

Ultima ora
Fumo, Philip Morris: “Su nuovi prodotti serve dialogo pubblico-privato”
Un focus sui temi della riduzione del rischio legato al fumo, dell’innovazione del prodotto e delle relative politiche regolatorie. È quello offerto dal webinar “Rethinking disruption – Innovating for better in an era of disruption”, promosso da Philip Morris International in occasione della dodicesima edizione del Global Tobacco and Nicotine Forum, il meeting più importante al mondo dedicato alla discussione delle politiche e del futuro delle industrie del tabacco e della nicotina, in programma a Washington del 27 al 29 settembre.
Alla vigilia della giornata di apertura del Forum, il webinar ha visto la partecipazione di Gregoire Verdeux, vicepresidente senior Affari Esteri di Philip Morris International; Lindsey Stoud, direttrice di Taxpayer Protection Alliance (Alleanza per la protezione dei contribuenti); Tommaso Di Giovanni, vicepresidente Comunicazioni Internazionali di Philip Morris International e William Stewart, presidente e fondatore di Povaddo Research che ha illustrato i risultati della ricerca sulle abitudini dei fumatori adulti e il loro rapporto con i prodotti innovativi come e-cig e soluzioni smoke free, che ha coinvolto ben 14 Paesi.
Negli interventi dei partecipanti alla tavola rotonda il termine ‘disruption’ (interruzione, rottura) assume un significato fortemente positivo poiché la “rottura con il passato” e la spinta verso un’era di rinnovamento e di miglioramento sono per Philip Morris International di fondamentale importanza.
“Affinché l’innovazione porti ad un cambiamento concreto nella vita delle persone – e perché questa sia resa accessibile a tutte le fasce di popolazione – è necessaria un’interazione propositiva tra l’industria, i governi e le Istituzioni”, ha osservato Gregoire Verdeux che ha aggiunto: “I dati raccolti dalla survey condotta da Povaddo mostrano che le persone nutrono una grande aspettativa di cambiamento e questa esigenza è in linea con gli sforzi e gli investimenti da noi portati avanti negli anni, che ci hanno permesso di sviluppare alternative meno dannose rispetto alle sigarette tradizionali. Nonostante questo però – ha aggiunto Verdeux – nel mondo continua ad essere più semplice avere accesso alle normali sigarette piuttosto che ai prodotti smoke free e alle e-cig. Ciò è dovuto, in parte, all’atteggiamento di diffidenza di alcuni governi”.
“La situazione non è uguale in ogni angolo del mondo – ha spiegato il vicepresidente senior Affari Esteri di Philip Morris International – in Nuova Zelanda, ad esempio, il governo si è già mosso efficacemente al fine di incoraggiare coloro che non riescono o non vogliono smettere di fumare a sostituire le sigarette a combustione con alternative a potenziale rischio ridotto, oltre a raccomandare di non iniziare a fumare ai non fumatori. Anche il governo del Regno Unito ha un atteggiamento positivo nei confronti di questi prodotti. In molti altri Paesi però, c’è ancora tanto da fare per eliminare la diffidenza e i preconcetti riguardo i prodotti a potenziale rischio ridotto contenenti nicotina”.
Secondo Gregoire Verdeux: “È giusto e naturale che i governi possano essere preoccupati per l’immissione sul mercato di un prodotto nuovo, al tempo stesso però la soluzione non è la sua messa al bando. A mio avviso – ha concluso – solamente riportando la discussione ai dati e alle evidenze scientifiche si può arrivare ad un confronto proficuo”.
Durante il webinar sono stati presentati i dati aggiornati emersi dalla ricerca sulle abitudini dei fumatori adulti e il loro rapporto con i prodotti innovativi come e-cig e soluzioni smoke free, condotta dal centro di ricerche internazionali Povvado e commissionato da Philip Morris International, che mostrano il vasto sostegno della società nei confronti delle innovazioni dirompenti che migliorano la salute pubblica, come spiega William Stewart, presidente e fondatore di Povaddo Research: “La ricerca si è svolta tra luglio e agosto 2022 ed ha coinvolto un campione di oltre 1700 adulti over 21 provenienti da 14 Paesi, toccando ogni continente. I risultati hanno evidenziato che oltre la metà dei partecipanti ritiene che per le aziende sia necessario investire in innovazione al fine di offrire un servizio migliore alla comunità e di portare ad un cambiamento significativo nella società. Ma investire in innovazione – ha osservato Stewart – non è il solo passo da compiere, l’accessibilità rappresenta infatti un elemento cruciale del processo di cambiamento. I dati raccolti ci portano a concludere che i cambiamenti dirompenti non possono verificarsi se osteggiati dalle policy dei governi e che indagini come questa sono cruciali per restituire una fotografia chiara delle esigenze delle società”, ha concluso.
Economia
Trasporto marittimo, Acampora: “Sistema Confcommercio è centrale per nuove politiche”

