

Politica
Governo Draghi, Orlando: “Zingaretti ministro? Perché no”
Nicola Zingaretti ministro nel governo Draghi? “Perché no? Assolutamente, ce lo vedo”. Andrea Orlando, vicesegretario Pd, risponde così a Porta a Porta a chi gli chiede se vedrebbe il segretario dem nell’esecutivo. “Noi abbiamo detto una cosa molta chiara a Draghi: valuti lei le persone che possano aiutarla meglio. Noi non daremo nomi secchi ma daremo la disponibilità del Pd a dare una mano”, ha aggiunto.
Sulla disponibilità della Lega ad appoggiare il governo nascente, Orlando spiega: “Io ero alle consultazioni e ho sentito come Draghi ha messo giù le cose, ha detto che è per un governo europeista, che spinga ulteriormente sul processo di integrazione e rivendichi anche scelte fin qui fatte dall’Europa”, tutte cose che Matteo Salvini “ha sempre messo in discussione”.
“Non basta dire ‘Salvini ha cambiato idea e va bene così’. Io dico che servono attenzione e cautela su questa conversione… Noi a Draghi abbiamo detto che se si allarga di più perimetro, non mettiamo veti ma vanno precisati meglio i punti e chiariti meglio gli obiettivi e cronoprogramma sulle cose che vogliamo fare. Sta a Draghi valutare la compatibilità delle posizioni politiche tra le forze che hanno recepito l’appello del capo dello Stato”, ha spiegato ancora.
Poi la battuta: “Credo che se Salvini continua su questa strada potrà competere per il premio Altiero Spinelli… in 12 ore da acerrimo nemico dell’Ue è diventato un sostenitore”.
Sull’alleanza con i Cinquestelle, “io non ho mai parlato di rapporto strategico con M5S, non metterei aggettivi. Con M5S serve un rapporto per un sistema alleanza alternativo alla destra altrimenti si va al voto da soli”.
“Le questioni poste dai 5Stelle mi sembrano assolutamente accoglibili, anche perché sottese” alle linee del Recovery “come il ministero per la Transizione ecologica” che “mi pare una anche questione non lontana dalle corde del presidente Draghi”, ha aggiunto. Quanto alla definizione del ‘superministero’, “a livello europeo soluzioni diverse”, osserva Orlando. “Il tema su cui creare maggiore link mi sembra quello ambiente ed energia”.
Sulla crisi di governo e il ruolo di Italia Viva, Orlando aggiunge: “Io sono sicuro che Renzi abbia fatto il buco e la toppa l’abbia messa Mattarella. E’ una mia interpretazione ma dubito sapesse che andava a finire così. Non sono sicuro che avesse tutte queste certezze. Io resto convinto che fare una crisi in piena pandemia non sia un’idea brillantissima”.
Per Orlando, sul governo “dobbiamo spiegare bene questo passaggio anche ai nostri elettori dicendo che è un passaggio stretto che faremo insieme se ci saranno le condizioni politiche” di programma come è emerso anche “dal confronto” con Draghi. “Circoscritto e dettato da un carattere eccezionale. Se ci saranno questi elementi, si potrà gestire una fase che non potrà comunque essere lunghissima a meno che l’evoluzione di Salvini non sia irreversibile e porti la Lega ad essere il partito popolare italiano”.
“Tra gli elementi che vanno tenuti in considerazioni c’è il rapporto di Salvini con il Ppe e i suoi soci di oggi che sono i sovranisti perché noi dovremo spiegare a Merkel e Macron che l’alleato dei loro principali avversari entra dentro un governo”. “Le evoluzioni le rispetto e le incoraggio ma mi lasciano perplesso le conversioni fatte in 12 ore…”, aggiunge.
Politica
Morto Guido Bodrato, dirigente Dc più volte ministro aveva 90 anni

L'annuncio sui social: "Fino all'ultimo lo ha sostenuto una invincibile passione politica"

