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Nelle Dolomiti si disegna il futuro della sanità di montagna

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Nelle Dolomiti si disegna il futuro della sanità di montagna

Nelle Dolomiti si disegna il futuro della sanità di montagna

Confronto per promuovere una sanità di prossimità e di territorio efficiente e di qualità, per rispondere ai bisogni di chi vive le comunità montane

Sono oltre 4.000 i comuni italiani, con una bassa densità di popolazione e indice di vecchiaia elevato, che necessitano di individuare modelli organizzativi innovativi per garantire equità di accesso ai servizi sanitari. A che punto siamo? Come costruire reti forti per promuovere la miglior sanità per il cittadino che vive questi territori? Quali necessità e quali proposte per garantire una sanità di prossimità e di qualità? Come riorganizzare i servizi nei periodi di maggior afflusso turistico? A confronto gli esperti di diversi territori con l’obiettivo di sviluppare una medicina di prossimità e innovativa che risponda ai bisogni di chi vive la montagna e di chi ne sceglie la bellezza.

Feltre, 19 gennaio 2024 - Oltre le città le cosiddette “aree interne” dove abita un quarto della popolazione italiana, è un mondo di oltre 4.000 comuni, fatto di piccole o medie località. Come presidiare e fornire servizi adeguati a questi territori? Il tema della sanità in montagna è al centro dell’evento "Salute oltre la città: soluzioni innovative per la sanità di montagna", che si tiene a Feltre, presso l'Auditorium dell’Istituto Canossiano, in Viale Montegrappa 1.

L’evento, che rappresenta un vero e proprio laboratorio di proposte/idee che coinvolgerà nel tempo gruppi di lavoro, con l’obiettivo di disegnare la sanità della montagna di oggi e di domani, diventando allo stesso tempo un appuntamento annuale, è organizzato da Motore Sanità e dall’ULSS 1 Dolomiti.

“Momento importante di confronto per capire oggi come creare una buona integrazione tra ospedale e territorio, soprattutto in zone come quelle di montagna che hanno grandi distanze e una popolazione anziana, cronica, che quindi ha bisogno di una presa in carico territoriale, di prossimità, ma anche un territorio che può oggi utilizzare strumenti legati all'innovazione, pensiamo al telecontrollo, o al telemonitoraggio che possono supportare i percorsi di presa in carico – ha commentato Manuela Lanzarin, Assessore alla Sanità e al Sociale, Regione del Veneto -. Sarà un confronto utile per analizzare le diverse esperienze e guardare al futuro”.

“In montagna tutto è speciale – come ha spiegato Giuseppe Dal Ben, Commissario ULSS 1 Dolomiti -. L’Ulss Dolomiti si propone come laboratorio per la costruzione e la sperimentazione di modelli innovativi per la sanità di montagna, in cordata con tutti i protagonisti interessati, mettendo insieme energie ed idee per dare le migliori risposte possibili a chi vive ogni giorno la montagna e ai turisti, con problematiche comuni a tutte le aree alpine. Questo convegno avvia un percorso di crescita che vedrà l’attivazione di un focus monotematico già programmato per la primavera a Pieve di Cadore e uno in autunno in Agordino, i cui risultati saranno presentati in un nuovo convegno il 17 gennaio del prossimo anno a Belluno, ampliando lo sguardo anche a territori extra nazionali”.

