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Politica

Forza Italia, Barelli eletto capogruppo Camera: “Spazio per tutti”

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Paolo Barelli è stato acclamato dall’assemblea dei deputati nuovo capogruppo di Forza Italia alla Camera. “Prosegue il lavoro con il presidente Berlusconi, oltre le elezioni amministrative ci attendono le elezioni europee, dove Forza Italia si prepara ad avere un ruolo importante, a sostegno ovviamente del Governo, che affrontando le Europee vede Forza Italia con il suo dna basato sull’appartenenza al Partito popolare europeo, con un ruolo molto importante nel segno della continuità ma per fare ancor meglio”, le prime parole di Barelli, già capogruppo alla fine della passata legislatura.

Nessuna preoccupazione per le fibrillazioni che hanno portato all’avvicendamento con Alessandro Cattaneo. “Sono stato eletto all’unanimità, sono stato già capogruppo con il doppio di parlamentari, mi conoscono tutti, ma al di là della conoscenza e dell’amicizia e dell’elezione per acclamazione lo spazio che ha Forza Italia -assicura il neo capogruppo- è molto importante per tutti, non c’è nessun tipo di preoccupazione”.

Nessuna contrapposizione poi tra linea più o meno governista. “Siamo al Governo, sosteniamo il Governo -sottolinea Barelli- e abbiamo la nostra storia e abbiamo nel nostro dna l’europeismo, l’atlantismo, tutti quegli ingredienti per far sì che le forze di Governo arrivino alle elezioni europee per avere un governo dell’Europa che sia maggiormente timbrato centrodestra, questa è la sfida che ha la maggioranza di governo in Italia e in prospettiva per le elezioni europee. Siamo distinti in molte cose ma formiamo una coalizione vincente e su questo bisogna valorizzare anche l’impegno di Forza Italia”.

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Rossi, dg Rai: “Farei un cartoon su D’Annunzio e l’epopea di Fiume”

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"Fondamentale mantenere il servizio pubblico, spina dorsale della nazione" - "Il canone è il più basso in Europa, la capacità di investimento è direttamente proporzionale alle risorse economiche"

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“Non vorrei fare il passatista, visto che mi descrivono come un futurista… però noi siamo qui, nella città di Gabriele D’Annunzio, in un luogo molto rappresentativo come la ex fabbrica del liquore Aurum, il cui logo e il cui nome furono ideati proprio da lui”. E dunque, se dovesse scegliere un personaggio storico sul quale fare un cartoon, il direttore generale della Rai, Giampaolo Rossi, lo farebbe proprio su D’annunzio, come suggerisce durante il suo intervento a ‘Cartoons on the Bay’, il festival del film d’animazione, promosso e organizzato dalla Rai, in corso a Pescara.

Rossi sottolinea, a questo proposito, che “D’Annunzio è stato uno dei personaggi più incredibili della modernità italiana, ma in genere viene rappresentato come una sorta di uomo austero, barocco, decadente. In realtà, è colui che ha inventato la modernità, il cinema, la pubblicità. Ha inventato il logo dell’Aurum qui a Pescara ma anche lo stemma della Nazionale italiana di calcio. Buona parte delle visioni moderne in termini comunicativi le ha inventate D’Annunzio”.

E poi, prosegue il direttore generale della Rai, “è stato anche un grande uomo d’azione, oltre a essere il poeta italiano più tradotto nel mondo dopo Dante Alighieri. Secondo me – ribadisce – è un personaggio incredibile: l’Impresa di Fiume che fece lui è stata una delle più grandi epopee libertarie della storia non solo d’Italia ma d’Europa, fu l’evento in cui c’era il voto alle donne, la parità di diritti, la Costituzione del Carnaro che fu l’unica al mondo che mise la bellezza al centro dell’essere cittadini. Sarebbe davvero molto divertente – conclude Giampaolo Rossi -fare un cartoon su un personaggio così moderno come Gabriele D’Annunzio”.