Il nostro Paese ha una vocazione marittima naturale: siamo secondi solo alla Grecia per km di costa; il 34% della popolazione, pari ad oltre 20 milioni di abitanti, vive nelle zone costiere

“In una fase così importante per il nostro Paese, che sta vivendo una nuova stagione con l’istituzione del Ministero del Mare, che abbiamo chiesto a gran voce, e che, a luglio scorso, ha licenziato il suo primo Piano Triennale del Mare approvato dal Cipom, l’importanza delle analisi, dell’approccio metodologico e delle fonti utilizzate è fondamentale per avere un quadro esaustivo e chiaro delle dimensioni dell’Economia del Mare. In questo momento nel quale c’è grande attenzione sul tema, si corre il rischio di generare una disinformazione sui dati reali di questo settore, che credetemi non è utile a nessuno”. Così ha sottolineato Giovanni Acampora, coordinando i lavori di Confcommercio Nazionale sulla Blue Economy alla Conferenza di Sistema a Villasimius, in Sardegna. Alla sessione ‘Blue Economy: appunti per una strategia marittima italiana’, sono intervenuti Andrea Appetecchia, Responsabile Osservatorio Trasporti e logistica, Isfort, e Gian Paolo Manzella, Vice Presidente dello Smimez.
“Il Piano del Mare – sottolinea – è un lavoro frutto di una grande partecipazione, con l’audizione di circa 200 fra stakeholder e Associazioni e a cui io stesso ho avuto l’onore di partecipare come componente del Comitato di esperti della Struttura Tecnica di Missione. Per questo voglio ringraziare il Ministro Nello Musumeci per la fiducia e per essere sempre al nostro fianco. Anche oggi ha voluto far sentire il suo pieno sostegno alla nostra Confederazione. Ora occorre, però armonizzare i dati con l’Europa per far comprendere ancora meglio il vero valore e l’unicità dell’Italia nell’economia del mare, che oggi tra componente diretta è indiretta arriva quasi a 143 miliardi di euro, quasi il 9% del complesso del valore aggiunto prodotto a livello nazionale”.
Nell’evidenziare la centralità della nostra nazione, Acampora ha aggiunto: “Il nostro Paese ha una vocazione marittima naturale: siamo secondi solo alla Grecia per km di costa; il 34% della popolazione, pari ad oltre 20 milioni di abitanti, vive nelle zone costiere; il Mediterraneo rappresenta l’1% della superficie marina del mondo e vi transita il 20% del traffico marittimo mondiale. Il mare è la nostra prima infrastruttura naturale e strategica”.
Per questo, aggiunge, “il lavoro associativo e conseguentemente il sistema camerale lavora sull’economia del mare, con l’obiettivo di dare la giusta importanza a tutto l’insieme di filiere che la compongono. La sintesi la facciamo con il Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare, giunto alla sua XI edizione, realizzato con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne di Unioncamere che, lo voglio sottolineare, è tra i pochi soggetti riconosciuti dal Sistema Statistico Nazionale. E, lo dico con una punta di orgoglio, le nostre metodologie sono state riconosciute una best practice dalla Commissione e dal Parlamento Europeo”.
Coronavirus
Vaccino covid Lazio dal 2 ottobre: a chi spetta, come si prenota

