

Ultima ora
Guerra Ucraina-Russia, Mosca chiude spazio aereo a 36 Paesi
Guerra in Ucraina, la Russia ha chiuso il suo spazio aereo a 36 Paesi, fra cui Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia e Canada. Lo riferisce l’agenzia stampa russa Tass, rilanciata dal Guardian.
Era stato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ad annunciare da parte di Mosca una “risposta speculare al divieto di voli per le compagnie aeree russe”, ma tenendo conto dei propri “interessi”.
“Naturalmente – aveva detto Peskov, in dichiarazioni riportate dalla Tass – ci sarà una risposta, guidata dal principio di reciprocità, e i nostri interessi saranno sicuramente la priorità”.
Peskov ha parlato anche dell’invio di armi all’Ucraina da parte dell’Unione Europea, una decisione “estremamente pericolosa e destabilizzante” ha detto il portavoce del Cremlino, secondo cui “la consegna di armi e munizioni all’Ucraina, dal nostro punto di vista, può trasformarsi e si trasformerà in un fattore estremamente pericoloso e destabilizzante che in nessun caso contribuirà alla stabilità e al ripristino dell’ordine in Ucraina”. Secondo Peskov, tutto questo potrebbe avere “conseguenze molto pericolose e dimostra nuovamente la correttezza della posizione russa sulle misure che sono state adottate”.
Inoltre, il Cremlino sostiene che il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato di porre in allerta le forze di deterrenza a causa delle parole del ministro degli Esteri britannico Liz Truss. “Dichiarazioni sono state fatte da diversi rappresentanti a vari livelli su possibili alterchi, o anche collisioni o scontri fra la Nato e la Russia. Riteniamo queste dichiarazioni assolutamente inaccettabili. Non voglio chiamare per nome gli autori di queste dichiarazioni, ma è stato il ministro degli Esteri britannico”, ha detto Peskov, citato dall’agenzia Interfax, secondo quanto riferisce l’agenzia stampa britannica Pa.
Ultima ora
Juve, Di Maria dice addio: “Me ne vado”

L'argentino: "Sono giunto alla fine di una tappa difficile e complicata"
“Sono giunto alla fine di una tappa difficile e complicata”. Angel Di Maria annuncia di fatto l’addio alla Juventus con un post su Instagram. L’argentino si congeda dopo una stagione bianconera, alla scadenza del contratto annuale, con poche luci e tante ombre. “Me ne vado con la tranquillità di chi ha dato tutto per aiutare il club a continuare a vincere titoli, ma non è stato possibile. Me ne vado con il sapore amaro di non esserci riuscito, ma con la felicità di portare con me molti amici di questo meraviglioso spogliatoio del quale ho fatto parte”, dice Di Maria. “Grazie a tutti i miei compagni per l’affetto che mi hanno riservato sin dal primo giorno, mi sono sempre sentito come a casa. Un grande saluto a tutti gli Juventini per il loro affetto quotidiano. Un grande abbraccio. Vi porto nel cuore”, conclude.
Salute e Benessere
Indagine Altroconsumo, promosse creme solari Spf 30 e 50+

