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Salute e Benessere

Il medico risponde: Che cos’è l’obesità,...

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Il medico risponde: Che cos’è l’obesità, complicanze, prevenzione e cura

“Il Medico risponde”

Che cos’è l’obesità, complicanze, prevenzione e cura

DOMANDA

Dottore buonasera, sono Vittoria una affezionata lettrice del giornale Sbircia la Notizia Magazine, posso farle qualche domanda? Mi dice per favore che cos’è l’obesità, le cause che la favoriscono, la sua evoluzione, le complicazioni, come trattarla e prevenirla. Quale specialità medica tratta questa patologia? Ho sentito parlare di un “cervello dello stomaco” che cos’è? Se possibile mi dia una spiegazione globale per cortesia. Mi può mandare le risposte anche sulla mia mail, grazie tante. Buona serata.
Vittoria C.

RISPOSTA

A cura del Dr. Ferdinando Martinez

ATTENZIONE: "Le informazioni contenute in questa rubrica medica, non devono ASSOLUTAMENTE, in alcun modo, sostituire il rapporto Medico di Famiglia/Assistito. Si raccomanda per buona regola, di chiedere SEMPRE il parere del proprio Medico di Famiglia, o Specialista di fiducia, il quale conosce in dettaglio la storia clinica del proprio Paziente. La nostra rubrica, non avendo fatto un'anamnesi di chi ci scrive, impossibile online, ha il solo ed esclusivo scopo  informativo, decliniamo quindi tutte le responsabilità nel mettere in pratica qualsiasi chiarimento o indicazione riportata al solo scopo esplicativo e divulgativo. Qualsiasi domanda umanamente  intrattabile via web, verrà automaticamente cestinata. Grazie per la gentile comprensione."

Salve Vittoria, grazie per avermi ed averci preferito.

L’obesità che cos’è?

Vittoria, secondo l’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’obesità è definita come un accumulo anormale ed eccessivo di grasso corporeo che può essere molto dannoso per la salute.
Il grasso corporeo “normale” è solitamente inferiore negli uomini (10–15% del peso corporeo) rispetto alle donne (20–25% del peso corporeo).

Per caratterizzare l’obesità, utilizziamo l’indice corporeo BMI acronimo della dicitura inglese Body Mass Index che viene calcolato dividendo il peso (in kg) per l’altezza (in m) al quadrato.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità utilizza una tabella di riferimento per controllare lo stato fisico corrispondente:
  • Inferiore a 16: grave magrezza
  • Inferiore a 18.5: sottopeso
  • Tra 18.5 e 25: peso forma
  • Tra 25 e 30: sovrappeso
  • Superiore a 30: adiposità (obesità classe 1)
  • Superiore a 35: obesità classe 2
  • Superiore 40: obesità classe 3

Il valore normale è compreso tra 20 e 25 negli uomini e tra 19 e 24 nelle donne.
Questo indice è più efficace nella valutazione dell’obesità rispetto alla semplice misurazione del peso.

Per i bambini, questo calcolo è irrilevante Vittoria, poiché durante la fase di crescita i vari parametri sono molto variabili e legati al sesso e all’età di ciascun bambino o ragazzo. Per questo il modo migliore per tenere sotto controllo il peso dei bambini rimane quello di calcolare i percentili, ossia le unità di misura che aiutano a monitorare lo sviluppo fisico di quest’ultimi.
Il calcolo dei percentili è un calcolo statistico, basato fondamentalmente su gruppi da 1.000 bambini della stessa età, che vengono suddivisi considerando il peso e la statura. Codificati successivamente in 100 sottogruppi formati da 10 bambini. Ciascuno di questi sottogruppi è un centile e ogni centile rappresenta (1%) l’uno per cento della popolazione infantile dell’età anagrafica esaminata.

Nel primo centile i bambini più minuti, nel centesimo quelli più alti e grossi
  • Inferiore al 5° Percentile: sottopeso
  • Dal 5° all’85° Percentile: normale
  • Dal 85° al 95° Percentile: A rischio di sovrappeso
  • Superiore al 95° percentile: sovrappeso

Quali cause favoriscono l’obesità?