La campagna articolata in 3 fasi, si parte da operatori sanitari e Rsa

Nel Lazio, lunedì 2 ottobre 2023 comincia la campagna per la vaccinazione covid, parallelamente alla campagna per il vaccino contro l’influenza. Le dosi saranno affidate alle Asl per il personale sanitario negli ospedali e nelle strutture presenti sul territorio competente. La vaccinazione è obbligatoria? A chi spetta il vaccino covid? Chi ha diritto per primo alle dosi? Ci si può vaccinare nelle farmacie? Quali sono le regole per i bambini? Ecco le risposte alle principali domande.
Nella prima fase della campagna, verrà data priorità agli operatori sanitari e sociosanitari di aziende sanitarie locali, ospedali, policlinici universitari e Irccs. Tra le categorie prioritarie ci sono anche i professionisti delle Rsa e delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali (case di riposo e strutture riabilitative) con ospiti e pazienti: le vaccinazioni avverranno sotto la supervisione dei Dipartimenti di Prevenzione delle Asl, in collaborazione con i medici di medicina generale.
La seconda fase della campagna vaccinale è prevista dal 16 ottobre, quando la somministrazione delle dosi sarà assicurata per i cittadini con età superiore agli 80 anni e alle persone fragili. Per questi ultimi – sottolinea la Regione – l’accesso sarà garantito grazie ai medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. Vaccinazione, la terza fase
A partire dal 30 ottobre sarà possibile somministrare le dosi anche alle altre fasce della popolazione, consigliando i familiari, i conviventi e i caregiver di persone con gravi fragilità; le farmacie di comunità diventeranno centri vaccinali dal mese di novembre.
Nella prima fase della campagna di vaccinazione anti Covid-19 – precisa la Regione puntualizzando che l’iniezione non è obbligatoria – alle sarà somministrato il vaccino Pfizer – tecnicamente il Comirnaty Omicron XBB 1.5 – in attesa dell’approvazione del vaccino proteico adiuvato Nuvaxovid XBB 1.5 in programma per la metà del mese di ottobre.
Il vaccino sarà somministrato come dose di richiamo a distanza di 6 mesi dall’ultima vaccinazione covid o dall’ultima positività. Se per valutazioni cliniche fosse necessario anticipare la vaccinazione, si raccomanda una distanza di almeno 3 mesi dalla dose precedente.
Per chi non si è mai vaccinato, si raccomanda una singola dose di Comirnaty Omicron XBB 1.5. Per i bambini dai 6 mesi ai 4 anni che non abbiano completato il ciclo primario anti Covid-19, saranno invece disponibili 3 dosi: la seconda sarà somministrata a 3 settimane dalla prima e la terza a 8 settimane dalla precedente.
La Regione Lazio ha predisposto la prenotazione online presso i punti di somministrazione vaccinale delle strutture sanitarie, attraverso la piattaforma https://prenotavaccino-covid.regione.lazio.it oppure al numero di telefono 06.164.161.841, che sarà attivo dal lunedì al venerdì dalle 7 e 30 alle 19 e 30 e il sabato dalle 7 e 30 alle 13.
Per i cittadini che necessitano di ulteriori chiarimenti, è stato istituito il numero verde 800118800, a cura di Ares 118, per i seguenti servizi: le informazioni sul funzionamento, dalle modalità alle tempistiche, della campagna vaccinale avviata nel Lazio, a partire dai contatti per i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e i centri vaccinali presenti nelle Asl; la raccolta delle richieste di vaccinazione domiciliare delle persone non autosufficienti, impossibilitate a recarsi negli studi medici o le sedi vaccinali. Le richieste saranno prese in carico dalle Asl, programmando la vaccinazione a domicilio in collaborazione con i medici di medicina generale con la stessa tipologia per le Rsa e le case di riposo.
Ultima ora
Migranti, giudici accolgono ricorso tunisino portato a Pozzallo: “Decreto illegittimo”