Sono realmente protettive, sicure a più amiche dell'ambiente

L’arrivo dell’estate e delle belle giornate intensificano le occasioni di esposizione al sole i cui raggi possono essere molto nocivi, in assenza di una adeguata barriera protettiva. La crema solare è quindi un’alleata fondamentale per sdraiarsi al sole in sicurezza e i prodotti testati da Altroconsumo proteggono quanto promettono. Per aiutare nella scelta dei solari con il giusto fattore di protezione (Spf), adeguato al proprio fototipo, ovvero al tipo di pelle, anche quest’anno l’organizzazione di consumatori ha analizzato le creme Spf 30 e 50+, includendo sia prodotti usciti quest’anno sia prodotti testati negli anni scorsi ancora presenti sul mercato.
I dati emersi dal test sono incoraggianti – segnala una nota Altroconsumo – quasi tutti i prodotti sono stati promossi: risultano infatti efficaci e garantiscono la protezione promessa. Il parametro che pesa di più nella valutazione delle creme solari è la protezione: se un solare non rispetta il livello di protezione indicato viene penalizzato nel giudizio di qualità globale e quindi sconsigliato. Per fare questa valutazione l’Organizzazione ha applicato un nuovo metodo di analisi (Hybrid Diffuse Reflectance Spectroscopy) più etico rispetto al metodo standard Iso: questo metodo irradia poco la pelle dei volontari e non provoca danni. Non sono state rilevate sorprese negative su questo fronte con i nuovi prodotti testati quest’anno.
Un altro aspetto fondamentale del test riguarda la sicurezza degli ingredienti dei solari. Il test ha verificato che nelle formulazioni non siano presenti ingredienti che possono essere dannosi per la salute, sebbene autorizzati. Il dato positivo è che molti ingredienti poco sicuri – come i filtri solari homosalate, octocrylene ed ethylhexyl methoxycinnamate – non compaiono più nelle formulazioni. Il test ha valutato anche l’impatto ambientale generale di questi prodotti penalizzando non solo quelli che contengono filtri solari tossici per l’ecosistema marino, ma anche quelli con ingredienti non necessari che sarebbero sostituibili con sostanze più sostenibili.
I risultati dell’indagine – i cui risultati nel dettaglio possono essere consultati al link https://www.altroconsumo.it/salute/creme-solari) – mostrano che qualche cambiamento nella direzione della sostenibilità ambientale c’è stato, sia per quanto riguarda il packaging, con sempre più flaconi in plastica riciclata, sia nelle formulazioni dove sono sempre meno ingredienti che rilasciano microplastiche, particelle minuscole di plastica dannose per l’ambiente e che ingerite dalla fauna marina ritornano nella catena alimentare fino ai nostri piatti, commenta Altroconsumo.
Per godersi il sole in tutta sicurezza, però – avverte l’organizzazione – non basta scegliere la crema giusta, bisogna usarla bene, quindi spalmarla in abbondanza e spesso, sempre dopo il bagno perché anche quella che è ‘resistente all’acqua’ protegge appunto in acqua, ma una volta tornati in spiaggia, va riapplicata. Nessuna crema infatti filtra i raggi Uv al 100% e, comunque, stare troppo al sole può danneggiare la pelle – ricorda la nota – causando eritemi e aumentando il rischio di tumori cutanei, come il melanoma.
Economia
Si avvicina la scadenza per l’adesione alla rottamazione quater, ma non per tutti

Si avvicina la scadenza del 30 giugno per presentare la domanda di adesione alla rottamazione quater prevista dalla Legge di Bilancio 2023, ma il termine ultimo slitta al 30 settembre per le cittadine e i cittadini colpiti dall’alluvione in Emilia Romagna, nelle Marche e in Toscana

Chi ha intenzione di mettersi in regola con il Fisco beneficiando della rottamazione quater ha tempo fino alla scadenza del 30 giugno 2023, inizialmente fissata al 30 aprile, per presentare la domanda di adesione all’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Fanno eccezione i contribuenti che hanno la residenza, la sede legale o la sede operativa nelle zone dell’Emilia Romagna, delle Marche e della Toscana colpite dall’alluvione: in questo caso il termine per aderire alla definizione agevolata delle cartelle è il 30 settembre 2023.
A stabilire questo calendario “differenziato” e a definire nel dettaglio i territori interessati è il Decreto Alluvione, DL n. 61/2023.
La data del 30 giugno, o del 30 settembre, segna il termine ultimo per accedere ai benefici della rottamazione delle cartelle introdotta dall’ultima Legge di Bilancio 2023.
Presentando l’apposita richiesta, è possibile definire in maniera agevolata i carichi affidati alla Riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022 versando solo l’importo residuo del debito senza sanzioni, interessi di mora, interessi iscritti a ruolo e aggio. Per quanto riguarda le multe stradali e le altre sanzioni amministrative vengono eliminati gli interessi e l’aggio.
Le cittadine e i cittadini interessati a beneficiare di questa misura inserita nella tregua fiscale prevista dall’ultima Manovra devono inoltrare la loro istanza tramite il servizio online disponibile sul portale dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Ci sono due strade per procedere:
In fase di domanda, tra le altre informazioni, è necessario indicare anche le modalità di pagamento prescelte: il versamento delle somme dovute può essere effettuato in un’unica soluzione o in un massimo di 18 rate consecutive.
I contribuenti che richiedono di aderire alla rottamazione quater entro le date di scadenza previste riceveranno dall’Agenzia delle Entrate Riscossione la comunicazione delle somme dovute insieme ai moduli di pagamento e al dettaglio della tabella di marcia dei versamenti da effettuare.
Le indicazioni per procedere arriveranno entro il 30 settembre, mentre per coloro che si trovano nelle zone di Emilia Romagna, Marche e Toscana interessate dagli eventi climatici i tempi si allungheranno fino al 31 dicembre 2023.
Oltre alla scadenza della domanda, da segnare in calendario è anche la data ultima da rispettare per il primo o unico pagamento legato alla rottamazione quater che è fissato al 31 ottobre 2023 e per cui è previsto il canonico termine di tolleranza di 5 giorni.
Anche in questo caso chi ha la residenza, la sede legale o la sede operativa nei territori indicati dal DL n. 61 del 2023 ha tre mesi di tempo in più per procedere.
Politica
Sondaggio politico: FdI cresce, Pd giù di un punto

