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Forza Italia, messaggio a Salvini: “Noi incompatibili con alleati Lega in Europa”

All'indomani della kermesse sovranista di Firenze, con il leader leghista che ha chiesto agli azzurri di accettare di allearsi con l'estrema destra europea, arriva la risposta del partito di Tajani

Forza Italia - Fotogramma

All'indomani del raduno sovranista di Firenze, con il leader della Lega Matteo Salvini che ha chiesto a Forza Italia di accettare di allearsi con l'estrema destra europea, arriva il messaggio azzurro al numero uno del Carroccio.

“Con Matteo Salvini i rapporti sono ottimi, non c’è nessuna polemica; in Europa siamo per un'alleanza di centrodestra tra conservatori, liberali e popolari, non ci sarà nessun inciucio, ma non faremo mai alleanza con Afd e con la signora Le Pen”, ha detto in serata il ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani a margine della cerimonia di premiazione organizzata dall’American Chamber of commerce in Italy, in corso a Milano sulle parole pronunciate ieri dal leghista.

“Matteo Salvini - insiste - è un alleato e può esserlo anche in Europa”. Certo è, avverte Tajani, che “noi non faremo mai alleanza con Afd e con la signora Le Pen, ma questo è noto e non ha nulla che vedere con l'Italia e con il governo”. In Europa “noi siamo per un'alleanza di centrodestra tra conservatori, liberali e popolari. La stessa alleanza che ha permesso di vincere il confronto con la sinistra e sconfiggere il candidato socialista per la presidenza del Parlamento europeo nel 2017”. Dunque “nessun inciucio, ma dobbiamo dare stabilità all'Europa e essere realisti”. Del resto “la centralità di Forza Italia nella stabilità dell'Europa è un elemento imprescindibile nella prossima legislatura. Forza Italia è parte del Ppe e senza Ppe non si governa l'Europa”. Proprio per questo, conclude, “non c’è nessun appello da fare, Salvini farà le scelte che ritiene opportuno fare. Dico solo che se Salvini vuole allearsi con noi io sono sempre disponibile. Siamo alleati in Italia, non vedo perché non dovremmo esserlo in Europa”.

La reazione di Forza Italia: "Noi incompatibili con alleati Lega in Ue"

Rispondendo alla domanda sul punto postagli a Tagadà su La7, il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia Giorgio Mulè ha spiegato che la kermesse fiorentina, "è la riunione legittima di un partito politico che sceglie i suoi alleati come meglio crede, poi ognuno di noi può dare un giudizio su quell’evento. Per quanto riguarda Forza Italia abbiamo dichiarato già da molto tempo e pubblicamente l’assoluta e totale incompatibilità, in qualsiasi scenario, di allearci con partiti come Afd in Germania, Wilders in Olanda e Le Pen in Francia, che hanno idee e valori inconciliabili e in contrasto con la nostra stessa essenza, non tanto di Popolari Europei, ma proprio di persone con diversa sensibilità. Con quei partiti siamo assolutamente incompatibili".

Il parlamentare ‘azzurro’ spiega che "su questo non c’è alcuna possibilità di intesa né di inciucio, per usare le parole di Matteo Salvini, con queste formazioni che anche a Firenze hanno dato libero sfogo alle loro pulsioni/idee che non ci potranno mai, mai appartenere".

"Forza Italia partito membro del Ppe, primo partito europeo, lavora per un centrodestra unito, e la storia dimostra che dove ci si riesce si può vincere come avvenne per l’elezione di Antonio Tajani a presidente del Parlamento europeo sconfiggendo i socialisti". Così a Tg2 Italia Europa interviene Deborah Bergamini, vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera.

“Vogliamo governare anche in Europa con Salvini ma il problema è che all’interno della famiglia europea a cui appartiene la Lega ci sono dei partiti incompatibili con i valori che portiamo avanti e difendiamo. Dobbiamo raccogliere più consenso possibile intorno al Ppe - conclude Bergamini - per far capire che una Europa solida, stabile e responsabile può affrontare le sfide complesse che la aspettano”.

E ancora. Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia, ai microfoni del Tg3 spiega: "Forza Italia è parte integrante del Partito popolare europeo: siamo europeisti e quindi i partiti non europeisti non possono essere in maggioranza con noi".

E dal fronte azzurro interviene anche Stefania Craxi, senatrice di Fi e a capo della Commissione Esteri e Difesa di Palazzo Madama. "Forza Italia - spiega la senatrice all'Adnkronos - fa parte del gruppo dei popolari europei, quindi resta chiaro che non sono possibili alleanze con partiti che hanno valori in contraddizione con quelli dei popolari e con il nostro posizionamento internazionale, atlantista". Per Craxi Fi continua a "lavorare per l'unità dl centrodestra, anche in Europa, ma è chiaro che per fare accordi bisogna essere in due...".

