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Sostenibilità

I berlinesi bocciano il referendum sul clima

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Domenica i cittadini di Berlino hanno bocciato un referendum che avrebbe vincolato la città a sforzarsi di essere neutrale dal punto di vista climatico entro il 2030, lo ha dichiarato il sindaco della città Franziska Giffey in un comunicato. La misura avrebbe costretto il nuovo governo locale conservatore a investire pesantemente nelle energie rinnovabili, nell’efficienza degli edifici e nei trasporti pubblici. Se fosse passata, Berlino sarebbe stata una delle poche grandi città europee con un obiettivo legalmente vincolante di diventare neutrale dal punto di vista delle emissioni di carbonio entro sette anni.

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Sostenibilità

Coldiretti Asti ricicla il Pet con Coripet

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Dal 3 giugno un ecocompattatore presso il mercato contadino Campagna Amica

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Coldiretti entra nella galassia Coripet, grazie alla collaborazione siglata tra Coldiretti Asti e Coripet, consorzio volontario senza scopo di lucro che ha come mission la raccolta e l’avvio a riciclo delle bottiglie in Pet dopo il loro utilizzo. Parte infatti il prossimo 3 giugno, presso il mercato contadino Campagna Amica Asti, in corso Alessandria 271, un nuovo progetto di economia circolare volto ad avviare il processo ‘bottle to bottle’ ossia generare rPet da bottiglie usate per realizzarne di nuove, attraverso l’installazione presso il mercato di un ecocompattatore per il riciclo del Pet.

Riciclare farà bene all’ambiente e premierà anche i cittadini virtuosi. Questi ultimi, con l’ausilio dell’app Coripet, scaricabile da smartphone, possono accedere alla macchina ‘mangia plastica’, inserire le bottiglie, che devono essere vuote, non schiacciate, con tappo, etichetta e codice a barre leggibile, e guadagnare buoni sconto sulla spesa al mercato. Ogni 100 bottiglie riciclate, un buono da due euro e cinquanta centesimi da spendere con una spesa di almeno dieci euro.

“Come Coldiretti segniamo, per primi, un nuovo start e, allo stesso tempo, un lusinghiero traguardo che auspichiamo venga presto replicato sull’intero territorio nazionale – sostiene il direttore Coldiretti Asti Diego Furia – riciclato/riciclabile è un concetto/processo che, sempre più, dovrà affermarsi nelle politiche di sostenibilità, che ogni cittadino dovrà favorire e promuovere per il bene nostro e del pianeta”.

“Questa installazione ha un doppio valore simbolico, in quanto non solo segna l’inizio della collaborazione con Coldiretti, ma altresì ci permette di condividere il nostro progetto di economia circolare, con una realtà, quale è quella di Coldiretti, da sempre espressione di valori legati al rispetto del territorio e alla valorizzazione delle risorse naturali. In un luogo come questo – osserva Monica Pasquarelli, responsabile ecocompattatori Coripet – crediamo che il cittadino abbia più che mai piena consapevolezza del valore che un gesto come quello del riciclo può avere per preservare l’ambiente e, perché no, anche per portare un risparmio economico, visto che riciclare premia non solo la terra ma anche il proprio portafoglio”.

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Sostenibilità

Gruppo Cap, nuovo presidente Santagostino: “Vigilerò su Pnrr”

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Nel triennio appena concluso, il gruppo si è imposto come soggetto capace di affiancare partner industriali e istituzioni nello sviluppo di progetti strategici

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“La cosa su cui vigilerò è il Pnrr”. Così Yuri Santagostino, il nuovo presidente di Gruppo Cap, ricordando che il gruppo ha vinto quasi 100 milioni di euro di finanziamenti da gestire grazie ai fondi europei. Nel breve periodo, aggiunge Santagostino, “ci occuperemo di mettere a terra i tanti progetti del Pnrr a cui Cap sta lavorando insieme con Città metropolitana: la prospettiva è quella del 2026 ma contiamo di cominciare a breve con molti di questi cantieri e terminarli ben prima”. Sono progetti, continua, che riguardano sia la permeabilizzazione dei suoli, ma anche il rinnovo di tratti importanti di rete, con 18 chilometri di nuove reti in 15 comuni, che si aggiungono ai 46 pianificati nel periodo 2020-2023, con un’importante ricaduta sull’ambiente in termini di risparmio energetico e di riduzione di CO2.

Nel triennio appena concluso, il gruppo si è imposto come soggetto capace di affiancare partner industriali e istituzioni nello sviluppo di progetti strategici, a partire da quelli in ambito Pnrr. Insieme a Città metropolitana di Milano, Cap ha sviluppato un ambizioso progetto quadro, denominato Città metropolitana Spugna, per realizzare 90 progetti di drenaggio urbano sostenibile in 32 Comuni: interventi di riqualificazione per prevenire allagamenti, contrastare l’erosione del suolo e gli effetti del cambiamento climatico su tutto l’hinterland milanese. Insieme ad Ato, la green utility pubblica ha ottenuto un finanziamento per lo sviluppo di progetti per migliorare la rete idrica e minimizzare le perdite adottando tecnologie sempre più innovative, potenziando gli strumenti di monitoraggio e sviluppando strumenti di modellizzazione per la manutenzione e la pianificazione predittiva per 133 Comuni.