Secondo Luciano Flor, già Direttore Generale Area Sanità e Sociale Regione del Veneto“ è molto utile e importante stare in modelli organizzativi che siano a rete e magari la rete supera anche i confini della singola azienda. Da soli, ormai, non ce la fa più nessuno”. Per questo, secondo Flor, le parole da considerare sono due: “soluzioni” “innovative”. “Soluzioni, perché il tema della salute e della sanità, non solo in montagna, non può essere affidato né a slogan né a proteste, ma ha bisogno di soluzioni che vogliono dire individuare quali sono le scelte migliori per domani. La seconda parola è “innovative”: non possiamo pensare di continuare a fare cose nuove e risolvere problemi del 2024 con logiche e regole di 10, 20, 30, 40 anni fa. Quindi bisogna sedersi ad un tavolo, tutte le parti interessate - decisore politico, decisore gestionario organizzativo e decisore clinico - per definire quali sono le scelte migliori, tenuto conto di dove siamo, di quello che abbiamo, ma anche di quello che ci viene offerto. Oggi abbiamo tecnologia nuova, in gran parte non utilizzata, o soluzioni tecnologiche in parte non utilizzate. Inoltre, abbiamo bisogno di superare la frammentazione e il localismo”.

Così l’Avvocato Enrico Gaz, Presidente di Famiglia Feltrina: "Ringrazio il Commissario dell’ULSS per aver saputo coinvolgere anche la società civile della Provincia sul tema della gestione dei servizi sanitari in montagna, che è particolarmente sentito da chi, in questi territori, vive ed opera. Auspico che, con la collaborazione di tutti, dal percorso emergano indicazioni che possano contribuire ad una programmazione sanitaria tagliata sui bisogni specifici di queste aree".

Il tema della gestione dell'urgenza-emergenza e le soluzioni innovative che gravitano attorno ad essa è stata affrontata da Paolo Rosi, Direttore UOC Centrale Operativa SUEM 118 Regione del Veneto: “Le soluzioni innovative sono nuove tecnologie ma sono anche un nuovo modo di pensare soluzioni che portino miglioramenti all’assistenza. Per esempio, stiamo lavorando ad una maggiore connessione tra l’ambulanza e le strutture della centrale operativa e gli ospedali, stiamo sviluppando il teleconsulto per potere evitare di trasportare certi pazienti in ospedale risparmiando così disagi all’utenza, e stiamo lavorando sul potenziamento e l’attività di volo dell’elicottero per farlo volare anche in condizioni metereologiche estreme. Queste soluzioni migliorano decisamente la qualità dell’assistenza”.

Secondo Luigi Pais Dei Mori, Presidente OPI-Ordine delle Professioni infermeriestiche di Belluno “ci sarà da riflettere se la normativa nazionale attuale sarà pienamente compliante a rispondere ai bisogni di salute di queste popolazioni, non solo anziane, non solo fragili, ma anche svantaggiate da un punto di vista climatico, orografico e logistico. L’infermiere di famiglia e comunità offre una risposta certamente interessante ma tutta da sviluppare per questi tipi di bisogni particolari, una risposta particolare che deve essere declinata anche in termini formativi e di organizzazione”.

Sul tema della carenza di infermieri, Pais Dei Mori ha aggiunto: “Questo fenomeno sta imponendo una revisione dei modelli organizzativi quindi dobbiamo immaginare una sanità con meno infermieri ma infermieri più specializzati, possibilmente anche più attrattivi da un punto di vista della professione, che andranno a gestire risorse. Si tratta di un modello che sta precorrendo i tempi e che sta trovando una sua risposta anche nella contigenza della professione infermieristica. I modelli precedenti e attuali non sono più compatibili con le esigenze del sistema e la contingenza attuale”.

La telemedicina annulla la distanza e riduce in certa misura anche il tempo necessario alla cura di ogni singola persona, permette attività mediche e assistenziali che un tempo erano impensabili. Tuttavia, essa ha un significato maggiore per le comunità in montagna e in un certo senso per quelle persone è ancora più urgente. Come spiega Francesco Gabbrielli, Direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità “la telemedicina è l'unica soluzione tecnologica e organizzativa a portata di mano ed economicamente ragionevole per disseminare servizi socio-sanitari di alta qualità anche nelle zone più sperdute, nonostante le difficoltà del servizio sanitario pubblico. È fondamentale comprendere come fare. La telemedicina spesso viene identificata come un insieme di tecnologie le quali determinano un miglioramento, per il fatto stesso di essere introdotte. Non è così. Bisogna sceglierle e introdurle alla luce di uno studio attento delle necessità delle persone in un certo territorio. È come risalire la corrente di un fiume cercando la sorgente dei problemi per essere capaci di trovare la nuova via verso cui deviare il nuovo flusso di attività digitalizzate”.