Craxi sottolinea che alla Ue servano correttivi: "L'Unione, va detto, non è ancora in condizioni di agire come attore politico con una sua autorevolezza sulla scena internazionale, non esprime una sola voce in politica estera e in tema di difesa come invece sarebbe necessario". "In Ue c'è bisogno di profonde riforme, di una governance più efficiente e democratica" un processo che "va di pari passo con l'allargamento dell'Unione verso popoli che guardano all'Europa e ai valori di libertà che tuttora rappresenta", conclude.

Il leader della Lega Matteo Salvini "è in campagna elettorale", ma "noi l'abbiamo iniziata prima di lui" e dovrebbe ricordarsi che il segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani "non sbaglia mai". Così Fulvio Martusciello, capodelegazione di Forza Italia al Parlamento Europeo, risponde al ministro delle Infrastrutture e vicepresidente del Consiglio, secondo il quale il leader degli azzurri "sbaglia" a dire che non si alleerà mai con forze anti-Ue come il Rassemblement National di Marine Le Pen e con Alternative fuer Deutschland.

Il tema delle alleanze in Ue, spiega Martusciello all'Adnkronos, "si porrà il 10 giugno, non prima, perché non sappiamo quali saranno i numeri che usciranno dalle elezioni e come si comporranno i gruppi. Quello che è certo è che, qualunque maggioranza si comporrà, Forza Italia ci sarà sempre, perché è centrale rispetto agli equilibri del Parlamento Europeo. Quanto ai singoli partiti, le alleanze le decidono Manfred Weber e Antonio Tajani: siamo fermi alle cose che hanno detto loro".

Ma un'alleanza con AfD è sempre fuori discussione? "Non è compito del capodelegazione - si schermisce Martusciello - disegnare le alleanze, ci rimettiamo alle loro decisioni. Se il segretario nazionale ritiene che queste alleanze non sono possibili, è ovvio che non sono possibili. Come è ovvio che i toni usati in maniera forte contro l'Europa, ieri, da alcuni antieuropeisti, non sono i nostri toni". Ed è altrettanto "ovvio che c'è una incompatibilità di fondo" con forze antieuropeiste come AfD. "Io penso - aggiunge Martusciello - che Matteo Salvini ha iniziato la campagna elettorale. Noi l'abbiamo iniziata da prima di lui, però. Penso che eventi come quelli di ieri" a Firenze "facciano parte di una strategia di campagna elettorale e di comunicazione".

Salvini, continua Martusciello, "sa quanto noi che in Europa non si vota con il maggioritario, ma con il proporzionale puro: le maggioranze si compongono il giorno dopo le elezioni. Il 10 giugno i segretari dei partiti avvieranno le decisioni. Noi siamo in campo con i nostri valori, in maniera molto chiara. E poi voglio ricordare a Salvini che Tajani non sbaglia mai". L'esito più probabile, allo stato, sembra una riedizione della situazione attuale, con i Liberali un po' meno forti e i Conservatori più numerosi di oggi: "Tajani lo ha detto chiaramente - ricorda Martusciello - l'obiettivo principale, il piano A, è ricostituire la maggioranza che elesse lui presidente del Parlamento Europeo nel 2017. Su quello ci auguriamo di poter lavorare: è ovvio che, in questa ottica, il rafforzamento dell'Ecr, e quindi l'apertura a partiti conservatori, è una buona notizia".

Ma, osserva Martusciello, "mi sembra che l'elettorato sia molto fluido in Europa: basti guardare al Partito degli Agricoltori, in Olanda, che è salito e sceso nel giro di pochi mesi". Per il Ppe ci sono dei limiti chiari per l'allargamento della maggioranza: "La linea di confine - ricorda - è sempre quella del riconoscimento dell'Europa e dei suoi valori: quella è la base per ogni alleanza. Qualunque partito non riconosca questo non può stare in una maggioranza europea".

E la Lega secondo lei potrebbe stare in maggioranza? "Stiamo votando costantemente in maniera simile con gli eurodeputati della Lega - nota Martusciello - le proposte che arrivano sono sempre costruttive, quindi penso che Tajani non avrebbe alcun problema a garantire per la Lega nella maggioranza in Ue". Ma, almeno finché resta in un gruppo come Id, sembra difficile: "Vediamo come evolve il dialogo all'interno dei Conservatori, come si stabilizzeranno i numeri il 10 giugno. Il tema vero è che in Europa si vota con il maggioritario, quindi le maggioranze si compongono dopo il voto", conclude l'eurodeputato campano.

