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Cultura

Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt apre a Hong Kong il Museum Summit

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L’evento museologico più grande al mondo – il Museum Summit – è stato aperto stamani a Hong Kong dal direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt. Nella sua prima edizione post-pandemica, tenuta in contemporanea alla fiera Art Basel Hong Kong, la kermesse è stato organizzato dal Ministero del Tempo Libero, della Cultura e dello Sport della Regione di Amministrazione Speciale Hong Kong della Repubblica Popolare Cinese in collaborazione con Le Gallerie degli Uffizi. Partecipano all’evento 2.000 tra direttori e curatori di musei da tutto il mondo in presenza, più oltre 6,3 milioni di ulteriori individui (prevalentemente dai paesi asiatici) registrati online attraverso la piattaforma Ifeng.

Presenti delegazioni da oltre 30 paesi, tra cui l’Arabia Saudita, Australia, Austria, Brunei, Cambodia, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Italia, Kazakistan, Laos, Malaysia, Maldive, Nepal, Pakistan, Singapore, Sri Lanka, Stati Uniti d’America, Svezia, Svizzera, Thailandia, Vietnam.

La delegazione italiana presente a Hong Kong, guidata dal Console Generale della Repubblica Italiana a Hong Kong e Macao Carmela Ficarra, include anche Flaminia Gennari Santori, direttrice delle Gallerie Nazionali di Arte Antica Barberini e Corsini di Roma, Silvia Barlacchi in rappresentanza del Dipartimento per l’Educazione delle Gallerie degli Uffizi e Antonio Godoli, curatore emerito del patrimonio architettonico degli Uffizi e del Corridoio Vasariano e consigliere per i nuovi allestimenti, che sono tra i 30 conferenzieri che parlano in questi due giorni.

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Cultura

Premio Strega, Rosella Postorino guida la Cinquina dei finalisti

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La scrittrice prima con 217 voti, seguono Ada d'Adamo (199), Maria Grazia Calandrone (183), Andrea Canobbio (175) e Romana Petri (167)

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Una Cinquina quasi tutta al femminile per il Premio Strega 2023, con un’autrice che parte favorita: è Rosella Postorino, in gara con “Mi limitavo ad amare te” (Feltrinelli), presentata da Nicola Lagioia, forte di 217 voti e del successo conquistato cinque anni fa con il romanzo “Le assaggiatrici” con cui ha vinto il Campiello e sette altri premi e traduzioni in una trentina di lingue. Al secondo posto Ada D’Adamo con “Come d’aria” (Elliot), presentata da Elena Stancanelli, con 199 voti, libro che può già vantare la conquista del Premio Strega Giovani, che è stato il più votato da una giuria di ragazzi tra i 16 e i 18 anni di 91 scuole secondarie superiori in Italia e all’estero: l’autrice è morta lo scorso 1° aprile a 55 anni, subito dopo aver saputo di essere nella dozzina dei finalisti, ma come da regolamento, l’opera è rimasta in gara. Lo Strega vanta già due precedenti in tal senso e tutte e due fortunati perchè risultati vincitori postumi: Giuseppe Tomasi di Lampedusa con “Il Gattopardo” nel 1959 e Maria Teresa Di Lascia con “Passaggio in ombra” nel 1995.

La cinquina della LXXVII edizione si completa con Maria Grazia Calandrone con “Dove non mi hai portata” (Einaudi), con 183 voti, presentata da Franco Buffoni; Andrea Canobbio con “La traversata notturna” (La nave di Teseo), con 175 voti, presentato da Elisabetta Rasy; Romana Petri con “Rubare la notte “(Mondadori), presentata da Teresa Ciabatti, con 167 voti.

La proclamazione è avvenuta questa sera al Teatro Romano di Benevento, durante un evento condotto da Stefano Coletta, che ha intervistato i dodici candidati e candidate in diretta streaming su RaiPlay e seguito lo spoglio dei voti. Mario Desiati, presidente di seggio e vincitore della precedente edizione, ha proclamato i cinque finalisti.

L’elezione del libro vincitore si svolgerà̀ giovedì̀ 6 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma e sarà trasmessa in diretta televisiva da Rai Tre, per la conduzione di Geppi Cucciari.

Hanno espresso le proprie preferenze, tra voti singoli e voti collettivi, 596 votanti su 660 (pari al 90,3% degli aventi diritto): a quelli dei 400 Amici della domenica si aggiungono come di consueto 220 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da oltre 30 Istituti italiani di cultura all’estero, 20 lettori forti e 20 voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura, tra cui i circoli costituiti presso le Biblioteche di Roma.

