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Meloni: “Mes? Governo Conte ha lasciato pacco a noi....

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Meloni: “Mes? Governo Conte ha lasciato pacco a noi. Su Patto stabilità non escludo veto”

In Senato in vista del prossimo Consiglio Ue, la premier attacca il M5S e sventola il fax dell'ex ministro con il via libera a siglare il meccanismo europeo. Sul Patto di stabilità Meloni non esclude il veto. E su Draghi dice: "Rispetto la sua fermezza"

Giorgia Meloni mostra in Senato il fax di Di Maio per il via libera alla sigla del Mes

Sul Mes "capisco la vostra difficoltà e il vostro imbarazzo, ma dalla storia non si esce. Questo foglio dimostra la scarsa serietà di un governo che prima di fare gli scatoloni lasciava questo pacco al governo successivo". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in replica al Senato sulle comunicazioni in vista del Consiglio Ue, attacca il M5S, mostrando il fax inviato all'allora rappresentante Massari da Luigi Di Maio in cui lo autorizzava a siglare il Mes. "Il governo Conte alla chetichella, col favore delle tenebre, ha dato l'assenso al Mes" e lo ha fatto, accusa ancora Meloni, "il giorno dopo le dimissioni del governo Conte, quando era in carica solo per gli affari correnti".

Sul Patto di Stabilità, aggiunge la premier, "la trattativa è chiaramente molto serrata. Le posizioni di partenza sono molto distanti. Io penso che qualche spiraglio si veda ma la posizione italiana si deve decidere alla fine".

"Io penso che la posizione italiana si debba decidere alla fine di questa trattativa che rimane molto complessa. Voi sapete quale è la posizione che il governo italiano ha portato avanti, mi pare sia una posizione condivisa trasversalmente tra le forze politiche", sottolinea Meloni, che aggiunge: "Le posizioni però degli altri paesi sono anche delle posizioni distanti. Quindi bisogna capire alla fine dove è che si riesce a raggiungere una sintesi e bisogna fare una valutazione serena su cosa sia più utile per l'Italia sapendo, e faccio riferimento a quello che diceva il presidente Monti su un 'veto' da parte del governo italiano, che io non escludo nessuna delle scelte".

"E' una posizione di buon senso. E' una posizione pragmatica quella che stiamo portando avanti - prosegue Meloni - sulla quale non siamo ancora ad un accordo definitivo. Però non posso non esprimere una soddisfazione su qualche passo avanti che viene fatto". "Penso si debba fare la valutazione su ciò che è meglio per l'Italia, sapendo chiaramente che se non si trova una soluzione e un accordo noi torniamo ai precedenti parametri. Ma io farò tutto quello che posso per far ragionare e confrontarmi con i miei omologhi sul fatto che quello che stiamo proponendo è utile non solo a noi ma auna strategia", spiega.

"Se dovessi seguire il ragionamento che ho sentito fare a diversi esponenti della sinistra...secondo il quale non bisogna parlare con chi ha posizioni diverse da noi, non dovrei parlare neanche con la Germania. Nel senso che sul patto di stabilità la nazione che ha la posizione più distante da noi non è l'Ungheria di Orban ma la Germania di Scholtz", continua la premier, che aggiunge: "Continuo a rivendicare che è molto più forte in politica estera chi riesce a dialogare con tutti. Se oggi c'è la possibilità di raggiungere degli obiettivi è anche grazie ad una posizione italiana in grado di dialogare con tutti".

La linea seguita dall'Italia sul Pnrr, dice ancora la premier, "sarebbe stata folle e avrebbe portato quasi l'Italia fuori dall'Europa. Questo racconto sempre francamente un po' distorto e distruttivo non fa stato del ruolo dell'Italia e di quello che noi possiamo ottenere con un po' di pragmatismo e un po' di buon senso. Quello che noi abbiamo dimostrato è che le cose se fatte bene si possono ottenere e nonostante sono d'accordo con chi ricordava che si è tifato più perché all'Italia non venisse pagata la terza del Pnrr che alla finale di Coppa Davis, siamo riusciti ad ottenere il pagamento della terza reta del Pnrr, ad essere la prima nazione in Europa alla quale viene pagata la quarta rata del Pnrr, entro la fine di quest'anno consegneremo tutti gli obiettivi della quinta rata del Pnrr e nel contempo abbiamo revisionato il Piano".