E’ morto Guido Bodrato, dirigente Dc vicino a Benigno Zaccagnini e più volte ministro, aveva 90 anni. La notizia dal suo account social: “Guido ci ha lasciati ieri sera per unirsi alla sua amata Irma. Fino all’ultimo lo ha sostenuto una invincibile passione politica, a difesa della Costituzione e della rappresentanza democratica del Parlamento. Che il suo esempio ci conduca. Una preghiera”, si legge.
Il cordoglio di Pierluigi Castagnetti su Twitter: “Il vuoto di Irma è risultato troppo pesante, anche per un una personalità forte come la sua. E, adesso, il vuoto lo sentiremo noi suoi fratelli minori. Ci mancherà la sua intelligenza politica, la sua determinazione, la sua luce nei momenti più cupi e difficili. ‘Andate avanti!’”.
“Addio a Guido Bodrato, un grande democratico Cristiano. Qui elargiva pillole di saggezza della età più matura, e il racconto della quotidianità di una storia di amore durata una vita, e culminata con la scomparsa di Irma e Guido a poche settimane di distanza”, si legge nel messaggio postato su Twitter dal deputato Gianfranco Rotondi.
“Guido Bodrato è stato un maestro per intere generazioni. Leader della sinistra Dc ha sempre tenuto alta la voce del cattolicesimo democratico come parte della cultura riformista e progressista del Paese. Fino all’ultimo un osservatore attento e acuto delle vicende politiche e del percorso del Pd. Ci mancherà”. Così, in una nota, Dario Franceschini del Pd.
Politica
Rai: “Esclusa collaborazione con Claudio Lippi”

La nota di Viale Mazzini diramata dopo l'intervista del conduttore a La Stampa: "Alcune affermazioni lesive della reputazione della Rai e dei propri dirigenti". Dall'attacco a Coletta a "Fazio farabutto", cosa ha detto il presentatore
“Alcune affermazioni di Claudio Lippi riportate dagli organi di informazione sono lesive della reputazione della Rai e dei propri dirigenti. Pertanto è da escludere qualsiasi tipo di collaborazione con il conduttore”. E’ quanto si legge in una nota di Viale Mazzini diramata a seguito dell’intervista, concessa a La Stampa, nella quale Claudio Lippi ha affermato: “Basta con i gay e la propaganda di Fazio, serve il linguaggio popolare di Giorgia”, aggiungendo che in televisione è necessario uno stop con la “Kultura copn la K” e ci devono essere “meno gay e gaie”.
Politica
Fisichella e Adornato si interrogano sul destino dell’Occidente


Da una parte il politico, dall’altra il teologo. Al centro un libro, ‘La libertà che cambia. Dialoghi sul destino dell’Occidente’, scritto a quattro mani da Ferdinando Adornato, ex deputato e giornalista, e dall’arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto della sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo del Dicastero per l’evangelizzazione.
Un dialogo, suddiviso su quattro piani testuali, denso e complesso, sul futuro dell’Occidente, sul destino dell’Europa, che si interroga sul ruolo attivo dell’uomo all’interno di una società globalizzata e di un presente multiforme, in continua evoluzione. Sono queste le premesse alla base di una riflessione che va oltre le semplici posizioni personali, ma che intreccia profilo cristiano a quello laico e che, dopo un excursus storico che parte da Socrate e arriva a papa Ratzinger, ci suggerisce la necessità di interlocuzione con l’altro, che si concretizza nelle pagine del testo con la stesura di due lettere che gli autori si scambiano, vicendevolmente.
La presentazione del libro, edito dalla casa editrice Rubettino, nella sala Koch di palazzo Madama, si è svolta alla presenza dei due autori, a cui si sono aggiunti i senatori Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini.