Questi i voti ottenuti dagli altri libri in gara: Igiaba Scego, “Cassandra a Mogadiscio” (Bompiani), 158 voti; Silvia Ballestra, “La Sibilla. Vita di Joyce Lussu” (Laterza), 145 voti; Andrea Tarabbia, “Il continente bianco” (Bollati Boringhieri) 136 voti; Gian Marco Griffi, “Ferrovie del Messico” (Laurana Editore), 135 voti; Maddalena Vaglio Tanet, “Tornare dal bosco” (Marsilio), 117 voti; Carmen Verde, “Una minima infelicità” (Neri Pozza), 89 voti; Vincenzo Latronico, “Le perfezioni” (Bompiani), 67 voti.

La cinquina della LXXVII edizione incontrerà il pubblico in 16 tappe in tutta Italia, di cui come sempre una all’estero presso un Istituto Italiano di Cultura, il 20 giugno a Berlino. Le tappe dello Strega Tour, di Napoli, Benevento, Firenze, Modena, Salò, Parma e Rimini saranno seguite dal camper di ‘Ticket to Read’, che realizzerà una nuova serie podcast a cura di Margherita Schirmacher ed Enrico Orlandi per raccontare il viaggio dei finalisti, in progetto in collaborazione con Chausson Italia.

La serata di Benevento è stata organizzata dalla Città di Benevento con Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Liquore Strega, che promuovono il Premio con il contributo di Roma Capitale, Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con Bper Banca e Tirreno Power, media partner Rai, sponsor tecnici IBS.it e Sygla.

(di Paolo Martini)

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Cultura

Premio Strega 2023, Rosella Postorino guida la Cinquina dei finalisti

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La scrittrice prima con 217 voti, seguono Ada d'Adamo (199), Maria Grazia Calandrone (183), Andrea Canobbio (175) e Romana Petri (167). L'elezione del libro vincitore si svolgerà̀ il 6 luglio

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Una Cinquina quasi tutta al femminile per il Premio Strega 2023, con un’autrice che parte favorita: è Rosella Postorino, in gara con “Mi limitavo ad amare te” (Feltrinelli), presentata da Nicola Lagioia, forte di 217 voti e del successo conquistato cinque anni fa con il romanzo “Le assaggiatrici” con cui ha vinto il Campiello e sette altri premi e traduzioni in una trentina di lingue. Al secondo posto Ada D’Adamo con “Come d’aria” (Elliot), presentata da Elena Stancanelli, con 199 voti, libro che può già vantare la conquista del Premio Strega Giovani, che è stato il più votato da una giuria di ragazzi tra i 16 e i 18 anni di 91 scuole secondarie superiori in Italia e all’estero: l’autrice è morta lo scorso 1° aprile a 55 anni, subito dopo aver saputo di essere nella dozzina dei finalisti, ma come da regolamento, l’opera è rimasta in gara. Lo Strega vanta già due precedenti in tal senso e tutte e due fortunati perché risultati vincitori postumi: Giuseppe Tomasi di Lampedusa con “Il Gattopardo” nel 1959 e Maria Teresa Di Lascia con “Passaggio in ombra” nel 1995.

La cinquina della LXXVII edizione si completa con Maria Grazia Calandrone con “Dove non mi hai portata” (Einaudi), con 183 voti, presentata da Franco Buffoni; Andrea Canobbio con “La traversata notturna” (La nave di Teseo), con 175 voti, presentato da Elisabetta Rasy; Romana Petri con “Rubare la notte “(Mondadori), presentata da Teresa Ciabatti, con 167 voti.

La proclamazione è avvenuta questa sera al Teatro Romano di Benevento, durante un evento condotto da Stefano Coletta, che ha intervistato i dodici candidati e candidate in diretta streaming su RaiPlay e seguito lo spoglio dei voti. Mario Desiati, presidente di seggio e vincitore della precedente edizione, ha proclamato i cinque finalisti.

L’elezione del libro vincitore si svolgerà̀ giovedì 6 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma e sarà̀ trasmessa in diretta televisiva da Rai Tre, per la conduzione di Geppi Cucciari.

Hanno espresso le proprie preferenze, tra voti singoli e voti collettivi, 596 votanti su 660 (pari al 90,3% degli aventi diritto): a quelli dei 400 Amici della domenica si aggiungono come di consueto 220 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da oltre 30 Istituti italiani di cultura all’estero, 20 lettori forti e 20 voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura, tra cui i circoli costituiti presso le Biblioteche di Roma.

