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Francia, governo vara riforma pensioni senza voto Parlamento

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La Francia si appresta a varare la riforma delle pensioni senza il voto del Parlamento. Un consiglio dei ministri è stato convocato oggi, allo scopo di ricorrere all’articolo 49.3 della Costituzione che consente di far approvare senza voto la riforma delle pensioni, all’esame dell’Assemblea nazionale dove l’approvazione era a rischio. L’articolo 49 impegna la responsabilità del governo, che oggi dovrà affrontare le mozioni di censura dell’opposizione.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha giustificato il ricorso all’articolo 49.3 sostenendo che l’eventuale bocciatura avrebbe comportato “rischi economici troppo grandi”. “Il mio interesse politico e la mia volontà politica era di andare al voto”, ma “ritengo che allo stato attuale i rischi finanziari ed economici fossero troppo grandi”, ha dichiarato durante un Consiglio dei ministri straordinario, secondo quanto riportato dai media francesi.

Il Senato francese aveva approvato il controverso progetto di legge di riforma con 193 sì, 114 no e 38 astensioni.

“Presenteremo una mozione di censura e speriamo che quanti si apprestavano a votare la riforma votino a favore della mozione”, dice Marine Le Pen, capogruppo alla Camera del Rassemblement National. “Ci si può interrogare sul funzionamento della democrazia in queste circostanze, cioè quando il testo non raccoglie una maggioranza perché viene respinto”.

“Non dovrebbe mai vedere la luce”, prosegue Le Pen parlando della riforma. “E’ una constatazione di fallimento totale per Emmanuel Macron. E’ la sua riforma, l’unica sostenuta durante la campagna. Faremo in modo di censurare il governo”, conclude, con un chiaro invito alla premier Elisabeth Borne: “Signora, è tempo di andare via”.

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Esteri

Ucraina, Zelensky: “Libereremo Bakhmut ed altre due città, abbiamo un piano”

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Mosca: "Distrutti tre velivoli senza pilota". Zelensky: "Libereremo Bakhmut ed altre due città, abbiamo un piano"


L’Ucraina non fermerà la sua controffensiva nella guerra contro la Russia. Lo ha detto Volodymyr Zelensky assicurando che presto “libereremo dall’occupazione Bakhmut e credo anche altre due città, non dico quali”. “Abbiamo un piano, un piano molto ampio”, ha spiegato il leader ucraino in un colloquio con testate americane al termine della sua visita negli Stati Uniti, sottolineando che l’Ucraina non fermerà il ritmo della sua controffensiva, come invece spera che succeda Vladimir Putin per riorganizzare le sue forze. “Io so quello che vuole Putin – ha spiegato il presidente ucraino – e so che vuole una pausa perché ha perso molte persone, militari professionisti, sono morti”.

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Esteri

Ucraina, dagli Usa nuovi aiuti a Kiev. Zelensky: “Voi date soldi, noi diamo vite”

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Il pacchetto da 325 milioni di dollari include nuovi sistemi di difesa anti-aerea, sistemi anti-carro nonché munizioni a grappolo, che aiuteranno Kiev nella controffensiva. Non ci saranno i missili a lungo raggio Atacms

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca


Dagli Usa nuovi aiuti all’Ucraina per la guerra contro la Russia. Si tratta di un pacchetto da 325 milioni di dollari di cui 128 per assistenza alla sicurezza e 197 in armi e attrezzature. Ad annunciarlo il segretario di Stato americano Antony Blinken durante la visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca, dove ha incontrato il presidente Joe Biden. Durante un incontro con i membri del gabinetto, Biden ha ribadito l’impegno degli Stati Uniti, insieme ai suoi partner, nei confronti dell’Ucraina. Zelensky a sua volta ha ringraziato Biden e il popolo americano per il loro sostegno.

Prima del suo incontro con Biden, Zelensky ha fatto una visita al Congresso degli Stati Uniti, dove ha spiegato che senza le armi “perderemo la guerra”. “Voi date soldi, noi diamo vite”, ha detto nel suo messaggio ai senatori secondo quanto riporta la Cnn.