L'ultima rilevazione di Noto per Porta a Porta
Fratelli d’Italia oggi si conferma primo partito italiano con il 28,5% (percentuale in aumento dello 0,5 rispetto all’ultima rilevazione dello scorso 25 maggio). Il Pd perde un punto, fermandosi al 20,5%. E’ quanto emerge dal sondaggio Noto per Porta a Porta.
In terza posizione si colloca il M5S con una percentuale del 15%, guadagnando un punto. Segue la Lega stabile al 9,5%, così come Forza Italia che rimane al 7%. Resta stabile anche Azione-Italia Viva al 6,5%, mentre Verdi-Sinistra sale al 3,5% (+0,5). Stabili anche Più Europa al 2% e Noi Moderati all’1,5%.
Sport
Juve, addio Superlega? Dalla Spagna voci su passo indietro

La società bianconera avrebbe preannunciato l'uscita a Real Madrid e Barcellona
La Juve dice addio alla Superlega? Dalla Spagna rimbalzano voci relative al disimpegno della società bianconera in relazione al progetto avviato 2 anni fa e da sempre osteggiato dalla Uefa. A prospettare il passo indietro della Juve è la trasmissione spagnola El Chiringuito: “Dall’Italia ci dicono che la Juventus potrebbe inviare nei prossimi giorni una lettera a Madrid e Barcellona per comunicare il ritiro dalla Superlega”, afferma la trasmissione, solitamente molto informata sulle questioni che riguardano il Real Madrid. Il progetto, al momento, è sostenuto solo dalla Juve e dalle due società spagnole.
L’idea della Superlega, sostenuta dall’ex presidente bianconero Andrea Agnelli, è stata formalizzata nella primavera 2021 con un’iniziativa di un gruppo di società che si è rapidamente dissolto. I club inglesi inizialmente coinvolti si sono immediatamente defilati, così come Inter, Milan e Atletico Madrid. La Juve è rimasta legata al progetto in un periodo particolarmente complesso, caratterizzato dai procedimenti sportivi in Italia, con la penalizzazione comminata dalla Corte d’appello della Figc per il caso plusvalenze e con il patteggiamento per la cosiddetta ‘manovra stipendi’.
Salute e Benessere
Tumori: Ai prevede rischio cancro seno meglio di modelli classici, studio