Questi i voti ottenuti dagli altri libri in gara: Igiaba Scego, “Cassandra a Mogadiscio” (Bompiani), 158 voti; Silvia Ballestra, “La Sibilla. Vita di Joyce Lussu” (Laterza), 145 voti; Andrea Tarabbia, “Il continente bianco” (Bollati Boringhieri) 136 voti; Gian Marco Griffi, “Ferrovie del Messico” (Laurana Editore), 135 voti; Maddalena Vaglio Tanet, “Tornare dal bosco” (Marsilio), 117 voti; Carmen Verde, “Una minima infelicità” (Neri Pozza), 89 voti; Vincenzo Latronico, “Le perfezioni” (Bompiani), 67 voti.

La cinquina della LXXVII edizione incontrerà il pubblico in 16 tappe in tutta Italia, di cui come sempre una all’estero presso un Istituto Italiano di Cultura, il 20 giugno a Berlino. Le tappe dello Strega Tour, di Napoli, Benevento, Firenze, Modena, Salò, Parma e Rimini saranno seguite dal camper di ‘Ticket to Read’, che realizzerà una nuova serie podcast a cura di Margherita Schirmacher ed Enrico Orlandi per raccontare il viaggio dei finalisti, in progetto in collaborazione con Chausson Italia.

La serata di Benevento è stata organizzata dalla Città di Benevento con Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Liquore Strega, che promuovono il Premio con il contributo di Roma Capitale, Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con Bper Banca e Tirreno Power, media partner Rai, sponsor tecnici IBS.it e Sygla.

(di Paolo Martini)

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Cultura

Susanna Tamaro: “Mai detto di odiare Verga”

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"Ho solo detto che la scuola spesso avvilisce anche gli autori più importanti"

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Susanna Tamaro prende ‘carta e penna’ e risponde sulla sua pagina Facebook alle critiche che le sono piovute addosso dopo che, intervistata al Salone del Libro di Torino, aveva affermato che “ci sono testi davvero difficili e anche brutti” e concludendo con la frase “basta con Verga”. Una difesa delle opere contemporanee, tra cui la scrittrice aveva inserito anche il suo libro più famoso, ‘Va dove ti porta il cuore’, a scapito di quelle classiche, che ha suscitato la reprimenda dell’Accademia della Crusca la quale è intervenuta sostenendo che sia “ingiusto attaccare Verga” e avvertendo che “quando suggerisce di sostituire i contemporanei con i classici, Susanna Tamaro dovrebbe nominare, più che sé stessa, gli scrittori del grande stile novecentesco”.

Nel suo lungo post corredato da una fotografia che la ritrae intenta a leggere ‘Storia di una capinera’ di Verga, l’autrice ricostruisce l’accaduto per “porre termine a questa deprimente e inutile polemica. Non ho mai detto di odiare il Verga – le parole ‘odio’ o ‘disprezzo’ non appartengono al mio lessico né alla mia natura – ma che la scuola italiana fa odiare la letteratura, aggiungendo anche che, naturalmente, un insegnante appassionato può ribaltare questa situazione, ma che nella media questo non avviene e che la noia e il risentimento spesso offuscano la qualità stessa degli autori più importanti, avvilendoli”, argomenta Tamaro mettendo in fila i fatti che l’hanno vista protagonista.

“Qualche giorno fa – dice – ho scritto un lungo articolo sul Corriere, ‘Siate liberi. Leggete (anche il Verga)’, per spiegare la manipolazione avvenuta, grazie a un titolo infelice, su quanto da me detto al Salone del Libro. Articolo che però non è stato neppure diffuso dalle agenzie di stampa, come era stato fatto con l’intervista incriminata, lasciando sul web solo gli anatemi e gli insulti nei miei confronti”.

“Si trattava – sottolinea la scrittrice – di un’intervista video rilasciata nel caos del Salone del Libro e l’argomento era sulla difficoltà di far leggere libri ai ragazzi dopo la scuola. Dato che scrivo libri per bambini dal 1991, ho un po’ il polso della situazione, anche se non sono insegnante. Le scuole primarie, con l’aiuto delle biblioteche, fanno un ottimo lavoro e rendono i bambini appassionati lettori. Nelle medie continua un po’ quest’energia anche se un po’ in stallo, mentre alle superiori tutto si spegne e quando uno finisce gli studi, in linea di massima, l’ultima cosa che pensa di fare è di andare in libreria. Non c’è più alcuna curiosità nei confronti della parola scritta, a meno che siano prodotti di influencer o di fenomeni nati e cresciuti sui social. Allora mi sono chiesta, come mai succede questo? E sono andata ai miei penosi anni scolastici in cui mi era stata fatta odiare la letteratura. Per innamorarmi del Leopardi ho dovuto aspettare i trent’anni, per Manzoni i cinquanta”.