Si ringrazia Essilor Luxottica, Unifarco, Confindustria Belluno Dolomiti, Lattebusche, MVC Group, Serenissima Ristorazione per il contributo incondizionato.

Ufficio stampa Motore Sanità

Laura Avalle - 320 098 1950

Liliana Carbone - 347 264 2114

comunicazione@motoresanita.it

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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“Autistic City”, dal 23 al 28 aprile la mostra fotografica...

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“Autistic City”, dal 23 al 28 aprile la mostra fotografica a Palazzo Braschi

Uno shooting ispirato a Wes Anderson che vede protagonisti ragazzi autistici.

Evento organizzato dall’Associazione Modelli si Nasce e da Accademia del Lusso di Roma con il patrocinio dell’Assessorato di Roma Capitale a grandi eventi, turismo, moda e sport

Roma, 18 aprile 2024.Il 23 aprile si inaugura “Autistic City – Exploring youth different minds unique world”, la mostra fotografica nata dalla partnership tra Accademia del Lusso di Roma e l’Associazione Modelli si Nasce. Accademia del Lusso ha messo a disposizione Carolina Turra, docente di Styling, che ha coordinato il lavoro insieme agli studenti del corso, e una fotografa di moda, Marta Petrucci, per la realizzazione di uno shooting ispirato ai film di Wes Anderson. Oltre alle fotografie, per tutta la durata della mostra sarà proiettato un video, ideato e realizzato da Accademia del Lusso, che racconta i momenti salienti dello shooting e del backstage consentendo allo spettatore di seguire la trama visiva in cui ciascuna fotografia può essere l’inizio o la fine di un racconto.

Già nel titolo della mostra è chiaro il riferimento al film Asteroid City, ultima fatica dell’acclamato regista statunitense. La scelta di ispirarsi a Wes Anderson è di carattere estetico in riferimento alle atmosfere retrò e ai colori pastello tanto amati dal regista, ma è, soprattutto, riferita all'audacia e all'ambizione di Anderson di affrontare temi seri e, anche, molto toccanti con sensibilità e fantasia. Nei suoi film ciò che esiste dentro il racconto e ciò che esiste fuori, sembrano due mondi in cui il confine è solo apparente.

Allo stesso modo e con l’obiettivo di celebrare la diversità e di costruire una realtà dove ogni individuo è libero di essere sé stesso, nel progetto fotografico intrapreso con i ragazzi autistici di Modelli si Nasce ogni partecipante è rappresentato come un personaggio unico, evidenziato da un vezzo esteriore che riflette la sua caratteristica interiore. Attraverso un’empatia senza giudizio, le immagini catturano la bellezza e l’individualità di ciascun soggetto, trasmettendo la volontà di giocare e di esplorare insieme.

“Per noi questa esperienza è stata importante - commenta Laura Gramigna, direttrice di Accademia del Lusso Roma - ed è importante anche come messaggio, perché dimostra che con questi ragazzi splendidi si può collaborare in modo professionale e proficuo. È la riprova che l’autismo non è una barriera e si possono creare bellissime sinergie anche nell’ambito della moda”. “Le foto della mostra - secondo Silvia Cento, presidente di Modelli si Nasce - sono sorprendenti, ti immergono immediatamente in una “Autistic City” che non ti aspetti. I visitatori potranno finalmente comprendere che l’autismo può essere un mondo di colori, bellezza, arte e fashion, ma soprattutto di capacità e competenze. Capacità di relazionarsi con l’obiettivo della macchina fotografica, capacità di assumere pose non usuali, capacità di indossare outfit complicati ed impegnativi. Capacità e competenze acquisite dai 29 fotomodelli, ognuno con abilità diverse, durante il percorso formativo di Modelli si Nasce, che hanno permesso a Carolina Turra e Marta Petrucci, con tutto lo staff di Accademia del Lusso di lavorare con serenità e mettere a frutto le loro doti artistiche ed umane”.

