Connect with us

Sostenibilità

Passi indietro sulle politiche green da parte dell’Ue,...

Published

on

Passi indietro sulle politiche green da parte dell’Ue, l’allarme degli ambientalisti

Nel mirino le modifiche alla Pac e lo stop al Nature Restoration Law

Bandiere Ue - Canva

L’Ue ha fatto passi indietro sulla politica agricola e sul ripristino della natura. Questo sostengono diverse organizzazioni ambientaliste e rappresentanti politici le deroghe introdotte nel nuovo regolamento della Politica Agricola Comune (Pac) 2023-2027 sulla protezione degli spazi naturali.

Il 26 marzo, il Consiglio AgriFish ha approvato un pacchetto di modifiche proposte dalla Commissione Europea che, secondo gli ambientalisti, comportano un indebolimento della protezione del suolo, della rotazione delle colture e dei pascoli.

Sullo sfondo, le proteste degli agricoltori che hanno riguardato il territorio europeo negli scorsi mesi.

Questi i punti fondamentali della revisione della Pac:

- Nuove deroghe in caso di condizioni climatiche eccezionali, tali da compromettere la produzione agricola;

- Modifiche agli standard delle buone condizioni agricole e ambientali (Bcaa);

- Esenzione dai controlli e dalle sanzioni per le aziende agricole con meno di dieci ettari, al fine di alleviare il carico amministrativo su piccole realtà;

- Possibilità per i singoli Paesi di modificare i propri piani strategici agricoli due volte all’anno, creando uno spazio per adattamenti in corso d’opera.

Queste decisioni sollevano preoccupazioni sul futuro della sostenibilità ambientale e della biodiversità in Europa, richiedendo una valutazione accurata degli impatti e una riflessione approfondita sul bilanciamento tra esigenze agricole ed ecologiche.

“Manca una valutazione d’impatto”

La Coalizione italiana #CambiamoAgricoltura, che riunisce 90 sigle della società civile ed è coordinata da un gruppo di lavoro che comprende le maggiori associazioni del mondo ambientalista, consumerista e del biologico italiane, mette nel mirino la procedura d’urgenza utilizzata per revisionare la Pac. Si tratta, dice l’organizzazione, di nuove regole “giustificate dalla ‘semplificazione’ dei regolamenti europei” che indeboliscono l’impegno dell’Unione verso l’ambiente.

CambiamoAgricoltura fa notare che è “Una procedura del tutto straordinaria che non prevede una valutazione di impatto, né un confronto con la società civile. Decisione ancora più incomprensibile considerata la consultazione proprio sul tema della semplificazione attivata dalla stessa Commissione nelle ultime settimane, i cui risultati sono attesi dopo l’estate, nonché il Dialogo strategico aperto proprio sui temi del futuro dell’agricoltura in Europa”.

Per il collettivo, le pressioni degli agricoltori sulle istituzioni comunitarie hanno generato un effetto normativo che graverà sulle spalle non solo dell’ambiente, ma anche di quegli agricoltori che hanno investito in ottica green. “Questo pacchetto di riforme – aggiunge #CambiamoAgricoltura – non solo riporterà la Pac indietro di oltre 25 anni ma danneggerà in particolare tutte quelle aziende agricole che hanno convintamente intrapreso la strada dell’agrogeologia, e renderanno tutto il sistema agricolo ancora più vulnerabile agli effetti della perdita di biodiversità e della crisi climatica”.

Sull’altro fronte, il commissario per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski ha esortato gli europarlamentari ad adottare rapidamente il pacchetto di modifiche alla Politica Agricola Comune (Pac) presentato il 15 marzo dalla Commissione Europea in modo da alleggerire gli oneri amministrativi degli agricoltori: “È essenziale approvare rapidamente, così che gli agricoltori avvertano l’effetto dei cambiamenti già nel 2024, altrimenti succederà solo nel 2025”, ha detto Wojciechowski.