“Questo avevo detto e questo è quello che penso. Suggerendo che forse – rimarca l’autrice – sarebbe giusto iniziare a riflettere su questa situazione o sul metodo stesso di insegnamento della letteratura. Alla fine dell’intervista, già in piedi – avete visto il caos che c’è al Salone? – la giornalista mi ha chiesto: ‘Allora cosa farebbe leggere ai ragazzi per avvicinarli alla lettura?’ E io che sono una persona che ama la leggerezza e i paradossi, ho risposto ‘Magari anche ‘Va’ dove ti porta il cuore”. Era una battuta naturalmente detta da una persona Asperger che non considera di avere davanti plotoni di mitragliatrici virtuali pronte a trivellarla di insulti e anatemi”.

“Trovo – sottolinea Susanna Tamaro – che la letteratura, ora più che mai, sia un’ancora di salvezza perché permette di sfuggire alla omologazione dei media. E la letteratura non si può imporre come dovere ma solo suggerire come scoperta e come piacere. Concordo con quello che dice la gentile lettrice del Piccolo di Trieste di oggi in una bella lettera sul senso della letteratura: leggere i libri di Verga è come entrare in un quadro di Segantini; è meravigliosamente vero ma, per capirlo, bisogna essere portati per mano dagli insegnanti che lei ha avuto negli anni 70 al liceo classico”.

“Personalmente penso – conclude la scrittrice – che ogni libro sia un po’ come una grotta di Aladino: si deve entrare da un pertugio, pensando di trovarsi in un antro oscuro, per poi scoprire, camminando, che quell’oscurità nasconde un gran numero di pietre preziose che ci illuminano e faranno sempre parte della nostra vita. In questi giorni ho approfittato della polemica per prendere in mano ‘Storia di una capinera’, l’opera prima di Verga che ancora non avevo letto e mi sto perdendo nelle meravigliose descrizioni della natura e delle passeggiate alle pendici dell’Etna e nelle sofferenze di una ragazza che scopre tutti i caotici movimenti interiori del primo amore”.

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Cultura

Libri, esce ‘Segnali in codice’: Viaggio tra gli intrighi e i poteri occulti della Repubblica

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Opera prima di Gabriele Barberis Vignola, giornalista e opinionista politico

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Un viaggio avvincente tra i misteri della “notte della Repubblica”, un’immersione totale in una stagione drammatica con tanti interrogativi ancora aperti. “Segnali in codice”, edito da SEM, è l’opera di esordio di Gabriele Barberis Vignola, giornalista e opinionista che da oltre trent’anni segue le vicende della politica italiana. In questa sua opera prima, ambientata negli anni Settanta, Barberis fa muovere sulla scena della narrazione Alessandro Maccari e Cesare Fontanelli, ragazzi dell’alta borghesia romana che hanno scelto di militare nella lotta armata. La loro storia si intreccerà, quarant’anni dopo, con quella di Luca Boursier, figlio del più importate banchiere italiano, con un passato travagliato di studente universitario ribelle e inquieto. Luca, grazie ad una collaborazione con un’agenzia giornalistica di Milano, farà emergere un insospettabile talento di reporter di razza che lo porterà ad occuparsi di vicende ammantate di misteri e intrighi.

Tappa ultima di questi viaggi investigativi sarà la scoperta di un documento sconvolgente che potrebbe riscrivere gli ultimi decenni della storia del nostro Paese e mettere a rischio il potere consolidato dei maggiori vertici della Repubblica. Da questo momento in poi, gli apparati segreti dello Stato metteranno in campo tutte le armi a loro disposizione per impedire che il “segreto” venga fuori.

“Segnali in codice”, con una narrazione tra il noir e l’inchiesta “pura” che non disdegna colpi di scena, è il racconto di un Paese che sconta ancora adesso errori e misteri e che per questo non può dirsi completamente innocente.

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Cultura

Premio Strega Giovani 2023 ad Ada D’Adamo per ‘Come d’aria’

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Oggi la votazione per la Cinquina

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Ada d’Adamo, con il romanzo ‘Come d’aria’ (Elliot), morta lo scorso 1 aprile a 55 anni, è la vincitrice della decima edizione del Premio Strega Giovani. La vincitrice è stata annunciata da Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci, durante l’evento condotto da Loredana Lipperini che si è svolta al Mann – Museo Archeologico nazionale di Napoli, diretto da Paolo Giulierini. Hanno partecipato, prestando la loro voce ad alcuni brani tratti dai libri candidati, Giovanna Sonnino e Giuseppe Tantillo, attori della serie ‘Mare fuori’, e il produttore Michele Zatta.