"L'Ue deve occuparsi di meno materie. Le competenze dell'Ue vanno concentrate su ciò su cui i singoli Stati non sono in grado di fare. E solo allora si potrà discutere di prendere le decisioni con quali maggioranze", ha detto ancora la presidente del Consiglio, che ha anche ribadito che si tratta di far sì che l'Europa "da gigante burocratico diventi gigante politico".

"Io - dice - continuo a ritenere che sia un enorme errore in politica estera sovrapporre i rapporti fra governi alle logiche di partito. E' una stupidaggine che comporta delle enormi contraddizioni. Perché io ricordo una sinistra che mi ha sempre parlato di una Europa di serie a ed una di serie b, dove l'Europa di serie b erano i paesi di Visegrád, ma ora che la Polonia è governata da Tusk continuerete a parlare della Polonia come una nazione di serie b o magicamente diventerà di serie a?"

"La politica estera non si fa cosi. Perché si colpiscono gli interessi della propria Nazione. La politica estera deve saper parlare con tutti. Ed è quello che cerco di fare io ogni giorno. Ben sapendo - precisa - che su ogni dossier le mie posizioni non si sovrappongono quasi mai con quelle degli altri".

"Molti colleghi europei mi dicono 'hai riportato l'Italia al centro delle discussioni europee'", sostiene poi la premier. "Vi racconto una storia - prosegue - uno di questi leader di cui non faccio il nome, intervistato, dice che oggi c'è una Italia aperta, pragmatica e con un suo punto di vista, una sua soggettività". Un'intervista data a "un quotidiano non proprio amico" e che "non è stata pubblicata".

"Tutti sanno cosa penso di Mario Draghi, particolarmente della fermezza che Mario Draghi ha avuto sulla questione ucraina con una maggioranza che era molto difficile da gestire da questo punto di vista. Quello che cercavo di spiegare è che la fermezza che è stata dimostrata non si risolve con la foto sul treno con i francesi e i tedeschi. Io sono salita sullo stesso treno per andare a Kiev, però c'è stata un'Italia che in passato ha ritenuto che tutto il suo ruolo fosse quello di aspettare a vedere cosa facevano Francia e Germania e accodarsi, sperando di infilarsi dentro una fotografia. Io non penso che questa sia la politica estera, ma questo non vuol dire che non abbia buoni rapporti con la Francia, con la Germania, che non abbia le mie foto con Orban, con Scholz, con Macron, con chiunque", ha poi detto Meloni tornando sulle affermazioni di ieri.

Poi l'attacco al M5S sull'accusa di austerity al governo: "Noi siamo chiamati a riparare ai danni che alcuni governi precedenti" hanno fatto. "Abbiamo smesso di buttare i soldi degli italiani dalla finestra con misure tipo i bonus, i banchi a rotelle, i superbuffi, i sussidi a pioggia per rimanere seduti a casa sul divano" e "mi stupisce che continuate a difendere il superbonus che "pesa come un macigno" mentre "più del 30% di queste risorse pubbliche sono finite a banche e intermediari finanziari contribuendo alla realizzazione di profitti record, per non parlare delle frondi per miliardi di euro che ogni giorno vengono scoperte e qualcuno dovrà fare prima o poi i conti con la propria coscienza".

"Non è austerità - attacca ancora - si chiama serietà ed è esattamente la ragione per cui gli italiani hanno voluto noi a governare e hanno deciso di chiedere a voi di fare un passo indietro".

"Il governo Conte è quello che ha venduto più armi a Israele negli ultimi anni" e questo "la dice lunga sulla propaganda", ha detto ancora la presidente del Consiglio, , ricordando inoltre che l'Italia "continua a lavorare per una tregua e per curare i civili a Gaza", mentre la proposta di un cessate il fuoco nella guerra in Ucraina "nasconde un'insidia, perché fotograferebbe la situazione, equivarrebbe a dire che diamo per perso una parte del territorio ucraino che è stato annesso e occupato".

La senatrice M5S "Lorefice rivendica la grandezza dei dati a doppia cifra sul Pil durante i governi Conte ma omette un particolare: quello che è accaduto mentre si usciva dalla pandemia, in economia si definisce il 'rimbalzo del gatto morto': se si getta un gatto dalla finestra e il gatto muore, rimbalza. Il Pil nell'anno precedente era sprofondato più di quanto fossero sprofondati i Pil del resto d'Europa, un dato di cui, fossi un esponente del M5S, non mi vanterei", replica ancora la premier.