Proprio l’ex presidente della Camera Casini ha, nel suo intervento, riassunto il senso dell’opera: “Il mondo occidentale sta cambiando rapidamente: antichi schemi di rappresentazione della realtà si stanno modificando, nuove ideologie stanno aggredendo le fondamenta della cultura occidentale e della sua democrazia. La sfida che gli autori si pongono è quella di indagare cosa ci ha portato fin qui e quali prospettive si aprono per affrontare questioni importanti che riguardano il presente, ma soprattutto il futuro. L’ordine internazionale è oggetto di polarizzazione e frammentazione e l’occidente dovrebbe far pace con l’idea di essere uno dei tanti poli, in un mondo multipolare”.
Non è mancato, poi, un cenno anche a questioni di carattere culturale e religioso: per Casini, infatti, “appare ancora più grave, oggi, l’errore compiuto nel 2001 di non aver incluso i riferimenti all’eredità giudaico-cristiana nel preambolo del trattato costituzionale dell’Unione europea. Affermare la propria identità significa, infatti, porre le premesse di un’accoglienza equilibrata”.
Sul tema costituzionale, in chiave europea, si è espresso anche il senatore Pera, sollecitato dalla domanda della giornalista Franca Giansoldati, che ha moderato l’incontro: “Sono ormai passati poco più di vent’anni da quel momento. Oggi l’elemento religioso viene riportato all’attenzione perché la crisi dell’Occidente è anche una crisi di spiritualità, una crisi del cristianesimo nell’Occidente: quella terra che ha dato origine alle popolazioni cristiane che ora stanno abbandonando questa religione. Una crisi irreversibile, che mina l’identità. Oggi noi viviamo una contraddizione: maggiore benessere ci porta minore spiritualità, ma maggiore libertà ci porta a minori responsabilità”.
Gli interventi dei due autori hanno poi concluso l’incontro. Per Adornato “la trasmissione di identità dell’Occidente si è interrotta: esisteva come identità x, ma ad un certo punto si è inceppata, per tantissimi motivi, tra cui l’agghiacciante aggressione dei totalitarismi, che ha toccato il cuore delle identità occidentali e il relativismo etico, che afferma l’inesistenza di nessuna verità. Dopo la fine della guerra non abbiamo ripristinato l’identità occidentale, ma ci siamo definiti in negativo, ossia antifascisti e anti comunisti, senza la presenza di identità positive. Come europei siamo aggrediti dal passato e dal futuro: dal passato perché la guerra in Ucraina ci ha riportati nella guerra del Novecento; dal futuro, invece, perché gli esperti dell’intelligenza artificiale hanno cominciato a porre dei dubbi sul rapporto con l’umano. Non sappiamo cosa ci sta accadendo, ma è esattamente questo che ci sta accadendo: una dittatura dell’ignoto, davanti alla quale non si può che avere paura”.
Fisichella, invece, a conclusione dell’incontro, ha argomentato sul tema Europa con alcuni spunti ottimisti: “Con posizioni diverse, ognuno può portare avanti le proprie posizioni. Per la mia storia personale, per la mia identità, sono partito dal termine verità: il problema che ha l’Occidente è quello che nel Medioevo era definito ‘quaestio de veritate’, ossia la ricerca continua di verità. ‘Scio me nescire’: il fatto di non sapere mi obbliga, dunque, ad andare oltre, attraverso la ricerca. Siamo qui, nel nostro mondo, per cercare la verità, prima di noi stessi, poi per arrivare a scoprire qualcosa di più profondo”.
Politica
Migranti, Meloni: “Se Italia non regge i flussi, problema diventa di tutti”