Lo stesso commissario ha delineato i punti cardine della riforma della Pac: oneri amministrativi, turbative del mercato e mancanza di equità nella filiera.

Stop alla legge Ue sul ripristino della natura

Le modifiche alla Pac non sono l’unico campanello d’allarme per gli ambientalisti. Infatti, a soli dieci giorni dalla proposta della Commissione Ue sulla Politica agricola comune, il Belgio, detentore della presidenza del Consiglio dell’Ue, ha rinviato il voto sul Nature Restoration Law perché il sostegno degli Stati membri era diventato insufficiente.

La brusca frenata è stata provocata dall’astensione dell’Ungheria, che si è aggiunta a quelle di Austria, Finlandia, Polonia, Belgio e al parere contrario di Italia, Svezia e Paesi Bassi. Se a febbraio l’ok del Parlamento Ue sul Nature Restoration Law aveva fatto esultare gli ambientalisti e il provvedimento sembrava ormai cosa fatta, lo stop del mese scorso ha provocato una rimozione del punto dall’agenda Ue.

Si è quindi arenato il percorso che portava i ministri dell’ambiente a consolidare la proposta al Consiglio. L’obiettivo del Nature Restoration Law, così come approvato dall’Europarlamento a febbraio, è quello di ripristinare il 90% degli habitat europei danneggiati entro il 2050. Una decisione che aveva provocato la reazione contraria della destra e della Coldiretti che preannunciava un “sistema produttivo in ginocchio”.

I trattori in protesta già sfilavano e, pur non riuscendo a bloccare in toto il provvedimento, avevano ottenuto qualche traguardo. La Commissione chiedeva infatti la riduzione del 50% l’uso dei pesticidi chimici entro il 2030 e il divieto di tutti i pesticidi nelle aree sensibili (le aree verdi urbane, compresi parchi e giardini pubblici, i campi ricreativi o sportivi, i sentieri pubblici, le zone protette Natura 2000 e qualsiasi area ecologicamente sensibile da preservare per gli impollinatori in pericolo), ma questa misura era stata cassata prima dell’ok dell’Europarlamento.

Avanzata a giugno 2022, la proposta di regolamento era uno dei pilastri della Strategia europea per la biodiversità, nata con lo scopo di allineare l’Unione europea agli impegni internazionali presi con l’accordo di Kunming-Montreal sulla biodiversità.

Un rischio in vista della Cop16 in Colombia

Con lo stop del 25 marzo, l’Unione rischia di presentarsi senza una proposta concreta in materia alla prossima Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità, la Cop16, in programma in Colombia per il prossimo ottobre. Un’impasse che contrasta l’ambizione, da anni perseguita dall’Unione, di essere in prima linea nelle politiche green.

Il commissario europeo per l’ambiente ha avvertito che accantonare il disegno di legge a tempo indeterminato distruggerebbe la reputazione dell’UE a livello globale, dato che ha aperto la strada al vertice sulla biodiversità Cop15 a Montreal nel 2022. “Rischiamo di andare alla Cop16 assolutamente a mani vuote”, ha detto Virginijus Sinkevičius prima di rincarare la dose: uno stop definitivo al Nature Restoration Law solleverebbe “serie domande e preoccupazioni sulla coerenza e la stabilità del processo decisionale dell’Ue”.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Sostenibilità

Clima ed energia: obiettivi 2030 ancora alla portata...