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Politica

Meloni in Libano, visita al contingente italiano a Shama

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La premier ai militari: "La pace non si costruisce con le parole comodamente seduti in poltrona"

Giorgia Meloni in Libano ha fato visita al contingente italiano a Shama per esprimere, in vista delle festività pasquali, la vicinanza e gratitudine del governo. "l'Italia vi è grata, la pace non si costruisce con le parole comodamente seduti in poltrona", ha detto Meloni che ha sottolineato con la visita al confine sud con Israele l'impegno dell'Italia per evitare una escalation del conflitto".

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Politica

Rai, per il Cda giochi quasi chiusi: incertezza per Pd e Fdi

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Si tratta anche su Dg e su un rimpasto di alcune direzioni aziendali. Intanto il bilancio chiude in pareggio e con un + 7% di pubblicità

Cavallo della Rai a viale Mazzini - Fotogramma

Mentre su Camera e Senato piovono candidature molto eterogenee per aree culturali, formazione ed esperienze, comincia a profilarsi quella che potrebbe essere la composizione del nuovo Cda Rai. In attesa di sapere se il consigliere eletto dai dipendenti sarà di nuovo Davide Di Pietro, che comunque si ricandiderà, sono praticamente certi i due nomi che verranno indicati da Palazzo Chigi (attraverso l’azionista Mef) e che saranno destinati a diventare presidente (dopo il voto di una maggioranza qualificata della Vigilanza) e amministratore delegato, e che dovrebbero essere, rispettivamente, Simona Agnes e Giampaolo Rossi. Gli altri quattro consiglieri andranno eletti per metà dalla Camera e per metà dal Senato e saranno dunque necessariamente frutto di un accordo tra le forze politiche e dei partiti al loro interno. Su questo fronte vengono dati ormai per assodate la riconferma di Alessandro Di Majo (in quota 5 Stelle) e l'arrivo di Alessandro Casarin (in quota Lega).

Mentre, a quanto apprende l'Adnkrono rimangono delle incertezze sul fronte dei candidati vicini al Pd e a Fdi. I democratci sarebbero divisi tra l'ipotesi della scrittrice Chiara Valerio e dell'ex dirigente Rai Antonio Di Bella mentre Fdi sarebbe orientato su una candidata: negli ultimi giorni sono circolati con insistenza i nomi della vicedirettrice del 'Secolo d'Italia' Annalisa Terranova e dell'ex dg Rai Lorenza Lei ma nessuno dei due nomi avrebbe ancora ottenuto un'investitura ufficiale. Mentre la ricerca di una quota rosa avrebbe fatto tramontare la candidatura di un altro ex dirigente Rai, quella di Mauro Mazza.

D'altronde, come sempre nei ricambi al vertice Rai, la partita in corso va ben oltre la scelta dei consiglieri e di presidente e ad. Nella trattativa sul voto per eleggere i consiglieri e soprattutto sul voto della Vigilanza per il via libera al presidente (che deve ottenere un placet vincolante dei due terzi della commissione bicamerale) in ballo ci sarebbero anche le ambizioni delle diverse aree politiche su alcune direzioni, giornalistiche e non.

Intanto nella struttura di vertice ci sarà da scegliere anche un dg e pare che difficilmente sarà l'attuale ad Roberto Sergio, del quale si vocifera di un ritorno alla radiofonia, settore di cui ha mantenuto l'interim anche nell'ultimo anno da ad. Intanto i rumors di stampa accennano anche alla possibilità che i Cinque Stelle votino a favore della nomina alla presidenza di Simona Agnes a patto che gli venga assicurata una direzione giornalistica di una certa importanza. E quindi non è escluso che all'arrivo del nuovo vertice seguirà un 'rimpasto' di alcune direzione giornalistiche.

Il tutto mentre la presidente della commissione di Vigilanza, dalle colonne del 'Fatto', mette in guardia: “Dopo il via libera del Parlamento europeo al Media freedom act, la legittimità del prossimo Cda Rai sarà a rischio. Va approvata con urgenza una nuova legge sulla governance, che sottragga la tv pubblica al controllo della politica". Ma la strada appare ancora lunga.

Bilancio 2023 in pareggio, verso ticket Rossi-Sergio?