Secondo quanto ha spiegato il presidente ucraino in un’intervista con un gruppo di giornalisti americani al termine della sua visita negli Stati Uniti, nel suo colloquio con lo Speaker repubblicano Kevin McCarthy, quest’ultimo ha detto che gli Stati Uniti saranno al fianco di Kiev, ma ha fatto presente che questo è complicato perché deve fronteggiare una fronda interna al partito sempre più contraria. “Ha detto che sarà al nostro fianco, che ci sosterranno, ma non è semplice”, ha detto Zelensky. Riguardo agli aiuti militari di Washington, che ieri ha annunciato un nuovo pacchetto in cui non sono però inseriti i missili a lungo raggio Atacms, Zelensky ha detto che l’Ucraina ha bisogno di questo sostegno: “Non abbiamo alternative”.

Il pacchetto include ulteriori munizioni di difesa anti-aerea “per aiutare a rafforzare le difese aeree dell’Ucraina contro gli assalti aerei dalla Russia ora e nel prossimo inverno, quando Mosca probabilmente rinnoverà i suoi attacchi contro le infrastrutture critiche ucraine”, ha detto Antony Blinken. “Ci saranno inoltre munizioni di artiglieria, sistemi anti-carro nonché munizioni a grappolo, che miglioreranno ulteriormente la capacità di Kiev di continuare la sua controffensiva contro le forze russe”, ha aggiunto.

Dopo le tappe all’Onu e a Washington, Volodymyr Zelensky è arrivato in Canada per una visita che non era stata annunciata in precedenza. Ad accogliere il presidente ucraino all’aeroporto di Ottawa è andato il premier Justin Trudeau che aveva reso nota poco prima la notizia dell’arrivo di Zelensky. “Sono ansioso di accogliere il presidente Zelensky in Canada per continuare a costruire sul nostro sostegno all’Ucraina e al popolo ucraino mentre loro lottano contro gli effetti della brutale guerra di invasione della Russia”, aveva dichiarato il premier canadese.

Oltre all’incontro con Trudeau è previsto un discorso di Zelensky al parlamento canadese. Poi il presidente ucraino si recherà a Toronto. “Il Canada rimane saldo nel sostegno al popolo ucraino che combatte per la propria sovranità e democrazia, e per i nostri valori condivisi come il rispetto dello stato di diritto, della libertà e dell’auto-determinazione”, ha dichiarato ancora Trudeau.

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Ucraina, ecco le nuove armi Usa: Kiev non avrà missili Atacms

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Washington vara un pacchetto di aiuti da 365 milioni

Un missile Atacms


Gli Stati Uniti forniranno all’Ucraina un nuovo pacchetto di aiuti militari del valore di 325 milioni di dollari. Lo ha riferito l’emittente Nbc News, citando due funzionari statunitensi nella giornata in cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky fa visita al presidente degli Stati Uniti Joe Biden alla Casa Bianca. Il pacchetto includerà sistemi di difesa aerea e di artiglieria per supportare le forze armate ucraine, ha fatto sapere il portavoce del Pentagono, Pat Ryder.

“Il presidente ha deciso che non fornirà gli Atacms all’Ucraina, ma non ha nemmeno tolto la questione dal tavolo per il futuro”, ha dichiarato il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, a proposito della fornitura a Kiev dei missili a lungo raggio che Kiev chiede da tempo.

Il pacchetto includerà sistemi “significativi” che aumenteranno “le capacità di difesa aerea” dell’Ucraina.

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Ucraina, Polonia e armi a Kiev: stop a metà, ecco perché

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Il premier Morawiecki annuncia il blocco delle forniture di nuove armi. Il presidente Duda ridimensiona

Un soldato ucraino


La Polonia blocca le forniture di armi all’Ucraina? No. Non del tutto, almeno. La tensione tra Varsavia e Kiev per motivi commerciali, legati alle esportazioni di grano ucraino e al blocco dell’importazione di prodotti agricoli polacchi, non pone fine al sostegno nella guerra che il paese guidato dal presidente Volodymyr Zelensky conduce da oltre 18 mesi contro la Russia. Ieri il premier polacco Mateusz Morawiecki, a New York per l’Assemblea delle Nazioni Unite, ha annunciato lo stop dei trasferimenti di nuove armi all’Ucraina.