Published

on

A che punto siamo secondo quanto rilevato da Italy for Climate

jonny-clow-unsplash

Il 22 aprile 2024 si è celebrata la Giornata Internazionale della Terra. Tra le tante iniziative ed eventi organizzati in ogni angolo del Mondo, è stato anche il momento di condividere bilanci e analisi sullo stato attuale in tema di clima ed energia. Con riguardo al nostro Paese, in occasione della Giornata della Terra, Italy for Climate ha pubblicato la quinta edizione del rapporto “10 Key trend sul clima” che analizza le principali tendenze registrate nel 2023 in Italia con riferimento alla lotta al cambiamento climatico e alla transizione energetica. Tra i dati principali, emerge che nell'ultimo anno il nostro Paese ha prodotto uno sforzo davvero considerevole nel tagliare le emissioni di gas serra con una diminuzione del 6,5% rispetto all'anno precedente, percentuale che corrisponde a una diminuzione di circa 27 milioni di tonnellate di gas serra prodotti. Il dato, qualora confermato, significherebbe che il nostro Paese si trova nella condizione di raggiungere ancora gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030. Tra i principali fattori che hanno influito sulla diminuzione registrata nel 2023 vi sono il minore utilizzo di carbone per produrre energia, i consumi energetici ridotti anche dovuti a un inverno piuttosto mite, un calo della produzione industriale, ma anche un'accelerazione nelle rinnovabili.

I principali trend sul clima in Italia

Oltre al primo trend che, come detto, riguarda la drastica riduzione delle emissioni, le altre principali tendenze in tema di clima ed energia segnalate da Italy for Climate non sono tutte esattamente positive. A cominciare dal numero di eventi climatici, drammaticamente aumentato nel 2023, che secondo le stime di Ispra risulta essere stato il secondo anno più caldo mai registrato in Italia. Non solo, l'anno passato, sul nostro territorio sono stati registrati 3.400 eventi climatici estremi. In quanto all'energia, secondo le stime Enea è calata del 3% l'intensità energetica del Pil ovvero del fabbisogno energetico necessario a produrre una unità di Pil. In calo, nel valore assoluto, anche i consumi di energia negli edifici (-2,3 Mtep) e nell'industria (-1,2% Mtep). Sempre secondo Enea, il calo delle emissioni globali di cui sopra è dovuto principalmente all'evoluzione del settore elettrico che sempre più si basa sulle fonti rinnovabili (+15 Twh) e meno su quelle fossili (-33 Twh). In particolare, la quota complessiva di energia prodotta da eolico e fotovoltaico è pari al 20%, mentre la quota di tutte le rinnovabili sfiora il 44% della produzione, il tetto massimo mai raggiunto. Meno bene invece gli indicatori sulla dipendenza energetica che vedono l'Italia tra i Paesi europei a più elevata dipendenza, seppur in lieve calo rispetto al 2022. Parlando di riqualificazione degli edifici, una questione di grande portata visto l'impatto che il parco immobiliare ha sul clima, nel 2023 sono state riqualificate oltre 700 mila abitazioni grazie agli incentivi introdotti dal Superbonus, il triplo in più rispetto alla media degli anni precedenti. Inoltre, a fine anno risultano installati 1,3 milioni di impianti fotovoltaici nel settore residenziale. Il mercato dell'auto elettrica seppur lentamente appare in crescita e ad oggi rappresenta il 4,2% del totale immatricolazioni. Dati comunque molto contenuti rispetto alla media europea del 14,6% con punte del 18,4% in Germania. Da segnalare infine il deficit medio nazionale del 60% sulle scorte di acqua nevosa nei principali bacini del Paese, con punte fino a -70% nel bacino dell'Adige e -67% in quello del Po. Proprio la crisi idrica rappresenta uno dei temi che andranno affrontati con maggiore attenzione, rapidità ed efficacia.

Continue Reading

Sostenibilità

“Recycle me”, lo spot di Coca-Cola per la...

Published

on

Lo scopo del nuovo spot sostenibile è l’invito all’azione: “Riciclami” è la scritta sulle lattine che ricorderà al consumatore di gettarla correttamente

Lattine di Coca-Cola

Recycle Me” è il nome della campagna pubblicitaria di Coca-Cola Company. Al centro dello spot: la sostenibilità e il riciclo. Lanciata in America Latina, i pubblicitari della campagna hanno pensato di usare il potere del logo, riconosciuto in tutto il mondo, e di modificarlo. La scritta bianca su sfondo rosso si “accartoccia”: raffigura, cioè, il modo in cui assomiglierebbe il logo se le lattine vuote venissero schiacciate per essere gettate e poi riciclate.