Vittoria, le cause sono numerose e spesso multifattoriali, l’accumulo di diversi fattori porta all’obesità:

  • Fattori genetici: il 70% delle persone obese ha almeno un genitore nella stessa situazione. Le anomalie genetiche comportano una diminuzione del dispendio a riposo e durante lo sforzo fisico, una diminuzione del dispendio energetico dopo i pasti e una particolare distribuzione del tessuto adiposo o della massa grassa.
    Tuttavia, non sono considerati sufficienti per spiegare l’insorgenza dell’obesità, ad eccezione della malattia di Prader-Willi (molto rara).
  • Fattori dietetici: un eccesso d’apporto calorico, cibi grassi, condimenti abbondanti, fritture e alimenti zuccherini, porta all’obesità. Inoltre, anche i disturbi alimentari (spuntini continui, compulsioni alimentari abnormi per determinati cibi, bulimia) sono coinvolti nell’aumento di peso.
  • Fattori psicologici: in caso di forte disagio o stress, si osserva una compensazione tramite il cibo, in particolare con cibi confortanti molto calorici, zuccherini e grassi.
  • Un disturbo dell’assunzione di cibo: le molecole responsabili della trasmissione dei messaggi nel cervello, i neurotrasmettitori, sono coinvolte nella regolazione dell’assunzione di cibo. Alcuni lo stimolano, altri lo inibiscono, sono in parte coinvolti nel verificarsi di disturbi alimentari.
  • Insufficiente dispendio energetico giornaliero: l’assenza di esercizi fisici quotidiani e uno stile di vita troppo sedentario ( in particolare lo sguardo passivo davanti agli schermi ) portano ad una riduzione del dispendio energetico e ad uno squilibrio sfavorevole in relazione all’assunzione di cibo.
  • Mancanza sufficiente di sonno ristoratore : la durata del sonno tra i 18-55 anni è di 7 ore, con un terzo degli adulti che dorme meno di 6 ore a notte.
    Per quanto riguarda gli adolescenti, la metà di loro dorme meno di 8 ore a notte, mentre si consiglia un periodo di sonno di 8, 9 ore circa.

Tuttavia, vari studi hanno dimostrato un’associazione epidemiologica tra una breve durata del sonno e un indice di massa corporea IMC elevato, legato all’obesità. Quando la durata del sonno è inferiore alle 5 ore per notte, il rischio di obesità aumenta del 60%.

Infatti, ogni ora di aumento del tempo di sonno è associata a una riduzione del 9% del rischio di obesità. Pertanto, un sonno inferiore alle 6 ore moltiplica per 4 il rischio di obesità rispetto a un sonno superiore a 7 ore. Questo impatto è quindi molto maggiore di quello dell’assunzione di cibo o della mancanza di attività fisica. IL fenomeno è scientificamente spiegato da una riduzione della leptina e da un aumento della grelina, un ormone secreto nello stomaco che stimola l’appetito.

La sua evoluzione

L’obesità è un fenomeno complesso che evolve per fase e ha molte possibili spiegazioni, si evolve in due fasi.

  • La fase dinamica (o fase di costituzione) è caratterizzata da un aumento di peso. Deriva da una rottura dell’equilibrio tra l’energia fornita dal cibo e quella spesa dall’organismo, cioè cibo in eccesso e/o riduzione della spesa.
  • La fase statica , detta anche “fase di mantenimento” durante la quale il peso rimane elevato.

Durante la prima fase, le cellule adipose si riempiono di grasso a causa dell’eccessivo apporto calorico, si parla di obesità ipertrofica. Successivamente, abbiamo poi l’obesità iperplastica, in cui le cellule adipose, dopo essersi ingrandite, si moltiplicano a dismisura.

Un malfunzionamento del tessuto adiposo bruno (tessuto adiposo così denominato per la sua colorazione bruna data dall’elevata presenza di ferro associato ai citocromi presenti nei mitocondri di origine genetica), favorisce l’aumento di peso. Il tessuto adiposo bruno è solitamente responsabile del dispendio energetico indotto dall’assunzione di cibo e del dispendio energetico indotto per combattere il freddo.

La causa principale dell’obesità e del sovrappeso è uno squilibrio energetico tra le calorie consumate e quelle consumate.

  • Un maggiore consumo di cibi ipercalorici ad alto contenuto di grassi e zuccheri ma a basso contenuto di vitamine, minerali e altri micronutrienti.
  • Un calo dell’esercizio fisico dovuto alla natura sempre più sedentaria di molte forme di lavoro, al cambiamento delle modalità di trasporto e all’urbanizzazione.

Quali complicazioni?