Chi ha intepretato le parole del primo ministro come una chiusura totale, però, ha equivocato. Lo spiega oggi il presidente polacco Andrzej Duda. Le parole di Mateusz Morawiecki sulla fornitura di armi all’Ucraina ”sono state interpretate nel peggiore dei modi”, dice Duda all’emittente Tvn24. “Secondo me, il primo ministro intendeva dire che non trasferiremo in Ucraina le nuove armi che stiamo acquistando attualmente per la modernizzazione dell’esercito polacco”, aggiunge il presidente.

L’allarme viene ridimensionato anche dagli Stati Uniti, dove Zelensky oggi incontra il presidente Joe Biden. “La Polonia continua a sostenere l’Ucraina e noi manterremo le consultazioni con loro”, dice durante un punto stampa il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca. In ogni caso, la scelta della Polonia è una “decisione sovrana”, come evidenzia il Pentagono. “Abbiamo sempre detto che ogni paese, con decisione sovrana, sceglie il livello di sostegno che garantirà”, le parole del generale Patrick Ryder. “La Polonia è stata una delle nazioni più impegnate a fornire assistenza all’Ucraina, anche in termini di significativi aiuti umanitari e di sostegno per milioni di ucraini emigrati in Polonia dopo l’invasione russa”.

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Coronavirus

Crescono i casi di lebbra nel mondo: +24% nel 2022

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Sono 174.087 le nuove infezioni segnalate l'anno scorso in aumento rispetto al dato precedente. Il 5,1% dei nuovi pazienti sono bambini

Un ospedale in India (Afp)

Aumentano i casi di lebbra nel mondo. Sono 174.087 le nuove infezioni segnalate nel 2022, in crescita del 23,8% rispetto al 2021 (140.594 casi). Il dato, emerso dall’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità, preoccupa l’Aifo – Associazione italiana amici di Raoul Follereau, paladino dei diritti dei malati di lebbra, di cui ricorre quest’anno il 120esimo anniversario dalla nascita. “L’impegno di Aifo nel mondo si concentra sull’interruzione della trasmissione della lebbra”, ma la missione è anche quella di “prevenire le disabilità ed eliminare le discriminazioni nei confronti delle persone colpite”. Basta stigma, è il messaggio dell’associazione: “Dignità e inclusione affinché nessuno resti ai margini”.

Dal 2013 i nuovi casi di lebbra sono tendenzialmente in progressivo declino, anche se molto lento, ricorda l’Aifo. Negli ultimi 2 anni si è registrato tuttavia un netto aumento, dopo il calo del numero annuale dei nuovi casi, causato dalla pandemia di Covid-19 che ha rallentato le attività di sorveglianza epidemiologica e la capacità diagnostica dei centri di trattamento ambulatoriali. Il report 2022 conferma che i nuovi malati di lebbra si concentrano soprattutto in tre i Paesi: India (103.819), Brasile (19.635) e Indonesia (12.441). Da alcuni anni sono stati diagnosticati alcuni casi autoctoni in Florida, negli Usa, per il contatto con animali silvestri e in particolare con l’armadillo. Molto probabilmente, a seguire, questo ha innescato un aumento della trasmissione interumana. Il 5,1% dei nuovi pazienti sono bambini, con un incremento delle diagnosi tra i più piccoli pari al 14,6% rispetto al 2021.

Le strategie dell’Oms per l’eliminazione della malattia sono focalizzate sul sostegno ai servizi di trattamento, così da garantire una diagnosi precoce e migliorare la qualità delle cure. Continua infatti a crescere il numero di persone che presentano gravi disabilità già al momento della diagnosi (9.554 nel 2022, +12,8% rispetto al 2021 quando erano 8.469, più dei 7.198 nel 2020). Dal report risulta infine che diversi Paesi segnalano ancora discriminazioni nei confronti dei malati di lebbra, o hanno leggi che consentono discriminazioni basate sulla malattia. “Proprio per questo, e non da oggi, Aifo prevede un’importante attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni – sottolinea l’associazione – affinché le persone colpite non subiscano discriminazioni e siano incluse nelle comunità in cui vivono. Dal 2016 anche le strategie dell’Oms comprendono la riduzione dello stigma nei confronti delle persone colpite dalla lebbra”.