Lo ha stabilito il tribunale di Catania
Il tribunale di Catania ha accolto il ricorso di un migrante, sbarcato a metà settembre a Lampedusa e, poi, portato nel nuovo centro di Pozzallo, giudicando il recente decreto del governo “illegittimo in più parti, alla luce del diritto comunitario e della Costituzione italiana”. La notizia è stata pubblicata dal sito di Repubblica e la decisione, a quanto si apprende, sarebbe di ieri 29 settembre. Nella Sezione Specializzata del Tribunale etneo, infatti, si sono tenute le prime udienze di convalida di richiedenti asilo trattenuti nel nuovo ‘Centro per il Trattenimento dei Richiedenti Asilo’ di Pozzallo.
Salute e Benessere
Medicina, disturbi venosi, flebologi a confronto su trattamenti e gestione pazienti

Nuove tecniche di intervento al centro del 32° Congresso Sifl che si è tenuto all'Istituto Neuromed

Nuove tecniche di intervento, studi sulle patologie venose, comprese l’insufficienza venosa, e quelle ostruttive e arteriose che possono aumentare significativamente il rischio cardiovascolare. Sono stati questi i temi principali su cui si sono confrontati gli specialisti della Società italiana di flebolinfologia (Sifl), in occasione del XXXII Congresso nazionale Sifl appena concluso all’Irccs Neuromed di Pozzilli (Isernia), dopo una tre giorni di lavori organizzata insieme agli specialisti dell’Unità di Chirurgia vascolare ed endovascolare dell’Istituto.
“L’attività del flebologo non è distante da quella dell’angiologo – afferma Enrico Cappello, responsabile della Chirurgia endovascolare di Neuromed – Questi colleghi non gestiscono soltanto il problema venoso in senso stretto, ma anche pazienti che hanno patologie arteriose e quindi è importante per loro sapere anche quali sono le tecniche attuali nella risoluzione dei quadri arteriosi. Inoltre, negli ultimi anni la patologia venosa e arteriosa ha trovato un terreno di confine nelle ulcere miste e quindi in questi casi i pazienti hanno bisogno di un doppio trattamento sia sull’ambito flebologico che arteriopatico. Tutto questo per arrivare a schemi nuovi e soprattutto trattamenti sempre meno invasivi, risolvendo così la sofferenza dei pazienti”.
“Ringrazio il presidente della Sifl per aver scelto Neuromed a Pozzilli, una piccola località, nonostante fossero candidati grandi centri urbani per ospitare il congresso – sottolinea Francesco Pompeo, responsabile della Chirurgia vascolare ed endovascolare Neuromed e presidente del congresso con Enrico Cappello – Questo deriva dal fatto che Neuromed è un Istituto che abbina la ricerca di base alla parte clinica, quindi una ricerca traslazionale che aiuta nel capire e nel proporre ai pazienti le migliori cure e ai giovani nuove attività di formazione. In questo Istituto è possibile, tant’è che si può ipotizzare nel futuro di farne anche una sede per un’attività didattica specifica nel campo della flebologia, puntando sia sull’attività di ricerca di base molecolare, quindi studiare ad esempio tutta la parte endoteliale, fino alla parte clinica, nonché promuovere l’addestramento degli specializzandi grazie alla possibilità di disporre di un ambulatorio di necroscopia e di simulatori”.
“La patologia venosa è sicuramente molto frequente – evidenzia Maurizio Pagano, presidente Sifl – quindi la gestione delle trombosi, delle ulcere, delle varici e anche dell’insufficienza linfatica, del linfedema sono aspetti da considerare sia da un punto di vista mininvasivo che tradizionale. In questo settore la chirurgia mininvasiva si sta facendo sempre più spazio. Parliamo quindi delle tecniche endovascolari, ma è giusto anche che il paziente venga studiato per bene e non sempre abbiamo la possibilità utilizzare la tecnica endovascolare. La chirurgia tradizionale in alcuni casi va quindi presa in considerazione ed è per questo che deve essere oggetto di studio”.
La flebologia è stata trattata in maniera forse un “po’ troppo empirica in senso generale – rimarca Sergio Gianesini, presidente della Società mondiale di flebologia – questo perché in questi casi non si parla semplicemente di una vena dilatata da togliere. Diverse ricerche mostrano come la patologia venosa aumenti significativamente il rischio cardiovascolare. Quindi parliamo anche di problematiche di cuore, fino all’ictus o all’embolia polmonare. Con questi incontri cerchiamo dunque di considerare non solo l’innovazione tecnologica in questa branca, ma anche lo studio teso all’inquadramento del paziente in maniera olistica e sulla base delle evidenze scientifiche per capire quale sia il miglior trattamento possibile”.
“Da diversi anni il nostro Istituto si è imposto a livello nazionale come uno dei centri che sfrutta al meglio le nuove procedure flebologiche dal punto di vista delle tecniche e dell’innovazione computerizzata – conclude Cappello – Vengono utilizzate tecniche termo-ablative e tecniche microchirurgiche, abbandonando quindi quello che era il vecchio stripping, uno dei cavalli portanti della chirurgia vascolare. In uso poi tecniche vascolari per il trattamento dell’insufficienza venosa cronica. Tutto questo grazie anche ad una équipe che lavora all’unisono e che può risolvere le varie problematiche che hanno questi pazienti, anche in considerazione dei numeri esponenziali delle patologie flebologiche. Il tutto con una tempistica veloce che fa transitare il paziente in ospedale poche ore, per essere poi seguito a domicilio e quindi con costi ridotti per quanto riguarda la spesa sanitaria”.
Esteri
Ucraina-Russia, Romania accusa Mosca: drone avrebbe violato spazio aereo