“Cap ha un ruolo diverso oggi, rispetto a 10 anni fa, anche nel panorama nazionale: ha acquisito un’autorevolezza tale che oggi può dire la sua ed essere di supporto ai decisori politici sui temi fondamentali, soprattutto in questa fase storica con la transizione ecologica e ambientale e i temi come i cambiamenti climatici e la società”, sottolinea il nuovo presidente.

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Sostenibilità

Gruppo Cap, nel 2022 miglior performance del triennio: ricavi per 432 mln a +13%

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Alessandro Russo, amministratore delegato del gruppo: "Il triennio passato è stato segnato dalla pandemia, dalla crescita dell’inflazione, dalla crisi energetica e dall’instabilità sui mercati a causa della situazione politica internazionale"

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Per il gruppo Cap, il 2022 segna la miglior performance del triennio, con 432 milioni di euro di ricavi e oltre 129 milioni di investimenti destinati allo sviluppo sostenibile del territorio servito. E’ quanto emerge dalla presentazione del bilancio del gruppo, la green utility pubblica che gestisce il servizio idrico integrato della città metropolitana di Milano, tenutasi oggi in città. In dettaglio, il totale dei ricavi nel 2022 è pari a 432.735.320 euro, per la quasi totalità frutto del servizio idrico, l’Ebitda segna quota 93 milioni di euro, mentre l’utile netto è pari a 5.724.641 euro, l’attivo patrimoniale è pari a 1.316.440.745 euro e il patrimonio netto è di 853.373.897 euro.

Il bilancio 2022, approvato il 17 maggio dal cda, chiude idealmente il periodo segnato dalle conseguenze della pandemia con risultati da record. “Il triennio che ci siamo lasciati alle spalle – ha detto Alessandro Russo, amministratore delegato del gruppo Cap – è stato segnato dalla pandemia, dalla crescita dell’inflazione, dalla crisi energetica e dall’instabilità sui mercati a causa della situazione politica internazionale”.

L’ad ha spiegato che nell’ultimo anno la crisi energetica ha avuto un grande impatto, precisando che “il settore idrico è il terzo o quarto per consumo di energia elettrica: per spostare, potabilizzare e depurare l’acqua si consuma molta energia”. Per questo, la crisi ha colpito in modo forte aziende come il gruppo Cap, che non possono scaricare il costo sul consumatore. L’impatto è importante, ha sottolineato, con un aumento del 144% del costo dell’energia, che sul bilancio pesa “con un aumento di ben 42 milioni di euro di costi per elettricità”.

La strategia industriale del gruppo, ha proseguito Russo, “ci ha permesso di rispondere e spesso anticipare le sfide delle transizioni digitale, energetica ed ecologica che ancora oggi stiamo affrontando”. Gli investimenti in economia circolare, ricerca e sviluppo, l’innovazione tecnologica e digitale, l’integrazione dei processi di governance industriale con la sostenibilità sono stati gli elementi che “ci hanno consentito di sviluppare una crescita costante in termini economici, e allo stesso tempo di tagliare le emissioni climalteranti, contenere i costi per l’energia e addirittura diventando produttori tanto per l’autoconsumo quanto per contribuire alla rete nazionale”.

Nel triennio 2020-2022 Cap ha raggiunto oltre 1.159 milioni di ricavi totali, 277 milioni di Ebidta, 51 milioni di utili e oltre 361 milioni di investimenti complessivi. Il 2022 conferma il trend di crescita costante iniziato dal 2014, frutto di una strategia che già nel 2019, con l’adozione del piano di Sostenibilità, identificava precisi obiettivi di ampio respiro da perseguire in un orizzonte temporale che guarda al 2033 attraverso una serie di investimenti strategici che hanno fatto di Cap uno dei protagonisti dello sviluppo dell’economia circolare in Italia.

“Abbiamo trasformato i nostri impianti in vere e proprie piattaforme integrate per la produzione di bioenergia green – continua Alessandro Russo – e guardiamo al futuro credendo di poter fare sempre meglio, sfruttando le opportunità che le tecnologie offrono nell’ambito delle rinnovabili, in particolare fotovoltaico, agrivoltaico ma anche idrogeno”. L’ad ha ricordato le difficoltà affrontate dal gruppo nel corso di quest’anno, dall’inflazione in doppia cifra all’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia. E ha concluso: “Riteniamo essenziale insistere sugli investimenti, cresciuti anche quest’anno, che dal 2014 hanno superato i 1000 milioni di euro: un vero e proprio green new deal interamente dedicato al territorio, agli stakeholder, ai partner e ai cittadini che serviamo”.