Nei progetti di controllo della lebbra, Aifo segue la Road Map 2021-2030 per il controllo delle malattie tropicali neglette, sviluppata dall’Oms e in linea con la strategia globale Towards zero leprosy 2021-2030. Gli obiettivi sono: la diminuzione significativa dei casi diagnosticati ogni anno, la riduzione delle persone che presentano disabilità gravi al momento della diagnosi, la diminuzione del numero di bambini colpiti. “Il cammino verso un mondo senza lebbra è lungo e presuppone diversi obiettivi da raggiungere attraverso un lavoro costante e collettivo – afferma Giovanni Gazzoli, medico Aifo esperto in malattie tropicali – E’ necessario interrompere la catena di trasmissione della malattia, prevenire le disabilità causate dalla malattia, promuovere e sostenere l’inclusione sociale delle persone colpite, eliminando le barriere politiche, sociali e culturali. Crediamo sia positivo il fatto che la lotta contro lo stigma legato alla lebbra rappresenti una priorità per l’Oms, come lo è da sempre stato per Aifo. Di contro, è evidente come il calo dei nuovi casi annuali è progressivo, ma ancora troppo lento rispetto a quanto previsto e, come atteso, in aumento dopo la pandemia da Covid-19”.

“L’impegno di Aifo nel mondo – dichiara il presidente dell’associazione, Antonio Lissoni – si concentra sull’interruzione della trasmissione della lebbra”, ma intende anche “prevenire le disabilità ed eliminare le discriminazioni nei confronti delle persone colpite, oltre il pregiudizio e lo stigma, promuovendo l’inclusione sociale per ridare dignità di persona a coloro a cui non è riconosciuta per una malattia”. Nei Paesi in cui è presente, in linea con gli Obiettivi dello sviluppo sostenibile Sdg 2030, Aifo promuove un approccio multisettoriale che include riabilitazione fisica delle persone con disabilità, educazione sanitaria e informazione per la popolazione in generale, riabilitazione socioeconomica in favore delle persone colpite e delle loro famiglie.

Oggi – conclude l’associazione – la lebbra è ancora un problema sanitario importante in vari Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina, dove persistono condizioni socioeconomiche precarie che favoriscono la trasmissione della malattia. In futuro si tratterà di promuovere azioni integrate con il controllo delle altre malattie tropicali neglette. “Aifo si mobilita ogni anno anche in Italia. Il prossimo 28 gennaio si celebrerà la 71esima Giornata mondiale dei malati di lebbra, e con sempre maggiore convinzione – assicura Lissoni – Aifo si spenderà per non abbassare i riflettori su questa malattia curabile, la cui catena di trasmissione nei Paesi più vulnerabili è ancora attiva e va interrotta subito”.

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Esteri

Ucraina, Zelensky agli Usa: “Se non riceviamo aiuti perderemo guerra”

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Il presidente ucraino alla Casa Bianca. Biden: "Il mondo è con voi". Dal Congresso la richiesta di 20 repubblicani: stop aiuti a Kiev

Joe Biden e Jill Biden accolgono alla Casa Bianca Volodymyr Zelensky e la moglie Olena - Afp

“Se non riceviamo gli aiuti, perderemo la guerra” contro la Russia. Questo è il messaggio che il presidente Volodymyr Zelensky ha rivolto al Congresso Usa. A riferirlo ai media è stato il leader della maggioranza al Senato, il democratico Chuck Schumer, dopo l’incontro del Senato con il presidente ucraino.

Zelensky ha detto di aver avuto ”un grande dialogo” con i senatori statunitensi a Capitol Hill. ”Vi siamo grati, giornalisti, senatori e tutti coloro che ci hanno aiutato”, ha affermato al termine dell’incontro, come riporta la Cnn. Zelensky ha spiegato che durante l’incontro si è “parlato di tanti dettagli”, anche se non ha precisato quali.