Di nuovo allarme nel Paese dopo la segnalazione dei radar: nella notte è scattata l'allerta per gli abitanti delle località di Galati e Tuclea

E’ di nuovo allarme in Romania. Un altro drone russo potrebbe essere finito nel territorio del Paese Nato mentre prosegue il conflitto in Ucraina dopo l’invasione russa iniziata il 24 febbraio dello scorso anno. Nella notte è scattata l’allerta per gli abitanti delle località di Galati e Tuclea. I radar hanno segnalato una potenziale violazione dello spazio aereo della Romania, forse un drone o un missile, in avvicinamento dall’Ucraina nella direzione di Galati.
Il ministero della Difesa di Bucarest ha fatto sapere che per ora non sono stati trovati oggetti compatibili con frammenti di un drone o un altro sul territorio della Romania, ma proseguono le ricerche vicino al confine con l’Ucraina.
Non è la prima volta che la Romania denuncia episodi simili. Nelle ultime settimane vicino alla località di Plauru – lungo il Danubio, di fronte al porto ucraino di Izmail – sono stati trovati rottami riconducibili a due droni russi. Un altro caso è stato denunciato nei pressi della località di Nufaru.
Lavoro
Lavoro: Manageritalia, lavorare nel turismo piace agli italiani ma con stipendi maggiori

In vista dell’imminente appuntamento del 3 ottobre a Venezia del progetto di Manageritalia Veneto e Ciset 'Turismo: giovani - imprese - lavoro, il veneto verso Milano-Cortina 2026' Manageritalia ha chiesto agli italiani cosa pensano del lavoro nel settore turismo

