il servizio online di valutazione immobiliare più usato dalle agenzie immobiliari in Italia (Fonte: OID 2021). L’analisi confronta le compravendite immobiliari in Italia nel 4°trimestre dal 2011 al 2023, elaborando una stima previsionale per il periodo autunnale dell’anno ancora in corso.
Stando alla ricerca, a Milano il numero più alto di compravendite autunnali – Tra le 10 principali città d’Italia il maggior numero di compravendite nel 4° trimestre 2023 si prevede a Milano: 10.920. Tale numero rappresenta una flessione del -11% rispetto allo stesso periodo 2022. Da segnalare anche la differenza di volumi tra città e provincia: quest’ultima è destinata a fare registrare solo 5.534 compravendite, -23% rispetto all’autunno 2022. Dal 2016 al 2022 sono intanto cresciuti i prezzi al metro quadro: in città il picco si è toccato nel 1° semestre del 2022 con 4.289 euro, valore nettamente più alto del massimo raggiunto in provincia, sempre nel 2022 nel 2° semestre (1.667 euro).
Roma invece si compra e vende in provincia più che in città. A differenza del capoluogo lombardo, nella Capitale si prevede infatti che in autunno le compravendite in provincia saranno 9.241 contro le 4.813 registrate in città; si tratta comunque di un calo, rispettivamente, del -10% e del -12% rispetto allo stesso periodo nel 2022. Al contrario di Milano, in questi anni a Roma i prezzi al metro quadro hanno visto una diminuzione: confrontando il primo semestre si è passati in città dai 3.062 euro del 2016 ai 2.768 euro del 2022; in provincia dai 1.456 euro ai 1.285 euro. A Bologna, inoltre, si registra il maggior calo di compravendite autunnali; a Bari -13% compravendite in città e provincia; a Napoli calo di compravendite in provincia e città.
Economia
Intelligenza artificiale, Amazon investe 4 miliardi di dollari in Anthropic

Il Ceo della piattaforma di e-commerce Andy Jassy: "Collaborazione strategica"

Amazon punta sempre di più sull’Intelligenza Artificiale e annuncia di voler investire 4 miliardi di dollari in Anthropic, specialista di Intelligenza Artificiale generativa. Il colosso dell’e-commerce e la startup, impegnata nello sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale generali e modelli linguistici, hanno annunciato “una collaborazione strategica che riunirà le rispettive tecnologie leader del settore e le competenze nell’intelligenza artificiale generativa più sicura” e “per accelerare lo sviluppo dei futuri modelli di base di Anthropic rendendoli accessibili ai clienti Aws”, l’unità cloud di Amazon.
Nell’ambito della collaborazione Anthropic allenerà i suoi futuri modelli di base di Intelligenza Artificiale sui chip Aws Trainium e Inferentia di proprietà di Amazon, beneficiando del prezzo, delle prestazioni, della scalabilità e della sicurezza di Aws. Le due società collaboreranno inoltre allo sviluppo delle future tecnologie Trainium e Inferentia.
In questa collaborazione strategica, l’unità cloud di Amazon, Aws, diventerà il fornitore principale di Anthropic per carichi di lavoro mission-critical, tra cui la ricerca sulla sicurezza e lo sviluppo di futuri modelli di base.
“Abbiamo un enorme rispetto per il team e i modelli fondativi di Anthropic e crediamo di poter contribuire a migliorare l’esperienza di molti clienti, a breve e lungo termine, attraverso una collaborazione più profonda” dice Andy Jassy, Ceo di Amazon. “I clienti – ha sottolineato il Ceo di Amazon – sono piuttosto entusiasti di Amazon Bedrock, il nuovo servizio gestito di Aws che consente alle aziende di utilizzare vari modelli di base su cui costruire applicazioni di intelligenza artificiale generativa, così come Aws Trainium, il chip di formazione AI di AWS, e la nostra collaborazione strategica con Anthropic dovrebbe aiutare i clienti a ottenere ancora più valore da queste due capacità”.
Economia
Scontrino elettronico, sanzioni con ravvedimento operoso entro il 15 dicembre: le novità del DL energia

