Salute e Benessere
Malattie rare, Aisla: “Collaborazione e sinergia...
Malattie rare, Aisla: “Collaborazione e sinergia pilastri Giornata volontariato”
Massimelli: "Con rete sociale che lega profit, non profit, società civile e imprese possiamo offrire contributo attivo"
Il 5 dicembre è stata la Giornata Internazionale del Volontariato, un'occasione per celebrare il contributo dei volontari di tutto il mondo. Questa giornata, che in Italia vede oltre 7 milioni di volontari, è stata interpretata in vari modi, da un dono silenzioso che fa rumore, a un viaggio tra l'umanità ferita, fino a definirla "il volto più bello del nostro Paese". Per Aisla, Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, le due parole chiave della Giornata sono state collaborazione e sinergia. Questo il focus dell’incontro che l’associazione ha voluto organizzare al Centro Clinico Nemo e, nello specifico, al polo tecnologico Nemolab, per celebrare i suoi 40 anni di volontariato attivo.
Nella convinzione che sia proprio dal confronto che nascono le idee migliori – riferisce una nota - il volontariato organizzato di Aisla promuove costantemente il dialogo tra tutti i suoi stakeholder per generare soluzioni di valore. Questo incontro - che ha visto la partecipazione di volontari, professionisti, pazienti, ricercatori, clinici e donatori – ha messo in rete esperienze e prospettive per continuare a trovare risposte sempre più efficaci al bisogno di cura di una malattia complessa come la Sla.
“È grazie alla rete sociale che lega profit, non profit, società civile, imprese e persone che possiamo offrire un contributo attivo, animando non solo l'aiuto materiale ma anche la relazione umana” afferma Fulvia Massimelli, presidente nazionale di Aisla, Associazione che “promuove l'importanza di un volontariato organizzato, capace di offrire competenze, valori e visioni mirate a generare un impatto concreto, in linea con il messaggio universale della disabilità”. Essere “volontari non è affatto facile – aggiunge Massimelli - Ci sono momenti di sfida, momenti in cui sembra che il nostro impegno non sia sufficiente. Ma non dobbiamo mai dimenticare che ogni piccolo passo conta, che ogni sforzo che facciamo porta con sé un po' di speranza per chi ne ha bisogno”.
Momento particolarmente significativo dell'evento l'omaggio alla volontaria più storica dell’Associazione, Anna di Landro. Con i suoi 23 anni di ininterrotto volontariato a Bergamo, Di Landro è un punto di riferimento – prosegue la nota - un esempio di dedizione, passione e generosità. Insignita della benemerenza di Aisla, la cerimonia di consegna è stata simbolo della riconoscenza che l’Associazione ha nei confronti degli oltre 300 volontari che animano appassionatamente le sue 64 rappresentanze su tutto il territorio nazionale. Durante l’incontro, sono stati condivisi i dati del Centro di Ascolto Aisla, servizio gratuito che opera al fianco di pazienti e familiari da 20 anni con un team di professionisti. Nel solo 2022 – dettaglia la nota - il servizio ha contato 12.930 contatti, il 30% dei quali ad altissima complessità clinica e assistenziale, mentre il 30% riguarda famiglie con problemi socio-finanziari e familiari, disturbi comportamentali e terapie personalizzate mancanti. Nel 2023, il Centro ha ricevuto il premio Helaglobe, nella categoria "Empowerment" del Patient Engagement Award.
Grande interesse per l’intervento del Gruppo Sapio che, con le sue divisioni sanitarie e di ricerca e sviluppo, ha presentato la sua ultima creazione: il software Matrix AAC Communication, prodotto da Dialog Ausili e distribuito da Sapio Life. L'innovativo software - riferisce la nota - offre un ambiente pensato per supportare la persona nel processo della comunicazione e interazione con altre persone e con l'ambiente circostante. Grazie alle sue numerose funzioni Matrix può facilmente adattarsi ai bisogni degli utenti potenziando concretamente le loro capacità comunicative.