About:

Modelli si Nasce è un’associazione no profit nata a Roma nel 2018 grazie all’intraprendenza e all’impegno di alcuni genitori di ragazzi autistici. Modelli si Nasce è la prima ed unica associazione in Italia ad offrire percorsi formativi personalizzati che preparano i ragazzi autistici ad entrare nel mondo della moda come modelli e fotomodelli. Nei suoi cinque anni di vita, l’associazione ha visto aumentare la base associativa con famiglie provenienti da tutta Italia ed è cresciuto il numero di ragazzi (ad oggi circa 60) che sono pronti ad affrontare le loro prime esperienze lavorative nel settore della moda. Fino ad oggi, l’Associazione ha operato a Roma anche se i ragazzi provengono da tutta Italia. Da marzo 2024, sono stati avviati percorsi formativi anche in Calabria. L’obiettivo è quello di incrementare le sedi regionali per evitare ai tanti ragazzi e alle loro famiglie spostamenti troppo lunghi e faticosi.

Accademia del Lusso nasce nel 2005 in via Montenapoleone, a Milano, come Scuola esclusiva per giovani talenti che intendono intraprendere la loro carriera nel comparto della moda e del lusso in Italia e all’estero. Ha la sua sede di rappresentanza in Via Montenapoleone 5, a Milano, nel cuore del quadrilatero della moda, luogo simbolo del Fashion in Italia. Sempre a Milano, in Via Chioggia, il Luxury Lab è divenuto la sede attiva di laboratori, seminari e altre attività teorico-pratiche indirizzate agli studenti. Nella Capitale, Accademia del Lusso oltre alla storica sede in Via Matera 18, ha inaugurato una nuova scuola in Piazza di Spagna 9, dove gli studenti hanno l'opportunità di conoscere la grande tradizione sartoriale italiana.

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Donne e tecnologia, oltre il 70 per cento sottolinea la...

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Donne e tecnologia, oltre il 70 per cento sottolinea la fatica ad avere un riconoscimento economico

Preparate, dedite al lavoro anche in termini orari, ma spesso faticano a ottenere un riconoscimento salariale e di carriera. Soprattutto se madri.

Questo l’identikit delle professioniste dell’ambito tecnologico che emerge dalla ricerca condotta da Milano-Bicocca in sinergia con l’Associazione Women&Tech® ETS, che propone anche misure di contrasto ai gap ancora esistenti

Milano, 18 aprile 2024 – Le professioniste? Preparate, dedite al lavoro anche in termini orari, ma la maggior parte di loro fatica a ottenere un riconoscimento salariale e di carriera: questo l’identikit delle professioniste dell'ambito tecnologico che emerge dallo studio “Donne e Tecnologia: un’indagine quali-quantitativa” condotto in collaborazione sinergica tra l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, tramite il Comitato Unico di Garanzia (CUG), e Women&Tech® ETS - Associazione Donne e Tecnologie. Oltre il 71% delle intervistate afferma, infatti, di avere percepito o esperito un trattamento salariale diverso rispetto ai colleghi uomini e l’11,4 per cento preferisce non rispondere.

I risultati dell’indagine sono stati presentati oggi, durante l’evento “Donne e STE(A)M. Tra passato e futuro” al quale sono intervenute Alessia Cappello (Assessora sviluppo economico e politiche del lavoro, Comune di Milano), Maria Grazia Riva (Pro-Rettrice all’Orientamento, alle Politiche di genere e Pari opportunità), Patrizia Steca (presidente CUG di Milano-Bicocca) e Silvia Penati (professoressa di Fisica e componente del Comitato Pari Opportunità).