È stato Andrea D’Angelo, vicepresidente di Strega Alberti, a consegnare il premio ad Alfredo Favi, marito della scrittrice scomparsa. Quello di Ada d’Adamo, con 83 preferenze su 503 espresse, è stato il libro più votato da una giuria di ragazze e ragazzi tra i 16 e i 18 anni provenienti da 91 scuole secondarie superiori distribuite in Italia e all’estero. Al secondo e terzo posto si sono classificate Rosella Postorino, autrice di ‘Mi limitavo ad amare te’ (Feltrinelli), con 64 voti, e Carmen Verde, autrice di ‘Una minima infelicità’ (Neri Pozza), con 60 voti. I tre libri ricevono un voto valido per la designazione dei finalisti al Premio Strega.

La votazione per la Cinquina avrà luogo oggi, mercoledì 7 giugno, al Teatro Romano di Benevento, dove gli autori candidati tornano di nuovo a presentarsi in omaggio alla città dello storico sponsor che ha dato il nome al blasonato riconoscimento fin dalla fondazione, il Liquore Strega Alberti. La cerimonia avrà inizio alle ore 18.30 con la conduzione di Stefano Coletta e la regia di Renato Giordano. L’evento è visibile in diretta streaming su Rai Play.

Durante l’evento è stato assegnato ex aequo anche il Premio Leggiamoci 2023 Fiction for Future alle studentesse: Irene D’Onghia, per il racconto grafico ‘Siamo a casa, Paul’; Anita Elsa Carosi, per il testo narrativo ‘Il mio racconto’; Flavia Nastro, per il racconto grafico ‘La natura digitale’.

Alle vincitrici va un premio in denaro offerto da Bper Banca e una penna artigianale in legno realizzata da Sygla; parteciperanno inoltre alla scrittura collettiva dell’Erbario per la città del futuro, libro guida realizzato dall’associazione di trasformazione culturale Riverrun hub, e al workshop del festival 42 gradi, idee sostenibili, organizzato dalla libreria Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie.

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Cultura

Convivenza religiosa nella città di oggi, al via Rituals/Materials a ex Mattatoio di Roma

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Il 7 giugno alle 18 l'opening, mostra nata da una idea di Eleonora D'Alessandro

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Dal 7 al 16 giugno 2023 all’Ex-Mattatoio, Dipartimento di Architettura dell’Università di Roma Tre, la mostra Rituals/Materials offre l’occasione di riflettere sulla convivenza religiosa nella città contemporanea, attraverso un’installazione site-specific
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ensata dallo studio di architettura berlinese
Kuehn Malvezzi
e dal fotografo

Armin Linke con Claudia Professione e Greta Valentinotti, allestita grazie al supporto degli studenti del Dipartimento di Architettura dell’Università.

Le oltre 500 immagini che compongono l’installazione raccontano la House of One, edificio multi-fede progettato da Kuehn Malvezzi attualmente in costruzione a Berlino. Si tratta di uno storytelling non-gerarchico e non-cronologico che offre continue suggestioni visive per ricostruire la genesi e il processo progettuale dell’edificio berlinese, ma soprattutto per ri-pensare le modalità di dialogo, di integrazione e convivenza tra le diverse comunità che abitano la città. Come le tessere di un mosaico cognitivo, le immagini di Rituals/Materials descrivono una cartografia operativa stratificata che restituisce al visitatore l’iter complesso di un progetto straordinario, raccontato da più voci autoriali. Attraverso un processo di astrazione, le immagini propongono il caso di una Berlino come paradigma della città contemporanea, in cui i movimenti migratori e la crescente globalizzazione fanno del panorama urbano un organismo multiforme ed eterogeneo.

Rituals/Materials nasce da un’idea di Eleonora D’Alessandro, grazie alla collaborazione tra il Dipartimento di Architettura e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Roma Tre con l’Isia di Urbino, il supporto di Villa Massimo e il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma e del Tavolo Interreligioso di Roma. L’opening domani alle 18.

