Economia
Manovra 2024, approdo in Senato slitta al 18 dicembre: da...
Manovra 2024, approdo in Senato slitta al 18 dicembre: da governo quattro emendamenti
Gasparri: "In arrivo modifiche su pensioni, sicurezza, infrastrutture ed enti locali". Boccia: "La spostano per la terza volta, maggioranza divisa su tutto"
Slitta a lunedì 18 dicembre l'approdo in Aula al Senato della Manovra 2024. Lo ha deciso oggi 6 dicembre la riunione dei capigruppo. Inizialmente la discussione era prevista tra il 12 e il 15 dicembre.
Una data, quella del 18 dicembre sulla quale però il presidente del Senato Ignazio La Russa ha qualche riserva. "Spero, immagino non troppo ottimisticamente, di iniziare la sessione in Aula lunedì 18 dicembre - afferma - come avevamo ipotizzato già la settimana scorsa. Poi vediamo, dipende anche dalla responsabilità di tutti, a partire dagli uffici governativi per passare ai nostri". La Russa sottolinea poi che "c'è questa tendenza non nuova. Cambiano i governi, ma le lentezze di certe pratiche ci sono sempre".
Sulla prosecuzione dell'iter della legge di bilancio alla Camera, il presidente La Russa specifica che "a parte il giorno di Natale, tutti gli altri giorni non sono vietati". "Io penso anche prima, ma gli altri giorni non sono vietati, si è sempre fatto", ribadisce.
Gli emendamenti del governo
"Un leggero spostamento", ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, perché "il governo ha condiviso l'ipotesi delle necessità di depositare alcuni emendamenti su alcune questioni molto importanti".
Tra questi, spiega Ciriani: "La revisione dei criteri di calcolo delle pensioni del personale sanitario" che è una "norma molto attesa. C'è poi la copertura dell'accordo sindacale con le forze armate e di polizia".
In più, "il governo stanzierà un fondo aggiuntivo per le Regioni speciali che hanno avuto una penalizzazione con il rinnovo delle trattenute Irpef. Poi ci sarà un fondo per quelle ordinarie per ristorare in tema di aumenti di costo dell'energia. Quindi un intervento sugli investimenti, con una rideterminazione dei costi del Ponte sullo Stretto, e poi in tema di strade e autostrade", ha concluso Ciriani.
A confermare i quattro emendamenti "uno sul pacchetto sicurezza, uno sulla previdenza, anche in riferimento al settore della sanità, uno sugli enti territoriali, e infine uno sul tema degli investimenti, in materia di Ponte sullo Stretto e infrastrutture", è anche il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri.
"Non ho idea di cosa faranno i relatori, ma il governo depositerà i suoi emendamenti nelle prossime ore, tra domani o dopodomani - dice Gasparri - in modo che la Commissione Bilancio possa fare la discussione avendo le proposte che anche le opposizioni avevano sollecitato, su temi che erano di pubblico dominio".
Le rimostranze dell'opposizione
"Per la terza volta la maggioranza, che doveva essere coesa, sposta la legge di bilancio. Dovrebbe approdare lunedì 18 sera, ma sono pronto a scommettere che andrà nei giorni successivi". Afferma Francesco Boccia, capogruppo del Partito democratico al Senato, al termine della capigruppo.
"La cosa molto grave - prosegue - è che sono divisi su tutto, hanno annunciato emendamenti alla legge di bilancio che riguardano solo gli operatori sanitari e questo ci preoccupa perché non sono le richieste fatte dai medici nello sciopero riuscito di ieri e non toccano tutti gli altri operatori. I loro interventi continueranno a penalizzare gli insegnati e tutti gli altri dipendenti pubblici", ha indicato Boccia che ribadisce: "Siamo molto preoccupati, perché evidente che nonostante la maggioranza non abbia presentato emendamenti alla legge di bilancio, il governo corregge la stessa legge di bilancio. Siamo davvero senza parole. Siamo qui, cercheremo di mandarli sotto sui temi rilevanti, a partire dalla previdenza perché siamo molto preoccupati. Prima hanno fatto tagli alle pensioni, ora cercano di aggiustarne alcuni ma il numero di medici, infermieri e insegnanti che stanno chiedendo di andare in pensione prima stanno aumentando", conclude Boccia.