Per Meloni "si cerca di fare tutto il possibile per smontare il lavoro faticoso" del governo sul fronte dei migranti: "Mi ha colpito la reazione del Pd". Sull'accordo con Tirana, che "non viola il diritto internazionale", "sono rimasta basita quando qualcuno ha paventato l'espulsione di Rama dal Pse per aver osato di aiutare l'Italia. Questo la dice lunga sul punto di vista che si ha sull'anteporre gli interessi di partito a quelli della nazione. Io credo che gli interessi della nazione vadano anteposti a quelli di partito, non è quello che ho sempre visto a sinistra".

"Il fondo sanitario arriva quest'anno al massimo di risorse", ma un "piccolo escamotage vi permette di raccontare una storia diversa, cioè di provare a dire che non è vero che oggi sul fondo sanitario ci sono circa dieci miliardi in più di quanti ce ne fossero quando al Governo c'eravate voi durante gli anni del Covid, nonostante 180 miliardi di euro spesi a debito in quegli anni. La ragione per la quale si fa sempre riferimento al rapporto in percentuale con il pil è che effettivamente durante gli anni in cui c'era al Governo il centrosinistra il pil crollava e quindi minori risorse sul fondo sanitario in percentuale con il pil erano superiori. Adesso con noi il pil va meglio e quindi anche se mettiamo più risorse la percentuale diminuisce. Quindi vi ringrazio di vantarvi per il fatto che il pil crollava quando c'era al governo il centrosinistra", dice ancora Meloni.

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Politica

Scuola, Salvini: “3 mesi di pausa estiva è unicum in...

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Il vicepremier: "Per i ragazzi è una festa non tutti i genitori se li possono permettere"

Aula vuota - Fotogramma

"Dovremmo rivedere il nostro tempo scuola perché una cesura di tre mesi è un unicum a livello europeo". Così il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini sulla chiusura delle scuole in estate.

"Ho ringraziato il ministro Valditara per i 400 milioni che ha messo sull'apertura estiva delle scuole - fa sapere il vicepremier -, perché per i ragazzi è una festa ma tre mesi non tutti i genitori se li possono permettere. Piuttosto, scadenzare lungo l'anno qualche settimana di pausa anche peri ragazzi sarebbe meglio - sostiene Salvini - rispetto a una cesura trimestrale".

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Politica

Pro Life nei consultori, opposizioni in rivolta. FdI:...

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La replica dopo le critiche al governo sull'emendamento al decreto Pnrr, approvato in Commissione Bilancio alla Camera

Manifestazione per il diritto all'aborto (Fotogramma/Ipa)

"Ma quale attacco alla 194, l'unica cosa reale è lo strabismo della sinistra sul tema". Ad affermarlo Paola Ambrogio, senatrice di Fratelli d'Italia a proposito delle proteste dell'opposizione in merito al dibattito aperto dall'emendamento al decreto Pnrr, approvato in Commissione Bilancio alla Camera. Le Regioni, prevede il testo, nei consultori possono "avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità".

"È inaccettabile che si continui a strumentalizzare ogni intervento in materia, stiamo esclusivamente difendendo l'integrità di una legge che, nella sua applicazione finale, deve consentire alla donna piena libertà di scelta. Offrendo e garantendo alle donne il giusto sostegno, prima e dopo, all'interno di un percorso condiviso, consapevole e mai imposto, non limitiamo certo il perimetro di libertà individuale ma, anzi, lo ampliamo. Chi dice il contrario non lotta in difesa della 194, né per la sua completa applicazione, ma ne favorisce, di fatto, una visione distorta e parziale". "Trovare e favorire alternative concrete all'aborto - continua Roberto Ravello, dirigente regionale di Fratelli d'Italia - credo sia una dinamica del tutto riconducibile all'autodeterminazione, uno dei valori più alti di una società come la nostra. Non è una corsa ideologica, la 194 non è di nessuno in particolare: chi si è autoproclamato paladino della 194 ignora che la libertà non ha colore politico. Una libera scelta non può mai essere un problema".

"Colpo di scena, il Pd vuole abolire la legge 194". È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia. "Dopo anni di difesa a oltranza, accompagnata dall'accusa alle destre di volerla abolire, Elly Schlein ora si accorge del suo contenuto e lo contesta prendendosela con Fdi invece che con Pci-Psi-Psdi-Pri-Pli che l'approvarono nel 1978". L'esponente di Fdi cita alcuni punti contenuti nella legge: "'Lo Stato, la Regione e gli Enti Locali... promuovono e sviluppano i servizi socio sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l'aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite'. È d'accordo il Pd? All'articolo 2 recita: 'I consultori familiari (...) assistono la donna in stato di gravidanza (...) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza. I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita'. E' d'accordo il Pd?", chiede ancora il parlamentare. "Finché esiste la 194, il diritto all'aborto non verrà toccato dal centrodestra, ma il centrodestra ha il diritto/dovere di applicarla tutta", conclude Rampelli.

