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Sostenibilità

Identikit del consumatore digitale in Italia, tra...

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Identikit del consumatore digitale in Italia, tra sostenibilità e realtà aumentata

Acquisti almeno una volta a settimana e principalmente per la cura e la bellezza: chi è il consumatore digitale italiano medio

Carrello della spesa virtuale - - Canva

Che volto ha il consumatore digitale italiano nel 2024? A tratteggiare il suo identikit vi è l’ultimo studio “Ecommerce at Hand”, realizzato da Ipsos, Stirpe e BigCommerce. Il report ha raccolto le preferenze di acquisto di un campione rappresentativo composto da 9.588 intervistati totali così divisi per Paesi: in Regno Unito (1116), Svezia (1077), Danimarca (999), Norvegia (1000), Paesi Bassi (1068), Germania (1068), Italia (1097), Spagna (1085) e Francia (1078). Le interviste si sono svolte online tra il 3 e il 17 ottobre 2023. I partecipanti all'indagine erano adulti di età compresa tra i 18 e i 75 anni che fanno acquisti online almeno una volta al mese.

Il report ha mostrato che le aree in crescita sono quelle legate alla sostenibilità e alla realtà aumentata: ma vediamo insieme cosa è emerso.

Le tendenze dei consumatori italiani

Primo dato interessante che il report ha evidenziato è una certa costanza negli acquisti online. Il 32% dei consumatori italiani ha affermato di effettuare acquisiti digitali una volta a settimana. Rispetto al resto d'Europa, l'Italia si distingue come un mercato particolarmente maturo. Regno Unito, Germania e Spagna sono in testa per frequenza di acquisti online, ma l'Italia si assicura una rilevante quarta posizione, con il 13% dei consumatori che fanno acquisti online ogni giorno o più volte alla settimana.

A crescere, nello specifico, sono gli acquisti dedicati al comparto della salute e della bellezza con il 43% degli intervistati italiani che ha dimostrato interesse per questi prodotti. A seguire, abbigliamento e moda per il 41%. Quest’ultima categoria, nello specifico, è quella che padroneggia il panorama europeo. Oltre ai prodotti di salute e bellezza e all'abbigliamento, i consumatori italiani dimostrano interesse anche per altre categorie, come arte, libri e media (34%), elettronica e tecnologia (31%), food (26%) e articoli per animali domestici (25%).

Acquisti online: dove e come

Significativa è la scelta di acquistare per lo più direttamente nei negozi online. Lo sostiene il 66% dei consumatori. Ma a padroneggiare sono anche i famosi marketplace come Amazon e eBay con il 64% degli italiani che li predilige ai negozi online. Un 10%, inoltre, sceglie di acquistare tramite i social. Le modalità di pagamento, invece, vedono carte di credito/debito le più richieste, con il 63% degli acquirenti online che le ritiene le opzioni di pagamento preferite. I portafogli digitali a seguire, con il 44% di preferenze, mentre il 18% degli intervistati utilizza sistemi di pagamento come Bancomat Pay e Satispay. Ancora, le opzioni Buy Now, Pay Later (BNPL) stanno guadagnando terreno, con il 13% degli intervistati che sceglie questo metodo di pagamento flessibile. Le criptovalute, invece, rimangono meno popolari, rappresentando solo il 3% delle transazioni in Italia. L'impatto delle opzioni di pagamento sulla conversione e sulla fidelizzazione è significativo, con una media del 13% degli intervistati in Italia che ha abbandonato il carrello virtuale negli ultimi tre mesi a causa di problemi legati alle opzioni di pagamento. Un dato che sottolinea l'importanza di offrire differenti soluzioni per soddisfare le preferenze dei consumatori e migliorare i tassi di conversione.

Sostenibilità e realtà aumentata

‘Ecommerce at Hand’ è utile anche per capire quali sono le aree di miglioramento che interessano maggiormente i consumatori. In Italia, il 39% degli intervistati esprime il desiderio di ricevere informazioni e consigli più completi sui prodotti, segnalando un forte interesse per decisioni di acquisto consapevoli. Inoltre, il miglioramento delle funzionalità dei motori di ricerca emerge come una priorità, con il 29% dei consumatori italiani che chiede perfezionamenti in quest'area. Anche la personalizzazione rimane di primaria importanza, con il 20% degli intervistati italiani che sottolinea il valore delle raccomandazioni personalizzate sui prodotti. Cresce inoltre l'interesse per la sostenibilità e l'etica, con il 19% dei consumatori italiani che chiede maggiori informazioni in questo ambito. Infine, l'adozione di esperienze di realtà aumentata (AR) rappresenta un'interessante opportunità di coinvolgimento, con il 15% degli intervistati italiani che esprime interesse per questo sviluppo tecnologico. Dando priorità a queste aree d'interesse, le aziende possono stringere il legame con i clienti, stimolare il coinvolgimento e promuovere la fedeltà a lungo termine in un mercato sempre più competitivo.