La premier: "Soddisfatta di essere riuscita a porre la questione"
“Quando noi non riusciamo a reggere i flussi migratori, in qualche modo il problema diventa di tutti”, così la premier Giorgia Meloni a a Manduria mentre dal Consiglio europeo arriva la notizia dell’accordo sui due regolamenti chiave del patto Ue su asilo e migrazioni. “Il problema ce lo abbiamo tutti e occorre risolverlo all’inizio, alla partenza. Sono soddisfatta di essere riuscita a porre la questione perché – sottolinea – è il modo per affrontarla insieme, così come sono soddisfatta del viaggio che faremo domenica con la presidente Von der Leyen e il primo ministro olandese Mark Rutte in Tunisia per affrontare un’altra grande questione che è italiana ma anche europea”.
Politica
Ucraina-Russia, Mattarella: “Guerra impone adeguamenti Forze armate”

"L'aggressione della Russia all'Ucraina mina le regole di convivenza internazionale faticosamente costruite dopo il Secondo dopoguerra"

“L’aggressione della Russia all’Ucraina, minando le regole di convivenza internazionale faticosamente costruite dopo il Secondo dopoguerra, impone di definire, insieme ai nostri alleati, le nostre condizioni difensive, che richiedono alle Forze armate adeguamenti a questa nuova condizione”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale una rappresentanza della Marina Militare in occasione della Giornata della Marina che si celebrerà domani.
“Desidero sottolineare la preziosa opera delle Capitanerie di Porto, con il quotidiano e tenace impegno di controllo dei fenomeni migratori via mare, e con il doveroso e meritorio soccorso ai migranti in difficoltà nel mare”, ha aggiunto.
Politica
Smart working, proroga nel privato per fragili e genitori di under 14