“Come parte dell'impegno della Coca-Cola di riciclare tutti i loro packaging entro il 2030, WPP Open X, guidato da Ogilvy New York, ha usato il potere dell'iconico logo della sceneggiatura del marchio per ispirare le persone a rendere il riciclo parte della loro esperienza quotidiana”, si legge su Instagram.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Ogilvy New York (@ogilvyny)

Lo spot pubblicitario

Coca-Cola crede che un futuro migliore si raggiunga attraverso pratiche sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale. Nell'ambito dei suoi obiettivi di sostenibilità, si impegna a riciclare tutti i suoi imballaggi entro il 2030. Volevamo sfruttare il potere dell'iconico logo del marchio per ispirare le persone a rendere il riciclo parte della loro esperienza quotidiana con Coca-Cola – scrive Laurent Ezekiel, WPP Chief Marketing Officer & CEO -. Abbiamo iniziato con l'intramontabile abitudine di schiacciare una lattina prima di riciclarla. Quindi abbiamo creato un'immagine estremamente telegrafica e potente con l'invito all'azione RECYCLE ME preso direttamente dal lato della lattina. Naturalmente, non esistono due lattine riciclate esattamente uguali, e nemmeno le nostre stampe e i nostri poster. Sviluppate da WPP Open X, sotto la guida di Ogilvy New York, le pubblicità creative saranno presenti a Buenos Aires, in Argentina, Brasile e Messico, oltre che sui canali sociali”.

Islam ElDessouky, vicepresidente globale per la strategia creativa e i contenuti di Coca-Cola, ha commentato: “Noi di Coca-Cola puntiamo ad avere un mondo senza rifiuti. Stiamo lavorando per innovare i nostri prodotti verso il nostro obiettivo globale di rendere riciclabile il 100% delle nostre confezioni entro il 2025. Inoltre, puntiamo a raccogliere e riciclare una bottiglia o una lattina per ogni bottiglia venduta entro il 2030 e abbiamo l’opportunità unica di utilizzare il nostro marketing per inviare un messaggio potente. ‘Riciclami’ invita tutti noi a riciclare ovunque sia possibile”.

Le iniziative Coca-Cola

Non è la prima volta che l’azienda lancia un’iniziativa del genere. Per l’obiettivo "World Waste Free", missione lanciata da Coca-Cola nel 2018 per contribuire alla lotta contro i rifiuti di plastica, si propose: imballaggi senza etichetta, tappo attaccato alla bottiglia come già avviene per la maggior parte delle bottiglie in plastica oggi e progetto di packaging completamente riciclabile. Nell’ultimo report di sostenibilità, la Company ha precisato di aver raggiunto il 90% dell’obiettivo. Il nuovo è raccogliere e riciclare una bottiglia o lattina per ogni bottiglia o lattina venduta entro il 2030.

Continue Reading

Sostenibilità

Lionello (Unisalento): “Continente europeo più...

Published

on

Il professore spiega le tendenze climatiche a margine del rapporto Copernicus

Europa sulla cartina - Canva

In Europa le temperature medie sono aumentate più che in ogni altro continente ma, pur restando allarmanti, i risultati del rapporto Copernicus sono anche la conseguenza di “tendenze intrinseche al cambiamento climatico”.

Lo spiega all’Adnkronos Piero Lionello, professore ordinario di Fisica dell’Atmosfera e Oceanografia presso l’Università del Salento e presidente del network MedCLIVAR (Mediterranean CLImate Variability).