Per Giampaolo Rossi, “mantenere il servizio pubblico e renderlo il più possibile attivo è fondamentale, perché è la spina dorsale dell’industria culturale della nazione. Cos’è il servizio pubblico? Questa è una domanda da un miliardo, perché è il grande dibattito del nostro tempo, che attraversa tutta l’Europa, non solo l’Italia – premette Rossi – Nel mondo della grande rivoluzione digitale, della convergenza tecnologica, dei nuovi linguaggi, un servizio pubblico radio-televisivo e multimediale serve ancora. Questo è un tema che viene affrontato in tutti i Paesi europei, dove i servizi pubblici svolgono un ruolo importante nella informazione, nell’intrattenimento, nell’educazione”.

Giampaolo Rossi sottolinea che “in Italia, la Rai svolge questa funzione, spesso e volentieri attraversiamo il dibattito sulla Rai con le polemiche ma ci dimentichiamo di dire che la Rai è il punto di traino dell’intera industria culturale italiana dell’audiovisivo e anche dell’animazione”. Il direttore generale cita Rai Kids e Rai Play, che hanno un ruolo di mercato fondamentale, Rai Fiction e Rai Cinema: “il 74% delle serie tv prodotte in Italia sono della Rai – sottolinea con orgoglio – è un mercato che la Rai difende, protegge e valorizza. Il servizio pubblico serve anche a trasferire nuovi linguaggi, a rappresentare l’Italia a sé stessa ma anche nel mondo, un ruolo fondamentale”.

Rossi non manca poi di osservare che “la Rai è il servizio pubblico che ha il canone più basso in Europa, molte meno risorse di quante ne possa avere la Bbc o France Télévision. Lo ricordo, non perché voglia fare polemiche di alcun tipo – premette il dg Rai – ma la capacità di investimento è direttamente proporzionale alle risorse economiche, in un mercato in cui la parte commerciale e pubblicitaria è abbastanza frantumata e frastagliata”.

(dell’inviato Enzo Bonaiuto)

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Pnrr, Palazzo Chigi a Ue: “Controlli adeguati, non alimentare polemiche strumentali”

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In una nota in 7 punti il governo replica a portavoce della Commissione: "Alla Corte dei conti controllo successivo e non concomitante, disciplina attuata"

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Una nota in 7 punti per rispondere con “osservazioni di merito e di metodo” all’Europa. E’ quella diffusa da Palazzo Chigi “in riferimento alle dichiarazioni di un portavoce della Commissione europea sulle norme riguardanti la Corte dei conti e i controlli sul Pnrr.

1. Sulla necessità dei controlli. Il Governo condivide il fatto che “il Recovery necessita di un quadro di controlli che siano adatti e proporzionati alla sua natura unica e in modo che i programmi di spesa si basino sull’efficienza”. L’azione del governo si basa su questo principio. 2. Sul pre-giudizio non informato. Il portavoce afferma che la “Commissione europea non commenta i progetti di legge”, ma subito dopo – senza alcun approfondimento di merito – lo stesso portavoce della Commissione fa seguire delle considerazioni che alimentano polemiche politiche strumentali che non corrispondono alla realtà”. Si legge nella nota di palazzo Chigi che prosegue: “3. Sulle modifiche inesistenti. Le norme proposte dal Governo – approvate ieri dalla Commissione parlamentare nel D.L. Pubblica Amministrazione – non modificano quanto già concordato tra Commissione europea e Governo italiano, le norme in discussione non intervengono su quanto previsto dal D.L. 77 del maggio del 2021.

4. Sulla disciplina dei controlli della Corte. Il primo decreto sull’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, tra i diversi aspetti, disciplina i controlli sui fondi del Pnrr da parte della Corte dei Conti. Tale decreto, che rappresentava una specifica milestone del Pnrr, è stato rendicontato positivamente dalla Commissione. Tale norma non solo non viene in alcun modo modificata, ma è proprio la sua corretta attuazione che il governo vuol realizzare. Infatti all’art .7 comma 7, il decreto prevede: “La Corte dei conti esercita il controllo sulla gestione di cui all’articolo 3, comma 4, della legge 14 gennaio 1994 n. 20, svolgendo in particolare valutazioni di economicità, efficienza ed efficacia circa l’acquisizione e l’impiego delle risorse finanziarie provenienti dai fondi di cui al Pnrr. Tale controllo risponde ai criteri di cooperazione e di coordinamento con la Corte dei conti europea, secondo quanto previsto dall’articolo 287, paragrafo 3 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea”. La legge in questione (governo Draghi), quindi, affida alla Corte dei conti il controllo sui fondi Pnrr nella modalità del controllo successivo sulla gestione e non del controllo concomitante, con criteri di cooperazione e coordinamento con la Corte dei conti europea. Tale disciplina dei controlli della Corte dei conti sui fondi del Pnrr non solo resta in vigore, ma viene pienamente attuata”.