Lo prevede un emendamento al dl lavoro, prolungamento fino al 31 dicembre 2023. Per gli statali si decide la prossima settimana, per ora niente via libera del ministro
Per i lavoratori fragili e genitori con figli fino a 14 anni del settore privato lo smart working è prorogato fino al 31 dicembre 2023. E’ quanto stabilisce un emendamento al dl lavoro, approvato dalla commissione Affari sociali del Senato, presieduta dal senatore di Fdi, Francesco Zaffini. Resta invece in ballo la stessa decisione per gli statali, che verrà presa la prossima settimana, nella riunione di Commissione di martedì, prevista alle 11.30. A quanto si apprende sulla proroga per gli statali non ci sarebbe il via libera del ministro per la pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo.
Politica
Meloni riceve Scholz a Palazzo Chigi: “Vecchie regole Ue superate, Cancelliere d’accordo”

Presidente del Consiglio: "Serve nuovo patto di stabilità". Il leader tedesco sui migranti: "Fiducioso che troveremo risposta comune europea"

“Sulla revisione del Patto di stabilità con il cancelliere Scholz siamo d’accordo che le vecchie regole sono superate e che le nuove devono tenere conto della competitività dei nostri sistemi”. Così la premier Giorgia Meloni, nel corso delle dichiarazioni congiunte alla stampa con il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, accolto questa mattina a Palazzo Chigi dal picchetto d’onore. Ad attendere il leader tedesco, nel cortile del Palazzo che ospita la presidenza del Consiglio, la presidente del Consiglio. “Secondo me serve un nuovo Patto di stabilità che guardi molto al sostegno e alla crescita, perché la competitività europea ha bisogno di essere sostenuta da visione e regole adeguate”, ha aggiunto
Con Scholz “non abbiamo parlato” delle due ong fermate, “ma di come l’Italia, sostanzialmente in solitudine, corra in lungo e in largo per tutto il Mediterraneo per salvare vite umane”, ha detto Meloni sottolineando: “La Germania sa che senza l’Italia e le nazioni di frontiera è molto più difficile avere una politica sulla migrazione europea che funzioni meglio di quella attuale. Nel Consiglio abbiamo lavorato per superare la contrapposizione tra movimenti primari e secondari, un cambio di paradigma su cui c’è consenso ampio e di questo ringrazio Scholz. Se non affrontiamo il tema della difesa dei confini esteri, non combattiamo il traffico di esseri umani, distinguendo tra chi ha diritto alla protezione e chi non ce l’ha, sarà molto più difficile affrontare una serie di sfide”.
“I flussi migratori sono aumentati, la situazione in Africa è molto, molto complessa, c’è una congiuntura molto sfavorevole di fronte alla quale l’Italia fa un lavoro oggettivamente straordinario. Io però credo che la grande sfida sia fare quel lavoro insieme”, ha quindi sottolineato la premier.
“Ovviamente se noi non affrontiamo il tema della difesa dei confini esterni dell’Unione europea, se non combattiamo il traffico illegale di esseri umani distinguendo chi ha diritto alla protezione, secondo la Convenzione di Ginevra, e chi invece non ha diritto a quella protezione, sarà molto più difficile affrontare una serie di sfide che abbiamo di fronte. Stiamo discutendo sul tema della revisione degli accordi di Dublino, speriamo che ci si possa trovare a metà strada per mettere insieme gli interessi di tutte le nazioni”, ha aggiunto Meloni.
Con Scholz “abbiamo parlato anche di Tunisia. Io sono stata nei giorni scorsi e, come sapete, domenica torneremo con la presidente Von der Leyen e con il premier olandese Mark Rutte per aprire a una cooperazione sul piano europeo che serve ad aiutare una nazione in difficoltà” nonché a “regolare i flussi migratori: una Tunisia in difficoltà significherebbe un domino di ulteriori problemi”.
“Abbiamo discusso dell’accordo tra Tunisi e Fmi, mi pare trovandoci anche su una posizione molto comune. Per noi affrontare con pragmatismo la situazione tunisina è prioritario, perché destabilizzazioni” in quell’area “avrebbero gravi ripercussioni sull’intero Nord Africa e che arriverebbero inevitabilmente da noi”.
“Serve che entrambe le parti siano aperte per arrivare a un’intesa che possa mettere in sicurezza la Tunisia. Penso che il viaggio” di domenica “possa facilitare, perché l’Ue può giocare un ruolo non secondario e la presenza di Von der Leyen e di due presidenti europei è segnale di volontà molto importante. Al di là delle proposte – perché noi andiamo lì con un pacchetto di proposte – pensiamo che il viaggio possa essere propedeutico a chiudere l’accordo con l’Fmi. Io ne ho parlato con Georgieva durante il summit di Hiroshima, so che anche Scholz è molto attivo. Non voglio lanciarmi ora in previsioni, ma confido in una soluzione”.
“Vogliamo rafforzare e intensificare il dialogo bilaterale anche grazie al Piano d’Azione Italia-Germania su cui abbiamo sostanzialmente raggiunto l’intesa e che vorremmo adottare nel prossimo vertice intergovernativo che si terrà in Germania entro fine anno”, ha affermato ancora Meloni aggiungendo: “La complementarietà tra i nostri sistemi economici emerge non solamente dalle dimensioni dell’interscambio -si tratta di oltre 168 miliardi di euro nel 2022, un livello record assoluto per l’Italia- ma anche dalla crescita dei flussi che sono aumentati in tre anni di 50 miliardi di euro”.
“Sono fiducioso che noi per le sfide dei rifugiati e dei migranti noi troveremo una risposta comune europea”, ha detto dal canto suo Scholz sottolineando che nei colloqui oggi a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni è stato affrontate la questione dei migranti, “un tema importante per la Germania, l’Italia e l’Europa di cui hanno parlato oggi i ministri e ministre dell’Interno a Lussemburgo”.
“Dobbiamo gestire l’immigrazione per fare in modo che ci siano dei corridoi legali per il personale qualificato, ma questo vuole anche dire che chi non ha diritto a rimanere deve tornare al suo Paese”, ha aggiunto il Cancelliere tedesco affermando che per questo è importante anche “avere una collaborazione affidabile con i Paesi di origine e di transito”.
“L’aggressione russa all’Ucraina ha cambiato radicalmente il contesto di sicurezza in Europa e pone noi tutti dinanzi a nuove e grandi sfide. E’ un fatto incoraggiante e positivo che noi ci mettiamo d’accordo su come reagire a questa nuova situazione, a questa svolta epocale. La compattezza dell’Europa è un punto di forza: il presidente russo Putin non aveva fatto i conti con questo, aveva sottostimato l’Europa”., ha dichiarato ancora Scholz concludendo: “Assieme siamo a fianco dell’Ucraina, che appoggiamo a livello politico, finanziario, umanitario e con le armi, con l’addestramento militare. Lo faremo fino a quando sarà necessario”.
Politica
Social, divieto di accesso a under 13: proposta legge di Azione e Iv