Scontrino elettronico, niente sanatoria ma possibilità di applicare il ravvedimento operoso sulle sanzioni anche dopo la constatazione della violazione, avvenuta entro il 31 ottobre 2023. La novità trova spazio nel testo del DL energia e ci sarà tempo fino al 15 dicembre per pagare. Stop alla sospensione della licenza o dell’attività

Scontrino elettronico, violazioni con ravvedimento operoso sulle sanzioni anche dopo la constatazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Questa la principale novità fiscale contenuta nel testo del decreto energia approvato dal Governo il 25 settembre. Non una sanatoria sulle sanzioni applicate in caso di omessa o irregolare certificazione dei corrispettivi, ma la possibilità di utilizzare il ravvedimento operoso ordinario anche per le violazioni già constatate, entro il 31 ottobre 2023.
Non scatterà la sanzione accessoria della sospensione della licenza o dell’attività per chi regolarizzerà la propria posizione entro la scadenza del 15 dicembre.
La sanatoria sulle sanzioni relative allo scontrino elettronico, che avrebbe consentito di regolarizzare errori o omissioni pagando l’importo dovuto ridotto a un diciottesimo, lascia spazio al ravvedimento operoso ordinario. Le novità per le partite IVA previste dal testo del decreto energia approvato in Consiglio dei Ministri il 25 settembre sono notevolmente ridimensionate rispetto a quanto previsto da una prima bozza del provvedimento.
Il ravvedimento operoso si applicherà secondo le regole ordinarie, ma anche in caso di violazioni già constatate non oltre la data del 31 ottobre 2023. Il periodo interessato è quello compreso dal 1° gennaio 2022 al 30 giugno 2023 e per completare la procedura di regolarizzazione ci sarà tempo fino al 15 dicembre. L’obiettivo della norma è chiaro: il Governo punta ad agevolare le partite IVA obbligate alla certificazione giornaliera dei corrispettivi, favorendo l’adempimento spontaneo e l’emersione delle basi imponibili. Il ravvedimento operoso sarà esercitabile a patto che le violazioni non siano già state contestate.
La norma introdotta dal decreto energia è stata definita “salva commercio”, non tanto per la possibilità di beneficiare del ravvedimento operoso ma in ragione dell’ulteriore novità prevista dal testo del provvedimento.
Al ravvedimento anche post constatazione si affianca infatti la sospensione della sanzione accessoria, applicata in caso di quattro violazioni in cinque anni – anche se relative a giorni diversi – che comporta la sospensione della licenza o dell’attività, fino a sei mesi in caso di violazioni in materia di certificazione dei corrispettivi di importo superiore a 50.000 euro.
Il decreto energia salva quindi circa 50.000 partite IVA dalla chiusura, a patto che entro il 15 dicembre vengano regolarizzate le violazioni commesse mediante il ricorso al ravvedimento operoso e secondo i criteri previsti dalla nuova norma.
-
Sport1 settimana ago
Gp Singapore 2023, Sainz con Ferrari trionfa
-
Esteri1 settimana ago
Ucraina-Russia, Zelensky: “Putin nuovo Hitler, rischiamo terza guerra mondiale”
-
Esteri1 settimana ago
Sparatoria in Florida, 14enne uccide madre e ferisce il fidanzato
-
Lavoro1 settimana ago
Osservatorio Sigep by Ieg: da Nord a Sud Italia, da Australia a Spagna è passione gelato
-
Politica1 settimana ago
Onu, Giorgia Meloni a New York: verso incontro con Erdogan per arginare rotta balcanica
-
Spettacolo1 settimana ago
Tiziano Ferro divorzia dal marito Victor Allen: “Doloroso, ora devo pensare ai miei figli”
-
Ultima ora1 settimana ago
Trovato morto escursionista svizzero, era disperso sulle Apuane
-
Sport1 settimana ago
Figc querela Criscitiello: ha accusato Gravina e giustizia di truffare i club