“5. Sullo scudo erariale e la Commissione. Quanto alla proroga dello scudo erariale per funzionari e dirigenti pubblici, la norma è in vigore già da tempo e non ci sono mai state osservazioni da parte della Commissione. L’emendamento governativo approvato ieri ne proroga l’efficacia di ulteriori 12 mesi. Questa disciplina è rimasta in vigore per tre anni con due diversi governi, senza aver provocato alcun rilievo, siamo certi che la linea della Commissione non cambierà di fronte alla proroga di un altro anno decisa da un governo di diverso segno politico”.

“6. Sulla cronologia degli atti parlamentari. La limitazione della responsabilità amministrativa dinanzi alla Corte dei conti fu prevista dall’art. 21, comma 2, del DL 16 luglio 2020 n. 76 (Governo Conte II). Tale limitazione, che aveva inizialmente un’applicazione limitata al 31 luglio 2021, è stata estesa, dapprima, dalla legge di conversione (sempre Governo Conte II) del medesimo decreto – legge n. 76 del 2020 (con il differimento di detto termine al 31 dicembre 2021) e successivamente dall’articolo 51, comma 1, lett. h), del decreto – legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021, n. 108 (Governo Draghi), che ha ulteriormente differito detto termine al 30 giugno 2023”.

“7. Sui rapporti tra Governo e Corte dei conti. Ieri a Palazzo Chigi si è svolto un lungo, cordiale e proficuo incontro tra il Governo e la Corte dei conti. Nell’incontro è stata decisa all’unanimità l’apertura di un tavolo di lavoro per revisionare e definire meglio alcuni istituti relativi ai controlli sul Pnrr. 8. Sulla Costituzione, il diritto e la politica. Utili spunti sulla materia si possono trarre dalla lettura delle interviste di illustri costituzionalisti come Sabino Cassese, Cesare Mirabelli e Giancarlo Coraggio, che nelle ultime 24 ore hanno illustrato come l’intervento del Parlamento sia rispettoso della Costituzione, delle prerogative della Corte dei conti, improntato alla leale collaborazione tra le istituzioni”.

“Si è creata confusione sulla mia risposta ad una domanda sulla bozza di legge relativa alla Corte dei Conti italiana. Ho detto che le autorità italiane hanno creato un’istituzione specifica per controllare l’uso dei fondi del NextGeneration Eu e che questo è ciò che la Commissione continuerà ad esaminare, poiché questo è ciò che è stato concordato con le autorità italiane”, precisa all’Adnkronos il portavoce capo della commissione Ue, Eric Mamer, parlando di un “equivoco”, dopo la risposta di palazzo Chigi alle osservazioni sui controlli dei progetti del Pnrr.

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Migranti, card. Zuppi: “Respingerli è poco patriottico, vanno aiutati a partire e a restare”

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Il vertice della Cei: "L'economia ha un enorme interesse a utilizzare l'immigrazione, bisogna superare un modo agonistico e rozzo di affrontare il tema e ritrovare una visione"

Aiutarli a casa loro? “Tanto vengono lo stesso, bisogna aiutarli a partire e aiutarli a restare, questo è all’altezza di una tradizione anche cristiana” che dobbiamo conservare. Il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, ospite del festival dell’economia di Torino, affronta la questione migranti.

“Respingere i migranti che potrebbero dare un grande contributo al nostro Paese è poco patriottico”, scandisce dal palco, intervistato da Concita De Gregorio. Invece, rimarca ancora, “l’economia ha un enorme interesse a utilizzare l’immigrazione”. Bisogna “superare un modo agonistico e rozzo” di affrontare il tema e ritrovare una “visione”, perché con la denatalità in atto c’è il rischio che “il paese si estingua”.

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2 giugno, Giorgia Meloni: “Forte emozione, grazie a chi rende Italia Nazione grandiosa”

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La presidente del Consiglio: "Con orgoglio onoriamo la nostra storia e i valori fondanti della Costituzione italiana"

“Sempre una forte emozione partecipare alle celebrazioni del 2giugno. Commemoriamo oggi il 77° Anniversario della nascita della nostra Repubblica, simbolo di unità nazionale e identità del popolo italiano”. Lo scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni su Twitter.