Presentata a Montecitorio, verrà depositata a Camera e Senato

Azione-Iv ha presentato oggi a Montecitorio una proposta di legge che verrà depositata a Camera e Senato ed “è tesa a regolare l’accesso ai social dei minori”, ha spiegato il capogruppo Matteo Richetti in una conferenza stampa con Carlo Calenda, Mara Carfagna, Elena Bonetti e Giulia Pastorella. “Oggi la situazione è molto allarmante. Le famiglie – sottolinea Calenda – sono lasciate sole in una condizione in cui di fatto c’è un far west. L’81% degli adolescenti è su Instagram, l’iscrizione ai social comincia dai 11 anni, oltre la metà dei giovani utilizza lo smartphone per più di 3 ore al giorno. E gli effetti sono lo sviluppo della dipendenza, la depressione, la crescita dei disturbi dell’alimentazione e del sonno, il cyberbullismo. Una normativa ci sarebbe già: in Italia si potrebbe eccedere ai social solo dai 14 anni in poi. Ma non c’è nessun tipo di controllo”.
Di qui la proposta di Azione-Iv che prevede “di innalzare l’età per esprimere il consenso al trattamento dei dati per l’accesso ai social da 14 a 15 anni; di vietare l’accesso ai social ai minori di 13 anni e permetterne l’utilizzo tra i 13 e i 15 anni solo con il consenso dei genitori; di stabilire un processo di certificazione dell’età, mediante un meccanismo che confermi la presenza dei requisiti anagrafici dell’utente per l’accesso alla piattaforma; tale meccanismo sarà utilizzabile anche per tutti gli altri siti a maggior rischio per i minori”. Sono previste anche sanzioni e ci si rifà al Regolamento Ue in merito che “prevede multe fino al 4% del fatturato globale”.
Un modello può essere quello della Francia sul quale “ci siamo confrontati” con gli omologhi francesi, spiega la ex-ministra Bonetti. La legge francese, approvata a marzo scorso, “vieta l’utilizzo dei social ai minori di 15 anni senza il consenso dei genitori; obbliga controlli più severi sull’età degli utenti da parte dei social media; prevede pesanti sanzioni per le violazioni in capo ai social media (fino a 1% del fatturato).
Nella proposta di Azione-Iv si spiega che “la soluzione che proponiamo per la verifica dell’età è fondata non solo sull’esigenza di proteggere il minore dai rischi connessi all’uso di alcuni servizi, ma anche di evitare che le piattaforme social, per adempiere all’obbligo di verifica, usino sistemi – intelligenza artificiale, dati biometrici – che incrementano la loro disponibilità di dati personali degli utenti”.
“Prevedere che la verifica dell’età del minore avvenga con una parte terza – cioè con un operatore, che può essere la carta di identità elettronica o uno degli Identity Provider privati accreditati – che fornisce una credenziale anagrafica in forma anonima consente di rendere effettiva e certa la verifica dell’età degli utenti; di minimizzare i dati degli utenti trasmessi al gestore del servizio; di preservare l’anonimato, perché che certifica l’età (senza rilasciare alcun dato di identità) dell’utente”. Sulle soluzioni tecniche, osserva Calenda, “si può sempre discutere e se si aprisse una discussione parlamentare vera e approfondita potremmo arrivare anche a soluzioni diverse e migliori. Quello che non è più ammissibile è che, visto che non sono state ancora trovate soluzioni convincenti per tutti, allora si fa finta che il problema non esista e non debba essere affrontato”.
“I nostri figli si aggirano in un luna park in cui però si propagandano l’anoressia, il bullismo, l’istigazione al suicidio. Noi -spiega Mara Carfagna- pensiamo che questo luna park vada chiuso per i più piccoli, per i pre adolescenti che sono più a rischio di certe suggestione. Si tratta di un’emergenza sociale che è altrettanto evidenti e provata quando il buco dell’ozono o il cambiamento climatico”.
Secondo Carfagna occorre “educare a un uso consapevole dei social network che sono oggi un mercato globale che ha agito senza alcun tipo di regola e limitazione riguardo all’accesso dei più piccoli. Ed è paradossale perchè esistono per tutto il resto come il cinema vietato ai minori. E’ un mercato che rischia di essere dannoso e nocivo per lo sviluppo psicologico dei nostri ragazzi”.
Politica
Roma Pride: “Nostri canali social e sito in tilt, temiamo attacchi informatici”

Colamarino: "La situazione grottesca del patrocinio con la Regione Lazio ha innescato campagna d'odio terribile nei nostri confronti, stiamo facendo verifiche"
“Nelle ultime ore abbiamo riscontrato problemi tecnici con i nostri canali social e il sito, inoltre non riusciamo più a pubblicare contenuti. Sembra che qualcuno abbia provato più volte a forzare il sito e i social del Roma Pride, e che i nostri profili siano stati segnalati in massa. A due giorni dal Roma Pride il 10 giugno temiamo che si tratti di attacchi informatici. La situazione grottesca del patrocinio venutasi a creare di recente con la Regione Lazio ha infatti innescato una campagna d’odio terribile nei nostri confronti che si è riversata nei social”. E’ quanto denuncia all’Adnkronos Mario Colamarino, portavoce del Roma Pride 2023 e presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli. “Stiamo facendo – aggiunge – le verifiche del caso insieme ai tecnici e speriamo di tornare al più presto in possesso dei nostri canali”.
Politica
Pd, Schlein: “Caso De Luca? Scelte gruppi per garantire pluralismo”

Dopo la rimozione del figlio del governatore campano da vicecapogruppo dem alla Camera, la segretaria spiega: "Era giusto avere due vicari che non hanno votato me al congresso"
“Ci siamo impegnati a garantire il pluralismo nei gruppi e si è lavorato in questo senso”. Così Elly Schlein commenta il ‘caso’ Piero De Luca, dopo la decisione di rimuovere il deputato da vicecapogruppo del Pd alla Camera. Nei gruppi parlamentari, sottolinea infatti la segretaria dem, “abbiamo due capi espressione della maggioranza, era giusto avere due vicari che non hanno votato me al congresso. Questo ha portato altre modifiche basate sul pluralismo, chi ha avuto risultati all’estero, chi con altre liste che si sono presentate con noi, in modo che tutti possano portare un contributo e essere valorizzati nel contributo che portano”.
A commentare ieri la vicenda era stato Vincenzo De Luca, governatore della Campania e padre di Piero, in un post apparso come un velato riferimento alla neo segretaria del Partito democratico: “In politica, come nella vita, non c’è nulla di più volgare dei radical-chic senza chic”, aveva scritto il presidente della Regione.
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