Le complicanze dell’obesità sono comuni, le più gravi sono cardiovascolari e respiratorie. L’obesità androide, in cui il grasso si trova principalmente nell’addome, ha più complicazioni cardiache rispetto all’obesità ginoide.
Può essere causa di ipertensione, insufficienza cardiaca o incidenti cardiovascolari.

L’insufficienza venosa, responsabile dell’edema degli arti inferiori, delle vene varicose, delle flebiti o delle ulcere varicose, è, da parte sua, molto comune nelle persone obese di tipo ginoide.

I disturbi della ventilazione sono molto comuni nei casi di sovrappeso e obesità.
L’accumulo di grasso nel torace ostacola l’espansione della gabbia toracica durante la respirazione.
Molte persone obese soffrono di affanno durante lo sforzo (dispnea).

Le persone obese corrono il rischio di sperimentare l’apnea notturna, che è la cessazione spontanea della respirazione che si verifica durante il sonno, più volte all’ora. Tuttavia, queste apnee possono essere la causa di gravi incidenti cardiaci o cerebrali.

Inoltre, l’obesità ha effetti sulla produzione di ormoni sessuali. Nelle donne ad esempio i disturbi del ciclo sono molto comuni mentre, gli uomini possono presentare ipogonadismo.

Sempre dal lato endocrino, l’obesità ha gravi conseguenze con la comparsa di insulino-resistenza e diabete di tipo 2 o addirittura una sindrome metabolica (ipertensione, eccesso di colesterolo e diabete).

Quali trattamenti?

Vittoria, attenzione, i trattamenti farmacologici per l’obesità devono essere consigliati, prescritti e controllati solo ed esclusivamente dal proprio medico di famiglia o dallo specialista.

È opportuno ricordare che l’obiettivo del trattamento non è quello di raggiungere un normale Indice di Massa Corporea IMC (o BMI) a tutti i costi nella maniera più rapida possibile. Gli obiettivi di dimagrimento vengono stabiliti caso per caso, con oculata cautela con il medico di fiducia a seconda del contesto e delle condizioni generali di ogni singola persona.

Il trattamento farmacologico è prescritto se, dopo un follow-up con sane regole di vita quotidiana, modificate con dieta corretta e regolare attività fisica, il peso è rimasto stabile.

Tra i farmaci ricordiamo:

  • Orlistat riduce l’assorbimento dei grassi dal cibo, aumentando la quantità di grasso nelle feci. Se il farmaco prescritto è efficace, il trattamento viene continuato per uno o due anni a seconda della perdita di peso da sostenere.
  • Mucillagini assorbendo i liquidi donano un senso di sazietà. In secondo luogo, in caso di fallimento dopo il trattamento con orlistat o mucillagini per tre mesi. Il farmaco viene cambiato: se è stato prescritto orlistat, viene abbandonato per le mucillagini e viceversa.
  • Sibutramina, in caso di fallimento nonostante il cambio di trattamento dopo tre mesi, la sibutramina può essere prescritta da un endocrinologo, un cardiologo o uno specialista in medicina interna. Questa molecola agisce come farmaco anoresizzante, facilitando la comparsa del naturale senso di sazietà postprandiale aumenta la produzione di calore (termogenesi).

Quali sono le precauzioni da prendere con questi farmaci?

Con la sua azione, l’orlistat può essere all’origine di disturbi digestivi minori (flatulenza, emissione di feci oleose, perdite untuose). Più grasso è un pasto, più gravi sono questi disturbi.

Le mucillagini non possono essere prescritte a persone che soffrono di un disturbo stenosante del tubo digerente, cioè quando c’è un ostacolo che impedisce il normale transito attraverso il tubo digerente.

Poiché la sibutramina agisce sui processi che coinvolgono molecole chiave dei sistemi nervoso e cardiovascolare, il suo uso è controindicato in una serie di situazioni tra cui gravi disturbi psichiatrici, patologie cardiovascolari, insufficienza epatica o renale. Questo è il motivo per cui la sua prescrizione è riservata ad un piccolo numero di persone obese e deve essere presa seriamente in considerazione solo ed esclusivamente da uno specialista.

Trattamento chirurgico

La chirurgia può essere indicata in alcune obesità
C’è un solo trattamento chirurgico: la chirurgia bariatrica .
Eseguito in modo eccezionale perché può avere profonde conseguenze psicologiche, riguarda solo le persone con un BMI maggiore di 40 o quelle con un BMI maggiore di 35 che hanno gravi complicazioni: diabete o disturbi articolari e deambulazione per l’eccessivo peso.

