Esteri
Ucraina, allarme Polonia: “Russia prepara guerra...
Ucraina, allarme Polonia: “Russia prepara guerra contro la Nato”
Varsavua: "La Russia sta riorganizzando le sue truppe e facendo lavorare intensamente la sua industria militare"
"La Russia prepara la guerra contro la Nato". La Polonia fa scattare il nuovo allarme. Per Varsavia, Vladimir Putin non si fermerà all'Ucraina e pensa ad un'offensiva contro l'alleanza. Il comandante delle forze armate polacche, il generale Wieslaw Kukula, nel discorso che ha tenuto nel 25esimo anniversario dell'adesione del Paese all'Alleanza atlantica, ha sottolineato che ci sono "chiari indizi" che la Russia sta adottando misure in questo senso e ha ricordato che la Nato è, appunto, una struttura creata per la difesa".
La Polonia, ha aggiunto, risponderà alla minaccia "trasformando il suo Esercito per sviluppare una maggiore resilienza all’interno della società". "Non vogliamo solo ottenere un miglioramento radicale per la nostra difesa, ma anche mantenere la preparazione politica e la prospettiva che anni di pressione ci hanno dato", ha aggiunto.
"Il fondamento della nostra strategia di contenimento si basa sulle reali capacità delle forze polacche", ha dichiarato inoltre. Kukula ha elencato i tre fattori che determinano le "azioni aggressive" della Russia: "ideologia, forza e opportunità". "Nonostante le pesanti perdite subite in Ucraina, la Russia sta riorganizzando le sue truppe e facendo lavorare intensamente la sua industria militare", ha chiarito. "Si tratta di uno Stato pronto a utilizzare ogni opportunità a sua disposizione e le debolezze che si presentano i suoi avversari per raggiungere i propri interessi", ha affermato prima di ribadire che la società polacca è "unita" quando si tratta di questioni di sicurezza internazionale.
Kiev: "Putin vuole ricreare l'impero"
La posizione polacca è condivisa totalmente da Kiev. "Non ci sono dubbi" che la Russia attaccherà un altro Paese "se vincerà in Ucraina", ha ribadito il ministro degli Esteri ucraino Dmitri Kuleba, secondo cui Putin è mosso solo da "una logica espansionistica e dall'ambizione".
"Vuole ripristinare l'influenza dell'Unione Sovietica e dell'impero russo, a costo del diritto internazionale, dei confini e delle regole", ha denunciato il capo della diplomazia di Kiev in un videocollegamento con alcuni giornalisti. Kuleba ha parlato dell'ipotesi di tenere una conferenza di pace in Svizzera, per la cui convocazione "dobbiamo sincronizzare le agende dei leader".
La Russia conquista un altro villaggio
Intanto, sul campo di battaglia, le forze russe avanzano a ovest di Avdiivka, la città ucraina finita più di un mese fa sotto il loro controllo, secondo quanto afferma il ministero della Difesa di Mosca. Mosca avrebbe assunto il controllo anche della località di Orlivka. Lo Stato Maggiore ucraino aveva riferito in precedenza di aver respinto attacchi nei pressi di Orlivka, ma - rileva l'agenzia Dpa - mappe delineate dagli osservatori militari ucraini confermano che la linea del fronte si è spostata.
Esteri
Israele Iran, la risposta di Tel Aviv a Teheran, colpita...
La tanto attesa risposta israeliana nei confronti di Teheran per gli oltre trecento missili e droni iraniani lanciati verso Israele sabato scorso si è consumata nella notte con un attacco che ha colpito una base aerea militare vicino alla città di Esfahan, nell'Iran centrale. La base ospita da tempo la flotta aerea iraniana di F-14 Tomcat di fabbricazione americana, acquistati prima della rivoluzione islamica del 1979.
Esteri
Biennale Arte, Arabia Saudita, il canto di battaglia delle...
Le voci di oltre mille donne saudite riunite dal'artista Manal AlDowayan per una serie di seminari organizzati a Khobar, Gedda e Riad e registrate per l'installazione multimediale "Shifting Sands: A Battle Song" è stata presentata al Padiglione dell'Arabia Saudita della 60/a Esposizione internazionale d'Arte della Biennale di Venezia che aprirà al pubblico da domani fino al 24 novembre.
"Un'espressione collettiva che sfida anche i pregiudizi sulle loro vite". Per Andare oltre "l'ossessione per la presenza o assenza del velo, per ciò che le donne possono o non possono fare, oltre a molteplici supposizioni sulle loro richieste e desideri mentre molto poco viene detto su come esse si identificano". Come ha sottolineato l'artista, il lavoro è ispirato "al ruolo in evoluzione delle donne nella sfera pubblica in Arbia Saudita e al viaggio che hanno intrapreso per definire lo spazio fisico in cui abitano e le narrazioni che storicamente le hanno definite".