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Sostenibilità

Oli minerali usati, raccolta al 100% e rigenerazione oltre il 98%

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I dati della filiera del Conou

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Nel 2022 il Conou-Consorzio Nazionale Oli Usati ha raccolto 181mila tonnellate di olio lubrificante usato: la totalità del raccoglibile. Del raccolto, oltre il 98% è stato rigenerato, con la produzione di ben 118mila tonnellate di nuove basi lubrificanti e di oltre 38mila tonnellate di bitumi e gasoli. L’attività ha avuto effetti positivi in termini economici e sociali: un risparmio di circa 130 milioni di euro sulla bolletta petrolifera per importazioni di greggio evitate, un impatto economico rilevante e lavoro per 1.216 persone tra occupazione diretta e indotto. Sono i dati del Rapporto di Sostenibilità del consorzio, presentati oggi a Roma, che confermano come la filiera degli oli minerali usati rappresenti un’eccellenza dell’economia circolare non solo in Italia ma anche in Europa, dove mediamente si rigenera il 61% dell’olio usato raccolto e una grande parte di esso viene bruciata.

Risultati che sono frutto dell’impegno di una rete capillare di raccoglitori col marchio che ha ritirato l’olio da circa 103mila siti tra officine e industrie, distribuiti su tutto il territorio nazionale, e delle due aziende di rigenerazione che danno i loro contributo decisivo alla chiusura del cerchio. In un’ottica di continuo perfezionamento delle modalità di rendicontazione, per l’elaborazione del Rapporto 2022, predisposta con il supporto di Deloitte Italia e la revisione di Ernst&Young, è stato adottato per la prima volta l’approccio ‘in accordance’, secondo gli Standard internazionali della Global Reporting Initiative (Gri Standards).

“I processi di circolarità per l’uso efficiente delle risorse nello sviluppo di tecnologie e know-how organizzativo applicati nella filiera del Conou hanno permesso di creare una catena di valore per l’ambiente, l’economia e la salute umana senza eguali in Europa. Grazie al ruolo svolto dal Consorzio come bilanciatore, arbitro e controllore della sua filiera di 60 aziende sul territorio nazionale, neppure una goccia di un rifiuto pericoloso viene dispersa nell’ambiente, ma tutto viene rigenerato e trasformato in una nuova preziosa risorsa”, spiega Riccardo Piunti, presidente del Conou. “L’Italia è uno dei Paesi d’Europa, in questo caso del mondo, che ha una capacità di riciclo elevata e questo è nato dall’attenzione ai livelli locali, alla raccolta differenziata; è nato dall’iniziativa di fare meglio ciò che noi riusciamo già a fare. Siamo un Paese che non ha materie prime, un Paese che fa dell’ingegno la propria forza. Ebbene il Conou credo sia la dimostrazione di come si possa costruire un qualcosa di importante per il Paese, che ci porta a primeggiare in ambito europeo”, rimarca Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

Operante dal 1984, il Conou è stato il primo ente italiano nazionale dedicato alla raccolta e al riciclo di un rifiuto pericoloso, l’olio minerale usato, ovvero ciò che rimane alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti, che solo se raccolto e smaltito correttamente può trasformarsi in un’importante risorsa, con effetti positivi sulla qualità dell’ecosistema e sulla salute dell’uomo.

Più nel dettaglio dei dati contenuti nel report, nel 2022 le imprese del sistema Conou confermano un tasso di rigenerazione vicino al 100% sul totale dell’olio raccolto; la leggera diminuzione della quantità di olio raccolto rispetto al 2021 è in linea con il trend nazionale che ha visto una progressiva riduzione del consumo di oli lubrificanti (-41% dal 2000 al 2022), principalmente dovuta all’evoluzione tecnologica e, per il comparto industriale, anche al rallentamento della produzione industriale, alla crisi pandemica e al conflitto russo-ucraino. Delle 181mila tonnellate raccolte nel 2022, 86mila (47% del totale) sono derivate dalla cosiddetta micro-raccolta, ossia da quei prelievi di piccoli quantitativi di olio usato che, pur non sempre remunerativi, vengono sempre recuperati (sempre a titolo gratuito) grazie ai sistemi contrattuali che legano i Concessionari raccoglitori al Conou. L’88% della richiesta di raccolta dell’olio usato è pervenuta, appunto, dalle officine (prelievi molto più frammentati), mentre il 12% dall’industria. La media di olio raccolto è pari a circa 3 Kg per abitante, giungendo a 3.9 Kg/ab. al Nord, 2.6 Kg/ab. al Centro e 2.1 Kg/ab. al Sud e isole.