Di "caos totale" da cui emerge "una maggioranza confusa senza un progetto di lungo periodo per il paese generando incertezza" parla all'Adnkronos il senatore Pd Daniele Manca, membro della commissione Bilancio a Palazzo Madama.
"Ancora non c'è il parere sul testo del dl Anticipi - rileva il senatore dem - e sulla manovra non sono ancora stati presentati gli emendamenti del governo e dei relatori dopo che il governo ha impedito alla maggioranza di presentare le sue proposte di modifica: è il caos totale". Correttivi quelli annunciati dall'esecutivo necessari per trovare una soluzione al contestato taglio delle pensioni di alcune categorie di dipendenti pubblici e dei medici. "Per aggiustare il pilastro delle pensioni, prima venduto alle agenzie di rating e adesso da modificare, vanno cambiati i saldi e quindi poi servirà la bollinatura della Ragioneria, ci vorrà tempo e noi stiamo qui bloccati in commissione nell'attesa che vengano depositati questi emendamenti", attacca Manca.
Il tutto "è frutto di una manovra confusa, senza un disegno per la crescita e senza una politica industriale", sottolinea Manca puntando il dito contro un ddl che, tra le altre criticità, "aumenta la precarità, penalizza le donne, smonta l'Ace per le imprese, non interviene sul costo del denaro, attacca la sanità, non fa nulla per la transizione ambientale e per la scuola e la formazione". "Noi abbiamo un'altra idea di paese e di società ma qui mancano le correzioni che il governo si è impegnato a fare e - conclude il senatore Pd - dopo oltre un mese di propaganda il re è quasi nudo"
Economia
Astronomia, arriva l’Equinozio di Primavera e torna...
In Italia scatta alle 4,07, il giorno avrà la stessa durata della notte
Scatta domani, 20 marzo, l'equinozio di primavera del 2024 che accade alle 04,07 ora italiana (alle 03,07 Gmt), un passaggio che apre definitivamente le porte alla bella stagione. Dal punto di vista astronomico questo passaggio fa iniziare ufficialmente la primavera nell'emisfero boreale e rappresenta l'altro momento dell'anno - insieme all'equinozio d'autunno del 22 settembre prossimo - in cui il giorno e la notte hanno la stessa durata. Domani il giorno avrà infatti 12 ore di luce e 12 ore di buio. Gli equinozi accadono quando nessuno dei due emisferi terrestri è inclinato verso il Sole e, per questo, il Sole si trova esattamente perpendicolare all’equatore, evento che vede tutti e due gli emisferi ricevere la stessa quantità di luce solare. Dopo l’equinozio di primavera, uno dei due emisferi - quello boreale a marzo e quello australe a settembre - si inclina verso il Sole, facendo sì che quell’emisfero abbia più ore di luce, grazie al Sole che sorge ogni giorno un po’ prima e tramonta ogni giorno un po’ dopo.
L'Istituto Nazionale di Astrofisica, nella sua pagina EduInaf, ricorda che l'origine etimologica del termine Equinozio viene dal latino aequa-nox, appunto notte uguale, e indica che in un dato giorno la durata del periodo diurno e di quello notturno sono uguali. L'Inaf sottolinea inoltre che dal punto di vista astronomico gli equinozi, così come i solstizi, coincidano con precise posizioni della Terra nel suo moto di rotazione intorno al Sole e questo vuol dire, in termini pratici, che la definizione astronomica degli equinozi ha non solo un giorno, ma anche un orario preciso e quest'anno sarà domani 20 marzo, alle ore 4,07 ora italiana, le 03,07 Gmt.
L'equinozio però non identifica un intero giorno ma solo un istante in cui il Sole attraversa l'equatore celeste, da qui l'esigenza degli astronomi di definire un'orario ben preciso che scandisce il passaggio e l'ingresso della primavera che avviene solo nell'emisfero boreale, mentre nell'emisfero australe accade il contrario: inizia l'autunno. Con il ritorno della primavera anche quest’anno arriva la "Settimana aperta Inaf", sette giorni nei quali l’Istituto nazionale di astrofisica apre le porte dei suoi osservatori e istituti di ricerca in tutta Italia per accogliere il pubblico e condividere le meraviglie dell’universo. L’iniziativa, partita lunedì 18 marzo, va avanti fino a domenica 24 marzo e celebra così anche l’Equinozio di primavera di mercoledì 20 marzo.