L’intelligenza artificiale può leggere le mammografie e intercettare le donne destinate a sviluppare un cancro al seno “meglio del classico modello di previsione del rischio a 5 anni”. E integrare i due sistemi potrebbe migliorare l’analisi dei medici. E’ quanto emerge da un maxi studio in cui diversi algoritmi di Ai sono stati messi alla prova su migliaia di mammografie. I risultati sono pubblicati sulla rivista ‘Radiology’.
Il rischio di cancro al seno di una donna viene in genere calcolato utilizzando modelli clinici come quello di Bcsc (Breast Cancer Surveillance Consortium), che utilizza informazioni auto-riportate e altri dati sulla paziente – tra cui età, anamnesi familiare della malattia, se ha avuto figli, se ha un seno denso – per definire un punteggio. “I modelli di rischio clinico dipendono dalla raccolta di informazioni da diverse fonti, che non sono sempre disponibili o raccolte – ragiona il ricercatore principale Vignesh A. Arasu, radiologo praticante al Kaiser Permanente Northern California -. I recenti progressi nel ‘deep learning’ dell’Ai ci forniscono la possibilità di estrarre da centinaia a migliaia di caratteristiche mammografiche aggiuntive”.
Nello studio retrospettivo, Arasu ha utilizzato dati associati a mammografie 2D di screening negative (senza segni visibili di cancro) eseguite al Kaiser Permanente Northern California nel 2016. Delle 324.009 donne sottoposte a screening nel 2016 che soddisfacevano i criteri di ammissibilità, una sottocoorte casuale di 13.628 donne è stata selezionata per l’analisi. E sono state studiate anche tutte le 4.584 pazienti del pool totale a cui è stato diagnosticato un cancro entro 5 anni dalla mammografia originale del 2016. Tutte le donne sono state seguite fino al 2021.
Utilizzando le mammografie i punteggi di rischio per il cancro al seno nel periodo di 5 anni sono stati generati da 5 algoritmi di intelligenza artificiale, inclusi 2 algoritmi accademici utilizzati dai ricercatori e tre disponibili in commercio. I punteggi di rischio sono stati quindi confrontati tra loro e con quello ricavato dal modello standard Bcsc. “Tutti e cinque gli algoritmi di intelligenza artificiale hanno funzionato meglio del modello di rischio Bcsc per la previsione del rischio di cancro al seno da 0 a 5 anni”, riferisce Arasu. “Questa forte prestazione predittiva suggerisce che l’intelligenza artificiale sta identificando sia i tumori mancanti sia le caratteristiche del tessuto mammario che aiutano a prevedere lo sviluppo futuro del cancro. Qualcosa nelle mammografie ci permette di monitorare il rischio di cancro al seno. Questa è la ‘scatola nera’ dell’intelligenza artificiale”.
Alcuni degli algoritmi di Ai eccellevano nel predire i casi di pazienti ad alto rischio di un tipo di cancro spesso aggressivo che può richiedere una seconda lettura di mammografie, screening supplementari o imaging di follow-up a breve intervallo. Quando sono state valutate ad esempio donne con il più alto rischio del 10%, l’Ai ha predetto fino al 28% dei tumori, rispetto al 21% previsto dal metodo classico. Usati in combinazione, i modelli di rischio Ai e Bcsc hanno ulteriormente migliorato la previsione del cancro.
“Stiamo cercando un mezzo accurato, efficiente e ampliabile per comprendere il rischio di cancro al seno delle donne. I modelli di rischio AI basati sulla mammografia offrono vantaggi pratici rispetto ai tradizionali, perché utilizzano un’unica fonte di dati: la mammografia stessa”, spiega Arasu evidenziando che alcune istituzioni stanno già utilizzando l’intelligenza artificiale per aiutare i radiologi a rilevare il cancro nelle mammografie. Il punteggio di rischio futuro di una persona, che impiega pochi secondi per essere generato dall’intelligenza artificiale, potrebbe essere integrato nel referto radiologico condiviso con il paziente e il suo medico. “È uno strumento che potrebbe aiutarci a fornire una medicina di precisione personalizzata a livello nazionale”, conclude il ricercatore.
Politica
Femminicidio, manifestazione di soli uomini: sì bipartisan a proposta La Russa

Lanciata dagli studi di La7, la proposta raccoglie il favore di maggioranza e opposizione (con qualche distinguo)

