Esteri
Ucraina, armi Usa arrivano? A Washington qualcosa si muove
Il pacchetto da 60 miliardi per Kiev è ancora fermo al Congresso
Una soluzione per le armi Usa all'Ucraina? A Washington, qualcosa si muove. Dopo mesi di paralisi politica, lo Speaker della Camera Mike Johnson ha presentato ai suoi colleghi repubblicani, in una riunione a porte chiuse, il suo piano per votare pacchetti separati per gli aiuti ad Israele, considerati quanto mai urgenti visti gli ultimi sviluppi legati all'attacco dell'Iran, e quelli per l'Ucraina, che sono bloccati dall'opposizione dei fedelissimi di Donald Trump alla Camera, di fatto smontando il pacchetto unico approvato in modo bipartisan al Senato.
Kiev, come ha ribadito il presidente Volodymyr Zelensky, aspetta il pacchetto da 60 miliardi di dollari: senza gli aiuti americani, ha detto, l'Ucraina non ha nessuna chance di vincere la guerra contro la Russia. Gli ultimi mesi hanno evidenziato il nuovo quadro sul campo: la pressione di Mosca sul fronte orientale è costante, l'assenza di sistemi di difesa aerea espone le città e le infrastrutture ai raid quotidiani. All'orizzonte, si profila la nuova offensiva russa, con la prospettiva di un nuovo robusto attacco tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate nella regione di Kharkiv o lungo la direttrice per Odessa.
Il piano di Johnson
Nella bozza presentata da Johnson ci sarebbero i 13 miliardi di dollari destinati ad Israele ma, a differenza del piano del Senato, non ci sarebbero i fondi per l'assistenza umanitaria a Gaza. La proposta di Johnson di mandare quindi in aula quattro diversi pacchetti - considerando che nel pacchetto unico del Senato ci sono anche i fondi per Taiwan e la protezione del confine - però non è stata accolta con favore dagli esponenti dell'estrema destra repubblicana, che vogliono che ogni aiuto a Kiev venga subordinato a misure più severe sul confine.
"Molti conservatori sono molto arrabbiati per quello che sta succedendo, ha letteralmente infranto una promessa", ha tuonato la trumpiana Marjorie Taylor Greene che ha già minacciato di presentare una mozione di sfiducia per Johnson se metterà ai voti il pacchetto per l'Ucraina, che riceverebbe la maggioranza grazie al sostegno dei democratici.
Una minaccia che lo Speaker sembra intenzionato a sfidare. "Ogni deputato alla fine potrà votare secondo la propria coscienza su tutte queste questioni ed ognuno potrà intervenire" ha detto Johnson parlando alla conferenza dei deputati repubblicani. "Io non perdo tempo a preoccuparmi per le mozioni di sfiducia, dobbiamo governare e fare il nostro lavoro", ha poi aggiunto.
La posizione di Johnson ha trovato consensi all'interno del gruppo repubblicano: "Credo che lo Speaker stia facendo la cosa giusta: ha detto 'a prescindere dalle richieste di sfiducia, devo fare la cosa giusta' e la sta facendo", ha sottolineato Kevin Hern, deputato che guida la fazione più numerosa all'interno della conferenza repubblicana.
Esteri
Usa, l’allarme dell’Fbi: “Hacker cinesi...
Il direttore Wray: "Sono riusciti a infiltrarsi in diverse società americane che operano in settori critici, come quello energetico o idrico"
Il direttore dell'Fbi, Christopher Wray, ha lanciato l'allarme sul fatto che hacker legati al governo cinesi stanno aspettando "solo il momento giusto per un devastante attacco" ad infrastrutture critiche negli Stati Uniti. Durante un discorso alla Vanderbilt University, Wray ha rivelato che un gruppo di hacker cinesi, Volt Typhoon, è riuscito ad infiltrarsi in diverse società americane che operano in settori critici, come quello energetico o idrico, secondo quanto riporta l'International Business Times.
Nel suo discorso, Wray ha sottolineato quindi che la Cina possiede la capacità di infliggere danni sostanziali a infrastrutture critiche Usa, e che il piano degli hacker è quello di "attaccare infrastrutture civili per cercare di indurre il panico". Un portavoce del ministero degli Esteri cinesi ha dichiarato, all'inizio della settimana, che Volt Typhoon non ha nessun contatto con il governo cinese ma fa parte di un gruppo criminale specializzato in "ransomware".
Esteri
Biden e la gaffe sullo zio mangiato dai cannibali
Il presidente e l'omaggio allo zio morto nella Seconda guerra mondiale
"Mio zio forse è stato mangiato dai cannibali". Parola di Joe Biden. Le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti somigliano ad una nuova gaffe e non passano inosservate. Biden si è espresso durante una visita a Scranton, Pennsylvania, la città che - come sanno gli appassionati di serie tv - è diventata celebre anche perché è la sede di The Office, lo show Nbc che dal 2005 al 2013 ha avuto un enorme successo.
Biden ha reso omaggio allo zio, Ambrose Finnegan, pilota morto durante la Seconda guerra mondiale. "E' stato abbattuto in Nuova Guinea e non hanno mai trovato il corpo. In quella parte della Nuova Guinea c'erano molti cannibali", le parole del presidente. Secondo i registri militari, in realtà, l'aereo su cui volava Finnegan precipitò davanti alle coste della Nuova Guinea: l'apparecchio e il corpo non vennero mai trovati.
Esteri
G7, Tajani: “Convergenza su tutte le questioni...
A Capri il vertice dei ministri degli Esteri
"Grande unità d'intenti e convergenza su tutte le questioni internazionali". Così Antonio Tajani nella conferenza finale del vertice dei ministri degli Esteri dei Paesi del G7 a Capri. Ribadito il no all'operazione militare israeliana a Rafah, per il Medio Oriente va perseguita la de-escalation. Ok alle sanzioni all'Iran ma la porta del dialogo resta aperta.