Nel 2022, rileva il Rapporto, il sistema Conou, oltre ad aver evitato l’immissione in atmosfera di 64mila tonnellate di CO2 equivalente, ha permesso di conseguire una serie significativa di benefici in termini di tutela ambientale e salute umana rispetto al sistema alternativo che parte dall’estrazione e raffinazione del petrolio per produrre basi lubricanti: 86% di combustibili fossili risparmiati; 29% di acqua risparmiata; riduzione del 77% di sfruttamento del suolo; 84% di unità tossiche con effetti cancerogeni evitate; abbattimento del 91% dell’incidenza di malattie dovuta all’emissione di particolato; 84% in meno di emissioni di anidride solforosa (responsabile delle ‘piogge acide’); 90% in meno di emissioni di clorofluorocarburo11 (gas responsabile dei danni allo strato di ozono).

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Sostenibilità

Siticibo, in 20 anni recuperato l’equivalente di oltre 200 mln di pasti

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Grazie al programma di Banco Alimentare per la raccolta di eccedenze da ristorazione e Gdo

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In 20 anni sono stati raccolti oltre 13 milioni di pasti dalla ristorazione e sono state recuperate 95mila tonnellate di alimenti, equivalenti a 190 milioni di pasti dai punti vendita della Gdo. Sono i risultati di Siticibo, programma di Banco Alimentare, e prima applicazione della Legge 155/2003, cosiddetta ‘del Buon Samaritano’. Un’ulteriore opportunità di sviluppo è stata l’entrata in vigore della Legge 166 nel 2016, la cosiddetta legge Gadda ‘Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi’, che ha dato un forte impulso al programma Siticibo.

Da un’analisi dei due canali di approvvigionamento, nel 2022 emerge una leggera ripresa nel comparto della ristorazione collettiva, dopo la significativa riduzione del 2020 e 2021 legata al periodo della pandemia. Questo canale consente di recuperare piatti pronti, oltre a pane, frutta e dessert, eccellenti dal punto di vista nutrizionale, con elementi spesso carenti nelle diete di chi chiede aiuto alimentare (proteine, omega 3, vitamine, fibre, ecc…). Il recuperato dalla Gdo nell’ultimo anno è rimasto sostanzialmente invariato, nonostante siano aumentati i punti vendita coinvolti (ad oggi 1.900 contro i 1.700 del 2021).

Sul tema si è svolto un tavolo di confronto a Milano per sviluppare il sistema di raccolta e lotta allo spreco. “Raccogliere e distribuire gratuitamente cibo fresco e cucinato non è questione semplice. Banco alimentare lo fa da 20 anni attraverso una complessa e puntuale rete logistica – afferma Giovanni Bruno, presidente di Fondazione Banco Alimentare – Oggi raccogliamo da 1.900 punti vendita localizzati in circa 900 Comuni in Italia e da numerose realtà della ristorazione e vogliamo guardare tutti insieme alle nuove opportunità di sviluppo e alle sinergie da mettere in campo per migliorare costantemente l’accesso al cibo a sempre più persone in difficoltà, riducendo lo spreco”.

“La Legge antispreco è nata, e continua a dare i suoi frutti, grazie a realtà come Banco Alimentare. Per questo sono particolarmente contenta di festeggiare insieme questi 20 anni di Siticibo. Dall’osservazione fatta sul campo e dal confronto con imprese e terzo settore, si sono individuati ed eliminati gli ostacoli burocratici e fiscali che in passato rendevano onerosa la donazione”, afferma Maria Chiara Gadda, prima firmataria della Legge 166/2016 e vicepresidente della Commissione Agricoltura.

“L’obiettivo della norma era potenziare il recupero per solidarietà sociale di alimenti dall’altissimo valore nutrizionale, come i cibi freschi, freschissimi e cotti. La legge 166 fornisce la cornice legislativa e suggerisce un modello gestionale efficiente, per rendere la donazione non un atto episodico ma strutturale, ogni qualvolta si genera l’eccedenza. È l’esperienza di Siticibo che ha plasmato fin dall’inizio la legge antispreco, e la fa vivere ogni giorno”, conclude Gadda.

“Siamo felici di partecipare al ventennale del programma Siticibo di Fondazione Banco Alimentare Onlus, con cui affrontiamo insieme da tanti anni la sfida della lotta allo spreco alimentare. Un tema cruciale, che è diventato ancora più importante in questo periodo di forte incertezza economica e che è da tempo al centro del percorso di sostenibilità delle aziende associate a Federdistribuzione. Come fotografa il recente Report di Sostenibilità di Settore della Distribuzione Moderna 2023, tutte le imprese distributive del comparto food sono attive nella donazione o redistribuzione di eccedenze alimentari, collaborando a livello locale con associazioni caritatevoli e il 92% con Banco Alimentare, 3 aziende su 4 applicano sconti speciali sui prodotti alimentari prossimi alla scadenza e 1 su 3 mette in campo delle azioni per sensibilizzare i più giovani sui temi legati allo spreco alimentare. L’impegno delle nostre aziende su questo fronte è cresciuto nel tempo e ha come obiettivi principali da una parte la riduzione degli sprechi lungo tutta la filiera alimentare coinvolgendo attivamente tutti gli attori, dall’altra una sempre maggiore sensibilizzazione dei consumatori verso questi temi tramite campagne specifiche”, dichiara Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione.