Contro i femminicidi in Italia, “credo che serva indire una manifestazione di soli uomini per dare un segnale, siamo noi uomini che dobbiamo prendere coscienza. Un segnale deve partire da noi e dalla famiglie”. Questa la proposta del presidente del Senato
Ignazio La Russa, lanciata oggi dagli studi de L’Aria Che Tira su La7 e accolta con favore bipartisan dal mondo politico, dalla Lega al M5S, passando per Pd, +Europa e Verdi e Sinistra (con qualche distinguo).
Quella di La Russa “è una buona idea, queste battaglie si fanno con gli uomini, non contro gli uomini”, dice all’AdnKronos Laura Ravetto, deputata e responsabile del Dipartimento pari opportunità della Lega. “Sarebbe giusto che gli uomini si mobilitassero”, dice. Anche il capogruppo della Lega a Palazzo Madama, Massimiliano Romeo si dice d’accordo: “E’ una buona idea”, spiega all’AdnKronos. “Io – aggiunge – parteciperei e sarei in piazza”.
“Condivido lo spirito e lo sostengo da sempre: la violenza sulle donne la subiscono le donne ma è un problema degli uomini. Sono gli uomini che devono mettersi in discussione, tutti, non solo quelli violenti, ma tutti quando assecondano o lasciano andare su comportamenti e linguaggi che denigrano, sviliscono o oggettificano le donne”. Alessandra Maiorino, vicepresidente del gruppo M5s al Senato e coordinatrice del comitato politiche di genere e diritti civili del Movimento 5 Stelle commenta così con l’AdnKronos la proposta. “Rilancio a La Russa un’altra proposta – dice la pentastellata -, introduciamo l’educazione emotiva e sessuale nelle scuole. È l’investimento da fare per un futuro senza violenza contro le donne”. La Russa ha poi benedetto un schiaffone in famiglia contro un figlio che non porta rispetto a una donna: “Oddio, magari un ceffone no”, si smarca Maiorino.
Una manifestazione di soli uomini? “Bene, io da una vita che dico che sul tema del femminicidio dico che bisogna coinvolgere gli uomini, d’altra parte non siamo mica noi donne ad andare in giro con la sega elettrica per ammazzare qualcuno”, risponde interpellata dall’AdnKronos Emma Bonino, figura storica del femminismo e da sempre in campo per la rivendicazione dei diritti. “Si convincessero i padri a parlare con i figli, a scendere assieme in piazza, questo sarebbe davvero un bel segnale”, conclude la leader di +Europa.
“Ben venga una manifestazione di uomini contro la violenza sulle donne nella consapevolezza che bisogna sradicare la mentalità patriarcale che è alla base di questi comportamenti violenti”. Laura Boldrini del Pd risponde così all’Adnkronos. Però, sottolinea, “un paio di cose a La Russa vanno dette…”. Quali onorevole Boldrini? “Primo che se è contro la misoginia deve essere coerente. Lo ricordiamo esultare in aula al Senato quando venne affondato il ddl Zan che era anche contro la misoginia oltre che contro la omotransfobia. E poi leggo che dice di dare ceffoni ai ragazzi che mancano di rispetto alle donne. No La Russa, non si educano i ragazzi attraverso i ceffoni ma facendo capire che deve esserci rispetto alla base delle relazioni”. “E quindi se La Russa è coerente mi aspetto che sia d’accordo con ‘l’educazioni sentimentale’ nelle scuole, cosa che invece la sua parte politica ha sempre osteggiato perché introdurrebbe alla teoria gender che ancora devo capire cosa sia… L’educazione non si fa a ceffoni ma parlando di queste tematiche nelle scuole e in famiglia. Se vogliamo uscire da questa degenerazione occorre che cambi la mentalità patriarcale degli uomini per la donna è mia e ne faccio ciò che voglio fino a maltrattarla e ucciderla se lei si oppone alla volontà”, conclude Boldrini.
“Nulla in contrario alla proposta del presidente La Russa. Una manifestazione di soli uomini, se promossa con lo scopo di chiedere una piena assunzione di responsabilità e consapevolezza da parte maschile, può dare un segnale positivo”, la risposta della senatrice del Pd, Valeria Valente, già presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio. “Il tema della violenza maschile sulle donne – sottolinea – è infatti un tema culturale e attiene alla sperequazione di potere e ai rapporti asimmetrici tra uomini e donne in una società maschilista”. “Non si educa però con i ceffoni ma con il dialogo, il confronto e l’esempio del rispetto e del riconoscimento della differenza e dei percorsi di autonomia e libertà. Nelle famiglie, nelle relazioni, nella scuola”, ricorda Valente.
“Il presidente del Senato La Russa dice che servirebbe una manifestazione di soli uomini contro la violenza degli uomini alle donne. Bene, ma adesso la deve fare davvero”, replica la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella all’AdnKronos.
Politica
Decreto Pa, da Camera ok a voto di fiducia