Tra le ospiti della mattinata, Amalia Ercoli Finzi (professoressa emerita del Politecnico di Milano), Elvina Finzi (dirigente Essilor Luxottica), insieme a Gianna Martinengo (Presidente dell’Associazione Women&Tech® ETS).

«L’Università di Milano-Bicocca ha da sempre mostrato un grande interesse al tema delle carriere femminili, sia nell’ambito accademico che in quello professionale. – ha detto Patrizia Steca, presidente del Comitato Unico di Garanzia di Milano-Bicocca - L'Ateneo è impegnato in un monitoraggio costante delle scelte del percorso universitario. Queste mostrano ancor oggi un significativo sbilanciamento di genere: i ragazzi sono molto più presenti nei corsi di laurea a carattere scientifico e tecnologico, mentre le ragazze scelgono maggiormente percorsi umanistici ed educativi. Una situazione simile è osservabile nella composizione dei nostri Dipartimenti. Nonostante siano ravvisabili dei miglioramenti, è evidente come sia importante lavorare ancora nel sostenere scelte che vadano oltre i tradizionali stereotipi di genere. La possibilità di collaborare con realtà esterne, come Women and Tech – ETS, è un’occasione per conoscere maggiormente i contesti aziendali e le sfide che questi pongono soprattutto alle giovani donne. Questo ci consente di avere informazioni preziose anche al fine di migliorare i nostri percorsi di formazione, di orientamento e di job placement».

L’indagine presentata ha dedicato un focus specifico alla tematica “donne e tecnologia” con l'obiettivo di raccogliere informazioni e dati sulle esperienze delle lavoratrici all’interno del network di aziende e persone associate. In particolare, sono state analizzate cinque dimensioni: genere e settore ICT; soddisfazione lavorativa; armonizzazione delle sfere di vita; gap di genere percepiti e possibili misure a contrasto.

La ricerca - realizzata attraverso la somministrazione di un questionario online sulla piattaforma Qualtrics nel periodo novembre-dicembre 2023 - ha coinvolto quasi 200 professioniste delle aziende associate a Women&Tech® ETS che lavorano in realtà professionali “ad alta intensità lavorativa” - in prevalenza (70 per cento ) impiegate nel Settore Tech, Software e Internet - di età tra i 30 e 45 anni (nel 46,9 per cento) e laureate (62 per cento).

In particolare, il 30 per cento di loro è in possesso di un titolo di studio in discipline STEM e il 24,6 per cento ha conseguito uno o più master.

Dal punto di vista dell’onere lavorativo medio giornaliero, il 39,7 per cento delle partecipanti dichiara un impegno pari a 9h50’, al quale si aggiungono straordinari e trasferte. Oltre la metà di loro (53 per cento ) si dichiara madre, il 20 per cento genitore single.

Per quanto riguarda la soddisfazione lavorativa, il 41,8 per cento delle donne del campione si dichiara abbastanza soddisfatta del proprio lavoro. Nel 12 per cento dei casi è molto soddisfatta e nel 28,9 per cento si ritiene soddisfatta.

I risultati della ricerca – interpretati con un’attenzione alla dimensione di genere - mettono in luce come l’interconnessione tra i dati occupazionali registrati a livello nazionale e la distribuzione dei carichi di lavoro, retribuito e non, contribuisca a dettagliare i contorni e le forme che assumono le esperienze di queste donne.

Dal campione emerge, infatti, come lavoratrici madri full-time e madri single esprimano maggiori difficoltà nel conciliare e armonizzare diverse sfere di vita e dichiarino maggiore fatica a godere di tempo libero. Significativo il fatto che la quota di lavoratrici “a orario ridotto” presente all’interno del campione (10 per cento) sia composta per il 90,5 per cento da donne madri e che in questo gruppo non si registri la presenza di donne che ricoprono ruoli apicali.

