Salute e Benessere
I super centenari sono donne e abitano al Nord. “Più...
I super centenari sono donne e abitano al Nord. “Più welfare o rischiamo dietrofront”
Il monito della demografa Caselli: "Oggi gli over 100 sono sempre più fit, sani e attivi, ma è importante non mettere in discussione i risultati ottenuti finora, come cominciamo a vedere". Da un'indagine sui 105enni emerge che, a parte la Zona blu sarda, gli anziani da record sono cresciuti più nel Settentrione. "Sotto la lente l'effetto del disagio socioeconomico"
I centenari? Una popolazione in costante crescita. L'Istat stima che in Italia abbiano sfiorato la soglia dei 22mila, toccando il più alto livello storico. E oggi sono sempre più 'fit', sani e attivi. Nonostante l'età da Guinness. "Stanno bene. E a 103 anni guidano ancora la macchina. Son dei super uomini. Anzi, in realtà delle super donne, vista la maggioranza schiacciante della componente femminile", spiega all'Adnkronos Salute Graziella Caselli, professore onorario di Demografia all'Università La Sapienza di Roma, che ha studiato le popolazioni longeve delle Zone blu contribuendo a rivelare gli elementi chiave che favoriscono una vita lunga e sana.
Occasione per guardare anche agli scenari a lungo termine è stato il primo incontro (dedicato ai centenari) del Milan Longevity Summit, che dal 21 al 27 marzo riunirà nel capoluogo lombardo i più noti studiosi mondiali per un confronto sul tema della longevità e dell'Healthy Aging. Se i centenari del passato si possono definire 'spontanei', i centenari di oggi lo sono grazie a un nuovo stile di vita, più sano e più attento all'alimentazione e all'attività fisica.
L'Eldorado degli over 105
Caselli, che a sua volta ha 85 anni, molti dei quali trascorsi in compagnia dei super anziani del pianeta, evidenzia che la mappa che segna la patria dei nonni 'da Guinness' svela un elemento inedito: contrordine, l'Eldorado dei super senior è a Nord, più che a Sud. "Con i dati trasmessi dall'Istat abbiamo condotto un'indagine sui 'semi-supercentenari', cioè quelli che avevano compiuto 105 anni.
Ad ogni 1 gennaio tutti i Comuni d'Italia devono inviare queste informazioni all'Istituto di statistica. Abbiamo preso in esame i dati arrivando fino all'1 gennaio del 2022 e abbiamo ormai nel nostro campione circa 8mila semi-supercentenari. Per l'86-88% sono donne", puntualizza l'esperta confermando il 'pink power' over 100. Con i colleghi, Caselli ha cercato "con dei processi statistici specifici di eliminare l'impatto della migrazione, perché ovviamente troviamo un 20-30% di centenari nati al Sud che vivono in regioni del Nord. Eliminato questo effetto migratorio, abbiamo potuto studiare le differenze regionali per residenza delle nostre coorti di centenari".
Oltre al fatto che "abbiamo 8-9 donne per ogni uomo supercentenario, la cosa più interessante è che molte di queste donne longeve si trovano prevalentemente nelle regioni del Nord (un po' meno in Piemonte)", osserva Caselli. Anche altri elementi e altre fonti confermano questo gradiente geografico. Considerando anche solo il dato numerico a partire già dai 100enni, per fare un esempio Milano è ormai definita la città dei centenari. Qui, secondo l'analisi della Fondazione per la sussidiarietà (Fps), ogni 2mila abitanti uno è over 100 e l'86% sono donne.
"Ovviamente la Sardegna si conferma Zona blu di generazione in generazione. E invece mostrano un basso livello" di densità di over 100 "la Campania e la Sicilia, ma in genere tutto il resto del Sud. Non era così prima. E indagando abbiamo capito cosa sta succedendo. Da un certo punto in poi - approfondisce la demografa - c'è stato un rallentamento nella crescita dei semi-supercentenari al Sud e un'accelerazione nell'aumento del Nord. Cioè questi due pezzi d'Italia si sono via via distanziati su questo fronte".
In altre parole, "arrivati a 100 anni" gli anziani inossidabili "nel Sud Italia hanno più difficoltà ad arrivare a 105 e non arrivano praticamente a 108, mentre nel Nord raggiungono 110, in alcuni casi anche 117 anni. Abbiamo dunque condotto delle analisi multilivello per vedere se vi fossero significative variabili individuali da considerare. In realtà - indica l'esperta - una possibile spiegazione l'abbiamo identificata nella 'cartina' del malessere economico, del disagio sociale". Questa cartina "si sovrappone esattamente alla mappa dei nostri semi-supercentenari. Cioè nelle zone di maggiore disagio c'è la minor proporzione di 105enni e over 105".
E in futuro?
"Del domani non c'è certezza - evidenzia Caselli - Dipenderà dal Welfare perché tra le variabili che abbiamo considerato", quella di una sanità accessibile", moderna, "in cui ci sono ospedali attrezzati con reparti dedicati agli ultraottantenni, ha un peso. E ha un peso anche l'ammontare della pensione di queste donne super longeve. Più è alta - permettendo anche di pagare un caregiver - più è elevata la longevità. Dunque attenzione al welfare del futuro, perché potrebbe mettere in discussione anche i risultati che abbiamo ottenuto fino ad ora. E già cominciamo a vedere i primi segnali".