A favore sono stati 203 deputati, contrari 134, astenuti 3

L’Aula della Camera ha votato la fiducia posta ieri dal governo sull’articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto 22 aprile 2023, n. 44, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche, il cosiddetto decreto Pa. A favore sono stati 203 deputati, contrari 134, astenuti 3. Il testo prevede anche nuove norme sulla Corte dei Conti.
Le opposizioni parlano “del decreto Pa come di una legge che mette il bavaglio alla Corte dei Conti”, ricorda la vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Augusta Montaruli. “Invece, la prima risposta l’ha già data il presidente della Corte dei Conti negando che si tratti di una legge bavaglio. Una risposta ulteriore la daremo noi, come sempre con i fatti, trasformando la Pa in una macchina più efficiente, attrattiva e amica dei cittadini”.
“Oggi le opposizioni gridano allo scandalo, ma la norma sulla Corte dei Conti è stata voluta da Draghi e Conte – dichiara la deputata della Lega Tiziana Nisini, esprimendo voto favorevole del gruppo alla fiducia sul decreto legge Pa – In quei governi, Pd e 5 Stelle erano presenti. La coerenza parla e ci dice che le loro critiche sono deboli, strumentali e fanno male al Paese. Bene, dunque, la strada indicata da questo governo. L’Italia ha bisogno di una riforma dei controlli: se ne fanno troppi e molti sono inefficaci. Questo non lo diciamo noi ma Sabino Cassese, presidente emerito della Corte Costituzionale”.
Annunciando il voto contrario del Pd alla fiducia sul decreto, Simona Bonafè scandisce: “Avete preferito alimentare lo spettro del nemico solo per distrarre l’attenzione sui ritardi sull’attuazione del Pnrr. Avete usato questo decreto come cavallo di Troia per mettere il bavaglio a chi vi richiama alla responsabilità. Agitate il capro espiatorio per nascondere la vostra incapacità. Non vi permetteremo di giocare a nascondino con il Pnrr. E’ un bene comune del nostro Paese”.
Voto contrario anche del M5S. Sottolinea Dario Carotenuto, componente della Commissione lavoro della Camera: “Questo decreto vi è servito per eliminare il controllo concomitante della Corte dei Conti sul Pnrr. Cioè quello più utile. Quello che permette di individuare i problemi e aiuta a garantire trasparenza. La realtà è che costruite nemici per la vostra propaganda. E lo fate solo perché vi serve distrarre l’opinione pubblica dai problemi che non riuscite a risolvere. Meloni e il nemico immaginario è il titolo di una serie tv in cui avete deciso di catapultare il Paese”.
Cronaca
Caso Orlandi, memoria avv. Sgrò: “Commissione arenata al Senato, clima è cambiato”

Il legale della famiglia di Emanuela: "Pietro non voleva offendere Wojtyła, parole strumentalizzate"