“La considerazione più importante ed essenziale da fare – esordisce Lionello – è che i gas serra si distribuiscono in modo approssimativamente uniforme su scala globale. In pratica, le emissioni dell’Italia non interessano solo il territorio italiano, lo stesso dicasi per quelle europee e così via. Un andamento completamente diverso rispetto, per esempio, alle emissioni di aerosol che tendono ad avere una persistenza breve in atmosfera e quindi un effetto più regionale e più limitato alle zone di emissione”.

Per questo occorre interessarsi non solo alle decisioni di casa propria: “Questo andamento dimostra una volta per tutte come il problema del cambiamento climatico sia una questione globale”.

C’è poi un altro aspetto da considerare: “Durante una transizione, le alte latitudini tendono a scaldarsi di più delle zone tropicali. Allo stesso tempo, a livello superficiale, le masse continentali si scaldano di più delle masse oceaniche. Anche quando ci sono stati eventi caldi interglaciali in passato e le glaciazioni, il cambiamento climatico è stato molto più ampio in queste zone.

Si tratta di tendenze intrinseche al sistema climatico, quindi mi sorprenderei nel vedere il contrario in questa fase di riscaldamento che ha sicuramente una importante componente antropogenica”, spiega il professore che ha contribuito alla redazione del sesto rapporto Ipcc (Intergovermental Panel on Climate Change), pubblicato lo scorso anno.

L’Unione europea si sta muovendo nella direzione e alla velocità giusta o le resistenze di alcune parti politiche rischiano di compromettere il cammino green dell’Ue?

“Quello che si può osservare è una progressiva attenzione a livello normativo e tecnologico da parte dell'Unione Europea nei confronti del cambiamento climatico che ha portato effettivamente a una riduzione delle emissioni. Le emissioni negli ultimi venti, trenta anni nel complesso stanno diminuendo anche negli Stati Uniti”.

Si tratta di un miglioramento sufficiente in prospettiva?

“No. Infatti, nonostante l’impegno di Ue e Usa, le emissioni su scala globale stanno aumentando”. Ancora una volta, quindi, il passaggio cruciale sta nella consapevolezza che ci troviamo di fronte a una sfida comune: “La consapevolezza che il clima sia una questione globale è fondamentale. Il contrasto al cambiamento climatico – prosegue il professor Lionello – non può che passare attraverso strategie condivise a livello internazionale almeno dai principali emettitori che in questo momento sono l’Unione Europea, gli Stati Uniti, la Cina e l’India. Al tempo stesso però è importante essere consapevoli delle differenze tra i problemi ambientali e l’inquinamento”, sottolinea.

Dunque, se è vero che per contrastare il cambiamento climatico serve una sinergia internazionale, bisogna osservare che i singoli interventi dei Paesi sono fondamentali per i cittadini che vivono quei territori: “Da un punto di vista decisionale, è difficile che chi dà priorità al contrasto del cambiamento climatico non dia anche priorità alla lotta all’inquinamento e alla tutela degli ecosistemi. È vero che queste misure devono essere condivise a livello internazionale per contrastare l’aumento della concentrazione di gas serra in atmosfera. È anche vero, però, che le strategie e le decisioni anti inquinamento prese dalle istituzioni hanno effetti molto positivi sull’ambiente e sui servizi ecosistemici che riguardano i cittadini europei”.

Siccità, rischio desertificazione ed eventi atmosferici estremi: ci sono alcune zone dell’Italia a rischio nel prossimo futuro?

“Eviterei catastrofismi privi di fondamento scientifico. Sicuramente i dati testimoniano aumenti delle temperature medie importanti per gli ecosistemi e per l’ambiente in cui viviamo, ma non al punto da rendere inabitabili alcune zone d’Italia almeno nel medio termine. C’è una alterazione del ciclo idrologico, ma non tale da compromettere la sostenibilità delle risorse idriche, soprattutto se gestite in modo opportuno”.

Non ci sono e non ci saranno mai più le mezze stagioni?