Da parte sua lo speaker della Camera dei Rappresentanti Kevin McCharty ha definito “buono” e “produttivo” l’incontro di oggi con Zelensky, ma, rispondendo alle domande dei giornalisti, il repubblicano non si è impegnato a calendarizzare il voto per i nuovi 24 miliardi di dollari di aiuti per l’Ucraina chiesti da Joe Biden, insistendo nel dire che la priorità va data alle spese interne degli Stati Uniti, ed ai problemi interni come l’immigrazione. “Guardate abbiamo il nostro bilancio interno di cui occuparci qui in America e sono più che disposto a farlo. Se il presidente è concentrato solo su questo – ha detto riferendosi all’Ucraina – abbiamo avuto 10mila persone che hanno appena attraversato il confine e lui vuole ignorare questo”. Il repubblicano si riferisce ad una stima degli ingressi giornalieri di migranti dal confine meridionale degli Stati Uniti.

Nel frattempo una ventina di repubblicani hanno inviato una lettera alla Casa Bianca chiedendo lo stop degli aiuti all’Ucraina, sollevando dubbi sull’utilizzo dei fondi e sul fatto che Kiev stia facendo progressi contro la Russia. “Il popolo americano si merita di sapere dove sono andati i loro soldi. Come sta andando la controffensiva? Gli ucraini sono più vicini alla vittoria di quanto lo fossero 6 mesi fa? Qual’è la nostra strategia e qual’è l’exit plan del presidente? Che cosa l’amministrazione definisce come vittoria”, così si legge nella lettera firmata, tra gli altri, dai senatori J.D. Vance , Tommy Tuberville e Rand Paul.

Secondo i firmatari sarebbe “un’assurda rinuncia alla responsabilità del Congresso”, continuare ad accogliere le richieste di aiuto a Kiev della Casa Bianca senza porre queste domande: “per queste ragioni, e certamente fino a quando non riceveremo risposta a queste ed altre domande, ci opponiamo a altre spese per la guerra in Ucraina”. Il presidente Biden ha chiesto 24 miliardi di altri fondi per l’Ucraina.

La posizione del partito non è condivisa da Mitch McConnell, leader della minoranza repubblicana al Senato, che dopo l’incontro a Capitol Hill con Zelensky ha ribadito il suo appoggio agli aiuti all’Ucraina. “Il sostegno americano all’Ucraina non è carità, è un investimento per i nostri stessi interessi diretti”. “Diminuire la forza militare della Russia aiuta come deterrente nei confronti del nostro principale avversario strategico” ha detto ancora McConnell.

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Armi Usa a Ucraina, il sondaggio che preoccupa Biden

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Aumentano gli americani contrari all'invio di nuove armi a Kiev: "Abbiamo fatto abbastanza"


Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden incontra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e annuncia un nuovo pacchetto di aiuti militari a Kiev. Ad una fetta rilevante di americani, però, ‘questo contenuto non piace’. Il sondaggio della Cnn fotografa una spaccatura davanti all’ipotesi di continuare a sostenere l’Ucraina nella guerra contro la Russia con stanziamenti e finanziamenti costanti. Per il 55% degli interpellati, il Congresso non dovrebbe dare il via libera a nuovi fondi. Per il 45%, invece, bisogna proseguire. Per un americano su due (51%), gli Stati Uniti hanno già fatto abbastanza per Kiev. Per il 48%, invece, bisognerebbe fare di più. A febbraio 2022, quando è iniziata la guerra, i favorevoli all’invio di armi in abbondanza erano il 62% del totale. La divisione appare evidente e rischia di diventare ancora più profonda a poco più di un anno dalle elezioni presidenziali 2024, quando potrebbe andare in scena il secondo round tra Biden e Donald Trump, al momento dominatore della scena repubblicana. L’ex presidente continua a criticare l’attuale gestione della Casa Bianca e, a intervalli regolari, ribadisce che sarebbe in grado di porre fine alla guerra in pochi giorni, se non ore, con un’intesa tra le parti coinvolte. Intanto, gli americani favorevoli agli aiuti si dividono tra diverse sottocategorie: l’ipotesi di aiutare con la raccolta di informazioni di intelligence è condivisa (63%), l’attività di training viene promossa dal 53% mentre la fornitura di armi (43%) è solo la terza opzione. Pochissimi (17%) vedrebbero di buon occhio soldati americani in campo. Sullo sfondo, il dato forse più chiaro: 8 americni su 10, a prescindere dall’orientamento politico, credono che la guerra andrà avanti ancora a lungo.