“Con orgoglio onoriamo la nostra storia e i valori fondanti della Costituzione italiana. Rendiamo omaggio ai Caduti che hanno sacrificato la loro vita per la difesa della Patria e per i sacri principi di libertà, uguaglianza e democrazia e ringraziamo i militari delle Forze Armate che ogni giorno, con spirito di servizio e dedizione incrollabile, lavorano per la pace e la stabilità dell’Italia e del mondo. Grazie a tutti coloro che contribuiscono a rendere l’Italia la grandiosa Nazione che è. Buona Festa della Repubblica a tutti”, aggiunge la premier.

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Giordania, anche Renzi al royal wedding: “Fuga di qualche ora con Agnese”

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Il tweet del leader di Italia Viva all'indomani delle nozze reali

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“In Giordania per il #RoyalWedding. Fuga di qualche ora con Agnese immersi nella bellezza di Petra”. Lo scrive su Twitter il leader di Italia Viva Matteo Renzi postando una foto con la moglie scattata davanti alle celebri rovine di Petra.

Il principe ereditario di Giordania Al Hussein bin Abdullah e l’architetta saudita Rajwa Al Saif si sono sposati ieri al Palazzo Zahran di Amman, riportano i media arabi che hanno seguito in diretta la cerimonia religiosa e che hanno filmato le promesse di matrimonio, lo scambio delle fedi nuziali e la firma del contratto. Al-Saif sarà ora conosciuta come Sua Altezza reale la principessa ereditaria di Giordania e, quando il principe ereditario salirà al trono, sarà la regina Rajwa. La cerimonia, che si è svolta nello stesso palazzo dove re Abdullah II e la regina Rania si sono sposati nel 1993, è stata seguita in presenza da circa 140 ospiti, tra cui membri della famiglia reale hashemita, reali invitati e capi di stato. Tra gli invitati anche la first lady Usa Jill Biden e il principe e la principessa del Galles William e Kate.

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Meloni: “Pizzo di Stato? Solo detto che caccia al gettito è sbagliata”

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La presidente del Consiglio: "Si fanno cose bizzarre e secondo me non è giusto"

Una parte di imposizione fiscale è “pizzo di Stato”? “Io ho detto che quando lo Stato, invece di fare lotta all’evasione fiscale, fa caccia al gettito – cioè si quota all’inizio dell’anno quanto si prevede di fare con la lotta all’evasione fiscale, dopodiché si devono fare quegli importi a tutti i costi altrimenti non si hanno i soldi per coprire provvedimenti – si fanno cose bizzarre e secondo me non è giusto”. Così, a margine delle celebrazioni del 2 giugno, la premier Giorgia Meloni, precisando le sue affermazioni sul “pizzo di Stato”. La presidente del Consiglio ha inoltre definito una “buona notizia” la grande partecipazione alla Festa della Repubblica.

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2 giugno, Festa della Repubblica: patria e Ucraina, le parole di Meloni

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Le dichiarazioni della presidente del Consiglio: "Dalle difficoltà ne usciamo solo insieme, serve che ciascuno faccia la sua parte"

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“La comunità nazionale, la patria, alla fine è questo. E’ una dimensione di sacrifici che si compiono insieme per chi l’ha fatto prima di noi e per noi che lo facciamo verso gli altri”. Così la premier Giorgia Meloni, a margine delle celebrazioni a Roma per il 2 giugno, Festa della Repubblica Italiana. La Festa della Repubblica “non è una semplice celebrazione museale. E’ la dimensione del fatto” che bisogna capire che dalle difficoltà “ne usciamo solo insieme, serve che ciascuno faccia la sua parte. Non c’è nessuno che da solo può risolvere i problemi. Siamo tutti legati: questo è l’elemento culturale che serve per capire che dobbiamo tutti remare nella stessa direzione, ha detto ancora”.

“Noi abbiamo un dovere: o ci mettiamo a lavorare tutti insieme dalla stessa parte – ha continuato Meloni – o nessuno che sia da solo può uscire da una situazione di crisi”.