“Tendiamo ad attribuire qualsiasi evento meteorologico al cambiamento climatico senza un'opportuna interfaccia scientifica. Spesso ci basiamo sui nostri ricordi, ma i nostri ricordi sono dei fallaci indicatori dei cambiamenti perché tendono a trascurare la variabilità e ricostruire dei paradigmi del nostro passato. Il fatto che questa interruzione della ciclicità delle stagioni venga concepita descritta ormai come ‘evidente’ non ha alcun riscontro nelle evidenze scientifiche”.

Delle prove scientifiche dell’alterazione non mancano, ma vanno trattate nella loro specificità: “Il riscaldamento è evidente; il cambiamento delle precipitazioni in alcuni territori è evidente; gli aumenti delle statistiche delle ondate di calore sono evidenti”, spiega il prof. Lionello, che aggiunge: “Anche l’alterazione del ciclo della stagionalità è evidente: l'inverno arriva un po’ dopo e finisce un po’ prima, l'estate comincia un po’ prima e finisce un po’ dopo. Ma non possiamo farne una deduzione scientifica perché abbiamo ancora pochissimi cicli stagionali su cui basare le nostre osservazioni”.

Il professore ci tiene però a sottolineare: “Molti effetti del cambiamento climatico sono evidenti e hanno natura antropogenica. Nel caso delle stagioni, la statistica è ancora insufficiente per dire che c'è un cambiamento definitivo del ciclo”.

Le variazioni nel Mediterraneo

A margine del rapporto sullo stato europeo del clima 2023 del Copernicus Climate Change Service e dell’Organizzazione meteorologica mondiale, l’appello del professore a valutare con rigore i fenomeni climatici è ancora più utile se si parla del Mediterraneo. La causa è scientifica: “Il Mediterraneo è una zona di transizione tra il clima subtropicale a sud, in gran parte del Nord Africa, e un clima oceanico umido o continentale-temperato a Nord”.

In cosa si traduce questa particolare condizione?

“Nel fatto che ogni piccolo spostamento di questa linea di transizione genera una variabilità. In particolare la variabilità della precipitazione è sempre stata una caratteristica della regione mediterranea, quindi della parte dell'Italia centro meridionale. Ci sono sempre stati lunghi periodi di scarse precipitazioni e lunghi periodi di intense precipitazioni.

Sicuramente stiamo alterando il clima rendendolo più caldo e meno piovoso su gran parte dell'Italia, le evidenze del riscaldamento ci sono tutte e da molti anni.

Le evidenze delle alterazioni dei regimi di precipitazione – conclude il professor Lionello – sono più sottili anche se cominciano a emergere e vanno nella direzione di una diminuzione delle precipitazioni su gran parte dell'Italia e di un aumento degli eventi estremi sul Nord Italia vanno in questa direzione”.

Continue Reading

Ultime notizie

Ultima ora6 ore ago

Ucraina-Russia, Nato: no armi nucleari in Polonia

Stoltenberg frena dopo l'apertura del presidente polacco La Nato non ha intenzione di posizionare armi nucleari in Polonia. Ad affermarlo...

Economia6 ore ago

Patto di stabilità, via libera Ue alla riforma ma...

Astensioni e voti contrari dai partiti di maggioranza e opposizione. Gentiloni ironizza: "Abbiamo unito la politica italiana" Per un giorno...

Ultima ora6 ore ago

Usa, aereo Douglas Dc-4 precipita in Alaska: stava...

Soccorsi sul posto. L'incidente a poche miglia dall'aeroporto internazionale di Fairbanks Un aereo Douglas Dc-4 è precipitato a Fairbanks, in...

Sport7 ore ago

Lazio-Juventus 2-1, bianconeri in finale di Coppa Italia

La formazione di Allegri, sconfitta a Roma nella semifinale di ritorno, passa grazie alla vittoria per 2-0 ottenuta all'andata La...