In Italia, gli intervistati, infine, hanno evidenziato diversi fattori che li renderebbero più disposti a divulgare propri dati personali. Tra questi spicca il desiderio di ricevere offerte e sconti, citato dal 35% degli intervistati come fattore motivante. Anche la trasparenza è fondamentale: il 30% dei consumatori italiani ritiene importante avere informazioni chiare sull'utilizzo dei propri dati personali da parte delle aziende. Inoltre, la creazione di un rapporto di fiducia gioca un ruolo cruciale, con il 28% degli intervistati che indica come un elevato livello di fiducia nell'azienda li renderebbe più propensi a condividere i propri dati. Ancora, il 22% si dichiara disposto a condividere i propri dati personali se ciò consente di velocizzare i processi di checkout per gli acquisti futuri. Infine, il 17% dei consumatori italiani si dichiara più propenso a condividere i propri dati personali se ciò gli consente di ricevere raccomandazioni e offerte personalizzate durante la navigazione online.

"La nostra indagine fa luce sulle dinamiche in evoluzione dell'e-commerce, fornendo alle aziende preziose informazioni per affinare le strategie e migliorare l'esperienza dei clienti - ha affermato Mark Howes, vice president of Southern Europe di BigCommerce -. I clienti si muovono rapidamente tra i canali online e offline, per cui è fondamentale offrire loro delle esperienze omnichannel coerenti. Il punto centrale di questa strategia è sfruttare i dati dei clienti per anticipare le loro esigenze e coltivare relazioni durature basate su fiducia e sicurezza. Noi di BigCommerce ci impegniamo a dare alle aziende la possibilità di avere successo a livello globale, fornendo gli strumenti e gli insight necessari per affrontare l'espansione con sicurezza. In un panorama digitale in continua evoluzione, la comprensione del comportamento dei consumatori è fondamentale per raggiungere il successo".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Sostenibilità

‘Effetto Oasi’, 27mila ettari di territorio...

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I numeri del nuovo report Wwf lanciato in occasione del Mese delle Oasi

Ambiente - (Fotolia)

Ben 27mila ettari di territorio protetto, circa 100 Oasi, 350mila visitatori annui: è l''effetto oasi' lungo 57 anni, dalla prima creata in Toscana, quella di Burano nel 1967, da cui si è sviluppato un sistema di aree protette complesso e articolato, il primo in Italia gestito da una associazione privata e tra i primi in Europa, che impiega nelle attività di gestione, fruizione e tutela a diverso titolo 150 persone e circa 500 volontari. Sono alcuni dei numeri di 'Effetto Oasi', il report Wwf lanciato in occasione del Mese delle Oasi per la campagna OurNature.

I numeri delle Oasi Wwf

'Effetto Oasi' sono anche gli habitat mappati nelle aree protette del panda, ben 109 (di cui 27 definiti prioritari in ambito europeo), 378 le attività di educazione ambientale realizzate nel 2023, 130 i progetti di conservazione in corso e 80 le attività di creazione di nuovi habitat come stagni, zone umide o aree per impollinatori. Le Oasi ospitano anche 10 centri di educazione ambientale e 8 Cras (Centri recupero Animali selvatici) che curano ogni anno oltre 8mila animali feriti o in difficoltà.

Dalla ricerca scientifica alle vacanze natura, dall’educazione ambientale con le scuole all’impegno nella conservazione di specie e habitat e nel recupero ambientale con progetti di ripristino e restauro ecologico, le Oasi sono anche luoghi di aggregazione sociale, di sperimentazione di attività legate al benessere psicofisico, di formazione. Soprattutto, hanno giocato un ruolo centrale per la conservazione di alcune specie simbolo, quali l’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), la lontra (Lutra lutra), il cervo Sardo (Cervus elaphus corsicanus).