Ma c'è un limite all'età umana? "Studiando i semi-supercentenari, persone arrivate a 105 anni, abbiamo usato diverse metodologie che tengono conto della selezione, della fragilità, della robustezza e di tanti altri aspetti, e ci siamo anche chiesti se ci sia un limite alla sopravvivenza umana - ammette - E se c'è qual è? Finora è in discussione. Troviamo dei limiti, ma non troviamo il limite maggiore".
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Covid, Cartabellotta: “Parole Meloni alimentano...
Il presidente Gimbe: "Il ministro Schillaci dovrebbe fugare ogni dubbio per fermare questa pericolosa deriva anti-scientifica"
"Lo Stato, con la legge 210 del '92, prevede già l'indennizzo a favore di soggetti danneggiati da complicanze irreversibili correlate a vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni di sangue ed emoderivati infetti. E il comma 1bis, recentemente aggiunto, estende in maniera esplicita tale indennizzo a chi ha riportato una menomazione permanente dell'integrità psico-fisica conseguente alla vaccinazione anti Sars-CoV-2. Le parole del presidente Meloni, se da un lato ribadiscono l'ovvio, dall'altro continuano ad alimentare sospetti sulla sicurezza dei vaccini anti-Covid che hanno permesso al mondo intero di uscire dall'incubo della pandemia". Così all'Adnkronos Salute il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, intervenendo su quanto affermato dalla premier Giorgia Meloni che ha sottolineato la volontà del Governo di "andare in fondo" sugli effetti avversi dei vaccini anti-Covid, "capire e assumersi per lo Stato italiano le responsabilità che si deve assumere".
"I programmi di vaccino-vigilanza delle autorità regolatorie di tutto il mondo hanno documentato un profilo rischi/benefici straordinariamente favorevole, su quasi 6 miliardi di dosi somministrate", rimarca il presidente Gimbe, chiamando in causa il ministro della Salute Orazio Schillaci: "A mio avviso - dice - dovrebbe fugare pubblicamente ogni dubbio per fermare questa pericolosa deriva anti-scientifica che rischia di far perdere ai cittadini ulteriore fiducia nei vaccini, nella prevenzione e nel Servizio sanitario nazionale".
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Sanità, Siaarti: “Società scientifiche strategiche...
Giarratano: "Bene la Fism a ribadire suo ruolo per modificare la legge su colpa sanitaria"
"L'assemblea della Fism ha rivestito una particolare importanza anche perché ha documentato, in un incontro che ha visto insieme società scientifiche e istituzioni, il ruolo importante e strategico delle prime nell'incidere nei percorsi di riforma che sono in corso, per quanto riguarda sia la rete ospedaliera sia la rete territoriale. Un altro elemento molto importante che è stato oggetto di dibattito nell'assemblea Fism è stato il ruolo delle società scientifiche nella produzione di linee guida e quanto questo incida anche sul percorso di riforma della legge sulla colpa sanitaria. Colpa sanitaria che ha un peso importante anche nell'aumento della spesa pubblica sotto la voce di "medicina difensiva". Lo ha detto Antonino Giarratano, presidente della Siaarti (Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva), a Roma in occasione del '40esimo anniversario della Federazione italiana società medico scientifiche - Verso gli Stati Generali Fism'.
Si è parlato molto anche delle "buone pratiche cliniche che la Siaarti produce da alcuni anni. Il progetto di produzione e revisione delle linee guida non ha raggiunto, infatti, lo scopo che si prefiggeva - rileva Giarratano - in forza del fatto che i loro costi e i loro tempi di elaborazione, mediamente 2 anni, non hanno consentito finora l'ampia produzione di linee di indirizzo e di standard clinico-organizzativi che invece sarebbe necessaria". Siaarti "è pronta ad affrontare la nuova visione, mettendo in campo le migliori risorse nella produzione di modelli organizzativi, standard strutturali e tecnologici e buone pratiche cliniche, collaborando con l'Istituto superiore di sanità la cui funzione di indirizzo è necessaria".
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Salute, Colivicchi (Anmco): “In Italia oltre 40% dei...
'Puntare su prevenzione cardiovascolare, ruolo centrale della Fism nella sanità pubblica'
"In Italia le malattie cardiovascolari si confermano la prima causa di morte e riguardano una percentuale altissima di pazienti: oltre il 40% dei decessi ancora oggi è dovuto a infarto o ictus. Quindi dobbiamo implementare al meglio le misure di prevenzione cardiovascolare. La riflessione comune delle società medico-scientifiche italiane consentirà certamente di affrontare questi problemi con maggiore incisività". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Furio Colivicchi, presidente di Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri) e vicepresidente della Fism, in occasione del '40esimo anniversario della Federazione italiana società medico scientifiche - Verso gli Stati Generali Fism', a Roma.
"Siamo qui per il quarantesimo anniversario della fondazione della Fism, un evento straordinario che segna un passaggio importantissimo, la crescita del ruolo della Fism come Federazione delle società medico scientifiche all'interno del sistema generale della sanità pubblica italiana - sottolinea Colivicchi - Le società scientifiche hanno un ruolo centrale nello sviluppo delle evidenze cliniche e scientifiche per l'implementazione della pratica clinica delle migliori pratiche e possibili e per la tutela della salute dei cittadini italiani". Questo "momento di riflessione comune è un momento di particolare rilievo - evidenzia - anche perché consente di approfondire non solo i temi scientifici in generali, ma anche aspetti organizzativi e le criticità che attualmente sono presenti nel nostro Servizio sanitario nazionale".