Fare i turisti è molto bello, lavorare nel turismo un po’ meno. Così la pensano gli italiani secondo l’indagine di AstraRicerche per Manageritalia su un campione di 1.724 persone, rappresentativo degli italiani 18-64enni. Quasi metà degli italiani (46,1%) pensa, infatti, che per molte persone che lavorano nel turismo sia solo un ripiego, in attesa di poter svolgere i lavori e le mansiono che preferiscono. Quasi 4 italiani su 5 che dicono che il settore del turismo potrebbe dare lavoro a molte più persone se fosse meglio gestito e più valorizzato (80,7%) nonché modernizzato e reso più innovativo, addirittura per il 78,9% potrebbe essere un settore interessante in cui lavorare.
“Gli italiani colgono nel segno, sottolineando l’obiettivo del nostro progetto quadriennale per dare al turismo più gestione manageriale, competenze, capacità sistemica e innovazione e così far crescere e decollare definitivamente un comparto fondamentale e strategico per l’economia” così commenta Lucio Fochesato, Presidente Manageritalia Veneto che prosegue: ”è interessante vedere come anche gli italiani da “fruitori di questi servizi” abbiano capito quanto sia importante e ci sia bisogno di più managerialità nella gestione del comparto e di come l’utilizzo delle competenze e delle nuove tecnologie e, quindi, migliori retribuzioni siano fondamentali per proporre servizi e un’offerta turistica di qualità, strano che istituzioni e molti operatori del settore”.
L’indagine fa emergere, inoltre, come il settore soffra di un’immagine un po’ sbiadita. Infatti, è diffusa l’idea per 3 italiani su 4 che lavorare nel turismo rappresenti un’ottima opportunità per molti giovani in cerca di primo lavoro e per i disoccupati (74,7%). Di certo una concreta opportunità ma con qualche lato negativo, infatti lavorare nel turismo è considerato estremamente impegnativo e faticoso (72,5%) e i lavoratori risultano tropo spesso sottopagati pe per il 68,4% del campione.
Ecco che allora il 63,6% degli italiani dice che se fosse disoccupato e avesse necessità di lavorare potrebbe pensare di lavorare nel turismo per una o più stagioni (ma la percentuale non è superiore presso chi attualmente non lavora).
Insomma, basterebbe poco per far piacere agli italiani anche lavorare nel turismo, oltre che fare i turisti. Perché comunque già oggi si pensa che lavorarci sia in generale positivo e stimolante e ti metta in contatto con le persone e le bellezze del nostro paese (60,8%) e che si possa fare una grande carriera partendo dal basso e arrivando a posizioni di grande responsabilità e prestigio (54,1%).
Questo giudizio a luci e ombre sul lavoro nel turismo accomuna tutti gli italiani di ogni genere, grado e regione. Un po’ più positive sono le donne e le fasce d’età più avanzate. Mentre al Sud il lavorare nel turismo è vissuto con minore positività.
Fare del lavoro nel turismo un bell’impiego, piuttosto che un ripiego è uno degli obiettivi del progetto di Manageritalia Veneto e Ciset che il prossimo 3 ottobre si ritroverà a Venezia presso Scuola Grande di San Rocco alle 14,45 per dialogare sul tema TURISMO: l’evoluzione delle imprese e la sfida del capitale umano.
Un confronto tra manager, imprese turistiche e dell’accoglienza, istituzioni territoriali, mondo accademico e del lavoro per conoscere e comprendere le nuove tendenze e le complesse sfide di un comparto fondamentale per lo sviluppo del territorio e del Paese, il turismo.
Spettacolo
Ascolti tv, ‘Tale e Quale Show’ primo nel prime time

Secondo a distanza 'La Voce che hai dentro', terzo gradino sul podio per 'Quarto Grado'