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Coronavirus

Covid, Ecdc: “Circolerà con influenza e virus sinciziale”

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La direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie: "Pericolo di malattie e morti fra i più vulnerabili"

Tampone Covid (Fotogramma)

Durante l’autunno e l’inverno alle porte, “prevediamo una recrudescenza dell’influenza stagionale e del virus respiratorio sinciziale”. E’ il quadro prospettato da Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), in conferenza stampa con Emer Cooke, direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema. Al contempo, “osserviamo anche un aumento della trasmissione di Sars-CoV-2 nell’Ue/Spazio economico europeo e prevediamo che i virus” respiratori “co-circoleranno nei prossimi mesi”. Questa co-circolazione “metterà le persone vulnerabili a rischio di malattie gravi e di morte, con una maggiore pressione sull’assistenza sanitaria”. “E’ difficile prevedere con esattezza quando la circolazione dei virus respiratori aumenterà o raggiungerà il picco”, ha aggiunto Ammon. Quanto al rialzo dei casi Covid, “è probabilmente dovuto all’aumento dei viaggi e ai grandi raduni estivi – ha evidenziato la numero uno dell’Ecdc – e al calo dell’immunità dopo un lungo periodo di bassa circolazione del virus”. “I nostri modelli hanno mostrato che una campagna vaccinale anti-Covid con un’elevata adesione, rivolta a persone di età dai 60 anni in su, potrebbe prevenire circa il 21-32% di tutti i ricoveri correlati a Covid nell’Unione europea o nello spazio economico europeo fino al 24 febbraio”.

“Dobbiamo agire ora per ridurre al minimo l’impatto” dei virus respiratori che co-circoleranno nel prossimo autunno-inverno: Sars-CoV-2, influenza e virus respiratorio sinciziale Rsv. Servono “forti misure di sanità pubblica tra cui la vaccinazione contro Covid e influenza, l’utilizzo delle misure di protezione individuale, la sorveglianza e la segnalazione”. “Covid-19, influenza e Rsv rimangono sfide significative per la salute pubblica”, ha avvertito Cooke. Le persone che appartengono a categorie a rischio e sono vulnerabili dovrebbero vaccinarsi”, perché “la vaccinazione è il modo più efficace per prevenire le infezioni e proteggere da malattie gravi e ospedalizzazione”. “La co-somministrazione dei vaccini contro Covid e influenza è fattibile”, ha aggiunto la numero uno dell’Ema. “Gli Stati membri – conclude – prenderanno decisioni sulle loro campagne di vaccinazione nazionali in base alle condizioni epidemiologiche e alla disponibilità di vaccini nei loro Paesi”.

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Musk cerca volontari per chip nel cervello. E Calenda ‘candida’ Salvini

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La Neuralink avvia il trial, il leader di Azione chiama in causa il segretario della Lega

Elon Musk


Elon Musk cerca candidati disposti a farsi impiantare un chip nel cervello. E Carlo Calenda candida Matteo Salvini. La Neuralink, compagnia che fa capo al magnate proprietario di X, annuncia l’avvio del reclutamento di soggetti disposti a partecipare al “nostro primo trial clinico su esseri umani. Se avete quadriplegia dovuta a lesioni del midollo spinale o una sclerosi laterale amiotrofica, potreste avere la caratteristiche”, si legge nel posto della società, rilanciato da Musk.

