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Elezioni Usa, Trump: “Se non sarò eletto sarà un...
Elezioni Usa, Trump: “Se non sarò eletto sarà un bagno di sangue”
L'ex presidente americano: "La vostra previdenza sociale verrà distrutta dalle persone che entrano: ce ne sono troppe". E sottolinea: "Se non sarò eletto sarà un bagno di sangue"
"Se non sarò eletto sarà un bagno di sangue per il Paese". Ad affermarlo è l'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump nel corso di un comizio a Dayton in Ohio per sostenere Bernie Moreno, candidato a un seggio vacante al Senato. Trump, riferendosi all'assalto a Capitol Hill, ha iniziato il suo discorso chiedendo ai partecipanti al comizio di alzarsi in piedi per gli "ostaggi del 6 gennaio trattati in modo orribile e ingiusto".
"Migranti? In alcuni casi non sono persone"
L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha inasprito la sua retorica disumanizzante nei confronti dei migranti affermando che alcuni accusati di crimini "non sono persone". "Non so se si possono essere chiamate persone", ha detto Trump. "In alcuni casi non sono persone, secondo me. Ma non mi è permesso dirlo perché la sinistra radicale dice che è una cosa terribile da dire".
"La vostra previdenza sociale verrà distrutta dalle persone che entrano. Ce ne sono troppe. Non è sostenibile" ha detto l'ex presidente americano. "Joe Biden vi sta costando l'assistenza sanitaria e la previdenza sociale. Ho promesso che tutelerò sempre la previdenza sociale e l'assistenza sanitaria. Non faremo tagli", dice annunciando la ripresa delle trivellazioni su ampia scala. "Abbiamo oro liquido sotto terra. Trivelleremo senza sosta".
Trump è in Ohio per sostenere il candidato al Senato Bernie Moreno. Nel corso del suo discorso Moreno ha affermato che gli stranieri che vengono negli Stati Uniti dovrebbero imparare l'inglese. "Non abbiamo bisogno di votare in cinque lingue diverse. Impariamo la lingua", ha detto Moreno: "Significa che ti assimili. Diventi parte dell'America. L’America non diventa parte di te".
Il tema dell'immigrazione si preannuncia come una questione centrale nel corso della campagna presidenziale. Il mese scorso Trump e il presidente Joe Biden hanno organizzato visite nelle città di confine del Texas, criticandosi a vicenda per la recente ondata di immigrazione illegale. Trump ha affermato che l’afflusso di migranti è stata "un’invasione di Joe Biden". Biden ha incolpato Trump per lo stop a un provvedimento bipartisan da 20 miliardi di dollari volto ad aumentare la capacità di detenzione e assumere migliaia di agenti della polizia di frontiera.
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TikTok rischia di scomparire dai telefoni americani. Il...
Dopo un mese di stallo, si avvicina il momento clou per TikTok: lo speaker della Camera Mike Johnson ha deciso di inserire la norma che prevede il bando della piattaforma video dagli Stati Uniti (a meno di un disinvestimento dei suoi azionisti cinesi), in un pacchetto di aiuti per Israele e Ucraina, che dovrebbe essere approvato sabato. Il Senato, finora tentennante sulla tagliola nei confronti dell'app usata da 170 milioni di americani, dovrebbe votare rapidamente il pacchetto, e il presidente Joe Biden ha promesso di firmare tutto immediatamente.
Nelle scorse settimane l'attività di lobbying della società, in particolare dell'amministratore delegato Shou Chew, è stata incessante. Molti utenti sono stati bombardati di messaggi sull'app in cui erano incoraggiati a protestare contro i parlamentari per la proposta di legge, che dà a ByteDance, la società che controlla TikTok, quasi un anno (erano sei mesi in una prima versione) per trovare azionisti non basati in Cina cui vendere le proprie quote. Se la cessione non dovesse andare in porto, l'app sparirebbe dagli app store e non potrebbe più essere scaricata dai cittadini americani. Uno dei potenziali compratori che stava mettendo in piedi una cordata è l'ex Segretario al Tesoro Steven Mnuchin.
TikTok, in un post su X mercoledì sera, ha scritto: "Ci dispiace che la Camera dei Rappresentanti stia usando il pretesto di importanti aiuti esteri e umanitari per forzare nuovamente un divieto che calpesterebbe i diritti alla libera espressione di 170 milioni di americani, devasterebbe 7 milioni di imprese e chiuderebbe una piattaforma".