“Siamo lieti di partecipare a questo evento, che rafforza ancora di più il nostro legame con il Banco Alimentare – dice Carlo Scarsciotti, presidente di Angem – Parliamo di un rapporto basato su una profonda condivisione di valori che le imprese affiliate alla nostra associazione da sempre perseguono, pur facendo fronte alle grandi criticità che si sono abbattute sulla ristorazione collettiva. Il nostro è un settore che non si è mai fermato, nemmeno durante la pandemia e che si trova ad affrontare un aumento dei costi di preparazione del 55%, mentre il prezzo di vendita è rimasto invariato a causa dei contratti a prezzi fissi stipulati per la grande maggioranza nel 2019. Auspichiamo che dalle istituzioni possano arrivare misure concrete per sostenere un settore che ricopre una funzione sociale estremamente importante”.

Per implementare l’attività del programma Siticibo e riuscire a raggiungere sempre più persone in difficoltà, gli obiettivi a tre anni prevedono interventi in più direzioni: Fondazione Banco Alimentare avvia un progetto per lo sviluppo di Siticibo da parte dei 21 Banchi Alimentari in tutta Italia; inoltre, si sta realizzando un percorso di transizione digitale col miglioramento e ampliamento dell’applicazione web Bring The Food, per semplificare gli aspetti amministrativi e logistici relativi ai recuperi Siticibo; infine, poiché la capillarità dell’intervento è consentita grazie al coinvolgimento operativo delle Organizzazioni partner territoriali, anch’esse saranno destinatarie di supporto con formazione, attrezzature e materiali per il recupero e la distribuzione del cibo.

Per il recupero delle eccedenze dalla Gdo l’obiettivo è incrementare il numero dei punti vendita (+24%) coinvolti, in termini numerici e di diffusione territoriale, con una conseguente crescita degli alimenti recuperati (+20%). Per il canale della Ristorazione si punta al consolidamento e alla stabilizzazione dell’attività attuale, che risente ancora degli effetti negativi legati al periodo pandemico.

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Sostenibilità

Sostenibilità, Gasparri (Heineken): “Ambiente e responsabilità sociale pilastri”

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Così il Sustainability manager di Heineken Italia a margine della presentazione del rapporto di sostenibilità 2022

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“Il nostro report di sostenibilità 2022 si intitola ‘Produrre di più, consumare di meno’, ed è un titolo che manifesta l’approccio di Heineken alla sostenibilità. Vogliamo infatti lavorare e concentrare il nostro impegno su tre aree principali: la tutela dell’ambiente e le tematiche ad esso legate, come la riduzione del consumo idrico e l’azzeramento delle emissioni di CO2 dei nostri birrifici entro il 2030; la responsabilità sociale, che ha dato vita ad iniziative come quelle di DE&I per creare un luogo di lavoro più inclusivo; e il consumo responsabile, al centro di campagne di formazione ‘Responsibility in Education’, rivolto ai giovani studenti degli istituti alberghieri”. Così Leo Gasparri, Sustainability manager di Heineken Italia, a margine della presentazione del rapporto di sostenibilità 2022, contenente i risultati e gli obiettivi dell’azienda rispetto ai temi legati alla tutela dell’ambiente e alla promozione di comportamenti responsabili e virtuosi, in un’ottica di responsabilità sociale d’impresa.

“In questi tre ambiti – ha aggiunto Gasparri – abbiamo obiettivi molto ambiziosi. Per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di CO2, noi puntiamo ad azzerarle in maniera netta nei nostri birrifici entro il 2030, mentre entro il 2040 vogliamo che tutta la nostra catena del valore sia carbon-neutral. Abbiamo poi il tema dell’acqua, risorsa per noi preziosissima, della quale vogliamo ridurre drasticamente il consumo, arrivando a 2,9 litri di acqua per produrre un litro di birra entro il 2030. Passando poi alla responsabilità sociale, vogliamo lavorare sempre di più su quelli che sono i temi della sicurezza, dell’inclusione e della flessibilità. Anche in questo ambito abbiamo già raggiunto degli ottimi risultati. Ma dobbiamo fare ancora tanto”.

Non si è parlato però solo di obiettivi. Heineken ha infatti presentato i risultati già ottenuti in queste tre aree: “Dal 2010 a oggi abbiamo ridotto del 59% le emissioni di CO2 per ettolitro di birra prodotta dai nostri birrifici. Tra il 2021 e il 2022 abbiamo ridotto del 6% le emissioni di CO2, pur a fronte di un aumento della produzione di quasi l’1%. Per quanto riguarda l’acqua, invece, solo lo scorso anno abbiamo ridotto i nostri consumi di 500.000 ettolitri, quasi dimezzando i consumi idrici. Nei primi quattro mesi del 2023, inoltre, abbiamo ridotto di 700mila ettolitri i nostri consumi idrici, a fronte di un aumento della produzione dei centomila ettolitri. Vogliamo arrivare alla fine dell’anno ad una riduzione complessiva di 3,2 milioni di ettolitri”.