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Cultura

Al Festival delle culture del paesaggio a San Severo si parla di ‘transumanza’

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La seconda edizione da giovedì 8 a domenica 11 giugno nel cuore del Tavoliere delle Puglie

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Il Festival delle culture del paesaggio torna con la sua seconda edizione da giovedì 8 a domenica 11 giugno nel cuore del Tavoliere delle Puglie, nelle piazze, nei parchi e vicoli di San Severo di Foggia, sui tratturi di Serracapriola, San Paolo di Civitate, Madonna di Belmonte e Serracapriola per mettere a fuoco i temi urgenti del paesaggio, della sua storia e trasformazione sul filo rosso dell’interculturalità.

“Transumanza” parola chiave di questa edizione, una liturgia ancora viva in queste terre, una delle più antiche pratiche umane che affonda alle origini del viaggio umano, come spiega il poeta e scrittore Davide Rondoni, direttore artistico della manifestazione: “Siamo tutti un po’ transumanti, in questa epoca tra reale e artificiale, tra regioni e affetti, tra epoche conosciute e nuove. Ma la vita ci segue e chiede sempre la vita, come gli antichi pastori si muovevano cercando il cibo per loro, per i loro cari, per i loro animali senza dimenticare di guardare in alto, e cantare versi alla luna. Il pastore, dal Re Davide dei Salmi, ai personaggi di Virgilio fino al pastore errante del ‘Canto notturno’ di Giacomo Leopardi e oltre fino ai nostri giorni, è emblema dell’uomo che da un lato è legato al lavoro nella natura e nei suoi ritmi, e dall’altro nelle notti e nelle pause conosce il valore della contemplazione”.

Quattro giorni e una notte di performance artistiche, poesia, libri, seminari, incontri, racconti di paesaggi, di uomini e di animali. Grande attesa per la “Notte dei transumanti – La vita qui e altrove”, l’appuntamento di giovedì 8 giugno, dalle ore 21, nel chiostro del Mat in piazza San Francesco: i ritmi, i suoni, i canti e balli della tradizione popolare con Ambrogio Sparagna e Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, insieme a Cristiano Godano, leader dei Marlene Kuntz, e alla musica etnica internazionale di Rione Junno. Ispirati dagli antichi canti dei transumanti, gli artisti daranno vita a un happening di musica, danza e parole.

La serata si aprirà con Sabrina D’Alessandro – artista che, sotto il nome Ufficio Resurrezione, svolge da anni un lavoro sulle parole, una sua installazione nella grande mostra di arte italiana contemporanea che il Ministero degli Esteri sta portando in tutto il mondo – e il suo “Libro con zampe – parole di pecora”: un libro d’artista vagante, su zampe, indossato da un vero agnello che il pubblico potrà ‘sfogliare’. Egregia, pasciuta, bidente, lupesca… un viaggio in otto “Parole di pecora” con letture e musica tra Esòpo, Teocrito e Rebelais. Con le musiche di Salvatore Tota. Cosa vogliono dirci le pecore? Si chiede l’artista, attore e regista David Riondino che presenta il suo inedito “Diario della pecora”, il racconto scenico di un incontro con un fonico giramondo “qualcosa di mezzo tra un facchino, un guerriero e un marinaio” e il suo (e nostro) rapporto indecifrabile e misterioso con le pecore.

E poi al via la grande festa spettacolo che animerà la piazza, farà saltare al ritmo vorticoso dei balli popolari, tra organetti, chitarre, ciaramelle e tamburelli. Gighe, saltarelli, ballarelle, pizziche, tammurriate e soprattutto tarantelle, la danza matrice delle tante musiche del Sud. Al centro della scena Ambrogio Sparagna, già maestro degli inizi della notte della Taranta, sostenuto dalla straordinaria energia e bravura dei musicisti dell’Orchestra, traccerà un percorso dei canti dei transumanti, cui si uniranno due ospiti speciali che creeranno un cortocircuito spiazzante di fusione e contaminazione con altri linguaggi musicali.

Sul palcoscenico saliranno i Rione Junno, punto di riferimento nazionale per la world music, il gruppo affonda le sue radici nella tradizione musicale della loro terra, la Puglia di Monte Sant’Angelo, arricchendola di suoni, immagini, voci, sincretismi, rumori della strada e sonorità contemporanee. E ancora, Cristiano Godano, leader dei Marlene Kuntz, transumante tra testi e musica, tra realtà e metafora, come i personaggi delle sue canzoni, figure che sanno di fertile inquietudine, che transumano tra desideri del cuore, visioni e luoghi. Nella sua scaletta di certo non mancheranno due pezzi dell’ultimo album firmato Marlene Kuntz, “Karma Clima”, dove i monti e l’acqua (elementi essenziali della transumanza) sono attivi protagonisti: “Laica preghiera” e “L’aria era l’anima”. Durante la serata, gli interventi poetici di Davide Rondoni e Enrico Fraccacreta.