Questo intervento prevede due tipi di tecniche:

  • In quelli basati sulla restrizione gastrica, la procedura chirurgica mira a ridurre il volume dello stomaco. Il chirurgo pone quindi un bendaggio gastrico che costringe la persona a ridurre l’assunzione di cibo. Questa operazione è reversibile in quanto l’anello può essere allentato.
  • Il secondo tipo di intervento, rappresentato dal bypass gastrico, consiste nel creare, dallo stomaco, un bypass per bypassare appunto parte dell’intestino tenue. Questa operazione provoca una diminuzione dell’assimilazione del cibo e, soprattutto, dei grassi.

In queste due tipologie di intervento il calo ponderale nei mesi successivi all’intervento è notevole: dal 40 al 75% del peso in eccesso.

Tuttavia, poiché questi interventi non sono privi di gravissimi rischi e complicazioni, si consigliano quattro consulti di follow-up nel primo anno dopo l’intervento, poi da uno a due all’anno e questo per tutta la vita.

Come prevenirla?

La prevenzione associa soprattutto una sana dieta equilibrata e un’attività fisica costante e regolare.
La prevenzione oggi è ancora il modo migliore per combattere l’obesità perché una volta acquisito con facilità l’eccesso di peso, spesso diviene molto difficile rimettersi in forma.

La prevenzione dovrebbe iniziare in tenera età. Un bambino in età prepuberale obeso ha una probabilità del 20-50% di rimanere obeso da adulto, con un rischio fino al 50-70% dopo la pubertà.

Fin dai primi anni, i genitori quindi, dovrebbero essere vigili per non lasciare che le principali cause dell’obesità nei bambini prendano piede (mancanza di sport, eccessivo tempo statico davanti alla televisione, spuntini continui, merendine contenenti grassi idrogenati e saturi, dieta squilibrata che lascia poco spazio a frutta e verdura …).

Per tutta la vita bisogna fare attenzione ad avere una dieta equilibrata e varia, possibilmente di tipo mediterraneo, ripartita su tre pasti reali durante la giornata.

Infine, la pratica di un’attività fisica regolare, se non consente di per sé di dimagrire in mabiera reoentina, permette col tempo di regolare le riserve energetiche aumentando l’utilizzo dei grassi e degli zuccheri. È anche un fattore importante per mantenere il peso forma una volta ottenuti i risultati desiderati.

Quale branca della medicina?

Vittoria, l’endocrinologia, è la branca della medicina che studia il funzionamento, il metabolismo, le malattie e le modalità di cura delle ghiandole endocrine (quelle che producono ormoni per intenderci) e del metabolismo (tutte le funzioni del corpo essenziali alla vita come, ad esempio, la produzione e l’uso del glucosio). Gli ormoni sono sostanze che vengono trasportate dal sangue e agiscono su diversi organi: così il testosterone prodotto dai testicoli agisce sulle ossa, sulla pelle, sui tessuti adiposi. Molte funzioni metaboliche (regolazione della glicemia, livello di calcio, ecc.) dipendono dagli ormoni.

Qualsiasi funzionamento anormale delle ghiandole endocrine (iperfunzione o ipofunzione) o dell’organo recettore (“sensibile”) a un ormone (la pelle e i capelli per gli ormoni femminili e maschili, per esempio) provocherà disturbi più o meno gravi o malattia endocrina.

I disturbi ormonali sono molto vari: disturbi della crescita, perdita di peso o, al contrario, aumento di peso, obesità, diabete, disturbi della regolazione dei lipidi, infertilità, problemi del ciclo…

Il ​​cervello nello stomaco

L’assorbimento di cibi grassi e zuccherini durante l’infanzia interrompe lo sviluppo dei neuroni situati sulle pareti del nostro sistema digerente. Questo potrebbe spiegare alcuni disturbi nell’assunzione di cibo.

Si Vittoria, abbiamo tutti “il ​​cervello nello stomaco”. Una rete di neuroni situati sulle pareti del tubo digerente regola le funzioni digestive. Questo sistema nervoso enterico (ENS), composto da oltre 100 milioni di neuroni, è il secondo organo neurologico del nostro corpo in grado di liberare neurotrasmettitori come la serotonina.

Tuttavia, un team di ricercatiri ha appena dimostrato che una dieta troppo ricca di grassi e zuccheri ha interrotto il suo sviluppo nei topi. I loro risultati pubblicati su The Journal of Physiology aprono nuove prospettive per la comprensione dei meccanismi che portano all’obesità.