“Niente che si chiami pace può essere scambiato con la parola invasione. C’è una nazione aggredita, c’è una nazione che aggredisce. Tutti noi lavoriamo per la pace ma non si può non partire dal presupposto che quella pace non si può costruire senza il consenso di chi è stato aggredito”, ha poi sottolineato. Una “pace giusta”, ha rimarcato la presidente del Consiglio, “è l’unica opzione possibile”.

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2 giugno, Meloni brinda con Mattarella: “Alla Repubblica”

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Il presidente della Repubblica rompe gli schemi del ricevimento, sostando con la premier e le più alte cariche dello Stato sulla terrazza del Quirinale anziché nella coffee house

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Un brindisi “alla Repubblica”. Giorgia Meloni brinda con il capo dello Stato Sergio Mattarella, che la riceve rompendo gli schemi del ricevimento per la festa del 2 giugno, sostando con lei e con le più alte cariche dello Stato sulla terrazza del Quirinale anziché nella coffee house come da tradizione. E’ Mattarella che porge un bicchiere di prosecco alla premier, che intitola il brindisi “alla Repubblica”.

Il presidente della Repubblica accoglie il presidente del Consiglio al ricevimento al Quirinale mostrandole la vista su una bellissima Roma al tramonto dalla terrazza. La premier, accompagnata dal consorte Andrea Giambruno, riconosce dal Colle il suo ufficio alla Camera, e lo indica al capo dello Stato che le ha mostrato dall’alto del Quirinale Montecitorio. Con loro, sulla terrazza, anche i due presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, e la presidente della Corte Costituzionale, Silvana Sciarra. Un formato inedito per questo evento – il primo dopo la lunga pausa legata al Covid – visto che solitamente il presidente della Repubblica rimaneva nella coffee house ad attendere il saluto degli ospiti al ‘padrone di casa’.

Stamani in Moldova, nel pomeriggio a Roma. Eppure la premier sembra non avvertire stanchezza e scherza con tutti al ricevimento per la festa della Repubblica. ‘Tampinata’ dai cronisti che non si staccano da lei nemmeno per un attimo, dopo aver concesso loro un selfie di gruppo scherza: “Banda di origliatori seriali”.

Poi incrocia il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo che le presenta la moglie Laura. “Ma sei proprio sicura?”, si presenta lei subito pronta alla battuta. Dunque si imbatte nel presidente del Cnel, Renato Brunetta: “Ti vedo carico, combattivo”. E i complimenti arrivano anche per il regista Enrico Vanzina: “E’ da tanto che non ti vedo, ma ti vedo proprio bene”.

I giornalisti sono sempre lì, al suo seguito. “Che stai a scrive?”, ride a uno del gruppo chiedendo di vedere il taccuino. Arriva la fedelissima Patrizia Scurti per portarla dal vicepremier Antonio Tajani, che l’attende per un colloquio riservato. “Ecco, m’ha salvato – dice Meloni ai cronisti congedandosi – che io sono una chiacchierona…”. Meloni lascia poi il Quirinale, dopo essersi intrattenuta a lungo, riservatamente, con il ministro degli Esteri, che la ‘scorta’ fino all’auto che l’attende nel cortile.

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Offese a Kyenge, Calderoli condannato a 7 mesi

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La condanna nel procedimento per diffamazione aggravata dalla matrice razziale nei confronti dell'ex ministra dell'Integrazione

Il Tribunale di Bergamo ha condannato il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli a 7 mesi, nel procedimento per diffamazione aggravata dalla matrice razziale nei confronti dell’ex ministra dell’Integrazione Cecile Kyenge. L’esponente leghista il 13 luglio 2013 definì “orango” la ministra del Pd, alla festa della Lega di Treviglio di Bergamo durante un comizio.

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2 giugno, Meloni scherza con Landini e Bombardieri: “Non saluta sindacati?”’

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Siparietto nel ricevimento al Quirinale

Saluta Lino Banfi, poi, mentre si dirige dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni -rientrata dalla Moldova per non mancare al ricevimento ai Giardini del Quirinale per il 2 Giugno – si imbatte nei segretari di Cgil e Uil Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, che la fermano con una battuta: “Presidente, se non saluta i sindacati….”. Meloni si ferma per un saluto, dunque ricambia pronta la battuta: “Non mi fate polemica anche qui, eh…”.

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