Salute e Benessere
Dengue in Italia, cosa fare contro il virus? Le indicazioni...
Dengue in Italia, cosa fare contro il virus? Le indicazioni in uno studio
La ricerca italiana: "Serve forte sorveglianza genomica e tracciare i casi"
La preparazione dei sistemi sanitari nell'affrontare la Dengue dovrebbe prevedere anche per l'Italia "una forte sorveglianza genomica" e "il tracciamento e l'identificazione delle catene locali di trasmissione del virus". Sono alcune delle indicazioni contenute nello studio, in corso di accettazione su 'Nature Microbiology', firmato da Francesco Branda, Unità di statistica e Epidemiologia molecolare dell'Università Campus Bio-Medico di Roma; Taishi Nakase, epidemiologo della Stanford University; Antonello Maruotti, statistico della Lumsa di Roma e Massimo Ciccozzi, responsabile dell'unità di Statistica medica ed Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma; Marta Giovannetti della Fundação Oswaldo Cruz di Minas Gerais (Brasile).
Lo studio
Lo studio riassume le infezioni di Dengue segnalate in Italia negli ultimi otto anni e propone come obiettivo "di migliorare l'accessibilità alle informazioni da parte della comunità scientifica in modo tale che si possa generare maggior consapevolezza legate all'emergenza della Dengue nel Paese". Il lavoro ha anche esplorato il potenziale contributo dal cambiamento climatico a livello locale sulla trasmissione della Dengue in Italia.
"La Dengue ha come vettore una zanzara tropicale ma anche la nostra zanzara 'locale' può essere un vettore - spiega all'Adnkronos Salute Ciccozzi -, il rischio che corriamo è che si verifichi con la Dengue quello che è successo con la Chikungunya che si è adattata alla nostra zanzara e oggi è diffusa stabilmente in diverse zone. Dobbiamo sorvegliare per prevenire i focolai, anche intervenendo dove sono segnalati casi con azioni rapide di disinfestazione e l'uso di larvicidi".
Salute e Benessere
Emergenza regionale, Picco (Asl To): “Fondamentali...
"Stiamo realizzando una elisuperficie vicino al San Giovanni Bosco, ospedale hub di Torino"
"Abbiamo l'emergenza a cuore e quindi siamo felici di essere qui oggi. Come Azienda Zero abbiamo realizzato una riforma importante del 118 dell'emergenza regionale. Questo ci ha consentito di riorganizzare il mondo dell'emergenza e della formazione in emergenza, e quindi di vedere con un'altra ottica questo approccio, il legame con il numero unico europeo per le emergenze (Nue) 112, con il 116-117 che quando si parla di medicina territoriale è fondamentale". Lo ha detto Carlo Picco, direttore generale dell'Asl Città di Torino, intervenendo al Congresso nazionale dell'Area culturale emergenza (Ace), organizzato dalla Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siiarti) a Torino.
"Il 116-117 - sottolinea - va a configurare i servizi proposti prima solo dalla Guardia medica, implementandoli e rendendoli decisamente più articolati, quindi in questo contesto il rapporto tra 112, centrale 118 e 116-117 potrà fare veramente la differenza nella medicina territoriale. Stiamo anche cercando di realizzare una elisuperficie per far atterrare l'elicottero vicino al San Giovanni Bosco che è un ospedale hub della nostra città”.
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Medicina, Balagna (Siaarti): “Creare sinergia tra noi...
"Nel trattamento definitivo del paziente anestesista rianimatore ha ruolo di team leader"
"Nel percorso del paziente, dal momento del sintomo, quindi nella fase preospedaliera, fino al trattamento definitivo, l'anestesista rianimatore ha un ruolo di team leader. Oggi più che mai ci rendiamo conto che la cronicità territoriale deve trovare una risposta più sulla medicina di prossimità che sull'emergenza-urgenza. Ma occorrono sinergia, collaborazione e un coordinamento tra le medicina territoriale e la medicina preospedaliera". Lo ha detto Roberto Balagna, responsabile scientifico dell'evento e dell'Area culturale Siaarti Medicina critica e dell'emergenza, e direttore Struttura complessa anestesia e rianimazione 2, Ospedale Molinette di Torino, intervenendo al Congresso nazionale dell'Area culturale emergenza (Ace), organizzato dalla Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva a Torino.
In questi giorni "approfondiamo proprio questi temi: le patologie tempo-dipendenti, il coordinamento preospedaliero, la presa in carico intraospedaliera, il trattamento definitivo e la figura dell'anestesista rianimatore che, coordinato in modo multidisciplinare, è una figura strategica di questo percorso", sottolinea.
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Medicina, Bignami (Siaarti): “Per affrontare...
"Dal Congresso nazionale Ace giovani colleghi anestesisti e rianimatori imparano buone pratiche cliniche e azioni sul campo"
"L'emergenza è una patologia tempo-dipendente, quindi determina la necessità di essere pronti subito e in pochi minuti, proprio questa è una caratteristica di noi anestesisti rianimatori che insegniamo fin da piccoli. Quindi ci sono molti giovani colleghi che in questi giorni di congresso imparano buone pratiche cliniche, linee guida, ma anche azioni sul campo. E' fondamentale che tutte queste cose si imparino fin da piccoli, proprio perché accadono poco, con frequenza non elevatissima, ma allo stesso tempo bisogna sempre essere pronti e in allerta. E' importante poi riuscire ad allenarsi, a lavorare in team e questa è una delle sfide di Siaarti". Lo ha detto Elena Bignami, direttore Sc Anestesia e Rianimazione di Parma e presidente eletto della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, intervenendo al Congresso nazionale dell'Area culturale emergenza (Ace) organizzato dalla Siaarti a Torino.