I ricercatori hanno iniziato rendendo i giovani topi obesi dando loro una dieta ricca e dolce come la “pizza-soda”. Sorprendentemente, hanno scoperto che questo tipo di cibo modifica la naturale evoluzione di questo cervello secondario prevenendo la naturale scomparsa di parte dei neuroni.

Il cervello immaturo accelera lo svuotamento gastrico

Tutto quindi accade come se una dieta troppo ricca stesse riprogrammando il nostro mini-cervello. La dieta ricca di grassi e zuccheri impedisce al tratto digerente di adattarsi a una dieta corrispondente all’età adulta e mantiene il suo fenotipo giovane corrispondente a un periodo della vita in cui l’assunzione di cibo è massima.

I ricercatori osservano anche nelle cavie, come nei pazienti obesi, un’accelerazione dello svuotamento gastrico che potrebbe essere collegata a questo disturbo del sistema nervoso enterico. In altre parole, il nostro “secondo cervello” darebbe l’ordine di accelerare il transito del cibo. Si sospetta che questo fenomeno riduca la sensazione di sazietà e promuova l’assunzione di cibo. Questo circolo vizioso potrebbe spiegare parte dei casi di obesità.

L’influenza del cibo sul nostro “secondo cervello” potrebbe anche, a lungo termine, portare alla prevenzione di patologie neurodegenerative digestive attraverso approcci nutrizionali.

Vittoria le ricordo che la mia risposta, non intende in alcun modo sostituirsi all’autorevole parere del Medico di famiglia, Medico Curante o di altre Figure Sanitarie di fiducia, preposte alla corretta interpretazione del problema in oggetto, a cui rimando, rigorosamente, per ottenere una più precisa indicazione incline sulle origini di qualsiasi sintomo stesso, grazie per la cortese comprensione, le auguro una meravigliosa domenica.

Non ut edam, vivo; sed ut vivam, edo.
Non vivo per mangiare, ma mangio per vivere.

(Marco Fabio Quintiliano)

Aspettiamo le vostre domande, inviatecele via mail a info@sbircialanotizia.it

Docente di Medicina Clinica e Chirurgia Generale: si occupa principalmente della nostra rubrica “Il medico risponde”, ma anche della creazione di articoli riguardanti il campo della medicina. Tutti gli articoli vanno considerati a scopo esclusivamente informativo.

Salute e Benessere

Dengue, record di casi nelle Americhe: “Oltre 3...

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L'80% circa dei contagiati dal virus, veicolato dalle zanzare, si concentra in Brasile. L'isola caraibica di Porto Rico dichiara l'epidemia

Zanzara al microscopio in laboratorio di studio sulla trasmissione della Dengue - Afp

Hanno superato quota 3 milioni i casi di Dengue, registrati nella regione americana dall'inizio di quest'anno, riferisce l'Organizzazione mondiale della sanità. L'80% circa dei contagiati dal virus veicolato dalle zanzare si concentra in Brasile.

Nel 2023 - ricorda l'Oms - la regione delle Americhe ha riportato il maggior numero di casi di Dengue da quando vengono conteggiati, con 4,5 milioni di contagiati, inclusi 7.665 casi gravi e 2.363 decessi. Nel 2024 la regione registra un nuovo record: oltre 3 milioni di casi al 25 marzo. La maggior parte è stata segnalata in Brasile (l'81% dei casi), seguito da Paraguay (6%), Argentina (3,4%), Perù (2,6%) e Colombia (2,2%).

La Paho, Organizzazione panamericana della sanità, sta lavorando insieme ai ministeri della Salute dei vari Paesi in due direzioni principali: il controllo delle zanzare e la prevenzione delle morti.

Porto Rico dichiara l'epidemia di Dengue

Il governo di Porto Rico ha dichiarato un'epidemia di Dengue, dopo che un picco di casi dell'infezione trasmessa dalle zanzare ha colpito l'isola caraibica, territorio non incorporato Usa. Dall'inizio del 2024 al 10 marzo scorso, secondo i dati più recenti forniti dal locale Dipartimento della Salute, a Porto Rico sono stati registrati 549 casi di Dengue, di cui 29 gravi, con 341 ricoveri in ospedale. I contagi si concentrano nelle città, come San Juan, Bayamon, Guaynabo e Carolina.