"Il più grande progetto di conservazione del Wwf in Italia"

“La natura italiana è tra le più ricche in Europa, ma questa ricchezza oggi la stiamo perdendo sempre più rapidamente: il 50% delle specie di vertebrati in Italia è minacciato d’estinzione, il 52% delle specie di fauna protette dalla Direttiva Habitat mostra uno stato di conservazione inadeguato e quasi il 90% degli habitat tutelati versa in uno stato di conservazione inadeguato o sfavorevole. L’impegno e l’investimento del Wwf con il sistema Oasi, nato più di 50 anni fa con l’azione di pionieri come Fulco Pratesi e altri illuminati precursori, che decisero di acquisire il lago costiero di Burano per farne la prima Oasi (1967), è divenuto oggi il più grande progetto di conservazione del Wwf in Italia. Tutto ciò è stato possibile grazie a sinergie e collaborazioni con soggetti pubblici e privati, con i quali si è fatta rete, e all’insostituibile contributo dei volontari”, ha detto Marco Galaverni, direttore Oasi Educazione e Attivazione Wwf Italia.

Le Oasi sono anche laboratori a cielo aperto, centri di educazione ambientale e aree indirizzate alla ricerca scientifica. Nel solo 2023, sono state 378 le attività di educazione ambientale condotte nelle Oasi. Le attività svolte con scuole o Università e campi natura sono state ben 72, con circa 45mila studenti coinvolti.

Il mese delle Oasi

Il Mese oasi, la formula di ‘lungo evento’ che da un paio di anni ha trasformato la tradizionale Festa delle Oasi celebrata da oltre 30 anni in una sola giornata, è una vera e propria Festa della Natura dedicata alla biodiversità italiana ed è parte della campagna Wwf Our Nature per la difesa della biodiversità. Per 5 weekend consecutivi sarà per tutti l’occasione di tuffarsi nella bellezza della natura, tra orchidee, farfalle, aironi e fenicotteri, immersi nei boschi o lungo fiumi, laghi e sentieri di montagna. Ben 150 gli eventi in programma nel mese delle Oasi: visite guidate, a piedi o in bicicletta, laboratori e attività per i più piccoli, eventi di citizen science.

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Sostenibilità

Clima ed energia: obiettivi 2030 ancora alla portata...

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A che punto siamo secondo quanto rilevato da Italy for Climate

jonny-clow-unsplash

Il 22 aprile 2024 si è celebrata la Giornata Internazionale della Terra. Tra le tante iniziative ed eventi organizzati in ogni angolo del Mondo, è stato anche il momento di condividere bilanci e analisi sullo stato attuale in tema di clima ed energia. Con riguardo al nostro Paese, in occasione della Giornata della Terra, Italy for Climate ha pubblicato la quinta edizione del rapporto “10 Key trend sul clima” che analizza le principali tendenze registrate nel 2023 in Italia con riferimento alla lotta al cambiamento climatico e alla transizione energetica. Tra i dati principali, emerge che nell'ultimo anno il nostro Paese ha prodotto uno sforzo davvero considerevole nel tagliare le emissioni di gas serra con una diminuzione del 6,5% rispetto all'anno precedente, percentuale che corrisponde a una diminuzione di circa 27 milioni di tonnellate di gas serra prodotti. Il dato, qualora confermato, significherebbe che il nostro Paese si trova nella condizione di raggiungere ancora gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030. Tra i principali fattori che hanno influito sulla diminuzione registrata nel 2023 vi sono il minore utilizzo di carbone per produrre energia, i consumi energetici ridotti anche dovuti a un inverno piuttosto mite, un calo della produzione industriale, ma anche un'accelerazione nelle rinnovabili.

I principali trend sul clima in Italia

Oltre al primo trend che, come detto, riguarda la drastica riduzione delle emissioni, le altre principali tendenze in tema di clima ed energia segnalate da Italy for Climate non sono tutte esattamente positive. A cominciare dal numero di eventi climatici, drammaticamente aumentato nel 2023, che secondo le stime di Ispra risulta essere stato il secondo anno più caldo mai registrato in Italia. Non solo, l'anno passato, sul nostro territorio sono stati registrati 3.400 eventi climatici estremi. In quanto all'energia, secondo le stime Enea è calata del 3% l'intensità energetica del Pil ovvero del fabbisogno energetico necessario a produrre una unità di Pil. In calo, nel valore assoluto, anche i consumi di energia negli edifici (-2,3 Mtep) e nell'industria (-1,2% Mtep). Sempre secondo Enea, il calo delle emissioni globali di cui sopra è dovuto principalmente all'evoluzione del settore elettrico che sempre più si basa sulle fonti rinnovabili (+15 Twh) e meno su quelle fossili (-33 Twh). In particolare, la quota complessiva di energia prodotta da eolico e fotovoltaico è pari al 20%, mentre la quota di tutte le rinnovabili sfiora il 44% della produzione, il tetto massimo mai raggiunto. Meno bene invece gli indicatori sulla dipendenza energetica che vedono l'Italia tra i Paesi europei a più elevata dipendenza, seppur in lieve calo rispetto al 2022. Parlando di riqualificazione degli edifici, una questione di grande portata visto l'impatto che il parco immobiliare ha sul clima, nel 2023 sono state riqualificate oltre 700 mila abitazioni grazie agli incentivi introdotti dal Superbonus, il triplo in più rispetto alla media degli anni precedenti. Inoltre, a fine anno risultano installati 1,3 milioni di impianti fotovoltaici nel settore residenziale. Il mercato dell'auto elettrica seppur lentamente appare in crescita e ad oggi rappresenta il 4,2% del totale immatricolazioni. Dati comunque molto contenuti rispetto alla media europea del 14,6% con punte del 18,4% in Germania. Da segnalare infine il deficit medio nazionale del 60% sulle scorte di acqua nevosa nei principali bacini del Paese, con punte fino a -70% nel bacino dell'Adige e -67% in quello del Po. Proprio la crisi idrica rappresenta uno dei temi che andranno affrontati con maggiore attenzione, rapidità ed efficacia.