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Sostenibilità, Mutters (Heineken): “Orgoglioso dei risultati raggiunti”

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L'amministratore delegato del gruppo si è detto: "Fiero di poter presentare il nostro report di sostenibilità ambientale, che sottolinea il nostro impegno in tema di protezione del pianeta, riassumibile con il nostro motto ‘Produrre di più, consumare di meno'"

“Sono fiero di poter presentare il nostro report di sostenibilità ambientale, che sottolinea il nostro impegno in tema di protezione del pianeta, riassumibile con il nostro motto ‘Produrre di più, consumare di meno’. Il nostro impegno per la tutela dell’ambiente si sviluppa su tre versanti principali: l’azzeramento delle emissioni di CO2 dei nostri quattro stabilimenti in Italia, la riduzione del consumo idrico e la responsabilità sociale, che passa dalla sicurezza e dall’inclusività sul lavoro e arriva fino alle campagne di formazione ed educazione che insegnano cosa significa bere in modo moderato e responsabile”. Così Wietse Mutters, amministratore delegato di Heineken Italia, a margine dell’incontro con la stampa, avvenuto a pochi giorni dalla Giornata mondiale dell’Ambiente (il 5 giugno), durante il quale è stato presentato il Rapporto di sostenibilità 2022, contenente i risultati e gli obiettivi dell’azienda rispetto ai temi legati alla sostenibilità.

“Sono orgoglioso anche di poter presentare i risultati raggiunti finora – ha concluso l’ad di Heineken Italia – non solo per quanto riguarda la riduzione dell’uso delle risorse idriche, che in un solo anno (tra il 2021 e il 2022) sono calate di ben 500.000hl, ma anche per quel che concerne le emissioni di anidride carbonica, ridotte del 59% rispetto al 2010. A rendere tutto questo possibile l’energia e l’impegno di questa azienda per valorizzare i suoi marchi, il nostro brand e la categoria in generale”.

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Heineken, in Italia smart working a tempo indeterminato per benessere dipendenti

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In un contesto attuale in cui lo smart-working inizia anche ad essere usato in misura minore rispetto al 2021 (nel 2022 i lavoratori italiani da remoto erano circa 3,6 milioni, quasi 500 mila in meno rispetto all’anno precedente), Heineken Italia sceglie di confermare lo smart-working a tempo indeterminato negli uffici della Sede di Sesto San Giovanni (Milano).

L’azienda, da sempre molto attenta al benessere dei propri dipendenti e alla ricerca del migliore equilibrio tra vita privata e vita professionale, negli anni ha introdotto forme di orario lavorativo flessibile sempre maggiori, fino a rendere definitivo l’accordo di smart-working iniziato in forma di test a partire da ottobre 2021. Dal 2 maggio 2023, infatti, tutti i dipendenti della sede, sia a tempo determinato che indeterminato, full o part time, avranno la possibilità di lavorare da remoto fino a 3 giorni a settimana, garantendo la presenza in ufficio almeno 2 volte a settimana.

“Sono sempre stata particolarmente convinta che le persone siano la chiave del successo delle aziende e il loro benessere sia indispensabile per raggiungere grandi risultati. In questi ultimi anni l’equilibrio tra vita privata e lavoro è diventato sempre più importante per tutti noi. Ed è quindi diventato fondamentale coniugare questo nuovo modo di lavorare con una leadership diffusa ed empowerment a tutti i livelli dell’organizzazione, coniugandolo con la voglia di continuare a vivere a pieno l’azienda ed il piacere di stare insieme”, ha dichiarato Teresa Ferro, people director di Heineken Italia.

“Sono quindi particolarmente orgogliosa – ha commentato – del risultato raggiunto dal team di lavoro (che ringrazio!) perché proprio grazie all’ascolto attivo e costante delle nostre persone, siamo riusciti a definire un nuovo accordo di smart-working a tempo indeterminato, che prevederà la possibilità per i dipendenti di sede di lavorare da remoto fino ad un massimo di 3 giorni a settimana, garantendo la presenza in ufficio per almeno 2 giorni”.

Il nuovo modello di lavoro si inserisce nel più ampio piano di welfare aziendale, con due obiettivi: promuovere, da un lato, una maggior autonomia nella gestione della propria giornata, sia professionale che personale, incentivando una cultura aziendale che è sempre più indirizzata ai valori della responsabilità e della fiducia; dall’altro, favorire il lavoro di squadra, lo scambio e la condivisione, e i momenti di incontro e celebrazione dei successi, fondamentali per crescere e arricchirsi.