“Il primo paziente umano riceverà presto un dispostivo Neuralink. Questo ha assolutamente il potenziale per ripristinare il pieno movimento del corpo. A lungo termine, Neuralink spera di giocare un ruolo” nell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. “Immaginate se Stephen Hawking avesse avuto questo a disposizione”.

La notizia e le parole di Musk rimbalzano su X, calamitando commenti e risposte. Spunta anche il commento di Carlo Calenda, che rilancia un articolo in cui si fa genericamente riferimento alla sperimentazione ma non alle finalità mediche. Il leader di Azione si limita ad un messaggio laconico: ”Matteo Salvini?”, scrive Calenda citando il profilo del leader della Lega. Il cinguettio scatena una valanga di commenti, divisi tra chi approva ridendo e chi critica la caduta di stile.

Lo step di Neuralink arriva a 9 mesi dall’annuncio di Musk, a dicembre dello scorso anno. Il magnate, nel corso del ‘Neuralink Show and Tell’, aveva pronosticato il debutto dei chip nel giro di 6 mesi circa. I tempi non sono stati pienamente rispettati, ma la sperimentazione sembra vicina. “È come sostituire un pezzo del tuo cranio con uno smartwatch, in mancanza di un’analogia migliore”, aveva detto il fondatore di SpaceX. “Stiamo lavorando sodo, prima di inserire un chip in un essere umano vogliamo essere sicuri che funzioni alla perfezione”, aveva aggiunto.

Durante l’evento di dicembre 2022 è stato mostrato un video realizzato per documentare l’efficacia del device, in grado di consentire ad una scimmia di muovere un cursore del mouse e digitare su un computer usando la mente. “Stiamo facendo tutto il necessario per testare i device, siamo estremamente cauti anche per quanto riguarda gli impianti negli animali: si tratta di operazioni per confermare” informazioni “non per esplorare”, le parole di Musk nella circostanza.

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Carlo III e i ciclisti, la normalità del Re che non ti aspetti

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L'incontro casuale con il sovrano ripreso ad agosto, nel video la conversazione con i tre e i racconti del re sulla famiglia

Carlo III e Camilla - Afp

Giaccone impermeabile, berretto e bastone di legno. La normalità che ti aspetteresti da un qualsiasi signore a passeggio in un’umida campagna. E’ invece l’insolito ritratto di un Re Carlo informale, ripreso in un video da tre ciclisti, che, mentre pedalavano nelle Highlands scozzesi, si sono imbattuti nel sovrano britannico, mentre passeggiava da solo nella tenuta di Balmoral. Il video, che presumibilmente è stato girato il 25 agosto, ma che è stato pubblicato soltanto 2 giorni fa ottenendo già 300mila visualizzazioni, mostra un Carlo inedito anche nel modo di parlare. “E’ meraviglioso quassù”, ha detto, fermatosi a conversare con loro, il re ai ciclisti, per poi raccontare di essere ancora in vacanza, del tempo piovoso e di come fosse solito accamparsi nella zona con suo padre, il defunto principe Filippo, e la sorella, la principessa Anna.

“Fate attenzione a non cadere”, ha poi detto Carlo ai ciclisti. Mentre al termine della breve conversazione, quando il gruppo si stava allontanando, uno di loro ha osservato: “Che persona carina!”. Dello stesso tenore anche i commenti di chi ha visto il filmato. Tutti sottolineano unanimi la semplicità del re: “Una persona comune nata in un ruolo straordinariamente insolito – commenta uno di loro – Poi poter parlare e relazionarsi con tutti è un vero dono. Che onore incontrare un simile gentiluomo”.

Altri commentatori, che hanno dichiarato di non essere monarchici, hanno affermato che il filmato era sorprendentemente “toccante” e hanno elogiato il re per essere “con i piedi per terra”. “Non sembra affatto un re, ma un ragazzo così genuino e gentile. Che bella esperienza”, ha scritto uno di loro. “Fan della monarchia o no – si legge in un altro commento – quella piccola interazione dimostra solo che è un ragazzo che ha a cuore la vita all’aria aperta, l’ambiente, le avventure, lo sport ed era sinceramente interessato a quello che stavi facendo”.

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