Al Festival anche gli incontri d’autore. Protagonisti della conversazione “La vita altrove – Il racconto, la poesia, i paesaggi”, in cartellone venerdì 9 giugno, alle ore 19 nel foyer del Teatro Verdi, lo scrittore e giornalista televisivo Andrea Caterini, autore del programma Rai “Il provinciale”, il critico e scrittore Paolo Lagazzi, curatore tra gli altri del Meridiano Mondadori del poeta Attilio Bertolucci, il poeta Matteo Greco, autore tra l’altro della fortunata raccolta “Da grande voglio fare il meridione” CartaCanta, e il poeta sanseverese Enrico Fraccacreta. Conduce la giornalista Francesca Romana Ciccolella. A seguire l’incontro “Pastori, musicanti e transumanti” tra musica e poesia con Paolo Lagazzi, Davide Rondoni, Enrico Fraccacreta, Matteo Greco, Salvatore De Iure, Salvatore Tota (ore 21, nel chiostro del Mat in piazza San Francesco).

Il Festival si inserisce nelle attività dello studio di fattibilità “I Paesaggi del Tratturo Magno, un progetto per la valorizzazione del territorio naturale, rurale e culturale dell’Alto Tavoliere”, sostenuto dal Gal Daunia Rurale 2020 S.c.a.r.l con la rete dei comuni dell’Alto Tavoliere: San Severo (capofila), San Paolo di Civitate, Serracapriola, Chieuti, Apricena, Torremaggiore e Poggio Imperiale.

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Cultura

‘L’anarchico conservatore’, Sangiuliano racconta Giuseppe Prezzolini

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L'opera, già pubblicata nel 2008 da Mursia, da domani sarà riproposta negli Oscar Mondadori in una edizione arricchita dalla prefazione di Francesco Perfetti e dalla postfazione firmata da Vittorio Feltri

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Un intellettuale anticonformista, un conservatore liberale a tutto tondo, che ha attraversato cento anni di storia italiana. Una delle figure più rappresentative del ‘Secolo breve’ che ha segnato il dibattito politico e culturale assumendo posizioni spesso scomode. “Un uomo unico per coerenza intellettuale”, come ha scritto Renzo De Felice, Giuseppe Prezzolini (1882-1982) è stato, tra l’altro, il fondatore e l’anima della ‘Voce’, la più importante rivista culturale italiana del Novecento. Un intellettuale al quale il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano dedica il saggio ‘Giuseppe Prezzolini, l’anarchico conservatore’. L’opera, già pubblicata nel 2008 da Mursia, da domani sarà riproposta negli Oscar Mondadori in una edizione arricchita dalla prefazione di Francesco Perfetti e dalla postfazione firmata da Vittorio Feltri.

“Vivere cent’anni – afferma Sangiuliano – è già di per sé un atto notevole, non solo perché, come è ovvio, questa longevità è ancora rara nella maggioranza degli uomini, ma perché significa essere testimoni di un lungo tempo, significa attraversare epoche, stagioni, mode, costumi. Significa anche sottoporsi a sofferenze: guerre, malattie, veder morire gente e andar via affetti familiari, amori, amici, subire delusioni”. Un tempo lungo che il titolare di via del Collegio Romano scandaglia con perizia e cura facendo leva sullo studio degli archivi che gli ha permesso di fare emergere vari inediti del pensatore umbro. Una ricerca che definisce l’avventura intellettuale e umana di Prezzolini e ricostruisce gli intrecci e le correnti di pensiero che hanno attraversato l’Italia e l’Europa nel secolo scorso.

Le pagine di Sangiuliano, evidenzia Perfetti nella prefazione, illuminano “l’autentica immagine di un intellettuale finissimo e, insieme, il ritratto psicologico e umano di un autentico anarchico conservatore”. Amico e corrispondente di decine di personaggi, da Carducci a Gramsci, da Apollinaire a Croce, da Oriana Fallaci a Montanelli, Prezzolini è stato il primo intellettuale moderno, con una visione multiculturale tuttora rara, aperto all’interventismo nel mondo e non chiuso nell’accademismo ottocentesco. Ha attraversato e rappresentato, rimarca Sangiuliano, le contraddizioni del Novecento, dalla Grande Guerra al fascismo, dal secondo conflitto mondiale al dopoguerra, mantenendosi sempre lontano dalle ideologie e dal conformismo.