Le critiche dell'opposizione

“Con il solito modo, quasi di soppiatto, presentando emendamenti al dl Pnrr, la destra prova ad assestare un altro colpo alla libertà delle donne in materia di procreazione e aborto". Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia. "L’emendamento presentato dispone che le Regioni possano coinvolgerle all'interno dei consultori le associazioni antiabortiste. Invece di garantire alle donne servizi, lavoro e stabilità economica il governo sceglie di attaccare la libertà di scelta e di indebolire, con l'introduzione di figure appartenenti ad associazioni senza specifiche competenze, luoghi fondamentali per la salute delle donne. Sembra che questa destra, guidata da una donna, abbia in odio la libertà femminile. Anche su questo faremo una battaglia in Parlamento e nel Paese convinti che la libertà e la responsabilità delle donne siano un valore da tutelare”.

"La destra mostra il suo volto proponendo di aprire i consultori alle associazioni antiabortiste" afferma in una nota la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase. "Con un emendamento inserito di nascosto nel decreto Pnrr cercano di smantellare i principi della legge 194 mettendo in discussione il diritto delle donne all'interruzione volontaria di gravidanza. È inaccettabile, con questo emendamento cercano di cancellare un diritto conquistato dalla mobilitazione delle donne italiane".

"La maggioranza non si smentisce mai e anche nel decreto sul Pnrr riesce a inserire un attacco al diritto all’aborto". Lo denunciano, in una nota, i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Affari Sociali di Camera e Senato. "In un emendamento all’articolo 44, il centrodestra prevede che le regioni possano coinvolgere le associazioni pro-life nell’organizzazione dei servizi di consultorio. È una decisione molto grave, perché rappresenta l’ennesima offesa ai diritti della donna e alla sua autodeterminazione". "È importante - sottolineano - dotare i consultori di personale qualificato e strutturato, in modo da assolvere a tutte le funzioni richieste a quelle strutture, esattamente come previsto dalla proposta di Legge presentata sul tema dal Movimento 5 Stelle".

"I consultori sono presidi territoriali da garantire con gli investimenti necessari e non di certo tramite il contributo delle associazioni di volontariato. Viviamo in un Paese in cui il diritto all’interruzione di gravidanza è già sotto attacco, in cui è già difficile accedere alla pratica, in cui le donne devono viaggiare fuori provincia o addirittura fuori regione per riuscire ad abortire. E mentre altri Paesi inseriscono la tutela del diritto all’interruzione di gravidanza in Costituzione, l’Italia sceglie di fare un ulteriore passo indietro. Noi continueremo a opporci a questa politica oscurantista del governo Meloni - chiosano - non lasceremo che la 194 subisca ulteriori attacchi e ci batteremo perché i diritti delle donne vengano garantiti".

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Politica

“Fine Ramadan festa anche in Italia”: ecco la...

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L'articolo della Pdl tuttora in fase di elaborazione anticipato dall'Adnkronos

Aboubakar Soumahoro - Fotogramma

Punta al "riconoscimento della festa della rottura del digiuno del Ramadan agli effetti civili" la proposta di legge, presentata alla Camera la scorsa settimana da Aboubakar Soumahoro. Il deputato, eletto con Avs e ora nel gruppo Misto di Montecitorio, chiede l'intervento del legislatore su un tema più volte al centro delle cronache di questi giorni, a partire dalla vicenda della scuola di Pioltello, l'istituto comprensivo statale 'Iqbal Masih' del Milanese, che ha deciso di chiudere il 10 aprile, giorno di fine del Ramadan.

L'unico articolo della Pdl

La proposta di legge ("Norme per l’istituzione della festività di rottura del digiuno di Ramadan") a quanto apprende AdnKronos tuttora in fase di elaborazione, prevede un unico articolo che recita "il giorno successivo alla ricorrenza religiosa della festa della rottura del digiuno di Ramadan, celebrata secondo il calendario islamico, è riconosciuta festività agli effetti civili".

Quella sulla fine del Ramadan è la seconda proposta di legge che vede come primo firmatario Soumahoro. Lo scorso giugno si era occupato del tema dei migranti, proponendo nuove norme in materia di espulsione, respingimento e rimpatrio, e del visto di ingresso per motivi umanitari e attività lavorative degli stranieri.

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