Le loro voci sono cadenzate dal rumore della sabbia nel deserto, suono in arrivo in cuffia nel momento della registrazione che risuona nel Padiglione nazionale all'Arsenale, fra sagome imponenti di seta stampata a rappresentare rose del deserto, con incisi disegni e scritti delle partecipanti ai seminari o con testi di donne saudite estratti dai quotidiani locali e internazionali.
Attraverso i seminari, AlDowayan, "ha offerto alle donne e alle ragazze una piattaforma per far sentire la propria voce, sia individualmente che collettivamente", anche con il caratteristico "canto delle sabbie" del Rub al-Khali, il deserto in cui le dune mormorano e rombano allo spostarsi della sabbia", usato anche come metafora, con "il suono dei minuscoli granelli di sabbia che interagiscono fra loro che cresce fino a diventare un boato collettivo".
Scultura e suono quindi "raccontano una storia che trascende le culture e le geografie e rivendica una autonomia e una solidarietà fra le donne dell'Arabia Saudita che trova risonanza in tutto il mondo", sottolineano gli organizzatori della Mostra "Sussurra il deserto e si leva la voce" - questa è il titolo scelto n italiano - curata da Jessica Cerasi e Maya El Khalil, e l'assistente Shadin AlBulaihed.
L'Arabia Saudita partecipa alla Biennale Arte per la Quarta volta e per la terza volta il Padiglione nazionale espone opere di artiste donne.
Esteri
Israele-Iran, Tajani: “Obiettivo politico del G7 è...
Il comunicato conclusivo dei ministri riuniti a Capri: "Teheran e Tel Aviv evitino ulteriore escalation, pronti ad adottare ulteriori sanzioni contro l'Iran"
Sulla questione Israele-Iran "ho voluto subito che ci fosse un messaggio chiaro da parte del G7: l'obiettivo politico del G7 si chiama de-escalation, abbiamo lavorato, lavoriamo e continueremo a lavorare per una de-escalation in tutta l'area del Medio Oriente. Per quanto mi riguarda è da stanotte che sono in contatto con le ambasciate italiane a Teheran e Tel Aviv. Non c'è alcun problema per nostri connazionali". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso della conferenza stampa finale del G7 Esteri a Capri.
I ministri del G7: "Iran e Israele evitino ulteriore escalation"
I ministri degli Esteri del G7 riuniti a Capri hanno invitato Iran e Israele a ''lavorare per prevenire un'ulteriore escalation'' ''alla luce delle notizie sui raid del 19 aprile''. Come si legge nel comunicato conclusivo della riunione, ''il G7 continuerà a lavorare a tal fine'' e rivolge un appello ''a tutte le parti, sia nella regione che oltre, a offrire il loro contributo positivo a questo sforzo collettivo''.
I ministri degli Esteridi Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d'America, insieme all'Alto Rappresentante dell'Unione Europea, hanno ''chiesto che l'Iran e i gruppi alleati cessino i loro attacchi''. Nel comunicato al termine della riunione i ministri hanno sottolineato che ''il governo iraniano verrà considerato responsabile delle sue azioni destabilizzanti''. I ministri degli Esteri del G7 si sono poi detti ''pronti ad adottare ulteriori sanzioni o altre misure, ora e in risposta a diverse iniziative destabilizzanti''.
I ministri hanno quindi condannato ''con la massima fermezza l'attacco diretto e senza precedenti dell'Iran contro Israele nell'aprile scorso''. In un comunicato al termine della riunione a Capri i ministri hanno sottolineato che ''si è trattato di un'escalation pericolosa, poiché l’Iran ha lanciato centinaia di missili balistici, missili da crociera e droni''. Viene quindi espresso la condanna per ''il sequestro iraniano, in violazione del diritto internazionale, della nave mercantile battente bandiera portoghese Msc Aries vicino allo Stretto di Hormuz. Chiediamo il rilascio immediato della nave, del suo equipaggio e del carico''.
I ministri riuniti a Capri hanno quindi chiesto ''all'Iran di astenersi dal fornire sostegno ad Hamas'' così come a Hezbollah e agli Houthi, e ''dall'intraprendere ulteriori azioni che destabilizzino il Medio Oriente''. Nella nota si legge che ''la continua fornitura di armi e materiale correlato da parte dell’'ran agli Houthi e ad altri attori non statali nella regione sta aumentando pericolosamente le tensioni''.