L'equinozio di primavera, indica l'Inaf, è legato all’inclinazione di 23°27′ dell’asse terrestre rispetto al piano orbitale del pianeta, e questo è anche il motivo alla base della durata variabile di giorno e notte e dell’alternarsi delle stagioni. Inoltre la diversa inclinazione dei raggi solari crea le condizioni climatiche che caratterizzano ciascuna di esse. Gli astronomi dell'Inaf segnalano che il cielo di marzo è dominato dalla figura del Leone e dall’asterismo del Grande Carro. La Via Lattea invernale si sposta sempre più verso occidente, lasciando il posto ad un’area con bassa densità di stelle. Orione e Cane Maggiore sono sempre più basse sull’orizzonte, sostituite a sud dalla costellazione del Leone, la cui presenza indica l’arrivo prossimo della primavera, e dall’Idra, quest’ultima tanto grande quanto poco appariscente.
Rasente l’orizzonte meridionale, si intravedono alcune stelle appartenenti alla costellazione australe delle Vele, una volta parte della grande costellazione della Nave Argo. Ad est, sono evidenti due stelle luminose: una, dal colore rosso arancio vivo, è Arturo, nella costellazione del Boote; più a sud, Spica, la stella più brillante della Vergine, costellazione in cui è possibile osservare un grandissimo numero di galassie in virtù della presenza entro i suoi confini dell’omonimo ammasso galattico. Queste due stelle, insieme con Denebola (β Leonis), costituiscono l’asterismo del Triangolo di Primavera. A nord, il Grande Carro si mostra a pochi gradi dallo zenit, disposto 'capovolto' alle latitudini italiane; sempre osservabili, basse sull’orizzonte nord, le due figure di Cefeo e Cassiopea. Verso ovest, domina ancora la figura di Orione e dei Gemelli, la stella Sirio e la costellazione del Toro. Osservando il cielo oltre le prime ore della notte, sarà inoltre visibile a nord-est la brillante stella Vega, che sarà dominante nei prossimi mesi estivi e inizio-autunnali.
Tornando infine al momento dell'Equinozio l'asse terrestre è inclinato di 23°27′ rispetto alla perpendicolare al piano orbitale e anche l'equatore celeste, cioè la proiezione dell'equatore terrestre nella sfera celeste, è inclinato di 23°27′ rispetto al piano orbitale. Questo significa che il Sole, man mano che la Terra si muove lungo la sua orbita, si trova sopra o sotto l'equatore celeste. I due equinozi - di primavera e di autunno - rappresentano i momenti in cui il Sole attraversa l'equatore celeste nel suo moto apparente durante l'anno, nei due equinozi il Sole raggiunge lo zenit all'equatore. Ai due Tropici i raggi solari raggiungono un'altezza di 66°33′ rispetto all'orizzonte, e ai Circoli Polari di 23°27′.
Starwalks.space riferisce che nell’emisfero boreale, l’equinozio di primavera cade solitamente tra il 19 ed il 21 marzo e che in questo secolo 78 equinozi saranno il 20 di marzo, mentre solo due di essi cadranno il 21 del mese: i restanti 20 equinozi si verificheranno il 19 marzo. Nell’emisfero australe, invece, le date dell’equinozio di primavera variano dal 21 al 24 settembre. Nel ventunesimo secolo, avremo 76 equinozi che cadranno il 22 settembre, mentre il prossimo equinozio che si verificherà il 24 del mese sarà nel 2303.
Nell'emisfero Nord gli Equinozi sono così scanditi: il 2024 il 20 marzo alle 03:07 Gmt; nel 2025 il 20 marzo alle 09:02 Gmt; nel 2026 il 20 marzo alle 14:46 Gmt; nel 2027 il 20 marzo alle 20:25 Gmt; nel 2028 il 20 marzo alle 02:17 Gmt. Le date nell'emisfero sud saranno: 2024: 22 settembre alle 12:44 Gmt; 2025: 22 settembre alle 18:20 Gmt; 2026: 23 settembre alle 00:06 Gmt; 2027: 23 settembre alle 06:02; Gmt 2028: 22 settembre alle 11:45 Gmt.
Economia
Manageritalia, industria e servizi integrati per vincere la...
'Terziario e manifattura - Insieme per la sfida della doppia transizione' incontro organizzato da Manageritalia e Intesa Sanpaolo per presentare il Report prodotto congiuntamente sul tema della crescente integrazione tra servizi e industria.