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Sostenibilità

“Recycle me”, lo spot di Coca-Cola per la...

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Lo scopo del nuovo spot sostenibile è l’invito all’azione: “Riciclami” è la scritta sulle lattine che ricorderà al consumatore di gettarla correttamente

Lattine di Coca-Cola

Recycle Me” è il nome della campagna pubblicitaria di Coca-Cola Company. Al centro dello spot: la sostenibilità e il riciclo. Lanciata in America Latina, i pubblicitari della campagna hanno pensato di usare il potere del logo, riconosciuto in tutto il mondo, e di modificarlo. La scritta bianca su sfondo rosso si “accartoccia”: raffigura, cioè, il modo in cui assomiglierebbe il logo se le lattine vuote venissero schiacciate per essere gettate e poi riciclate.

“Come parte dell'impegno della Coca-Cola di riciclare tutti i loro packaging entro il 2030, WPP Open X, guidato da Ogilvy New York, ha usato il potere dell'iconico logo della sceneggiatura del marchio per ispirare le persone a rendere il riciclo parte della loro esperienza quotidiana”, si legge su Instagram.

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Un post condiviso da Ogilvy New York (@ogilvyny)

Lo spot pubblicitario

Coca-Cola crede che un futuro migliore si raggiunga attraverso pratiche sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale. Nell'ambito dei suoi obiettivi di sostenibilità, si impegna a riciclare tutti i suoi imballaggi entro il 2030. Volevamo sfruttare il potere dell'iconico logo del marchio per ispirare le persone a rendere il riciclo parte della loro esperienza quotidiana con Coca-Cola – scrive Laurent Ezekiel, WPP Chief Marketing Officer & CEO -. Abbiamo iniziato con l'intramontabile abitudine di schiacciare una lattina prima di riciclarla. Quindi abbiamo creato un'immagine estremamente telegrafica e potente con l'invito all'azione RECYCLE ME preso direttamente dal lato della lattina. Naturalmente, non esistono due lattine riciclate esattamente uguali, e nemmeno le nostre stampe e i nostri poster. Sviluppate da WPP Open X, sotto la guida di Ogilvy New York, le pubblicità creative saranno presenti a Buenos Aires, in Argentina, Brasile e Messico, oltre che sui canali sociali”.

Islam ElDessouky, vicepresidente globale per la strategia creativa e i contenuti di Coca-Cola, ha commentato: “Noi di Coca-Cola puntiamo ad avere un mondo senza rifiuti. Stiamo lavorando per innovare i nostri prodotti verso il nostro obiettivo globale di rendere riciclabile il 100% delle nostre confezioni entro il 2025. Inoltre, puntiamo a raccogliere e riciclare una bottiglia o una lattina per ogni bottiglia venduta entro il 2030 e abbiamo l’opportunità unica di utilizzare il nostro marketing per inviare un messaggio potente. ‘Riciclami’ invita tutti noi a riciclare ovunque sia possibile”.

Le iniziative Coca-Cola

Non è la prima volta che l’azienda lancia un’iniziativa del genere. Per l’obiettivo "World Waste Free", missione lanciata da Coca-Cola nel 2018 per contribuire alla lotta contro i rifiuti di plastica, si propose: imballaggi senza etichetta, tappo attaccato alla bottiglia come già avviene per la maggior parte delle bottiglie in plastica oggi e progetto di packaging completamente riciclabile. Nell’ultimo report di sostenibilità, la Company ha precisato di aver raggiunto il 90% dell’obiettivo. Il nuovo è raccogliere e riciclare una bottiglia o lattina per ogni bottiglia o lattina venduta entro il 2030.

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