Per tutta la vita, Prezzolini ha curato e preservato la sua libertà. Libertà d’azione e di pensiero che difese con forza. Un esempio su tutti. Fu definito ‘l’inventore’ di Mussolini, di cui ospitò i primi articoli ed editò il primo libro, ma quando il fascismo salì al potere decise di trasferirsi prima in Francia e poi negli Stati Uniti. A New York, anche se non era laureato, iniziò una nuova vita come docente nella Columbia University e come corrispondente di grandi quotidiani, ma divenne giornalista pubblicista a ottant’anni. Non mancò, infine, dal suo ultimo ritiro in Svizzera, di stigmatizzare i vizi italiani tra i quali l’assistenzialismo e lo statalismo.

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Cultura

Almeno tu nel metaverso: in libreria, online e in ebook dal 20 giugno

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Di Silvia Bertelli e Luana Caraffa

Sarà in libreria, online e in ebook dal 20 giugno 2023 ‘Almeno tu nel metaverso’ di Silvia Bertelli e Luana Caraffa. Cosa sono gli NFT musicali? Perché possono essere considerati come il primo vagito di una rivoluzione in grado di sovvertire l’industria musicale a vantaggio degli artisti? Comprendere il fenomeno degli NFT musicali significa comprendere il ruolo che la tecnologia blockchain potrà avere nel restituire alle opere musicali il valore che esse hanno perso a causa dello sfruttamento iniquo nella loro diffusione digitale, e comprendere la possibile dimensione futura di tale fenomeno per artisti, progetti, etichette, e piattaforme.

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Cultura

Arte, una parola per la prima volta all’asta: l’opera di Alberto Sorbelli

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A Parigi martedì da Drouot. "Il mio è l'ultimo lotto, il numero 17. E dopo il disegno e il quadro di Modigliani, le sculture in ottone di Fontana toccherà a me...Ma non ci sarà nulla, ci sarà un'asta su qualcosa che non si vede, che non si tocca. Assisteremo al teatro del mercato".

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Una parola all’asta, per la prima volta nella storia dell’arte. Martedì 6, alle 18, presso la casa d’aste Drouot di Parigi, insieme, tra gli altri, a un quadro e a un disegno di Amedeo Modigliani e due sculture di Luciano Fontana, sarà battuta all’asta un’opera dell’artista italiano Alberto Sorbelli. Una parola, depositata il 21 marzo scorso insieme alle motivazioni della scelta di quel termine presso un notaio di Parigi, per dare solidità giuridica all’opera.

Perché una parola? “Era da almeno un decennio che lavoravo a questo progetto – spiega Sorbelli all’Adnkronos, sottolineando le difficoltà dal punto di vista giuridico della realizzazione della sua opera – Poi, nel febbraio dello scorso anno, è stata approvata una legge che consente alle case d’asta di vendere opere immateriali”. E a quel punto ha potuto andare avanti con il suo progetto, un inedito nel panorama artistico mondiale.

La scelta di vendere la parola in una casa d’aste e non in una galleria poi è tutt’altro che casuale: “La casa d’aste è il tempio del mercato, dove ognuno mette in scena il proprio desiderio e la capacità di realizzarlo – spiega l’artista romano che vive da tempo in Francia – Quello che conta oggi nel mondo dell’arte è il mercato, il prezzo dell’opera, un’opera ha valore solo se ha valore”.

E allora la casa d’aste “dà una legittimità che la galleria non dà, una volta che viene pagato quel prezzo, quello diventa il valore dell’opera, non ci sono ambiguità”, dice Sorbelli. Che poi parla di quello che succederà martedì: “Il mio è l’ultimo lotto, il numero 17. E dopo il disegno e il quadro di Modigliani, le sculture in ottone di Fontana toccherà a me…Ma non ci sarà nulla, ci sarà un’asta su qualcosa che non si vede, che non si tocca. Assisteremo al teatro del mercato”.

Ma se la parola – che parte da una base d’asta “misteriosa” – sarà aggiudicata, “avremo dato valore a qualcosa che non conosciamo – conclude l’artista – che conosco io e solo un’altra persona”. E quella persona se vorrà, potrà rivenderla, in una sorta di passaparola, sempre senza comunicarla a nessuno.

A battere la parola di Alberto Sorbelli all’asta – un progetto che ha avuto tra i suoi primi sostenitori il direttore dell’allora Centre Pompidou di Metz e oggi di Parigi, Laurent Le Bon – saranno Alexandre Giquello e Violette Stcherbatcheff.

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