Tra il 2010 e il 2020 sono stati segnalati oltre 30mila casi di Dengue in 4 territori degli Stati Uniti, tra cui Porto Rico che ha avuto il maggior numero di infezioni. Nel 2012 sono stati riportati nell'isola 199 morti, l'ultima volta che il Commonwealth ha dichiarato un'epidemia di Dengue.

I Cdc, Centers for Disease Control and Prevention, hanno spiegato che stanno collaborando con il Dipartimento della Salute di Porto Rico e la locale Unità di controllo degli insetti vettori per la sorveglianza del virus e la formazione degli operatori sanitari. I Cdc sono anche impegnati in campagne di disinfestazione, usando insetticidi dove necessario, e iniziative educazionali. Il Dipartimento della Salute di Porto Rico si è detto al lavoro per migliorare la sorveglianza, le attività di laboratorio, il controllo dei vettori e gli interventi di sensibilizzazione.

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Salute e Benessere

Covid, Cartabellotta: “Parole Meloni alimentano...

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Il presidente Gimbe: "Il ministro Schillaci dovrebbe fugare ogni dubbio per fermare questa pericolosa deriva anti-scientifica"

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe

"Lo Stato, con la legge 210 del '92, prevede già l'indennizzo a favore di soggetti danneggiati da complicanze irreversibili correlate a vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni di sangue ed emoderivati infetti. E il comma 1bis, recentemente aggiunto, estende in maniera esplicita tale indennizzo a chi ha riportato una menomazione permanente dell'integrità psico-fisica conseguente alla vaccinazione anti Sars-CoV-2. Le parole del presidente Meloni, se da un lato ribadiscono l'ovvio, dall'altro continuano ad alimentare sospetti sulla sicurezza dei vaccini anti-Covid che hanno permesso al mondo intero di uscire dall'incubo della pandemia". Così all'Adnkronos Salute il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, intervenendo su quanto affermato dalla premier Giorgia Meloni che ha sottolineato la volontà del Governo di "andare in fondo" sugli effetti avversi dei vaccini anti-Covid, "capire e assumersi per lo Stato italiano le responsabilità che si deve assumere".

"I programmi di vaccino-vigilanza delle autorità regolatorie di tutto il mondo hanno documentato un profilo rischi/benefici straordinariamente favorevole, su quasi 6 miliardi di dosi somministrate", rimarca il presidente Gimbe, chiamando in causa il ministro della Salute Orazio Schillaci: "A mio avviso - dice - dovrebbe fugare pubblicamente ogni dubbio per fermare questa pericolosa deriva anti-scientifica che rischia di far perdere ai cittadini ulteriore fiducia nei vaccini, nella prevenzione e nel Servizio sanitario nazionale".

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Sanità, Siaarti: “Società scientifiche strategiche...

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Giarratano: "Bene la Fism a ribadire suo ruolo per modificare la legge su colpa sanitaria"

Sanità, Siaarti:

"L'assemblea della Fism ha rivestito una particolare importanza anche perché ha documentato, in un incontro che ha visto insieme società scientifiche e istituzioni, il ruolo importante e strategico delle prime nell'incidere nei percorsi di riforma che sono in corso, per quanto riguarda sia la rete ospedaliera sia la rete territoriale. Un altro elemento molto importante che è stato oggetto di dibattito nell'assemblea Fism è stato il ruolo delle società scientifiche nella produzione di linee guida e quanto questo incida anche sul percorso di riforma della legge sulla colpa sanitaria. Colpa sanitaria che ha un peso importante anche nell'aumento della spesa pubblica sotto la voce di "medicina difensiva". Lo ha detto Antonino Giarratano, presidente della Siaarti (Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva), a Roma in occasione del '40esimo anniversario della Federazione italiana società medico scientifiche - Verso gli Stati Generali Fism'.

Si è parlato molto anche delle "buone pratiche cliniche che la Siaarti produce da alcuni anni. Il progetto di produzione e revisione delle linee guida non ha raggiunto, infatti, lo scopo che si prefiggeva - rileva Giarratano - in forza del fatto che i loro costi e i loro tempi di elaborazione, mediamente 2 anni, non hanno consentito finora l'ampia produzione di linee di indirizzo e di standard clinico-organizzativi che invece sarebbe necessaria". Siaarti "è pronta ad affrontare la nuova visione, mettendo in campo le migliori risorse nella produzione di modelli organizzativi, standard strutturali e tecnologici e buone pratiche cliniche, collaborando con l'Istituto superiore di sanità la cui funzione di indirizzo è necessaria".

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