Sempre in tema di prospettive future, sono stati presentati i progetti che Aisla sta attivando con Nemolab per offrire gratuitamente, dal 2024, servizi sempre più avanzati e volti al miglioramento della qualità di vita dei propri associati. L’incontro, infatti, si è concluso con la visita di Nemolab e dei suoi 10 laboratori ad alta tecnologia. La Giornata internazionale del Volontariato è stata per Aisla – conclude la nota - l'occasione per mettere in rete idee e prospettive con i propri stakeholder, celebrare il proprio volontariato organizzato e presentare i progetti futuri per offrire servizi sempre più avanzati ai propri associati. Onorare il servizio attivo dei volontari significa riconoscerne il valore per generare soluzioni a vantaggio dell’intera società.
Salute e Benessere
Disturbi della memoria, scoperto come il cervello distingue...
Lavoro del team di ricerca del dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Torino
Una ricerca condotta da un team di ricerca del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino potrebbe fornire informazioni utili per sviluppare nuove strategie terapeutiche per i disturbi della memoria. Formare ricordi di eventi simili costituisce una vera e propria sfida per il nostro cervello. "È essenziale che ogni evento venga memorizzato in maniera separata per preservarne la specificità. Tuttavia, è altrettanto importante riconoscere e ricordare gli aspetti comuni tra gli eventi. Se questo delicato processo viene compromesso, le persone rischiano di confondere un evento con un altro, perdendo così la chiarezza e la specificità dei propri ricordi". Lo ha rilevato un nuovo studio pubblicato su 'Cell Reports' che ha identificato un intricato processo cerebrale che consente di distinguere e memorizzare eventi simili in maniera separata, mantenendo al contempo le somiglianze tra di essi. La ricerca è stata condotta principalmente dalle ricercatrici Giulia Concina, Luisella Milano e Annamaria Renna coordinate dal professor Benedetto Sacchetti del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino.
I ricercatori hanno studiato l’attività cerebrale durante l'apprendimento di due eventi distinti ma con elementi in comune, scoprendo che nell'amigdala, una regione cerebrale chiave per la formazione dei ricordi, gruppi separati di neuroni si attivano per memorizzare separatamente eventi distinti. "Tuttavia, alcuni neuroni rispondono a entrambi gli eventi, aiutando a ricordarne le somiglianze. Il numero di questi neuroni comuni - sottolinea lo studio - è regolato da un particolare tipo di cellule chiamate neuroni inibitori. Bloccando queste cellule, i ricercatori hanno notato come il numero di neuroni comuni aumentasse notevolmente causando la confusione e sovrapposizione dei due eventi. Secondo i ricercatori, in conclusione, i neuroni inibitori contribuiscono quindi a mantenere distinti i ricordi di eventi simili".
La ricerca è stata condotta adottando un approccio multidisciplinare che ha integrato metodologie di analisi comportamentale, biologia molecolare, microscopia ad alta risoluzione e modulazione dell'attività cerebrale. In particolare, grazie all'utilizzo della tecnica innovativa della 'marcatura chemogenetica', i ricercatori hanno potuto visualizzare i neuroni coinvolti nella percezione sia degli aspetti distintivi di due eventi, sia delle loro caratteristiche comuni. Questa analisi ha permesso anche di individuare le cellule in grado di limitare il numero di neuroni condivisi, ovvero i neuroni inibitori. Infine, combinando le tecniche di marcatura chemogenetica e di inattivazione dell'attività neuronale, i ricercatori hanno selettivamente bloccato queste cellule, notando che ciò portava i soggetti a confondere gli eventi tra di loro.
"Questa ricerca - spiega Sacchetti - riveste un'importanza significativa poiché mette in luce l'esistenza di neuroni il cui ruolo è quello di mantenere separate le memorie di eventi distinti ma con aspetti in comune, consentendo così di conservare i ricordi di tali eventi in modo preciso e nitido. Considerando che una delle caratteristiche tipiche dei disturbi della memoria, come le demenze e il disturbo post-traumatico da stress, è la tendenza a confondere gli eventi passati, questa ricerca potrebbe fornire nuove informazioni utili per sviluppare nuove strategie terapeutiche".
Salute e Benessere
Università, Gesualdo (Fism): “Nettamente contrari a...
"D'accordo con Ordine medici e Anaao. Serve programmazione razionale, le Scuole di Medicina non possono accogliere 70mila iscritti per mancanza di spazi e risorse"
"La decisione di eliminare il numero chiuso per l'iscrizione alla Facoltà di Medicina, Medicina veterinaria e Odontoiatria e protesi dentaria rappresenta una minaccia alla qualità della formazione medica e prelude un grave rischio di sovraffollamento del mercato del lavoro medico. Come l'Ordine dei medici e Anaao anche la Fism è nettamente contraria a stop al numero chiuso". Così all'Adnkronos Salute il presidente della Federazione italiana società medico-scientifiche (Fism) Loreto Gesualdo commenta l'adozione da parte della Commissione Istruzione del Senato del testo base che elimina il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina.