Ultima ora7 ore ago

Russia, arrestato vice ministro della Difesa: ha preso una...

Ivanov, uno dei vice di Shoigu, era responsabile della logistica delle forze armate Il comitato investigativo russo ha annunciato l'arresto...

Politica7 ore ago

Scurati contro il governo: “Ho toccato con mano cosa...

Lo scrittore: "Vi invito calorosamente ad andare in piazza il 25 aprile, restiamo uniti e opponiamo in numero alla forza"...

Politica8 ore ago

Puglia, mini rimpasto nella giunta Emiliano: nominati tre...

La decisione dopo la bufera giudiziaria Nessun azzeramento della giunta nella Regione Puglia. Dopo la bufera giudiziaria il governatore Michele...

Ultima ora8 ore ago

Superenalotto, centrato ‘5+’ da quasi 600mila...

Il jackpot per il prossimo concorso sale a 94,4 milioni Nessun '6' nell'estrazione del Superenalotto di oggi 23 aprile ma...

Cronaca9 ore ago

Moda, nel centenario della nascita Roma si...

Alessandro Onorato, 'Se Roma è capitale della moda, dell'arte, della cultura è anche grazie alle sue intuizioni e al suo...

Ultima ora10 ore ago

Chiara Ferragni e pandoro Balocco, tribunale conferma...

Codacons: "Ora si apre la strada ai risarcimenti per tutti coloro che hanno acquistato il pandoro" "Con una clamorosa sentenza...

Cronaca10 ore ago

Pestaggi al carcere minorile Beccaria, pm: “Sistema...

Secondo i magistrati a favorire le gli abusi il "contributo concorsuale omissivo e doloso di una serie di figure apicali...

Politica10 ore ago

Intelligenza artificiale, via libera Cdm: 1 miliardo di...

L'Italia che si candida a diventare il primo Paese europeo a legiferare sul tema  Il Consiglio dei ministri ha approvato...

Cronaca10 ore ago

Roma, la denuncia: drogata e stuprata dopo appuntamento su...

Una ragazza di 20 anni ha denunciato di essere stata narcotizzata e violentata da due persone che aveva conosciuto su...

Cronaca10 ore ago

Maturità: uno studente su tre soffre di attacchi di panico,...

Sondaggio community di Maturansia, per studenti social network il miglior strumento per integrare la preparazione Mancano ormai due mesi agli...

Ultima ora11 ore ago

Israele-Gaza, fosse comuni a Khan Yunis: Onu chiede...

Nell'area recuperati 283 cadaveri. Le forze di difesa israeliane respingono le accuse Le Nazioni Unite hanno chiesto che venga condotta...

Economia11 ore ago

Roberto Napoletano nuovo direttore de ‘Il...

Guiderà la testata dal prossimo 4 maggio A decorrere dal prossimo 4 maggio, Roberto Napoletano sarà il direttore del quotidiano...

Salute e Benessere11 ore ago

Emergenza regionale, Picco (Asl To): “Fondamentali...

"Stiamo realizzando una elisuperficie vicino al San Giovanni Bosco, ospedale hub di Torino" "Abbiamo l'emergenza a cuore e quindi siamo...

Cronaca11 ore ago

Depistaggio Borsellino: “Figli traditi da Stato in...

(dall'inviata Elvira Terranova) - Subito dopo lo strage di Via D'Amelio i magistrati di Caltanissetta, sotto la guida del Procuratore...

Sport11 ore ago

Roma, le ultime su Lukaku e N’Dicka

Giovedì il recupero contro l'Udinese Nemmeno il tempo di leccarsi le ferite per la sconfitta rimediata contro il Bologna. La...

Economia11 ore ago

Confindustria-Deloitte, investimenti e convergenza...

Energia, ambiente e clima priorità Più investimenti, più collaborazione tra pubblico e privato e più convergenza tra politiche industriali dei...