Intanto trapelano le prime notizie sul bilancio 2023 della Rai, che Viale Mazzini dovrebbe approvare nella seduta del 17 aprile, secondo quanto anticipato qualche settimana fa dall'ad Roberto Sergio. E sono notizie positive. L'indebitamento finanziario netto dell'azienda - a quanto apprende l'Adnkronos - si riduce di 90 milioni. E il bilancio si chiuderà in pareggio, con un risultato decisamente migliore di quello indicato nel bilancio previsionale che prevedeva una chiusura a -30 milioni. Ma non solo. C'è un altro dato indubbiamente positivo: la raccolta pubblicitaria nel primo trimestre 2024, che sta per chiudersi, fa segnare un +7% rispetto al primo trimestre 2023.

Risultati che, a viale Mazzini, vengono letti come una fortificazione dell'asse Sergio-Rossi facendo così risalire nei rumors di queste ore le quotazioni di un 'arrocco' tra i due in occasione del rinnovo del Cda Rai, con Rossi dato come amministratore delegato in pectore e Sergio che prenderebbe il suo posto come direttore generale. Insomma il ticket che era stato annunciato fin dallo scorso anno. Ma le indiscrezioni sulla Rai in queste settimane si rincorrono con un tourbillon di ipotesi. Se infatti dovesse esserci un colpo di scena, c'è una rosa di almeno altri quattro nomi come candidati alla futura direzione generale: Marco Brancadoro, Felice Ventura, Marcello Ciannamea e Angelo Mellone. E c'è anche chi paventa persino un possibile sdoppiamento della direzione generale, con le competenze divise sulle diverse aree aziendali.

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Politica

Meloni in Libano: “Mondo in fiamme, evitare che...

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Visita del presidente del Consiglio ai militari italiani a Shama: "Riconoscenza per l'impegno a tutela di pace e sicurezza". E sottolinea: "La pace è deterrenza e impegno"

Meloni in Libano:

"Sono giorni difficili in medio oriente, in Europa, intere aree del paese si sono improvvisamente incendiate, dobbiamo fare tutto quello che possiamo per evitare il rischio" di propagazione delle fiamme "e voi siete parte di quello che noi possiamo fare, siete il fossato, la barriera di sabbia che aiuta a non far progredire l'incendio". Lo ha detto Giorgia Meloni, in visita a Shama ai contingenti militari italiani. "Quando c'è un incendio il rischio è sempre lo stesso" è quello che le fiamme volino troppo velocemente da un albero all'altro e che alla fine l'incendio non si riesca a domare", ha sottolineato il premier.

"Pace non con belle parole, è soprattutto deterrenza"

Secondo Meloni "la pace non si costruisce con i buoni sentimenti e con le belle parole la pace è soprattutto deterrenza, impegno è sacrificio. Non può esserci pace se non c'è anche rispetto e il rispetto che l'Italia è riuscita a costruire in nazioni e territori come questi". E "buona parte del nome che noi abbiamo in contesti come questo è costruito dal lavoro che voi fate ogni giorno". "L'Italia - aggiunge il premier rivolta ai militari italiani- deve essere consapevole di quello che garantite con i vostri sacrifici, perché non vedete i vostri figli crescere, non ci siete durante le feste quando la famiglia si ritrova si riunisce. Non ci siede per i vostri amici. Non ci siete per le vostre i vostri fidanzati, le vostre mogli, i vostri mariti rinunciate a tutto e rinunciate a tutto per costruire e garantire quella pace della quale in tanti soprattutto in questo momento si riempiono la bocca comodamente seduti sul divano di casa loro".

"Grazie a nome Italia per scelta indossare divisa"

"Sono qui soprattutto a dire grazie, dire grazie a nome dell'Italia per aver scelto di indossare la divisa, grazie per aver capito che indossare quella divisa significa sapere usare la testa e il cuore, per aver accettato di venire fino a qui in Libano, da decenni pezzo fondamentale della missione Unifil, in una terra culla di tante civiltà, per un tempo modello di convivenza". "Il Libano -sottolinea- riveste un ruolo fondamentare nel medio-oriente, voi lo sapete bene".

"Il giorno di Pasqua io sarò con la mia famiglia e voi no. E allora anche per questo sono qui, perché se è vero che la patria è una madre ed è vero, allora qualsiasi madre che possa farlo, se ha un figlio lontano, quando arrivano le feste lo raggiunge per dirgli la tua famiglia c'è, la tua famiglia è fiera di te". "E sono molto contenta di avere l'occasione di pranzare con voi oggi come fanno tutte le famiglie -aggiunge- . Per ricordarci che noi siamo tutti legati indipendentemente da quale sia il nostro compito, indipendentemente da quale sia il nostro ruolo, indipendentemente da quale sia la nostra mansione. Noi operiamo tutti per il buon nome della nostra famiglia".

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