Le nuove regole di smart-working sono frutto di un accordo tra Heineken Italia e le rsu della sede di Sesto San Giovanni. Sono esclusi da tale regolamento i dipendenti del Gruppo la cui mansione presenta caratteristiche tali da risultare incompatibili con la modalità di lavoro agile. L’accordo garantisce il diritto alla disconnessione e stabilisce linee guida di comportamento specifiche, con agevolazioni ad hoc per alcune categorie di lavoratori (fragili, con figli minori, con familiari disabili, ecc). A tutela della salute e della sicurezza delle persone che operano da remoto, viene data l’opportunità di scegliere da un kit specifico gli strumenti idonei come sedie ergonomiche, monitor adeguati, cuffie e pacchetti di telefonia.

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Heineken, così declina sostenibilità e innovazione nei suoi 4 birrifici

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La coibentazione degli impianti, ottimizzazione degli impianti di riscaldamento ed efficientamento dei processi sono alcuni dei passaggi grazie ai quali sono stati raggiunti risultati importanti in ogni singolo birrificio del Gruppo


Coibentazione degli impianti, ottimizzazione degli impianti di riscaldamento ed efficientamento dei processi: sono alcuni dei passaggi grazie ai quali sono stati raggiunti risultati importanti da Heineken in ogni singolo birrificio del Gruppo. Ecco alcune delle principali iniziative:- Ad Assemini, cuore pulsante di Ichnusa, dove è stato rilanciato il vuoto a rendere in Sardegna, grazie a bottiglie speciali progettate per durare fino a 20 anni, nel 2022, per hl di birra prodotto, il consumo di energia termica è rimasto invariato rispetto al 2021, mentre sono diminuite le emissioni di CO2 del -4% (pari a 240 tonnellate di CO2 risparmiate); – a Comun Nuovo, il birrificio più grande d’Italia, nel 2022, per hl di birra prodotto, il consumo di energia termica è stato ridotto del -10% rispetto al 2021, così come per le emissioni di CO2, anche loro ridotte del -10% (pari a 430 tonnellate di CO2 risparmiate); a Massafra, terzo birrificio al mondo per produzione di energia fotovoltaica e per numero di pannelli solari installati (13.000), preceduto da due birrifici Heineken nei Paesi Bassi (Den Bosch e Zouterwoude), nel 2022, per hl di birra prodotto, il consumo di energia termica è stato ridotto del -2% rispetto al 2021, mentre del -3% le emissioni di CO2 (pari a 310 tonnellate di CO2 risparmiate); infine a Pollein (Aosta), birrificio specializzato nella produzione di Torp, il refill di birra da due litri per The Sub, la design machine con cui Heineken ha portato il rituale della spillatura di birra perfetta anche a casa, nel 2022, per hl di birra prodotto, il consumo di energia termica è stato ridotto del -6% rispetto al 2021, mentre del -5% le emissioni di CO2 (pari a 620 tonnellate di CO2 risparmiate).

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Heineken, rapporto sostenibilità: così è possibile ‘produrre di più e consumare meno’

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Importanti risultati su risparmio idrico ed energia green

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La tutela del Pianeta, il contributo alla diffusione di comportamenti positivi e l’impegno nel creare un ambiente di lavoro più sicuro, inclusivo e flessibile sono centrali per Heineken Italia. I risultati raggiunti su questi fronti sono contenuti nel Rapporto di Sostenibilità di Heineken Italia pubblicato oggi sul sito heinekenitalia.it, il cui approccio si basa sul concetto di ‘produrre di più e consumare di meno’.

RISPARMIO IDRICO – Il Gruppo è da sempre impegnato per ridurre i consumi di acqua, investendo in soluzioni che ne garantiscano una gestione efficiente in ogni sua fase di utilizzo. Impegno che ha portato l’Azienda a ridurre, rispetto al 2010, del -44% i consumi di acqua per ettolitro, risparmiando così 9 milioni di ettolitri. Solo nel 2022 sono state implementate importanti modifiche nel processo produttivo che hanno permesso all’azienda di risparmiare oltre 500.000hl rispetto all’anno precedente (l’equivalente di 200 piscine olimpioniche), riducendo i consumi specifici per ettolitro di birra prodotto del -5%. Punto di svolta di questa riduzione è stata l’installazione dei compressori a vite nel birrificio di Massafra, al posto delle pompe da vuoto ad anello liquido, i quali consentono di risparmiare in un mese 7.900hl d’acqua e 2.250 kWh di energia elettrica.