Come la terziarizzazione sta cambiando le strategie delle aziende? Come cambiano i profili dei lavoratori e dei manager impiegati nell’industria? Quali aspetti necessitano di interventi di policy? A queste e molte altre domande ha risposto 'Terziario e manifattura - Insieme per la sfida della doppia transizione', l’incontro organizzato da Manageritalia e Intesa Sanpaolo per presentare il Report prodotto congiuntamente sul tema della crescente integrazione tra servizi e industria.
A confrontarsi oggi, durante un dibattito presso gli spazi di Intesa Sanpaolo in P.zza Belgioioso a Milano, sono stati: Gregorio De Felice - chief economist e responsabile Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, Mario Mantovani - presidente Manageritalia, Emilio Rossi - responsabile Osservatorio del Terziario Manageritalia, Carlo Alberto Carnevale Maffè - professore di Strategia e Imprenditorialità SDA Bocconi school of management, Azzurra Rinaldi - direttrice School of Gender Economics e Stefano Venturi - presidente Cefriel, oltre a Ilaria Sangalli, senior economist, Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo e Adelaide Fabbi, Osservatorio del Terziario Manageritalia, che hanno curato la ricerca.
“Aumenta da tempo l’interrelazione e la sinergia tra manifattura e servizi, nelle catene del valore globali. E’ un fenomeno di cui i policy maker, le istituzioni, gli economisti, i finanziatori, gli imprenditori e i manager devono tener conto per far evolvere i modelli di business e le politiche industriali”, così commenta Mario Mantovani presidente Manageritalia che prosegue: “Una terziarizzazione sempre più protagonista dell’economia, un fattore chiave per le transizioni digitale e ambientale, con la necessità di individuare policy in grado di far crescere il valore aggiunto e la produttività, grazie soprattutto a investimenti nel capitale umano, manageriale e tecnico”.
“La crescita degli investimenti italiani, +20,4% nel quadriennio 2019-22, è ampiamente sostenuta dagli investimenti digitali, che giocano un ruolo determinante nell’influenzare la crescita economica del paese” spiega Gregorio De Felice, chief economist e responsabile Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo che conclude: “Gli investimenti in proprietà intellettuale, in particolare, rappresentano la componente più dinamica della spesa, con una crescita del 36,3% in un’ottica di lungo periodo 2008-22. Dietro questo dinamismo c’è l’effetto dell’adozione del pacchetto incentivante Transizione 4.0, più volte rimodellato e rifinanziato, che ha rivitalizzato l’industria ma anche gli annessi comparti dei servizi di mercato che sono a traino di questo processo di upgrading tecnologico. Agli incentivi per l’acquisto di beni e software si affiancherà ora Transizione 5.0, per spingere l’acceleratore sulla doppia transizione digitale e ambientale”.
Dall’analisi condotta dall’Osservatorio del Terziario Manageritalia e dalla direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo si evince come negli ultimi decenni si sia assistito a un crescente utilizzo di servizi nei processi industriali. Una terziarizzazione che riguarda tutte le fasi, dalla progettazione alla produzione, alla commercializzazione dei beni. L’Italia appare ben posizionata in questo percorso di integrazione tra terziario e processi produttivi, con un peso dei servizi di mercato sul valore dell’output manifatturiero che superava il 24% già nella fase pre-Covid, prima dell’accelerazione avviata dalla pandemia. Un dato secondo solo alla Francia (27,2%), tra i grandi paesi europei.
Determinante il contributo delle Attività professionali, tecniche e scientifiche (Apts), che giocano un ruolo chiave nell’affiancare le imprese industriali nell’R&D sperimentale, di fronte a una competizione globale che impone di spingere sull’offerta di beni innovativi. In Italia, è la filiera automotive a esercitare il principale effetto traino sulle Apts, seguita dai settori a medio-alto contenuto tecnologico come farmaceutica, elettronica e meccanica, ma anche da settori più tradizionali del Made in Italy, come il tessile-abbigliamento.
I servizi Ict, tra i grandi protagonisti della transizione digitale, sono in crescita in termini di supporto ai processi industriali, con una penetrazione che in Italia è più forte, ancora una volta, nell’automotive, che distanzia la meccanica. Tra i competitor europei, l’Italia è la nazione che fa registrare, per provenienza geografica dei servizi di mercato a supporto dei processi manifatturieri, il contributo domestico più alto, il 50,2%; superate Germania 43%, Spagna 39,5% e Francia 38,2%.