“Il 23 marzo scorso la Camera ha votato all’unanimità la proposta di legge per l’istituzione di una Commissione bicamerale di inchiesta sulle scomparse di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori. All’unanimità”. Lo afferma il legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, in una memoria consegnata alla I Commissione al Senato che oggi ha svolto, in Ufficio di presidenza, delle audizioni informali nell’ambito della discussione sull’istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sui casi Orlandi-Gregori sottolineando che “sono passati due mesi e mezzo da quel voto e la proposta di legge sembra essersi arenata al Senato. Prima gli emendamenti, che vorrebbero ridurre la durata della Commissione, adesso queste audizioni. Il clima evidentemente è cambiato”.
“E tante cose, intanto, abbiamo letto sulla stampa. Prima fra tutte – probabilmente la questione principale, se non l’unica – le presunte accuse di Pietro Orlandi al Papa Santo. Accuse che non ci sono state – osserva l’avvocato Sgrò – Pietro Orlandi non ha mai inteso offendere la memoria di Giovanni Paolo II. Lo aveva anche scritto nella sua memoria consegnata al promotore di giustizia vaticano, glielo ha detto quando è stato ascoltato l’11 aprile scorso e lo ha sempre ripetuto a chiunque glielo chiedesse. Si è reso disponibile, mio tramite, immediatamente a chiarire al promotore di giustizia qualunque fraintendimento a seguito delle polemiche che hanno fatto il giro del mondo”.
“Abbiamo tutti udito le parole di Papa Francesco al Regina Coeli che difendeva la memoria di Giovanni Paolo II. E tutti gli abbiamo dato ragione – ha osservato l’avvocato – Anche Pietro Orlandi ha riferito che bene faceva il Santo Padre a difendere il Papa Santo. Non era stato lui, infatti, ad accusare Giovanni Paolo II, ma un audio di un sodale della banda della Magliana, audio che Pietro Orlandi aveva consegnato al promotore di giustizia nel corso del suo interrogatorio e che insieme avevano ascoltato”.
“L’audio, orribile, ingiurioso non solo nei confronti di Giovanni Paolo II, ma anche di una ragazzina di appena quindici anni, vilipesa, oltraggiata, descritta come la peggiore delle donne, non è interessato quasi a nessuno; una mezza frase di Pietro Orlandi, invece – sottolinea l’avvocato – è stata manipolata, strumentalizzata, cucita in mezzo a tanti discorsi in cui il suo nome non era mai stato fatto ed è diventata il capo di imputazione da cui ha dovuto difendere sé stesso e anche la sua battaglia alla ricerca della sorella. Nessuna spiegazione, nessuna precisazione è bastata. Pietro Orlandi è finito sul banco degli imputati”.
“Ci si è dimenticati di Emanuela e sono fiorite le polemiche, le strumentalizzazioni. Tante cose sono state dette, qualcuno, si mormora, abbia persino festeggiato per l’affossamento della commissione di inchiesta, e altrettante ne sono state scritte – prosegue l’avvocato – Troppe”.
“E’ possibile che il Parlamento di un Paese laico cambi vedute a causa di una singola affermazione, peraltro assai strumentalizzata, di un solo familiare di una scomparsa? Appena una dichiarazione fuori posto in quaranta penosi anni vissuti cercando un amato congiunto? Un congiunto, poi, la cui sparizione è da addebitarsi, suo malgrado, di volta in volta, al terrorismo, alla criminalità organizzata, alla pedofilia o addirittura a riti satanici? Una sola uscita basterebbe, quindi, a fermare la volontà dei partiti politici dopo che si erano espressi all’unanimità alla Camera a favore della istituzione della Commissione d’inchiesta? No. Non può bastare”, osserva ancora Sgro’.
Coronavirus
Commissione Ue autorizza primo vaccino per over 60 contro virus sinciziale

Considerando che la prevenzione dell'infezione da Rsv nella popolazione anziana è di grande interesse per la salute pubblica, la Commissione ha accelerato l'ok

La Commissione europea ha autorizzato il primo vaccino per proteggere gli adulti, dai 60 anni d’età in su, dalla malattia del tratto respiratorio inferiore causata dal virus respiratorio sinciziale (Rsv). Questa decisione, evidenzia la Commissione in una nota, segna un passo importante ed era molto alla luce dell’aumento delle infezioni da Rsv nell’UE lo scorso inverno. Il vaccino Arexvy, ora autorizzato in tutta l’Unione europea, contribuirà a rafforzare la risposta immunitaria al virus. L’autorizzazione segue una valutazione rigorosa nell’ambito del meccanismo di valutazione accelerata dell’Ema. Considerando che la prevenzione dell’infezione da Rsv nella popolazione anziana è di grande interesse per la salute pubblica, la Commissione ha accelerato l’ok.
“Questo è il primo vaccino che abbiamo autorizzato contro l’Rsv e speriamo che prevenga alcuni dei problemi riscontrati lo scorso inverno – commenta Stella Kyriakides, commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare – La pandemia di Covid ha mostrato chiaramente la necessità di un’azione decisiva per preparare meglio l’Ue alle minacce sanitarie emergenti, questo è un principio fondamentale della forte Unione europea della salute che stiamo costruendo. Alla luce della minaccia rappresentata dall’Rsv, oggi abbiamo autorizzato in via prioritaria il primo vaccino per proteggere i cittadini più anziani dell’Ue – sottolinea – da un’importante minaccia per la salute. Incoraggio ora gli Stati membri a muoversi rapidamente su questa autorizzazione e definire strategie nazionali di vaccinazione in modo che le persone più a rischio possano accedervi nei prossimi mesi prima della prossima stagione autunnale”.
Lo scorso 31 ottobre la Commissione ha già autorizzato nell’Ue l’anticorpo monoclonale nirsevimab per la prevenzione delle malattie del tratto respiratorio inferiore da Rsv nei neonati e nei lattanti quando il rischio di infezione è più elevato.
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