Carlo Conti con il suo ‘Tale e Quale Show’ su Rai1 consolida il suo primato nel prime time tv, con la conquista ieri sera di 3.227.000 telespettatori pari al 21.9% di share. Molto distante ‘La Voce che hai dentro’ protagonista Massimo Ranieri che su Canale5 si è fermato a quota 1.812.000 telespettatori per il 10.9% di share. Seguono, nell’ordine: Rete4 con ‘Quarto Grado’ che totalizza 1.369.000 telespettatori e il 10.2% di share; Nove con ‘Fratelli di Crozza’ a 1.006.000 e 5.6%; Italia1 con ‘Sopravvissuto – The Martian’ a 919.000 e 6.1%; La7 con ‘Propaganda Live’ a 756.000 e 5.9%; Rai2 con la partita dei Mondiali di Rugby Nuova Zelanda-Italia a 600.000 e 3.3%; Rai3 con ‘4 giorni per la libertà. Napoli 1943’ a 560.000 e 3.1%; Tv8 con ‘I delitti del BarLume – E allora zumba!’ a 426.000 telespettatori e il 2.5% di share.
Passando all’access prime time, su Rai1 i ‘Cinque Minuti’ di Bruno Vespa conquistano 3.761.000 telespettatori e il 20.9% di share; cifre che con ‘Affari Tuoi’ condotto da Amadeus salgono a 4.313.000 e 22.9%, mentre su Canale5 ‘Striscia la Notizia’ ottiene 2.984.000 telespettatori pari al 15.9% di share.
Nel preserale, ‘Reazione a Catena’ realizza un ascolto medio di 3.854.000 tele spettatori pari al 27.1% di share superando ampiamente la concorrenza di ‘Caduta Libera’ su Canale5 che si ferma a quota 2.349.000 tele spettatori e al 17.4% di share.
Per quanto riguarda l’ascolto medio nell’intera giornata, le reti Mediaset con 2.884.000 telespettatori e il 38,31% di share prevalgono sulle reti Rai che ottengono 2.619.000 telespettatori e il 34,78% di share medio.
Economia
Nadef, Giorgetti: “Dismissioni per l’1% del Pil”

Il ministro dell'Economia: "Debito al 140% fino al 2026"

“Il nuovo scenario programmatico prevede proventi da dismissioni pari ad almeno l’1 per cento del Pil nell’arco del triennio 2024-2026”. Lo scrive il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, nella premessa alla Nadef. “Per quanto riguarda il rapporto tra debito pubblico e Pil, la recente revisione al rialzo della stima Istat del Pil nominale dello scorso biennio, pari all’1,9 per cento per il 2021 e al 2,0 per cento per il 2022, ha portato a una riduzione del rapporto debito/Pil, che si attesta a fine 2022 al 141,7 per cento dal 144,4 stimato in precedenza. Tuttavia, in prospettiva, i livelli più elevati del fabbisogno di cassa, ora attesi nel periodo 2023-2026” per il Superbonus “incidono sfavorevolmente sulla dinamica prevista del rapporto debito/Pil, facendo sì che nello scenario tendenziale quest’ultimo resti al disopra del 140 per cento fino a tutto il 2026”.
“Per quanto riguarda la finanza pubblica gli andamenti dell’indebitamento netto della pubblica amministrazione e del fabbisogno di cassa del settore pubblico nell’anno in corso hanno fortemente risentito dell’impatto dei crediti di imposta legati, agli incentivi edilizi introdotti durante la pandemia, in particolare del Superbonus” segnala il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “A tale impatto si è aggiunto l’effetto del rialzo dei tassi di interesse sul costo del finanziamento del debito pubblico e della discesa dei prezzi all’importazione sul gettito delle imposte indirette”. “La revisione al rialzo delle stime di erogazione degli incentivi edilizi comporta – ricorda Giorgetti – maggiori compensazioni fiscali e, pertanto, un fabbisogno di cassa del settore pubblico che resterà elevato lungo tutto il triennio coperto dalla prossima legge di bilancio. A loro volta, proiezioni più elevate del fabbisogno di cassa comportano un’accumulazione di debito pubblico che rende più arduo conseguire una significativa discesa del rapporto debito/Pil”.
“La revisione al rialzo dell’impatto di bilancio dei crediti d’imposta, legati al Superbonus (1,1 per cento del Pil), causa una revisione in aumento dell’indebitamento netto tendenziale, previsto per quest’anno, dal 4,5 per cento al 5,2 per cento del Pil. Cionondimeno- continua il ministro – il governo conferma la propria determinazione a perseguire una graduale, ma significativa, discesa dell’indebitamento netto della pubblica amministrazione e un ritorno del rapporto debito/Pil al di sotto del livello precrisi pandemica entro la fine del decennio”.
La riduzione del debito pubblico “sarà possibile attraverso la dismissione di partecipazioni societarie pubbliche, rispetto alle quali esistono impegni nei confronti della Commissione europea legati alla disciplina degli aiuti di Stato, oppure la cui quota di possesso del settore pubblico eccede quella necessaria a mantenere un’opportuna coerenza e unitarietà di indirizzo strategico”. Ma “il governo – aggiunge – ha in programma non solo di dismettere asset, ma anche di acquisire partecipazioni strategiche in settori chiave per la modernizzazione e digitalizzazione della nostra economia, quali le reti di telecomunicazione, nonché di adottare politiche innovative per lo sviluppo delle infrastrutture”.
La Nadef “”vede la luce in una situazione economica e di finanza pubblica più delicata di quanto prefigurato in primavera” con una serie di fattori che “portano a rivedere al ribasso la previsione di crescita annuale del prodotto interno lordo (Pil) in termini reali del 2023 dall’1,0 per cento del Def allo 0,8 per cento e la proiezione tendenziale a legislazione vigente per il 2024, dall’1,5 per cento all’1,0 per cento. Resta invece sostanzialmente invariata, rispetto al Def, la proiezione tendenziale di crescita del Pil per il 2025, all’1,3 per cento, mentre quella per il 2026 migliora marginalmente, dall’1,1 per cento all’1,2 per cento”.
Esteri
Migranti, Musk: “Germania viola sovranità Italia”