“Heineken Italia da più di 10 anni lavora con un occhio sempre più attento alla sostenibilità. Per noi è una vera priorità, come dimostrano i risultati che abbiamo raggiunto. Ce lo impone la nostra visione, ma anche il ruolo che abbiamo conquistato, grazie ai tanti consumatori che ci scelgono. Sentiamo una forte responsabilità e continuiamo a lavorare in questa direzione, di anno in anno. È una sfida ma anche uno stimolo – ha dichiarato Wietse Mutters, ad Heineken Italia – Oggi, oltre ad essere leader del mercato vogliamo confermarci anche leader nella sostenibilità, per questo, quest’anno, la sfida che ci siamo posti è quella di ridurre di oltre 3 milioni di ettolitri il consumo di acqua. Solo nel primo quadrimestre del 2023 abbiamo risparmiato già 700mila hl di acqua, nonostante un aumento della produzione di birra di 100mila hl. L’acqua, per aziende come la nostra, è la materia prima più importante, fondamentale in diverse fasi del processo produttivo e ingrediente principale della birra. Rispetto al 2010, ne abbiamo risparmiato più di 9 milioni di ettolitri, e quest’anno vogliamo fare ancora meglio”.

ENERGIA RINNOVABILE ED EMISSIONI DI CO2 – Dal 2010, quando è iniziato il percorso di decarbonizzazione, ad oggi ha ridotto le emissioni di CO2 del -44% in valore assoluto e del -59% per ettolitro di birra prodotto. E solo nel 2022 vi è stata una riduzione del -6%, pari a 1.600 tonnellate di CO2, da 3,63 kg di CO2/hl nel 2021 a 3,38 nel 2022. L’Azienda conferma anche l’uso di energia elettrica proveniente solo da fonti rinnovabili certificate, percorso avviato nel 2015.

PACKAGING – Per quanto riguarda il packaging, grazie alle confezioni ‘neck through’ (ossia con il collo della bottiglia non ricoperto di carta), in un anno, si è potuto risparmiare oltre il 25% di cartone per ogni singolo prodotto.

RIFIUTI E LOGISTICA – In Heineken Italia più del 99% dei rifiuti viene riciclato o destinato a recupero energetico ed è stato avviato un piano di efficientamento degli spostamenti interni che nel 2022 ha portato a una riduzione dei trasporti che ha evitato i movimenti logistici di 640 camion.

SICUREZZA – Negli ultimi 5 anni il Gruppo ha contenuto il tasso di infortuni rispetto al totale delle persone al di sotto dello 0,7%, dato confermato anche nel 2022. Anno in cui sono state messe in pratica ulteriori ‘best practice’, come l’installazione di appositi sensori che fermano il mezzo se rilevano una possibile collisione con altri carrelli o pedoni, facendo così ridurre le interferenze tra uomo e carrello elevatore. Inoltre, sono stati stabiliti i ‘Life Saving Committments’: 12 regole chiare ed immediate che aiutano a garantire la sicurezza dei dipendenti, secondo un importante principio ‘Ferma il lavoro se le condizioni e/o i comportamenti tenuti non sono sicuri!’.

IL BENESSERE DELLE PERSONE – Si tratta di un impegno nell’ambito della Diversity, Equity ed Inclusion che si basa su 4 pilastri (Educazione e Ascolto; Cultura e Comportamenti; Policies e Welfare; Squadra Diversificata) e che ha visto nell’ultimo anno importanti risultati: le Sessioni di Ascolto e Dialogo strutturate, ossia dei momenti in cui i dipendenti raccontano le loro esperienze relative all’inclusione e alle varie dimensioni della diversità; la nascita di ‘Programma Genitori’ per la promozione della genitorialità condivisa e il supporto a ogni tipo di famiglia; la collaborazione con Fondazione Libellula per sostenere l’impegno nella parità di genere e contro ogni forma di violenza e discriminazione; la creazione di ‘Mix&Match’ per favorire la conoscenza, la condivisione e il dialogo tra persone di generazioni diverse e la formazione sulla Leadership Inclusiva per le People Manager, già completata dal 50% della popolazione interessata, con l’obiettivo di arrivare al 100% entro il 2023. Inoltre, in ottica di migliorare l’equilibrio tra vita privata e vita professionale, nel 2022 è continuato lo smart-working per i dipendenti della sede di Sesto San Giovanni. Una modalità di lavoro che ha permesso di evitare circa 300 tonnellate di CO2 negli spostamenti e che da maggio 2023 è diventata definitiva con la possibilità di lavorare da remoto fino a 3 giorni a settimana, garantendo la presenza in ufficio almeno 2 volte a settimana.

CONSUMO MODERATO – Tra i progetti del 2022 dedicati alla promozione di comportamenti consapevoli e positivi vi è ‘Responsibility in Education’, nato su iniziativa di Fondazione Birra Moretti, in partnership con Aspi (Associazione Sommellerie Professionale Italiana) e Regione Lombardia. Un corso di formazione rivolto ai giovani, in particolare alle prossime generazioni di professionisti dell’Ho.Re.Ca., che ha visto coinvolti 10 istituti alberghieri in Lombardia e in Puglia, per un totale di 750 studenti, e che punta a crescere e a espandersi nel tempo, arrivando a coinvolgere oltre 2.000 studenti entro il 2023. A questo si aggiunge la campagna Enjoy Heineken Responsibly per la quale lo scorso anno è stato investito il 10% del budget media di Heineken, raggiungendo oltre 348 milioni di contatti in tutta Italia.

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