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I lavori del futuro secondo Linkedin: il Sustainability specialist, chi è e cosa fa
Si trova al quarto posto della classifica e si occupa di sostenibilità: scopriamo perché è importante
‘Sustainability specialist’ è uno dei nuovi lavori più richiesti al momento. A confermarlo è la piattaforma LinkedIn che ha reso nota una classifica relativa alle 15 professioni “del futuro” e sulle quali si sta spingendo molto in direzione di nuove competenze e attitudini.
Posizionata al quarto posto, la professione di ‘Sustainability specialist’ è una delle professioni con un alto tasso di donne occupate e che nelle grandi città come Milano e Roma è tra le più ricercate.
I sustainability specialist creano, supervisionano e implementano strategie volte al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità delle organizzazioni. Richiesti dall’Unione europea, tali obiettivi sono al centro di una sfida che vede interessi privati e pubblici, sociali, umanitari, in gioco.
Le competenze necessarie prevedono principalmente la rendicontazione di sostenibilità, la capacità di posizionarsi in un contesto di consulenza volto ad uno sviluppo sostenibile delle pratiche aziendali e del core business di una realtà piccola o grande che sia.
Secondo quanto riportato da LinkedIn, in merito, i settori più rappresentati sono quelli relativi alla ‘Consulenza di servizi aziendali, ‘Produzione di macchinari’, ‘Fabbricazione di mezzi di trasporto’. La distribuzione per genere vede impiegate per un 65% le donne e per il restante 35% gli uomini. Per raggiungere un livello di appetibilità da parte delle aziende, è richiesto al sustainability specialist almeno un grado di competenza medio, pari a 2,8 anni in ruoli precedenti analoghi e affini.
Si tratta di ruoli che comprendono il project management, la consulenza ambientale, l’analisi del business. La possibilità di lavorare da remoto è alquanto bassa. LinkedIn riporta quasi un 5%.
Il mondo del lavoro
Questa posizione lavorativa è la dimostrazione di un mutamento in corso nel mondo del lavoro. Da come e dove svolgiamo la nostra attività alle competenze necessarie per avere una marcia in più. Le skills sono cambiate, le metodologie e gli obiettivi anche. Complice di questo cambiamento è l’automazione e l’intelligenza artificiale.
“Con il 61% dei professionisti italiani in cerca di una nuova occupazione nel 2024, il nuovo anno rappresenta un’opportunità per un nuovo inizio – si legge nella nota LinkedIn -. È qui che entra in gioco l’elenco dei lavori in crescita, che utilizza i dati esclusivi di LinkedIn per classificare le 15 occupazioni in più rapida ascesa negli ultimi cinque anni. La classifica svela le tendenze che definiscono il futuro della forza lavoro e ti offre informazioni utili sulle nuove opportunità, che tu voglia cambiare professione, rientrare a lavoro o investire in competenze per rendere la tua carriera pronta alle sfide del futuro”.
La classifica:
- Sales development representative o Addetti allo sviluppo commerciale: cercano potenziali nuovi clienti, proponendo prodotti idonei alle loro esigenze durante tutto il ciclo di vendita;
- Ingegneri dell'intelligenza artificiale sono coloro i quali utilizzano l'AI e modelli di apprendimento automatico per sviluppare soluzioni che possono aiutare le aziende ad aumentare la propria efficienza;
- Analista Soc: si occupano della sicurezza informatica aziendale;
- I sustainability specialist descritti in precedente che implementano le strategie di sostenibilità;
- Cloud engineer svolgono cloud computing cioè il monitoraggio e il mantenimento dell’infrastruttura e dei server;
- I data engineer creano programmi e sistemi in grado di acquisire, aggregare e trasformare set di dati aziendali;
- I responsabili acquisti gestiscono il processo di approvvigionamento di beni e servizi necessari al raggiungimento degli obiettivi aziendali, definendo strategie e modalità;
- I cyber security engineer creano e implementano soluzioni per proteggere i sistemi informatici dagli hacker;
- I consulenti cloud seguono i servizi di cloud computing nelle aziende, aiutandole a prendere decisioni a vantaggio delle proprie operazioni;
- I fiscalisti per il rispetto della normativa fiscale delle parti coinvolte;
- I talent acquisition specialist aiutano le aziende a trovare i talenti in base ai loro obiettivi, ricercando candidati con specifiche competenze;
- I performance engineer si assicurano che le prestazioni di un prodotto o di un servizio soddisfino determinati requisiti di qualità;
- I solutions consultant gestiscono soluzioni informatiche, assicurandosi che vengano implementate come da progetto e funzionino per i clienti;
- I medical science liaison si occupano di facilitare lo scambio di informazioni scientifiche tra la comunità medica e la società farmaceutica;
- Gli sviluppatori back-end si occupano della costruzione e della manutenzione dei componenti di un sito web non visibili dall’utente.