Gli esperti di sicurezza nazionale ritengono TikTok uno strumento di propaganda e di raccolta massiccia di dati a uso e consumo del governo cinese. Alcuni parlamentari, come il libertario Rand Paul, sono convinti che una simile legge sarebbe giudicata incostituzionale dalla Corte Suprema. Donald Trump, che da presidente aveva per primo provato a costringere ByteDance a disinvestire da TikTok, ha nel frattempo cambiato idea. I maligni sostengono che il ripensamento è legato a uno dei più importanti donatori repubblicani, Jeff Yass, che ha investito 22 milioni nella società che si è appena fusa con Trump Media, e allo stesso tempo è azionista di ByteDance. Ma una maggioranza bipartisan, come la commissione che un mese fa ha votato 50 a 0 per portare il disegno di legge al voto dell'aula, si è ormai allineata alle preoccupazioni della Casa Bianca e dell'intelligence.
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L’Iran ha finanziato Hamas con 200 milioni. Le prove...
Il quotidiano inglese pubblica le lettere indirizzate al capo di Hamas che rivelano flussi milionari da dieci anni a questa parte
Durante le operazioni militari a Gaza, l'esercito israeliano ha trovato una serie di lettere indirizzate a Yahya Sinwar, il capo di Hamas nella regione, che rivelano dettagliati flussi di finanziamento da parte dell'Iran al gruppo combattente palestinese. Queste lettere, una delle quali datata 2020 e l'altra del 2021, documentano trasferimenti finanziari significativi, evidenziando la persistente dipendenza di Hamas dai fondi iraniani per le sue operazioni. Lo rivela il Times di Londra, che pubblica anche le lettere.
Il documento più recente dettaglia i pagamenti effettuati in seguito alla cosiddetta "Operazione Spada di Gerusalemme", con somme che ammontano a decine di milioni di dollari. In particolare, dopo il conflitto del 2021, l'Iran ha trasferito 58 milioni di dollari a Hamas, oltre ad altre somme minori destinate sia all'apparato militare che a quello politico del gruppo. Questi fondi sarebbero stati consegnati in contanti a Beirut da ufficiali della Guardia Repubblicana iraniana e poi trasferiti a Gaza attraverso una rete di cambiavalute.
La lettera più vecchia, al contrario, risale al periodo di un altro conflitto tra Israele e Hamas, tra il 2014 e il 2020, durante il quale sono stati trasferiti un totale di 154 milioni di dollari. Questi fondi erano apparentemente destinati direttamente a figure chiave di Hamas, compreso Sinwar, oltre a finanziare le operazioni militari durante il conflitto.
Il ritrovamento di queste lettere fornisce una chiara testimonianza del sostegno continuativo dell'Iran a Hamas, nonostante le numerose dichiarazioni internazionali e le sanzioni. La documentazione suggerisce una relazione intricata e dettagliata tra il gruppo combattente palestinese e i suoi finanziatori in Iran, con implicazioni significative per la stabilità regionale.
Esteri
Iran, fonti Usa: “improbabile” attacco Israele...
Lo riferisce AbcNews. I preparativi di un attacco sarebbero stati avviati e sospesi già due volte
È improbabile che Israele effettui un attacco contro l'Iran prima della fine delle celebrazioni della Pasqua ebraica, che iniziano nella serata di lunedì 22 aprile e si concluderanno nella serata del 30. A riportare la notizia, attribuendola ad un alto funzionario statunitense, è AbcNews. La stessa fonte citata dall'emittente parla di uno stato di massima allerta in Iran per il rischio di un attacco.
Preparati della risposta israeliana avviati e sospesi due volte
Sempre secondo quanto riferito ad AbcNews da tre fonti israeliane, Tel Aviv ha avviato, quindi interrotto i preparativi per l'attacco di rappresaglia contro l'Iran in almeno due occasioni nelle notti della scorsa settimana.
Il gabinetto di guerra israeliano ha valutato una serie di risposte, dall'attacco ai 'proxy' iraniani nella regione, ma non sul suolo iraniano, a un potenziale attacco informatico, hanno riferito le stesse fonti ad Abc.
Fonti Egitto: "Sì da Usa ad attacco Rafah in cambio di rinuncia ad apio attacco Iran
Intanto secondo quanto scrive la pubblicazione qatarina Al-Araby Al-Jadeed, citato dal Times of Israel, attribuendo la dichiarazione ad un funzionario del Cairo, gli Stati Uniti avrebbero accettato il piano israeliano per un'operazione a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, in cambio della rinuncia da parte dello stato ebraico a sferrare un attacco di ampia portata in Iran per rappresaglia contro l'attacco iraniano a Israele.
"L'amministrazione americana ha mostrato di accettare il piano precedentemente presentato dal governo di occupazione per quanto riguarda l'operazione militare a Rafah, in cambio della rinuncia a un attacco su larga scala contro l'Iran", scrive Al-Araby Al-Jadeed, citato dal Times of Israel, attribuendo la dichiarazione ad un funzionario del Cairo, secondo il quale sarebbero in corso i preparativi per consentire all'Egitto di far fronte a qualsiasi possibile impatto della prevista operazione.