Oltra alla già citata diffusa percezione di ineguaglianze a livello salariale, il 51,4 per cento delle lavoratrici del campione dichiara che “spesso“ o “sempre” sia successo nella propria esperienza professionale di percepire maggiori difficoltà, rispetto ai colleghi uomini, nell’ottenere credibilità e riconoscimento.

Sebbene il 37 per cento delle donne dichiari una progressione di carriera negli ultimi 5 anni, il 19,5 per cento del campione dichiara che il suo genere abbia “spesso” giocato un ruolo negativo nel vedersi accettare una possibilità di miglioramento di carriera.

Tra le possibili misure a contrasto di questi gap, secondo il 71,6 per cento delle donne che fanno parte della realtà associativa Women&Tech® ETS, sarebbero necessarie misure a favore della conciliazione e del supporto alla genitorialità e il 40,2 per cento suggerisce la promozione di collaborazioni e sinergie tra aziende ed enti formativi, scuole e università.

«Women&Tech® ETS è stata fondata nel 2009 come evoluzione del mio progetto Women&Technologies ideato nel 1999 sulla base di una intuizione: le tecnologie sono di grande aiuto alle donne per poter conciliare famiglia e lavoro, ma le donne sono indispensabili nei processi di ideazione, progettazione e produzione delle tecnologie. Donne e Tecnologie: un binomio vincente. Oggi questa intuizione è la realtà. Le donne con la loro visione olistica delle tecnologie danno un contributo fondamentale all’innovazione tecnologica e sociale”. Ha dichiarato Gianna Martinengo, Presidente dell’Associazione Women&Tech® ETS, che ha aggiunto: “tuttavia, come ci mostrano i risultati di questa ricerca, siamo ancora lontani dalla parità: di opportunità, retribuzione e presenza stessa delle donne nelle professioni tecnologiche e scientifiche. Oggi più che mai, innanzi alla velocità con cui si sta evolvendo e affermando l’AI generativa, siamo quindi chiamati a un intervento su più fronti e che ci riguarda tutti: mondo dell’istruzione, aziende, istituzioni e associazioni».

Per approfondimenti:

●Estratto dell’indagine “Donne e tecnologia”

Per maggiori informazioni:

Ufficio stampa Università di Milano-Bicocca

Maria Antonietta Izzinosa 02 6448 6076 – 338 694 0206

Veronica D’Uva 02 6448 6373 – 335 168 5364

Chiara Azimonti 02 6448 6353 – 335 709 8619

ufficio.stampa@unimib.it

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Aborto. Pro Vita Famiglia: Stupiti da astensioni Lega su...

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Aborto. Pro Vita Famiglia: Stupiti da astensioni Lega su ordine del giorno Pd. 22 giugno Manifestazione Nazionale per la Vita a Roma

Roma, 18 aprile 2024. “Ci stupisce che oggi alla Camera parte della Lega si sia astenuta su un vergognoso ordine del giorno del Partito Democratico che accusa il Governo di aprire i consultori ad associazioni anti-abortiste per fare “violenza psicologica” sulle donne, avallando l’assurda polemica sulla collaborazione tra consultori e associazioni di aiuto alla maternità già prevista dall’articolo 2 della Legge 194. La maggioranza ha fatto benissimo a respingere questo ennesimo pretesto polemico della Sinistra, che vuole impedire alle donne in difficoltà di ricevere aiuti per rimuovere le cause che potrebbero indurle o costringerle ad abortire.

Migliaia di persone sono attese da tutta Italia alla Manifestazione Nazionale per la Vita che si svolgerà a Roma sabato 22 giugno, per ribadire la dignità umana del concepito e chiedere con forza allo Stato di garantire la tutela sociale della maternità e il diritto delle donne di ricevere alternative concrete all’aborto.”

Lo afferma in una nota Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.

Ufficio Stampa Pro Vita e Famiglia Onlus

t.: 0694325503

m.: 3929042395

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