La Fism "ribadisce l'importanza di una programmazione razionale e basata sui reali bisogni del Servizio sanitario nazionale - spiega Gesualdo sottolineando "la necessità di una selezione accurata dei futuri medici già durante il percorso scolastico, al fine di garantire una formazione di qualità e una corretta distribuzione sul territorio". Inoltre, "occorre estendere la programmazione non solo al numero dei medici, ma anche a tutte le altre professioni sanitarie, come infermieri, fisioterapisti, dietisti e altre figure professionali - evidenzia il numero uno di Fism - essenziali per supportare i percorsi di intelligenza artificiale e l'evoluzione tecnologica nel settore della salute".
Gesualdo suggerisce di "potenziare i licei con inclinazione biomedica" per preparare "adeguatamente gli studenti interessati a intraprendere percorsi universitari" nel campo della salute. "Tuttavia - avverte - è importante ricordare che attualmente le scuole di medicina non sono in grado di accogliere un numero così elevato di studenti, con circa 70.000 iscrizioni previste, a causa della mancanza di spazi e risorse necessarie".
La programmazione delle professioni sanitarie "deve essere inclusiva e mirata a garantire un equilibrio tra domanda e offerta di competenze specialistiche, al fine di garantire un corretto sviluppo del settore e una gestione ottimale delle risorse umane nel campo della salute". La Fism "si impegna a promuovere una visione olistica della programmazione delle professioni sanitarie, che tenga conto delle nuove sfide e opportunità offerte dalla digitalizzazione e dall'intelligenza artificiale nel campo della salute" conclude.
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25 aprile, il pediatra: “Ecco come spiegarlo ai...
"Per ogni età c'è il giusto modo di raccontarlo, a seconda della fase evolutiva"
25 aprile data importante per gli italiani. E, come tutti gli anni, al centro in questi giorni di dibattiti, ricordi, commemorazioni. Ma come spiegarlo ai bambini che ci chiedono chiarimenti? "Per ogni età c'è il giusto modo di raccontarlo, a seconda della fase evolutiva", spiega all'Adnkronos Salute Italo Farnetani, docente di Pediatria dell'Università Ludes-United Campus of Malta.
"Ai bambini di meno di 10 anni, per esempio - suggerisce il medico - direi semplicemente che in questo giorno è finita la guerra che veniva combattuta in Italia. Bisogna tener conto del fatto che in questa fascia di età i bambini ragionano per operazioni concrete, su ciò che vedono e che gli va spiegato nella sua concretezza. Possiamo raccontargli, quindi, che nel nostro Paese c'era una guerra come quelle che vedono in televisione e il 25 aprile se ne festeggia la fine". Dagli 11 anni in poi, soprattutto a chi frequenta le scuole superiori, prosegue Farnetani, "si può parlare con i ragazzi dei contenuti ideali, politici, legati alla Festa della liberazione". Mentre "dai 14 anni in su, cioè quando l'adolescente entra nella fase delle 'operazioni formali', il discorso può ampliarsi ai concetti di pace, guerra, libertà, dittatura, diritti umani, cioè fare un discorso formativo. In questa fase dell'adolescenza, in cui predominano i concetti di bene e male, giustizia e ingiustizia - sottolinea il pediatra - si fa strada una visione utopica della realtà. Gli adulti, considerando questa particolare fase dello sviluppo del ragionamento degli adolescenti, possono aiutare i ragazzi a fare un'analisi oggettiva di ciò che è avvenuto il 25 aprile perché possa partire da una valutazione storica, etica e politica dei fatti per farsi, autonomamente, un'idea precisa dell'origine e delle motivazioni del significato simbolico della data. Successivamente potrà esaminare i decenni successivi della storia della politica italiana".
Un'informazione che tenga conto delle fasi evolutive, conclude Farnetani, è una modalità utile a fornire "all'adolescente strumenti per capire le problematiche alla radice. In caso contrario, si rischia di proporre concetti preconfezionati o di parte che non aiutano lo sviluppo della persona".