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Proteggere la fauna ornitologica per rigenerare le foreste
La protezione della fauna ornitologica deve diventare un tassello fondamentale della strategia conservazionista. È la tesi di un team di esperti dell’Eth di Zurigo, in Svizzera, in un articolo recentemente pubblicato sulla rivista di settore “Megataxa”. Comprimere la libertà degli uccelli tropicali tramite pesanti interventi di deforestazione può infatti portare a una drastica riduzione del potenziale rigenerativo delle foreste. È anche dalla loro preservazione che dipende il nostro futuro sul Pianeta.
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Inquinamento, stop alla plastica monouso
Secondo un sondaggio Ipsos/WWF per l'85% delle persone andrebbe vietata
Ogni anno nel mondo vengono prodotte 460 milioni di tonnellate di plastica, di cui il 60% è monouso ovvero usa e getta. Se a ciò si aggiunge che a livello globale il riciclo della plastica raggiunge solo il 9% del totale e che la plastica monouso rappresenta oltre il 70% dei rifiuti plastici che inquinano i mari e gli oceani, risulta piuttosto evidente che sia necessario un cambio di rotta netto e rapido. A cominciare dal vietare globalmente la plastica monouso. Sarà questo uno dei temi al centro del quarto negoziato sul Trattato sull'inquinamento da plastica che svolgerà dal 23 al 29 aprile in Canada, a Ottawa. Sullo stop alla plastica monouso è d'accordo anche la grande maggioranza dei cittadini. Infatti, secondo un recente sondaggio realizzato da Ipsos per il WWF, su un campione di 24 mila persone di 32 Paesi tra cui l'Italia, l'85% delle persone nel mondo ritiene che la plastica monouso debba essere vietata.
Italiani attenti al tema della plastica
A livello nazionale, gli italiani interpellati dal sondaggio di cui sopra, sostengono in particolare il divieto delle sostanze chimiche nocive utilizzate nella produzione della plastica, indicate dall'87% del campione e sui prodotti in plastica che non possono essere facilmente riciclati (84%). Dai risultati emerge anche la diffusa consapevolezza che i divieti non siano sufficienti ad arrestare l'inquinamento da plastica monouso. Infatti, la maggioranza delle persone intervistate sostiene la necessità di una rifondazione dell'attuale sistema della produzione e del riciclo della plastica in modo che siano garantiti il riciclo e il riuso sicuro. Nello specifico, l'83% degli intervistati italiani ha dichiarato necessario imporre l'obbligo per i produttori di investire in sistemi di riutilizzo della plastica, mentre il 67% è d'accordo sul garantire a tutti i Paesi accesso ai finanziamenti, alle tecnologie e alle risorse necessarie per affrontare e risolvere il tema dell'inquinamento da plastica. In tal senso, l'87% degli intervistati a livello globale (l'83% degli italiani) ritiene necessaria una riduzione dellla produzione complessiva di plastica. I risultati del recente sondaggio Ipsos confermano quanto emerso dai due precedenti report sul tema, specie sul fatto di sostenere l'emanazione di norme che siano vincolanti per poter trasformare in maniera radicale l'universo della plastica.
Il Trattato globale sull'inquinamento da plastica
Come anticipato, dal 23 al 29 aprile a Ottawa si svolgerà il nuovo summit per discutere i contenuti del Trattato globale sull'inquinamento da plastica. Un incontro particolarmente importante in quanto si tratta del penultimo appuntamento del ciclo di negoziati delle Nazioni Unite su tale tema. Se da una parte la maggioranza degli Stati è d'accordo sull'introduzione di norme globali vincolanti per tutta la catena del valore della plastica, dall'altra permane l'opposizione di una minoranza che ritiene di difendere il profitto a discapito del delicato equilibrio ambientale del Pianeta. Norme globali vincolanti, infatti, consentirebbero ai Governi e alle aziende di agire seguendo le stesse regole, incrementando allo stesso tempo la messa a punto di soluzioni innovative e mobilitando gli investimenti lungo l'intera catena del valore della plastica, in modo da distribuire più equamente gli oneri necessari per affrontare il tema dell'inquinamento da plastica.