Il magnate prima discute con il ministero degli Esteri tedesco, poi affonda il colpo

La Germania viola la sovranità dell’Italia finanziando Ong tedesche che fanno sbarcare migranti in territorio italiano. Elon Musk porta avanti la discussione su X, dopo il botta e risposta con il ministero degli Esteri tedesco. Tutto nasce dalla diffusione di un video che – senza alcuna conferma – rimanderebbe alle generiche operazioni di 8 navi di Ong tedesche: le organizzazioni, finanziate dal governo della Germania, raccoglierebbero migranti nel Mediterraneo per trasferirli in Italia. Musk retwitta il post con una domanda: “L’opinione pubblica tedesca è al corrente di tutto questo?”. A rispondere è il ministero degli Esteri tedesco, con un post perentorio: “Sì, si chiama salvare vite”. Il dibattito prosegue, coinvolgendo anche i parlamentari della Lega Claudio Borghi e Alberto Bagnai.
Salvataggi o traffico di essere umani? Musk non ha dubbi
Musk aggiunge nella notte: “Non costituisce sicuramente una violazione della sovranità dell’Italia il fatto che la Germania trasporti un gran numero di migranti illegali sul suolo italiano? Suona come un’invasione…”, scrive. Spuntano dati relativi ad un sondaggio secondo cui la popolazione tedesca sarebbe nettamente favorevole ad un controllo più rigido dei confini europei: “Se un governo in democrazia va contro la volontà del popolo dovrebbe essere rimosso con un voto”. A chi parla di traffico di essere umani e non di soccorsi, Musk replica con un perentorio “esattamente”.
Nelle ultime ore, Musk è stato al confine tra Stati Uniti e Messico, come dimostra un video pubblicato. “L’immigrazione illegale deve cessare, ma sono assolutamente favorevole all’ampliamento e alla semplificazione dell’immigrazione legale”, ha scritto il magnate. “Chiunque dimostri di essere un lavoratore, una persona di qualità e onesta dovrebbe avere la possibilità di diventare americano. Punto”, ha aggiunto.
Esteri
Online nuova puntata podcast Adnkronos, sangue e chilometri, i numeri della controffensiva (Ascolta)

Le ultime notizie sul conflitto in Ucraina
E’ online il nuovo episodio di “Notizie dall’Ucraina”, il podcast di Adnkronos dedicato al conflitto. La guerra in Ucraina ha macinato vite e chilometri: a pochi giorni dall’inizio dell’invasione la Russia aveva il controllo di oltre un quarto del territorio ucraino. Oggi le cose stanno diversamente (ascolta).
Il podcast è disponibile su Adnkronos.com, YouTube, Spreaker, Apple Podcasts, Spotify, Google Podcasts, Amazon Podcast, Audible.
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