Determinante anche il contributo dei servizi di matrice estera, con un ruolo chiave giocato dai partner dell’Europa Occidentale, e una crescita dei paesi asiatici (con un contributo dell’8,6% alla catena manifatturiera italiana), guidata dalla Cina. Il contributo cinese è ancora molto sbilanciato verso i servizi di logistica, complementari alla vendita di input manifatturieri, pur includendo anche l’offerta di Apts e di servizi IT (insieme a India e Giappone). Gli Stati Uniti mantengono comunque una solida presenza, specialmente come fornitori di Apts.
Guardando all’export, l’integrazione tra manifattura e servizi risulta ancor più forte ed evidente: in Italia, il valore aggiunto dei servizi di mercato assorbito nei beni manifatturieri destinati all’esportazione era il 38,2% già nella fase pre-Covid, un dato superiore alla media Ue e Ocse. In tutti i settori manifatturieri, il contributo dei servizi all’export supera il 30%.
La terziarizzazione del comparto industriale porta con sé anche un radicale cambiamento e riorganizzazione del capitale umano all’interno delle imprese manifatturiere, dove cresce l’importanza delle figure professionali dedicate allo svolgimento delle attività di servizio. In Italia, i colletti bianchi sono cresciuti del 3% tra il 2011 e il 2022 in rapporto all’occupazione totale (dati Eurostat), soprattutto con riferimento ad alcune professionalità rilevanti per la fase di transizione digitale e ambientale. Spicca nella manifattura italiana una quota significativa di tecnici delle scienze (28%), superiore alla media europea.
Nonostante la crescita di personale sempre più qualificato, c’è ancora un gap da colmare con i concorrenti europei sul fronte degli specialisti Ict (3,8% in Italia, media Ue 4,5%, dati Eurostat 2022), anche in termini prospettici, di formazione di figure professionali che possano accompagnare il percorso di digitalizzazione. L’Italia soffre ancora di modesti tassi di laureati nel settore Ict (1,5%, media Ue 4,2%) e di un numero esiguo di imprese che offre formazione su questi temi ai propri dipendenti (19%, media Ue 22%).
Le carenze sul fronte del capitale umano si traducono oggi in una diffusione ancora limitata di tecnologie avanzate, come i big data (adottati dall’8,6% delle imprese in Italia, contro una media Ue del 14,2%) e l’intelligenza artificiale (6,2% - dove però la strada è ancora lunga anche a livello di Ue27 nel suo complesso, 7,9%), fondamentali per il successo dei processi di digitalizzazione e per realizzare un salto di produttività, sia a livello di singole imprese che di sistema Paese.
Economia
Pasqua, per Altroconsumo stabili i prezzi delle colombe...
Prodotti più cari sul fronte delle uova raggiungono, al chilo, quasi i 140 euro in più su meno caro
Salgono i prezzi delle uova di Pasqua mentre il prezzo delle colombe si è stabilizzato, arrestando la vertiginosa crescita dello scorso anno (maggiore del 20% su tutti i tipi di colombe). Le uova di Pasqua, invece, vedono un incremento dei prezzi di circa il 7,4% rispetto al 2023. Anche queste come le colombe sono caratterizzate da una forchetta di prezzo piuttosto ampia: infatti, i prodotti più cari sul fronte delle uova raggiungono, al chilo, quasi i 140 euro in più rispetto al prezzo meno caro. E' quanto emerge dall'indagine annuale di Altroconsumo su uova e colombe condotta con l’obiettivo di rilevarne i prezzi ed aiutare i consumatori ad orientarsi nella scelta. La rilevazione ha coinvolto 20 negozi tradizionali, nelle città di Roma e Milano, e 5 shop online.
Secondo l'indagine le colombe di ogni tipo mostrano una sostanziale stabilità di prezzo al chilo, le differenze sono dell'ordine di pochi centesimi di euro (da 1 centesimo a 18 circa) rispetto al 2023. Si è quindi assestata la vertiginosa crescita dei prezzi dello scorso anno (più del 20% su tutti i tipi di colombe). A livello di gamma, resta confermata la forchetta di prezzo molto ampia: i prodotti più cari arrivano a costare al chilo fino a 7 volte di più rispetto ai più economici. In più, le colombe speciali raggruppano diverse categorie di prodotti, e spesso sono di un formato più piccolo.
Le offerte sono presenti fin da quando le colombe sono iniziate a comparire sugi scaffali dei supermercati, ma questo dipende anche dalla politica di prezzo del singolo marchio o della catena. È prevedibile che, come in tutti gli anni, dopo la fine delle festività, il livello di prezzo di questi prodotti scenda ulteriormente vista la scadenza ridotta e l’esigenza della grande distribuzione di svuotare gli scaffali.
Anche per capire quanto spenderemo per le uova di Pasqua l'indagine ha rilevato i prezzi in 20 punti vendita della Grande distribuzione organizzata e in cinque shop online. Tra i prodotti considerati, le uova di cioccolato al latte, fondente e anche le numerose varianti, come quelle arricchite con nocciole, granelle o frutta. Rispetto al prezzo medio al chilo da noi rilevato lo scorso anno, quest'anno vediamo un incremento del 7,4% circa. I prezzi mediamente continuano a crescere, seppur di circa 3,60 euro in media al chilo. Se buona parte dei prezzi delle uova sembra mostrare una sostanziale stabilità, questo aumento è in parte dipeso da qualche ritocco nei prezzi di alcuni formati presenti nella gamma di un singolo marchio.
Altroconsumo fa qualche esempio: il Kinder GranSorpresa presenta un prezzo immutato rispetto allo scorso anno per i formati da 150g (stabile a 11,99, ovvero 79,93 euro al chilo) e da 320g (sempre 19,99 euro, ovvero 62,47 al chilo), mentre quello da 220g sale a 15,99 euro (l’anno scorso costava 14,99) per un prezzo al chilo di 72,82, aumentato quindi del 6,7%; tra le uova della Favorina (marchio Lidl), il prezzo del formato da 200g è stato portato da 2,99 del 2023 a 3,19 euro di quest'anno, che corrisponde a un +6,7% al chilo, mentre i costi degli altri formati restano stabili; tra le uova di Pasqua vendute da MD, un altro discount, il prezzo del formato da 1 chilo è stato portato da 6,99 a 7,99, che è equivale a un +14,3%, quello da 400g resta stabile a 3,99 euro.
Guardando alla forchetta di prezzi presenti sul mercato, le differenze sono sempre molto significative: i prodotti più cari arrivano a costare al chilo anche quasi 140 euro circa in più rispetto al prezzo meno caro rilevato.
Differenze significative si possono invece trovare nel prezzo al chilo di formati differenti dello stesso marchio, come ad esempio il già citato GranSorpresa della Kinder. Qui, come per altre referenze, quel che incide è anche la licenza utilizzata (personaggi cartoni animati, serie televisive, ecc.) o la sorpresa contenuta. Esiste, per di più, una grande offerta sugli scaffali per quanto riguarda la tipologia ‘cioccolato al latte per bambini’, con una forte segmentazione in base al personaggio o celebrità utilizzata in etichetta, le politiche commerciali sulla base di questi personaggi porta queste referenze di marchio commerciale ad avere un prezzo al chilo relativamente elevato rispetto alla media.
Dall’indagine Altroconsumo, che ha coinvolto circa 1000 rispondenti della community ACmaker, è emerso che i due terzi di loro ha intenzione di spendere la stessa cifra spesa lo scorso anno per i prodotti pasquali dolciari, mentre un terzo pensa che spenderà di più. La maggior parte dei rispondenti ha inoltre dichiarato che acquisterà le uova al Super o Ipermercato, con un notevole scarto rispetto agli altri canali di vendita.
Lo stesso vale per le colombe, anche se rispetto alle uova sono molti di più coloro che intendono acquistare una colomba in pasticceria, canale che comunque registra un calo rispetto allo scorso anno, sempre tra gli AC makers che hanno risposto all’indagine. In relazione alle uova, il parametro più importante di scelta è per loro il tipo di cioccolato, seguito dal prezzo, mentre per le colombe primeggiano come criteri di scelta la lista degli ingredienti e, ancora, il prezzo. Sempre sul piano del prezzo, nella maggior parte dei casi, la cifra stanziata per questi prodotti è di 20 euro. Ma, nel dettaglio, i rispondenti della community ACmaker, sono disposti a spendere per le uova circa 10 euro, seguito da 15 e 20 euro, lo stesso vale per le colombe (10 euro per una confezione), ma in una forbice più ampia, che va dai 5 ai 25 euro.